PROGETTO ISTITUTO GIUGNO 2015

Transcript

PROGETTO ISTITUTO GIUGNO 2015
ISTITUTO COMPRENSIVO
DI SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO GRADO
PERGINE 1
Scuola Primaria "Don Milani"
Scuola Primaria di
Fierozzo/Vlarotz
Scuola Secondaria di
Primo Grado
"C. Andreatta"
Scuola Primaria di Canezza
Scuola Primaria di
Canezza
Scuola Primaria
"Il bucaneve"
di
Sant'Orsola Terme
Scuola Primaria di
Zivignago
PARTE GENERALE
2014/2017
Sommario
INTRODUZIONE .......................................................................................................................................................... 4
LE NORME DI RIFERIMENTO ....................................................................................................................................... 4
IL TERRITORIO ...........................................................................................................................................................10
Il Perginese
11
La Valle dei Mòcheni
14
LE FINALITÁ GENERALI ...............................................................................................................................................16
LE SCELTE EDUCATIVE ................................................................................................................................................17
LE COMPETENZE TRASVERSALI ..................................................................................................................................18
LE COMPETENZE DISCIPLINARI...................................................................................................................................19
IL QUADRO DELL’OFFERTA FORMATIVA CURRICOLARE .............................................................................................25
LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI ...............................................................................................................................26
Il documento di valutazione
28
L’ORGANIZZAZIONE ...................................................................................................................................................29
Il Tempo scuola..........................................................................................................................................................29
Criteri per la formazione delle prime classi................................................................................................................31
Le forze in campo ......................................................................................................................................................32
Il Servizio di Segreteria ..............................................................................................................................................33
I Collaboratori Scolastici ............................................................................................................................................34
Gli Assistenti Educatori..............................................................................................................................................34
Il servizio mensa ........................................................................................................................................................35
LE AREE DEL PROGETTO D’ISTITUTO ..........................................................................................................................36
AREA DIDATTICA .......................................................................................................................................................36
Il CLIL
36
Inglese
36
Tedesco
37
I viaggi di studio
39
Minoranze Linguistiche - Cultura Mòchena
40
AMBITO ESPRESSIVO
41
Arte e Immagine
41
Musica
41
Scienze Motorie e Sportive
42
Le attività laboratoriali
43
AREA DEL BEN-ESSERE ...............................................................................................................................................43
Il monitoraggio precoce dei DSA (= disturbi specifici dell’apprendimento)
43
Educazione Affettiva e delle Emozioni
44
2
Educazione alimentare
Educazione stradale (Scuola Primaria)
Primo soccorso (Scuola Primaria)
Educazione alla sicurezza
Cittadinanza attiva, sviluppo di una coscienza civica e imprenditoriale
Prevenzione dipendenze
Prevenire il Bullismo
Uso Consapevole di Internet
Il giusto peso delle cartelle
44
45
45
45
47
48
49
49
49
UTILIZZO DEI SISTEMI DIGITALI..................................................................................................................................49
LIM (Lavagna Interattiva Multimediale)
49
I PORTALI WEB dell’Istituto
50
AREA DELLA COOPERAZIONE .....................................................................................................................................50
AREA DELLA SOCIALIZZAZIONE ..................................................................................................................................51
Il Natale
51
Iniziative di fine anno scolastico
52
LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO (FLORA E FAUNA) ................................................................................................52
IL COINVOLGIMENTO EDUCATIVO DI ENTI E ASSOCIAZIONI LOCALI...........................................................................52
INTEGRAZIONE E ACCOGLIENZA ................................................................................................................................53
L’accoglienza degli alunni stranieri
53
Protocollo di accoglienza per l’inserimento degli allievi di madre lingua non italiana
53
L’inclusione degli Alunni dai Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.) ..................................................................................59
AREA FAMIGLIA .........................................................................................................................................................62
L’Orientamento
62
Lo sportello psicologico
64
I rapporti con le famiglie
64
La Consulta dei Genitori
65
AREA DELL’ISTITUTO..................................................................................................................................................65
La continuità educativa
65
L’Autovalutazione di Istituto
66
L’Accesso alla Documentazione e la Comunicazione Istituzionale
69
La Formazione
70
L’Istituto in Rete
70
3
INTRODUZIONE
A partire dal mese di settembre del 2000 la Provincia Autonoma di Trento ha stabilito un
dimensionamento degli istituti scolastici per consentire un esercizio ottimale dell’autonomia.
Di conseguenza, nell’anno scolastico 2000/2001 è stato costituito l’Istituto Comprensivo PERGINE
1 grazie all’unione delle Scuole Elementari del 1° Circolo Didattico di Pergine e della Scuola Media
“Ciro Andreatta” di Pergine Valsugana.
L’istituto raccoglie un vasto bacino d’utenza con 958 alunni provenienti dai Comuni di Pergine
Valsugana, S. Orsola Terme, Palù del Fersina, Fierozzo, Frassilongo e Vignola Falesina.
E' articolato su sei plessi, di cui quattro dislocati sul territorio di Pergine Valsugana (la Scuola
Primaria “Don L. Milani”, la Scuola Secondaria di I Grado “C. Andreatta”, le Scuole Primarie di
Canezza e Zivignago) e due in Val dei Mòcheni (la Scuola Primaria di S. Orsola Terme “ Il bucaneve”
e la Scuola Primaria di Fierozzo).
Il presente Progetto di Istituto si ripropone di presentare caratteristiche, obiettivi, progettualità,
punti di forza e debolezza dell’Istituto comprensivo Pergine 1, insieme alle direzioni da
intraprendere per il raggiungimento degli scopi istituzionali ed un reale miglioramento rispetto alla
posizione di partenza, compatibilmente con le risorse disponibili.
LE NORME DI RIFERIMENTO
Il panorama della normativa di riferimento per il nostro istituto è quanto mai vasto: si parte dal
dettato in materia di istruzione come diritto sancito per tutti dalla Costituzione italiana e dalle
ultime Leggi di riforma scolastica che hanno interessato l’intera penisola e che la Provincia
Autonoma di Trento ha recepito sempre in modo da inserire le particolari caratteristiche della
popolazione del suo territorio, grazie ai benefici dello Statuto di Autonomia speciale.
Ha quindi una connotazione particolare il Regolamento dell’Autonomia scolastica, applicato anche
nelle nostre scuole.
Siamo tenuti ad applicare rigorosamente il D. Lgs. N. 81/2008 in materia di Sicurezza e la L.
196/2003 sulla Privacy.
Occorre inoltre, in riferimento al Trentino, specificare che negli scolastici precedenti alla redazione
di questo progetto sono stati intensamente dedicati a dare attuazione al contenuto della Legge
principale di riferimento per il mondo della Scuola a livello provinciale: la L.P. n. 5 del 7 agosto
2006, la cosiddetta Legge “Salvaterra”, dal cognome dell’allora Assessore provinciale all’Istruzione
4
Tiziano Salvaterra.
Ci troviamo all’interno di un periodo di lavoro particolarmente intenso, che ci costringe a riflettere
quotidianamente su chi siamo, su dove vogliamo andare, sul come vogliamo andarci.
La legge si impegna nel dare concrete risposte alle domande di una società che muta velocemente.
Nel giugno 2009 il Consiglio di Istituto approvava in via definitiva lo Statuto, che precisa una
fisionomia caratteristica e particolarmente originale, dalle diverse anime.
Nel Consiglio dell’Istituzione è prevista la presenza, accanto alle componenti tradizionali del
mondo della Scuola (dirigente, docenti, genitori, personale ATA), delle rappresentanze degli Enti
territoriali: i tre Comuni di Pergine Valsugana, S. Orsola Terme e Fierozzo/Vlarotz, su cui sono
presenti gli edifici scolastici, la Comunità di Valle Alta Valsugana Bersntol e l’Istituto culturale
mòcheno/Bersntoler Kulturinstitut, in ossequio agli specifici articoli contenuti nella Legge
Salvaterra ed in quella delle minoranze, la L.P. n. 6 del 19 giugno 2008.
Non è qui possibile, per ragioni di spazio, indicare tutte le diverse norme che fondano le varie
azioni all’interno della nostra realtà.
Per chiarezza va precisato comunque come ogni specifico progetto risulti giustificato da regole
specifiche.
Ora riportiamo direttamente dallo Statuto gli articoli 7, 8, 10, 12, 16 e 14, per ricordare in sintesi i
compiti relativi agli organi di governo, di consultazione e di valutazione delle attività
dell’Istituzione.
Art. 7 Funzioni del consiglio dell’istituzione
1. Il consiglio dell’istituzione rappresenta l’organo di governo dell’istituzione e ha compiti di
indirizzo, programmazione e valutazione delle attività dell’istituzione.
2. Nel rispetto delle funzioni e delle responsabilità degli organi dell’istituzione e in particolare
delle scelte didattiche definite dal collegio dei docenti, il consiglio adotta tutti i provvedimenti ad
esso attribuiti dalla legge e, in particolare, approva:
a) lo statuto;
b) il regolamento interno;
c)
il regolamento sui diritti e i doveri degli studenti;
d) gli indirizzi generali per l’attività, la gestione e l’amministrazione della scuola;
e) il progetto di istituto;
f)
la carta dei servizi;
g) il bilancio, il programma annuale di gestione e il conto consuntivo;
5
h) il calendario scolastico per gli aspetti di sua competenza;
i)
gli accordi di rete tra istituzioni e formative provinciali;
l)
le attività da svolgere in forma collaborativa con i comuni e le comunità;
m) gli accordi di programma, le convenzioni, le intese con soggetti pubblici e privati.
3. Il consiglio dell’istituzione, nell’esercizio dei compiti di indirizzo, programmazione e
valutazione dell’attività dell’istituzione, adotta gli atti ad esso attribuiti dalle norme vigenti.
Art. 8 Funzioni del dirigente dell’istituzione
1. Fermo restando quanto stabilito dalla legge e dal contratto collettivo, il dirigente dell'istituzione
assicura la gestione dell'istituzione, ne ha la legale rappresentanza ed è responsabile dell'utilizzo e
della gestione delle risorse finanziarie e strumentali, nonché dei risultati del servizio. Nel rispetto
delle competenze degli organi collegiali dell'istituzione, spettano al dirigente autonomi poteri di
direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane; in particolare, il dirigente
organizza l'attività secondo criteri di efficienza e di efficacia ed è titolare delle relazioni sindacali.
2. Il dirigente dell'istituzione esercita le funzioni previste dalla legge e in particolare:
a) cura le proposte di deliberazione da sottoporre all'approvazione del consiglio dell'istituzione e
del collegio dei docenti;
b) elabora il bilancio e il conto consuntivo, propone al consiglio dell'istituzione il programma
annuale di gestione dell'istituzione e lo informa dell'andamento della gestione stessa;
c) promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi e lacollaborazione delle
risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio;
d) adotta i provvedimenti di gestione delle risorse, sulla base di quanto deliberato dal consiglio
dell'istituzione e dal collegio dei docenti, e di gestione del personale nel rispetto di quanto previsto
dalla legge e dai contratti di lavoro;
e) adotta ogni altro atto relativo al funzionamento dell'istituzione.
3. Il dirigente dell’istituzione presiede il collegio dei docenti e i consigli di classe.
4. Nello svolgimento di funzioni o specifici compiti organizzativi e amministrativi all’interno
dell’istituzione il dirigente si avvale della collaborazione di docenti dallo stesso individuati; concede
l’esonero o il semiesonero dall’insegnamento secondo i casi, le condizioni, i criteri, e le modalità,
nonché al numero massimo stabiliti dalla Provincia, ai sensi della normativa in vigore. Il dirigente,
inoltre, è coadiuvato dal responsabile amministrativo, il quale, con autonomia operativa,
sovrintende ai servizi amministrativi e ai servizi generali dell'istituzione, coordinando il relativo
personale nell'ambito delle direttive di massima impartite e degli obiettivi assegnati dal dirigente.
6
5. Il dirigente presenta almeno due volte all’anno al consiglio dell'istituzione una motivata
relazione sulla direzione e sul coordinamento dell'attività formativa, organizzativa e
amministrativa, al fine di garantire la più ampia informazione e un efficace raccordo per l'esercizio
delle competenze degli organi collegiali.
Art. 10 Funzioni del collegio dei docenti
1. Il collegio dei docenti ha compiti di programmazione, indirizzo e monitoraggio delle attività
didattiche ed educative; in particolare per quanto attiene a:
a) l’adeguamento dei piani di studio provinciali alle scelte educative definite dal progetto di
istituto in relazione al contesto socio-economico di riferimento;
b) la programmazione generale dell’attività didattico-educativa, in coerenza con i criteri generali
per l’attività della scuola definiti dal consiglio dell’istituzione;
c)
l’elaborazione e la deliberazione della parte didattica del progetto d’istituto;
d) le scelte da effettuare in materia di autonomia didattica, di ricerca, sperimentazione e
sviluppo;
e) la proposta di attivazione di iniziative di formazione e di aggiornamento professionale dei
docenti nel limite delle risorse disponibili.
2. Il collegio dei docenti provvede altresì ad ogni eventuale altro compito rientrante nelle
attività di programmazione indirizzo e monitoraggio delle attività didattiche ed educative
attribuito dalla normativa in vigore.
Art. 12 Funzioni del consiglio di classe
1. Il consiglio di classe ha la funzione di programmare, coordinare e verificare l’attività didattica
della classe nel rispetto del progetto d’istituto e della programmazione didattica ed educativa
deliberata dal collegio dei docenti.
2. Il consiglio di classe, con la sola presenza della componente docenti, svolge l’attività di
programmazione e coordinamento didattico e provvede alla valutazione in itinere degli studenti;
provvede altresì allo svolgimento delle operazioni necessarie per gli scrutini intermedi e finali.
3. Per le attività di programmazione, coordinamento e verifica dell’attività didattica, per le
assemblee di classe con i genitori, nonché per ogni altro compito ad esso attribuito il consiglio di
classe si riunisce secondo un calendario stabilito in sede di programmazione delle attività e
comunque nel rispetto dei limiti fissati dal contratto collettivo provinciale di lavoro dei docenti.
4. Il funzionamento del consiglio di classe è disciplinato dal regolamento interno che, in ogni caso,
dovrà prevedere che, per specifiche esigenze, i consigli di classe possano riunirsi oltre che in
7
riunione plenaria anche per gruppi, composti in modo orizzontale o verticale. In relazione alla
particolarità dei percorsi di istruzione per adulti il regolamento interno disciplina il funzionamento
del consiglio di classe valorizzando la partecipazione degli studenti.
Art. 16 Consulta dei genitori
1. La consulta dei genitori ha la funzione di promuovere, favorire e realizzare la partecipazione
attiva e responsabile dei genitori alla vita della scuola. In particolare la consulta:
a) assicura possibilità di confronto e scambio tra i genitori dell’istituto in relazione alle
problematiche educative e ai bisogni delle famiglie;
b) favorisce la conoscenza delle opportunità offerte dalla scuola, ne discute e formula
proposte di miglioramento e/o di attivazione di nuove iniziative agli organi competenti
dell’istituzione;
c)
esprime pareri richiesti dal dirigente dell’istituzione, dal consiglio dell’istituzione, dal
collegio dei docenti, dal nucleo interno di valutazione in ordine alle attività, ai progetti, ai servizi da
attivare o già svolti dall’istituzione;
d) promuove iniziative di formazione da rivolgere ai genitori.
2. La consulta dei genitori è composta da:
a) i rappresentanti dei genitori di ciascun consiglio di classe;
b) i rappresentanti dei genitori nel consiglio dell’istituzione;
c)
i rappresentanti delle associazioni dei genitori riconosciute ai sensi dell’articolo 28, che ne
facciano richiesta, in numero di 1 per ciascuna associazione.
3. La consulta è istituita annualmente con provvedimento del dirigente dell’istituzione, che
provvede anche alla convocazione della prima riunione da tenersi entro un mese dalla data di
costituzione. La consulta elegge un presidente che costituisce il referente anche per il dirigente
dell’istituzione.
4. Il funzionamento della consulta è disciplinato con il regolamento interno.
5. L’istituzione mette a disposizione della consulta dei genitori i locali e le risorse idonei nonché
il supporto organizzativo e strumentale necessari a garantire lo svolgimento dell’attività della
stessa, in modo compatibile con l’attività scolastica.
Art. 14 Funzioni del nucleo interno di valutazione
1. Il nucleo interno di valutazione ha il compito di valutare il raggiungimento degli obiettivi
previsti dal progetto di istituto, sulla base degli indirizzi generali individuati dal consiglio
dell’istituzione, con particolare riferimento ai processi e ai risultati che attengono all’ambito
8
educativo e formativo, al fine di progettare le azioni di miglioramento della qualità del servizio.
2. Per l’attività di valutazione, oltre agli indicatori forniti dal comitato provinciale di
valutazione, il nucleo si avvale di ulteriori propri indicatori adeguati a monitorare e valutare gli
aspetti specifici del progetto di istituto.
3. Alla fine di ciascun anno scolastico il nucleo elabora un rapporto annuale che è utilizzato
dagli organi dell’istituzione, in relazione alle rispettive competenze, per valutare le scelte
organizzative ed educative dell’istituzione e per aggiornare il progetto di istituto; il rapporto
annuale è, inoltre, inviato al Comitato provinciale di valutazione e al dipartimento Istruzione della
Provincia autonoma di Trento.
