Il trattamento dei cicli di macchina in Cartiere del Garda
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Il trattamento dei cicli di macchina in Cartiere del Garda
XXI corso di Tecnologia per Tecnici Cartari edizione 2014/2015 Il trattamento dei cicli di macchina in Cartiere del Garda: “trattamento biocida a base di bromuro d’ammonio” di Lorenzi Fabiano Scuola Interregionale di tecnologia per tecnici Cartari Istituto Salesiano «San Zeno» - Via Don Minzoni, 50 - 37138 Verona www.sanzeno.org - [email protected] INDICE 1. Cartiere del Garda 1.1. Cartiere del Garda e il suo territorio 1.2. La produzione di Cartiere del Garda 2. Concetti di base 2.1. Acqua 2.2. Chiusura dei cicli 2.3. Formazione batterica 3. Tipi di trattamenti 4. Innovazione dei trattamenti biocidi in Cartiere del Garda 5. Principi del trattamento a base di bromuro di ammonio 6. Lo sviluppo del metodo di trattamento dei cicli in Cartiere del Garda 6.1. L’aumento dei punti di dosaggio 6.2. Il controllo degli shock 6.3. Impiantistica 7. Controllo del trattamento 7.1. Controlli di laboratorio 7.2. Controlli on line 8. Risultati 9. Conclusioni 10. Bibliografia Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 1 Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 2 1. CARTIERE DEL GARDA 1.1 CARTIERE DEL GARDA E IL SUO TERRITORIO Cartiere del Garda, fondata nel 1956, comincia la sua attività produttiva nel 1958 quando la cittadina di Riva del Garda (TN), situata a poche centinaia di metri dal Lago di Garda, non aveva ancora conosciuto l’attuale boom turistico. In questi ultimi decenni, l’urbanizzazione molto spinta ha interessato pesantemente l’immediato entroterra della costa arrivando a inglobare completamente anche lo stabilimento di Cartiere del Garda. Inoltre la zona è caratterizzata da un forte sviluppo di attività turistico-ricreative che fungono da polo di attrazione nei confronti di numerosi turisti italiani e stranieri. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 3 In questo particolare contesto Cartiere del Garda ha sviluppato la propria produzione di carte patinate di alta qualità e nel 1997 fonda il Gruppo Lecta insieme alla francese Condat e alla spagnola Torraspapel. 1.2 LA PRODUZIONE DI CARTIERE DEL GARDA Lo Stabilimento, facendo riferimento ai dati del 2014, conta su un organico di 499 persone e produce 356.164 (t) di carta patinata vendibile in 342 giorni di produzione a Ciclo Continuo di cui l’80 (%) è in formato mentre il restante 20 (%) è in rotolo. Prodotti La sua categoria merceologica è quella delle carte patinate senza legno che si ripartiscono sulla produzione totale come di seguito riportato: • Carta matt (opaca), nelle grammature da 90 g/m² a 400 g/m² (non calandrata) per un 63 % • Carta gloss (lucida), nelle grammature da 90 g/m² a 400 g/m² (super calandrata) per un 31% • Carta opaca, “a volume”, nelle grammature da 90 g/m² a 250 g/m² per un 6%. La carta patinata prodotta da Cartiere del Garda consiste in un nastro (detto supporto fibroso) di fibra di cellulosa coperto da 1 a 4 strati di patina per lato. La patina ha lo scopo di levigare e uniformare la superficie per ottenere dei risultati di stampa notevolmente migliori rispetto a una carta non patinata. La patina è una miscela di materiali inerti come carbonato di calcio e/o caolino (circa il 90% in peso) e altri additivi come lattici sintetici, amidi, coloranti, addensanti e imbiancanti ottici. Il processo è condotto in ambiente neutro-basico dovuto alla presenza del carbonato di calcio che conferisce alla carta un’ottima resistenza all’invecchiamento causata dagli agenti acidi presenti nell’aria. Il prodotto è normalmente utilizzato per stampe di qualità, che devono durare nel tempo, quindi il ciclo di vita del prodotto è dell’ordine di decine di anni. La nostra carta contiene anche cellulose di recupero (dette “pre-consumer” cioè carta recuperata prima della stampa e del consumo) da non confondere con la cosiddetta “carta da macero”. Il processo produttivo L’azienda è una cosiddetta “cartiera non integrata”, cioè un’azienda in cui la materia prima fibrosa principale (la cellulosa) non viene prodotta in sito ma acquistata. Questa particolarità rappresenta una grossa differenza in termini d’impatti ambientali e di gestione del processo rispetto alle “cartiere integrate” Il processo produttivo vero e proprio è scomponibile in 4 operazioni unitarie: Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 4 • Preparazione Impasti Il processo produttivo inizia con la preparazione dell’impasto fibroso (preparazione impasti). Per produrre un supporto fibroso di qualità elevata sono necessari diversi tipi di fibre cellulosiche. In questa fase le varie essenze fibrose vengono lavorate e miscelate con acqua in maniera opportuna, seguendo degli standard predefiniti a seconda della tipologia di prodotto. • Produzione del supporto fibroso La miscela di fibre arriva alle “macchine continue” (così vengono chiamate le macchine che producono il supporto fibroso) e qui viene trasformata in un nastro di carta con caratteristiche predefinite quali spessore, peso, colore, opacità ecc., seguendo rigorosi standard di produzione. Il nastro viene quindi arrotolato in “bobine madri” del peso di circa 14 tonnellate. • Patinatura Il nastro di supporto fibroso viene quindi patinato più volte (multistrato) utilizzando sia macchine patinatrici in linea che fuori linea. La patinatura conferisce al nastro di cellulosa le caratteristiche tecniche che la rendono adatta alle moderne macchine da stampa. La patina è una sostanza composta da pigmenti (carbonato di calcio e caolino) e additivi, che ha lo scopo di perfezionare e uniformare la superficie del nastro di carta. Le numerose miscele di patina sono preparate in un centro altamente automatizzato chiamato Reparto Preparazione Patine, dove i componenti vengono opportunamente dosati e miscelati tra loro. • Finissaggio Una volta ricevuta la patinatura, la carta passerà alla fase di calandratura (solo se destinata al tipo lucido-gloss) e successivamente alle bobinatrici, mentre nel caso della carta di tipo opaco (matt) andrà direttamente alle bobinatrici. Le bobinatrici hanno il compito di sezionare le bobine “madri” in bobine di minori dimensioni, le cosiddette “figlie”, adatte sia alla spedizione sia al taglio in fogli. Il taglio in fogli è operato tramite macchine da taglio (“taglierine”) che, dotate di sofisticati sistemi di controllo, garantiscono le dimensioni volute dal cliente. Il processo di allestimento si conclude con l’imballo e il trasporto dei bancali ai magazzini di stoccaggio, in attesa di essere spediti al cliente. