Il «gotha» dell`agricoltura biologica mondiale a Villa Carinzia

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Il «gotha» dell`agricoltura biologica mondiale a Villa Carinzia
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Il «gotha» dell’agricoltura biologica
mondiale a Villa Carinzia
E. Presot - Settore Agricoltura Aziende Agricole Sperimentali e Dimostrative
- Provincia di Pordenone
Il 23 febbraio scorso, presso la sala
Consigliare di Villa Carinzia a Pordenone, si è
svolto un convegno internazionale su «L’agricoltura biologica: un approccio
internazionale, con uno
sguardo al contesto locale» che ha visto, tra gli altri, anche la partecipazione, in video conferenza
da Roma, del Ministro
delle Politiche Agricole e
Forestali, Alfonso Pecoraro Scanio.
Il meeting è stato organizzato dallo IAL Friuli-Venezia Giulia all’interno
dell’intervento formativo
«Teleformazione per la
valorizzazione delle risorse umane in agricoltura»
già attivato con i finanziamenti dell’ERSA, e ha visto la partecipazione attiva della Provincia di Pordenone, dell’Ifoam e dell’Aprobio. Al Convegno
sono intervenuti esperti
da tutto il mondo, chiamati a condividere con i presenti le esperienze di
Paesi dove il biologico ha
NOTIZIARIO ERSA 1/2001
ra Biologica, a Spilimbergo in località Grave presso l’Istituto Tecnico Agrario.
«Le coltivazioni biologiche possono diventare un settore strategico dell’agricoltura
italiana ed europea,
anche in virtù del
deciso aumento della
domanda da parte dei
consumatori, - afferma il
Ministro Pecoraro Scanio
- l’importante è non perdere di vista il fattore qualità». Nel dibattito aperto
in Europa sull’argomento,
pertanto, ci sono le premesse per ridisegnare le
linee-guida di riforma della PAC e porre gli obiettivi
per lo sviluppo delle coltivazioni biologiche che entro tre anni, in Italia, dovrebbero raggiungere il
10% dei terreni coltivati.
Secondo i dati forniti
dall’ERSA, gli ultimi due
anni hanno visto un aumento considerevole del
numero di aziende biologiche in Friuli - Venezia
Giulia, ma la loro estensione rispetto alla superficie totale è ancora ferma
intorno allo 0,5 % circa,
contro un 5 % e anche più
che costituisce la media
nazionale.
Nel 1998 le aziende
biologiche iscritte all’albo
erano 160; sono diventate
190 l’anno successivo e
205 nel 2000. Di queste,
173 sono produttori agricoli (47 di biologico puro,
70 miste fra coltivazione
biologica e coltivazione
convenzionale e 56 in fa-
percorso cammini di sviluppo diversi rispetto ai
nostri.
L’IFOAM – ha spiegato
il coordinatore della sezione italiana, il piemontese Ivo Bertaina - è un movimento politico-culturale
che, fondato nel 1972 con
il fine di concordare una
definizione di agricoltura
biologica che avesse valenza mondiale, ha elaborato negli anni, una serie
di norme e protocolli che
oggi costituiscono la base
della normativa ufficialmente riconosciuta dall’Unione Europea in tema di
biologico e tutela ambientale. L’Ifoam conta al momento 760 membri, tra organizzazioni e istituzioni
pubbliche e private, dislocati in ben 105 Paesi.
L’Ifoam Italia, che opera
secondo le medesime direttive mondiali, svolge il
ruolo di coordinamento
dei soci italiani e, da quest’anno ha la propria sede
operativa presso il Centro
di Documentazione e Divulgazione per l’Agricoltu-
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se di
conversione),
46 preparatori
e 2 raccoglitori
di
prodotti spontanei.
In termini di superficie,
le coltivazioni biologiche
occupano 673 ettari in regione, e altri 363 sono
quelli in fase di conversione (il passaggio dall’agricoltura convenzionale a
quella biologica richiede
infatti alcuni anni di transizione). Decisamente in testa fra i settori interessati
alla coltivazione biologica
è quello cerealicolo, con
159 ettari ai quali se ne
aggiungono altri 72 in
conversione;
seguono
quello viticolo (117 + 86),
frutticolo (114 + 65) e orticolo (51 + 17).
Da ricordare comunque, come nota positiva,
che il 1998 è stato l’ultimo
anno nel quale le aziende
agricole biologiche hanno
potuto usufruire dei contributi dell’Ersa. L’incremento del numero di
aziende da quella data in
poi è dunque da considerarsi, in qualche modo,
del tutto spontaneo, non
incentivato dai contributi
disponibili.