RELAZIONE NUOVO FOLDER COLORDIET

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RELAZIONE NUOVO FOLDER COLORDIET
RELAZIONE NUOVO FOLDER COLORDIET
Spiegazione per l’intervista con il medico
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COLORDIET è un integratore alimentare coadiuvante nelle diete ipocaloriche per la riduzione del
peso corporeo e per il miglioramento dei parametri della sindrome metabolica grazie all’azione
dei suoi 3 componenti:
le proteine di siero di latte che regolano l’appetito e facilitano il mantenimento della
massa magra
il glucomannanno ad effetto principalmente saziante e
la faseolamina che riduce l’assorbimento dei carboidrati
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grazie alla sinergia di queste 3 sostanze COLORDIET risulta essere efficace per:
controllare l’appetito
ridurre l’assorbimento dei carboidrati assunti con la dieta
ridurre il peso corporeo
controllare le dislipidemie e la glicemia
preservare la massa magra e ridurre le citochine pro-infiammatorie* facilmente
riscontrabili nei soggetti obesi e/o “affetti” da sindrome metabolica
*che cosa sono le citochine pro-infiammatorie? sono un gruppo di peptidi mediatori
dell’infiammazione prodotte da Fagociti Mononucleati per potenziare o inibire le reazioni
infiammatorie oppure da linfociti T in risposta ad un riconoscimento antigenico specifico, per
stimolare e sfruttare al massimo le risposte infiammatorie.
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Le proteine di siero di latte hanno numerose proprietà che ne consentono un utilizzo non solo
per finalità nutrizionali.
Studi recenti hanno infatti dimostrato che le proteine inducono una soppressione a breve
termine dell’intake alimentare molto maggiore rispetto ai carboidrati e ai lipidi attraverso i
meccanismi di controllo della fame e della sazietà.
È inoltre dimostrato che una dieta ad alto contenuto proteico è più saziante di una a ridotto
contenuto proteico.
Come si può vedere dai grafici riportati tratti da 2 studi (Hall 2003 e Bowen 2006), le
sieroproteine di latte riducono l’intake alimentare mediante regolazione degli ormoni della
sazietà.
Nel primo studio si nota come mettendo a confronto l’assunzione di siero proteine di latte e la
caseina, le siero proteine di latte inducano una maggiore riduzione dell’appetito con un picco
intorno ai 90 minuti dopo l’assunzione evidenziando parallelamente un aumento della sazietà
con un picco massimo dopo 2 ore.
La riduzione dell’appetito e l’aumento di sazietà dipendono dall’aumento della secrezione di 3
ormoni:
1. La CCK (colecistochinina) che viene rilasciata nel torrente ematico dalle cellule I del
duodeno e ileo dopo assunzione di alimenti. Esso viene definito l’ormone della sazietà in
quanto ha un importante effetto inibitorio sull’appetito. Le proteine e i grassi alimentari
rappresentano nell’uomo i più importanti fattori stimolanti la secrezione di questo
ormone e la digestione proteica è necessaria per ottenere il rilascio di CCK. Le proteine
del siero del latte determinano un picco di concentrazione del CCK nel plasma che inizia
15-20 minuti dopo l’assunzione delle stesse proteine. Dopo questo picco si osserva un
lieve calo e poi un altro innalzamento della concentrazione a 90 minuti che aumenta fino
a 3 ore dall’ingestione.
2. Il GLP-1 (Glucagon-like peptide 1) è un peptide sintetizzato e secreto dalle cellule
endocrine (cellule L) di ileo, colon e retto. La secrezione di GLP-1 viene stimolata sia dai
grassi che dai carboidrati ma l’introduzione di latte ne stimola il rilascio
indipendentemente dalla presenza degli altri due nutrienti. L’introduzione di proteine
del siero di latte generano una risposta umorale molto intensa con un picco dopo 2 ore la
loro assunzione. L’ipotesi del ruolo indiretto che GLP-1 avrebbe sulla sazietà indotta
dalle proteine del latte è avvalorata da studi sui ratti che dimostrano che l’Exendin-4
(Ex-4) (un agonista del recettore di GLP-1) interagisce con le proteine del latte
nell’inibire lo stimolo ad assumere cibo. Tale effetto è stato osservato sia quando le
proteine sono somministrate intere che parzialmente idrolizzate, che sotto forma di
aminoacidi liberi.
