Mozione intesa a difendere l`applicazione di un - Copa

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Mozione intesa a difendere l`applicazione di un - Copa
QJ(10)9032:3
Bruxelles, 20 gennaio 2011
Mozione intesa a difendere l'applicazione di un'aliquota
ridotta di IVA per i cavalli e le attività connesse
Copa - Cogeca | European Farmers European Agri-Cooperatives
61, Rue de Trèves | B - 1040 Bruxelles | www.copa-cogeca.eu
EC Register Number | Copa 44856881231-49 | Cogeca 09586631237-74
Mozione intesa a difendere l'applicazione di un'aliquota
ridotta di IVA per i cavalli e le attività connesse
Una procedura giudiziaria che minaccia un patrimonio vivente
La Commissione europea ha avviato azioni giudiziarie contro la Germania, l'Austria, la Francia,
l'Irlanda, il Lussemburgo e i Paesi Bassi1, motivando che tali paesi applicano un'aliquota ridotta
di IVA per talune operazioni legate ai cavalli.
La Commissione ritiene che le aliquote ridotte, contemplate nella direttiva sull'IVA, non possano
essere applicate ai “pony”, ai “cav alli da corsa” o ai “cav alli utilizzati a fini ricreativ i”,
considerando che essi non sono abitualmente destinati al consumo umano o animale e non
fanno pertanto parte di un processo di produzione agricola. A parere della Commissione, le
aliquote ridotte non risponderebbero a una necessità sociale definita e non avvantaggerebbero i
consumatori finali.
Tuttavia, il trattato europeo classifica i "cavalli, asini, muli e bardotti vivi" fra i prodotti agricoli
analogamente ad altri animali vivi, senza nessuna distinzione.
Il Copa e la Cogeca sono estremamente preoccupati per le conseguenze sociali ed
economiche di tale interpretazione che, a loro parere, contrasta con i principi
fondamentali. In un certo modo, questo dimostra anche una mancata conoscenza
del mondo equino e del ruolo tradizionale da esso svolto nella società e la civiltà
europee, al quale sono profondamente attaccati i dilettanti e i professionisti
rappresentati dalle nostre associazioni.
Il mondo del cavallo e le attività connesse (allevamento, attività equestri e correlate, ecc.) fanno
parte della ricchezza del nostro patrimonio, della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Oltre
all'attaccamento culturale di numerosi europei alle attività equestri, l'alto livello di competitività
degli sport ippici europei su scala internazionale rappresenta una risorsa socioeconomica per il
nostro continente.
Si annoverano oltre 10 milioni di cavalli in Europa dove essi generano più di un milione di posti
di lav oro diretti o indiretti: v eterinari, maestri ferrai, sellai, settori agroalimentari (foraggi,
avena), industrie farmaceutica, dell'abbigliamento, automobilistica, ecc. Il settore è globalmente
creatore di posti di lavoro, specialmente nelle zone rurali, che non possono essere delocalizzati e
sono sempre più occupati da donne. Decine di milioni di persone montano o sono montate a
cavallo in Europa nel quadro di un'attività educativa e sportiva.
La rimessa in discussione dell'aliquota ridotta minaccia questo retaggio in quanto av rebbe un
impatto sulla soprav v iv enza della filiera equina essenziale da un punto di v ista sociale. Le
attiv ità equestri si sv olgono nell'ambito di piccole imprese che sono prev alentemente aziende
agricole. Infatti, l'allevamento di equidi e, in particolare, di cavalli viene
tradizionalmente incluso nel settore agricolo in cui rappresenta un'importante
fonte di reddito per una parte della popolazione agricola. Esso contribuisce anche allo
sviluppo rurale sostenibile. I cavalli e le attività equestri richiedono spazio e questo contribuisce
alla preserv azione di un ambiente v erde: centinaia di migliaia di ettari sono destinati
all'allevamento equino in Europa.
P er i motivi succitati, il Copa e la Cogeca chiedono alla Commissione europea di
riconoscere la natura agricola delle attività equestri che riguarda gli animali vivi, i
quali non possono ragionevolmente essere classificati come animali da
compagnia.
