La pubblicazione della notizia del ritrovamento di un piccolo quadro
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La pubblicazione della notizia del ritrovamento di un piccolo quadro
La pubblicazione della notizia del ritrovamento di un piccolo quadro che il titolare di una galleria d'arte moderna sostiene essere un autoritratto giovanile di Diego Velazquez ha destato sorpresa e curiosità. Sull'argomento abbiamo voluto sentire il parere dello studioso Pier Paolo Mendogni, autore di varie pubblicazioni e che per la <Gazzetta> segue le mostre d'arte antica, avendo recensita anche quella di Velazquez tenutasi a Roma due anni or sono. Casa pensi di questa scoperta? <Di fronte ad ogni nuova proposta attributiva occorre muoversi con molta prudenza e soprattutto iniziare ad analizzare i dati scientifici e storici portati a sostegno della tesi per poi prendere in considerazione quelli qualitativi>. I dati scientifici sembrano favorevoli <Le analisi della Fondazione Gnudi, secondo quanto ha dichiarato il gallerista, dicono solamente che il quadro è stato dipinto con una tecnica utilizzata in Italia e in Spagna all'inizio del Seicento. Il campo è vastissimo> Ma la tavola su cui è dipinto non è fiamminga… <Questo dice solo che l'opera non è fiamminga, ma non ne circoscrive l'ambito a qualche artista specifico. Anzi, semmai va detto che Velazquez non ha mai usato il legno come supporto ma solo la tela, per cui il dipinto su tavola è un punto a sfavore>. E l'uso di un ingrediente particolare come il bitume? <Lo ha usato largamente anche Van Dyck. E non dimentichiamoci di tutti i tenebrosi>. Il gallerista sostiene trattarsi di un autoritratto giovanile del periodo sivigliano (tra il 1617 e il '25) e che il n. 570 segnato sul retro ne indicherebbe la presenza nell'Inventario dei beni appartenuti a Velazquez e alla sua vedova. <Innanzitutto bisognerebbe far fare una perizia calligrafica per stabilire quando è stata apposta la sigla De 570 e il De è ancora da spiegare. In secondo luogo è vero che nell'Inventario dei beni il numero 570 si riferisce ad un ritratto di Velazquez dichiarato incompiuto nelle vesti, ma secondo i più autorevoli studiosi spagnoli si tratta dell'autoritratto eseguito a Roma nel 1630 "con la manera del gran Ticiano". Diego aveva allora 31 anni e non era più giovane; dipingeva su tela e il presunto autoritratto ritrovato non ha proprio alcun rapporto con la maniera di Tiziano>. L'autoritratto in questione non assomiglia a qualche altro autoritratto dell'artista? <Esiste un solo autoritratto certo di Velazquez, quello che appare nelle Meninas; l'artista a quell'epoca era un uomo maturo ma la differenza d'età non può cambiare le caratteristiche fisiognomiche che sono completamente diverse dalla bocca (quella autentica è larga, l'altra è stretta), alle labbra, alle sopracciglia (che nel presunto autoritratto si impennano come virgole mentre le sue sono dritte), alle gote>. Quindi il tuo parere? <Non riesco a trovare elementi per giustificare una mia adesione alla tesi della possibile autografia velazquiana. E d'altra parte mi sembra che il quadro, che ho avuto modo di esaminare tempo fa, sia stato visto da diversi studiosi ma non mi risulta che se ne sia accennato in qualche saggio a livello scientifico. Comunque sarebbe di grande interesse acquisire il parere di studiosi di levatura internazionale, che abbiano già al loro attivo pubblicazioni su Velazquez e sul Seicento spagnolo>. Se fosse un Velazquez giovane, pur discusso, quando potrebbe valere? <Non ho riferimenti in materia. Posso solo far presente che un quadro del Correggio giovane, rappresentante la Pietà, più grande di questo (cm. 34,2 x 29,2 contro i cm. 18,5 x 12), riconosciuto autentico da Brown, Gronau, Venturi e altri studiosi di livello internazionale, è stato acquistato di recente Fondazione Il Correggio negli Stati Uniti per 84mila dollari, ossia intorno ai 160 milioni di vecchie lire>. Ma qui si parla di tanti miliardi… <Io cito dei fatti concreti> dalla