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 5 Schema del processo principale (produzione carta patinata) Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 6 2. CONCETTI DI BASE L’aumento della sensibilità nei confronti dell’ambiente in cui viviamo e la necessità di ottimizzare tutti gli aspetti economici ci sta portando verso una diminuzione dei consumi energetici e di materie prime. La chiusura progressiva dei cicli di produzione genera alcuni vantaggi tra cui: la riduzione dei consumi di acqua di processo, l’aumento del risparmio energetico, la diminuzione della perdita di fini e di cariche, la diminuzione dei volumi da trattare negli impianti di depurazione chimico-fisica e biologica. Ci sono tuttavia anche degli svantaggi tra cui: aumento di concentrazioni di sali causanti corrosioni, formazione di depositi e di incrostazioni di vario genere, aumento della temperatura che crea un habitat ideale per la crescita e la proliferazione batterica. La costante ricerca volta a massimizzare le prestazioni ci porta ad ottimizzare sempre nuovi trattamenti per i cicli della macchina continua, per lo stoccaggio delle materia prime, per la cucina patine e per le centrali cogenerative. 2.1 ACQUA L’acqua è il mezzo che permette l’esistenza dell’intero processo produttivo e può essere considerata una materia prima. Cartiere del Garda è consapevole di utilizzare un bene prezioso per l’intera comunità e negli ultimi anni ha intensificato gli sforzi tesi a minimizzare la quantità di acqua necessaria al processo produttivo attestandosi nel 2014 a consumi specifici di 11 m³/t carta vendibile. L’acqua che l’azienda utilizza a fini industriali è sottoposta a concessione e controllo da parte delle autorità preposte, quest’acqua viene prelevata da cinque diversi pozzi situati all’interno di Cartiere del Garda. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 7 Come evidenzia lo schema, la centrale termoelettrica Alto Garda Power richiede un ingente fabbisogno di acque di raffreddamento per la produzione di energia, mentre la produzione di carta utilizza una piccola quota di acque di pozzo (circa 10% del totale emunto) e riutilizza una parte (circa il 50%) delle acque già utilizzate dalla centrale. I prelievi idrici sono monitorati continuamente mediante misuratori di portata installati su ogni linea di prelievo per assicurare all’azienda il rispetto dei limiti previsti dalla relativa autorizzazione e per controllare i consumi. All’interno dei reparti produttivi sono attivi circuiti e impianti di recupero e riutilizzo delle acque di processo. Gli utilizzi dei singoli reparti produttivi vengono monitorati continuamente per tenere sotto controllo questo aspetto ambientale ed evidenziare consumi anomali. 2.2 CHIUSURA DEI CICLI La diretta conseguenza della chiusura dei cicli è il riutilizzo delle acque prime e delle acque seconde in macchina continua al posto dell’acqua fresca industriale che normalmente viene approvvigionata da falde o da corsi d’acqua. Tramite vari sistemi fisici o chimico-fisici (filtri, sedimentatori, flottatori, ecc) è possibile infatti trattare una notevole massa d’acqua spingendone la chiarificazione e quindi andando a recuperare le materie prime che fluiscono con essa. Per questo motivo, la chiusura dei cicli, nella produzione della carta ha avuto come effetti indesiderati l’aumento degli inquinanti tipici di cartiera quali cariche minerali, coloranti, leganti, co-leganti, pigmenti di vario genere, amido e altri additivi di origine organica. Per lo stesso motivo si è anche riscontrato un incremento della temperatura media delle acque di processo, (32 Tm 37) °C. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 8 La concomitanza di talune sostanze organiche come l’amido e di temperature elevate sono le condizioni ambientali ideali per scatenare una incontrollata proliferazione microbica. Pertanto la capacità di mantenere un buon controllo microbiologico nei circuiti di processo è di fondamentale importanza per contenere: le rotture in macchina, che generano un sostanziale decremento delle capacità produttive i difetti sul supporto come buchi o macchie (diminuzione efficienze in patinatrice on e off-line) la riduzione dell’operatività e durata delle tele di formazione e dei feltri la corrosione e l’intasamento di tubazioni e filtri di vario genere la scomposizione dell’amido in zuccheri per via enzimatica, con la conseguente perdita di viscosità e abbassamento del pH (ciò determina una minore ritenzione e caratteristiche meccaniche) il degrado delle catene polimeriche (PVA, CMC, lattici) il cattivo odore e ammuffimento del prodotto finito il cambiamento delle proprietà fisiche dello slurry (pH, colore, viscosità) 2.3 FORMAZIONI BATTERICHE Nelle condizioni ideali appena descritte la crescita batterica è sempre favorita, tuttavia si può evidenziare che spesso nella realtà ci sono parti di impianto che non vengono contaminate e queste di solito hanno delle caratteristiche in comune: elevata pressione grande velocità di flusso elevata turbolenza temperature estreme pH estremi Lo stile di vita dei microorganismi ne determina una prima macro suddivisione: planctonici che nuotano e galleggiano nell’acqua sessili che tendono a formare colonie ancorate alle superfici, tenute insieme da una sostanza gelatinosa detta limo I principali agenti contaminanti presenti in cartiera si possono suddividere in: 1. batteri (unicellulari e filamentosi/aerobi-anaerobi) 2. funghi (lieviti e muffe) 3. alghe Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 9 La crescita batterica è rappresentabile con il seguente grafico: Dopo una prima fase di acclimatazione vi è una seconda fase di crescita rapida con uno sviluppo logaritmico della popolazione. La terza fase è di stabilità o di regime stazionario in cui tanti batteri muoiono quanti nascono. La quarta ed ultima fase è di decadimento e porta ad una decrescita della popolazione. Le forme batteriche anaerobiche sono strettamente legate alle aerobiche, le quali morendo ne diventano il principale nutrimento, esistono anche i batteri facoltativi, che hanno la capacità di sopravvivere in entrambe le condizioni. La tipica difettosità che il cartaio incontra durante il processo produttivo è generata dal distaccamento di porzioni del biofilm batterico. Per descrivere meglio come e quando tale attività crei problemi nella fase di produzione della carta, vengono definite 4 fasi: x Nucleazione adesione di batteri alle pareti degli impianti (tine, tubazioni) Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 10 x Formazione stabilizzazione di nuclei batterici con formazione di una sostanza gelatinosa, detta gel, per protezione dagli agenti inibizzanti (biocidi) x Crescita la colonia batterica protetta procede nella propria crescita x Maturazione 1. la parte del deposito più esterno viene stressata dai flussi (energia chimica < energia idrodinamica), con conseguenti distacchi 2. gli strati più interni, non ossigenati, favoriscono la formazione di batteri anaerobi, producenti gas e quindi facilitando ulteriori distacchi dalla parete. