Due importanti manufatti serici conservati in

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Due importanti manufatti serici conservati in
Arte e cultura
Quei preziosi ricami dogali
per Michelangelo Cambiaso
di Agnese Avena
Due importanti manufatti serici conservati in collezione privata
genovese destano interesse e meritano particolare attenzione
per alcune peculiarità che li connotano.
Si tratta di due teli rettangolari, di dimensioni contenute,
realizzati in gros de Tours di seta beige laminato, ricamato in sete policrome e filati metallici, impreziosito con paillettes e piccole applicazioni in vetro. Un nastro in seta verde, a sua volta decorato ad ago, profilava un tempo entrambi i tessuti lungo i bordi, su tre lati.
La bellezza d’insieme che si evince osservando l’armonica
composizione decorativa e la preziosa lavorazione a ricamo,
realizzata con perizia tecnica da un ignoto ricamatore, rende particolarmente apprezzabili questi raffinati lavori, la cui
funzione d’uso, tuttavia, non è a tutt’oggi documentata.
La disposizione del nastro che profila su tre lati ciascun telo, lasciando libero il lato lungo, rispettivamente a sinistra
e a destra, è un dato non secondario, che permette di identificare i pezzi in esame con il fronte ed il retro di una coperta di libro. Il ricamo, inoltre, sembra riprodurre, con filati serici, il frontespizio di una probabile importante opera a stampa, relativa ad un’incoronazione dogale.
Sul primo tessuto esaminato grandeggia lo stemma della Repubblica di Genova, acquerellato e profilato da decori in filati metallici con applicazioni in vetro e spiraline. Lo stemma è sorretto da due grifoni e sormontato da un’imponente
corona regale con i consueti cinque fioroni, mentre una cortina rossa, drappeggiata, incornicia l’ampio manto di ermellino che funge da fondale a questa scenografica, composta
raffigurazione. A tali inequivocabili simboli dogali, si accompagna un trofeo d’armi disposto ordinatamente in basso.
Una panca con decori ad intaglio funge da base d’appogA fronte
Anton von Maron (Vienna 1733 - Roma 1808).
Ritratto di Michelangelo Cambiaso Doge (1791-1793).
La tela è firmata e datata “Antonio De Maron dipinse
/ in Genova 1792”.
Genova, Musei di Strada Nuova, Palazzo Tursi.
gio per una composizione ricca ed equilibrata di stampo
neoclassico: un cimiero piumato, uno scudo, un tamburo,
l’elsa di una spada e quella di un pugnale, un fascio littorio e una lancia spezzata, sono proposti tra i vessilli della
Repubblica di Genova, rispettivamente con la croce rossa
in campo bianco e con il motto “Libertas”, tra palmette e
rami d’alloro.
Più interessante risulta il secondo manufatto serico, corrispondente al fronte della copertina. Nonostante la struttura compositiva e la tecnica esecutiva siano speculari a quelle sopra descritte, è qui proposta un’importante variante:
lo stemma della Repubblica sorretto dai due grifoni è sostituito dall’arma araldica di una famiglia aristocratica genovese, tra rami di palma e serti di alloro. I due cani rampanti e la scala in essa evidenziati permettono di ricondurre la committenza dell’opera alla famiglia Cambiaso, il cui
blasone – nel ricamo parzialmente modificato - è araldicamente così descritto: «d’azzurro alla Scala d’argento sostenuta in palo da due cani levrieri controrampanti del medesimo; il tutto movente dalla campagna di verde» (Guelfi Camaiani L., Guelfi Camaiani S., 2001, p. 264).
I Cambiaso - antica famiglia ghibellina, documentata in Val
Polcevera fin dal secolo XIV – avevano raggiunto, grazie alla produzione ed al commercio della seta, un considerevole potere economico nella seconda metà del Seicento,
conseguendo notevole prestigio nel secolo successivo con
l’ascrizione al Libro d’oro della nobiltà genovese, avvenuta
nel 1731 e le elezioni dogali di Giovanni Battista nel 1771
e di Michelangelo nel 1791. È su quest’ultimo patrizio genovese che occorre soffermare l’attenzione.
