RYOKAN, KIMONO e KENDO - Agenzia Viaggi e Turismo Very
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RYOKAN, KIMONO e KENDO SERVIZI TURISTICI A QUALITA’ CONTROLLATA Il ryokan è un albergo tradizionale giapponese il cui stile è rimasto pressoché immutato nel tempo. Si ritiene che questo tipo di struttura risalga all'epoca Edo (1603-1868). Attualmente un ryokan mantiene ancora gli elementi tradizionali, cioè: pavimenti formati da tatami, bagno all'esterno della camera (che può essere di vario tipo), giardino in cui si può trovare un padiglione dedicato alla cerimonia del tè, porte scorrevoli che danno su una loggia, rifiniture interne in legno di stile tradizionale, stanza spoglia, priva di mobili e letti, però dotata di tokonoma, nicchia di abbellimento in cui vengono esposte sculture, calligrafie o composizioni ikebana. I letti tradizionali (futon), vengono sistemati dopo la cena, disponendo materassini, coperte e cuscini sui tatami. Solitamente colazione del mattino (asa gohan) e cena vengono serviti nella camera che si occupa oppure in un'altra camera libera in modo da poter guardare il giardino da un'angolazione diversa. La cucina non concede nulla agli usi occidentali ed è di solito di elevatissima qualità, molto raffinata e ricercata sia nei contenuti che nella curatissima estetica. Vengono utilizzati pezzi di ceramica e accessori pregiatissimi, spesso con evidenti riferimenti allo stile sabi cioè l'utilizzo di pezzi particolarmente “vissuti”. Ad esempio è molto frequente l'uso di scatole laccate consumate dal lunghissimo uso. Il servizio è completamente diverso da quello di un albergo occidentale. È estremamente personalizzato, cioè l'ospite viene affidato alle cure di una cameriera esperta (di solito anziana) che lo accompagna in camera, gli serve il tè di benvenuto, lo intrattiene per cercare di capirne le esigenze, raccoglie le ordinazioni per le bevande che accompagnano la cena, accompagna a prendere il bagno, sia che si tratti di onsen (bagno termale) che di ofuro, il caldissimo bagno che si fa in vasche di legno di hinoki, cipresso giapponese (Chamaecyparis obtusa). Tutto ciò è possibile poiché il ryokan ha pochissime stanze e quindi anche gli ospiti sono molto limitati di numero. L'aspetto estetico dell'insieme è curatissimo, in qualsiasi posto si posi lo sguardo c'è uno scorcio apprezzabile, con particolare riguardo al giardino che fa spesso da sfondo scenografico ed è visibile dalle camere, dalla vasca dell’ofuro e in generale durante ogni spostamento. Porzioni limitatissime di spazio, piccoli ritagli, ospitano giardini di modestissima dimensione ma perfetti nell'equilibrio formale. Praticamente le uniche novità sono costituite dall'aria condizionata, dal telefono e dal televisore, per il resto tutto è come quattro secoli fa. Il kimono (letteralmente “cosa che si indossa, indumento”, da mono, cosa e ki, radice del verbo kiru, indossare), è il costume nazionale giapponese che si indossa in ogni occasione seguendo un preciso codice. Il kimono ha mantenuto la stessa forma originaria che risale al periodo Nara (VIII sec.), epoca ancora sotto l’influenza culturale della Cina dei Tang. Una pezza di tessuto che, chiusa sovrapponendo il lato sinistro a quello destro, forma con l’angolo delle maniche una grossa T. Viene tenuto chiuso dall’uso di una lunga fascia variamente annodata, l’obi. Questo circonda più volte il corpo femminile stringendolo in una sorta di elegante corazza, va annodato a una altezza prestabilita (variabile a seconda dell’età della donna) e legato sulla schiena per mezzo di un nodo la cui forma cambierà a seconda dell’occasione e dell’età di chi lo indossa. Il kimono è costituito da varie parti, Organizzazione Tecnica Verytravel srl – Via XXVIII Aprile, 15 12100 – Cuneo Tel. 0171 631870 – Fax. 0171 631901 – cell 335 57 59 013 - programma redatto in conformità con la direttiva CEE n. 314/1990 Art. 9 D.l. 111/1995 [email protected] ciascuna delle quali ha un nome specifico: hada-juban (abbigliamento