9
IL TERRITORIO
L’Istituto comprensivo Pergine 1 è inserito nella Comunità di Valle Alta Valsugana e Bersntol, che
conta un totale di 53.652 abitanti. La popolazione dei sei comuni che hanno come riferimento
l'istituto (Pergine Valsugana, S.Orsola, Fierozzo-Vlarötz, Frassilongo-Garait, Palù del Fersina-Palai
en Bersntol , Vignola Falesina) è di 23200 unità, circa il 43,2 % dell'intera comunità. Considerando
che l’utenza del Comune di Pergine è divisa equamente con l’Istituto Comprensivo “Pergine 2”, il
totale dei residenti appartenenti al territorio di riferimento si aggira sulle 12.000 unità circa. Le
scuole dell’Istituto si trovano su un territorio che comprende la Val dei Mòcheni ed in parte la
Valsugana, nel tratto della piana alluvionale che va da Pergine a Serso. L’altitudine va dai 482 m s.
l. m. di Pergine ai 1360 m di Palù del Fersina.
Tabella I: i 6 comuni della Comunità Alta Valsugana e Bersntol che hanno come riferimento
l'Istituto Comprensivo Pergine 11.
Comune
Dati indicativi
Pergine Valsugana
n. Abitanti*
20950
Altitudine
482 m s.l.m.
Superficie
54,4 Km2
n. Abitanti*
1102
Altitudine
925 m s.l.m.
Superficie
15,4 Km2
n. Abitanti*
487
Altitudine
1127 m s.l.m.
Superficie
17,9 Km2
n. Abitanti*
319
Altitudine
852 m s.l.m.
Superficie
16,7 Km2
Sant'Orsola Terme
Fierozzo-Vlarötz
Frassilongo-Garait
1
Servizio statistica della Provincia Autonoma di Trento. Dati aggiornati al 1 gennaio 2014
http://www.statistica.provincia.tn.it/binary/pat_statistica_new/popolazione/LaPopolazioneTrentinaAl1_Gennaio2014
.1405431113.htm
10
Palù del Fersina-Palai en Bersntol
Vignola-Falesina
n. Abitanti*
178
Altitudine
1360 m s.l.m.
Superficie
16,7 Km2
n. Abitanti*
164
Altitudine
984 m s.l.m.
Superficie
11,9 Km2
Il Perginese
Il territorio del Perginese si trova nella zona comunemente indicata come “Alta Valsugana”.
A Nord la delimita il Gruppo del Gronlait – Fravort, con i caratteristici scisti del “cristallino della
Valsugana”, della Cima d’Orno e della Panarotta.
Poco oltre la città di Pergine, posta allo sbocco della Valle del Fersina e all'inizio della Valsugana, si
apre il Lago di Caldonazzo che, con il vicino Lago di Levico, dà origine al fiume principale, il Brenta.
I centri abitati sono solitamente collocati sulla sponda sinistra del fiume perché maggiormente
esposta a sud; si può parlare, a ragione, di paesaggio valsuganotto.
Il Perginese appare segnato dallo sfruttamento del territorio per gli insediamenti industriali degli
ultimi decenni. Caratteristici della Valsugana, ed in particolare del centro di Pergine, sono la
piccola industria e l’artigianato, un tempo soprattutto relativo alla lavorazione del ferro, del rame,
del legno.
La città di Pergine è sede della Comunità di valle Alta Valsugana e Bersntol. Dominata dallo storico
Castel Pergine, presenta, fra architetture rustiche, artistiche vestigia del tempo antico, notevoli
palazzi rinascimentali (Via Maier) e bellissimi dintorni.
Il territorio di Pergine era abitato già in epoca preistorica dai Reti; insediamenti abitativi sono stati
trovati nelle colline del perginese, in particolare ai Montesei di Serso: le cui prime testimonianze di
una frequentazione umana del sito risalgono alla seconda metà del III millennio a.C. Con la guerra
retica (I secolo a.C.) il territorio del perginese entrò a far parte dei territori di Roma. In particolare
Pergine, con tutta la Valsugana, faceva parte del Municipio romano di Feltre. Toccata molto
probabilmente da una diramazione dell’antica Via Claudia Augusta Altinate, che partiva da Altinum
(ovvero Altino, nei pressi dell'odierna Venezia), attraversava la Valsugana, e passando per la piana
di Pergine, arrivava fino a Tridentum (attuale Trento), dopo la caduta dell'Impero romano
11
d'Occidente Pergine divenne parte del ducato longobardo di Trento, fino alla dominazione dei
Franchi. Si può parlare con sicurezza di Pergine come centro urbano, però, solo nel Medioevo,
quando nel 26 febbraio 845 appare per la prima volta in un documento il nome del paese; e
quando nel 13 luglio 1183 venne creata la comunità di Pergine e la chiesa pievana.
Pergine vide il maggior splendore in epoca feudale: il castello, che dal colle del Tegazzo la domina,
è uno dei suoi simboli più conosciuti.
Dal 1516 il “borgo” ebbe statuti propri. Nel tardo Medioevo Pergine assunse un ruolo importante
anche per l’ufficio delle miniere, che funzionò fino al 1816. La Via dei Canopi ricorda ancora gli
antichi fasti di quel periodo così come l’altare dedicato a S. Barbara, nella chiesa arcipretale.
Nell’Ottocento seguì il triste periodo dell’emigrazione trentina, a cui anche la cittadina diede il suo
contributo, nonostante il significativo ruolo giocato nell’occupazione locale dall’Ospedale
psichiatrico e dalla Filanda. Durante il secondo conflitto mondiale la sua stazione ferroviaria fu
danneggiata dai bombardamenti e successivamente ricostruita.
Nella storia recente di Pergine assunse massima importanza la presenza dell'Ospedale Psichiatrico,
costruito durante il periodo austroungarico per i pazienti di lingua italiana del Tirolo e poi divenuto
l'ospedale psichiatrico della regione Trentino-Alto Adige. La sua importanza da un punto di vista
economico e sociale si accrebbe, fino ad raggiungere negli anni settanta 2.500 pazienti e 1.200
dipendenti. La sua importanza e le sue dimensioni andarono esaurendosi dopo la legge Basaglia
(1978).
Oggi Pergine Valsugana con i suoi circa 21.000 abitanti è il terzo comune del Trentino (dopo Trento
e Rovereto). È una città a carattere terziario con una discreta attività industriale nella zona
nord/ovest della città, e una vasta attività agricola (mele, uva, ciliegie, piccoli frutti in genere) nelle
campagne della periferia e delle frazioni. Molto importante è anche il turismo (culturale, sportivo
ed escursionistico). Il settore tradizionalmente più ricco e redditizio è il commercio (si veda la zona
centrale della città e la zona dei centri commerciali a Pergine Ovest).
Dai dati del Servizio statistica della Provincia Autonoma di Trento che si riferiscono al 2010 relativi
all'intera Comunità di Valle, in particolare2, risulta che su un totale di 12896 addetti nel settore
privato (esclusi i settori pubblico e agricolo), il 20,9 % era occupato nell'industria, il 15,1% nelle
costruzioni e il 64% nel commercio, trasporti, pubblici esercizi e altri servizi. Nello stesso anno si
registravano 810 imprese agricole.
2
http://www.statistica.provincia.tn.it/binary/pat_statistica_new/struttura_competitivita_imprese/StrutturaPr
oduttiva2010.1383563994.pdf
12
Pergine possiede un centro storico interessante e pittoresco, con palazzi valorizzati da recenti
interventi di restauro, notevoli attrazioni culturali ed artistiche, una biblioteca con l’Archivio
storico, locali in cui si svolgono manifestazioni di grande richiamo come “Pergine Spettacolo
Aperto”.
A Pergine sono attive più di duecento associazioni nei settori più disparati: sport, volontariato,
arte, formazione intellettuale di vario genere, musica, scoutismo, ecc.
Il nuovo Teatro Comunale è stato inaugurato nel settembre del 2013 poco distante da dove
sorgeva il cinema della città, ha una capienza di 498 spettatori ed è gestito dalla compagnia
teatrale AriaTeatro.
Sono presenti anche quattro musei:
•
il museo della scuola, presso il nuovo Teatro Comunale, raccoglie vari oggetti e materiale in
uso nelle scuole del secolo Novecento.
•
il museo della Banda Sociale di Pergine, raccoglie tutto il materiale in uso dalla Banda
Sociale dai primi del Novecento ad oggi.
•
il museo della Centrale idroelettrica di Serso, presso l'omonima centrale, contiene le
vecchie turbine che si sono usate dalla fine dell'Ottocento ad oggi.
•
il museo degli attrezzi agricoli ed artigianali della comunità di Canezza-Portolo, come dice il
nome contiene gli attrezzi agricoli e artigianali usati dalla comunità nel corso del
Novecento.
Sul territorio sono presenti: un istituto d’istruzione di secondo grado, due scuole secondarie di
primo grado e sette scuole primarie, di cui due nel centro e cinque in periferia, nonché una scuola
musicale. Un centro intermodale, di recente costruzione (2006), è sia la stazione dei treni della
città, sia la stazione degli autobus urbani ed extraurbani. È stato costruito a fianco del vecchio
edificio della stazione ferroviaria. L’ex filanda Chimelli, risalente al 1832, ospita oggi la sede della
Comunità di Valle Alta Valsugana e Bersntol . Uno dei palazzi più belli del centro, risalente al XVII
secolo, è sede del Municipio.
Pergine rappresenta un centro importante per diverse tipologie di servizi: ha uffici ed ambulatori
dell’Azienda sanitaria locale e l’RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) S. Spirito-Fondazione
Montel organizzata su due sedi. Il territorio mantiene la vocazione imprenditoriale ed il settore
agricolo nelle frazioni è interessato dalla coltivazione specialistica delle ciliegie e dei piccoli frutti.
La maggior percentuale di occupazione è realizzata però nel terziario, soprattutto nel commercio.
Negli ultimi anni ha conosciuto un incremento demografico notevole (vedi grafico alla pagina
13
seguente): molti dei residenti sono però pendolari e gravitano sulla vicina Trento per motivi di
lavoro. Sempre nell’ultimo periodo, Pergine risulta interessata da un intenso flusso migratorio da
parte di cittadini stranieri; non sempre la convivenza risulta facile ed il nostro Istituto è impegnato
quotidianamente nel far fronte a questa che rappresenta la nuova sfida del momento. Uno dei
compiti prioritari dell’Istituto appare quello di favorire la multiculturalità in tutti i suoi aspetti:
dalla tutela della minoranza linguistica mochena all’enorme sforzo dell’integrazione scolastica
degli alunni definiti BES; dai bisogni educativi speciali alla prima alfabetizzazione degli stranieri dai
sei anni ed oltre (la percentuale corrispondente, raddoppiata nel giro dell’ultimo triennio, si
attesta sul 10,52 % della popolazione scolastica iscritta nelle nostre scuole, in linea con il dato
provinciale e leggermente superiore alla media comprensoriale dello scorso anno, 9.3%), e alla
collaborazione con gli enti territoriali, il tutto mantenendo invariati gli standard relativi ai
lusinghieri risultati che hanno contraddistinto la tradizione dell’Istituto a partire dalla sua nascita.
Figura 1: l'andamento demografico nella città di Pergine
La Valle dei Mòcheni
La Valle dei Mòcheni (da “mòchen” = fare) o valle del Fersina - Bersntol in lingua mochena,
Fersental in tedesco- è una valle glaciale che porta i segni di successive escavazioni dei torrenti
affluenti del Fersina, il corso d’acqua principale. In questo suo primo tratto, vi scorre fin dalla
sorgente (Lago di Erdemolo, 2005 m.) tra le rocce di porfido quarzifero di Costalta, Rujoch e Sasso
Rotto e quelle metamorfiche del Gronlait - Fravort. I quattro comuni della Valle sono Sant'Orsola
Terme, Fierozzo-Vlarötz, Frassilongo-Garait e Palù del Fersina-Palai en Bersntol.
Il territorio fu interessato da una colonizzazione agricola medievale di popolazione di origine
tedesca. Verso il 1400 si vennero a formare le prime comunità stabili. Si trattava di coloni tedeschi
14
provenienti per lo più da Baviera e Boemia. Da un’occupazione prevalentemente agricola,
boschiva e pastorale, si passò allo sfruttamento dei ricchi giacimenti di ferro, rame ed argento, che
vide la comunità protagonista delle vicende minerarie che, in particolare tra il XIV e il XVI secolo,
interessarono l’intero Tirolo.
Questa risorsa determinò tra il 1400 e il 1500 l’arrivo di atri lavoratori tedeschi, che per la loro
occupazione in miniera furono chiamati “Canopi”. Rimasero per lungo tempo nella valle, pur non
integrandosi con le comunità locali. Peculiarità di questa popolazione era comunque
l’autosufficienza e l’indipendenza che limitarono notevolmente i contatti con il mondo esterno,
favorendo la conservazione degli usi, dei costumi e della lingua.
Sebbene anche la germanizzazione della valle presenti caratteristiche diverse nel raggio di pochi
chilometri, il risultato è una cultura marcata ed assolutamente originale.
La struttura abitativa simbolo è il maso, fino ad alcuni decenni fa dall’economia quasi del tutto
autosufficiente e dalla tipologia architettonica fortemente caratteristica. Storicamente la valle fu
interessata dal fenomeno dell’emigrazione dal carattere inizialmente accentuatamente
temporaneo (krùmer) ed in seguito maggiormente stanziale.
Nel 1915, durante la prima guerra mondiale, la Valle del Fersina fu completamente militarizzata
poiché si trovava nelle immediate retrovie del fronte. Durante la seconda guerra mondiale,
attraverso il sistema delle Opzioni, anche agli abitanti della valle di lingua germanofona fu imposto
di scegliere se diventare cittadini tedeschi e conseguentemente trasferirsi nei territori del Terzo
Reich o se rimanere cittadini italiani integrandosi nella cultura italiana e rinunciando ad essere
riconosciuti come minoranza linguistica. Si assistette pertanto ad un esodo massiccio della
popolazione verso la Boemia Meridionale. Partirono nel 1942 e fecero ritorno alla fine del 1945.
Non trovarono più nulla, i loro beni erano stato acquisiti dalla Società Fiduciaria Germanica di
Liquidazione, che li restituì solo quattro anni dopo. Terminata la guerra si passò alla ricostruzione
dei quattro comuni della Valle.
Oggi, la Valle costituisce isola linguistica germanofona, tutelata dalle norme di legge. Ad
un’economia di tipo agricolo (tipica la coltivazione dei piccoli frutti), si associa la vocazione
turistica per le incantevoli bellezze di una natura ancora incontaminata in cui le attività umane si
inseriscono con rispetto.
15
LE FINALITÁ GENERALI
Dai Piani di Studio Provinciali
La finalità educativa dello sviluppo armonico e integrale della persona si inserisce nella tradizione
delle radici culturali dell’Europa, si fonda sui principi della Costituzione della Repubblica Italiana e
dello Statuto speciale dell’Autonomia del Trentino, riprende i principi sanciti dalle principali
Dichiarazioni internazionali e impegna la responsabilità educativa dei genitori, delle famiglie, delle
comunità, delle formazioni sociali intermedie e delle istituzioni in un lavoro comune, nel quale
svolge un ruolo significativo il sistema educativo di istruzione e formazione.
La scuola, nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, con il coinvolgimento delle
famiglie e degli studenti:
•
promuove lo sviluppo del potenziale di crescita emotiva-intellettiva degli studenti;
•
promuove negli alunni lo sviluppo delle competenze di autovalutazione e di
autorientamento, nonché le capacità di scelta consapevole corrispondenti alle attitudini e
alle inclinazioni personali;
•
opera per sviluppare negli alunni la capacità di assumersi la responsabilità del proprio
apprendimento personale e professionale (lifelong learning);
•
offre opportunità per l’attività motoria e sportiva, della musica, dell’arte e dell’immagine,
valorizzando le iniziative e le scelte dei giovani e delle comunità;
•
pone le basi per una società democratica e aperta formando gli alunni ad essere cittadini
solidali e a partecipare alla democrazia in prospettiva internazionale ed interculturale;
•
sviluppa l’autonoma capacità di giudizio e l’esercizio della responsabilità personale e
sociale;
•
contribuisce alla costruzione del progetto di vita personale offrendo opportunità di
conoscenza, esperienza e riflessione sui “perché della vita”’;
•
sviluppa progressivamente le competenze di autovalutazione e autorientamento e le
capacità di scelta consapevole corrispondenti alle attitudini e alle vocazioni degli studenti,
anche in funzione delle successive scelte di istruzione e formazione.
16
LE SCELTE EDUCATIVE
Il nostro Istituto, coerentemente con quanto enunciato nelle finalità dei Piani di Studio Provinciali,
nonché nei nuclei fondanti promossi dall’OMS (Life skills education in schools3), individua le scelte
educative rispetto alle quali caratterizzarsi.
CENTRALITÀ DELL'ALUNNO E RISPETTO DEI RITMI DI APPRENDIMENTO: valorizzando le
capacità di ciascuno e mettendo in atto tutte le strategie possibili per rimuovere gli ostacoli
educativi e di apprendimento che impediscono il successo scolastico, al fine di permettere
a ciascuno lo sviluppo delle proprie potenzialità.
VALORI DELLA CONVIVENZA DEMOCRATICA: promozione di un positivo ambiente
educativo, favorendo il benessere di alunni, docenti e non docenti attraverso conoscenza,
comprensione, interiorizzazione di atteggiamenti, principi di condotta e comportamenti di
rispetto, dialogo, accoglienza, solidarietà, con particolare attenzione agli alunni con bisogni
educativi speciali.
IDENTITÀ E AUTONOMIA: avviando l’alunno a conquistare gradualmente l’identità
personale (scoperta e conoscenza del sé), intesa come positiva immagine di se stesso;
capacità di auto-orientamento (saper essere, saper scegliere), favorendo l’assunzione di
responsabilità, di impegni, di doveri, sia sul piano educativo, sia sul piano didattico
(eseguire incarichi, collaborare, mostrare solidarietà, mantenere fede agli impegni).