I ricami esaminati sono databili, per analisi stilistica, alla fine del secolo XVIII. È plausibile, pertanto, che la preziosa
coperta di libro sia stata confezionata per rivestire un’ope-
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ra a stampa redatta per l’incoronazione dogale di Michelangelo Cambiaso. Ricchezza, pomposità e sfarzo avevano, infatti, contraddistinto tale ricorrenza, nonostante il conferimento della carica tanto ambita gli fosse stato riconosciuto in piena Rivoluzione francese, in un periodo difficile per la Repubblica di Genova, ormai volta al declino.
Michelangelo Cambiaso (Genova, 1738-1813), terzogenito di
Francesco Gaetano, aveva studiato a Roma e, avviato alla carriera ecclesiastica, aveva conseguito gli ordini minori. Abbracciate le idee gianseniste e tornato a Genova nel 1770, aveva
sposato la cugina Geronima Pellegrina “Lilla”, figlia del doge
Giovanni Battista e si era dedicato alla vita politica. Doge dal
1791 al 1793, concluso il mandato, aveva svolto nuovi incarichi importanti. Ambasciatore membro della delegazione inviata a Napoleone Bonaparte nel 1797, aveva dovuto accettare la Costituzione della Repubblica Ligure e la successiva
annessione alla Francia. Nominato “Maire”, era stato il primo Sindaco di Genova e, in tale veste, aveva simbolicamente consegnato le chiavi della città a Napoleone nel 1805.
Uomo ricco, intelligente, colto, Michelangelo aveva voluto,
per la sua incoronazione dogale, cerimonie solenni. Per l’occasione, il neo doge aveva commissionato al pittore austriaco Anton von Maron (Vienna 1733-Roma 1808), nel 1792
a Genova, il ritratto ufficiale oggi esposto a Palazzo Tursi,
nel polo museale di Strada Nuova. L’opera, di elevata qualità pittorica, evidenzia il portamento elegante ed il lussuoso abbigliamento regale in seta cremisi con manto dorato,
ermellino, scettro e corona, simboli del potere acquisito. L’incoronazione si era svolta, come di consueto, in due giorni
consecutivi: a Palazzo Ducale il 6 febbraio 1792 in presenza dei “Serenissimi Collegi, della Nobiltà d’ambo i sessi, e
di altri qualificati personaggi” (“Avvisi”, 11 febbraio 1792,
n.6) e nella cattedrale di San Lorenzo il giorno seguente,
per la cerimonia pubblica, con funzione religiosa presieduta dall’Arcivescovo Giovanni Lercari.
Le cospicue disponibilità economiche del doge erano state evidenziate anche dal sontuoso banchetto ufficiale approntato nel Salone del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale, con uno sfarzoso allestimento di apparati effimeri e
di “Trionfi” scenografici, dessert allegorici, donati al neo eletto. I gruppi scultorei in biscuit erano ispirati, nei loro soggetti, a temi tratti dalla mitologia ed in genere dall’antichità, assecondando così il gusto degli ambienti culturali dell’epoca, dell’Arcadia e dell’Accademia Ligustica. Opere di
grande impegno, i dessert erano stati affidati ad artisti famosi, come il savonese Giacomo Boselli che per la realizzazione del suo biscuit – incentrato sul gruppo principale
La lupa capitolina che allatta Romolo e Remo – si era avvalso della collaborazione di Andrea Casaregi.
Da tutto ciò traspare la particolare attenzione rivolta da Michelangelo ad ogni aspetto del cerimoniale e degli intrattenimenti ufficiali organizzati in suo onore, mostrando così la sua dedizione nei confronti della Repubblica. Nulla era
stato trascurato. Perfino la cerimonia religiosa in San Lo-
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renzo aveva suscitato entusiastici consensi grazie alla musica scritta da Giovanni Lorenzo Mariani per l’occasione. Il
musicista lucchese, Maestro di cappella nel Duomo di Savona, su richiesta di Cambiaso aveva composto una Messa a due cori reali e strombati obbligati a più strumenti per
organo con flauti, oboi, clarinetti, corni, trombe, fagotto, violini, viole, violoncelli e contrabbassi.