intimo), naga-juban (sottoveste), han’eri (colletto decorativo). Ed è accompagnato da vari accessori fra cui i tabi, calze infradito bianche che ben si adattano alle calzature tradizionali, gli zōri. Ogni donna giapponese, quando indossa il kimono, segue un codice che le permette di scegliere il kimono adatto all’occasione, cui accostare correttamente lo obi e gli accessori più indicati. Questo codice, che potremmo definire una vera e propria grammatica del kimono, si declina attraverso alcune variabili da tenere sempre presenti: il livello di formalità, l’età, la stagione. L’età di chi lo indossa è un importante elemento condizionante la scelta del kimono. Questa determina sia il tipo che i colori e i motivi decorativi. Una giovane donna nubile, in occasione di cerimonie (per esempio Capodanno o la Cerimonia per la maggiore età, il 15 gennaio) indosserà sempre il furisode (lett. “maniche fluttuanti”), o kimono dalle maniche ampie e lunghe sino a un metro, mentre una donna sposata indosserà il tomesode, con le maniche più corte. Inoltre la posizione del disegno sul kimono è indicativa dell’età della donna: più i disegni sono collocati in basso, verso l’orlo, più si addicono alle donne mature le quali, per quanto riguarda i colori, prediligeranno toni smorzati. Ma saranno poi le stagioni a dettare la scelta dei colori, dei motivi decorativi, oltre ovviamente che del tipo di kimono, che sarà più o meno pesante. La quantità e la complessità delle parti che compongono il kimono e la lunghezza e pesantezza dell’obi fanno sì che a volte si reputi necessaria la presenza di una persona che aiuti a indossarlo. La vestizione del kimono diventa allora una vera e propria cerimonia il cui rituale rimanda alla tradizione estetica classica del Giappone. Il kendō è un'arte marziale giapponese, evolutasi dalle tecniche di combattimento con la katana anticamente utilizzate dai samurai nel kenjutsu. Kendō significa letteralmente "La via della spada ken?” Kendō, "la via della spada", esprime l'essenza delle arti di combattimento giapponesi. Dal suo primo governo, durante il periodo Kamakura (1185-1233), l'utilizzo della spada, insieme all'equitazione e il tiro con l'arco, sono stati tra i maggiori interessi nella preparazione militare dei diversi clan che si contendevano il territorio. Il kendō si sviluppò sotto una forte influenza del buddhismo Zen, per cui il samurai sentiva l'indifferenza della propria vita nel bel mezzo della battaglia, la quale era considerata necessaria per la vittoria nei combattimenti individuali (si veda il concetto buddhista della realtà illusoria della vita e della morte). A partire da quei tempi molti guerrieri sono stati rappresentati nella pratica del kendō, gli stessi che costituirono le prime scuole tra cui Ittōryū (tecnica ad una spada) e il Mutō scuola senza spada). Oggi al posto delle katana si usano delle spade di legno, i bokken, per i 'kata' mentre per gli esercizi comuni si usa lo shinai (composto di quattro stecche di bambù) e si indossa una robusta armatura (bōgu). Concetti come il Mushin o "mente vuota" sono diffusi dal buddhismo Zen e sono l'essenza del buddhismo Shingon. Fudōshin o "mente impassibile" sono concetti attribuiti al dio Fudō Myōō (Acala), uno dei cinque "Re della Luce" nel buddhismo Shingon. Nel 1920, la Dai Nippon Butoku Kai, l'organizzazione promotrice della fondazione giapponese di arti marziali) ne ha cambiato nome da gekiken (spada che colpisce) in kendō. Organizzazione Tecnica Verytravel srl – Via XXVIII Aprile, 15 12100 – Cuneo Tel. 0171 631870 – Fax. 0171 631901 – cell 335 57 59 013 - programma redatto in conformità con la direttiva CEE n. 314/1990 Art. 9 D.l. 111/1995 [email protected] Per informazioni ulteriori, 0171 631870 chiedete di Giulia Organizzazione Tecnica Verytravel srl – Via XXVIII Aprile, 15 12100 – Cuneo Tel. 0171 631870 – Fax. 0171 631901 – cell 335 57 59 013 - programma redatto in conformità con la direttiva CEE n. 314/1990 Art. 9 D.l. 111/1995 [email protected]