Etimologia del nome e origine del paese

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Etimologia del nome e origine del paese
Etimologia del nome e origine del paese
Un'etimologia popolare fa derivare il toponimo Agnadello da "Acquadello", cioè
paese dell'acqua, con riferimento ai numerosi fontanili che caratterizzano la zona.
Secondo alcuni studiosi di toponomastica, invece, "Agnadello" deriva dal latino
"Agnadellum", diminutivo di "Agnano", a sua volta derivato dal gentilizio romano
"Annius", con il suffisso -anus della formazione prediale. Il significato letterale del
nome Agnadello sarebbe perciò: "piccolo podere di Annius". Secondo altri, invece,
deriverebbe da " acmen (variazione di acumen)-agmen ", vocabolo tardo-latino che
significa altura, sommità o forse da" amnis " ( fiume ). Agnadello si trova nel
territorio denominato “ Gera D’Adda “ : "Gera" ( che anticamente si diceva anche
Ghiera o Ghiara ) significa "ghiaia", dal latino "glarea", in dialetto "gèra".
La nostra zona è chiamata così perché è formata da uno strato di ghiaia portata
dall'Adda; il nome del fiume è di origine celtica e significa " acqua corrente ".
La Gera d'Adda fu popolata fin dalla preistoria; i primi resti di vita umana che gli
archeologi hanno trovato risalgono al Mesolitico. Allora, nella nostra zona, gli uomini
vivevano cacciando e avevano stanziato accampamenti stagionali lungo le sponde
del Serio, presso l'attuale Castelleone. Durante il Neolitico si incominciò a praticare
l'agricoltura ma le attività fondamentali rimasero inizialmente la caccia e la pesca,
infatti la nostra zona era allora ricca di foreste popolate da molti animali selvatici e
solcata da fiumi pieni di pesci; proprio i corsi d'acqua furono le prime vie di
comunicazione. Poi giunsero i Liguri (una popolazione proveniente dai Balcani) che
praticarono un'agricoltura arretrata, vivendo soprattutto di pesca e di caccia
all'orso, al lupo, al cervo, al cinghiale. Essi si fermarono qui fino al termine dell'età
del bronzo ma lasciarono scarse testimonianze della loro presenza. I glottologi
hanno rilevato nel nostro linguaggio parole liguri, tra le quali barca, viola, resina,
malva, baita passate senza cambiamenti nell'italiano, palta (fango), magiostra
(fragola) ancora presenti nel dialetto. Nel VI secolo a.C. arrivarono gli Etruschi alla
ricerca
del
ferro;
essi,
infatti,
erano
abili
nel
lavorarlo.
I Galli o Celti , sopravvenuti nel V secolo a.C., trasformarono la zona praticando
un'agricoltura più avanzata ed incentivando il disboscamento. Fondarono villaggi e
strade che diedero inizio ad uno sviluppo commerciale. Nel I secolo a.C. i Romani,
sconfitti i Galli, conquistarono la regione, fondando centri come Arzago e Misano;
effettuarono la centuriazione e resero ancora più efficienti l'agricoltura e il
commercio. Caduto l'Impero Romano, a causa delle invasioni barbariche, la
popolazione del nostro territorio diminuì moltissimo; i campi rimasero incolti, i
boschi ricrebbero, le acque dell'Adda e del Serio senza più argini allagarono i campi,
formando il Lago o Mare Gerundo. Il lago era in realtà una palude che si estendeva
sulla parte più bassa dei territori costeggianti l'Adda e il Serio, alimentata dalle
inondazioni dei fiumi e dalle numerose risorgive. La fantasia popolare narra che un
tempo nelle acque del Lago Gerundo viveva un drago di nome Tarantasio che,
avvicinandosi alle rive, faceva strage di uomini e soprattutto di bambini e
che“
ammorbava “ l’aria circostante con il suo alito asfissiante. Pare che la popolazione di
Lodi fosse molto provata dall’azione di questo drago ma, come spesso accade, la
leggenda nasceva da un fatto reale. In questo territorio, infatti, ci sono giacimenti di
gas metano, con esalazioni naturali che si incendiavano con i fulmini , durante i
temporali e a quel tempo questo fenomeno fece pensare all’ alito di un drago.Il
mostruoso rettile, sempre secondo i racconti popolari, fu ammazzato da uno
sconosciuto eroe che prosciugò anche il lago. Questo valoroso altri non era che il
fondatore dell’illustre famiglia dei Visconti di Milano che, dopo tale prodezza, adottò
come suo stemma l’immagine del biscione che inghiotte il bambino.
Tra leggenda e storia è certo, tuttavia, che il lago sia realmente esistito in quanto è
menzionato in molti documenti antichi. Per quanto riguarda la derivazione del
toponimo Gerundo, è opinione comune che esso derivi da "gèra" (ghiaia), mentre
Valerio Ferrari, esperto conoscitore del territorio cremasco, ritiene che la sua
etimologia sia da cercare nel termine " gyrus" cioè " spira, curva " con riferimento ai
meandri fluviali. Proprio su un'"isola" di questa palude sorse il nostro paese,
costituito come comunità da famiglie romano-longobarde. Dopo il mille,
l'insediamento di abbazie cluniacensi nella zona incentivò la bonifica del territorio: a
poco a poco sparirono le paludi e i boschi, sostituiti da campi coltivati.
Il più antico documento in cui è citato il nome di Agnadello risale probabilmente al
1046 ed è rappresentato da un decreto in lingua latina inviato dall'imperatore Enrico
III al vescovo Ubaldo di Cremona. In tale documento sono nominati i paesi della
nostra zona e Agnadello è citato con il nome di "Castrum Agnanellum".
Nel 1300 iniziarono varie opere di canalizzazione delle acque di molte delle rogge
presenti ancora oggi nella nostra zona. Le violente liti sulle acque, dovute
all'universale fabbisogno di questo bene prezioso, coinvolsero tutti i comuni del
territorio aumentandone i dissidi. Questo continuò fino al secolo successivo quando,
sotto il dominio dei Visconti e degli Sforza, si diede inizio alla realizzazione del
grande progetto per una maggiore distribuzione delle acque del fiume Adda.
Nel 1414 Agnadello venne concesso in feudo, insieme con Pandino, Misano e Crema,
a Giorgio Benzoni, successore dei fratelli Paolo e Bartolomeo Benzoni, proclamatisi
Signori di Crema il 12 novembre 1403. Poco tempo dopo, nel 1423, tutto il territorio
della Gera d'Adda passò al Ducato di Milano sotto il dominio della famiglia Visconti,
dominio che durò fino al 1447. Per quasi tutta la seconda metà del XV secolo la
Gera d'Adda fu conquistata alternativamente ora dalla repubblica di Venezia, ora dal
Ducato di Milano degli Sforza. Nel 1500 il re di Francia Luigi XII, con l'aiuto della
repubblica di Venezia, invase e conquistò con le sue truppe il Ducato di Milano;
Cremona e la Gera d'Adda passarono sotto il potere dei Veneziani.
Le mire espansionistiche di quest'ultimi però, li posero ben presto in contrasto con i
loro alleati Francesi. A metà del mese di aprile del 1509, re Luigi XII dichiarò guerra a
Venezia.