COMUNICAZIONE: favorendo la capacità di comunicare e di socializzare (accettare, capire,
interagire, valorizzare, stabilire canali comunicativi con particolare attenzione ai linguaggi
espressivi e multimediali anche nell'ambito dell'apprendimento delle lingue comunitarie).
CONTINUITÀ TRA DIVERSI ORDINI DI SCUOLA: mediante forme di raccordo tra la scuola
dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado.
COLLABORAZIONE E COMUNICAZIONE SCUOLA-FAMIGLIA: fondata sulla condivisione dei
valori e su una fattiva collaborazione delle parti nel reciproco rispetto delle competenze.
RAPPORTI CON IL TERRITORIO: al fine di conoscere, condividere e valorizzare le risorse
offerte dal territorio e dalle strutture in esso operanti.
Le scelte enunciate nel presente progetto si declinano nelle competenze trasversali e disciplinari
individuate dal profilo dello studente in uscita.
3
Il documento contiene l’elenco delle abilità personali e relazionali utili per gestire positivamente i
rapporti tra il singolo e gli altri soggetti.
17
Il profilo formativo in uscita esplicita le competenze che ogni studente, alla fine del primo ciclo
d’istruzione, deve possedere per essere la persona ed il cittadino che ci si può attendere che sia, a
14 anni. Esso traccia le competenze attese da un preadolescente dopo otto anni di frequenza della
scuola dell’obbligo: un ragazzo è riconosciuto “competente” quando è in grado di utilizzare in
maniera stabile un insieme di risorse (in particolar modo le conoscenze e le abilità apprese a
scuola) per risolvere compiti concreti o problemi di vita reale legati al suo vissuto.
Il profilo si può definire dunque come una bussola che dà unità e coordinamento a tutti gli
interventi didattici posti in essere all’interno dell’istituto: per questo il profilo costituisce anche
una garanzia per le famiglie che possono trovare in esso ciò che la scuola si impegna a perseguire e
concretamente ad insegnare.
Più in particolare il profilo si articola secondo le seguenti due dimensioni.
LE COMPETENZE TRASVERSALI
Le competenze trasversali riguardano l’acquisizione da parte dello studente di tutta una serie di
conoscenze ed abilità che “attraversano” le singole discipline di studio, non essendo di pertinenza
esclusiva di nessuna di esse, dotando gli alunni di un corredo indispensabile per fruire
adeguatamente delle opportunità offerte loro dalla scuola e per continuare ad apprendere anche
al di fuori di essa.
Le competenze trasversali, allo stato attuale della riflessione condotta internamente all’istituto, si
distinguono tra scuola primaria e scuola secondaria. Esse sono oggetto di programmazione e
rilevazione da parte di tutti i docenti componenti i singoli consigli di classe; la loro valutazione
trova spazio nel giudizio globale espresso nel documento di valutazione degli studenti e, al
termine del primo ciclo di istruzione, nella certificazione delle competenze.
Competenze trasversali nella scuola primaria
Al termine della classe quinta lo studente dovrà aver acquisito specifiche competenze nelle
seguenti aree trasversali:
- capacità relazionali e rispetto delle regole sociali;
- interesse per le attività e i contenuti proposti;
- partecipazione (intesa come attenzione e qualità degli interventi nelle attività scolastiche);
- impegno personale nell’esecuzione delle consegne e dei compiti in classe ed a casa;
- metodo di lavoro (inteso come capacità di applicarsi in maniera autonoma e produttiva);
- progressi nell’apprendimento rispetto alla situazione di partenza.
18
Competenze trasversali nella scuola secondaria di primo grado
Le competenze trasversali promosse all’interno della scuola secondaria di primo grado si ispirano
ad alcune competenze chiave per la cittadinanza individuate a livello europeo, ovvero:
- imparare ad imparare;
- competenze comunicative;
- competenze logiche;
- competenze sociali e civiche;
- autoconsapevolezza;
- empatia;
- gestione delle emozioni;
- gestione dello stress;
- spirito di iniziativa, imprenditorialità e pensiero creativo.
LE COMPETENZE DISCIPLINARI
Le competenze disciplinari riguardano singole aree di apprendimento che, in continuità dalla prima
all’ultima classe del primo ciclo, sono:
- lingua italiana;
- lingue comunitarie (tedesco ed inglese);
- storia con educazione alla cittadinanza e geografia;
- matematica, scienze e tecnologia;
- musica, arte ed immagine, scienze motorie e sportive;
- religione cattolica/attività alternative.
Le competenze disciplinari che lo studente al termine del primo ciclo di istruzione deve aver
acquisito nelle varie aree al termine del primo ciclo di istruzione sono riportate di seguito.
Area di apprendimento: Italiano
1. Interagire e comunicare verbalmente in contesti di diversa natura.
2. Leggere, analizzare e comprendere testi.
3. Produrre testi in relazione a diversi scopi comunicativi.
4. Riflettere sulla lingua e sulle sue regole di funzionamento.
Area di apprendimento: Lingue comunitarie (tedesco e inglese)
1. Comprendere e ricavare informazioni dall’ascolto e dalla visione di brevi testi mediali e dalla
lettura di brevi testi scritti, ipertestuali e digitali nella loro natura linguistica, paralinguistica ed
19
extralinguistica.
2. Interagire oralmente in situazioni di vita quotidiana anche attraverso l’uso degli strumenti
digitali.
3. Interagire per iscritto, anche in formato digitale e in rete, per esprimere informazioni e stati
d’animo.
Area di apprendimento: Storia, geografia, educazione alla cittadinanza
Competenze per Storia
1. Comprendere che la storia è un processo di ricostruzione del passato che muove dalle domande
del presente e, utilizzando strumenti e procedure, perviene a una conoscenza di fenomeni storici
ed eventi, condizionata dalla tipologia e dalla disponibilità delle fonti e soggetta a continui
sviluppi.
2. Utilizzare i procedimenti del metodo storiografico e il lavoro su fonti per compiere semplici
operazioni di ricerca storica, con particolare attenzione all’ambito locale.
3. Riconoscere le componenti costitutive delle società organizzate – economia, organizzazione
sociale, politica, istituzionale, cultura – e le loro interdipendenze.
4. Comprendere fenomeni relativi al passato e alla contemporaneità, saperli contestualizzare nello
spazio e nel tempo, cogliere relazioni causali e interrelazioni.
5. Operare confronti tra le varie modalità con cui gli uomini nel tempo hanno dato risposta ai loro
bisogni e problemi, e hanno costituito organizzazioni sociali e politiche diverse tra loro,
rilevando nel processo storico permanenze e mutamenti;
6. Utilizzare conoscenze e abilità per orientarsi nel presente, per comprendere i problemi
fondamentali del mondo contemporaneo, per sviluppare atteggiamenti critici e consapevoli.
Competenze per Geografia
1. Leggere l’organizzazione di un territorio, utilizzando il linguaggio, gli strumenti e i principi
della Geografia; interpretare tracce e fenomeni e compiere su di essi operazioni di
classificazione, correlazione, inferenza e generalizzazione.
2. Partendo dall’analisi dell’ambiente regionale, comprendere che ogni territorio è una struttura
complessa e dinamica, caratterizzata dall’interazione tra uomo e ambiente: riconoscere le
modificazioni apportate nel tempo dall’uomo sul territorio.
4. Conoscere territori vicini e lontani e ambienti diversi, saperli confrontare, cogliendo i vari punti
di vista con cui si può osservare la realtà geografica (geografia fisica, antropologica, economica,
politica, ecc.).
20
5. Avere coscienza delle conseguenze positive e negative dell’azione dell’uomo sul territorio
rispettare l’ambiente e agire in modo responsabile nell’ottica di uno sviluppo sostenibile.
Competenze per Educazione alla cittadinanza
1. Riconoscere i meccanismi, i sistemi e le organizzazioni che regolano i rapporti tra i cittadini
(istituzioni statali e civili), a livello locale e nazionale, e i principi che costituiscono il
fondamento etico delle società (equità, libertà, coesione sociale), sanciti dal Diritto nazionale e
internazionale.
2. A partire dall’ambito scolastico, assumere responsabilmente atteggiamenti e ruoli e sviluppare
comportamenti di partecipazione attiva e comunitaria.
3. Sviluppare modalità consapevoli di esercizio della convivenza civile, di rispetto delle diversità,
di confronto responsabile e di dialogo; comprendere il significato delle regole per la convivenza
sociale e rispettarle.
4. Esprimere e manifestare convinzioni sui valori della democrazia e della cittadinanza.
5. Avviarsi a prendere coscienza di sé come persona in grado di agire sulla realtà apportando un
proprio originale e positivo contributo.
Area di apprendimento Matematica, Scienze e Tecnologia
Competenze per Matematica
1. Utilizzare con sicurezza le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, scritto e
mentale, anche con riferimento a contesti reali.
2. Rappresentare, confrontare ed analizzare figure geometriche, individuandone varianti,
invarianti, relazioni, soprattutto a partire da situazioni reali.
3. Rilevare dati significativi, analizzarli, interpretarli, sviluppare ragionamenti sugli stessi,
utilizzando consapevolmente rappresentazioni grafiche e strumenti di calcolo.
4. Riconoscere e risolvere problemi di vario genere, individuando le strategie appropriate,
giustificando il procedimento seguito e utilizzando in modo consapevole i linguaggi specifici.
Competenze per Scienze
1. Osservare, analizzare e descrivere fenomeni appartenenti alla realtà naturale e agli aspetti della
vita quotidiana, formulare e verificare ipotesi, utilizzando semplici schematizzazioni e
modellizzazioni.
2. Riconoscere le principali interazioni tra mondo naturale e comunità umana, individuando alcune
problematicità dell'intervento antropico negli ecosistemi, con particolare riguardo all’ambiente
alpino.
21
3. Utilizzare il proprio patrimonio di conoscenze per comprendere le problematiche scientifiche di
attualità e per assumere comportamenti responsabili in relazione al proprio stile di vita, alla
promozione della salute e all’uso delle risorse.
Competenze per Tecnologia
1. Progettare e realizzare semplici manufatti e strumenti spiegando le fasi del processo.
2. Utilizzare con dimestichezza le più comuni tecnologie, in particolare quelle dell’informazione e
della comunicazione, individuando le soluzioni potenzialmente utili ad un dato contesto
applicativo, a partire dall’attività di studio.
3. Essere consapevoli delle potenzialità, dei limiti e dei rischi dell’uso delle tecnologie, con
particolare riferimento al contesto produttivo, culturale e sociale in cui vengono applicate.
Area di apprendimento: Musica, Arte e Immagine, Scienze Motorie e Sportive
Competenze per Musica
1. Eseguire in modo espressivo, collettivamente e individualmente, brani vocali e/o strumentali di
diversi generi e stili, avvalendosi anche di strumentazioni elettroniche.
2. Riconoscere ed analizzare elementi formali e strutturali costitutivi del linguaggio musicale
facendo uso della notazione tradizionale e di altri sistemi di scrittura e di un lessico appropriato.
3. Conoscere ed analizzare opere musicali, eventi, materiali, anche in relazione al contesto storico
culturale ed alla loro funzione sociale.
4. Improvvisare, rielaborare, comporre brani vocali e/o strumentali, utilizzando sia strutture
aperte, sia semplici schemi ritmico-melodici, integrando altre forme artistiche quali danza, teatro,
artiplastiche e multimedialità.
Competenze per Arte e Immagine
1. Sperimentare, rielaborare, creare immagini e/o oggetti utilizzando operativamente gli elementi,
i codici, le funzioni, le tecniche proprie del linguaggio visuale ed audiovisivo.
2. Riconoscere ed analizzare elementi formali e strutturali costitutivi del linguaggio visuale facendo
uso di un lessico appropriato; utilizzare criteri base funzionali alla lettura e all’analisi
sia di creazioni artistiche che di immagini statiche e multimediali.
3. Utilizzare conoscenze ed abilità percettivo-visive per leggere in modo consapevole e critico i
messaggi visivi presenti nell’ambiente.
4. Apprezzare il patrimonio artistico riferendolo ai diversi contesti storici, culturali e naturali.
22
Competenze per Scienze Motorie e Sportive
1. Essere consapevole del proprio processo di crescita e di sviluppo corporeo; riconoscere inoltre
le attività volte al miglioramento delle proprie capacità motorie.
2. Destreggiarsi nella motricità finalizzata dimostrando:
- di coordinare azioni, schemi motori, gesti tecnici con buon autocontrollo;
- di utilizzare gli attrezzi ginnici in maniera appropriata;
- di utilizzare conoscenze e abilità per risolvere situazioni-problema di natura motoria.
3. Partecipare a giochi di movimento, a giochi tradizionali, a giochi sportivi di squadra, rispettando
le regole, imparando a gestire con equilibrio sia la sconfitta che la vittoria.
4. Gestire i diversi ruoli assunti nel gruppo e i momenti di conflittualità nel rispetto di compagni ed
avversari.
5. Controllare il movimento e utilizzarlo anche per rappresentare e comunicare stati d’animo.
6. Assumere comportamenti rispettosi della salute e della sicurezza, proprie ed altrui.
Area di apprendimento: Religione Cattolica
1. Individuare l’esperienza religiosa come una risposta ai grandi interrogativi posti dalla
condizione umana e identificare la specificità del cristianesimo in Gesù di Nazareth, nel suo
messaggio su Dio, nel compito della Chiesa di renderlo presente e testimoniarlo.
2. Conoscere e interpretare alcuni elementi fondamentali dei linguaggi espressivi della realtà
religiosa e i principali segni del cristianesimo cattolico presenti nell’ambiente.
3. Riconoscere in termini essenziali caratteristiche e funzione dei testi sacri delle grandi religioni; in
particolare utilizzare strumenti e criteri per la comprensione della Bibbia e l’interpretazione di
alcuni brani.
4. Sapersi confrontare con valori e norme delle tradizioni religiose e comprendere in particolare la
proposta etica del cristianesimo in vista di scelte per la maturazione personale e del rapporto con
gli altri.
Attività alternative all’IRC4
1. Conoscere i valori sociali universali (pace, uguaglianza, amicizia, solidarietà, lealtà, giustizia,
umiltà, responsabilità.
2. Riflettere in merito a diritti e a doveri, alla carta costituzionale e all’educazione alla cittadinanza
attiva
4
Attività realizzate compatibilmente con le risorse in organico e destinate agli alunni che non si avvalgono dell’IRC e che
rimangono a scuola.
23
3. Approfondire le proprie conoscenze linguistiche e disciplinari per dare significato ai
comportamenti propri e altrui e alle regole di convivenza civile, in un contesto caratterizzato dalla
diversità e dal pluralismo culturale e religioso.
Al termine del primo ciclo di istruzione il consiglio di classe certifica, secondo quanto previsto dalla
normativa provinciale, le competenze degli studenti.
La certificazione delle competenze avviene entro il termine dell’anno scolastico conclusivo del
primo ciclo di istruzione.
Nella stesura della certificazione viene considerato il percorso educativo e didattico svolto dallo
studente, i traguardi raggiunti nell’apprendimento e i livelli acquisiti relativamente alle seguenti
competenze a carattere principalmente disciplinare:
- comunicazione nella lingua italiana;
- comunicazione nelle lingue straniere;
- competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
- competenza digitale;
- consapevolezza ed espressione culturale.
24
IL QUADRO DELL’OFFERTA FORMATIVA CURRICOLARE
Nella definizione della propria filosofia e del proprio modello organizzativo, l’Istituto struttura
l’impianto per la scuola valorizzando il passato, promuovendo innovazione sulla scorta dell’attività
di autoanalisi, degli indirizzi della pedagogia e degli orientamenti attuali dell’autonomia, e tenendo
conto delle indicazioni che emergono dal territorio, dal mondo del lavoro e dalla società più in
generale.
Il Progetto di Istituto, al cui centro è sempre posta la persona nel suo sviluppo armonico, intende
favorire negli alunni, attraverso un ponderato percorso curricolare e mediante attività di progetto
e di laboratorio, una equilibrata maturazione, attenta agli stili personali e all’acquisizione degli
apprendimenti secondo quanto previsto dai Piani di Studio d’Istituto.
In quest’ottica il Progetto prevede di promuovere un approccio più efficace e una preparazione più
solida anche nelle tematiche legate all’Educazione alla Convivenza Civile e alla Cittadinanza.
Il primo ciclo d’Istruzione è costituito dalla scuola primaria e dalla scuola secondaria di primo
grado. Esso ha la durata di 8 anni ed è articolata su 4 bienni e costituisce il primo segmento in cui
si realizza il diritto-dovere all’educazione, all’istruzione e alla formazione.
La scuola primaria, della durata di 5 anni, è articolata in due bienni e un anno di raccordo con la
scuola secondaria di I grado (primo anno del terzo biennio).
La scuola secondaria di primo grado, della durata di 3 anni, si articola in un primo anno di
raccordo con la scuola primaria e un biennio conclusivo.
Nell’Istituto sono presenti cinque scuole primarie e una scuola secondaria di primo grado.
Ai sensi normativa vigente, il monte ore annuo può variare fino ad un massimo del 20%.
E’ autonomia dei singoli plessi:
-
integrare il tempo assegnato alle discipline fino al raggiungimento del tempo scuola
settimanale;
-
articolare il tempo scuola con interventi di durata inferiore o superiore all’ora;
-
introdurre modalità organizzative che rompono l’unità classe: gruppi di laboratorio,
gruppi opzionali a classi aperte, moduli di livello.5
Nelle tabelle sottostanti sono indicate le soglie minime e quelle massime del tempo da dedicare
settimanalmente alle singole discipline.
