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Fondazione Colasanto`s Home Page - dipartimento studi aziendali e
07/12/2010
Fondazione Colasanto's Home Page
Fondazione Domenico Colasanto
Costituita nel 1980, la Fondazione Domenico Colasanto ha rappresentato il punto di riferimento per le
iniziative culturali, di studio e di ricerca della CISL in Campania, acquisendo rilevanza e autorità sempre
crescenti in un ambito assai più vasto di quello regionale.
Sulla base del patrimonio di cultura e di credibilità acquisito in questi anni, la Fondazione si è attrezzata per
intervenire -anche nelle realtà periferiche ed in settori categorialmente rilevanti- nei seguenti ambiti:
studio dei fenomeni della delinquenza organizzata, della emarginazione, della devianza (Osservatorio
sulla camorra);
ricostruzione delle tematiche meridionalistiche, istituzionali e della realtà sindacale campana ed
elaborazione di strumenti didattici per la formazione sindacale;
studi e ricerca in materia di economia del lavoro e documentazione economico-sociale della realtà
campana;
documentazione sulla contrattazione e sulla presenza sindacale in azienda
La Fondazione è intitolata a Domenico Colasanto, che di questa tradizione di studio e di interesse alla
conoscenza è all'origine. Colasanto ha lasciato l'insegnamento che un sindacato radicato nella realtà
meridionale -consapevole della sua specificità di rappresentanza dei lavoratori del Sud e forte della memoria
storica che da questo radicamento deriva e di cui fa fede- saprà conquistare e difendere la sua originalità ed
autonomia solo con una autonoma ed originale elaborazione culturale.
Il Consiglio di amministrazione
Le ricerche più recenti della Fondazione
L'occupazione nel Mezzogiorno: organizzazione, lavoro, professionalità
Il ruolo dei fondi strutturali comunitari nelle politiche nazionali di sostegno alle aree depresse: il caso del
Mezzogiorno
Mercato delle professionalità
Il Consiglio di Amministrazione
Presidente:
Salvatore Vinci
Consiglieri:
Giuseppe Bruno
Sergio Bruschini
Pietro Cerrito
Mario Ciriaco
Gerardo Giordano
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Pasquale Losa
Nicola Martino
Aldo Palma
Aniello Salzano
Segretario Generale: Eugenio Zambrano
«Mercato delle professionalità» nella provincia di Napoli
La ricerca è stata promossa dalla Fondazione D. Colasanto con il sostegno della Camera di Commercio
di Napoli. Il gruppo di ricercatori formato da: Giuseppe Acocecella, Daniela Barbarulo, Sergio Bruschini,
Vincenzo D'Avanzo, Gennaro Diletto, Riccardo Marselli, Catello Schettino, e Concetto Paolo Vinci, ha
lavorato sotto la direzione scientifica dei proff. Claudio Quintano e Salvatore Vinci e con il coordinamento del
dott. Eugenio Zambrano.
La ricerca è stata presentata in un Convegno su «Mercato delle professionalità», svoltosi presso la
Camera di Commercio di Napoli il 28/06/1996 e durante una Conferenza tenutasi il 4/12/1996 presso la
Sala della Giunta della Provincia di Napoli.
Come sintesi del rapporto di ricerca, qui di seguito pubblichiamo la relazione presentata dal prof. Claudio
Quintano alle giornate di studio della Società Italiana di Economia, Demografia e Statistica su
«Occupazione e mercato del lavoro», organizzate presso l'Istituto Universitario Navale di Napoli il 1314/12/1996.
NUOVE PROFESSIONI: ESPERIENZE DI UN GRUPPO DI RICERCA
Claudio Quintano
Professore Ordinario di Statistica economica
Direttore dell'Istituto di Statistica e Matematica
Istituto Universitario Navale di Napoli
1. Le caratteristiche dell'indagine
1.1 Finalità dell'indagine
1.2 Caratteristiche dell'indagine
1.3 Quale gamma di professioni su cui fare le previsioni
1.4 I metodi di previsione analitici delle professioni
1.5 Descrizione sommaria delle procedure, in genere seguibili esclusivamente per macro-territori
1.6 Difficoltà di implementazione dei metodi di previsione analitici delle professioni, specialmente
su piccole aree territoriali come la provincia di Napoli
1.7 Il metodo quali-quantitativo di questa ricerca
1.8 Tipologia di risposte dell'interlocutore privilegiato
1.9 Cucitura tra risposte sminuzzate e punteggi di tutte le classificazioni delle professioni
sottoposte a valutazioni
1.10 Il questionario
1.11 Le famiglie di professioni ISFOL su cui si chiedono le valutazioni degli interlocutori
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privilegiati
1.12 Le famiglie di professioni di Cacace su cui si chiedono le valutazioni degli interlocutori
privilegiati
1.13 Dimensione del panel e criteri di scelta degli interlocutori privilegiati
1.14 Le famiglie di professioni sulle quali gli interlocutori privilegiati si sono dichiarati
competenti
2. I risultati più significativi della ricerca
2.1 Valutazioni previsive del panel degli interlocutori in base alla classificazione di Cacace
2.2 Valutazioni previsive del panel degli interlocutori in base alla classificazione ISFOL
3. Considerazioni conclusive
Riferimenti bibliografici
1. Le caratteristiche dell’indagine
La ricerca sul "Mercato delle professionalità" è stata condotta allo scopo di raccogliere valutazioni sulle
professioni verso le quali maggiormente si dirigerà, nel prossimo futuro, la domanda di lavoro nel contesto
territoriale della provincia di Napoli.
1.1 Finalità dell’indagine
Ciò che è sembrato particolarmente importante non era tanto di disporre di quantificazioni precise, ottenute
attraverso procedure analitiche, talvolta altamente sofisticate e difficilmente sostenibili, quanto cogliere
valutazioni sulle tendenze in atto, sulle caratteristiche e le peculiarità del mercato delle professioni nel tessuto
economico e sociale della provincia partenopea, tra le più colpite dalla piaga della disoccupazione e,
attualmente, tra le più interessati a processi di trasformazione.
Quando si studiano le professioni, è d'obbligo pensare agli osservatori del mercato del lavoro. Essi, sorti
come organismi di studio e di coordinamento della formazione professionale, nelle regioni in cui sono presenti,
hanno esteso il proprio raggio di attività ai fenomeni della domanda e dell'offerta di lavoro.
Tra le finalità di una simile ricerca si può includere anche quella di fornire un quadro informativo sulle figure
professionali a vantaggio delle quali devono maggiormente essere rivolti gli sforzi per la predisposizione di
corsi di formazione professionale. Tutto ciò al fine di evitare che, anche nel territorio della provincia
partenopea, possano crearsi situazioni paradossali, comuni a quelle registrate in altre regioni del nostro Paese,
per cui la forte disoccupazione è affiancata dalla mancanza, sul mercato, di figure professionali largamente
richieste dalle aziende.
1.2 Caratteristiche dell’indagine
Caratteristiche importanti dell'indagine sono quelle della flessibilità e tempestività dell'informazione, che
assicurano la possibilità di aggiornare il quadro previsivo delle professioni, a seguito di ogni intervista agli
interlocutori privilegiati (cioè soggetti esperti conoscitori del settore analizzato per effetto di esperienze di
studio e di impegno lavorativo), e portano a conclusioni coerenti con le competenze, le posizioni ed i ruoli
degli stessi.