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 11 3. TIPI DI TRATTAMENTI Il tipico sistema per contrastare la crescita microbiologica è quello di fare ricorso all’impiego dei biocidi. Questi sono dei preparati contenenti uno o più principi attivi in grado di bloccare l’attività microbiologica prima o nel momento della nucleazione cioè quando i batteri non sono ancora in grado di arrecare danno ai cicli di macchina. I biocidi interferiscono: con la respirazione, cambiano la permeabilità della parete cellulare con il risultato di spaccare la cellula con le reazioni chimiche esoenergetiche che trasformano il cibo (glucosio) in energia disponibile (ATP e analoghi composti tri-fosfato sono i principali trasportatori di energia), con la sintesi proteica. I trattamenti ad azione biocida che vengono effettuati in macchina continua sono particolarmente complessi. Nella messa in opera di questi trattamenti serve tenere in considerazione: La selezione del biocida o del “mix biocida” La determinazione del consumo di biocida I punti di dosaggio La modalità di dosaggio Le modalità di esecuzione degli shock (o dosaggi in continuo). I prodotti impiegati sono suddivisi in tre classi: 1. biocidi non ossidanti 2. biocidi ossidanti 3. disperdenti/biodisperdenti. Per ogni realtà produttiva si svilupperanno sistemi semplici o combinati in modo tale da ottenere il risultato migliore al costo minore con lo sviluppo e gli adattamenti dei sistemi proposti dai fornitori. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 12 4. INNOVAZIONE DEI TRATTAMENTI BIOCIDI IN CARTIERE DEL GARDA A partire dall’inizio del 2004, in Cartiere del Garda, si è stabilito di abbandonare la consolidata piattaforma di trattamento dei cicli delle macchine continue basata su biocidi organici e contenenti, come principi attivi, opportune quantità di tiocianato-metil-tio-benzotiazolo e di metilen-bis-tiocianato. La decisione scaturiva principalmente dalla volontà dell’Azienda di ottenere la certificazione EMAS unitamente al fatto che, con il recepimento della nuova Direttiva Europea 98/8/EC, i suddetti principi attivi erano stati catalogati tra i prodotti “molto tossici” e quindi sarebbero stati tolti dal mercato. La prestazione tecnica del trattamento a base di biocidi organici era considerata adeguata poiché questa tipologia di biocidi offriva effettivamente un ampio spettro di copertura sia nei confronti di batteri fungini che filamentosi e questo era sufficiente a garantire alle macchine continue un periodo superiore alle 2 settimane di produzione prima di dover effettuare un “boil-out” sui cicli. Lo schema di dosaggio, che era molto semplificato e si era consolidato negli anni, prevedeva sostanzialmente di trattare il circuito di stoccaggio dei fogliacci spappolati e le tine di macchina di ambedue le macchine continue per un totale complessivo di tre punti di iniezione. In questo panorama produttivo non venivano contemplate esigenze di maggiore durata tra un “boil-out” e l’altro perché la cadenza bisettimanale si sposava bene con altre esigenze produttive quali ad esempio la sostituzione di manufatti o i cambi di programma. La situazione dei cicli era stata opportunamente fotografata eseguendo degli screening accurati che hanno prodotto una serie di risultati così riassumibili. 1. I pozzi da cui venivano prelevate le acque industriali avevano un discreto carico di batteri filamentosi di varie specie che riuscivano a sopravvivere al processo ossidativo di clorobrominazione delle acque pur misurando un valore di residuo di cloro costantemente attorno a 0,2 mg/l e con un perfetto rapporto stechiometrico tra ipoclorito e bromo. Questa era la ragione principale del deterioramento di tutti gli additivi organici (amido e poliacrilammidi) che venivano diluiti con acqua industriale e successivamente stoccati ma anche della spiccata crescita di limo in tutte quelle zone degli impianti in cui l’acqua fresca andava in contatto con ambienti saturi di aerosol contenenti sostanze organiche derivanti dai cicli di macchina (ad esempio canne degli spruzzi sotto tela). 2. La popolazione microbiologica dei cicli di macchina, sulla base delle analisi al microscopio, del potenziale RedOx, delle conte microbiologiche risultava abbastanza Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 13 omogenea, con una leggera prevalenza a livello dei circuiti secondari come quelli dei recuperatori di fibra (nel nostro caso dei flottatori esterni ai reparti). I cicli della macchina continua n°3 risultavano comunque leggermente più inquinati di quelli della macchina continua n°2. 3. Per quanto riguardava i batteri Solfato-Riducenti e Anaerobici Totali si rilevava: a) presenza di batteri unicellulari, presenza di frammenti di batteri filamentosi e di limo da essi derivante, b) un ambiente moderatamente riducente con valori che potevano oscillare da +3 mV a -30 mV, c) una totale assenza di solfiti, che possono danneggiare molti dei principi attivi di biocidi. Questo quadro operativo era così rappresentato: Campione Broke Vasca1500mc Vasca30mc PM2 TinaMix TinaMacchina Cassad'Afflusso AcquePrime Acqueseconde RecuperatoreFibre Acquachiarificata PM3 TinaMix TinaMacchina Cassad'Afflusso AcquePrime Acqueseconde RecuperatoreFibre Acquachiarificata Gradod'infezione ATP(RLU) (min) (max) 55.000 130.000 46.000 133.000 (min) (max) 65.000 99.000 60.000 100.000 55.000 142.000 54.000 125.000 54.000 120.000 54.000 130.000 53.000 79.000 (min) (max) 75.000 115.000 73.000 123.000 62.000 85.000 61.000 86.000 61.000 88.000 59.000 140.000 51.000 82.000 BatteriAerobici (min) (max) 1,00E+05 1,00E+06 1,00E+05 1,00E+06 (min) (max) 1,00E+05 1,00E+05 1,00E+05 1,00E+05 1,00E+05 1,00E+05 1,00E+04 1,00E+05 (min) (max) 1,00E+05 1,00E+05 1,00E+05 1,00E+05 1,00E+05 1,00E+04 1,00E+05 1,00E+04 1,00E+05 Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 14 In particolare le misure di ATP mostravano una certa variabilità che era legata al periodo stagionale ma anche al periodo di tempo intercorso dall’ultimo “boil-out” quindi era possibile trovare valori anche prossimi a 140.000 (rlu). A seguito di una lunga serie di test di laboratorio e semi industriali si è deciso di partire con un trattamento ossidante a basso impatto ambientale ottenuto mediante miscelazione opportuna di ipoclorito di sodio e sale di ammonio in modo da ottenere un prodotto di reazione meglio conosciuto come cloro-ammina. Il nuovo trattamento si è subito dimostrato una valida alternativa al vecchio sistema con i biocidi organici e, almeno inizialmente, non mostrava la necessità di grossi affinamenti neppure dal punto di vista dello schema di dosaggio che era rimasto praticamente invariato. Infatti si continuava a trattare il circuito di stoccaggio dei fogliacci spappolati e le tine di macchina di ambedue le macchine continue. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 15 5. PRINCIPI DEL TRATTAMENTO BIOCIDA A BASE DI BROMURO DI AMMONIO La tecnologia basata sulla miscela di bromuro di ammonio ed ipoclorito di sodio fu brevettata da Barak nel 1999; la sua applicazione nell’ambito dei cicli di macchina dell’industria della carta fu proposta nel 2003 da Davis e Casini e nel 2007 brevettata da Singelton ed altri. Il biocida al bromuro d’ammonio, detto anche BAC (bromide activated chlorammine) è una cloroammina primaria (R-NH2Cl) attivata al bromo (R=Br). Si tratta di una tecnologia basata sulla miscelazione stechiometrica di bromuro di ammonio (NH4Br) con ipoclorito di sodio (NaOCl) NH4Br + NaOCl [Br ժ (NH2Cl)] + Na + + H2O Il procedimento secondo il brevetto, prevede la miscelazione dei due componenti: NaOCl con NH4Br fortemente diluiti, perché sviluppano una reazione esotermica molto violenta. La reazione dovrà avere un rapporto molare 1:1. Il pH di reazione va controllato in un intervallo compreso tra 9,5 e 10,2. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 16 La cloroammina che si ottiene è un debole ossidante e pertanto non viene consumato dai composti organici quindi, al contrario degli ossidanti forti non reagisce formando i tipici gruppi alogeni AOX. Inoltre, poiché non reagisce con i composti organici, non viene neppure consumata da essi e pertanto rimane completamente disponibile a ossidare selettivamente i batteri. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 17 6. LO SVILUPPO DEL METODO DI TRATTARE I CICLI IN CARTIERE DEL GARDA 6.1 L’AUMENTO DEI PUNTI DI DOSAGGIO Sulla base delle criticità mostrate dalle analisi eseguite sulle acque fresche industriali, in cui si era riscontrato un carico batterico preoccupante, fu abbastanza intuitivo cercare di migliorare la prestazione globale del trattamento introducendo proprio su questo circuito un nuovo punto di iniezione. Pertanto in aggiunta allo storico trattamento di cloro-brominazione che veniva effettuato in uscita ai pozzi e prima dei condensatori della Centrale Termoelettrica si è provveduto ad eseguire un trattamento addizionale direttamente sulle tubazioni delle acque fresche industriali impiegate per alimentare i reparti produttivi. L’obiettivo era quello di proteggere meglio le utenze dedicate alle macchine continue e il risultato fu subito visibile soprattutto in corrispondenza alle canne degli spruzzi sotto tela che subito si erano pulite dai tipici pendagli dovuti al limo prodotto da colonie batteriche. Ma il beneficio migliore si è ottenuto proprio sui cicli di macchina che da sempre avevano subito forti variazioni stagionali legate al livello delle acque nei pozzi e che grazie a questo specifico trattamento hanno invece recuperato una migliore stabilità temporale. Complessivamente la situazione degli ATP era così rappresentata: Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 18 L’aspetto più interessante era la correlazione diretta tra l’andamento dei valori di ATP del circuito fogliacci e quello della cassa d’afflusso della macchina 2, un comportamento simile era visibile anche sulla macchina 3. Un altro aspetto importante è che normalmente il “boil-out” che veniva effettuato con soda e con l’ausilio di un disperdente organico non garantiva una durata della pulizia del ciclo, in termini di ATP bassi, per più di 36 h poi si assisteva ad una ripresa che nell’arco di pochi giorni si posizionava a valori dipendenti da fattori che non riuscivamo realmente a gestire. I numerosi tentativi fatti per smorzare le variazioni degli ATP agendo unicamente sul quantitativo di dosaggio del biocida non hanno mai dato alcun risultato apprezzabile e quindi questa strada è stata abbandonata. Tipicamente le fermate di stabilimento avvenivano senza poter svuotare i circuiti dei fogliacci e normalmente durante gli avviamenti si assisteva ad un repentino aumento degli ATP nonostante le pulizie effettuate e nonostante i fogliacci venissero trattati direttamente nelle torri di stoccaggio mediante opportune additivazioni di biocida. Si decise quindi di spostare il punto di iniezione dedicato al circuito dei fogliacci in maniera da trattare anche la torre principale di stoccaggio da 1500 m³ con l’obiettivo di controllare con più efficacia un circuito di pasta densa che aveva tempi di residenza medio lunghi (superiori alle 6 ore) e un carico di materiale organico solubile veramente elevato (il valore medio di COD risultava superiore agli 800 ppm). Come visto per il trattamento delle acque fresche industriali anche quest’ulteriore spostamento dei punti di dosaggio contribuì notevolmente a dare stabilità agli ATP dei cicli delle macchine continue. In buona sostanza l’esperienza fatta in Cartiere del Garda porta a privilegiare un trattamento molto frazionato con punti di dosaggio che vengono scelti in maniera da iniettare il BAC su circuiti anche in posizioni molto lontane dalle macchine continue. L’idea di base, che si è evoluta negli anni, è stata di trattare in maniera diffusa ed efficace quasi tutti i circuiti che alimentano le macchine continue in modo da garantire valori di ATP molto bassi e stabili nel tempo che hanno come ricaduta positiva quella di non dover mai spingere troppo il trattamento dei cicli di macchina. Il frazionamento dei punti di dosaggio ha portato nei nostri cicli all’assetto finale illustrato di seguito: Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 19 Acque fresche industriali Il punto di dosaggio è a pelo libero sul livello dell’acqua che una volta passata dai condensatori della centrale termoelettrica viene immagazzinata in una vasca pronta ad essere impiegata nel processo produttivo Sotto tela MC2 Il punto di dosaggio si trova alla fine del canale che convoglia le acque drenate dalla tela nel silos di stoccaggio. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 20 Sotto tela MC3 Il punto di dosaggio si trova alla fine del canale che convoglia le acque drenate dalla tela nel silos di stoccaggio. Fogliacci Il punto di dosaggio si trova nelle tubazioni di collegamento tra la torre di stoccaggio intermedia dei fogliacci (la torre 500 m³) e la tina di dosaggio sulle macchine. A sinistra entrata vista dall’esterno a destra il flussaggio interno (ottimo punto per la miscelazione) Acque chiarite Il punto di dosaggio è a pelo libero sul livello dell’acqua. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 21 Filtro Algas Nella zona aperta sud dello stesso. 6.2 IL CONTROLLO DEGLI SHOCK Questo trattamento nasce e, ancora oggi viene normalmente implementato, con un concetto di dosaggio a shock Di seguito viene riportato un grafico che rappresenta la tipica forma di uno shock di dosaggio in cui è ben visibile l’andamento della concentrazione di biocida in funzione del tempo con la concentrazione di soglia ideale. L’esperienza maturata in Cartiere del Garda suggerisce di prestare grande attenzione al tempo che trascorre tra uno shock e il successivo poiché questa variabile influisce in maniera rilevante sul risultato complessivo del trattamento. Questo intervallo di tempo che si calcola a partire da quando l’impianto va in modalità off (fine dosaggio) a quando l’impianto riparte prevede che il trattamento trascorra un certo periodo di tempo sotto il valore di soglia. Il che significa che possono instaurarsi delle condizioni favorevoli alla riproduzione batterica tipicamente misurabile con un aumento localizzato di ATP, se si tenta di contenere il Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 22 fenomeno con aumenti anche spinti di dosaggio e quindi di concentrazione di biocida non si riesce comunque a garantire il beneficio atteso. Viceversa se si mantiene il dosaggio ma si riduce il tempo di off dell’impianto quasi sempre si nota un’apprezzabile beneficio misurabile con una diminuzione localizzata di ATP. Qualora si rendesse necessario correggere un aumento di ATP elevato (superiore a 50000 rlu), in questo caso è bene valutare un aumento anche del tempo di dosaggio in maniera tale da prolungare anche la durata dello shock stesso. Quando i punti di dosaggio del biocida che vengono posizionati su linee lontane dal ciclo di testa-macchina raggiungono un corretto bilanciamento del trattamento si può raggiungere una condizione particolarmente vantaggiosa che permette di avere un residuo di BAC sempre maggiore di zero. Se ciò avviene si può idealmente pensare che il trattamento addizionale eseguito sul ciclo di testa-macchina sposti la curva degli shock da 1 a 2 come mostrato nella figura successiva: Pertanto rispettando le stesse modalità di dosaggio in termini di tempo e in termini di volume di BAC dosato (t1= t2 ;V1=V2) si raggiungeranno due concentrazioni finali di BAC diverse in cui C2,f > C1,f Tuttavia non volendo raggiungere valori diversi delle due concentrazioni finali sarà possibile lavorare sia sul tempo di dosaggio sia sul volume dosato come riportato nella figura successiva: Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 23 Quanto appena riportato è una semplice descrizione di come si può pensare di modificare sia il quantitativo che la frequenza dello shock di BAC iniettato nel ciclo di testa-macchina in maniera da sfruttare al meglio le sinergie che derivano da un ottimo trattamento eseguito a monte. Il ciclo di testa macchina è bene che non raggiunga mai concentrazioni eccessive di BAC poiché sono proprio le cloro-ammine ad essere imputate per fenomeni di corrosione che possono instaurarsi in alcune zone delle seccherie di macchina a causa di tasche di umidità scarsamente ventilate. Risulta chiaro l’interesse che ci sarebbe nel poter misurare in maniera quantitativa e mediante strumentazione in linea il reale andamento di concentrazione della mono-cloro-ammina durante lo shock per poter realmente misurare l’efficacia del trattamento. Infatti la misura della mono-cloro-ammina libera ci dice anche quanto consuma il sistema a parità di dosaggio come si può vedere confrontando le due figure ottenute misurando proprio la mono-cloro-ammina quando il sistema è pulito: Quando invece il sistema presenta dei problemi di sporcamento: Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 24 Una simile tecnica non è al momento disponibile ma si può ovviare mediante misure puntuali di laboratorio anche se non è possibile pensare di sostenere frequenze così elevate da garantire simili dettagli. 6.3 IMPIANTISTICA L’impianto di preparazione del prodotto è collocato sullo stesso livello delle due continue (vedi figura successiva). La preparazione del biocida consiste nella miscelazione di NH4Br con NaOCl fortemente diluiti in acqua addolcita per la salvaguardia dell’impianto (incrostazioni, intasamenti). Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 25 Sono presenti tre vasche di stoccaggio, necessarie per gestire il trattamento: vasca per l’acqua addolcita vasca per il bromuro di ammonio vasca dell’ipoclorito di sodio Il primo step è l’addolcimento delle acque prelevate dai pozzi, in entrata è presente un filtro, un contenitore per il sale e due colonne a scambio ionico intercambiabili. Miscelazione e distribuzione sono gestite in tre linee: “Big Unit, New Unit, Small Unit”. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 26 Queste dosano in punti diversi dei cicli di macchina. Le tre linee sono strutturalmente identiche, l’unica differenza sono le portate e di conseguenza il dimensionamento delle pompe (acqua, bromuro, ipoclorito). Il cervello del sistema automatizzato è il PLC; il cuore sono le pompe dell’acqua, del bromuro e dell’ipoclorito L’acqua addolcita passa attraverso due valvole a spillo, con la funzione di misurarne la quantità utilizzata; a seguire entrano nei due percorsi distinti il bromuro d’ammonio e l’ipoclorito di sodio. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 27 I due flussometri trasparenti evidenziano il corretto funzionamento. Nel momento in cui si effettua la preparazione il dosaggio dell’acqua deve restare tra i due riferimenti giallo/arancio che segnano le tolleranze massime e minime di portata A seconda della linea (new, big, small) saranno riportate le caratteristiche scale di misura in l/h (1000 per la new, 1000 per la big, 300 per la small). Seguendo le tubazioni nella direzione di flusso si troverà l’entrata dei due reagenti (bromuro ed ipoclorito), per poi arrivare alla vaschetta di miscelazione. Successivamente si passa nella sonda di misura del pH inserita che restituisce in tempo reale (pannello di controllo o interfaccia) il valore effettivo. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 28 La soluzione così preparata arriva alle valvole pneumatiche, che in base alla programmazione del PLC si apriranno per trattare i punti di dosaggio desiderati. Su cielo delle valvole sono presenti dei piccoli galleggianti interni con terminale di colore rosso che sollevandosi mostrerà nell’immediato quale di esse sia aperta. Altra parte strumentale sono le colonne di controllo. Collegate rispettivamente alle due valvole a spillo, di ipoclorito e bromuro che servono per monitorare la taratura dell’impianto e sono installate in ogni linea di trattamento (New-BigSmall Unit). PLC Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 29 Il PLC è definito come il controllore a logica programmabile (programmazione gestita a blocchi). Qui sono automatizzati i funzionamenti di pompe, valvole, controlli. Nella figura di destra si vede la parte posteriore del pannello di controllo di una delle tre linee di trattamento (nello specifico quella del New Unit). Pannello di controllo Si tratta dell’interfaccia con l’operatore. Partendo dal basso si trova l’interruttore della tensione generale della linea in questione; le tre luci verdi indicano il corretto funzionamento delle tre sotto-linee gestite nel caso specifico dal New Unit; la luce rossa se accesa indica la presenza di allarmi; il quarto registra e mostra il pH misurato dalla sonda on line, l’apparecchio potrebbe, con una modifica impiantistica, rilevare anche redox e temperatura; l’ultima è l’interfaccia: la parte più importante per la gestione di tutto il sistema. L’interfaccia utente è costituita da più schermate ognuna delle quali consente il controllo e la programmazione dell’impianto. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 30 Questa è lo schema sintetico dell’impianto. In alto a sinistra si osserva la portata di acqua (1300 l/h; la portata massima della pompa si evidenziata in un altra schermata ed è di 2230 l/h, che è considerato il 100 %); sotto la portata effettiva (istantaneamente 1289 l/h); a lato il segmento impiantistico non operativo (OPER 002) e le tempistiche di fermata (BREAK: durata e minuti passati dello step); in alto a destra il segmento operativo (in questo caso il numero 1); in basso a destra il pH massimo e quello registrato dal pHmetro on line; il corpo centrale è una schematizzazione dell’impianto: pompa dell’acqua, pompa del bromuro di ammonio (nome commerciale SpectrumTM XD3899), pompa dell’ipoclorito di sodio(HYPO); per ultime valvole e flussometri dei segmenti di trattamento della linea. Quando si vedono di colore nero, come ad esempio la pompa dell’acqua, sono attivi, invece se in trasparenza, come le altre due pompe, sono momentaneamente non attive. A sinistra si vedono quali linee sono attive, la durata del trattamento (“Set”) e, se in funzionamento, da quanto sono state attivate (“Act”); a destra il corrispettivo break: “Set” indica la durata impostata del break, mentre “Act” da quanto è iniziata la sosta, come nella schermata precedente. Sono presenti altre pagine di interfaccia che permettono di leggere la durata giornaliera del trattamento per ogni singolo segmento della linea. Il dosaggio dell’acqua per via precauzionale anticipa e posticipa quello del bromuro e dell’ipoclorito: in una schermata si vede quanti minuti prima e dopo si attiva e disattiva la portata dell’acqua sulle diverse linee. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 31 Due schermate per il controllo e le emergenze per la portata d’acqua e del pH; una per il controllo della portata minima della pompa dell’ipoclorito per non creare pulsazioni, visto che tale prodotto tende a creare bolle d’aria nel flussaggio a moto variabile in tubi Queste sono le principali pagine di lettura e di gestione a disposizione del tecnico dell’azienda fornitrice o di pochi operatori interni. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 32 7. CONTROLLO DEL TRATTAMENTO 7.1 CONTROLLI DI LABORATORIO La gestione dell’impianto è affidata alla ditta Ecoverde che lo segue con un tecnico specializzato settimanalmente. L’apparecchiatura è predisposta per essere controllata anche in remoto con la possibilità di leggere e modificare i dati di immissione della miscela antibatterica anche se non presenti nel sito produttivo, tuttavia non viene utilizzata poiché la presenza in Stabilimento è sempre abbinata a misure sui cicli. Le analisi sono eseguite nel laboratorio interno al reparto di fabbricazione dall’operatore della ditta Ecoverde Spa. Sulle acque in entrata prima dell’addolcitore viene fatta una misurazione dell’ATP mediante un metodo colorimetrico in cui se la colorazione dell’acqua vira verso un verde militare non sussiste alcun problema, se invece vira verso un rossastro si deve approfondire il test. In questo caso si farà una titolazione specifica per poi passare alla misurazione dei fosfati presenti in cui si incuba una certa quantità di acqua per un’ora a 100 °C, misurandone di seguito la differenza di peso. Le misure che riguardano il controllo del biocida si possono suddividere idealmente in dirette ed indirette e vengono effettuate con normali strumenti da campo opportunamente tarati. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 33 Per dirette si intendono le misurazioni effettuate sul campione di cloroammina attivata al bromo prelevato dalle tre le linee: titolo (concentrazione) stabilità pH Il titolo viene fatto anche sull’ipoclorito e serve come controllo del reagente al fine di mantenere gli equilibri stechiometrici fondamentali per garantire la reazione di formazione della cloro-ammina. La stabilità alla decadenza richiesta alla cloro-ammina è di minimo 25-30 minuti. In questo intervallo di tempo il pH deve rimanere stabile, in caso contrario si osserva la formazione di piccole bolle che aumentano in concentrazione e dimensione con il trascorrere dei minuti mentre la colorazione della soluzione vira verso l’arancione. Per prove indirette si intendono tutte quelle misure eseguite sui campioni prelevati dai cicli che nel caso di Cartiere del Garda sono i seguenti: acque prime sottotela MC3 prelievo fisicamente situato sotto il duoformer Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 34 acque prime sottotela MC2 subito dopo la cassa d’afflusso tubo nero acque fresche (troppo pieno ) nel livello