L`India è lontana e vicina. È un subcontinente di cultura e tradizioni
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L`India è lontana e vicina. È un subcontinente di cultura e tradizioni
L’India è lontana e vicina. È un subcontinente di cultura e tradizioni millenarie, ma, per tanti usi e costumi, nota agli occidentali. Moltissimi in Europa e negli Stati Uniti portano con sé qualcosa di indiano, perché praticano lo yoga o sono devoti al vegetarianesimo di Ghandhi. L’India conquista i viaggiatori, crea un corto circuito in cui perdersi e sentirsi liberati. Oppure scappare, risalire sull’aereo e fuggire il caos della città più popolata del pianeta, Mumbai, l’odore di curry e oceani di povertà tra isole di ricchezza e un indice di crescita del 10 per cento l’anno. Ma ci sono anche gli scrittori indiani, molti naturalizzati inglesi, autori di romanzi ed epopee, scrittori che affollano gli scaffali dei best sellers delle nostre librerie. L’India è anche il primo consumatore del mondo di champagne francese. Il Paese che ha un primato nella produzione di software e nella medicina, luogo di spiritualità, ma anche mercato mondiale che avanza e “altrove” troppo spesso relegato nei pregiudizi di esotismo. Tutto questo è l’India di oggi, che abbiamo scelto di raccontare attraverso l’arte contemporanea. Il punto di partenza della curatrice Daniela Palazzoli sono state proprio le contraddizioni di un Paese che in cinquant’anni esatti di indipendenza ha conosciuto una trasformazione quasi radicale. La mostra ripercorre questa accelerazione storica, proponendo fasi e percorsi attraverso le opere degli artisti. Ognuno di loro è un filtro di quello che l’India è stata e di quello che diventerà. Abbiamo opere “storiche” degli anni ’50, in particolare nove provenienti dalla prestigiosa Collezione Permanente della National Gallery of Modern Art di Dehli, e sono prestiti eccezionali, e alcune opere contemporanee realizzate da giovani artisti già conosciuti nel panorama internazionale. È proprio grazie alla varietà di fonti a cui attinge che la mostra è capace di dare spazio sia alla presenza di artisti affermati, come Atul Dodyia, Jitish e Reena Kallat, Bose Krishnamachari, Shilpa Gupta, Vivan Sundaram, sia all’intensa attività degli emergenti, con un numero consistente e sorprendente di artiste donne. La scelta di India Arte oggi risiede nella convinzione che sia necessario allargare i confini di conoscenza dell’arte in generale, superando le distinzioni tra quanto si crea in Europa, o comunque in Occidente, e quanto invece proviene dai Paese emergenti. È uno sforzo concettuale, oltre che estetico, un impegno di immedesimazione per il pubblico, complesso e anche stimolante. Si tratta di un lavoro culturale cominciato due anni or sono con la mostra Cina. Prospettive di arte contemporanea e che proseguiamo con questa rassegna. India Arte oggi, l’arte contemporanea indiana fra continuità e trasformazione vuole avvicinare il pubblico a una sensibilità artistica lontana, ma radicata nella nostra epoca e nel contempo smentire i luoghi comuni, portando a Milano le testimonianze dirette dell’arte indiana e della cultura indiana, nelle opere e nei linguaggi degli artisti rappresentati. Non è forse casuale che Spazio Oberdan si trovi nel quartiere più “etnico” di Milano, dove ci sono alcuni dei ristoranti indiani migliori della città, negozi di alimentari e di bigiotteria, botteghe in cui acquistare vestiti e oggettistica del subcontinente. Vorremmo che la mostra si inserisse in questo contesto, di scoperta e di accoglienza dell’India a Milano, di incontro e confronto, anche perché ormai la comunità indo-pakistana è molto numerosa sul nostro territorio. Con India Arte Oggi ci auguriamo quindi di dare il nostro contributo a porre le basi per una democratica convivenza e un proficuo scambio multiculturale, obiettivo doveroso e possibile proprio attraverso l’arte e la cultura. L’arte è un linguaggio universale, a volte sgradevole, scomoda o provocatoria. Mai scontata. Una spia di quel che succede nelle retrovie, destinato ad esplodere in cambiamenti e svolte epocali. Crediamo che l’India rappresenti questo, tra le Nazioni emergenti, grazie al progresso tecnologico e alla capacità dei suoi artisti di creare immagini e suggestioni. Del resto, un detto indiano recita: quel che accade oggi a Mumbay accadrà altrove tra un anno. Daniela Benelli