A tale risultato sarebbe praticamente impossibile giungere con le metodologie tradizionali, per cui si è
individuato un PERT originale atto a descrivere le vie di analisi del problema previsionale nel campo delle
professioni in termini di comparazione tra proposte previsionali.
La sperimentazione prodotta, quindi, non ha un grado di definitività, ma costituisce un esempio di percorso
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ripetibile nelle varie occasioni in cui è necessario procedere a stime previsionali nel campo delle professioni. Il
grado di definizione dei risultati è migliorabile utilizzando le leve dell’aumento del numero di intervistati, della
diversificazione degli interlocutori, della lunghezza del questionario, del perfezionamento dei set delle famiglie
di professioni considerate.
Per rendere ripetibile la sperimentazione si è proceduto anche alla redazione di un percorso di elaborazione,
qui non riportato per motivi di spazio, che coniuga l’analisi concettuale e logica delle procedure con gli aspetti
applicativi che si riferiscono alla parte strettamente operativa, collegandosi con il software disponibile.
1.3 Quale la gamma di professioni su cui fare le previsioni
I tempi moderni sono caratterizzati da un’elevata dinamicità delle professioni.
Nei momenti particolari, come quello attuale, in cui il mercato del lavoro risulta affetto da una vera e propria
rivoluzione, risulta molto complesso trovare le liste delle professioni su cui accendere i riflettori per valutarne
le tendenze evolutive.
E' noto che viene percepita dagli esperti del mercato del lavoro la reale esigenza di mettere in connubio la
vera e propria fame di occasioni di lavoro da parte della componente demografica, specialmente quella
giovanile, con la reale esigenza di introdurre innovazione, nonché dalla riorganizzazione degli assetti
intersettoriali.
Nella società moderna, alcune professioni tradizionali, ovviamente, scompaiono, altre vedono modificati i
propri contenuti, altre professioni che risultano soppresse sono, invece, incorporate da alcune nuove. Poi vi
sono le moderne figure dischiuse dal progresso tecnologico, nei vari campi di frontiera di cui, ormai, la stessa
informatica, che tanto ha rivoluzionato le professioni, costituisce una presenza matura.
Figure professionali come quelle che hanno di recente modificato in maniera determinante la composizione
della domanda finale, ad esempio i tecnici dell'ambiente, dell'alimentazione, i paramedici, gli addetti agli anziani
segnalano un vero e proprio boom. Tuttavia, il loro trend di espansione può essere posto in discussione, in
ogni momento, per il diffondersi della concezione di ridurre l'onere di mantenimento dei servizi ad esse
connessi, che sono totalmente a carico del bilancio pubblico. Un’altra causa per cui è difficile ritenere stabili le
liste delle professioni su cui puntare è la discontinuità della tecnologia.
Vi sono, quindi, modificazioni esterne ed interne all’impresa per cui vengono segnalate variazioni del ciclo
vitale di una professione, cioè quel periodo di tempo che vede in una prima fase una prospettiva di crescita
accelerata, poi una crescita a tasso ridotto per arrivare ad un punto in cui rivela una vera e propria maturità al
di là della quale la tenuta di quella professione è in crisi, o addirittura in declino.
Quindi si chiedono ridisegni delle aree professionali connesse non tanto e non solo all'informatica, che, come è
noto, pervade tutti i settori, quanto, invece, agli sviluppi organizzativi.
Una cosa è certa, e cioè che la valutazione del quadro delle professioni è alla base della stima dei fabbisogni
formativi.
Quando si parla di metodi di previsioni nelle professioni si fa riferimento anche ai mal riusciti e rigidi metodi
analitici.
In questa ricerca si è utilizzato, invece, un metodo quali-quantitativo.
1.4 I metodi di previsione analitici delle professioni
Si tratta di metodi tradizionali che portano a previsioni di “famiglie omogenee" di professioni. Con tali
metodi, sono stati esaminati i fondamentali riassetti della struttura professionale della popolazione di intere
collettività nazionali, riguardanti ampi comparti e non piccoli ambiti territoriali come quello di questa ricerca.
Infatti, tali previsioni di professioni devono partire dallo studio dell'evoluzione dell'offerta di lavoro di almeno
un quindicennio e sono il frutto di una catena di proiezioni, di cui le più importanti sono:
- le proiezioni demografiche;
- le proiezioni della domanda di lavoro;
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- le proiezioni dell'occupazione;
- le proiezioni macroeconomiche.
1.5 Descrizione sommaria delle procedure, in genere seguibili esclusivamente per macro-territori
Le prime difficoltà che si incontrano nell’applicare questi metodi sono date dal fatto che essi necessitano di
una base dati su cui applicare metodi e modelli di tipo analitico per la determinazione delle strutture
professionali. Ad esempio, circa la metodologia, le ipotesi ed i dati di base, va osservato che sono necessarie
le previsioni demografiche per sesso ed età alla data in cui si effettua la previsione, nonché quelle della
particolare tranche del segmento della popolazione in età lavorativa.
Un elemento molto importante della procedura è la conversione delle previsioni demografiche in previsioni
della forza lavoro; per questa operazione bisogna ipotizzare dei tassi di attività specifici per sesso e per età
che sono indicatori della propensione ad offrirsi sul mercato del lavoro da parte della popolazione.
E' da premettere che si registra un andamento tendenziale di riduzione dei tassi di attività delle classi di età
giovanili e di quelle senili, nonché una crescente partecipazione femminile al mercato del lavoro in
corrispondenza delle età centrali della piramide della popolazione.
Il passaggio alle stime degli occupati è legato a convenienti ipotesi sui tassi di disoccupazione, procedendo
alla determinazione dello scacchiere degli occupati per età come risultato moltiplicativo tra forze lavoro e tassi
di occupazione. Disponendo di strutture informative riguardanti gli occupati per sesso, età e gruppo
professionale tra due censimenti, ci si propone di formulare, per ciascun gruppo professionale, un'ipotesi
neutrale, confermando le tendenze del periodo di osservazione.
Ovviamente, si tratta di prime approssimazioni, in quanto ciò comporterebbe l'ipotesi di invarianza in termini
di saldo assoluto dei flussi positivi di ingresso nella professione tra generazioni decennali successive.
L'operazione di ritocco, quindi, di queste ipotesi iniziali, è cruciale e non facile in quanto ciò avviene in un
quadro in cui vi è una modificazione della lista delle professioni. In un certo senso, le azioni di previsione
possono ricondursi all'applicazione di fattori moltiplicativi sulla consistenza (maggiori di 1 se dette consistenze
sono previste in aumento, compresi tra 0 e 1 se sono previste in riduzione).
E' evidente la difficoltà di tradurre, poi, le maggiori o minori consistenze ad una certa data nella
determinazione dei flussi positivi e negativi, cioè in ingresso e in uscita, che stimano il saldo che si aggiunge alla
consistenza iniziale; essi sono, ovviamente, da ipotizzare strettamente coerenti con le professioni sia a livello
individuale che di comparto. Gli interventi con strumenti specifici sul quadro delle previsioni, connotato
dall’ipotesi di invarianza, comportano la successiva fase, che è difficilissima, sia nella concezione del modello,
sia nella parte operativa, della armonizzazione delle stime relative agli occupati per ciascuna professione con
quelle globali dell'occupazione alla data di riferimento.
