Investimenti in ceramica, le policy perseguite

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Investimenti in ceramica, le policy perseguite
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Investimenti in ceramica,
LE POLICY PERSEGUITE
Un distretto che non ha mai smesso di innovare, di fronte alle sfide
competitive del futuro
ANDREA SERRI
250 milioni di euro nel 2013, altrettanti
attesi nel corso del 2015, per una quota
sul fatturato superiore al 5% del fatturato anno. Una politica che, anche negli
anni bui e neri della crisi non è mai scesa sotto il 4,5% delle vendite, determinando un flusso continuo di risorse destinate allo scopo. L'innovazione in nuove tecnologie e nuovo prodotti nell'industria ceramica italiana rappresenta una
costante nelle policy di un settore i cui
livelli di investimento sono superiori a
quelli medi dei comparti industriali,
secondi solo alla farmaceutica.
I FATTORI SCATENANTI
Il massiccio ricorso ad investimenti in
innovazione risponde ad una pluralità di
fattori, endogeni ed esogeni alle imprese. Il primo aspetto risiede in quella
spinta alla competizione tra imprese che
già Michael Porter aveva rilevato nel suo
“Il vantaggio competitivo delle nazioni”:
il tentativo di differenziare la propria
offerta partendo da fattori di base comu-
ni ha spinto, fin dagli albori di questa
industria, a procedere spediti lungo le
strade dell'innovazione. A questo si aggiunge il fatto che scontando l'industria
ceramica italiana i maggiori costi di
produzione al mondo, una strada diversa
da quella della differenziazione di prodotto è perseguibile solo a condizione di
essere in grado di lanciare sul mercato
innovazioni a getto continuo. In terzo
luogo, la natura industriale del settore
richiede da sempre che l'identificazione
di un nuovo prodotto vada di pari passo
con la specifica tecnologia in grado di
produrlo in grandi volumi. A chi osserva
la storia dell'evoluzione tipologica della
piastrella di ceramica industriale non
sfugge come tutte le innovazioni siano
nate in Italia e, da qui, si sono diffuse
nel mondo. Lo è stato negli anni '60 con
il cotto forte, negli anni '70 con la monocottura, negli anni '90 con le prime forme di grès porcellanato, per poi proseguire nel decennio successivo con le
grandi innovazioni sui formati, sempre
più grandi e, al tempo stesso, sempre
I FATTORI AMBIENTALI
La presenza contigua di produttori di piastrelle di ceramica, impiantisti, fornitori
di materie prime, smalti e colori e creatività, senza dimenticare l'ampia gamma
di aziende attive nei servizi - in primis logistico trasportistici - configura il comprensorio modenese reggiano della ceramica come un distretto integrato. Proprio questa particolare natura, non riscontrabile in nessun altro distretto ceramico al mondo, rappresenta una straordinaria macchina per sviluppare innovazione, peraltro unica al mondo. La condivisione di quanto il mercato chiede con chi
deve mettere a punto gli impianti, ma anche la spinta che le nuove tecnologie
producono sulla trasformazione di domanda potenziale in domanda reale rappresentano i driver dell'innovazione e, con essi, uno dei fattori chiave del successo internazionale di questa industria. Per la quale l'innovazione di prodotto/
processo assume un'altra importante valenza competitiva: quella di essere diffusa lungo l'intero percorso della manifattura del prodotto. La sostituzione di materie prime con altre maggiormente disponibili ed accessibili, la scelta tra diverse tecnologie per la decorazione digitale, l'uso di mix differenti di smalti, colori,
pigmenti - solo per citarne alcuni - determina prodotti tutti accomunati dal chiamarsi 'piastrelle di ceramica prodotte a Sassuolo', ma che nella realtà inglobano
molteplici e differenti innovazioni. Una variabilità, che avviene giornalmente
all'interno delle imprese, moltiplicata dalla presenza di una pluralità di imprese
per ciascuna fase del processo, che descrive una situazione di competizione
pressoché perfetta - l'humus migliore nel quale nasce e si sviluppa l'innovazione.
L'INNOVAZIONE PROSSIMA VENTURA
Ad un ambiente che fin dagli albori 'respira' cultura ceramica, sia attraverso le
relazioni interpersonali che mediante le riviste specializzate di settore, si affianca oggi un modello diverso e più sofisticato in termini di sviluppo dell'innovazione. La complessità delle nuove soluzioni, non di rado colte da avanguardie in
altri settori e trasferite, adattandole, al comparto della ceramica industriale per
l'edilizia, richiede oggi modalità organizzative tra imprese ed enti preposti più
sofisticate, ed in alcuni casi non convenzionali. In primis, perché accanto alla
semplice innovazione di matrice aziendale, il cui primario obiettivo è il 'cotto e
mangiato' dal mercato - obiettivo che continuerà ad essere perseguito -, esiste la
necessità di investigare sui percorsi pre-competitività di settore. Il Centro Ceramico, primario istituto di riferimento universitario focalizzato sulla ricerca per il
settore, e le positive esperienze dei tecnopoli e delle convenzioni Regione Emilia
Romagna - laboratori di ricerca - imprese sono una giusta risposta alle modalità
di innovazione del domani prossimo venturo. Avendo cura di risolvere un tema
centrale ed altrettanto strategico: come mantenere in ambito nazionale, per un
limitato periodo di anni, quella innovazione che il distretto della ceramica è in
grado di sviluppare per primo al mondo? Questione non secondaria, nella competitività di medio lungo termine per l'intero settore.
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più sottili o spessi. Senza per questo tralasciare le performance degli stabilimenti di veloce sostituzione degli impianti, che presentano oggi le migliori performance.