3. Il GIP - polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente (Glucose-dependent insulinotropic
polypeptide) – è prodotto e secreto da cellule ad attività endocrina del duodeno e
dell’ileo prossimale. Si comporta come un inibitore dell’assunzione di cibo potenziando la
sensazione di sazietà: ciò avviene verosimilmente attraverso un’azione di rallentamento
dello svuotamento gastrico. Nell’uomo è dimostrato che le proteine del siero di latte
determinano un incremento nella risposta del GIP in senso secretorio con un picco
massimo dopo 3 ore la loro assunzione
L’ultimo grafico (che si riferisce al secondo studio ossia quello di Bowen) è stato invece
riportato per dimostrare che la riduzione dell’appetito ad opera delle siero proteine di latte è
dovuta anche alla riduzione dell’ormone GRELINA. La grelina è l’unico ormone oressizzante
finora conosciuto. Viene rilasciato nel circolo ematico dalle cellule dello stomaco, raggiunge un
picco di concentrazione nel sangue prima del pranzo ed è soppresso dall’assunzione di cibo.
Nell’uomo, le proteine di siero di latte e il caseinato di calcio sopprimono le concentrazioni di
grelina in modo simile al lattosio, ma in misura maggiore rispetto al glucosio dopo 3 ore; questo
effetto si riflette in una riduzione maggiore del successivo apporto di cibo.
PERCHE’ ABBIAMO MESSO UNO STUDIO CHE CONFRONTA LE SIERO PROTEINE DI LATTE CON LA
CASEINA E NON CON ALTRE PROTEINE?
Le proteine di latte sono quelle che vengono utilizzate negli integratori. Molto spesso gli
integratori non specificano la tipologia di proteina e generalmente sono proteine della caseina.
Ricordiamo al medico che quelle contenute in colordiet sono SIERO PROTEINE DI LATTE ossia
quelle a maggior valore biologico e che come sopra dimostrato riducono l’appetito, aumentano
la sazietà oltre ad avere tutte le proprietà qui sotto riportate)
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Tra le numerose proprietà delle siero proteine di latte ne ricordiamo altre 4:
1. le proteine di siero di latte sono proteine ad alto valore biologico in quanto contengono
tutti gli aminoacidi essenziali e in particolare rappresentano una preziosa fonte
dell’aminoacido LEUCINA. La leucina agisce su una chinasi mTOR*dipendente e promuove
la sintesi proteica e quindi la formazione del tessuto muscolare. La leucina inoltre
attraversa la barriera emato-encefalica e regola l’introito di cibo. Tale effetto è mediato
da neuroni specializzati al riconoscimento metabolico attraverso un meccanismo mTORdipendente che fa sì che un incremento nella concentrazione degli aminoacidi e in
particolare di leucina a livello cerebrale porta all’inibizione dell’appetito.
*mTOR è una proteina chinasi a serina e treonina che regola la crescita, la proliferazione, la
motilità e la sopravvivenza delle cellule, la sintesi proteica e la trascrizione. mTOR ha un ruolo
di rilevanza nella regolazione del bilancio energetico del corpo e del suo peso. È attivata dagli
amminoacidi, dal glucosio e dall'insulina e altri ormoni che regolano il metabolismo. mTOR funge
da sensore ipotalamico per la leucina in particolare, ma anche per altri aminoacidi. Quando
viene assunta della leucina la chinasi mTOR-dipendente entra in azione e diminuisce la
sensazione di appetito.
Ricordiamo che quando si fa la dieta, oltre ad apportare meno alimenti il medico fa
associare al paziente anche l’attività fisica. È quindi importante che durante l’attività
fisica il corpo abbia a disposizione proteine/aminoacidi per la massa muscolare.
2. Le proteine di siero di latte incrementano la termogenesi postprandiale diminuendo
l’efficienza energetica in relazione ai cicli futili.