1.6 Difficoltà di implementazione dei metodi di previsione analitici delle professioni, specialmente
su piccole aree territoriali come la provincia di Napoli
Un aspetto importante dei metodi di previsione analitici delle professioni è che la raccolta di dati statistici
disaggregati, quando si scende a livelli di sub-aree quale è l'ambito provinciale, risulta difficile a causa della
scarsa presenza di fonti da cui attingere.
D’altra parte, l’esperienza degli anni Settanta e Ottanta, quando la programmazione economica è stata in
auge, con il moltiplicarsi di proiezioni demografiche ed economiche, spesso molto sofisticate, diffusissime
anche a livello regionale oltre che a livello nazionale, consente di affermare che, accostando quelle proiezioni
ai dati che realmente sono stati letti dalle statistiche successivamente, sono stati registrati, quasi sempre,
risultati molto divergenti.
Inoltre, si tenga presente che si tratta di realtà statistiche che, specialmente in alcune articolazioni
classificatorie professionali, sono di poca entità e quindi scarsamente significative per costituire una base
tecnica per proiezioni analitiche, calibrate direttamente per questo territorio.
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D'altra parte, in questa sede, si è scartata l’ipotesi di operare strumentalmente per disaggregazioni
territoriali successive, a cascata dei dati, nel senso di procedere prima a stime di proiezioni riguardanti
un'area più vasta, come l'intero Mezzogiorno oppure la Regione Campania, per poi segmentare i dati per
territori più piccoli come quelli provinciali.
E' da notare che un'ipotesi di trattazione di questo tipo porterebbe alla fissazione di criteri non condivisibili da
tutti e, quindi, facilmente dichiarabili arbitrari. Per tale motivo si è pervenuti alla decisione di adottare metodi
quali-quantitativi, che potessero consentire un accesso più diretto alle caratteristiche particolari ed alla
dimensione del fenomeno delle professioni in una piccola area.
1.7 Il metodo quali-quantitativo di questa ricerca
Di fronte alle difficoltà testé espresse, questa ricerca si è basata su interviste a persone molto competenti che
ricoprissero per conoscenza e per esperienza nel campo la maggior parte dei settori professionali esaminati,
rappresentando, quindi, per la presente indagine, degli interlocutori privilegiati.
Chi sono gli interlocutori privilegiati? Soggetti esperti-conoscitori del settore analizzato, per effetto di
esperienze di studio e di impegno lavorativo.
Si è contrapposto, quindi, ad una rigida procedura quantitativa che attiene alla storia delle proiezioni, peraltro
mal riuscite, una procedura più flessibile, basata sulla compilazione di un questionario redatto secondo una
metodologia nota negli ambienti degli esperti di marketing che si chiama Delphi (Marbach, 1988).
Tra i vantaggi del metodo Delphi vi è quello di prevedere, dopo un momento di intervista individuale, un
colloquio di gruppo, in cui ciascun esperto è chiamato ad esprimere ed a giustificare le proprie opinioni. In
questa ricerca si è ritenuto opportuno unire la fase di risposta individuale ed il momento di sintesi collettiva in
un'unica valutazione del panel (cioè dell’insieme) di esperti.
L'importanza del metodo Delphi è da attribuirsi soprattutto alla possibilità di costruire variabili soggettive,
cioè valutazioni, opinioni ed atteggiamenti provenienti da persone particolarmente esperte.
Il metodo seguito è sicuramente originale, anche se largamente influenzato dalle procedure di previsioni basate
sul classico metodo Delphi, poiché è ad esso che si ricorre per affrontare problemi che non si prestano ad
essere aggrediti con le usuali tecniche quantitative, in quanto particolarmente complessi, a causa, anche, della
molteplicità dei fattori che ne influenzano l'evoluzione.
1.8 Tipologia di risposte dell’interlocutore privilegiato
La filosofia è quella della quantificazione indiretta che è utilissima quando è coniugata con percorsi qualitativi
di indagine e di accertamento, pure essi impiegati in questa ricerca e riportati nella stesura completa del
Rapporto.
Tali valutazioni, opinioni ed atteggiamenti provengono da un percorso di sminuzzamento delle risposte affinché
esse siano semplici a darsi. Infatti, assegnata agli intervistati una lista di professioni su cui esprimersi, è stato
loro richiesto di valutare il grado di prevalenza di ciascuna professione su ciascun’altra in riferimento a:
- la capacità di generare nuovi posti di lavoro nella provincia partenopea nel prossimo futuro (prossimi dieci
anni);
- la valutazione dell'impegno richiesto per l'esercizio di ognuna di esse, valutato nelle sue componenti:
capacità, nozioni ed esperienza;
- la valutazione dei livelli di istruzione coinvolti nella futura richiesta di professionalità, per ogni figura
professionale.
1.9 Cucitura tra risposte sminuzzate e punteggi di tutte le classificazioni delle professioni sottoposte
a valutazioni
L’elaborazione cruciale è consistita nel trasformare le risposte degli interlocutori privilegiati in punteggi sintetici
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- che nella ricerca, per semplificare, sono stati indicati come posti di graduatoria - attribuibili a ciascuna
professione della lista.
E' evidente che lo sminuzzamento dei giudizi richiesti - solo successivamente sintetizzati ed all’insaputa
dell’intervistato - consente all’interlocutore di concentrarsi più facilmente nella formulazione del giudizio di
preferenza delle professioni rispetto ad una richiesta da parte dell’intervistatore di mettere in graduatoria tutte
le professioni stesse, fatto che provoca sicuramente instabilità ed indecisione.
D’altronde, per tutta una parte del questionario, i singoli esperti intervistati compiono le loro valutazioni sulla
base di due tipi diversi di classificazioni professionali (Cacace e ISFOL), già ampiamente note agli addetti ai
lavori, appoggiandosi in uno di questi casi, cioè per una di queste classificazioni (Cacace), anche a valutazioni
previsive disponibili, al 2005, per l’intero territorio nazionale che fanno da riferimento (Cacace, 1988). Ciò è
avvenuto riportando nel questionario, accanto alle caselle in cui l'interlocutore è stato chiamato ad indicare le
valutazioni di natura quantitativa, le corrispondenti valutazioni già espresse da un super-esperto di settore.
Queste ultime si riferiscono all’Italia intera, cioè ad un territorio diverso dall’area di studio, che è la provincia
di Napoli.
E' noto che in questi casi si corre il rischio che l’intervistato sia influenzato dalla struttura delle proiezioni
assunte come riferimento, ma nella fattispecie, tenendo conto dei risultati dei pre-test condotti, l’uso di questi
riferimenti ha addirittura giovato procurando effetti netti positivi in quanto ha costituito una pietra di paragone
precisa in un contesto investigativo ove talvolta è difficile perfino inizializzare il processo di valutazione.
Del resto, vi sarebbe condizionamento se le posizioni esterne dell'opinion leader fossero espresse in qualità di
intervistatore diretto e non soltanto riportate nel questionario come carica di spunti.