5
La loro definizione deve rispondere ai bisogni formativi della classe.
25
SCUOLA PRIMARIA
Disciplina
ITALIANO
LINGUA COMUNITARIA/di MINORANZA
STORIA - GEOGRAFIA – EDUCAZIONE ALLA
CITTADINANZA
MATEMATICA
SCIENZE E TECNOLOGIA
MUSICA
ARTE E IMMAGINE
SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE
IRC – ATTIVITA’ ALTERNATIVE
ATTIVITA’ OPZIONALI FACOLTATIVE
Momenti
6-7
1-3
2-5
4-6
2-3
1
1
1-2
2
4
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Disciplina
ITALIANO
TEDESCO
INGLESE
STORIA - GEOGRAFIA – EDUCAZIONE ALLA
CITTADINANZA
MATEMATICA
SCIENZE
MUSICA
ARTE E IMMAGINE
TECNOLOGIA
SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE
IRC – ATTIVITA’ ALTERNATIVE
ATTIVITA’ OPZIONALI FACOLTATIVE
Momenti
6
3
3
4
4
2
2
2
2
2
1
2-6
LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI
VALUTARE
significa attivare un confronto tra gli obiettivi proposti nell’ambito della programmazione e
i risultati conseguiti,
significa misurare il livello dei risultati e riequilibrare, eventualmente, mezzi e metodi di
intervento.
Nella valutazione convergono non solo dati misurabili, ma anche osservazioni sui ritmi di
apprendimento, sull’impegno, sulla socializzazione, sui livelli di maturazione raggiunti.
26
La valutazione a sua volta implica la VERIFICA: l’intervento periodico che mira a prendere atto e a
misurare quanto è successo o sta avvenendo in un processo di apprendimento.
Fasi della valutazione nelle quali sono impegnati gli insegnanti dell’Istituto:
VALUTAZIONE INIZIALE
Raccolta di informazioni e test circa i prerequisiti cognitivi (abilità e conoscenze) e motivazionali
degli alunni.
VALUTAZIONE IN ITINERE
Viene effettuata a carattere periodico e ricorrente sia sul grado di acquisizione delle conoscenze e
delle abilità degli alunni in rapporto agli obiettivi curricolari, sia sull’efficacia della progettazione
stessa.
VALUTAZIONE FINALE
Accerta il livello di competenza raggiunto dall’alunno in ordine agli obiettivi e alle finalità.
Le fasi del processo di valutazione sono intese nell’ottica di una VALUTAZIONE FORMATIVA che:
va al di là della semplice classificazione di merito degli alunni,
determina il livello di apprendimento e l’acquisizione di conoscenze, comportamenti,
competenze e abilità (sapere, saper essere, saper fare),
persegue la creazione di un clima educativo positivo basato sulla fiducia reciproca e sulla
solidarietà, in cui hanno molta importanza le relazioni interpersonali all’interno del gruppo
classe,
ingenera processi di identificazione, autostima e orientamento che portano l’alunno ad
acquisire consapevolezza di sé e ad autovalutarsi attraverso la comprensione e la
valutazione dell’ambiente in cui vive.
In accordo con la normativa nazionale, il Regolamento provinciale per la valutazione degli
apprendimenti degli alunni, stabilisce che per la Scuola secondaria di Primo Grado il Consiglio di
classe procederà alla valutazione, se esiste la condizione della frequenza accertata del 75% delle
lezioni prevista per l’anno scolastico di riferimento.
Le situazioni di deroga sono state formalizzate dal Collegio dei Docenti come indicato qui di
seguito:
1. documentati motivi di salute
27
2. alunni stranieri impegnati in attività specifiche di alfabetizzazione (che saranno comunque
valutati in base agli effettivi progressi compiuti, secondo il Regolamento attuativo
dell’art.75 della L.P. N. 5 del 7 agosto 2006)
3. alunni che rientrano in azioni formative o comunque in percorsi di antidispersione
scolastica.
Il documento di valutazione
La scheda di valutazione viene consegnata alle famiglie con scadenza quadrimestrale, infatti l’anno
scolastico viene diviso in due quadrimestri.
La scheda si divide nelle seguenti parti:
•
la prima parte che, adottando la forma aggettivale: non sufficiente, sufficiente, discreto,
buono, distinto, ottimo, registra e comunica i livelli raggiunti dagli alunni nelle singole
discipline,
•
la seconda parte che esprime una valutazione globale dell’alunno in ordine agli aspetti
educativi e formativi,
•
la terza parte che riferisce la valutazione delle attività opzionali facoltative utilizzando la
forma aggettivale.
I “Criteri per la valutazione degli studenti” deliberati dal Collegio Docenti riguardano:
il comportamento;
il grado di maturazione nel rispetto delle regole;
la disponibilità verso il lavoro scolastico;
la partecipazione alle proposte didattiche;
l’attenzione e la concentrazione;
il rispetto delle consegne nel portare il materiale, nella cura dei compiti
scritti e della preparazione orale;
la capacità di organizzare il proprio lavoro in maniera autonoma;
il grado di sicurezza nell’utilizzo di linguaggi, tecniche e strumenti;
il profitto nelle varie discipline.
28
L’ORGANIZZAZIONE
Il Tempo scuola
L’organizzazione del tempo scuola tiene conto del contesto territoriale e soprattutto dei bisogni
formativi, educativi e orientativi degli alunni, sulla base della riforma prevista dal Decreto
Legislativo n°. 59 del 23 gennaio 2003, del Regolamento in materia di autonomia scolastica, della
Delibera della Giunta Provinciale della PAT n. 18 del 16 gennaio 2009, nonché delle risorse
assegnate.
Va affermato che mentre il tempo scuola, a livello nazionale, è stato disciplinato con la legge 30
ottobre 2008, n. 169, il cui aspetto più innovativo riguarda la scuola primaria, nella quale è stato
introdotto un nuovo modello con orario minimo di 24 ore settimanali, a livello provinciale l’art. 55
della legge n. 5 del 7 agosto 2006 dispone che la quantificazione oraria di insegnamento delle
discipline obbligatorie e opzionali venga definita all’interno del regolamento di adozione dei piani
di studio provinciali.
Ad oggi, quindi, in accordo con i Piani di Studio Provinciali la problematica è stata disciplinata con
la sopra citata deliberazione della giunta provinciale che stabilisce che l’orario settimanale delle
lezioni nella scuola primaria è per la prima classe di 26 ore settimanali obbligatorie, in aggiunta alle
quali le istituzioni scolastiche propongono attività opzionali facoltative per ulteriori 4 ore
settimanali e fino a ulteriori 10 ore settimanali per attività di mensa e interscuola.
Si rimanda all’Allegato annuale l’esplicitazione degli orari e dell’offerta formativa di ciascun plesso
di Scuola Primaria.
Per quanto riguarda la Scuola Secondaria di Primo Grado, le unità orarie settimanali obbligatorie
risultano essere 31, alle quali possono essere aggiunte fino a 6 ore opzionali facoltative
pomeridiane.
Infatti gli alunni della scuola secondaria di primo grado “C. Andreatta” dispongono di due
pomeriggi facoltativi.
I ragazzi iscritti al tempo scuola facoltativo hanno diritto ad accedere al servizio mensa.
Nei pomeriggi facoltativi sono attivati dei laboratori, i quali integrano il curricolo scolastico e
mirano a valorizzare aspetti di operatività, espressione artistica e sportiva, creatività e
comunicazione.
Non è consentita la frequenza limitata a un solo periodo e a un solo quadrimestre: la scelta implica
l’impegno per l’intero anno scolastico.
29
Nel momento in cui l’alunno ha espresso la volontà di partecipare alle attività dei laboratori
opzionali, la frequenza diventa obbligatoria; le attività seguite contribuiscono a definire la
valutazione disciplinare e sono indicate nel documento di valutazione dell’alunno.
Per l’organizzazione del tempo scuola di ciascuna sezione si rimanda al sopraccitato Allegato
annuale.
30
Criteri per la formazione delle prime classi
Per la formazione delle classi vengono seguiti di norma i seguenti criteri approvati dal Collegio dei
Docenti e dal Consiglio dell’Istituzione:
-
classi equieterogenee rispetto alle autonomie, alle capacità e alla preparazione degli
alunni;
-
classi equilibrate nel numero e nella distribuzione tra maschi e femmine;
-
presenza di più alunni provenienti dalla stessa zona di residenza;
-
indicazioni degli insegnanti del precedente grado di scuola;
-
rispetto delle richieste dei genitori, se in linea con i precedenti criteri.
Gli alunni con bisogni educativi speciali vengono inseriti nella classe che si presenta più adatta alla
loro integrazione.
31
Le forze in campo
CONSIGLIO
DELL’ISTITUZIONE
COLLEGIO
Collegio
dei
DEI
Docenti
DOCENTI
Consigli
di Classe
DIRIGENTE
SCOLASTICO
CONSULTA
DEI
GENITORI
Collaboratori
del
Dirigente
Segreteria
STAFF
PLESSI
Figure di sistema
Collaboratori Scolastici
ALUNNI
CLASSI
Commissioni
Comitato mensa
Comitato per la valutazione degli insegnanti
NUCLEO INTERNO DI AUTOVALUTAZIONE
32
Il Servizio di Segreteria
La predisposizione del PIANO ANNUALE DI LAVORO dei servizi generali intende essere in linea con
gli obiettivi deliberati dal presente PROGETTO DI ISTITUTO, il quale rappresenta l’insieme delle
attività in cui si esprime l’offerta che l’Istituto propone all’UTENZA.
Si ritiene di introdurre un modello organizzativo secondo una precisa direttiva che è quella di
garantire l’unitarietà della gestione dei servizi generali.
Il piano di lavoro terrà conto dei seguenti fattori:
ottimizzazione dell’impiego delle risorse umane;
utilizzo delle competenze acquisite;
assegnazione di vari incarichi per far acquisire competenze specifiche a tutto il personale;
coerenza con gli obiettivi del Progetto di Istituto;
collaborazione con i colleghi.
Nella segreteria dell’Istituto, ospitata nella palazzina a fianco della Scuola primaria “Don Lorenzo
Milani” operano attualmente dieci persone: un funzionario amministrativo, due assistenti
amministrativi e sette coadiutori amministrativi.
L’articolazione delle attività dei servizi amministrativi è la seguente:
1. Attività finanziaria (Bilancio, Documento Tecnico, Rendiconto finanziario, determinazioni
dirigente, deliberazioni Consiglio dell’Istituzione, ecc…);
2. Attività di contabilità, ragioneria, economato, gestione “Fondo unico dell’istituzione” e altri
compensi accessori del personale docente e ATA, beni mobili, inventario, contratti e gestione
personale ATA;
3. Gestione Personale Docente;
4. Gestione Alunni;
5. Gestione Organi Collegiali;
6. Gestione Protocollo ed Archivio;
7. Gestione visite guidate, viaggi istruzione ecc..;
8. Affari generali e aggiornamento sito web Istituto.
33
I Collaboratori Scolastici
Presso i plessi dell’Istituto sono in servizio quattordici collaboratori scolastici: cinque presso la
Scuola Secondaria di Primo Grado “Ciro Andreatta”, cinque presso la Scuola Primaria “Don Milani”,
uno presso gli Uffici di via Monte Cristallo, uno presso la Scuola Primaria “Il Bucaneve” di
Sant’Orsola, uno a a Canezza e uno a Zivignago6.
Si specifica che il servizio di pulizie è parzialmente appaltato dai Comuni di Pergine e Fierozzo a
ditte esterne per i plessi di loro competenza.
I collaboratori si occupano tradizionalmente dei seguenti settori:
-
Rapporto con gli alunni e i docenti
-
Sorveglianza generica dei locali
-
Pulizia di carattere materiale
-
Supporto amministrativo e didattico (anche fotocopie)
-
Servizi interni ed esterni
-
Presenza costante (durante l’orario di servizio).
Gli Assistenti Educatori
Gli assistenti educatori prestano la loro professionalità nelle aule al fianco degli insegnanti, nelle
situazioni di maggiore difficoltà.
Nell’Istituto da molto tempo l’opera del personale docente e di alcuni assistenti educatori
provinciali viene affiancata da personale messo a disposizione da una Cooperativa di servizi sociali,
senza alcuna differenza in termini di disponibilità e capacità professionali.
6
Si precisa che per esigenze organizzative la distribuzione del personale ausiliario potrà essere modificata.
34
Il servizio mensa
Per gli alunni che frequentano le attività scolastiche pomeridiane, la Comunità di Valle organizza il
servizio mensa.
Il servizio viene sottoposto alla sorveglianza, oltre che delle autorità sanitarie, anche di una
speciale commissione dalla quale fanno parte i rappresentanti dei genitori e degli insegnanti,
nominata e convocata dal Presidente del Consiglio dell’Istituzione.
Eventuali problemi vengono segnalati al Dirigente Scolastico, ai Referenti di plesso, ai
rappresentanti dei genitori negli Organi Collegiali e alla Comunità di Valle.
L’aspetto educativo del momento mensa e la sorveglianza vengono assicurati dagli insegnanti di
classe e/o dagli assistenti educatori della scuola.
Il momento mensa e interscuola offre opportunità di socializzazione e d’aggregazione e
rappresenta un importante momento educativo – formativo per l’acquisizione di corrette abitudini
nel campo dell’alimentazione.
A scuola, l’educazione alimentare è realmente attuata proponendo pasti equilibrati, con gran
varietà di cibo per stimolare nei ragazzi l’interesse e la curiosità verso il “nuovo”.
Esperienze recenti hanno consentito di verificare che, riguardo all’alimentazione, il bambino è ben
disposto ad acquisire modelli comportamentali che poi tendono ad essere riproposti anche in
ambito familiare, amplificandone così il messaggio. Inoltre, le corrette abitudini alimentari
acquisite in età scolare sono poi conservate da gran parte dei ragazzi con positivo riscontro in età
adolescenziale.
Il momento interscuola fa parte a tutti gli effetti del programma didattico educativo; infatti offre
agli alunni continue occasioni per l’acquisizione di nuove regole comportamentali e di gioco e dà
agli insegnanti un’ulteriore possibilità d’osservazione delle dinamiche di gruppo.
La necessità di organizzare e gestire spazi comuni comporta inoltre un continuo e diretto rapporto
insegnante alunno.
35
LE AREE DEL PROGETTO D’ISTITUTO
Le aree del Progetto d’Istituto rappresentano lo sviluppo degli ambiti delle attività promosse
dall’Istituzione.
Il documento Allegato, aggiornato annualmente, presenta nel dettaglio le attività ed i progetti
programmati in ciascun plesso.
AREA DIDATTICA
AMBITO LINGUISTICO
Il CLIL
(= Content and Language Integrated Learning, apprendimento integrato di lingua e contenuti)
Scuola primaria
Inglese
Nel mondo attuale tutte le lingue concorrono alla promozione di competenze, in quanto veicoli,
strumenti di studio, fondamentali nella crescita globale della persona. E’ quindi importante creare
le situazioni propizie allo sviluppo di una sensibilità comunicativa che aiuti gli alunni e le alunne ad
interagire tra loro e a rapportarsi con il mondo in modo “elastico”.
Durante l’anno scolastico si avvia la costruzione di competenze linguistiche utilizzando il
vocabolario e le strutture funzionali all’insegnamento di varie discipline, quali: scienze motorie e
sportive, arte e immagine, musica, scienze e geografia. Sono inoltre utilizzati il lessico dell’ambito
d’esperienza di vita degli allievi e delle allieve, le strutture e i vocaboli funzionali alla soddisfazione
dei bisogni comunicativi degli alunni e quello finalizzato alla realizzazione di eventuali progetti
nelle varie classi e/o del plesso.
Le scelte delle strutture e dei vocaboli da proporre tengono ovviamente conto del graduale
sviluppo della programmazione delle discipline scelte e l’orientamento metodologico generale
prevede d’esporre gli alunni ad un input linguistico il più possibile diverso, vario, ampio, ricco.
Le lezioni sono ludiche e prevalentemente di tipo orale. La lingua diventa, così, mezzo per lo
svolgimento di giochi, di varie attività e di conversazioni legate allo specifico disciplinare, al
vissuto, all’ambiente scolastico ed extrascolastico degli allievi e delle allieve.
Gli allievi e le allieve sono avviati a comprendere e a produrre oralmente, in lingua straniera
36
inglese, tramite attività graduate in ordine di complessità e di difficoltà d’esecuzione; tale ordine
non è necessariamente l’ordine di sviluppo dell’attività didattica, che tiene invece conto del lessico
necessario all’apprendimento delle discipline scelte, delle situazioni contingenti e delle specificità
d’ogni singola classe.
Può essere richiesto il passaggio a livelli “superiori” oppure “inferiori”, con un andamento
“concentrico” delle complessità da affrontate.
Nella pratica didattica gli alunni sono esposti a vari e differenziati input linguistici e avviati ad
accettarli naturalmente; si usano più canali espressivi allo scopo di far comprendere, in contesto, il
significato generale e particolare. Si avvia inoltre l’abitudine a non tradurre in lingua madre il
significato compreso e a considerare sufficiente la comprensione di quest’ultimo; a
parlare/rispondere in lingua straniera senza pensare prima in lingua madre all’eventuale
vocabolo/struttura da dire; ad esprimersi senza inibizioni e/o paura di sbagliare, oppure di fare
brutta figura. Man mano cresce il vocabolario conosciuto, si stimolano i bambini a ricercare
autonomamente in esso parole e/o strutture adatte a esprimere lessico relativo all’ambito in cui
operano.
Tedesco
Il progetto di Tedesco veicolare si pone come fine la promozione della conoscenza delle lingue
straniere come opportunità formativa e culturale in modo tale da sviluppare negli alunni la
consapevolezza di crescere in un futuro come cittadini europei.