sotto le continue verso nord all’uscita della pompa che rimanda le acque nel ciclo produttivo fogliacci in una delle due tine intermedie dei fogliacci dietro la cassa di afflusso di MC3. Su questi campioni vengo effettuate le seguenti prove: pH parametro importante per monitorare la “vitalità” del trattamento Redox (potenziale di ossido riduzione) indica la presenza nelle acque del biocida, il quale pur essendo un debole ossidante, tende comunque a far aumentare questo parametro di controllo. I valori accettati sono tra 150-250 mV, se più bassi si ricercano eventuali problemi nel dosaggio del prodotto. Conducibilità mostra le sostanze libere con proprietà elettriche nella sospensione prelevata; quindi tenderà a seguire l’andamento di redox e Cltot. ATP valore che indica l’attività batterica espressa in [rlu]; questa molecola è il nucleotide (molecola composta da un gruppo fosfato, uno zucchero con 5 atomi di carbonio e da una base azotata) che fornisce la principale fonte d’energia per il metabolismo cellulare (glicolisi-respirazione) Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 35 Cltot questo parametro mostra una misura quantitativa del trattamento: maggiore è il suo valore, maggiore sarà la quantità di biocida utilizzato. In base all’esperienza nelle diverse cartiere si mantengono valori molto diversi. “controllo visivo”: si ricorre fisicamente ad osservazioni macroscopiche di tubi trasparenti in materiale polimerico per avere una prima rapida indicazione della pulizia dell’impianto (torbidità, incrostazioni). 7.2 CONTROLLI ON LINE Con l’esperienza si è cercato di elaborare un sistema automatico per il controllo on line dell’andamento del trattamento e in particolare si è deciso di inserire nei cicli un misuratore di Redox, uno di conducibilità e uno di pH. I segnali provenienti da questi misuratori sono disponibili nel DCS dov’è possibile monitorarne l’andamento nel tempo. Ogni misuratore lavora alternativamente su due diversi ambienti di controllo che sono il sottotela della macchina continua n. 3 e il circuito delle acque chiarite. Questo sistema si è rivelato molto utile per tenere sotto controllo l’efficacia del trattamento e nel caso ci siano delle anomalie ci permette di effettuare delle correzioni sui dosaggi o sulle frequenze degli shock nei diversi punti. In questo modo si evita quasi completamente di rimanere scoperti per periodi troppo lunghi andando così a sporcare in maniera irreparabile i circuiti delle due macchine continue. Nella figura successiva si riporta un classico esempio in cui la misura del Redox on line, che è la più sensibile ad eventuali anomalie nel trattamento, mostra una situazione perfetta sia nel sotto-tela che nelle acque chiarite, infatti sia il sotto-tela che le acque chiarite hanno valori di Redox misurati stabili nel tempo e con ampiezze di lettura abbastanza costanti. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 36 Redox Acque Chiarite stabile Redox Sotto-tela stabile Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 37 Al contrario, nella figura successiva si riporta un esempio in cui il sotto-tela presenta valori di Redox stabili nel tempo mentre le acque chiarite presentano un comportamento del Redox estremamente nervoso, tipico di quando il carico batterico è elevato e tende a sottrarre velocemente il BAC. Redox Acque Chiarite instabile Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 38 8. RISULTATI Dal 2011 a questa parte l’azienda ha chiesto a Ecoverde un costante monitoraggio del trattamento e una dettagliata raccolta delle analisi che vengono effettuate settimanalmente potendo così organizzare una raccolta cronologica dei dati. Queste banche dati, vengono poi convertite in grafici che descrivono l’andamento, per esempio, dell’ATP e delle misure di ossido-riduzione in funzione del tempo. Procedendo in questo senso si evolve in modo più o meno continuo, in base all’ottimizzazione dei processi, la quantità dei dosaggi del trattamento. I valori che sono maggiormente tenuti sotto controllo sono il cloro totale (mantenuto costante tra 1,4 e 1,7 ppm), il valore di redox e la conducibilità. Il trattamento non presenta anomalie se il valore di redox e la conducibilità presentano la medesima tendenza (crescente-decrescente-stabile). Il valore di ATP negli ultimi anni viene preso in esame solo in casi particolari di andamento anomalo perché mediamente presenta sempre valori inferiori a 200 rlu. I grafici che seguono mostrano, per quanto riguarda MC2, MC3 e fogliacci, la significativa riduzione della crescita batterica a partire dall’agosto del 2012, passando da un ordine di MC 2^ 120000 100000 80000 A partire da agosto 2012 i valori di ATP sono passati da una media di 100.000 rlu a zero grazie a un cambio di strategia nel trattamento basato su un sostanziale aumento di frequenza del dosaggio di biocida. 60000 40000 20000 Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 39 24/01/2015 24/11/2014 24/09/2014 24/07/2014 24/05/2014 24/03/2014 24/01/2014 24/11/2013 10 ' 24/09/2013 24/07/2013 Max off 24/05/2013 24/03/2013 24/01/2013 24/11/2012 24/09/2012 24/07/2012 24/05/2012 24/03/2012 24/01/2012 24/11/2011 24/09/2011 24/07/2011 24/05/2011 0 grandezza 105 ad uno di 102 della misurazione di ATP, con la volontà di mantenerlo il più vicino possibile allo zero. Infatti a partire da agosto 2012 i valori di ATP sono passati da una media di 80.000 rlu a zero grazie a un cambio di strategia nel trattamento basato su un sostanziale aumento di frequenza del dosaggio di biocida. Trend MC 3^ 120000 100000 A partire da agosto 2012 i valori di ATP sono passati da una media di 90.000 rlu a zero grazie a un cambio di strategia nel trattamento basato su un sostanziale aumento di frequenza del dosaggio di biocida. 80000 60000 40000 20000 Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 40 24/01/2015 24/11/2014 24/09/2014 24/07/2014 24/05/2014 24/03/2014 24/01/2014 24/11/2013 10 ' 24/09/2013 24/07/2013 Max off 24/05/2013 24/03/2013 24/01/2013 24/11/2012 24/09/2012 24/07/2012 24/05/2012 24/03/2012 24/01/2012 24/11/2011 24/09/2011 24/07/2011 24/05/2011 0 Trend FF 120000 100000 80000 A partire da agosto 2012 i valori di ATP sono passati da una media di 100.000 rlu a zero grazie a un cambio di strategia nel trattamento basato su un sostanziale aumento di frequenza del dosaggio di biocida. 