D’altra parte, essendo le caratteristiche del mercato delle professionalità della provincia partenopea diverse
da quelle dell'intero Paese, le divergenze da queste ultime sono, anzi, addirittura attese come regola e valutate
in maniera interessante.
Per le professioni della classificazione ISFOL, le valutazioni ottenute, oltre ad essere state utilizzate per
l’estrazione dei punteggi normalizzati, sono state trattate in modo da proiettare, secondo le tecniche di
dimensional-scaling dell’analisi statistica multidimensionale, i punti-professioni, evidenziando i confronti in
uno spazio a due dimensioni, per far emergere le eventuali associazioni e contrapposizioni tra di esse. In
particolare, si è fatto uso della tecnica di dimensional-scaling quando ci si è riferiti alle valutazioni fornite da
un solo esperto (una sola matrice dei confronti a coppie) ed a quella di multidimensional-scaling nei casi in
cui si è proceduto a sintetizzare le valutazioni di tutti gli interlocutori privilegiati inerenti gli stessi confronti a
coppie di professioni. Quest’ultima ha consentito di ottenere, accanto al grafico bidimensionale in cui sono
proiettate le professioni, il Derived Subject Weights, concernente la proiezione, sugli stessi assi, dei puntiinterlocutori, descrivente la quantificazione del peso esercitato da ciascun interlocutore nella formazione degli
assi.
1.10 Il questionario
Circa il contenuto del questionario, la richiesta di valutazioni sulle professioni è avvenuta attraverso l’uso di
liste delle stesse considerate un importante riferimento per gli studiosi del settore.
Premesso che il questionario è stato redatto con la finalità di ottenere le informazioni più adeguate per
raggiungere l'obiettivo della ricerca, è risultato necessario costruire i riferimenti e cioè, ai fini pratici,
rispondere anche a domande molto generali del tipo "chi", "quanto", "quando", "come", ecc., a proposito dei
vari elementi basilari che compongono la struttura della ricerca.
Il questionario è stato rivolto ad interlocutori privilegiati, cioè ad esperti conoscitori del comparto delle
professioni, ed il tipo di domande di cui esso si compone è, essenzialmente, strutturato.
Ritornando alle professioni considerate, i raggruppamenti degli insiemi di famiglie si riferiscono a due liste ben
note nella letteratura, e cioè a quelle del Rapporto ISFOL (1987, 1989-1995) e quelle considerate nello
studio previsionale dell’esperto Cacace.
Ad esse si associano due tipi diversi di valutazioni da parte degli interlocutori privilegiati, cioè due diverse
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modalità di risposta, a cui vengono dedicate due parti specifiche del questionario: la PARTE 3: Previsioni
degli intervistati al 2005 in confronto alle proiezioni di Nicola Cacace e la PARTE 4: Previsioni degli
intervistati al 2005 secondo la classificazione ISFOL.
Nella prima il rispondente è chiamato a stimare aliquote di composizione esprimenti l'importanza relativa, nel
futuro, delle professioni dei comparti proposti da Cacace di cui si dichiara competente. L’intervistato esprime,
infatti, tali valutazioni per la provincia di Napoli tenendo conto delle corrispondenti aliquote di composizione
riferite da Cacace al 2005 per l’Italia intera.
Nella seconda parte l’intervistato è chiamato ad esprimere giudizi su tutte le professioni di ciascuna lista su cui
si dichiara competente, prese a due a due, secondo una scala di valutazioni già collaudata in ricerche di
questo tipo (di Saaty), circa lo sviluppo futuro, da una parte, e l'impegno di accesso alla professione stessa,
dall’altra.
1.11 Le famiglie di professioni ISFOL su cui si chiedono le valutazioni degli interlocutori privilegiati
Le famiglie di professioni considerate nel Rapporto ISFOL, ai fini della presente utilizzazione, sono state in
alcuni casi ridotte di dimensione. Tale operazione è stata dettata dalla necessità di fare una cernita in liste
pletoriche, peraltro coincidente con l’esigenza di non superare dimensioni di un certo livello, che avrebbero
pregiudicato la bontà dei risultati dell'indagine.
I criteri per snellire il numero delle professioni di ciascun comparto sono stati ispirati alla logica di eliminare le
più tradizionali e di non prendere in considerazione quelle maggiormente simili tra loro. Si è privilegiato, cioè, il
principio della varietà delle situazioni, che è alla base di giudizi che devono presentarsi di per sé selettivi.
I nove insiemi di professioni della classificazione ISFOL inerenti i quesiti della PARTE 4 del questionario:
Previsioni degli intervistati al 2005 secondo la classificazione ISFOL sono quindi risultati i seguenti (in
parentesi la numerosità delle professioni incluse in ciascun comparto):
Agricoltura ed ambiente (6)
Produzione industriale (16)
Credito, assicurazione e finanza (12)
Commercio (8)
Sanità ed assistenza sociale (7)
Cultura e formazione (9)
Comunicazione (2)
Attività artistiche e dello spettacolo (8)
Sport, turismo e ristorazione (11)
1.12 Le famiglie di professioni di Cacace su cui si chiedono le valutazioni degli interlocutori
privilegiati
Per questo tipo di famiglie di professioni, riprese da un precedente studio previsivo di Cacace, come già si è
detto, essendo disponibili, dallo stesso, le stime al 2005 dei valori assoluti degli occupati in riferimento
all'intero Paese, si è proceduto trasformando le stesse in aliquote percentuali e somministrandole direttamente
nel questionario. Il rispondente è stato quindi chiamato a stimare per il territorio della provincia di Napoli le
corrispondenti aliquote di composizione, esprimenti l'importanza relativa delle professioni dello stesso
comparto nel futuro.
Le motivazioni che hanno spinto all'utilizzo dei comparti professionali individuati da Cacace si collegano,
principalmente, al desiderio di tener conto del carattere pervasivo dell'insieme delle professioni scelte a
rappresentare l'intero mercato per il contesto territoriale della provincia di Napoli.
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Infatti, a differenza della classificazione ISFOL, di tipo strettamente tradizionale, facente riferimento ad un
raggruppamento delle professioni in relazione ai settori di attività economica, con quest'ultima si tiene conto
della circostanza per cui le figure professionali più simili sono presenti, seppure con connotazioni leggermente
diverse, in tutti i settori di attività economica.
Si tratta, quindi, di un raggruppamento delle professioni che tiene conto principalmente dell'omogeneità delle
mansioni svolte più che del campo in cui esse trovano applicazione. Ciò spiega, ad esempio, la presenza del
comparto professionale Tecnici e operatori (agricoltura, industria, servizi) non altrove classificati
(n.a.c.), che raggruppa assieme, ad esempio, l'Operatore agricolo biologo, l'Operatore di industria
alimentare e l'Operatore contabile informatizzato.
La scelta di questa classificazione di professioni è stata dettata da un attento studio effettuato dall’esperto
Cacace sulle tendenze evolutive dell'occupazione nel nostro Paese e, prima ancora, in America e negli altri
Paesi europei.
I dati più recenti sull'economia sembrano indicare la costante riduzione degli occupati nei settori di attività
primario e secondario mentre la sostanziale crescita dell'occupazione registratasi nel settore dei servizi o
attività terziarie sembra destinata a continuare anche nei prossimi anni.
