I dati che ho raccolto
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I dati che ho raccolto
www.thehalfhermit.com Grindadráp: i dati che ho raccolto Fatti tratti da testi scientifici e fonti ufficiali La caccia può avvenire in qualunque periodo dell’anno e prende avvio quando qualcuno avvista un branco di balene. Non tutti gli avvistamenti danno luogo a una battuta di caccia, ma tale valutazione viene effettuata da persona preposta a tale scopo (riconosciuta come esperta), previa segnalazione alla polizia del distretto di riferimento. La valutazione tiene conto della posizione del branco rispetto alle 23 spiagge dell’arcipelago ove la caccia è autorizzata, alle dimensioni del branco e degli esemplari. Qualora si ritenga ci siano le condizioni per procedere alla caccia, il segnale viene diffuso sulle isole e, mentre le imbarcazioni dal mare spingono il branco verso la spiaggia più vicina, da terra chiunque voglia partecipare si porta sulla riva ove avverrà l’uccisione dell’intero branco. Le scrupolose registrazioni a disposizione a partire dal 1500 mostrano che il numero di individui varia annualmente, ma in media si aggira sui 2000 esemplari cacciati. Sea Shepher e gli oppositori La caccia è un festival in cui la popolazione delle Faroe uccide senza vergogna interi branchi di globicefali. Ogni avvistamento può portare alla strage con conseguente distruzione dell’eredità genetica di interi branchi. I globicefali sono animali sociali per cui durante la mattanza i membri del branco assistono inermi alla macellazione dei propri famigliari. E’ aberrante il fatto che i faroesi consentano ai bambini di partecipare a questo evento sanguinario in cui l’oceano si tinge di rosso, gli uomini sono eccitati dalla caccia e alla fine i bambini giocano con i corpi delle balene e prendono in mano i feti trovati nelle femmine incinte. La specie comunemente più cacciata è quella dei globicefali (Globicephala melas), ma possono essere coinvolte occasionalmente anche alcune specie di delfini: • il lagenorinco acuto (Lagenorhynchus acutus); • • il lagenorinco rostrobianco (Lagenorhynchus albirostris); il tursiope (Tursiops truncatus); • il grampo (Grampus griseus). Pag. 1 a 5 – Ultimo aggiornamento 31.05.2016 La parola dei Faroesi Non è un festival, ma un metodo di caccia che viene utilizzato durante tutto l’anno. Non tutti gli avvistamenti portano alla caccia. Proprio perché i globicefali sono animali sociali risulta meno dannoso per l’equilibrio del branco ucciderlo interamente piuttosto che procedere selettivamente. E’ un’attività intensa e simbolica, ma non trova il suo fine nell’uccisione gratuita degli animali, ma in quello di procurare sostentamento per la comunità. L’oceano diventa rosso, come diventano rossi i macelli dove voi uccidete i vostri animali. Almeno gli esemplari che uccidiamo hanno vissuto in libertà, mentre la carne di cui voi vi cibate spesso proviene da allevamenti intensivi ove gli animali non hanno nemmeno lo spazio per muoversi e si alimentano con mangimi industriali. www.thehalfhermit.com Fatti tratti da testi scientifici e fonti ufficiali La caccia è regolata dalla legge faroese e non ricade sotto la giurisdizione della Commissione Internazionale della Caccia alla Balena (IWC) in quanto le specie interessate dalla caccia faroese non rientrano nella lista dei cetacei a cui si applica la moratoria del 1986. Le Isole Faroe per altro fanno parte del Regno di Danimarca che comprende, oltre alla Danimarca stessa e alle Faroer, anche la Groenlandia; tuttavia costituiscono una regione autonoma e la Danimarca rappresenta il Regno in linea di massima per questioni internazionali, ma, per esempio, la Danimarca è membro UE, mentre le Faroer ne sono estranee. Ugualmente la Danimarca è membro dell’IWC, mentre le Isole Faroe non lo sono. Russell Fielding in una delle sue pubblicazioni segnala che, secondo un rappresentante del governo danese, la caccia alle balene è oggetto di governo autonomo da parte delle Isole Faroe. Sea Shepher e gli oppositori