Esso prevede inoltre che l’apprendimento della lingua straniera avvenga nel modo più naturale e
le competenze acquisite favoriscano una formazione bilingue degli alunni.
La lingua tedesca dovrebbe diventare per questi alunni non più “straniera”, o una disciplina
scolastica, ma una seconda lingua attraverso la quale comunicare ed apprendere.
Su tutte le discipline è prevista attualmente la compresenza di entrambi gli insegnanti, che si
alternano durante l’attività.
E’ prevista la prevalenza dell’insegnante di lingua veicolare, mentre l’insegnante di classe, osserva
l’attività e gli alunni, collabora con il collega, aiuta i bambini, limitando all’indispensabile l’utilizzo
della lingua madre.
I concetti presentati vengono poi riutilizzati in contesti nuovi per verificarne la comprensione
anche in lingua madre.
Due ore sono inoltre dedicate all’insegnamento della lingua comunitaria (TEDESCO) come
37
disciplina, e su tali ore non è prevista la compresenza.
Scuola secondaria di primo grado
Anche presso la scuola secondaria di primo grado è in atto la sperimentazione CLIL (Content and
Language Integrated Learning, apprendimento integrato di lingua e contenuti), un progetto
educativo in cui le lingue e le abilità comunicative assumono un ruolo preminente nel curricolo.
Le lingue comunitarie considerate sono l’Inglese e il Tedesco.
Il CLIL è un approccio dalle varie sfaccettature che è messo in pratica al fine di raggiungere uno di
questi tre risultati:
A. accrescere negli alunni la fiducia in se stessi e far nascere il desiderio di apprendere altre
lingue
B. conseguire l’obiettivo precedente e attivare le conoscenze linguistiche preesistenti
trasformandole in abilità (per esempio, guidare lo studente a usare la lingua come strumento
invece di preoccuparsi dei concetti teorici di forma e funzione)
C. raggiungere il bilinguismo funzionale oppure livelli molto elevati di padronanza della prima
lingua e della lingua/lingue obiettivo.
Ci sono quattro motivi alla base dell’integrazione di lingua e contenuti:
1. la lingua viene acquisita in modo più efficace quando è appresa per comunicare in
situazioni sociali significative e rilevanti
2. l’integrazione dell’insegnamento dei contenuti e della seconda lingua garantisce
l’esposizione alla lingua e le basi essenziali per l’apprendimento linguistico
3. l’acquisizione della lingua procede naturalmente di pari passo con lo sviluppo cognitivo
4. imparare ad usare la lingua in un contesto non significa necessariamente saperla usare in un
altro. L’integrazione dell’insegnamento della seconda lingua con l’insegnamento dei
contenuti rispetta la specificità dell’uso funzionale della lingua.
L’insegnante CLIL:
-
riconosce nel proprio uso della lingua abituale in classe situazioni comunicative in cui
l’attenzione è focalizzata sul mezzo, sul messaggio, sull’interazione sociale;
-
in classe fa un uso prevalente della lingua orientata all’interazione sociale e al messaggio;
-
è in grado di organizzare momenti di riflessione sulla lingua funzionali all’apprendimento
della disciplina;
-
sa utilizzare tecniche di comunicazione/interazione che facilitino la comprensione dei
significati (contestualizzazione, ridondanza, uso di mezzi non verbali);
38
-
ha la capacità di utilizzare una didattica attiva, centrata sull’attività degli allievi e non solo
sulla trasmissione dei concetti.
L’attività viene svolta in modo continuativo.
É previsto sia l’utilizzo della lingua madre che della lingua comunitaria a seconda di quanto
previsto dagli insegnanti nella programmazione (il passaggio da una lingua all’altra agevola
l’apprendimento).
Molti dei bisogni linguistici effettivamente legati alla materia riguarderanno il lessico, sia che si
tratti della terminologia utilizzata per un particolare tipo di esercizio, sia del lessico necessario per
parlare di un argomento. Il lessico potrà variare molto a seconda degli argomenti trattati in
ciascuna materia e potrà essere affrontato in modi diversi.
Gli stessi documenti autentici (testi, registrazione audio e video) conterranno molti degli elementi
lessicali della materia, necessari per poterli utilizzare.
Il lavoro preparatorio sui documenti permetterà quindi all’insegnante di fare un elenco di questi
vocaboli, come pure un elenco di qualunque altra parola che è necessaria, ma non è contenuta nel
testo.
I viaggi di studio
L’Istituto organizza e promuove viaggi di studio all’estero con la finalità di veicolare la conoscenza
delle lingue straniere anche per mezzo di esperienze collettive. Di particolare importanza la
settimana di lingua tedesca per le quinte di Scuola Primaria, dove assieme all’attività di “full
immersion” in lingua i ragazzini possono conoscere i futuri compagni della scuola secondaria di
primo grado.
Per le classi della Scuola Secondaria di Primo Grado si organizza un soggiorno studio in un Paese
dell’area anglofona.
L’Istituto promuove inoltre le iniziative delle associazioni che organizzano attività legate a scambi
culturali e iniziative di permanenze di studio all’estero (es. : AGEBI – www.agebi.it).
39
Minoranze Linguistiche - Cultura Mòchena
Il Polo mòcheno di Fierozzo
La scuola di Fierozzo, a partire dall’anno scolastico 1998/99, si caratterizza per un progetto di
insegnamento veicolare della lingua tedesca e di valorizzazione della lingua e cultura della
minoranza mòchena che si pone i seguenti obiettivi:
saper usare, alla fine del quinquennio, la lingua tedesca nelle forme colloquiali
richieste dalla vita quotidiana e veicolarmente per quanto riguarda semplici
contenuti stabiliti nelle varie programmazioni disciplinari;
fornire all’alunno forti mezzi culturali per affrontare il futuro;
conoscere e recuperare tradizioni del passato, principalmente mòchene, ma anche di
altre culture limitrofe e/o dell’area tedesca; saperle confrontare con quelle attuali
per giungere così a rafforzare la propria identità culturale.
La scuola è attualmente frequentata da alunni provenienti non solo da Fierozzo, ma anche da Palù
del Fersina e Frassilongo.
L’insegnamento veicolare della lingua tedesca riguarda tutte le discipline curricolari, con la sola
esclusione della lingua italiana e, parzialmente, della storia nel secondo ciclo; la lingua tedesca
viene usata inoltre per i rituali della vita scolastica quotidiana (consegne, comandi, commenti,
incarichi, mensa, ecc.).
Alla fine dell’anno scolastico vengono predisposte delle schede di osservazione che valutano le
competenze acquisite da ogni alunno.
Per il confronto con la lingua mòchena si attinge al bagaglio esperienziale dei bambini, che
vengono così rivestiti del ruolo di “esperti”, creando le premesse per la valorizzazione della cultura
locale.
Ogni anno gli insegnanti concordano inoltre uno o più temi attinenti alla cultura locale da
sviluppare nel corso dei due quadrimestri, all’interno delle singole classi, a classi aperte o per
gruppi verticali di alunni: il legno, le miniere, ecc.
Per la programmazione delle relative attività si avvalgono della collaborazione di enti quali
l’Istituto Culturale Mòcheno, delle Amministrazioni locali, nonché delle famiglie, da sempre valide
fonti di materiali ed informazioni.
In questi ultimi anni è stato portato avanti un importante lavoro di predisposizione del curricolo
40
specifico di lingua e cultura mòchena, articolato su tutta la durata del primo ciclo dell’istruzione
obbligatoria.
Ogni anno, l’Istituto, grazie al supporto economico del Servizio per la Promozione delle Minoranze
Linguistiche Locali e Relazioni Esterne della PAT, organizza in orario serali tre corsi di lingua
mòchena (livello, base intermedio, avanzato) destinati principalmente agli adulti.
I corsi si tengono presso il Polo mòcheno e sono tenuti sia da docenti interni, sia da personale
esterno in possesso del patentino linguistico mòcheno.
AMBITO ESPRESSIVO
Arte e Immagine
Scuola primaria - Scuola secondaria di primo grado
L’arte è un’occasione per indagare e descrivere il modo con cui prendono forma le sensazioni, i
processi della percezione, dell’immaginazione e della memoria.
È opportunità per ripensare, riflettere, sognare, inventare, esprimere, vale a dire pensare in forma
nuova, avviare un’immaginazione senza vincoli di realtà, trovare e scoprire qualcosa di nuovo,
manifestare e comunicare.
L’arte è qualcosa di complesso e poliedrico che solleva problemi, suscita curiosità e suggerisce
punti di vista, non deve condurre gli alunni ad una meta, ma offrire, senza imposizioni, gli
strumenti per il viaggio.
Storicamente l’IC PERGINE 1 si è sempre distinto per una grande attenzione verso l’arte e le sue
forme.
Con entusiasmo e grande competenza i docenti e gli studenti si dedicano con passione a
progettualità estremamente significative, partecipando spesso a iniziative e a concorsi promossi
da associazioni ed enti nazionali, regionali, provinciali e locali.
Musica
Nell’istituto viene posta particolare attenzione all’educazione musicale degli alunni sia nella scuola
primaria, sia nella scuola secondaria di primo grado.
Il supporto di associazioni e scuole musicali presenti nella realtà locale si è sempre rivelato
prezioso e in sinergia con la proposta formativa dell’Istituzione.
41
Scuola primaria
E’ in atto da alcuni anni un piano di attività pluriennale che si basa soprattutto sull’esplorazione
del mondo sonoro, poiché per imparare a conoscere e a fruire della musica, il bambino deve
sviluppare e sapere meglio sfruttare le proprie capacità di ricezione, percezione ed attenzione su
tutto ciò che è udibile. L’educazione al suono e alla musica è inoltre un’esperienza in cui le varie
attività, i contenuti e gli obiettivi sono strettamente correlati con il linguaggio verbale, motorio e
grafico simbolico.
Nelle prime classi vengono proposti giochi ed attività per sviluppare la sensibilità uditiva; dalla
terza classe in poi si utilizza anche il flauto dolce.
Scuola secondaria di primo grado
Oltre al tradizionale insegnamento curricolare dell’educazione musicale, all’interno delle attività
facoltative opzionali vengono proposti vari corsi (corso di chitarra, corso strumentale, corso di
canto).
Scienze Motorie e Sportive
Da alcuni anni l’Istituto propone ai suoi utenti corsi particolari di sport e di attività di scienze
motorie e sportive.
Scuola primaria
Vengono organizzati corsi di nuoto presso la piscina comunale di Pergine e, tramite una
convenzione con il CONI, è possibile avere la presenza di un preparatore specializzato per alcune
ore nel corso dell’anno scolastico.
Le classi terze, quarte e quinte partecipano alle fasi comunali dei Giochi sportivi studenteschi.
Vengono offerti corsi di tennis, minivolley e altre discipline sportive, organizzati con le associazioni
sportive presenti sul territorio, spesso supportati economicamente dalle Amministrazioni
Comunali.
Scuola secondaria di primo grado
Tra le varie attività proposte a livello sportivo, ricordiamo che viene attivato un corso di sci,
inserito fra le attività complementari di educazione fisica.
42
In ottemperanza alla relativa Delibera della Giunta provinciale, i tre docenti della Scuola
secondaria di I Grado “C. Andreatta” sono i titolari dell’insegnamento delle scienze motorie nelle
classi quinte delle Scuole primarie dell’Istituto.
Le attività laboratoriali
Nel corso dell’anno vengono proposti nei vari plessi diverse attività laboratoriali.
Scuola primaria
Esemplifichiamo alcune proposte: laboratori di drammatizzazione, giochi con la carta,
manipolazione con la creta, attività manuali e pittoriche, teatro, educazione ambientale, lettura
espressiva, ricamo, cinema e fruizione televisiva guidata, corso di nuoto, laboratori di giochi ed
attività sportive, orienteering, avviamento allo studio, percorsi scientifici, percorsi storicogeografici, laboratori di carattere manuale-pratico, laboratori musicali, giochi sportivo-motori,
attività dell’ambito linguistic, matematico, antropologico e musicale di lingua e cultura mòchena.
Scuola secondaria di primo grado
Nei pomeriggi vengono proposte ai vari gruppi, composti da alunni di classi diverse, attività di
vario tipo: i sopraccitati laboratori musicali, laboratori artistico-espressivi, laboratori di avviamento
allo sport, sci e atletica, certificazioni linguistiche in inglese e in tedesco, laboratori di informatica e
per lo svolgimento dei compiti.
AREA DEL BEN-ESSERE
L’ambito è finalizzato a far acquisire agli alunni la consapevolezza del diritto/dovere alla salute,
intesa come benessere fisico/psichico/sociale e più specificatamente nelle seguenti aree:
affettività, sessualità ed emozioni, alimentazione, educazione stradale, sicurezza, prevenzione
delle dipendenze, primo soccorso.
Il monitoraggio precoce dei DSA (= disturbi specifici dell’apprendimento)
L’Istituto ha sempre ritenuto importante individuare precocemente gli alunni con disturbi
d’apprendimento per poter intervenire nel modo più opportuno. Dal momento che la diagnosi di
dislessia viene effettuata solo a partire dalla classe terza della scuola primaria, lo scopo del
progetto è l’individuazione di alunni con particolari necessità di apprendimento e l’attivazione di
43
strategie didattiche e strumenti opportuni. L’intervento precoce nella maggior parte dei casi
permette agli alunni di superare le difficoltà, senza dover ricorrere all’intervento dei Servizi
Sanitari.
E’ stato dunque organizzato uno screening su livelli diversi in base all’età degli alunni nelle prime
tre classi della scuola primaria con l’ausilio di una figura di sistema e un diretto coinvolgimento
degli insegnanti di classe.
L’attività è completata da azioni che promuovono lavori su testi selezionati e forme di recupero
mirate alla tipologia di difficoltà emersa dalle rilevazioni.
I dati raccolti nelle classi prima e seconda di Scuola Primaria vengono comunicati alla PAT tramite il
portale GIADA, in ottemperanza alla normativa vigente.
Educazione Affettiva e delle Emozioni
OBIETTIVI
1. Saper costruire tutti insieme, partecipando in prima persona, un ambiente affettivamente
favorevole
2. Conoscere la propria dimensione interiore
3. Saper riconoscere, accettare e controllare i propri cambiamenti fisici e psicologici
4. Saper riconoscere le caratteristiche fisiche maschili e femminili e saper comprendere i
diversi ruoli individuali e sociali all’interno del gruppo
5. Saper gestire la propria salute fisica e psichica nel campo della sessualità
6. Saper interagire positivamente con l’adulto
STRATEGIE
-
Condivisione del progetto educativo tra docenti, genitori ed esperti chiamati ad intervenire
-
Informazione e discussione con i docenti sulle tematiche affrontate dagli esperti
-
Intervento delle figure competenti nel settore: psicologo, ostetrica, assistente sanitaria ed
altri, tenendo conto dell’età dei ragazzi.
Educazione alimentare
OBIETTIVI
1. Saper sviluppare nell’arco del tempo capacità di osservazione e di analisi rispetto ai
prodotti dell’ambito alimentare
2. Prevenire malattie riconducibili ad una scorretta alimentazione
3. Saper operare scelte critiche rispetto ai propri consumi
44
4. Saper riconoscere e prevenire le scelte alimentari devianti connesse alla sfera affettiva
(bulimia e anoressia).
STRATEGIE
Acquisire informazioni corrette attraverso:
-
l’informazione dei docenti
-
l’uso dei vari strumenti multimediali
-
l’intervento di esperti (medici, dietologi, studiosi dell’alimentazione, Azienda per i Servizi
Sanitari...)
-
il collegamento con l’APSS
-
la condivisione con le famiglie delle regole della corretta alimentazione.
Educazione stradale (Scuola Primaria)
OBIETTIVO
- Acquisire le norme che regolano la vita della società con particolare riguardo a quelle stradali.
STRATEGIE
- Intervento degli esperti della POLIZIA municipale
- Utilizzo di strumenti multimediali afferenti la tematica
- Esercitazioni simulate di percorsi appositamente predisposti.
Primo soccorso (Scuola Primaria)
OBIETTIVI
1.Conoscenza dei mezzi di soccorso e di come si accede al Pronto Intervento.
2.Trasmettere conoscenze sul servizio di pronto intervento in momenti di particolare gravità o
Emergenza.
STRATEGIE
-
Utilizzo di strumenti multimediali, inviati dall’ Azienda per i Servizi Sanitari, inerente la
tematica.
Educazione alla sicurezza
La scuola rappresenta il contesto ideale nel quale strutturare, articolare ed approfondire la
cultura della sicurezza, affinché nelle nuove generazioni il concetto venga radicato e diventi stile di
45
vita. Infatti come in qualsiasi altro luogo, anche a scuola si possono presentare delle situazioni di
rischio per la sicurezza e la salute.
Chiunque operi all’interno della scuola, indipendentemente dal lavoro che svolge, ha l’obbligo
di attenersi alle norme di prevenzione e protezione, per sé e soprattutto per i minori affidati. Gli
operatori della scuola devono offrire degli strumenti utili per affrontare in piena sicurezza ogni
tipo di situazione di emergenza, eliminando le condizioni di incertezza ed improvvisazione. La
scuola ha in questo un ruolo chiave, deve perseguire questo obiettivo insegnando agli studenti i
principi della sicurezza in un vero e proprio percorso.
OBIETTIVI
1) Promozione della cultura della prevenzione dei rischi;
2) Informazione per prevenire;
3) “ANTICIPAZIONE”; sviluppo dell’abitudine a prevedere (“anticipare”) le possibili conseguenze
delle proprie ed altrui azioni o di eventi ambientali;
4) Interiorizzazione del “bene salute” quale valore di riferimento nelle scelte di vita.
