Anche il sonno può uccidere Apnee notturne nel

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Tutto Schermo
Manuela Trevisani
«Il sonno viene come l’avanzare della marea. Opporsi è
impossibile», scrive la scrittrice giapponese Banana Yoshimoto. Se
nel momento in cui il sonno avanza, si è al volante di un’auto o
impegnati in qualche delicato lavoro, le conseguenze possono
essere più gravi del previsto.
Qualche numero? Ogni anno in Italia il sonno provoca sulle strade
mille morti e 120mila feriti. Prevenire è difficile, ma possibile:
proprio per questo ieri il Centro di Medicina del Sonno
dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar ha organizzato
un convegno, a cui hanno partecipato vari relatori del mondo
medico e delle forze dell’ordine.
«Quest’anno l’Italia deve recepire una direttiva europea, che
impone per il rinnovo e l’emissione della patente la ricerca arriva
della patologia dell’apnea notturna: una vera e propria malattia,
che non consente alle persone di riposare bene di notte», spiega
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Il progetto del traforo è stato
ridotto (niente camion e una
sola canna). Tu cosa faresti?
Va bene anche
che non consente alle persone di riposare bene di notte», spiega
Gianluca Rossato, direttore del Centro e presidente
dell’associazione InFormaSonno. «Si stima che chi soffre di questa
sindrome abbia un rischio, a causa dei colpi di sonno durante il
giorno, 3,7 volte superiore di incorrere in incidenti stradali, contro
l’1,54 di chi assume alcol e sonniferi e l’1,7 di chi fa uso di
cannabis».
Gli italiani colpiti da questa malattia sono il 9 per cento della
popolazione: in Veneto si parla di un milione di persone. Che si
tratti di automobilisti affetti da questa sindrome o semplicemente
in carenza di sonno, purtroppo spesso finiscono con l’essere causa
di incidenti.
«Ci auguriamo che la normativa venga approvata il prima possibile,
perché servono interventi per aumentare la sicurezza stradale», è il
commento del comandante della polizia municipale Luigi
Altamura. «Tutte le categorie di automobilisti possono essere
soggetti a colpo di sonno, dai più giovani agli anziani: bisogna
sfatare il mito che i più a rischio siano i camionisti, perché il mondo
dell’autotrasporto negli ultimi anni ha fatto grossi investimenti per
la prevenzione».
Di prevenzione parla anche il dirigente della polizia stradale di
Verona Girolamo Lacquaniti. «Si ha la tendenza a punire chi fa
volontariamente qualcosa e a perdonare chi sbaglia per distrazione,
pur essendo altrettanto pericoloso», spiega Lacquaniti. «Guidare
invece non può essere considerato un diritto di tutti: sono necessari
controlli sistematici sull’efficienza fisica, che non può rimanere
invariata in un lungo arco di tempo».
Tra i vari relatori, incluso l’assessore regionale alla Sanità Luca
Coletto, è intervenuto anche Andrea Scamperle, responsabile
dell’ufficio Infortunistica della Polstrada: «Quando ci accorgiamo
che un incidente può essere determinato da un colpo di sonno,
facciamo partire una segnalazione alla Motorizzazione, per
verificare che se si tratta di una malattia del sonno», conclude
Scamperle. «Ma ciò avviene quando l’incidente c’è già stato: è
opportuno, invece, iniziare a giocare d’anticipo e puntare sulla
prevenzione, sensibilizzando i veronesi con incontri e
approfondimenti».
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