Sulla base di tali considerazioni, i comparti di professioni e, nell'ambito degli stessi, le figure professionali sui
quali si è focalizzata l'attenzione degli interlocutori privilegiati nella PARTE 3 del questionario: Previsioni
degli intervistati al 2005 in confronto alle proiezioni di Nicola Cacace sono i seguenti (in parentesi la
numerosità delle professioni incluse in ciascun comparto):
Istruzione, comunicazione (26)
Beni culturali, spettacolo, arte e pubblicità (33)
Turismo e tempo libero (18)
Salute e servizi sociali (32)
Ambiente, valutazione impatto, protezione, recupero e monitoraggio (54)
Agricoltura biologica (e integrata), zootecnia e pesca (19)
Finanza e commercio (37)
Professional, esperti e manager (31)
Tecnici e operatori (agricoltura, industria e servizi) non altrove classificati (30)
Informatica e telematica (22)
1.13 Dimensione del panel e criteri di scelta degli interlocutori privilegiati
Chi sono gli intervistati? Essi creano un panel di intervistati.
Sono stati intervistati degli interlocutori privilegiati, cioè, soggetti esperti conoscitori del settore analizzato per
effetto di esperienze di studio e di impegno lavorativo.
La buona riuscita di un'intervista così impostata dipende dalla capacità degli interpellati, la cui conoscenza del
problema affrontato deve essere elevata, così come dalla volontà di impegnarsi a fondo e dalla bravura nel
quantificare le proprie opinioni, di mettersi ben in sintonia con l'intervistatore, pur senza subirne influenze.
Evidentemente, un'altra variabile importante è costituita dalla dimensione del panel degli esperti che, nella
situazione ottimale, dovrebbe consentire la rappresentatività di tutte le categorie professionali competenti nel
fornire informazioni al riguardo e capaci di valutare tutti gli aspetti della problematica esaminata.
In ogni caso, essa, per interviste di tipo quali-quantitativo, non deve essere troppo elevata; le risultanze
empiriche dimostrano, infatti, che in nessun caso appare necessario superare la soglia dei 15-20 partecipanti,
essendosi dimostrato irrilevante l'apporto in termini di informazione aggiuntiva ottenuta se ciò avvenisse.
L'adeguatezza della scelta degli interlocutori privilegiati appare quindi cruciale, sia rispetto al grado di
copertura dei comparti professionali esaminati, sia in relazione agli aspetti del fenomeno di cui essi stessi
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possono considerarsi portatori, avendo optato per un metodo, quale il Delphi, le cui capacità investigative
dipendono, essenzialmente, dalle competenze a dalla disponibilità a collaborare degli stessi.
Inoltre, avendo limitato alla provincia di Napoli l'ambito di interesse, un requisito essenziale appariva la
perfetta conoscenza di tale territorio, non acquisibile se non con esperienza diretta sul campo. Allo stesso
tempo, si è tentato di includere nel panel diverse figure di esperti, ricercatori di settore, capi del personale di
aziende di grandi dimensioni, sindacalisti, imprenditori, tutti svolgenti la loro attività in aree che comportano
un'ottima conoscenza di almeno una parte di comparti professionali sottoposti a valutazione.
Nell’elenco iniziale delle persone da intervistare vi erano anche due donne che, però, non si sono rese
disponibili per l’intervista. D’altra parte, la presenza di due donne nella lista iniziale era da considerarsi
abbastanza rappresentativa del peso che il cosiddetto “sesso debole” esercita tra le persone che avrebbero
potuto contribuire all’indagine, essendo comunque scarsa la presenza, ai vertici delle categorie di cui gli
interlocutori privilegiati appaiono i rappresentanti, di figure femminili disposte a collaborare.
E' importante sottolineare come la finalità principale che ci si proponeva consiste nel validare
sperimentalmente un approccio, un metodo. La procedura messa a punto, quindi, non ha un grado di
definitività, bensì vuole costituire un esempio di percorso ripetibile nelle varie occasioni in cui è necessario
procedere a stime previsionali nel campo delle professioni. Il grado di definizione dei risultati è migliorabile
utilizzando gli strumenti dell’aumento del panel, della diversificazione degli interlocutori, della lunghezza del
questionario, del perfezionamento degli insiemi delle famiglie di professioni considerate.
Premesso che la disponibilità dei soggetti a collaborare ha costituito l'elemento determinante nella formazione
del panel dei rispondenti, si può ritenere abbastanza rappresentativo il dosaggio degli stessi in termini delle
categorie (di imprenditori, sindacalisti, esperti di settore, ecc.) di cui essi sonorappresentanti nell'ambito
dell'apparato socio-produttivo.
Va rilevato, in particolare, il peso non irrilevante che nel panel hanno gli imprenditori o manager privati.
Esso è da considerarsi estremamente positivo in quanto questa è la categoria che percepisce maggiormente i
bisogni di rinnovate professionalità ed è interessata a dare giudizi in maniera molto motivata.
Un’altra categoria ben presente all’interno del panel degli intervistati è quella dei ricercatori di settore; tale
circostanza va interpretata in maniera altrettanto positiva in quanto questi ultimi sono tra i più sensibili allo
studio delle caratteristiche e delle esigenze delle professionalità e quindi buoni conoscitori del comparto. Si
registra, altresì, la presenza dei responsabili di organismi pubblici e, ovviamente, di altre importanti figure, si
direbbe essenziali per la conduzione dell’indagine, come i sindacalisti, i rappresentanti di imprenditori e i
rappresentanti di altre associazioni.
In riferimento al livello di istruzione conseguito dai componenti il panel, non stupisce, dato il ruolo di
interlocutori privilegiati da essi rivestito, la forte prevalenza dei laureati (undici su venti) e degli interlocutori in
possesso di titoli post-laurea (altri sei), mentre poco rilievo assumono i diplomati (soltanto tre).
Per quanto concerne la condizione professionale degli interlocutori, la quasi totalità di essi espleta la propria
attività lavorativa in qualità di lavoratore dipendente (ben diciassette su venti), due soltanto sono gli
interlocutori definitisi imprenditori "puri", pur essendo tale qualifica prevalente nell'ambito dell'indicazione delle
caratteristiche specifiche dell'interlocutore privilegiato prima descritte. Solo uno di essi è in condizione
non professionale, in particolare pensionato.
In relazione ai settori di attività economica in cui gli interlocutori esercitano la propria attività lavorativa, un
peso pressoché simile è da attribuirsi a pubblica amministrazione e servizi pubblici, industria ed a altri
settori. Non è trascurabile, altresì, la presenza del settore terziario privato mentre mancano completamente
dei rappresentanti del settore agricoltura e di “nessun settore”. Quanto alla prima mancanza, essa non
costituisce un grosso problema, avendo incluso nel panel un professore della Facoltà di Agraria
dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, esperto conoscitore delle caratteristiche e dei problemi di
tale comparto di attività economica.
