Amore - SnapPages

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Amore - SnapPages
Periodico dell’Esercito
della Salvezza
Anno LV
Numero 776
Febbraio 2016
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB - Roma
“All you need is love” ovvero,
il grande malinteso sull’amore
Sono trascorsi quasi 50 anni dall’uscita, nel giugno del ’67, di uno
dei più grandi successi dei Beatles
“All you need is love”. Un testo che
riflette lo spirito del momento, una
chiamata a mettere tutto il resto su
un piano inferiore, una chiamata
all’essenziale, l’amore. Un amore
incentrato su se stessi e che rende
possibile la realizzazione di se stessi: ti serve solo l’amore.
Fiumi d’inchiostro sono stati usati
per scrivere dell’amore, poemi, ballate, odi e racconti, e ogni volta
l’amore è identificato o caratterizzato in modo diverso. Che sia attraverso l’immagine data nella mitologia
greca di pura forza e attrazione, o
quella del medioevo dell’amore cortese, sentimento spesso abitato
dalla malinconia e dalla tristezza,
quest’amore è sempre uno
strumento per il proprio appagamento.
La prospettiva biblica va nella
direzione opposta e sembra
indicare chiaramente che non
siamo qui sulla terra per pensare e amare solo noi stessi;
essa, infatti, esorta a guardare oltre noi stessi, all’altro. È in
questa prospettiva che la vita
acquista il suo senso e la sua
ragion d’essere. Non a caso,
Gesù ha sintetizzato il suo
messaggio nel comandamento di amare Dio sopra ogni
cosa e il prossimo come noi
stessi.
“Ama il tuo prossimo…” è una richiesta che viene rivolta all’uomo perché
prenda coscienza dell’esistenza dei
suoi simili. La misura dell’amore per
noi stessi è la stessa misura di amore
che dobbiamo esprimere verso il
nostro prossimo. Un autore cristiano
americano, R. Lofton Hudson, nel suo
libro “La religione di una persona
matura” (The Religion of a mature person) ha detto: “Quando un uomo non
ama se stesso, non può amare un suo
simile; e quando non comprende
l’amore di Dio, non sa come amare se
stesso”.
È un amore di cui non possiamo fare
a meno, che non può essere “rimandato”, è un amore che incalza e che
rende responsabili. La domanda è:
“Come dobbiamo amare il nostro
prossimo?” Esiste un intreccio tra
Amore
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l’amore per noi stessi, quello per Dio
e quello per il nostro prossimo,
espressione di una relazione nella
quale ognuno è allo stesso tempo
soggetto e oggetto di questo amore.
L’amore di cui parla la Bibbia nasce
e si sviluppa nel rapporto con Dio e
si manifesta nei nostri rapporti con il
prossimo. Un prossimo che va ogni
volta identificato e amato nel suo
vissuto. Un amore quindi che non si
limita alle parole, ai sentimenti, alle
aspirazioni, ma che si traduce nell’azione, nell’impegno e, non di rado,
nel sacrificio. Non un amore cortese, né egocentrico, ma concreto e
che, ponendo Cristo al centro, diventa espressione del suo amore.
Nella prima lettera di Giovanni leggiamo: “ … se uno non ama il prossimo che si vede, non può amare
Dio che non si vede” (1
Giovanni 4:20).
È un’affermazione che non
vuole scoraggiarci, ma ricordarci che il Signore Gesù è la
fonte dalla quale possiamo
attingere forza e coraggio per
amare gli altri concretamente,
vedendo in loro l’amico, il fratello, il nostro simile, condividendo con loro gioie e difficoltà, speranze e delusioni, ma
soprattutto, accogliendolo e
amandolo come qualcuno che
è amato e accolto dal nostro
Padre celeste.
Virginia Longo, maggiore
Febbraio 2016
L’amore
editoriale
William Gilbert
affermava che
“l’amore è il
motore che fa
girare il mondo”.
Questo sembra
essere particolarmente vero a
febbraio di ogni
anno. Ce lo ricordano i negozi con le loro
decorazioni di San Valentino, la tv e la
radio con i loro programmi a tema e le
riviste. Come avremmo mai potuto noi
sottrarci alla tradizione? Non potevamo,
ma sicuramente abbiamo voluto farlo
andando un po’ contro corrente.
Dubitando dell’affermazione “All you
need is love” (L’amore è tutto ciò che ti
serve), quasi che in nome dell’amore si
potesse giustificare qualsiasi scelta.
Rifiutando l’idea che in nome dell’amore
tutto sia ammesso e permesso.