60000 40000 20000 09/12/2014 09/10/2014 09/08/2014 09/06/2014 09/04/2014 10 ' 09/02/2014 09/12/2013 09/10/2013 Max off 09/08/2013 09/06/2013 09/04/2013 09/02/2013 09/12/2012 09/10/2012 09/08/2012 09/06/2012 09/04/2012 09/02/2012 09/12/2011 0 In tutte le tabelle che seguono il max off sarà il momento in cui viene misurato il dato sperimentale considerato. Nelle tabelle sottostanti sono riportate le medie mensili di rilevamento dell’ATP (RLU) per quanto riguarda MC3 e MC2 ed il cloro totale (ppm). Mese/ Anno 05/ 2011 MC3 ATP(RLU) 07/ 2011 08/ 2011 09/ 2011 01/ 2012 02/ 2012 03/ 2012 76789 97940 92958 78425 83275 84893 72933 73246 86910 74649 85897 0 0 73151 89223 MC3 Cltot(ppm) MC2 ATP(RLU) 0 0 0 88075 90881 93415 MC2 Cltot(ppm) 04/ 2012 06/ 2011 05/ 2012 0 0 06/ 2012 0 07/ 2012 0 92316 0 08/ 2012 0 10/ 2011 0 11/ 2011 0 12/ 2011 0 0 58231 88295 90496 68324 90724 0 0 0 0 0,03 0,05 0,05 09/ 2012 10/ 2012 11/ 2012 12/ 2012 01/ 2013 02/ 2013 03/ 2013 Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 41 76933 91013 98315 95635 36299 452 160 0 0 0 0 0 0 0 0 0,2 0,2 1,4 0,58 1,56 1,6 1,27 0,93 0,56 77538 66479 91613 84017 30181 2786 8482 0 0 13 0 0 0 0,1 0,05 0,09 0,1 0,83 0,75 1,25 2,07 1,08 1,37 0,43 Nel periodo successivo fino ad arrivare a questi ultimi mesi del 2015, salvo casi eccezionali, i valori di ATP sono al di sotto di 100 rlu. Per quanto riguarda il Cltot i valori rientrano nel range desiderato (1,4 Cltot 1,7 [ppm]). Affiancando i valori del Cltot [ppm] e ATP [RLU] possiamo notare una relazione di proporzionalità indiretta, come ci si aspettava dall’indagine teorica. Dopo l’introduzione di punti di dosaggio lontani dai cicli delle macchine continue, con il metodo di dosaggio adottato in loco, anche diminuendo il dosaggio complessivo, sono stati ottenuti risultati che garantiscono una migliore macchinabilità con la riduzione delle rotture. Si deve sottolineare che questi rilevamenti di ATP e Cloro totale danno una visione di massima dell’andamento tuttavia le cose possono cambiare: qualora sia stata effettuata una pulizia dei cicli; i campionamenti siano stati fatti non costantemente, tanto da perdere così un vero significato scientifico; in presenza di rotture nell’immediatezza della raccolta dei campioni; al variare del prodotto che si va a fabbricare; etc... Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 42 Di seguito i dosaggi attualmente impiegati in Cartiere del Garda: PUNTO DOSAGGIO Frequenza Vasca H2O Fresche 30'/5' 3.5 L/h 3 Alta Pressione Ballerino 4'/150' 3.5 L/h 0,22 Filtro Algas STOP 1,5 L/h 0 Vasca H2O chiarite 4'/30' 15,6 l/h 1,85 Torre Fogliacci 1500 8'/25' 15.6 l/h 3,78 MC2^ (prime acque) 3'/35' 9 l/h 0,71 MC 3^ ( prime acque) 3'/35' 9 l/h 0,71 Portata Pompa Dosaggio Orario BrNH4 Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 43 9. CONCLUSIONI 1. Nel caso Garda Cartiere lo sviluppo di questo metodo ha condotto negli anni al miglioramento delle performance delle due macchine continue e di conseguenza ad un incremento dell’efficienza produttiva globale: il numero di rotture è diminuito a fronte di un aumento della produzione. In particolare sono completamente scomparse tutte quelle rotture che, tramite sistema di telecamere per controllo rotture, avevano come chiara origine del materiale visibile sulla tela e riconducibile a sporco da ciclo. 2. Inoltre sono scomparsi completamente tutti quei campioni tipici di sporco da ciclo individuati dal sistema di cerca-difetti e successivamente campionati in carta. 3. Si è percepito un generale miglioramento del comportamento dei prodotti chimici impiegati nei cicli di macchina in termini di costanza di prestazione e quindi non si è più reso necessario il continuo aggiustamento dei dosaggi. 4. In particolare abbiamo avuto modo di constatare che modificando la frequenza degli shock e i punti di iniezione si sono ottenuti risultati decisamente più efficaci anche a dosaggi di biocida complessivi apprezzabilmente più bassi. 5. La pulizia complessiva dei cicli di macchina è tale per cui la necessità di eseguire dei boil-out sui cicli di testa macchina si è praticamente più che dimezzata 6. Il sistema di trattamento si rivela complessivamente molto affidabile e anche dopo parecchi anni non mostra alcun segno di corrosione ne all’interno dei cicli ne sulle macchine continue. 7. Il bilancio complessivo tra costi e benefici continua a mantenersi assolutamente spostato a favore dei benefici. Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 44 10. Bibliografia Helena Curtis, Sue Barnes, Le scienze biologiche. Un percorso evolutivo, Zanichelli, Bologna, 1995 Robert C. Smooth, Jack S.Price, Richard G. Smith, Dario Cacciatore, Corso di chimica moderna, Le Monnier, Firenze, 1995 Augusto Ghetti, Idraulica (seconda edizione), Libreria Internazionale Cortina, Padova, 2006 Milo Biasion, Il controllo microbico nelle acque di processo, XIV corso di Tecnologia per Tecnici Cartari edizione 2006/2007, Istituto Salesiano San Zeno, Verona, 2007 Aronne Armanini, Meccanica dei fluidi I - II (materiali per il corso), Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Trento, Trento, 2008 Charlotta Kanto Öqvist, Microbial Life and Deposits in Paper Machine Circuits, Department of Applied Chemistry and Microbiology Division of Microbiology Faculty of Agriculture and Forestry University of Helsinki, Helsinki, 2008 Jani Kiuru, Interactions of chemical variations and biocide performance at paper machines, Department of Forest Product Technology, Aalto University, Helsinki, 2011 Paula Yurkanis Bruice, Chimica Organica, Edises, Napoli, 2012 Cesare Bonacina, Alberto Cavallini, Lino Mattarolo, Trasmissine del calore, Cleup, Padova, 1992 Roberto Paganelli, Nuovo trattamento biocida a base di bromuro di ammonio, XIX corso di Tecnologia per Tecnici Cartari edizione 2011/2012, Istituto Salesiano San Zeno, Verona, 2012 Paolo Zaninelli, Documenti del 21° Corso di Tecnologia per Tecnici Cartari anno 2014/2015, Istituto Salesiano San Zeno, Verona, 2014 Luca Paccagnella - Acquaflex, Contaminazione microbica in cartiera (e controllo dei depositi) in Paolo Zaninelli, Documenti del 21° Corso di Tecnologia per Tecnici Cartari anno 2014/2015, Istituto Salesiano San Zeno, Verona, 2014 Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 45 Luca Paccagnella - Acquaflex, Controllo dei depositi organici in macchina continua in Paolo Zaninelli, Documenti del 21° Corso di Tecnologia per Tecnici Cartari anno 2014/2015, Istituto Salesiano San Zeno, Verona, 2014 A.A.V.V., Introduzione alla fabbricazione della carta, Associazione Tecnica Italiana per la Cellulosa e la Carta “Aticelca”, Unigrafica, Milano Documenti forniti da Ecoverde S.p.A., Cartiere del Garda – Lecta Group Lorenzi Fabiano – Il trattamento dei cicli di macchina - 46