È credibile che quest’opera - in parte barocca ed in parte già
romantica - tanto impegnativa per il suo autore e così apprezzata dal committente, sia stata consegnata al doge rivestita
del raffinato manufatto ricamato oggetto del presente studio.
La preziosa copertina sembra infatti più consona ad un’opera religiosa che non ad un’Orazione poetica panegirica
scritta per l’occasione. Messali e Libri di preghiere con lo
stemma della Repubblica ed un’arma nobiliare ricamati sul
fronte e sul retro non sono, d’altronde, inconsueti a Genova nel Settecento.
Una parziale conferma a tale ipotesi sembra giungere, infine, dalla quasi perfetta coincidenza riscontrata tra le misure della coperta di libro e quelle dello spartito musicale
menzionato, manoscritto, una copia del quale è conservata alla Biblioteca Universitaria di Genova.
Bibliografia
MARIANI G. L., Messa a due cori reali e strombati obbligati. Per l’incoronazione del Serenissimo Michel’Angiolo Cambiaso, Genova 1792, ms., B.U.G.
CAVANNA CIAPPINA M., CAMBIASO, Michelangelo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1974, pp. 128-131.
Feste e musica per l’incoronazione del doge di Genova. In margine alla
prima esecuzione moderna della “Messa” di Giovanni Lorenzo Mariani,
a cura di CARTAREGIA O., FARINELLA C., GRIGOLETTI G., Genova 1998.
El Siglo de Los Genoveses. E una lunga storia di Arte e Splendori nel Palazzo dei Dogi, a cura di BOCCARDO P., DI FABIO C., Milano 1999.
GUELFI CAMAIANI L., GUELFI CAMAIANI S., Albo d’Oro delle Famiglie
nobili e notabili europee, Archivio Storico Araldico Nobiliare, Albo d’Oro
dei Contemporanei, XIV, Firenze 2001, p. 264.
Tavole di re, dogi e borghesi, a cura di CAMEIRANA A., BARBERO B.,
CHILOSI C., Milano 2008.
CAMBIASO C., I Cambiaso. Riflessioni sulle origini della famiglia, in Luca Cambiaso. Ricerche e restauri, Atti del Convegno (Moneglia 11-12 maggio 2007), Genova 2009, pp. 61–90.
Ringraziamenti
Giulio Sommariva, conservatore del Museo dell’Accademia Ligustica di
Belle Arti, Genova e Calogero Farinella, Biblioteca Universitaria, Genova.
Scheda tecnica
Tessuto: gros de Tours di seta beige laminata argento con parziale imbottitura in bambagia o fili di cotone pressati, ricamato in sete policrome x capi direzione S (bianco, beige, rosso,
rosa, azzurro, celeste pallido, giallo oro, grigio perla, marrone scuro, marrone chiaro, verde chiaro, verde scuro, nero),
oro filato su anima di seta gialla, argento filato su anima di
seta bianca, oro lamellare (argento in lamina dorato); gros de
Tours di seta verde, ricamato;spiralina in argento dorato, paillettes in argento dorato; placchette in argento; applicazioni in
vetro; cordonetto in oro filato 3 capi torsione Z, Ricami in sete policrome a punto raso, punto erba, punto pieno.
Ricami in filati metallici a punto posato con piccoli punti di
fermatura in diagonale in seta filata gialla; punto stuoia.
Iscrizione a rilievo, lettere capitali, latino: “LIBERTAS”. Ricamo per applicazione realizzato con spiralina in argento dorato fermata con piccoli punti invisibili.
Ogni telo misura cm. 33,5 x 23,5
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Sopra
Arma Cambiaso, fronte (part.).
Stemma della Repubblica di Genova, retro (part.).
A fronte
Coperta di libro ricamata, fine sec. XVIII, fronte (in alto) e retro (in basso).
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