Riconoscendo, con Rosemary, che
l’amore ha “spinto” Dio a mettersi in
gioco intervenendo nella storia dell’umanità, pagando un alto prezzo. Un amore
che chiede anche a noi di metterci in
gioco aprendoci allo straniero o, come
per Armando, permette di trovare la forza
per fare delle scelte difficili e costose,
obbedendo alla chiamata di Dio.
In queste pagine non c’è traccia di un
amore legato alle stagioni o votato all’autorealizzazione, ma leggerete di un
amore “oneroso”. È di questo che vogliamo trattare in questo numero di febbraio
del Grido di Guerra, sperando che sia
d’ispirazione per ognuno di voi che si troverà questo foglio tra le mani.
Massimo Tursi, ten. colonnello
Amore è ...
oneroso!
L’amore sarà
pure
una
cosa meravigliosa, ma di
questi tempi
non è qualcosa a buon
mercato. Non è neanche passato Natale, che
subito siamo assaliti dal successivo grande
evento commerciale sul calendario - il giorno di
San Valentino.
Grazie a questo santo – che si pensa sia stato
un sacerdote del terzo secolo, martirizzato a
Roma - il 14 Febbraio è ormai rigorosamente
associato alla celebrazione dell’amore. Ogni
anno, milioni di persone inviano cartoline per
celebrare questo giorno speciale, ed è difficile
ignorare le numerose pubblicità che ci dicono
che la persona che amiamo merita il meglio.
Secondo Shakespeare, “quello del vero amore
Febbraio 2016
è un fiume che non scorre senza ostacoli”. A
sostegno di questo suo punto di vista le molte
storie della Bibbia presentano il tema nelle sue
varie salse: amore a prima vista, amore geloso, amore contrastato e triangoli amorosi.
Prendete per esempio la storia di Giacobbe e
Rachele (Genesi 29). Giacobbe ha dovuto lavorare sette anni per ottenere la benedizione del
suo futuro suocero, e anche quando arrivò il
momento, non mancarono ulteriori complicazioni prima che potessero finalmente sposarsi.
Neanche i re furono immuni all’amore. Il re
Davide s’innamorò di una donna incredibilmente bella quando la vide che si bagnava e la
volle per sé. Purtroppo, il fatto che Bat-Sceba
fosse già sposata con uno dei suoi soldati non
lo fermò; infatti, inviò deliberatamente il marito
dove la battaglia era più cruenta causandone
la morte.
Davide condusse poi Bat-Sceba a palazzo e la
Nadia, Corpo di Napoli
prese in moglie, ma le sue azioni non furono
approvate da Dio e il frutto del loro amore morì
(2 Samuele 11 e 12).
La Bibbia definisce gli standard per le nostre
relazioni e, spesso, in occasione di matrimoni,
si legge uno dei suoi più famosi brani, 1
Corinzi 13 - chiamato anche “il capitolo dell’amore” -. “L’amore”, dice, “non è ‘sempre io
per primo’, non dà in escandescenza, non
tiene il conto dei peccati altrui” (adattamento
del versetto 5 nella traduzione The Message).
Per molti di noi, questa definizione dell’amore
lascia spazio a miglioramenti ed è qui che
entra in gioco la più grande storia d’amore
della Bibbia: “Dio ha amato così tanto l’umanità che ha mandato suo Figlio a morire, in
modo che possiamo vivere nel suo amore nel
tempo e nell’eternità.”
Rosemary Dawson (dal Grido inglese)
“All you need is love”
Durante la guerra del Vietnam nel
1967, la BBC invitò i Beatles a partecipare al primo spettacolo mondiale trasmesso via satellite in 26 paesi, chiedendo loro di scrivere una canzone il cui
messaggio poteva essere compreso e
accettato da tutte le nazioni del mondo.
John Lennon ne fu l’autore e il 25 giugno di quello stesso anno la cantarono
dal vivo dagli studi di Abbey Road: “All
you need is love”, un grido d’amore in
tempo di guerra, diventò presto una
delle loro canzoni più note.
Quasi 2.000 anni prima di quest’evento,
un uomo che viveva in un paese occupato nel quale c’erano tanto odio e violenza, affermò: “... io vi dico: amate i vostri
nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a chi vi odia, e pregate
per quelli che vi maltrattano e vi perseguitano”. Parole che, pronunciate da
Gesù il Nazareno, in un paese occupato
nel quale la gente non aveva alcun valore né diritti, hanno tutt’altro significato
rispetto a quelle pronunciate da John
Lennon, un poeta che viveva in un
paese libero nel quale si godeva pace e
prosperità.
Nomina Armando Pagliacci
TORINO - Il 20 dicembre non è stato un
giorno qualsiasi, ma una giornata particolarmente speciale per il Corpo di
Torino e per il Comando Italia e Grecia.