STRATEGIE
1) Contestualizzazione dei temi della sicurezza nell’ambito delle varie proposte disciplinari;
2) Rilevazione/memorizzazione dei fattori di rischio presenti negli ambienti scolastici;
3) Promozione negli alunni della capacità di adottare i comportamenti preventivi adeguati;
4) Partecipazione alle prove simulate di evacuazione d’emergenza, lettura consapevole della
cartellonistica, rispetto delle consegne;
5) Trasferimento degli apprendimenti afferenti ai temi della sicurezza anche in ambito extrascolastico (sulla strada, negli ambienti domestici, nei locali pubblici ecc);
8) Effettuazione da parte dei docenti di interventi informativi su:
46
•
i fattori di rischio presenti negli ambienti scolastici;
•
corretto uso delle strutture, strumentazioni e dotazioni scolastiche;
•
comportamenti preventivi.
Cittadinanza attiva, sviluppo di una coscienza civica e imprenditoriale
La scuola è coinvolta in un processo di trasformazione che negli ultimi decenni ha portato a
superare il modello trasmissivo della conoscenza ed elaborare, in una sorta di laboratorio, un
percorso in cui poter fondere azione didattica e finalità educative, abilità cognitive e competenze
sociali.
Ciò coincide con il bisogno manifesto, nelle nuove generazioni, di trovare modalità per esprimersi,
per sentirsi protagonisti e mettere in gioco le proprie abilità, anche quelle non intercettate dalle
valutazioni scolastiche, per conoscere il proprio potenziale e trovare il proprio spazio, individuale e
collettivo.
Per rispondere a tali istanze occorre creare occasioni in cui gli studenti possano offrire il proprio
contributo, il proprio punto di vista, sentirlo riconosciuto in un clima non giudicante, affiancarli
nell’acquisizione delle abilità per esprimersi nel rispetto dell’altro riconoscendo il valore della
diversità, renderli responsabili della promozione del benessere nella propria comunità di
appartenenza.
L’istituzione di questi momenti favorisce lo sviluppo del senso di autoefficacia, delle competenze
di vita e di cittadinanza (individuate nelle linee guida dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) e
del senso di appartenenza contribuendo a prevenire forme di disagio e a promuovere la
cittadinanza attiva.
Tali occasioni, se svolte in gruppo, potenziano ulteriormente l’apprendimento perché, grazie
all’interazione con gli altri, la guida di un adulto o la collaborazione con i propri pari, si
sperimentano zone di sviluppo prossimale che stimolano la motivazione all’apprendimento di
competenze e abilità superiori, contemporaneamente cognitive e sociali che, nel lungo periodo a
cascata, possono essere spese nei diversi ambiti di vita.
Offrire alle nuove generazioni la possibilità di incidere gradualmente, ma in modo significativo
all’interno nel proprio contesto di vita consente infine di sperimentare il potere, non nel senso di
dominio, ma di servizio, relazione, capacità di azione, pazienza democratica, legittimazione dei
limiti e del senso di realtà, fonte di benessere per gli altri e per se stessi in quanto soggetti
meritevoli, aventi il diritto/potere di cambiare se stessi e la propria vita.
47
Finalità
Con il progetto si intende promuovere, attraverso la creazione del Parlamentino degli studenti, il
benessere e la partecipazione alla comunità scolastica, la cittadinanza attiva e responsabile, il
senso critico e l'educazione alle regole.
Obiettivi
- Promuovere il protagonismo e il senso di responsabilità degli studenti attraverso il Parlamentino
degli studenti;
- Stimolare la capacità critica e il problem solving nella gestione del benessere comune;
- Promuovere la democrazia partecipata e consapevole coinvolgendo gli studenti per la gestione
delle elezioni e dei momenti assembleari;
- coinvolgere famiglie, personale scolastico e territorio nella gestione e nella soluzione delle
questioni sollevate dagli studenti per il miglioramento del benessere a scuola e sul territorio.
Destinatari
Si prevede il coinvolgimento dei ragazzi della SSPG eletti in ciascuna classe della Scuola Secondaria
di Primo Grado “C. Andreatta”.
Percorso e metodologia
L’istituzione del Parlamentino richiede un percorso di presentazione e avviamento in cui sia curato
l’effettivo protagonismo dei ragazzi.
Il Parlamentino è composto dai rappresentanti eletti nelle classi: vengono quindi condotte formali
elezioni per la loro nomina.
Successivamente il Parlamentino definisce un calendario affrontando e condividendo argomenti,
tematiche e modalità di coinvolgimento degli studenti.
Prevenzione dipendenze
L’Istituto ha aderito ad un’iniziativa provinciale atta a prevenire e a informare genitori e ragazzi in
merito alle dipendenze (droga, alcool, tabacco, ecc.).
L’iniziativa è denominata “Libera la scuola” (www.liberalascuola.net) prevede delle azioni mirate
che si declinano in incontri informativi con i genitori, con gli insegnanti e con i ragazzi, cineforum
tematici e rappresentazioni teatrali.
OBIETTIVI
- Acquisire le conoscenze riguardanti i danni provocati dall’uso di alcol, di tabacco e di
sostanze stupefacenti
48
- Saper scegliere comportamenti responsabili
- Saper evitare i condizionamenti indotti dall’emulazione del gruppo.
STRATEGIE
1. Acquisizione di informazioni riguardanti le dipendenze
2. Intervento degli esperti quali forze dell’ordine, portatori di esperienze (genitori e ragazzi) ed
esposizione dei problemi che si incontrano.
Prevenire il Bullismo
I singoli Consigli di Classe, nell’ambito della propria proposta formativa e tenendo conto del
setting del gruppo, programmano una serie di interventi di carattere educativo-didattico finalizzati
alla prevenzione, al riconoscimento e alle possibili soluzioni in riferimento al fenomeno del
bullisimo.
Uso Consapevole di Internet
L’Istituto organizza momenti di formazione per l’uso consapevole di Internet, attraverso corsi
destinati ai bambini, ai ragazzi e ai genitori.
I corsi, modulati in funzione dell’età dei partecipanti, affrontano tutto ciò che la rete Internet può
comportare.
Il giusto peso delle cartelle
L’Istituto ritiene importante avere attenzione per il corretto peso delle cartelle portate a scuola dai
bambini e dai ragazzi.
Si impegna quindi nel cercare di sensibilizzare le famiglie, si attiva nel coinvolgimento dei docenti
in riferimento a tale problematica e nell’adottare soluzioni tecnico/organizzative.
UTILIZZO DEI SISTEMI DIGITALI
LIM (Lavagna Interattiva Multimediale)
L’Istituto intende offrire, accanto alla didattica tradizionale, una didattica multimediale con
supporti informatici digitali quali sono le LIM (Lavagna Interattiva Multimediale).
Tale obiettivo si persegue attraverso l’installazione delle LIM in ogni aula, la formazione rivolta ai
docenti, infine tramite l’uso della LIM da parte degli alunni.
49
I PORTALI WEB dell’Istituto
Al fine di veicolare l’esperienza scolastica mirata all’uso di Internet, sono state create, con il
coinvolgimento di genitori e docenti, delle piattaforme WEB, il cui accesso è riservato agli studenti
con autenticazione personale.
Tali piattaforme permettono un utilizzo di Internet protetto e mirato rispetto a quanto effettuato
a scuola, durante le lezioni e le varie attività.
Il fine è quello di impegnare i ragazzi in tali piattaforme, far sperimentare, senza rischi, quanto
offerto dai docenti e far partecipare gli stessi nella gestione delle informazioni, oltre che conoscere
i principi fondamentali di accesso alla rete Internet (identità digitale, netiquette, ecc).
AREA DELLA COOPERAZIONE
Il futuro della cooperazione è legato soprattutto al rinnovamento e alla formazione delle sue
compagini sociali.
Risulta quindi prioritario che le giovani generazioni siano sensibilizzate all’ideale cooperativo in
una società aperta, multiculturale e globale, come ha solennemente ribadito l’Alleanza
Cooperativa Internazionale nella Dichiarazione sull’identità cooperativa redatta a Manchester nel
1995.
La scuola, da parte sua, ha da sempre il compito di suscitare interesse e partecipazione tra gli
alunni, coinvolgendo attivamente docenti e studenti in un rapporto di collaborazione ai fini di un
insegnamento efficace.
Le due diverse esigenze possono trovare soluzione comune con la proposta dell’educazione
cooperativa attraverso l’applicazione concreta dei principi cooperativi della partecipazione
democratica, dell’azione di gruppo della responsabilità solidale, del coinvolgimento di tutti.
Ciò avviene soprattutto con l’attuazione dell’Associazione Cooperativa Scolastica (A.C.S.) che
permette sul piano pedagogico la realizzazione di un modello a tre poli: docente, allievo e compiti
operativi, reali attivatori di processi di formazione, nel cui ambito il discente diventa attore ed il
docente assume le vesti del consulente.
Scuola e cooperazione vengono quindi, ad avere un interesse comune nella diffusione
dell’educazione cooperativa tra i giovani.
In molte realtà istituzionali sono attive da anni molteplici A.C.S. che si impegnano con costanza per
le sotto indicate finalità.
50
Finalità educative
•
Educare al senso di responsabilità individuale nei confronti del gruppo
•
Saper lavorare insieme nell’ottica dell’aiuto reciproco e nel rispetto dei ritmi diversi di
apprendimento
•
Superare dinamiche interpersonali competitive
•
Educare al confronto e al rispetto delle idee
•
Esprimere ed argomentare le proprie opinioni
•
Educare alla conoscenza e al rispetto consapevole delle regole
•
Stimolare puntualità e precisione nel lavoro scolastico attraverso compiti di realtà
•
Conoscere e praticare situazioni di vita democratica (candidature, elezioni degli organi
sociali, scrutinio, …)
•
Promuovere e potenziare affinità di intenti educativi tra scuola e famiglia
•
Promuovere una serie di riflessioni sul valore del risparmio.
AREA DELLA SOCIALIZZAZIONE
Il Natale
Scuola primaria
In occasione del Natale le ore di laboratorio sono dedicate in prevalenza alle attività finalizzate alla
celebrazione del Natale.
Le attività, che coinvolgono tutte le classi e gli insegnanti dei vari plessi, rientrano nell’ambito
dell’interculturalità.
Inoltre molti alunni, durante la settimana che precede le vacanze di Natale, sono impegnati in
recite eaccademie.
Tutte le attività vedono coinvolti i genitori che possono partecipare, sia come spettatori, sia
attraverso un loro contributo.
Scuola secondaria di primo grado
Anche gli alunni della Scuola secondaria di I Grado con la ricerca di testi, poesie, canti e tradizioni
legate al Natale preparano alcuni eventi per celebrare le festività di dicembre.
51
I ragazzi vengono coinvolti nei tradizionali concerti di Natale.
E’ un importante momento di aggregazione non solo per gli alunni, ma per tutti i docenti coinvolti
nella progettazione e indirettamente per le famiglie, che si sentono protagoniste, assieme ai loro
figli, della riuscita delle iniziative.
E’ da questo confronto che nascono, spesso, tra di loro, nuovi sentimenti di solidarietà, di apertura
e di accoglienza, dove le diversità diventano ricchezza e novità.
Iniziative di fine anno scolastico
Al termine dell’anno scolastico nelle varie realtà vengono promosse molte di iniziative per
concludere con serenità il percorso scolastico.
Si tratta di momenti davvero significativi di aggregazione e condivisione tra insegnanti, alunni e
genitori.
LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO (FLORA E FAUNA)
Tale area di progetto si sviluppa attraverso molte proposte formative: conoscenza del territorio,
attività di ricerca storica (preparazione mostre oggetti, ecc.), momenti culturali, conoscenza del
bene ambientale e del suo rispetto (flora e fauna).
Si rivela davvero prezioso il coinvolgimento educativo di enti e associazioni locali che
contribuiscono fattivamente ad ispirare bambini e ragazzi, far loro conoscere il prezioso tessuto
sociale delle attività territoriali (anche di volontariato), che di fatto rappresentano anche
opportunità professionali del futuro.
IL COINVOLGIMENTO EDUCATIVO DI ENTI E ASSOCIAZIONI LOCALI
Soprattutto in questo momento storico la scuola necessita di rafforzare una rete di interventi e di
identificarsi fortemente nel territorio in cui opera, creando un forte contatto tra le realtà
istituzionali ed associative e le attività organizzate dall’Istituto.
Attraverso tale contatto si vuole stabilire un percorso in cui poter fondere azione didattica e
finalità educative, abilità cognitive e competenze sociali nelle nuove generazioni, in modo di
permettere ai ragazzi di esprimersi, sentirsi protagonisti e mettere in gioco le proprie abilità per
conoscere il proprio potenziale all’interno dello spazio collettivo della comunità.
I ragazzi di oggi, tolti dalla possibile noia del “non fare” e del non essere inclusi in un momento di
socializzazione reale, diventeranno gli uomini del domani che proseguiranno nel tessuto
associativo, economico, istituzionale e sociale della nostra comunità.
52
Importanti dunque risultano gli intensi rapporti di collaborazione con la realtà esterna in ogni sua
espressione territoriale.
Si citano alcuni (tutti sarebbero troppi): gli Enti Pubblici, i Comuni innanzitutto con le biblioteche,
la Comunità di Valle Alta Valsugana /Bersntol e il Servizio Socio-Assistenziale, l’Istituto di Cultura
Mòcheno/Bersntoler Kulturinstitut, le Casse Rurali, le associazioni giovanili, culturali, ambientali,
sportive e del tempo libero, l’ASPS “Casa S. Spirito - Fondazione Montel” di Pergine Valsugana,
l’APPM (Associazione per la protezione dei minori), la Cooperativa CS4 (Cooperativa Solidarietà
Sicurezza Sociale Servizi) la Scuola Musicale di Pergine “Camillo Moser”, la Banda Sociale, l’UTETD
(Università della terza età e del tempo e disponibile), le Istituzioni quali l’Arma dei Carabinieri ed il
Corpo di Polizia Locale e numerosi altri enti esistenti e disponibili a collaborare nel campo
educativo.
Ci si permetta di ribadire un passaggio espresso nella parte dedicata alla “Cittadinanza attiva,
sviluppo di una coscienza civica e imprenditoriale”.
“Tali occasioni, potenziano ulteriormente l’apprendimento perché, grazie all’interazione con gli
altri, la guida di un adulto o la collaborazione con i propri pari, si sperimentano zone di sviluppo
prossimale che stimolano la motivazione all’apprendimento di competenze e abilità superiori,
contemporaneamente cognitive e sociali che, nel lungo periodo a cascata, possono essere spese nei
diversi ambiti di vita.
Offrire alle nuove generazioni la possibilità di incidere gradualmente, ma in modo significativo
all’interno nel proprio contesto di vita consente infine di sperimentare il potere, non nel senso di
dominio, ma di servizio, relazione, capacità di azione, pazienza democratica, legittimazione dei
limiti e del senso di realtà, fonte di benessere per gli altri e per se stessi in quanto soggetti
meritevoli, aventi il diritto/potere di cambiare se stessi e la propria vita.”
In tal senso il coinvolgimento educativo di enti e associazioni locali risulta fondamentale.
INTEGRAZIONE E ACCOGLIENZA
L’accoglienza degli alunni stranieri
Protocollo di accoglienza per l’inserimento degli allievi di madre lingua non italiana
Il Protocollo d’Accoglienza è uno strumento per realizzare un’ ACCOGLIENZA COMPETENTE che
possa facilitare l’inserimento
degli allievi di madre lingua non italiana neo-arrivati e la
53
partecipazione delle rispettive famiglie al percorso scolastico dei figli.
Contiene criteri e indicazioni riguardanti l’iscrizione, l’inserimento e l’accoglienza degli allievi di
madre lingua non italiana e definisce i compiti dei diversi operatori scolastici.
Il Protocollo d’Accoglienza viene deliberato dal Collegio dei Docenti.
La sua applicazione consente di attuare operativamente le indicazioni contenute nell’art. 45 del
DPR 31/8/99 n. 394 (allegato 1) e nel Regolamento per l’inserimento e l’integrazione degli studenti
stranieri nel sistema educativo provinciale, art. 75 della legge provinciale 7 agosto 2006, n. 5
(allegato 2), nonché quanto indicato dalle Linee Guida provinciali (2012) e dalle Linee Guida
nazionali (2014).
Il Protocollo d’Accoglienza è uno strumento aperto che viene pertanto integrato e rivisto in base
alle esperienze, alle riflessioni sulle esperienze, alla situazione del contesto.
- Iscrizione
L’iscrizione rappresenta il primo passo del percorso di accoglienza dell’allievo e della sua famiglia.
Il Dirigente scolastico indica, all’interno della Segreteria, un incaricato che si occupi di questo
primo contatto.
Tale designazione consente alla persona prescelta di affinare progressivamente abilità
comunicative e relazionali fondamentali per l’interazione con allievi e famiglie di altre culture.
L’incaricato:
- compila la scheda d ’iscrizione, sospendendo momentaneamente l’assegnazione alla classe;
- raccoglie, se possibile, la documentazione relativa al percorso scolastico precedente;
- fornisce le prime informazioni sulla scuola, avvalendosi, se necessario, di materiale bilingue o in
lingua d’origine;
- informa i genitori sui servizi a disposizione (mensa e trasporti) e sulle modalità per usufruirne;
- informa i genitori che il referente per le iniziative interculturali li contatterà per un colloquio di
reciproca conoscenza;
- avvisa il Dirigente scolastico e il referente per le iniziative interculturali e trasmette loro tutte le
informazioni raccolte.
Ai sensi di quanto disposto dall’ art. 45 comma 1 e 2 del citato DPR, l’iscrizione va accolta in
qualsiasi momento dell’anno scolastico.