1.14 Le famiglie di professioni sulle quali gli interlocutori privilegiati si sono dichiarati competenti
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Un altro aspetto su cui vale la pena di soffermarsi concerne l’analisi congiunta delle cosiddette caratteristiche
specifiche dell’interlocutore privilegiato e delle famiglie di professioni sulle quali gli esperti si sono cimentati
fornendo le valutazioni. Infatti, al fine di aumentare l’efficienza delle interviste e l’attendibilità delle valutazioni
ottenute, nello studio di ciascun comparto professionale si è proceduto ad ottenere risposte solo dagli
interlocutori che hanno dichiarato ad un precedente quesito di possedere in merito ad ognuno di essi un grado
di conoscenza buono o ottimo.
1.14.1 Le famiglie di professioni di Cacace sulle quali gli interlocutori privilegiati si sono dichiarati
competenti
In riferimento alla prima lista di professioni (Cacace), è possibile notare la maggiore competenza degli
Imprenditori o manager privati nei comparti Istruzione, comunicazione e Professional, esperti e manager
(quattro rispondenti sui sette intervistati), seguiti da Beni culturali, spettacolo, arte e pubblicità, Finanza e
commercio e Tecnici e operatori (agricoltura, industria e servizi) non altrove classificati (due su sette).
Soltanto un imprenditore si è cimentato nelle valutazioni per i settori Turismo e tempo libero, Salute e servizi
sociali, Ambiente, valutazione impatto, protezione, recupero e monitoraggio e Informatica e telematica.
Evidentemente, la competenza specifica per certi comparti professionali discende anche dal settore
economico in cui l’esperto espleta la sua attività.
Abbastanza significativa è anche l’associazione venutasi a creare tra le figure dei Responsabili di organismi
pubblici ed i settori di professioni Istruzione, comunicazione, Salute e servizi sociali e Informatica e telematica,
che in parte sono collegati al comparto pubblico e che, in ogni caso, risultano accomunati dal fatto di
riguardare servizi di interesse pubblico.
L’attenzione degli Esperti e ricercatori di settore appare particolarmente focalizzata nell’Istruzione,
comunicazione e nel comparto Ambiente, valutazione impatto, protezione, recupero e monitoraggio; infine, un
altro aspetto particolarmente significativo è la disponibilità dei due Sindacalisti inclusi nel panel a rispondere
per tutti i comparti professionali proposti ad eccezione di Agricoltura biologica (e integrata), zootecnia e
pesca.
1.14.2 Le famiglie di professioni ISFOL sulle quali gli interlocutori privilegiati si sono dichiarati
competenti
In relazione alla lista di professioni ISFOL, gli Imprenditori o manager privati si sono dimostrati più
competenti nei comparti Credito, assicurazione e finanza, Commercio, Cultura e formazione e
Comunicazione, ma, soprattutto, nel settore tipicamente collegato agli stessi, ovvero Produzione industriale
(infatti hanno fornito risposta per tale famiglia di professioni ben sei di essi sui sette intervistati).
Anche per la gamma delle professioni ISFOL si registra per i Responsabili di organismi pubblici la
concentrazione delle valutazioni fornite nei comparti legati alla Sanità ed assistenza sociale, Cultura e
formazione e Comunicazione.
Infine, mentre l’attenzione degli Esperti e ricercatori di settore appare particolarmente focalizzata nei settori
Cultura e formazione ed Agricoltura ed ambiente, anche per questa seconda tipologia di classificazione di
professioni i Sindacalisti si distinguono per la loro particolare disponibilità a fornire risposta praticamente per
tutti i comparti professionali proposti.
2. I risultati più significativi della ricerca
2.1 Valutazioni previsive del panel degli interlocutori in base alla classificazione di Cacace
Un aspetto particolarmente interessante emerso dalle valutazioni degli interlocutori privilegiati in relazione alle
prospettive occupazionali inerenti le professioni raggruppate nei comparti individuati da Cacace concerne la
maggiore capacità di generazione di nuovi posti di lavoro attribuita alla famiglia dei Tecnici e operatori
(agricoltura, industria e servizi) non altrove classificati.
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Si tratta di una famiglia, cioè un insieme di professioni omogenee, che include figure professionali, di cultura
medio-alta, appartenenti a vari comparti economici. Ad emergere nell’ambito della stessa sono, tra le altre, le
figure dell’Operatore contabile informatizzato, dell’Operatore elettrotecnico-elettronico, dell’Operatore
meccanico-elettronico, del Tecnico controllo di qualità e dell’Addetto conduzione macchine a controllo
numerico.
Queste figure professionali si caratterizzano per il loro contenuto tradizionale, per cui si deriva da questo
giudizio che gli interlocutori privilegiati non annettono particolari prospettive di creazione di nuove professioni
nella provincia di Napoli.
Tra le altre famiglie di professioni ad emergere quanto a capacità nella provincia partenopea di generare nuovi
posti di lavoro vi sono Salute e servizi sociali e Finanza e commercio.
Ultimi in base allo stesso criterio valutativo appaiono i settori: Agricoltura biologica (e integrata), zootecnia e
pesca, Ambiente, valutazione impatto, protezione, recupero e monitoraggio e Professional, esperti e manager,
evidentemente a causa, per la prima, dell’assenza di ampi spazi verdi da destinare alla coltivazione o alle
attività di zootecnia, per la seconda, della convinzione pessimistica che al problema ambientale si continuerà a
dedicare poco spazio anche nel futuro e, infine, per la terza, per l’assenza nell’area napoletana di un tessuto
economico e finanziario particolarmente sviluppato.
Non va in ogni caso sottaciuto il forte bisogno, per quest’area, ai fini dello sviluppo economico, di figure
professionali appartenenti a quest’ultimo comparto di professioni, testimoniato dalla dedizione con cui tanti
giovani napoletani si indirizzano verso studi superiori finalizzati all’acquisizione di tali professionalità. Nella
tabella seguente (Tabella 1) sono riportate schematicamente le prime e le ultime tre professioni, nell’ambito di
ciascuna famiglia di professioni, scaturenti dalle graduatorie stilate sulla base delle valutazioni sia inerenti la
capacità di generazione di nuovi posti di lavoro nella provincia di Napoli, sia le stesse valutazioni rapportate,
ai fini di un confronto diretto col più ampio contesto nazionale, a quelle dell’esperto Cacace assunte come
riferimento.
In relazione ad un’altra chiave di lettura, la cui rilevazione nell’ambito della presente ricerca si presentava
altrettanto importante, e cioè la richiesta di nuove professionalità, le famiglie da cui maggiormente sembra
provenire tale esigenza risultano, nell’ordine, quelle dell’Istruzione, comunicazione, dei Beni culturali,
spettacolo, arte e pubblicità e Tecnici e operatori (agricoltura, industria e servizi) non altrove classificati.
Seguono Salute e servizi sociali, Finanza e commercio e Informatica e telematica.
La famiglia di professioni in cui è meno avvertita l’esigenza di nuove professionalità, e quindi considerata più
tradizionale, è Agricoltura biologica (e integrata), zootecnia e pesca.
Va notato che l’atteggiamento dei rispondenti è nel complesso diversificato se delle medesime famiglie
professionali si considera la capacità di generare nuovi posti di lavoro e la richiesta di nuove professionalità,
soprattutto per la maggiore variabilità riscontrata nel secondo caso nelle preferenze espresse in relazione ai
primi ed agli ultimi posti che occupano in graduatoria.