Il dispendio energetico di un individuo dipende dal metabolismo di base che rappresenta la
componente principale ed è definito come la quantità di energia utilizzata da un individuo a
riposo, in uno stato termico naturale, a digiuno da 12-14 ore, in condizioni di totale rilassamento
psicologico e fisico. In queste condizioni il metabolismo di base rappresenta l’energia utilizzata
dall’organismo per compiere i lavori interni necessari al mantenimento dei tessuti (cicli
biochimici, turnover proteico etc.). In un individuo adulto sano e sedentario il metabolismo di
base incide circa il 60-75 % della spesa energetica totale. La seconda componente che riguarda
l’aumento del dispendio energetico è quella che si ha in risposta all’assunzione degli alimenti (è
di circa il 7-13%) che viene definita termogenesi indotta dalla dieta. Essa varia in funzione della
qualità e dal tipo di alimenti ingeriti: lo stimolo termogenico attribuibile ai carboidrati
corrisponde al 5-10% dell’energia ingerita mentre le proteine hanno la più alta termogenesi ossia
10-35% dell’energia ingerita legata ai processi metabolici (rimozione dell’azoto, sintesi dell’urea
etc); i grassi sono quelli a più bassa termogenesi. La terza componente che riguarda l’aumento
del dispendio energetico è l’attività fisica.
Il grafico quindi spiega come le siero proteine di latte rispetto alle altre proteine (caseina e soia)
e agli zuccheri (CHO) siano le sostanze che inducono una maggiore termogenesi.
Assumendo siero proteine di latte, aumento la termogenesi post prandiale. Aumentando la
termogenesi riduco l’efficienza energetica che deriva dalla digestione del cibo introdotto (ossia
non assimilo e trasformo tutto il cibo che ho introdotto) e aumento invece quei processi
metabolici che sono in gradi dissipare energia sotto forma di calore senza produrre nulla (i cosi
detti cicli futili). Quindi invece di tenermi dell’energia derivante dall’assunzione del cibo la
dissipo sotto forma di calore; di conseguenza favorisco i cicli futili cioè quelli che non producono
un composto organico nel mio corpo ma che producono un’energia che viene dispersa sotto
forma di calore. Pertanto favorisco (anche se magari in minima parte) la perdita di peso perché
“produco di meno” e “brucio di più”.
Un esempio di ciclo futile è il seguente: se il metabolismo si blocca in mancanza di cibo, esso riparte proprio in
presenza dello stesso. La regolarità nei pasti e la suddivisione nell’arco della giornata in 5 periodi diversi (colazione,
pranzo e cena più due spuntini) fanno sì che il metabolismo sia sempre stimolato. Il corpo infatti, si abitua alla
regolarità della somministrazione del cibo e ritenendo di non essere in un regime di restrizione e privazione,
effettuerà un ciclo futile (cioè brucerà circa 200 calorie “gratis” per niente). Perché? Proprio perché sa che c’è cibo e
ne arriverà ancora, sempre alla stessa ora, sempre nelle stesse quantità. Se invece il nostro corpo “si accorge” che
non riceverà un pasto, il metabolismo non farà un ciclo futile, e inoltre rallenterà per paura che siano in arrivo altri
momenti di restrizione. Tra le calorie non bruciate del ciclo futile e quelle risparmiate a causa del rallentamento del
metabolismo, il nostro pasto da 600 calorie ci lascia solo frustrati e affamati, ma non cambia il nostro peso. Ecco
perché saltare un pasto “non paga”.
3. Le proteine di siero di latte hanno un effetto antiossidante pertanto controllano lo stress
ossidativo in caso di sindrome metabolica, correlato alla formazione del glutatione. Come
sappiamo il glutatione è il più potente antiossidante del nostro organismo.
è stato dimostrato che la supplementazione alla dieta con siero proteine di latte può
rappresentare una terapia aggiuntiva nelle patologie correlate allo stress ossidativo: è stato
ipotizzato che le s.p.l. facilitano la sintesi del glutatione (GSH) in relazione e all’abbondanza
dell’aminoacido cisteina o all’abbondanza dei gruppi glutamil-cisteina meno rappresentati in
altri alimenti proteici. Quindi le spl possono essere considerate come uno modulatore
fisiologico nelle patologie con stress ossidativo; le spl inoltre hanno dimostrato di aumentare
le proprietà immunologiche dovuto all’aumento della sintesi del glutatione nei linfociti.
4. Le proteine di siero di latte hanno un basso carico di fosforo rispetto ad altre fonti
proteiche e sono più indicate nel paziente nefropatico.