Armando Pagliacci, Sergente Maggiore
della comunità salutista locale, è
entrato a far parte degli ausiliari a
pieno tempo nell’Esercito della
Salvezza, ricevendo l’incarico di
responsabile della comunità salutista
torinese dal 1 gennaio 2016.
La cerimonia di nomina a tenente
ausiliario è stata condotta dal ten.
colonnello Massimo Tursi, responsabi-
In un tempo in cui i professionisti della
religione e della politica erano troppo
occupati per curarsi del popolo, quello
dell’amore, insegnato o vissuto, era il
tema conduttore del ministero di Gesù.
Egli non smise mai di insegnare l’amore
e di mostrare amore ai negletti della
società. Fu questo suo atteggiamento
nei confronti dei “peccatori” che suscitò
l’odio dell’establishment.
La Chiesa di oggi sembra essere
diventata debole, le verità bibliche
sono cadute in secondo piano, ed
è diventato difficile vivere secondo
gli insegnamenti di Gesù perché si
ha paura di pagarne il prezzo.
Amare incondizionatamente ha un
prezzo alto e amore e dolore sono
due facce della stessa medaglia. Il
comandamento di “amare i nostri
nemici”, è difficile, se non addirittura impossibile – l’odio sembra
venire più naturale, così come
l’amore verso coloro che ci amano.
Eppure, il mondo, tutto, non ha
smesso di aver bisogno di amore e
di imparare ad amare.
Come è possibile uscire da questa
enpasse? Con l’aiuto di Dio e la sua grazia. Sono queste che permettono un
amore incondizionato come quello di
Gesù e noi siamo poveri se smettiamo di
parlare di questo amore e di mostrare
amore a coloro che ci circondano. Solo
così saremo testimoni di colui che ha
amato anche i “peccatori e gli emarginati”.
Pedro Das Neves, maggiore
le del Comando, alla presenza di salutisti, amici e familiari intervenuti per l’occasione.
Armando Pagliacci è venuto alla fede
nel 1979 attraverso la testimonianza di
un collega della Guardia di Finanza, in
un periodo di vero e proprio risveglio
spirituale, che portò alla conversione di
altri suoi colleghi poi diventati pastori e
diaconi in diverse chiese. Il Signore lo
diresse all’Esercito della Salvezza di
Torino nel 2003, dove fu particolarmente colpito dall’opera del soccorso
invernale che vi si svolgeva. Come lui
stesso afferma, “A mio avviso, questo
servizio traduceva in una reale pratica
gli insegnamenti del vangelo”.
“Insieme a mia moglie Maria Teresa iniziammo a frequentare e ringrazio tutti i
fratelli e sorelle che ci hanno accolto
fin dall’inizio e i diversi ufficiali che mi
hanno permesso di andare avanti …”
L’impegno si è poi allargato ai vari servizi offerti dal Corpo di Torino e, in questi ultimi anni, il Fratello Armando è
cresciuto nella sua convinzione di dedicarsi a pieno tempo all’opera del
Signore; aspettava che la strada si
aprisse per realizzare la sua vocazione.
Questo è avvenuto dopo la sua entrata
in pensione dalla Guardia di Finanza
con un impegno che si è intensificato
nei periodi in cui, pur essendo priva di
guida, la comunità salutista ha conosciuto una costante crescita. Il grande
passo è avvenuto quasi naturalmente
a novembre con la sua decisione confermata
dalla
leadership
del
Comando.
“Ho la consapevolezza che un grado
superiore significa un ulteriore abbassamento e sottomissione al Signore”
affermava il nuovo responsabile della
comunità.
Domenica 20 dicembre si è quindi
celebrato il nome del Signore con
canti di lode e condivisioni della sua
Potenza e tutti i presenti hanno potuto
abbracciare il loro fratello Armando
nella nuova importante mansione di
responsabile della comunità salutista
di Torino.
Un’agape fraterna ha concluso la giornata tra la gioia e la riconoscenza al
Signore, che chiama ancora oggi
donne e uomini a consacrarsi al servizio a pieno tempo nell’Esercito della
Salvezza.
Leonardo Seren Rosso, Torino
Febbraio 2016
Testimonianza
Ero straniero ed ebbi fame
“Perché ebbi fame e mi deste da mangiare;
ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi
accoglieste;” (Matteo 25:35)
Nel corso della prima parte del 2015 la crisi dei
rifugiati aveva raggiunto il suo apice. Le immagini trasmesse in tv mostravano la grandezza
del dramma e l’entità del bisogno. Noi eravamo
lì, vedevamo il bisogno ed eravamo coscienti
del nostro potenziale, ma la domanda che ci
ponevamo era: “Come entrare nella mischia?”
