Palombari e carri armati Leonardo show a Parigi

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Palombari e carri armati Leonardo show a Parigi
24 Cronache
Domenica 28 Ottobre 2012 Corriere della Sera
Dai progetti alla realtà
Macchina volante
Un’ala rotante che
si ispira alla forma
elicoidale visibile
in Natura
Palombaro
Scafandro in cuoio
e giubbone
rigonfiato con
riserva d’aria
Carro da guerra
Una testuggine
da combattimento
Paracadute
Lo immaginò a
forma di piramide
La mostra L’evento organizzato dal Museo della Scienza di Milano
Palombari e carri armati
Leonardo show a Parigi
l’altro forniamo agli adulti informazioni aggiuntive per arricchire le loro conoscenze e
scoprire cose nuove su un protagonista che tiene alto il nome dell’Italia».
Ecco, a proposito di Italia. I
francesi considerano Leonardo da Vinci uno di loro. «È vero — risponde Fiorenzo Galli
—. Ma questa che è iniziata
da poco a Parigi è una mostra
europea, non c’è spazio per
campanilismi. Lo dimostra anche il fatto che il prossimo autunno l’evento passerà in Germania, al Deutsches Museum
di Monaco di Baviera». E dopo, forse, anche a Londra.
Tanto entusiasmo, insomma. Ma anche un po’ di preoccupazione. E qui il motivo è
tutto squisitamente italiano.
Prototipi e ricostruzioni in 3D dai suoi disegni
Leonardo ingegnere e architetto. Leonardo scienziato e
tessile. Leonardo a Parigi. Vita e opere del genio italiano,
fino al 18 agosto 2013, si potranno vedere alla «Cité des
sciences et de l’industrie», nella capitale francese, grazie a
quaranta modelli storici arrivati direttamente dall’Italia,
percorsi guidati e postazioni
interattive per un viaggio pensato per visitatori di tutte le
età.
La mostra ha richiesto due anni e mezzo di
preparazione, è curata
da Claudio Giorgione ed
Eric Lapie, ed è realizzata dal Museo nazionale
della scienza e della tecnologia di Milano «Leonardo da Vinci», la francese Universcience e il Deutsches Museum di Monaco
di Baviera, in partnership
con Eads, la compagnia
pan-europea che opera nel
settore della Difesa e dell’Aerospazio.
«Abbiamo iniziato a immaginare la mostra più di quattro anni fa, grazie a un ottimo
rapporto personale con i nostri colleghi francesi», spiega
Fiorenzo Galli, direttore generale del museo milanese. Che
snocciola alcuni primi numeri: «Oltre mille metri quadrati
di percorso espositivo, 1.200
persone presenti all’inaugura-
La locandina
Leonardo nel manifesto
dell’esposizione. A destra,
i ragazzini alla mostra
(foto Levy). Più in alto, un
particolare dell’autoritratto
di Leonardo del 1515
zione e già 1.600 insegnanti
che hanno prenotato una visita riservata a loro per poi proporre la mostra alle classi in
cui insegnano».
Un’esposizione, questa di
Parigi, che vuole far riscoprire l’attività scientifico-tecnologica di Leonardo da Vinci,
«ma anche il suo profondo rispetto per la Natura», precisa
Fiorenzo Galli. «Ora più che
mai, bisogna ispirarsi alla figura del genio italiano per trovare il giusto equilibrio tra le
esigenze di oltre sette miliardi di persone e le dinamiche
ambientali».
I quaranta modelli arrivano
dal Museo nazionale della
scienza e della tecnologia di
Milano — un’eccellenza nel
campo tecnico-scientifico —
e rappresentano la parte fondamentale dell’intera iniziativa. Ci sono il carro da guerra
e il guanto palmato, la gru per
scavare e il paracadute, il telaio meccanico e anche la chiesa a due livelli. Idee, bozze e
progetti che sarebbero stati realizzati da altri decenni, secoli
dopo.
Di fianco, ecco le postazioni multimediali per esplorare
tutta l’attività del genio e per
viaggiare nelle sei aree tematiche («Trasformare il movimento», «Prepararsi alla guerra», «Ispirarsi alla natura»,
«Immaginare il volo», «Migliorare la produzione» e
«Unificare il sapere»). I modellini prendono vita sugli schermi, si muovono in 3D, ci si
può addirittura giocare e interagire. «Abbiamo pensato a
un’interattività doppia», racconta il direttore generale del
museo milanese: «Da un lato
con la tecnologia cerchiamo
di aiutare i piccoli visitatori a
capire la portata delle intuizioni di Leonardo da Vinci, dal-
Fino ad agosto
L’interattività permette
ai visitatori di scoprire
giocando le intuizioni
del genio rinascimentale
«Il governo dovrebbe dare alle principali istituzioni culturali e scientifiche di questo Paese qualche certezza — ragiona il direttore del museo —.