Gli allievi privi di documentazione anagrafica o in posizione di irregolarità vengono iscritti con
riserva, in attesa della regolarizzazione; tale atto non pregiudica il conseguimento dei titoli
54
conclusivi dei corsi di studio.
Le nuove procedure di semplificazione amministrativa prevedono la possibilità di autocertificazione
dei dati anagrafici da parte dei genitori o degli adulti responsabili.
La mancanza di vaccinazioni non può precludere l’ingresso a scuola né la regolare frequenza.
- Prima conoscenza
Il referente per le iniziative interculturali, con l’eventuale supporto del mediatore interculturale e di
una traccia predefinita, effettua un primo colloquio con i genitori e con l’allievo per
raccogliere informazioni sulla sua biografia personale, familiare, scolastica e linguistica.
Ciò consente di adottare decisioni adeguate sia sulla classe d’inserimento, sia sugli interventi di
supporto da attuare.
Affinché il colloquio sia chiaramente avvertito come un momento di incontro e di scambio,
nettamente differenziato dagli aspetti più propriamente amministrativi, il referente per le iniziative
interculturali cerca di condurre un’intervista di tipo “aperto”:
- se necessario, prendendo appunti, ma non compilando direttamente la traccia, che verrà
completata successivamente;
- cercando di evitare domande dirette che non rispettino la privacy della famiglia;
- incoraggiando i genitori ad esprimere le proprie aspettative nei confronti della scuola e del
percorso scolastico dei figli;
- incoraggiando l’allievo a parlare dei propri interessi, desideri, abilità e conoscenze;
- spiegando ai genitori le modalità di udienze generali, di udienze individuali, le modalità con cui
rapportarsi ai vari docenti, le modalità di comunicazione scuola-famiglia, le figure di riferimento
all’interno dell’istituto, l’organizzazione scolastica e il calendario scolastico.
In questa occasione il referente per le iniziative interculturali si propone come l’interlocutore
privilegiato con il quale i genitori potranno avere rapporti costanti per lo scambio di informazioni.
Nel caso in cui si valuti l’opportunità di sottoporre l’allievo ad alcune prove sulle competenze di
base, è necessario tener e presente che tali prove rappresentano solo un primo passo, dovranno
essere intuitivamente comprensibili, supportate da tecniche non verbali, nonché caratterizzate da
chiarezza e brevità.
Nella scelta delle prove da far sostenere all’allievo, è necessario tener presenti i curricoli previsti
dal sistema scolastico del Paese di provenienza, che potrebbero avere strutturazione, scansione
temporale e caratteristiche diverse da quelle previste nelle Indicazioni italiane.
La valutazione della situazione dell’allievo non si riferirà ai risultati delle singole prove, ma terrà
55
conto delle informazioni raccolte complessivamente.
- Assegnazione alla classe
Gli elementi raccolti durante le fasi precedenti permettono al referente per le iniziative
interculturali, di comune accordo con il Dirigente scolastico, di stabilire l’assegnazione alla classe,
tenendo conto delle disposizioni contenute nell’art. 45 del citato DPR.
È opportuno sottolineare che l’inserimento in una classe di coetanei, previsto dal comma 2
dell’art. sopracitato, consente di:
•prevenire situazioni di disagio relazionale, permettendo all’allievo neo-arrivato di instaurare
rapporti più significativi e motivanti con i nuovi compagni;
•evitare un pesante ritardo scolastico;
•ridurre il rischio di dispersione scolastica.
Nel considerare le possibili classi di inserimento, è inoltre necessario valutare attentamente la
composizione delle stesse: il numero di allievi, il clima di classe, le caratteristiche del gruppo, altri
eventuali elementi determinanti.
Va comunque evitata la concentrazione di allievi di madrelingua non italiana in un’unica sezione.
È importante in ogni caso che la scuola si conceda il tempo necessario per prendere decisioni
ponderate in merito all’accoglienza del nuovo arrivato, per preparare la classe prescelta, per
predisporre gli interventi di facilitazione linguistica.
È ipotizzabile un tempo massimo di due settimane tra il momento dell’iscrizione e l’effettivo
inserimento dell’allievo.
È possibile effettuare un’iscrizione “con riserva”, previo accordo con la famiglia e autorizzazione del
Dirigente.
L’autorizzazione “con riserva” comporta la possibilità, dopo un primo periodo di osservazione e
attivazione di tutti i dispositivi necessari per favorire l’inserimento, di cambiare l’assegnazione alla
classe, rispettando però sempre il principio, previsto dal comma 2 dell’art. 45 del citato DPR,
dell’eventuale iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto all’età
anagrafica.
- Inserimento in classe
All’allievo, accompagnato dal referente per le iniziative interculturali o da un insegnante designato,
viene presentata la classe di assegnazione, classe preventivamente preparata all’accoglienza.
Gli insegnanti in servizio e gli alunni accolgono il nuovo allievo.
Il momento della prima accoglienza va preparato e gestito con attenzione, senza però assegnare
56
ad esso eccessiva enfasi con attività particolari che potrebbero imbarazzare l’allievo neo-arrivato e
ottenere l’effetto di farlo sentire maggiormente estraneo o osservato.
Il programma della giornata viene modificato per fare spazio ad alcuni momenti di gioco per la
prima conoscenza dei nomi dei compagni e per l’esercitazione dei “comandi” più frequenti nel
linguaggio della classe, qualora il neo-arrivato non abbia alcuna competenza linguistica.
Si può inoltre proporre ad alcuni allievi della classe di accompagnare il compagno neo-arrivato a
visitare la scuola durante le pause e l’interscuola e preparare alcune schede illustrate che
“raccontino” come si gioca, quali attività si fanno a scuola, dove e quando, ecc.
Un’accoglienza “amichevole potrebbe anche concretizzarsi nell’individuazione di un compagno
italiano che svolga la funzione di tutor, di “compagno di viaggio” dell’allievo neo-arrivato.
Il Consiglio di Classe, con il supporto del referente per le iniziative interculturali:
•favorisce l’integrazione nella classe promovendo attività di piccolo gruppo;
•rileva i bisogni specifici di apprendimento e stende, se necessario, un percorso didattico
personalizzato, anche riferito a ciascuna disciplina, come specificato nell’art.10 del citato
Regolamento provinciale;
•prevede modalità di valutazione coerenti con quanto definito nel percorso didattico
personalizzato;
•individua modalità di semplificazione o facilitazione linguistica per ogni disciplina.
Il Consiglio di Classe, inoltre, con il supporto del referente per le iniziative interculturali, valuta
l’opportunità di offrire all’allievo neo-arrivato un corso intensivo per l’apprendimento dell’italiano
L2 funzionale alla comunicazione interpersonale di base, che integri e supporti l’azione dei docenti
di classe e concorra a sistematizzare quanto viene acquisito spontaneamente in situazione di
‘immersione linguistica’, negli scambi quotidiani e nel contatto con i coetanei, fonti formidabili di
stimoli comunicativi e occasioni insostituibili di apprendimento linguistico.
I corsi intensivi di italiano L2 vanno affidati a docenti che abbiano tutte le competenze e i requisiti
necessari per svolgere il compito di facilitatore linguistico, come specificato nell’ art.7 del citato
Regolamento provinciale.
Dal punto di vista amministrativo e organizzativo, i diversi, possibili interventi per promuovere il
percorso formativo degli allievi di madre lingua non italiana possono essere attuati, in accordo con
il Dirigente scolastico, scegliendo all’interno della gamma delle varie risorse disponibili:
•attivazione di laboratori permanenti o periodici di italiano L2, interni ai singoli Istituti o in rete,
57
affidati ai facilitatori linguistici (docenti interni, con le dovute competenze, oppure risorse esterne,
con i dovuti requisiti e le dovute competenze, retribuite con il Fondo Qualità);
•attivazione di interventi individualizzati o per piccolo gruppo
•attivazione di specifici interventi (per il recupero delle conoscenze e competenze pregresse, la
valorizzazione e il mantenimento della lingua d’origine, ecc.) affidati ai mediatori interculturali,
risorse esterne retribuite con il Fondo Qualità.
Nella progettazione degli interventi e delle risorse da utilizzare, è necessario tener presente che va
evitata l’eccessiva pluralità di figure che ruotano attorno all’allievo.
Nell’attuazione degli interventi è fondamentale inoltre garantire la sinergia di intenti e il raccordo
costante tra tutti i soggetti coinvolti tramite la figura del referente interculturale.
Il laboratorio permanente
Il fenomeno immigrazione nella nostra scuola ha assunto negli ultimi anni una rilevanza sempre
maggiore. Nella nostra realtà scolastica la presenza di ragazzi stranieri non è più un fatto
episodico, ma strutturale, che ci impone un progetto articolato volto ad una sempre maggior
conoscenza e consapevolezza delle culture dei Paesi europei ed extraeuropei, per progettare
un'integrazione linguistica e culturale. E' fondamentale non separare l'apprendimento linguistico
dal processo di socializzazione dei ragazzi stranieri, processo inteso come integrazione e
adattamento al nuovo ambiente. Di primaria importanza è l'arricchimento sociale all'interno della
classe e della scuola, attraverso la qualità dei legami affettivi con i compagni e con gli insegnanti
ed è il presupposto necessario per la motivazione all'apprendimento.
Poiché la conoscenza della lingua italiana da parte degli alunni è a vari livelli, si prevede
l'organizzazione di gruppi di livello a seconda dei dati che verranno raccolti all'inizio dell'anno
scolastico.
E’ previsto l’intervento dei mediatori culturali soprattutto per gli alunni neo-arrivati.
Obiettivi
•
Far partecipare le famiglie ai vari momenti della vita scolastica con maggior
consapevolezza.
•
Creare nella classe un clima relazionale favorevole alla collaborazione.
•
Organizzare laboratori per l’alfabetizzazione.
•
Approfondire la conoscenza delle diverse culture.
58
•
Realizzare percorsi didattici di educazione interculturale.
Per gli alunni stranieri
•
Promuovere e migliorare il livello di apprendimento della lingua italiana.
•
Favorire l'integrazione nella classe e nella scuola.
•
Per gli alunni italiani
•
assumere un atteggiamento di rispetto e di accoglienza.
L’inclusione degli Alunni dai Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.)
“E’ inclusiva una scuola che permette a tutti gli alunni, tenendo conto delle loro diverse
caratteristiche sociali, biologiche e culturali, non solo di sentirsi parte attiva del gruppo di
appartenenza, ma anche di raggiunger e il massimo livello possibile in fatto di apprendimento.”
(Adattamento da Booth e Ainscow, 2008)
Risulta evidente che la semplice presenza degli alunni diversabili o con DSA o in difficoltà nelle
nostre scuole non basta a costruire una scuola inclusiva.
Occorre che l’azione educativa fornisca risultati efficaci per TUTTI e per CIASCUNO.
E’ necessario un cambiamento nel modo d’insegnare e di valutare che valga per TUTTI e per
CIASCUNO.
L’esercizio del diritto allo studio non può essere limitato dalla presenza di difficoltà, siano esse
riconducibili a diversità culturali, a disagi familiari, a carenze linguistiche, a situazione di scarsa
motivazione e insufficiente impegno.
Per questo è dovere della Scuola evitare, per quanto possibile, che queste diversità si trasformino
in difficoltà di apprendimento e in problemi di comportamento, poiché ciò quasi sempre prelude a
fenomeni di insuccesso e di abbandono scolastico e, conseguentemente, a disuguaglianze sul
piano sociale e civile; per raggiungere questo obiettivo la scuola si pone in una dimensione di
accoglienza, di valorizzazione e di sostegno attivando strategie adeguate sul piano organizzativo,
didattico e culturale.
Particolare rilievo, con l’approvazione della legge provinciale n. 5 del 7 agosto 2006 assume,
all’interno della scuola, la promozione degli interventi per favorire l’integrazione e l’inclusione
degli studenti con bisogni educativi speciali.
Accanto agli alunni certificati ai sensi della legge n.104 del 1992, sono considerati alunni con
bisogni educativi speciali, gli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e gli alunni in
59
situazioni di svantaggio determinate da particolari condizioni sociali o ambientali, tali da
compromettere in modo significativo la frequenza e il positivo svolgimento del percorso
d’istruzione e formazione.
I criteri
Al fine di rispondere adeguatamente ai principi ispiratori della normativa, l’Istituto uniforma la
propria azione educativa ai seguenti criteri.
La responsabilità educativa della comunità scolastica
Gli insegnanti di classe, gli insegnanti di sostegno, gli assistenti educatori eventualmente presenti,
la comunità scolastica nel suo insieme, sia pure nella diversità dei ruoli e delle funzioni, sono
ugualmente responsabili dell’integrazione e dell’inclusione degli studenti con bisogni educativi
speciali.
Individualizzazione degli interventi
L’individualizzazione e la personalizzazione degli interventi formativi è l’unica garanzia di successo
nella ricerca di risultati apprezzabili nell’educazione speciale.
Ogni studente con bisogni educativi speciali ha diritto di avere un intervento formativo mirato e
calibrato in relazione alle proprie esigenze e potenzialità e la scuola ha il dovere di operare in tal
senso.
Valorizzazione delle potenzialità e del successo formativo
La comunità scolastica, già impegnata a riconoscere e valorizzare le diversità di ognuno, promuove
in particolar modo le potenzialità di coloro che si trovano in una situazione di svantaggio e adotta
tutte le iniziative utili al raggiungimento del loro successo formativo.
Flessibilità nell’organizzazione degli interventi
Gli alunni con bisogni educativi speciali pongono l’esigenza di adottare una particolare flessibilità
nell’organizzare un percorso formativo coerente con i loro bisogni. Conseguentemente, la scuola:
• individua e adotta metodologie e strumenti specifici;
• adegua gli insegnamenti alle esigenze dei singoli alunni al fine di prevenire gli insuccessi;
• regola i tempi dell’insegnamento nel modo più adeguato ai loro ritmi di apprendimento;
• progetta e realizza percorsi che assicurano la continuità didattica e formativa, nonché
azioni di orientamento scolastico e professionale.
La classe: luogo privilegiato dell’azione educativa
La classe rappresenta il contesto sociale in cui normalmente si svolgono gli interventi in favore
degli studenti con bisogni educativi speciali.
60
Le attività formative svolte eventualmente al di fuori di essa devono essere funzionali alle loro
esigenze e devono comunque essere concordate in sede di programmazione.
Le procedure
Per la procedura da seguire per l’individuazione degli studenti con bisogni educativi speciali si
rinvia alla Legge 104 del 1992 per quanto riguarda gli studenti con disabilità certificata e agli
articoli 6 e 7 del Regolamento provinciale per quanto riguarda gli studenti con bisogni educativi
speciali.
La valutazione degli interventi realizzati
La valutazione scolastica degli alunni con bisogni educativi speciali deve essere relativa agli
interventi educativi e didattici effettivamente svolti sulla base del progetto educativo e del
progetto personalizzato, e riferita ai progressi evidenziati in rapporto alle potenzialità e ai livelli di
apprendimento iniziali.
Gli indicatori disciplinari del documento di valutazione sono utilizzati se rispondenti ai percorsi
disciplinari personalizzati.
Le prove d'esame sono predisposte in corrispondenza degli insegnamenti impartiti e devono
essere idonee a valutare il progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di
apprendimento iniziali.
La documentazione
La Legge provinciale n. 5 del 7 agosto 2006 disciplina gli interventi per promuovere il pieno
esercizio del diritto all’istruzione e alla formazione degli studenti con BES e per assicurare
l’integrazione e l’inclusione di tali studenti nella scuola.
La legge provinciale definisce gli alunni con Bisogni Educativi Speciali tutti gli studenti che
presentano:
• diversabilità ai sensi della Legge 104/92,
• disturbi specifici dell'apprendimento (DSA),
• situazioni di svantaggio determinate da particolari condizioni sociali o ambientali.
Per rendere possibile l’obiettivo dell’inclusione, l'Istituto coinvolge diversi operatori scolastici:
• il referente o figura strumentale per i Bisogni Educativi Speciali, il quale tiene i contatti
con le famiglie, le istituzioni extrascolastiche, gli operatori sanitari e sociali; è responsabile
del passaggio di informazioni degli studenti con B.E.S tra i diversi ordini di scuola; raccoglie
la documentazione.
61
• il docente referente dell’alunno che ha il compito di curare che ogni insegnante del
Consiglio sia a conoscenza dei B.E.S. e contribuisca alla costruzione della documentazione.
Inoltre, aggiorna la documentazione per l’anno in corso e promuove l’integrazione e
l’inclusione.
• i docenti curricolari, i docenti di sostegno e gli assistenti educatori che concorrono alla
promozione dell'integrazione e dell'inclusione degli studenti.
Durante il secondo anno della scuola secondaria di primo Grado, gli insegnanti del consiglio di
classe preparano per alcuni studenti il Progetto Ponte che verrà poi attuato l’ultimo anno di scuola
durante il quale l’alunno frequenta per un breve periodo la scuola superiore.
Dopo un’ attenta e sistematica osservazione dell’ alunno e in stretta collaborazione con la famiglia
l’equipe dell’Azienda per i Servizi Sanitari e il Consiglio di Classe, si prendono contatti con la scuola
secondaria che meglio risponde alle esigenze dell’alunno e si attua un graduale inserimento nella
futura realtà scolastica, rendendo il ragazzo più consapevole della sua scelta.
Quando un alunno è indeciso tra due scuole, è possibile preparare due progetti brevi, così il
ragazzo ha la possibilità di provare le due soluzioni e può scegliere con maggiore convinzione.