Le Isole Faroe fanno parte del regno di Danimarca e, avendo quest’ultima aderito all’IWC, non è ammissibile che consenta il mantenimento di questa pratica e, ancor peggio, ne supervisioni l’esecuzione con proprie navi e forze dell’ordine. E’ deplorevole che persone impegnate al fine di tutelare gli animali marini possano essere arrestate e multate per aver cercato di opporsi alla loro strage. Infine: 1- per quanto le specie coinvolte nella Grindadráp non siano segnalate come a rischio estinzione, è altrettanto vero che la scienza segnala una mancanza di dati in merito all’effettiva dimensione delle popolazioni per cui non si ha certezza del fatto che la caccia delle Faroer non arrechi loro dei danni; 2- le specie coinvolte non sono locali, non appartengono alle Isole Faroe, ma sono patrimonio comune pertanto i faroesi non hanno alcun diritto di possesso e di caccia e devono rendere conto della loro attività a livello internazionale. Pag. 2 a 5 – Ultimo aggiornamento 31.05.2016 La parola dei Faroesi Non solo le Isole Faroe non sono membro dell’IWC, ma nemmeno dell’UE. Inoltre sono una regione autonoma per gli aspetti interni tra cui ricade la caccia alle balene. Il coinvolgimento della Danimarca è apparente in quanto, essendo le forze dell’ordine gestite dal Regno di Danimarca, esse portano tale vessillo, ma nel territorio faroese si limitano a far rispettare la legge dell’arcipelago secondo la quale la caccia alle balene è legale, mentre è illegale ostacolare tale pratica. Pertanto chi, in nome di valori legittimi, ma estranei a quelli su cui si basa la legge delle Isole Faroe, si oppone alla Grindadráp viola le norme in vigore. In quanto Stato autonomo, le Isole Faroe hanno il diritto di definire le proprie leggi. La NAMMCO (The North Atlantic Marine Mammal Commission), organizzazione di cui fanno parte Isole Faroe, Groenlandia, Islanda e Norvegia e il cui scopo è quello di favorire la cooperazione per la conservazione, la gestione e lo studio dei mammiferi marini nel Nord Atlantico, ritiene che lo sfruttamento della popolazione dei globicefali da parte delle Faroe ammonti a circa lo 0,1% della popolazione complessiva, ossia sia molto inferiore al limite del 2% che viene considerato come critico per il mantenimento di una risorse marina. www.thehalfhermit.com Fatti tratti da testi scientifici e fonti ufficiali Sea Shepher e gli oppositori La parola dei Faroesi E’ una tradizione che si è evoluta nel tempo per tenere conto delle nuove scoperte scientifiche: non solo i metodi di uccisione degli esemplari sono stati adeguati al fine di ridurre il più possibile la sofferenza degli stessi, ma si prevede anche che solo coloro che sono in possesso di specifica formazione certificata possano occuparsi dell’uccisione degli animali. In particolare: 1) sulla base delle indicazioni di un veterinario locale si è provveduto a modificare il gancio che vien inserito nello sfiatatoio degli animali per poterli trascinare verso riva e lo strumento con cui si procede alla loro uccisione recidendone il midollo spinale, in entrambi i casi con la finalità di limitare la sofferenza delle prede; 2) viene aggiornato l’elenco delle spiagge ove la caccia è consentita in funzione dell’evoluzione della morfologia del fondale a seguito di fenomeni erosivi o di apporto al fine di garantire l’efficacia dell’azione di caccia e la sua sicurezza; 3) se è vero che tutti possono partecipare alla caccia, solo coloro che sono in possesso di formazione specifica nell’utilizzo degli strumenti per l’uccisione, possono eseguire tale attività. La rilevanza culturale della Grindadráp è rappresentata nell’arte locale e nella musica e testimoniata dal sentimento di fierezza che provano i cacciatori per l’esito favorevole della caccia per l’intera popolazione. Inoltre questa attività rappresenta una fonte alimentare gratuita limitando la dipendenza dal sistema economico mondiale e, in particolare, dalla Danimarca, rispetto alla quale le Isole Faroe vorrebbe ottenere la completa indipendenza, ma a