In altre parole, gli esperti sono meno discordi nelle valutazioni in riferimento alla capacità di generazione di
nuovi posti di lavoro; ciò è probabilmente imputabile alla circostanza di aver somministrato nel questionario
delle proiezioni di riferimento.
Piuttosto concordi, però, complessivamente, le valutazioni degli esperti. Infatti, le famiglie dalle maggiori
capacità di generazione di nuovi posti di lavoro sono ritenute anche quelle da cui più forte, nel futuro, proverrà
la richiesta di nuove professionalità.
Tale circostanza, se realmente si presenterà nei prossimi anni, senza che sia appoggiata dai più opportuni
provvedimenti, potrà, chiaramente, creare notevoli problemi allo sviluppo dell’economia complessiva di un
territorio, quale è quello di Napoli e provincia, in cui la formazione ha conosciuto poche fortunate esperienze.
Al fine di cogliere le peculiarità del mercato della provincia di Napoli rispetto al più ampio contesto nazionale
(al quale si riferiscono le proiezioni dell’esperto Cacace, riportate nel questionario quale base di riflessione
sulle caratteristiche della provincia di Napoli), le valutazioni degli interlocutori privilegiati sulla capacità delle
famiglie di professioni di generare nuovi posti di lavoro sono state rapportate, per un confronto diretto,
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appunto, alle corrispondenti di Cacace.
La famiglia di professioni a cui si è attribuita la maggiore capacità di generazione di nuovi posti di lavoro
rispetto alle corrispondenti valutazioni riferite all’intero territorio nazionale è Turismo e tempo libero. Per il
resto, non vi sono situazioni altrettanto stagliate, se si eccettua la famiglia dei Beni culturali, spettacolo, arte e
pubblicità.
L’emergere di questo binomio di comparti professionali può essere collegato alla riscoperta e valorizzazione
di questi aspetti da troppo tempo mortificati.
Procedendo all’esame congiunto, sulle stesse famiglie di professioni, delle seguenti due chiavi di lettura:
richiesta di nuove professionalità e capacità di generazione di nuovi posti di lavoro nella provincia di Napoli
rispetto alle valutazioni nazionali di Cacace, è possibile notare, anche in questo caso, una buona relazione
diretta tra tali due aspetti. Ciò sta ad indicare che la richiesta di nuove professionalità è molto forte per le
famiglie cui sono associati i maggiori sbocchi occupazionali nella provincia partenopea e tra esse, in
particolare, per quelle più sopravvalutate dai rispondenti rispetto alla situazione nazionale. Alla maggiore
diffusione di tali figure professionali nella provincia di Napoli non si accompagnerà, cioè, un uguale sviluppo
per il più ampio contesto nazionale.
Un altro aspetto particolarmente interessante per la connotazione della futura domanda di lavoro è connesso
con l’esame dei risultati medi - per le professioni di ciascuna famiglia - inerenti il livello di istruzione e
l’impegno richiesti per i settori per cui gli interlocutori hanno fornito risposta.
L'analisi dell'incidenza dei livelli di istruzione alto (laureati), medio (diplomati) e basso (inerente il
completamento della sola scuola dell’obbligo) nel confronto generale tra le famiglie di professioni sembra
indirizzare la futura domanda di lavoro prevalentemente verso i laureati, seguiti a poca distanza dai diplomati,
mentre il titolo di studio basso sembra destinato ad esercitare un peso quasi completamente irrilevante.
Ad un maggiore livello di dettaglio, cioè in relazione ai confronti compiuti tra le figure professionali all’interno
di ciascuna famiglia, i laureati risultano i più richiesti nei settori da sempre associati ai livelli di istruzione più alti,
come Istruzione, comunicazione, Salute e servizi sociali, in quelli collegati all'ambiente e all'agricoltura, e cioè,
Ambiente, valutazione impatto, protezione, recupero e monitoraggio e Agricoltura biologica (e integrata),
zootecnia e pesca, e quello dei Professional, esperti e manager. I diplomati prevalgono invece in tutti gli altri.
Quelli in cui coloro che hanno completato la sola scuola dell'obbligo assumono un peso maggiore, comunque
irrisorio, sono: Beni culturali, spettacolo, arte e pubblicità e Turismo e tempo libero.
Dallo studio dell'impegno, operato attraverso la scomposizione ideale dello stesso nelle sue componenti
ritenute più significative, e cioè le capacità, le nozioni e l'esperienza, si evince la maggiore importanza attribuita
alle nozioni nei comparti Istruzione, comunicazione e Salute e servizi sociali, Agricoltura biologica (e
integrata), zootecnia e pesca e Informatica e telematica; l'esperienza appare la componente più importante
soltanto nell'ambito del settore Finanza e commercio, mentre le capacità assumono un ruolo predeominante in
tutti gli altri.
2.2 Valutazioni previsive del panel degli interlocutori in base alla classificazione ISFOL
La classificazione delle professioni ISFOL, come si è già detto, ha la caratteristica di articolarsi,
essenzialmente, seguendo i settori di attività economica.
Il primo tipo di analisi compiuta, inerente un confronto tra le famiglie di professioni considerate in merito alla
maggiore futura richiesta di nuove professionalità, ha posto in evidenza la priorità dei comparti Cultura e
formazione e Produzione industriale, seguiti dal Credito, assicurazione e finanza e Sanità ed assistenza sociale.
Le famiglie che, all’opposto, sembrano destinate a non perdere, nel prossimo futuro, il loro contenuto
tradizionale, sono quelle del Commercio e Sport, turismo e ristorazione. Evidentemente, vi è la
consapevolezza, da parte degli interlocutori privilegiati, che la proliferazione di una miriade di esercizi
commerciali di piccolissime dimensioni, che vi è stata, appunto, a Napoli e provincia, non potrà essere
soppiantata dalla grande distribuzione in un periodo di tempo troppo breve, quale è quello di riferimento
prescelto per questa ricerca.
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Altri due fattori che è sembrato particolarmente significativo rilevare sulle professioni ISFOL sono le
prospettive di sviluppo futuro nei prossimi dieci anni, nella provincia di Napoli e l’impegno richiesto, cioè le
difficoltà da superare, per il loro esercizio.
Dalle valutazioni ottenute rispetto a tali due chiavi di lettura sono state ricavate le corrispondenti graduatorie di
professioni che sono state, peraltro, poste a confronto, al fine di rilevare se le maggiori prospettive
occupazionali saranno indirizzate prevalentemente verso le professioni ritenute più difficoltose o se, viceversa,
la domanda di lavoro si rivolgerà maggiormente a figure professionali richiedenti un minore impegno e quindi il
cui accesso sia consentito anche ad aspiranti lavoratori dal livello di istruzione non particolarmente elevato.
Si è riscontrata la presenza di una relazione diretta tra difficoltà da superare e prospettive di sviluppo futuro
per cinque famiglie di professioni sulle nove considerate, e cioè per i comparti: Agricoltura ed ambiente,
Produzione industriale, Sanità ed assistenza sociale, Cultura e formazione e Comunicazione. Per questi settori,
cioè, le maggiori prospettive occupazionali sembrano interessare le figure professionali più impegnative.
Viceversa per gli altri comparti professionali.