Spesso è necessario sviluppare gli apprendimenti mediante laboratori pensati per raggiungere
determinate competenze; anche in queste attività pratiche, si cerca di coinvolgere tutta la classe
per ottenere la collaborazione di tutti gli alunni e concretizzare l’integrazione.
Con questo tipo di lavoro è più facile formare dei gruppi e lavorare più velocemente nel
raggiungimento degli obiettivi prefissati; gli alunni possono apprendere con gradualità senza
rimanere isolati dal resto della classe, si appianano le differenze e la classe è portata a formare un
gruppo unito.
AREA FAMIGLIA
L’Orientamento
Il progetto di orientamento si propone di riorganizzare l’operato della scuola in funzione
orientativa e formativa in riferimento all’esistente, a motivazioni culturali, normative, alla
peculiarità del contesto che connotano la vita quotidiana degli allievi della scuola e agli stili di
apprendimento messi in atto.
62
Le azioni di orientamento comportano un aggiornamento continuo e una costante revisione del
progetto – orientamento con coinvolgimento della famiglia, del contesto produttivo, culturale,
formativo e sociale che sono presenti nella crescita di ciascun cittadino.
L’orientamento è un processo formativo continuo che accompagna il cittadino tutta la vita.
La scuola secondaria di 1° grado dovrà dare all’alunno gli strumenti che lo aiutano a operare scelte
realistiche nell’immediato e nel futuro, dal punto di vista umano, sociale e professionale.
Il carattere orientativo è intrinseco allo studio delle discipline, alle educazioni e alle attività
laboratoriali opzionali, con progettazioni inter e trans-disciplinari, con esperienze di realizzazione
di prodotti visibili, comunicabili all’esterno, che danno al giovane e alla giovane in età evolutiva
una conoscenza di sé in modo autonomo e personale.
Gli elementi fondanti che caratterizzano l’attività di orientamento formativo in sintesi sono:
impegnare gli alunni nella progettazione e esecuzione di attività formative con la
realizzazione di prodotti visibili e una “ricaduta” sulla realtà scolastica ed extrascolastica
(CD-Rom – video – assunzione di responsabilità nella gestione di servizi – produzioni
cartacee da diffondere…);
impegnare gli allievi in chiave formativa sui contenuti disciplinari;
rafforzare il collegamento con l’offerta formativa territoriale, più in generale con gli istituti
secondari di 2° grado attivando la partecipazione ad attività laboratoriali organizzate come
esperienze formative disciplinari e interdisciplinari, come ampliamento delle conoscenze,
delle abilità acquisite e informazioni sugli indirizzi successivi la terza media;
favorire la realizzazione di microprogetti interdisciplinari con riferimento alla realtà
territoriale. Si tenderà alla conoscenza dell’identità come conoscenza di sé e come
consapevolezza del valore delle relazioni per l’ orientamento. Si mirerà al rafforzamento
dell’autostima ed alla conoscenza dei valori della storia e delle tradizioni del territorio in cui
gli alunni vivono. Ciò avverrà comunque con un intento multiculturale con un’attenzione
particolare riferita alle difficoltà ed alle relazioni tra compagni ed adulti.
trasferire il valore del rispetto per cose e persone nelle azioni in relazione con il mondo del
lavoro, con il sociale e il sapere, anche tramite la costruzione delle unità di apprendimento
evidenziando nell’apprendimento unitario la valenza orientativa;
abituare l’alunno a fronteggiare situazioni percepite come problematiche.
63
L’insegnante incrementa le risorse di base degli studenti, incrementa l’auto-efficacia, favorisce
l’acquisizione di consapevolezza nelle proprie risorse, favorisce l’ampliamento della gamma di
strategie utilizzate in funzione delle diverse situazioni e incrementa la capacità di decidere;
raccogliere e capitalizzare le esperienze per migliorare il progetto;
creazione di una microrete delle scuole presenti sul territorio (Comunità di Valle)
estensibile ad altre realtà di riferimento all’orientamento con scambi volti ad arricchire i
percorsi di orientamento in atto;
attivare strumenti di monitoraggio e di valutazione del progetto (medio periodo –
questionari).
Lo sportello psicologico
E’ attivo da alcuni anni uno sportello di ascolto curato da psicologi professionisti a cui si possono
rivolgere alunni, insegnanti e genitori. Si tratta di un aiuto per risolvere tensioni o problemi dei
ragazzi e per i genitori, per avere un diverso punto di vista sui problemi dei figli nelle varie fasi
evolutive, che spesso provocano ansia e difficoltà di relazione figli – genitori. Anche gli insegnanti
possono accedere al servizio per affrontare eventuali problemi che emergono lungo il corso
dell’anno scolastico e per fare il punto sulle strategie da adottare per gli alunni in situazione di
particolare difficoltà.
I rapporti con le famiglie
I rapporti con le famiglie rientrano fra le attività connesse con il funzionamento della scuola, sono
caratterizzati dalla dimensione della collegialità e contemporaneità e vedono pertanto coinvolti,
con scadenze e modalità ben definite, tutti i docenti che operano nella classe ed interessano
l’insieme dei genitori.
Nel corso dell’anno scolastico sono previsti i seguenti incontri:
•
ottobre: presentazione della programmazione annuale delle discipline, degli obiettivi
formativi ed educativi generali, illustrazione dei compiti del Consiglio di Classe e di
Interclasse
•
fine novembre/dicembre: udienze generali
•
febbraio: consegna e illustrazione del documento di valutazione quadrimestrale
•
fine marzo/aprile: udienze generali
•
giugno: consegna e valutazione del documento di valutazione finale.
64
Nella scuola secondaria di primo grado vengono effettuate udienze settimanali individuali in
periodi stabiliti; nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado ogni insegnante
è disponibile a ricevere i genitori su loro richiesta.
La Consulta dei Genitori
La Consulta dei Genitori riveste molta importanza nel coinvolgimento delle famiglie nelle attività e
nelle scelte dell’Istituto.
La Consulta viene costituita all’inizio dell’anno scolastico attraverso la nomina con votazione dei
rappresentanti di classe.
Questo organo, attivando al proprio interno il Presidente e i membri del gruppo di valutazione
delle mense, propone all’Istituto iniziative, evidenzia problematiche ed è partecipe nelle scelte.
AREA DELL’ISTITUTO
La continuità educativa
Passaggio Scuola dell’Infanzia – Scuola primaria
In riferimento a quanto stabilito dalla PAT in merito alla continuità scuola dell’infanzia-scuola
primaria, sono stati definiti i piani di intervento atti alla realizzazione del raccordo delle scuole
suddette, che prevedono:
la collaborazione con la scuola dell’infanzia e la famiglia per avere informazioni sul
bambino, con particolare attenzione alla situazione di handicap;
il coordinamento del curricolo degli anni iniziali e terminali con l’obiettivo di valorizzare
gli elementi di continuità presenti nei rispettivi piani programmatici;
l’attuazione, nei primi giorni di scuola primaria, di verifiche per l’accertamento dei
prequisiti;
visite alla scuola primaria da parte dei bambini frequentanti l’ultimo anno della scuola
dell’infanzia con l’attuazione di attività ludiche finalizzate alla conoscenza
dell’ambiente, dei futuri insegnanti, di modalità didattiche nuove.
Passaggio Scuola primaria – Scuola secondaria di primo grado
Nel rispetto della normativa vigente, gli insegnanti hanno elaborato i curricoli verticali che
garantiscono continuità all’iter formativo dello studente.
65
Alla fine di ogni anno scolastico è previsto un incontro fra gli insegnanti delle classi quinte della
Scuola Primaria e quelli delle future prime della Scuola Secondaria di Primo Grado per meglio
approfondire la conoscenza degli alunni.
Compatibilmente con le risorse presenti all’interno dell’Istituto, si insedierà una Commissione
“Formazione Classi Prime SSPG”.formata da docenti della Scuola Secondaria di I Grado, che dopo
aver raccolto dati ed informazioni sulle caratteristiche degli iscritti alla prima classe della Scuola
“C. Andreatta” ed aver incontrato gli insegnanti dell’ultima classe della Scuola primaria,
costituiranno le nuove classi iniziali.
Passaggio Scuola secondaria di primo grado – Scuola secondaria di secondo grado
Per favorire maggiormente l’orientamento scolastico, vengono promosse delle visite specifiche
nelle scuole di maggior interesse per gli alunni.
Se la visita non è possibile, vengono comunicate comunque tutte le possibilità di contatto per far
conoscere a studenti e famiglie le realtà di destinazione.
L’Autovalutazione di Istituto
Il progetto di Autovalutazione di Istituto, promosso nel Comitato provinciale di valutazione e
curato dall’Area di Supporto alla Valutazione – servizio Istruzione PAT ha lo scopo di rafforzare la
cultura dell’autovalutazione nelle scuole trentine, favorendo un confronto fra punti di forza e di
debolezza. L’autovalutazione di Istituto deve concentrarsi prioritariamente sulla verifica del
raggiungimento degli obiettivi indicati nel Progetto di Istituto.
Premessa
Nel rispetto della normativa vigente, l’istituto ha avviato da diversi anni un percorso di autoanalisi
interno al fine di valutare sia l’efficacia dell’organizzazione dell’offerta formativa, sia di formulare e
realizzare proposte migliorative.
Tale percorso, condotto dal Nucleo interno di valutazione (NIV), è focalizzato sulle seguenti aree di
indagine per ciascuna delle quali sono individuati specifici indicatori oggetto di rilevazione.
AREA INDICATORI
CONTESTO
- Livello culturale familiare degli studenti
66
- Livelli di ingresso degli studenti (distribuzione percentuale degli studenti in ingresso nel terzo
anno della scuola primaria e nel primo anno della secondaria riguardo al giudizio di italiano e di
matematica)
- Percentuale di studenti pendolari
- Percentuale di studenti diversabili
- Percentuale di studenti di madre lingua non italiana
- Evoluzione percentuale delle iscrizioni nella scuola primaria e secondaria (con particolare
riferimento al primo anno).
RISORSE UMANE
- Rapporto studenti/insegnanti
- Numero anni di permanenza del dirigente scolastico nell’istituto
- Percentuale dei docenti a tempo determinato
- Percentuale dei docenti presenti nel precedente anno scolastico.
PROCESSI
- Clima scolastico (rapporti insegnante/studente, studente/studente, insegnante/famiglia,
dirigente/insegnanti, personale non docente/studenti/insegnanti; percentuale sospensioni e
ammonizioni scritte relative agli studenti)
- Dispersione risorse (assenze del personale)
- Abbandono degli studenti
- Numero ore di aggiornamento organizzato dall’istituto.
RISULTATI
- Tasso di promozione nei due ordini di scuola
- Livelli di uscita degli studenti
- Riuscita scolastica (percentuale di non ammessi tra gli studenti licenziati dalle classi terminali dei
due ordini di scuola nel precedente anno scolastico; debiti registrati in fase di scrutinio finale per
gli ex studenti del primo anno della scuola secondaria di secondo grado)
- Esiti delle prove INVALSI a livello di classe, istituto, provinciale e nazionale
- Esiti della IV Prova nazionale dell’esame di stato conclusivo del ciclo di studi a livello di classe, di
istituto, provinciale e nazionale
- Customer satisfaction.
67
Strumenti utilizzati
- Guida corredata da un repertorio per la registrazione dei dati e degli indicatori per
l’autovalutazione d’Istituto;
- Prove proposte dall’Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione (INValSI)
- Data Warehouse provinciale;
- Questionari per rilevare la customer satisfaction.
Attività previste
Il Nucleo interno di valutazione resta in carica tre anni: le attività previste si articolano lungo
l’intero mandato dell’organo collegiale.
- Elaborazione del Rapporto annuale relativo all’anno scolastico precedente e sua diffusione
tramite presentazione al Collegio dei Docenti, al Consiglio dell’istituzione, alla Consulta dei
Genitori e all’Assemblea del personale ATA.
- Somministrazione dei questionari di soddisfazione alle diverse componenti scolastiche raccolta
dei dati e loro analisi; formulazione di proposte migliorative
- Raccolta dei dati relativamente agli indicatori precedentemente descritti (selezione)
Diffusione dei dati
Il Nucleo Interno di Valutazione elabora annualmente un Rapporto annuale che sintetizza i dati
raccolti, fornisce un commento interpretativo e propone azioni migliorative in raccordo con gli
indirizzi ed il piano di miglioramento approvati dal Consiglio dell’Istituzione.
Il Rapporto annuale riporta gli esiti delle indagini condotte internamente all’istituto sulla base del
quadro degli indicatori definiti nel progetto di istituto.
Esso è presentato al Consiglio dell’Istituzione, al Collegio dei docenti, alla Consulta dei Genitori e
all’Assemblea del personale ATA, oltre che pubblicato sul portale dell’istituto.
Per quanto concerne i risultati degli apprendimenti (esiti delle prove INValSI), essi sono diffusi
secondo le seguenti modalità.
‒ Esiti a livello di Istituto: vengono indicati nel Rapporto annuale e diffusi ai soggetti e secondo le
modalità precedentemente indicate.
‒ Esiti a livello di ciascuna classe: vengono inviati ai singoli docenti al fine di approfondirne
l’analisi, sia in termini di confronto tra classi che tra studenti.
68
L’Accesso alla Documentazione e la Comunicazione Istituzionale
Il sito WEB : www.icpergine1.it
L’I. C. Pergine 1 è dotato di un sito web d’istituto.
L’esigenza di pubblicare sul sito web d’istituto nasce da una molteplicità di sfide che l’epoca della
globalizzazione ci pone:
-
fornire un’informazione rapida, efficace e facilmente accessibile relativa a tutti gli aspetti
strutturali e organizzativi in cui si articola la scuola e all’offerta che essa è in grado di offrire;
-
visionare i Piani di Lavoro dei singoli insegnanti;
-
rafforzare la continuità orizzontale (tra scuole e scuola-territorio) coinvolgendo gli studenti, i
genitori e tutti quei soggetti che hanno a cuore le vicende della scuola e il progresso della
società civile.
È noto, infatti, che lo scambio di un flusso costante di informazioni e di conoscenze, favorisce la
costruzione attiva dei saperi e la crescita di un atteggiamento di cittadinanza attiva; rafforzare la
continuità scolastica verticale (fra vari ordini di scuola).
L’Istituto offre inoltre alle famiglie la possibilità di prenotare On-Line le udienze con i singoli
docenti attraverso il sito www.vivoscuola.it
L’Istituto si impegna inoltre ad adottare i modi più veloci ed economici per comunicare con le
famiglie anche tramite le email raccolte durante le iscrizioni degli alunni.
Tale modalità di comunicazione viene estesa a tutti gli organi collegiali presenti (Consulta dei
Genitori, ecc).
L’Istituto si avvale anche di moduli cartacei per raccogliere agevolmente le informazioni e i dati ad
esso necessari.
FINALITÀ E OBIETTIVI
•
Fornire servizi di condivisione di informazioni: pubblicazione di documenti, link, notizie.
•
Documentare le metodologie e le buone prassi adottate nel campo dei processi di
insegnamento-apprendimento, le notizie su iniziative formative realizzate nell’Istituto, nonché
l’attività di gruppi di lavoro o di progetto attivi nell’Istituto.
•
Fornire un luogo di raccordo virtuale e di confronto tra scuola e territorio (famiglie, enti locali,
altre scuole).
69
La Formazione
La Formazione in servizio per gli insegnanti
La scuola si è sempre distinta per l’organizzazione di molti corsi di formazione per gli insegnanti,
afferenti tematiche scelte in base alla segnalazione degli insegnanti stessi.
Numerose sono le offerte anche in seguito alla costituzione della Rete Scuole Valsugana, che
permette di arricchire ulteriormente il Piano della formazione, anche su base pluriennale.
Le iscrizioni sono infatti aperte a tutti i docenti della rete per percorsi specifici.
Inoltre gli Insegnanti hanno la possibilità di partecipare ad attività di aggiornamento e di
formazione proposti dai vari Enti quali IPRASE, UNIVERSITÀ e altre agenzie riconosciute come enti
accreditati per le attività di aggiornamento.
Tutti i docenti sono impegnati nella formazione in materia di sicurezza ai sensi del D. Lgs. 81/08.
La Formazione in servizio per il personale ATA
Il personale della Segreteria seguirà gli appositi corsi di aggiornamento organizzati dal
Dipartimento di Istruzione della PAT, anche in collaborazione con Informatica Trentina.
Entrambi i gruppi di operatori saranno interessati dalla formazione specifica e dagli aggiornamenti
sulla sicurezza secondo il D. Lgs. N. 81/2008.
La Formazione dei genitori
Viene promossa la formazione dei genitori, anche attraverso l’organizzazione di serate e convegni
in collaborazione con Istituti, Associazioni ed Enti.
Le tematiche, i tempi e le modalità di partecipazione sono esplicitate nell'Allegato annuale.
L’Istituto in Rete
L’Istituto Comprensivo Pergine 1 fa parte delle seguenti reti:
- RETE DELLE SCUOLE DELLA VALSUGANA con gli Istituti comprensivi dell’Altopiano di Pinè, di
Civezzano, di Pergine 2, di Levico, di Borgo Valsugana, del Centro Valsugana, di Strigno – Tesino e
con l’Istituto di Istruzione superiore “M. Curie” di Pergine Valsugana.
- RETE PASS (Progetto Accoglienza Studenti Stranieri) con gli Istituti Professionali ENAIP di Borgo
Valsugana, Alberghiero di Levico e con gli Istituti di Istruzione superiore “M. Curie” di Pergine
Valsugana ed “A. Degasperi” di Borgo Valsugana.
L’Istituto, tramite specifiche delibere del Consiglio dell’Istituzione, promuove accordi e
convenzioni con diversi enti presenti sul territorio al fine di integrare la propria offerta formativa.
70