L’80 per cento del nostro budget consiste in autofinanziamenti, solo il 20 per cento è
di fondi pubblici. Finanziamenti, peraltro, che spesso
non sappiamo se e quando arriveranno». E chiarisce: «La
mostra su Leonardo da Vinci
a Parigi al contribuente italiano non è costata nulla».
Leonard Berberi
[email protected]
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L’intervista Il consigliere della Rai Luisa Todini: con un milione di posti di lavoro in più alle donne, il Pil crescerebbe del 3 per cento
Quote rosa: «Partiamo dalle paghette delle ragazze»
MILANO — È appena stata a
Firenze al seminario internazionale «Donne economia e potere» organizzato dalla Fondazione Bellisario che si è chiuso ieri. È intervenuta come imprenditrice e come consigliere di
amministrazione Rai. Mamma
di una bambina di nove anni,
da sempre è a favore delle quote rosa: «Sono un necessario
strumento transitorio: poi il merito parlerà da solo». Non ha paura di misurarsi con gli uomini, anzi è abituata: tra gli altri
incarichi, fino a maggio è stata
presidente dell’Associazione costruttori europei. «Sono stata la
prima donna nel board in 105
anni di storia e la prima presidente sotto i 50 anni».
Luisa Todini, la ricerca
McKinsey presentata a Firenze dimostra che se l’occupazione femminile in Italia fosse allineata agli obiettivi di Lisbona del 60% creerebbe 2,7 milioni di posti di lavoro. Le sembra possibile?
«Il governatore della Banca
d’Italia Ignazio Visco a fine set-
tembre ha detto che 100 mila
posti di lavoro in più alle donne produrrebbero una crescita
del Pil dello 0,3%. Io vado oltre:
un milione di posti alle donne
equivarrebbe a +3% del Pil».
Il nostro governo si sta impegnando. Dallo scorso agosto è vincolante la legge GolImprenditrice
Luisa Todini
è consigliere di
amministrazione Rai e
imprenditrice.
Fino a maggio
era presidente
dell’Associazione costruttori
europei
fo-Mosca sulle quote di genere nelle società quotate e l’altroieri il consiglio dei ministri
ha approvato in via definitiva
il regolamento che vincola i
consigli di amministrazione e
di controllo anche delle società pubbliche non quotate.
«La linea dell’Italia è molto
chiara e spero che prenda posizione in Europa attraverso il
suo commissario. È davvero
sconfortante che martedì scorso non sia stata votata la Direttiva Reding che proponeva di arrivare al 40% di rappresentanza
femminile nei consigli delle
aziende europee quotate in Borsa».
Forse lo è ancora di
più se si considera
che cinque delle nove
donne che siedono
nell’esecutivo comunitario sono contrarie.
«Credo che il loro
tentennamento sia politico: devono rifarsi alle indicazioni dei governi locali».
Eppure da Goldman Sachs a Dow Jones, gli
studi di settore provano che la
parità di genere è redditizia.
«Purtroppo c’è una trasformazione culturale da mettere
in atto. A Firenze Roberta Marracino di McKinsey ha fatto notare che il 43% delle adolescenti
prende la paghetta contro il
57% dei maschi. Sarà banale,
ma è evidente che bisogna cominciare a parlare di parità da
lì, perché il messaggio sotterraneo è che un ragazzino deve pagare per la coetanea, fin da piccola relegata al ruolo di mantenuta, sovvenzionata, asservita
culturalmente all’uomo».
Eurostat calcola un tasso di
occupazione femminile italiano del 50% nel 2011. Che cosa
frena le donne?
«Da sempre si sobbarcano
del lavoro in casa. E, soprattutto, non hanno adeguati servizi.
In questo la situazione dell’Ita-
I provvedimenti
La legge
In Italia è diventata
vincolante dal 12
agosto scorso la Legge
numero 120 del 2011,
detta anche
Golfo-Mosca, sulle
quote di genere per le
società quotate in
Borsa e per quelle
controllate dallo Stato
o partecipate
La Direttiva Reding
Martedì scorso la
Commissione europea
non ha votato la
Direttiva Reding che
vuole imporre la quota
del 40% per il genere
meno rappresentato
nelle società europee
quotate in Borsa.
Viviane Reding
ripresenterà la mozione
il 14 novembre
lia è se possibile peggiorata con
la crisi: asili, trasporti, congedi,
si taglia su tutto. La maternità è
vissuta come un costo sociale e
non come un bene collettivo».
Il suo lavoro la porta a confrontarsi continuamente con
colleghi maschi. Quale differenza ha notato rispetto alle
donne?
«Contrariamente a quel che
si dice, io ho trovato più competitivi gli uomini mentre mi sono sempre sentita supportata
dalle donne, dalle quali sono
stata politicamente chiamata a
fare squadra».
Le donne sono più intelligenti degli uomini?
«Mia figlia mi ha sorpresa
qualche giorno fa dicendo che
no, non lo sono: "Semplicemente sono più numerose e per questo motivo c’è più intelligenza
femminile". Ecco, io credo sia
arrivato il momento di farla valere e di rappresentarla adeguatamente a tutti i livelli».
Elvira Serra
@elvira_serra
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