Illuminismo Illuminismo Milanese

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Illuminismo Illuminismo Milanese
Illuminismo
L'illuminismo fu un ampio movimento politico, sociale, culturale e
filosofico sviluppatosi approssimativamente nel XVIII secolo in Europa.
Nacque in Inghilterra ma ebbe il suo massimo sviluppo in Francia.
Il termine illuminismo è passato a significare genericamente
qualunque forma di pensiero che voglia "illuminare" la mente degli
uomini, servendosi della critica della ragione e dell'apporto della
scienza.
fonte : wikipedia
Illuminismo Milanese
L'illuminismo milanese mosse i suoi primi passi all'Accademia dei
trasformati, fondata nel 1743. Nell'accademia, caratterizzata da una
componente in prevalenza aristocratica, si dibatteva delle nuove teorie
illuministiche, tentando tuttavia di conciliarle con le tradizioni
classiche.
Tra i componenti dell'Accademia dei Trasformati vi era anche Pietro
Verri, che tuttavia se ne distaccò ben presto per dar vita assieme al
fratello Alessandro all'Accademia dei Pugni nel 1761, il cui nome fu
ispirato all'animosità con cui si discuteva. Collegato all'Accademia dei
Pugni vi era la rivista Il Caffè, foglio culturale vicino alle teorie
illuministiche ispirato ai primi giornali moderni come il The Spectator.
Oltre ai fratelli Verri, tra i frequentanti dell'Accademia dei Pugni vi fu
un altro dei più celebri illuministi italiani: Cesare Beccaria.
Del Beccaria è la più celebre opera dell'illuminismo italiano: il trattato
giuridico Dei delitti e delle pene pubblicato nel 1763, nel quale,
rifacendosi alle teorie dei philosophes e ad alcune legislazioni recenti
come quella della zarina Elisabetta Petrovna, egli propone con logica
rigorosa l'abolizione della tortura e della pena di morte. L'opera fu
ammirata anche da Voltaire e dagli Enciclopedisti.
L'Illuminismo portò nuovi stimoli anche all'arte e alla poesia:
un'importante poeta dalle idee illuministe fu Giuseppe Parini, altro
grande esponente dell'illuminismo lombardo, che satireggiò la nobiltà
e i suoi privilegi nel poema Il Giorno, mentre nel teatro incoraggiò i
commediografi e i drammaturghi verso idee nuove: è il caso di Vittorio
Alfieri e Carlo Goldoni.
fonte : http://balbruno.altervista.org
Pietro Verri
Il conte Pietro Verri (Milano, 12 dicembre 1728 – Milano, 28 giugno
1797) è stato un filosofo, economista, storico e scrittore italiano.
Ha tre fratelli: Alessandro, Carlo e Giovanni.
Avviati gli studi nel
Collegio gesuita, frequenta negli anni '50 l'Accademia dei Trasformati,
dove conosce tra gli altri Giuseppe Parini. Fra il 1759 e il 1760 si
arruola nell'esercito imperiale e prende parte brevemente alla Guerra
dei Sette Anni (1756-1763).
Nel 1761 fonda, insieme al fratello Alessandro Verri e agli amici Cesare
Beccaria, Alfonso Longo, Pietro Secchi, Giambattista Biffi e Luigi
Lambertenghi, la cosiddetta Accademia dei Pugni, iniziale nucleo
redazionale del foglio periodico Il Caffè, destinato a diventare il punto
di riferimento del riformismo illuministico italiano.
lI Caffè inizia le sue pubblicazioni nel giugno 1764 ed esce ogni dieci
giorni, fino al maggio 1766, quando viene raccolto in due volumi. Tra
gli articoli più importanti di Pietro Verri per Il Caffè vanno ricordati
almeno gli Elementi del commercio (volume I, foglio 3), La commedia
(I, 4-5), La medicina (I, 18), Su i parolai (II, 6).
Grazie alla sua opera come autore e come organizzatore Milano
divenne il più importante centro dell'Illuminismo italiano.
Il grande merito storico di Pietro Verri consiste nel fatto di aver creato
in Lombardia un grande centro di aggregazione illuminista, la rivista Il
Caffè.
Ciò che desta curiosità rimane il titolo con cui Pietro Verri scelse di
intitolare la sua testata, dovuta al rilevante fenomeno della diffusione
di caffè (bar), come luoghi dove poter intraprendere un libero e
attuale dibattito culturale, politico e sociale.
Per quanto riguarda la politica e l'economia, il pensiero di Pietro Verri è
controverso. Per quanto riguarda l'ambito economico, negli Elementi
del Commercio (1769) e nella sua più grande opera economica
Meditazioni sull'economia politica (1771), enunciò (anche, per primo,
in forma matematica) le leggi di domanda e offerta, spiegò il ruolo
della moneta come "merce universale", appoggiò il libero scambio e
sostenne che l'equilibrio nella bilancia dei pagamenti è assicurato da
aggiustamenti del prodotto interno lordo (quantità) e non del tasso di
cambio (prezzo).
fonte : wikipedia
Cesare Beccaria
Cesare Bonesana-Beccaria, marchese di Gualdrasco e di Villareggio
(Milano, 15 marzo 1738 – Milano, 28 novembre 1794) è stato un
giurista, filosofo, economista e letterato italiano, figura di spicco
dell'Illuminismo, legato agli ambienti intellettuali milanesi.
La sua opera principale, il trattato Dei delitti e delle pene, un'analisi
politica e giuridica contro la pena di morte e la tortura, condotta sulla
base del razionalismo e del pragmatismo, ispirò, tra l'altro, il nuovo
codice penalevoluto dal granduca Pietro Leopoldo di Toscana, e alcuni
tra i Padri fondatori degli Stati Uniti d'America come Thomas Jefferson,
Benjamin Franklin e John Adams.
Fece parte del cenacolo dei fratelli Pietro e Alessandro Verri, collaborò
alla rivista Il Caffè e contribuì a creare l'Accademia dei Pugni nel 1761,
fondata secondo un suo concetto della educazione dei giovani mirante
a rispettare i suoi concetti di legalità.
Cesare Beccaria pensava che l'uomo acculturato fosse meno incline a
commettere delitti.
Dalle discussioni con gli amici Verri gli venne l'impulso di scrivere un
libro che spingesse a una riforma in favore dell'umanità più sofferente.
Fu stimolato in particolare da Alessandro Verri, protettore dei carcerati, a interessarsi alla situazione della giustizia.
Dopo la pubblicazione di alcuni articoli di economia, nel 1764 diede
alle stampe Dei delitti e delle pene, inizialmente anonimo, breve
scritto contro la tortura e la pena di morte che ebbe enorme fortuna in
tutta Europa e nel mondo (Thomas Jefferson e i padri fondatori degli
Stati Uniti, che la lessero direttamente in italiano, presero spunto per
le nuove leggi americane) e in particolare in Francia, dove incontrò
l'apprezzamento entusiastico dei filosofi dell'Encyclopédie, di
Voltaire(che ebbe anche una corrispondenza con Beccaria) e dei
philosophes più prestigiosi che lo tradussero (la versione francese è
opera dell'abate filosofo André Morellet, con le note di Denis Diderot) e
lo considerarono come un vero e proprio capolavoro.
L'opera fu messa all'Indice dei libri proibiti nel 1766, a causa della
distinzione tra peccato e reato.
fonte : wikipedia