È stato così che abbiamo rimesso la cosa nelle
mani del Signore e abbiamo aspettato. La
risposta è arrivata quando la Prefettura di
Salerno ci ha chiesto di accogliere dei richiedenti asilo nel nostro centro Uliveto di Atena
Lucana. Dio aveva risposto al momento giusto,
a conferma del fatto che è un Suo piano. Per
questo rendiamo grazie a Dio (I Tessalonicesi
5:18)
La data del 7 NOVEMBRE 2015 resterà
impressa per sempre nella mia mente così
come i volti segnati dalla sofferenza dei primi
25 ragazzi, giovanissimi, che hanno “bussato”
alla nostra porta dopo essere fuggiti da guerre,
violenza e povertà, nella speranza di trovare un
futuro migliore.
La sistemazione nel centro, i corsi di lingua e i
laboratori di vario tipo, le visite mediche, non di
rado accompagnate da corse in ospedale, ma
anche i dialoghi nel corso dei quali venivano a
galla storie drammatiche. Tutto volgeva a creare un senso di “vita normale”.
Da allora, altri sono stati aggiunti al primo gruppo, e ora il centro Uliveto di Atena Lucana ospi-
IL GRIDO DI GUERRA
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Dir. Responsabile: ten. col. Massimo Tursi
Team editoriale: magg. V. Pavoni Longo,
ten. F. Longo, Paolo Consentino
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Febbraio 2016
Hanno detto...
Da dove siamo nati? Dall’amore.
Come saremmo perduti? Senza amore.
Cosa ci aiuta a superarci? L’amore. Si
può trovare anche l’amore? Con
amore. Cosa abbrevia il pianto?
L’amore. Cosa deve unirci sempre?
L’amore.
(Johann Wolfgang Goethe)
ta 53 persone che seguono un percorso di
riconoscimento e integrazione. È un lavoro
che richiede molte energie e tempo, ma
anche pazienza e amore.
È stata una grande gioia scoprire che diversi
tra loro erano cristiani evangelici e vederli
cominciare da subito a seguire i nostri culti,
integrandosi bene nella nostra comunità e
portando il loro contributo ogni domenica ci
ha arricchiti.
Le parole di Gesù diventano cosi attuali ai
nostri giorni, acquistando un significato tutto
nuovo per noi: “Fui straniero e mi accoglieste”. Quanti sono gli stranieri di oggi in fuga
dalle guerre, dalla violenza e povertà e in
cerca di un futuro migliore, che premono alle
porte di un occidente spaventato!
Sono convinta che quest’accoglienza sia un
servizio che dà un senso profondo all’impegno cristiano dell’amore ed è una risposta
concreta di un cuore aperto verso il prossimo.
Essa si esprime attraverso le braccia aperte
per accogliere il povero e le labbra che pronunciano parole di conforto, senza calcolo,
ma in un modo tanto naturale quanto il respirare, seguendo l’esempio di Gesù di amore
puro e vero.
È questo esempio di compassione verso chi
ha bisogno di tutto, che voglio seguire, con il
suo aiuto, cosciente delle sue parole: “In
quanto lo avete fatto a uno di questi miei
minimi fratelli, l’avete fatto a me.”(Mt 25,40 )
Teresa Macchia, maggiore
DICHIARAZIONE DI INTENTI
Il Grido di Guerra - contro il
male e l’ingiustizia - è l’organo ufficiale dell’Esercito
della Salvezza. Esso è
l’espressione del pensiero
del nostro movimento.
Pertanto, esso ha tre obiettivi principali: evangelizzazione, informazione sulle
attività e l’Opera in Italia,
informazione a livello internazionale.
Questi obiettivi saranno conseguiti mediante la pubblicazione di brevi articoli attuali
e rispondenti alla nostra cultura.
Tieni chi ami vicino a te, digli quanto
bisogno hai di loro, amali e trattali bene,
trova il tempo per dirgli “mi spiace”,
“perdonami”, “per favore”, “grazie” e
tutte le parole d’amore che conosci.
(Gabriel Garcia Marquez)
Spendi l’amore a piene mani!
L’amore è l’unico tesoro che si moltiplica per divisione, l’unico dono che
aumenta quanto più ne sottrai: regalalo, buttalo via, spargilo ai quattro venti,
vuotati le tasche, scuoti il cesto, capovolgi il bicchiere e domani ne avrai più
di prima.
(Anonimo)
Quando l’amore vi chiama, seguitelo,
anche se le sue vie sono ardue e ripide.
(K. Gibran)
La ricchezza del mio cuore è infinita
come il mare, così profondo il mio
amore: più te ne do, più ne ho, perché
entrambi sono infiniti.
(W. Shakespeare)
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