Quanto detto risulta ampiamente confermato dall’esame della tabella seguente (Tabella 2), nella quale sono
sinteticamente riportate le prime e le ultime tre professioni delle graduatorie ricavate a partire dalle valutazioni
fornite dagli intervistati, come si è detto, proprio riguardo le valutazioni sulle difficoltà da superare e sulle
prospettive di sviluppo futuro.
Infatti, nei comparti su citati è possibile notare la presenza, spesso, delle stesse professioni ai primi o agli ultimi
posti di entrambe le graduatorie. Alcuni esempi sono i seguenti, con riferimento ai primi posti di entrambe le
graduatorie: le figure del Veterinario e del Naturalista per la famiglia Agricoltura ed ambiente; Addetto
conduzione macchine a controllo numerico e Tecnologo alimentare per la famiglia di professioni denominata
Produzione industriale; Medico generico per Sanità ed assistenza sociale; Progettista di formazione per il
comparto Cultura e formazione.
Un altro aspetto degno di rilievo è l’analisi dei livelli dei titoli di studio - alto, medio e basso - e dell’incidenza
della capacità, delle nozioni e dell’esperienza quali componenti dell’impegno richiesto, strettamente legato alle
difficoltà da superare fino a rappresentarne un’identità, per l’esercizio delle professioni considerate.
Per le famiglie di professioni ISFOL è parso particolarmente interessante pervenire a due differenti tipologie
di sintesi per ciascuna delle prospettive su esposte (istruzione necessaria e impegno richiesto), una volta,
tenendo conto delle difficoltà da superare, e, un’altra volta, delle prospettive di sviluppo futuro connesse.
Per quanto concerne l’istruzione, si evidenzia, coerentemente a quanto emerso in relazione alla classificazione
di professioni di Cacace, la prevalenza del livello alto, quando si tiene conto delle difficoltà da superare. Il
titolo di studio medio assume, invece, la maggiore importanza nella lista delle professioni graduate secondo le
prospettive di sviluppo futuro.
In particolare, per i settori Agricoltura ed ambiente, Cultura e formazione e Comunicazione i laureati risultano
sempre i più richiesti; il titolo di studio medio assume lo stesso ruolo nei comparti Produzione industriale,
Commercio, Attività artistiche e dello spettacolo e Sport, turismo e ristorazione.
Nelle altre famiglie di professioni, invece, nelle due differenti tipologie di sintesi calcolate, laureati e diplomati
si alternano nel detenere tale primato. L'unico settore in cui il titolo di studio basso non assume un peso del
tutto irrisorio, anche se comunque non rilevante, è quello della Produzione industriale.
Con riferimento alla scomposizione dell'impegno nelle sue componenti, capacità, nozioni ed esperienza, quelle
ritenute più importanti sulla base dei confronti tra le professioni compiuti in merito alle difficoltà da superare
sono: l'esperienza per i comparti Produzione industriale, Commercio e Sport, turismo e ristorazione; le
capacità per Agricoltura ed ambiente, Comunicazione ed Attività artistiche e dello spettacolo; le nozioni per
gli altri, e cioè Credito, assicurazione e finanza, Sanità ed assistenza sociale e Cultura e formazione. Quando si
considerano le varie professioni in funzione delle prospettive di sviluppo futuro, i risultati riguardanti la
componente dell’impegno che prevale si presentano pressoché invariati, se si esclude la maggiore importanza
assunta dalle capacità sulle esperienze e sulle nozioni; la componente capacità, infatti, primeggia in questo
caso anche nei comparti Produzione industriale, Sport, turismo e ristorazione e Credito, assicurazione e
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finanza.
3. Considerazioni conclusive
I risultati emergenti da questo studio danno un contributo alla valutazione dei cambiamenti che si produrranno
nel mercato delle professionalità della provincia partenopea.
L’itinerario percorso può portare alla costruzione di analoghi modelli di analisi statistico-previsionali, idonei a
cogliere, in situazioni e su insiemi di professioni diverse, le tendenze in atto, per suggerire le iniziative più
opportune, formative e di politica del lavoro, per favorire una maggiore rispondenza della preparazione
professionale degli aspiranti lavoratori, traducibile in veri e propri ambiti professionali, a ciò che viene
domandato dalle aziende.
Ciò di cui si è tenuto particolarmente conto nello svolgimento di quest'analisi è stata la scelta di due liste di
professioni (sottoposte a valutazioni da parte degli interlocutori privilegiati) di cui una di tipo settoriale ed
un’altra di tipo "pervasivo" (presenza di figure professionali dal profilo simile in diversi settori di attività
economica). Infatti, accanto ad una classificazione tradizionale delle professioni, quale è quella dell'ISFOL, se
ne è utilizzata un'altra, quella di Cacace, basata su famiglie di professioni ritrovabili in più settori.
Proprio dall'utilizzo di quest’ultima è emerso come la crescita occupazionale futura sia affidata, soprattutto,
alle figure dei Tecnici e operatori (agricoltura, industria e servizi) non altrove classificati, presenti nel campo
industriale come in quello agricolo e dei servizi, mentre la richiesta delle professionalità dal carattere
maggiormente innovativo sembra provenire soprattutto dalle professioni del campo dell'Istruzione e
comunicazione e dei Beni culturali, spettacolo, arte e pubblicità.
Dal confronto con la realtà nazionale si evince, invece, che nel territorio provinciale partenopeo la maggiore
crescita debba provenire dalle professioni legate al Turismo e tempo libero ed ai Beni culturali, spettacolo,
arte e pubblicità, cogliendo in pieno lo sforzo attualmente in atto orientato a favorire una ripresa
occupazionale a partire proprio dalla riscoperta delle risorse naturali e dalla valorizzazione del patrimonio
storico e culturale napoletano.
Altro aspetto ampiamente significativo posto in luce con questa indagine riguarda il percorso formativo inteso
come l’insieme di conoscenze scolastiche richieste per l'esercizio delle professioni: fortemente favoriti
appaiono i laureati, mentre sempre più evidenti sono le difficoltà che incontreranno nel trovare un'occupazione
coloro che hanno limitato il proprio percorso formativo al completamento della sola scuola dell'obbligo.
Da ciò scaturisce la necessità di intervenire innanzitutto combattendo l'elevato tasso di abbandono scolastico
caratterizzante la realtà napoletana e successivamente prendendo iniziative volte a favorire il proseguimento
degli studi, al fine di innalzare l'età media di ingresso dei giovani nella forza lavoro, favorendone una
formazione più adeguata, e sottraendoli, allo stesso tempo, ai pressanti ingaggi da parte della criminalità
organizzata.
Riferimenti bibliografici
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Milano.
2. Fondazione D. Colasanto (Vinci S., Quintano C. e altri) 1996. Rapporto finale della Ricerca sul
“Mercato delle professionalità” nella Provincia di Napoli, marzo.
3. ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) 1987. Repertorio delle
professioni, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma.
4. ISFOL 1989-1995. Osservatorio, Formazione-Orientamento-Occupazione-Nuove TecnologieProfessionalità, numeri vari.
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5. Marbach G. 1988. Le ricerche di mercato, UTET, Torino.
6. Saaty T. L. 1977. Scaling Method for Priorities in Hierarchical Structures, Journal of Mathematical
Psycology, vol. XV, n. 3, pp. 333-336.
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