Ancora in merito agli articoli sul tema dell`omosessualità

Transcript

Ancora in merito agli articoli sul tema dell`omosessualità
Pagina 101
Ancora in merito agli articoli sul tema
dell’omosessualità
Franco Verga *
In merito ai due interventi apparsi nel numero di novembre di “Psicologi a
Confronto” nella rubrica “Polemiche”, vorrei segnalare la rilevanza, trascurata
dai due articoli e dai relativi estensori, in merito all’omosessualità, della categoria della egosintonicità/egodistonicità, poiché – a parte le difficoltà della cura
dell’omosessualità nel paziente omosessuale egodistonico – è la condizione sine
qua non per un intervento psicoterapeutico.
Nella risposta del dottor Mario Zannini vorrei evidenziare alcuni punti:
La psicoterapeuta/lo psicoterapeuta che reprimesse il “bisogno di spiritualità” (che insomma aggredisse il credo religioso) di un paziente o di una paziente, non sarebbe una buona psicoterapeuta o un buon psicoterapeuta.
Il contrario del relativismo culturale ed etico è l’assolutismo culturale ed
etico.
Le “scuole filosofiche ed etiche” è un sintagma quantomeno bizzarro, poiché in filosofia ciò che non è Etica è Gnoseologia, e le teorie del conoscere (platonismo, sensismo, idealismo, materialismo, tomismo, positivismo) sono abbastanza estranee al lavoro psicoterapeutico. Magari meno le teorie etiche, ma bisogna vedere di quale etica, poiché ci sono sì valori universali (quanto al dover
essere, non all’essere), ma non tutti lo sono: lo sono per esempio il rispetto, la
parità dei diritti, la solidarietà, la comunicazione, l’affettività, un certo equilibrio tra egoismo e altruismo, e anche l’autostima, la cura di sé.
La parola “contaminazione” – usata dai critici d’arte e dai letterati – conserva un connotato valutativo negativo tale per cui non si dovrebbe mai parlare di
“famiglia contaminata da valori filosofici ed etici”. Chiamiamo “sofferente” o
magari “patologica” (ma non “contaminata”) la famiglia i cui valori etici ed
emotivi (e i cui modelli ideologici e ideali) fossero valori inclini alla creazione:
del capro espiatorio; di un clima di lotta di tutti contro tutti; di disuguaglianza;
* Psicologo psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico, laureato in Medicina, Psicologia e
Filosofia. Lavora nella pratica privata a Milano.
POLEMICHE
9:58
anno 4 - n. 1 - aprile 2010
12-04-2010
Psicologi a confronto
10 Verga [101-102]
10 Verga [101-102]
102
12-04-2010
9:58
Pagina 102
Franco Verga
Psicologi a confronto
anno 4 - n. 1 - aprile 2010
di oppressione dei bisogni dei singoli componenti; di rivalità tra genitori; di
strumentalizzazione reciproca eccetera.
A Nietzsche, antiborghese e anticonformista, non può proprio, per favore,
essere ascritta una qualsivoglia responsabilità, anche indiretta, filosofica e culturale nella genesi del Fascismo e del Nazismo. Per limitare i danni della traduzione italiana di “superuomo” i traduttori più accorti infatti hanno adottato
un termine diverso: “oltreuomo”.
Storicamente invece le Chiese, sia la cattolica che la luterana, appoggiarono
in funzione anticomunista il Fascismo e il Nazismo, facendo esplicite dichiarazioni e concreti concordati. Questo dice la storia del XX secolo.
Che la fede cerchi di conoscere i fenomeni sovrannaturali è vero; che ci riesca è un altro discorso. Credo che ci siano buoni motivi per ritenere che – ma
la discussione è aperta e si potrebbe utilmente riaprire – un adulto non educato a una religione sin dall’infanzia non aderirebbe alla confessione socialmente
maggioritaria, alla confessione nella quale fossero stati cresciuti i suoi genitori.
Diventerebbe agnostico? Sarebbe emotivamente staccato dal problema insolubile della “vita ultraterrena”, della “creazione”, della “cosmogonia”? Sarebbe
cristiano, islamico, ebreo ortodosso?
Per concludere, vorrei far osservare che correttezza scientifica vuole che le
citazioni (da Bertrand Russell o da chicchessia) vadano fatte citando in nota anche la pagina!