Un altro approccio è possibile nell'Unione europea.
1 Il 24 giugno 2010 la Commissione ha inv iato un parere motiv ato all'Irlanda. Essa ha già adito la Corte di
giustizia europea contro la Germania, l'Austria, i Paesi Bassi, e intende farlo contro la Francia e il Lussemburgo.
Ribadiamo la compatibilità dell'applicazione dell'aliquota ridotta a tutte le attività equestri con i
principi fondamentali dell'Unione europea e invitiamo la Commissione a riferirsi a tali principi.
L'allevamento equino è un'attività agricola che permette l'applicazione di un'aliquota
ridotta: la direttiv a sull'IVA definisce come "prodotto agricolo" i beni che risultano
dall'allev amento animale. In certi casi, l'utilizzo di cav alli ad altre finalità non rimette in
discussione tale funzione, in particolare perché è di solito temporaneo.
La carne di cavallo è comunemente consumata.
Sebbene oggi i cavalli siano principalmente allevati per usi diversi dalla produzione alimentare,
la macellazione di cavalli è comune a un certo stadio della loro vita e non è esclusa
dal diritto comunitario. Tenuto conto dell'età che può raggiungere un cav allo, del
cambiamento frequente di proprietario e di nazionalità e delle div erse finalità per le quali un
cav allo può essere utilizzato durante la sua carriera, riteniamo che sia estremamente difficile
fare una distinzione generale fra i cav alli quali animali da compagnia e quali animali destinati
alla produzione alimentare.
Desideriamo anche ricordare alla Commissione europea che i proprietari di
cavalli sono sottoposti alla regolamentazione europea in materia di sicurezza
alimentare. Come per gli altri animali d'allev amento, le restrizioni giuridiche europee si
applicano lungo tutto il processo. Il regolamento n. 1950/2006 applica ai cav alli il codice
comunitario relativ o ai medicinali v eterinari, considerando che gli equidi sono abitualmente
destinati a un consumo umano (alla fine della loro v ita). Il considerando (4) indica quanto
segue: "Occorre pertanto definire prov v edimenti destinati ad ampliare a liv ello sostenibile la
gamma di terapie disponibili e necessarie per soddisfare le esigenze in materia di salute e
benessere degli animali destinati alla produzione alimentare, quali gli equidi, senza
compromettere la garanzia di un elevato livello di protezione dei consumatori."
La regolamentazione europea disciplina pertanto la tracciabilità della carne di cav allo, il
controllo della sua qualità e il trattamento dei cavalli alla fine della loro vita. Il mantenimento di
un mercato attiv o per le carni di cav allo contribuisce alla salute economica del settore e al
miglioramento della razza.
Vorremmo altresì richiamare l'attenzione della Commissione europea sul fatto che la direttiv a
64/0433/CEE del Consiglio relativa a problemi sanitari in materia di scambi intracomunitari di
carni fresche si applica anche alle carni di cav allo. Una riclassificazione degli equidi quali
animali da compagnia avrebbe per effetto di privare un numero significativo di cittadini del loro
cibo tradizionale.
Le attività di allevamento equino, spesso svolte da piccolissime imprese economicamente fragili,
sarebbero in questo modo le uniche a non beneficiare dell'aliquota ridotta nella filiera equina,
mentre l'industria e la distribuzione (spesso fortemente concentrata) continuerebbero ad
approfittarne. A nostro parere, ciò non può essere l'obiettivo delle politiche europee.
Questo è il motivo per cui il Copa e la Cogeca chiedono alle istituzioni europee e, in
primo luogo, alla Commissione di permettere agli Stati membri di applicare
un'aliquota ridotta, come stabilito nella direttiva sull'IVA. Oltre al danno recato a
una filiera economica essenziale, la sfida è quella di preservare un patrimonio
vivente dinamico, sia sociale che economico, che, se fosse distrutto, non potrebbe
mai più essere ricostruito.
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