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Il glucomannano è il secondo componente di colordiet che agisce positivamente sulla sindrome
metabolica. Come? attraverso 2 meccanismi d’azione:
1. L’azione metabolica, grazie alla riduzione dell'assorbimento intestinale dei grassi, in
particolare del colesterolo (sia perché li lega a sé consentendo poi l’eliminazione con
le feci, sia perché ostacola il legame dei grassi coi recettori delle cellule intestinali
necessari per il loro assorbimento) e alla riduzione dell'assorbimento intestinale degli
zuccheri riducendo di conseguenza il picco insulinico post-prandiale
2. L’azione meccanica che consente il prolungamento del tempo di svuotamento gastrico
con conseguente aumento della sazietà (e di conseguenza la riduzione del peso
corporeo per una minore introduzione di cibo).
Lo studio di metanalisi riportato, evidenzia l’efficacia di questa fibra nel ridurre il colesterolo
totale, LDL, i trigliceridi, la glicemia e il peso corporeo, tutti fattori legati alla sindrome
metabolica.
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La faseolamina rappresenta il terzo componente di colordiet (ricordiamo che la faseolamina è
presente nell’estratto di fagiolo bianco).
La faseolamina è in grado di controllare l’indice glicemico in quanto essendo un inibitore
dell’enzima alfa-amilasi, riduce la digestione dei carboidrati da complessi a semplici, riducendo
di conseguenza il loro assorbimento.
Inoltre riducendo l’assorbimento dei carboidrati, provoca un minor picco glicemico postprandiale riducendo la risposta insulinica al carico glucidico e attraverso ciò contribuisce a
diminuire l’accumulo dei grassi*.
* Infatti elevati livelli di insulina stimolati dall’ingestione di carboidrati (in particolare quelli ad
alto indice glicemico) portano come conseguenza all’inibizione della mobilizzazione dei lipidi nel
tessuto adiposo e, in presenza di grassi nel pasto, ad una loro deposizione veloce ed efficiente.
Lo studio sottostante, per il quale riportiamo i grafici, dimostra come l’assunzione di “starch
blockers” sostanze che favoriscono la perdita di peso ostacolando l’assorbimento di
determinati alimenti a cui appartiene il fagiolo bianco, sia molto utile nel paziente
ipotollerante ai carboidrati e con alterata glicemia a digiuno in quanto la loro assunzione in
corrispondenza dell’assunzione di carboidrati ne provoca una la riduzione del loro assorbimento
e di conseguenza una riduzione della glicemia.
Infatti nel primo grafico si vede come la quantità di idrogeno misurata nell’aria di espirazione
del paziente che ha assunto starch blockers è più alta rispetto a quella rilevata dopo
l’assunzione di placebo o lattosio: ciò sta ad indicare il malassorbimento dei carboidrati ingeriti.
Il secondo grafico indica poi la minore quantità di glucosio rilevata nel plasma dopo assunzione
di starch blockers rispetto al placebo e il terzo grafico evidenzia come la curva insulinica sia
più uniforme nel tempo con una minore azione anabolizzante sulla sintesi di tessuto adiposo.
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Riassumiamo in queste due pagine i più importanti meccanismi di azione di colordiet:
1. l’effetto saziante e la riduzione dell’appetito determinati dall’assunzione sia delle
siero proteine di latte che agiscono mediante un meccanismo enteroormonale e
grazie in parte anche al glucomannano grazie alla sua azione meccanica
2. il risparmio proteico importantissimo durante i regimi dietetici ristretti per evitare
che venga appunto intaccata la massa magra grazie all’apporto di leucina che, come
si vede nel grafico, è molto più elevato rispetto ad un’altra fonte proteica ossia la
caseina
3. La riduzione dell’accumulo di grasso viscerale (dimostrato nel ratto wistar) grazie al
controllo glicemico e quindi dell’insulina
4. La riduzione degli zuccheri e dei grassi nel sangue grazie alla faseolamina e al
glucomannano e l’aumento del glutatione grazie all’assunzione delle siero proteine di
latte.
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Tutto ciò fa di colordiet un prodotto indicato per la riduzione e il controllo della riduzione del
peso e dell’obesità con una elevata sicurezza di utilizzo soprattutto nel paziente complicato
ossia il paziente che potrebbe avere anche altre patologie importanti da considerare quando si
prescrivono diete e farmaci, ipertensione, dislipidemie, nefropatie etc..
NOTA: LA BIBLIOGRAFIA PRESENTE SUL FOLDER E’ DISPONIBILE PER VOI E PER IL MEDICO SU
RICHIESTA.