cui sono legate da sovvenzioni che garantiscono la sopravvivenza della loro economia. Non importa quale modalità venga utilizzata, la caccia alla balena è una pratica barbara e primitiva che nega il diritto alla vita di questi animali che per la loro sensibilità e socialità sono come esseri umani. La loro uccisione è un omicidio. Le tradizioni non possono essere conservate ad ogni costo in nome del loro valore culturale: se una pratica risulta obsoleta deve essere dismessa. Pag. 3 a 5 – Ultimo aggiornamento 31.05.2016 I Faroesi non pretendono che i loro valori vengano accolti da chiunque, ma non accettano imposizioni dall’esterno, soprattutto se si fondano su false informazioni e accettano di fornire una rappresentazione parziale della cultura e della vita del popolo delle Isole Faroe. La caccia alla balena contribuisce in modo significativo alla sussistenza autonoma dell’arcipelago, abbandonarla significherebbe essere maggiormente esposti alle fluttuazioni dei mercati mondiali e dipendere da alimenti che hanno costi di produzione e trasporto esorbitanti se paragonati a quelli della carne e del grasso di balena. www.thehalfhermit.com Fatti tratti da testi scientifici e fonti ufficiali Sea Shepher e gli oppositori La parola dei Faroesi Studi scientifici condotti sull’arcipelago hanno messo in luce la pericolosità del consumo eccessivo della carne e del grasso degli animali cacciati a causa dell’accumulo nei loro tessuti di sottoprodotti industriali (mercurio e PCB) che sono noti per il loro potenziale mutageno. A tale scopo le autorità sanitarie faroesi hanno fornito delle indicazioni a tutta la popolazione con il fine di: a) ridurre in generale il consumo di questi alimenti; b) evitare il consumo da parte di donne in gravidanza o che vogliano avere dei figli. Voi sostenete che balene e delfini che cacciamo sono una risorsa globale che noi non abbiamo diritto di sfruttare e che danneggiammo, ma gli inquinanti che si accumulano nei tessuti di questi animali sono il prodotto di processi industriali che noi non svolgiamo sulle nostre isole: voi state avvelenando balene e delfini e mettete in pericolo la nostra salute. Nonostante alcune iniziali resistenze, la popolazione sta progressivamente prendendo atto di tale pericolo e una fetta non trascurabile, a cui appartengono molte donne, si è fatta portavoce di un parere contrario al mantenimento di questa pratica. Tuttavia la forte campagna mediatica contro la Grindadráp che è stata portata avanti da Sea Shepherd è stata vissuta da molti faroesi come una minaccia o un’aggressione alle usanze e all’autonomia dell’arcipelago, il che ha determinato un affievolirsi delle voci contrarie alla caccia alle balene. Gli studiosi Fielding e Singleton concordano nel ritenere che: 1- il rischio sanitario potrebbe essere l’elemento più determinante per il declino di questa pratica; 2- la pressione mediatica ha prodotto un fenomeno di difesa che, di fatto, gioca contro la messa in discussione di questa pratica avviatasi anche all’interno della stessa comunità faroese. Pag. 4 a 5 – Ultimo aggiornamento 31.05.2016 www.thehalfhermit.com Fatti tratti da testi scientifici e fonti ufficiali Sea Shepher e gli oppositori La caccia ai globicefali non è un’esclusiva delle Isole Faroe: 1- sull’isola di Terranova la pratica è stata dismessa nel 1972, ma le notizie a disposizione raccontano di una caccia per il mero sfruttamento del solo grasso di balena e senza alcuna preoccupazione per la sofferenza dell’animale; 2- nell’isola di St. Vincent, la più grande delle isole che compongono lo stato di St Vincent and The Grenadines, la pratica è tuttora in corso, tuttavia con alcune differenze rispetto all’attività faroese a. il numero di esemplari coinvolti è dell’ordine di 300 unità all’anno; b. la caccia alla balena è un’attività economica condotta da professionisti; c. la caccia avviene da piccole barche con l’utilizzo di arpioni lanciati a mano o con fucili modificati. Pag. 5 a 5 – Ultimo aggiornamento 31.05.2016 La parola dei Faroesi