carlo non e` piu` felice - Marco Vezzani
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carlo non e` piu` felice - Marco Vezzani
PIERLUIGI GATTO Questa rubrica parla solitamente di economia, di professionisti, di manager, del loro rapporto con Genova. E PierLuigi Gatto era oltre che un bravissimo medico e un uomo ricco di qualità, un grande professionista che amava la sua città. Ci ha lasciato a luglio, e in tanti ne hanno ricordato, anche se forse non abbastanza, le sue grandi doti. Io qui voglio onorare la sua professionalità e la sua umanità raccontando un episodio rigorosamente vero, di cui non ha parlato nessuno e il cui ricordo non va perduto. L’Italimpianti aveva un cantiere in Russia; c’era un direttore russo, il cui nome tradotto in italiano era Barbarossa, cui avevano diagnosticato un tumore al cervello, non operabile. Ci chiesero allora di far vedere la cartella clinica al nostro medico, il prof. Gatto, di cui avevano sentito dire un gran bene; noi acconsentimmo per gentilezza e rispetto e inviammo la cartella in Italia. Un altro avrebbe dato un’occhiata distratta e fornito una risposta altrettanto distratta; Pierluigi no. Lesse e rilesse con la sua consueta pignoleria e umana partecipazione, e disse che qualcosa non gli quadrava: la febbre o che altro sapeva lui; chiese allora all’ing. Tornich, Amministratore Delegato di Italimpianti, di far venire il malato in Italia, e così fu, con immaginabili problemi organizzativi. Barbarossa arrivò a Genova e lo visitò immediatamente un illustre luminare di neurologia che confermò la diagnosi infausta: inoperabile. Ma Pierluigi insisteva come sapeva fare lui, e alla fine il luminare decise di operarlo, forse persuaso o forse per levarsi di torno il prof. Gatto: risultò essere una enorme massa di pus, e Barbarossa guarì salvo rimanere sordo per via della pressione dell’ascesso. Da allora non ne abbiamo saputo più niente, neanche una cartolina, ma Pierluigi e noi tutti fummo comunque felici: chi salva un uomo salva l’umanità. E dopo quell’episodio, e ovviamente anche prima, lo stesso scrupolo, la stessa sagacia, la stessa passione per tanti anni, per me, per i suoi amati rossoblu, per Antognoni avversario del suo Genoa, per tutti i suoi pazienti, amici e non. Ti sia lieve la terra, Pier Luigi, e ti accolga quel terzo anello della Nord di cui io, Samdoriano, sono un po’ invidioso……