La vergine dalle tre mani - Francesca Santucci

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La vergine dalle tre mani - Francesca Santucci
Francesca Santucci
LA VERGINE DALLE TRE MANI
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(saggio premiato con targa e antologia al 3° Concorso Letterario Nazionale
Poeti e Scrittori Uniti in Beneficenza, Penna d'Autore 2016)
San Luca che dipinge la Vergine col Bambino
L’icona (dal greco eikon, immagine) è la forma più semplice ed immediata dell’autocoscienza
ecclesiale dei popoli bizantini e slavi, è il segno della presenza di Dio, la fede convertita nelle
presenze divine "incarnate" in forme e colori: Cristo, la Vergine, i Santi.
La prima icona fu chiamata Acheropita (acheiropoietos, dal gr. a priv., cheir, mano, poieo, fare,
"non dipinta da mano umana") poiché l’origine la vuole non riferibile ad un artista, ma divina,
rivelata, come i testi dei Vangeli, e rappresentò il volto del Cristo, impresso dal Salvatore stesso sul
panno di lino, mandylio (dal greco "μανδύλιον"), inviato ad Abgara, re d’Edessa, malato di lebbra,
perché, guardandolo, guarisse: infatti, guardando il panno sacro, il re guarì.
Avversata per lungo tempo, con lotte e persecuzioni contro coloro che la sostenevano (perché si
negava l’incarnazione del Cristo, perciò anche la rappresentazione della sua immagine), l’icona
trionfò definitivamente nell’843, e da allora s’impose, adorando i fedeli ciò che essa realmente
rappresenta: finestra spalancata sul mistero, congiunzione fra visibile e invisibile, fra materiale e
spirituale.
La tradizione cristiana attribuisce le prime icone che rappresentano la Vergine con in braccio il
Bambino a San Luca, di professione medico, nato ad Antiochia, in Siria, da genitori pagani,
convertito al cristianesimo, autore del terzo Vangelo (scritto intorno al 70), degli "Atti degli
Apostoli" e del terzo e quinto libro del Nuovo Testamento.
San Luca sarebbe, dunque, il primo ritrattista ufficiale della Vergine, di certo incontrata (perché
molto accurate sono le informazioni sulla Vergine e sull'infanzia di Gesù) dopo la morte di Gesù
(conosciuto non di persona, ma tramite i racconti degli Apostoli e di altri testimoni), quando lei era
in età avanzata, alla quale, quando era ancora viva, consacrò un’icona che determinò, poi, il
modello iconografico.
A documentare quest’episodio della vita del Santo e la sua attività di pittore di Madonne, oltre a
vari testi liturgici, abbiamo icone e quadri che lo rappresentano intento a dipingere Madre e Figlio,
seduto dinanzi ad un cavalletto o mentre traccia schizzi su un foglio.
Dopo di lui moltissime furono nel tempo le icone dedicate alla Vergine: la Madonna della
protezione, della tenerezza, delle carezze, della passione, delle grotte, del gioco, che allatta, che
indica la via, fonte di vita, roveto ardente, gioia di tutti gli afflitti, giardino chiuso, della supplica,
del rifugio, orante, in trono, delle tre mani, etc.
Particolare, fra queste, è l’immagine della "Vergine delle tre mani" (Tricherusa), con le mani che
escono dal manto, oppure la terza mano in oro o argento appesa al collo con una catena.
Primo ex voto nella storia della pietà cristiana, nacque nell'VIII secolo in Siria, durante la lotta in
difesa delle icone, ed è collegata alla vicenda del siriano Giovanni Damasceno, arabo cristiano,
considerato il maggior teologo del tempo, ardente difensore del culto delle immagini, che, nel cuore
della Siria, sotto il regno della dinastia degli Omayyadi, si oppose fermamente al furore iconoclasta
che scuoteva il mondo bizantino.
Secondo l'agiografia, l'imperatore Leone III Isaurico, per contrastare la sua lotta in difesa del culto
delle immagini, gli istigò contro il califfo di Damasco, facendogli pervenire una lettera falsificata,
nella quale Giovanni Damasceno incitava l’imperatore a conquistare la Siria; allora il califfo gli
fece tagliare la mano destra. Giovanni Damasceno trascorse tutta la notte in preghiera e promise a
Dio che, se la mano gli fosse stata restituita, avrebbe continuato a lottare in difesa delle icone; in
sogno gli apparve la Vergine che lo rassicurò, dicendogli: La tua mano è guarita, compi quanto hai
promesso. Al risveglio, miracolosamente di nuovo integro, in segno di riconoscenza fece
aggiungere una mano votiva nella parte inferiore dell’icona: sarebbe, appunto, questa, il prototipo
dell’icona detta "La Vergine delle tre mani", che onora la memoria di questo Santo. Quando, poi,
Giovanni Damasceno si trasferì nel monastero di San Saba in Palestina, dove morì centenario, portò
con sé l'icona, in seguito trasportata in Serbia dall'arcivescovo Saba e poi al monastero greco di
Chilandari, sul monte Athos, e fu qui che trovò una nuova rappresentazione, con la terza mano che,
come ex voto, invece di pendere dal collo, esce dal manto della Vergine.
Il 28 luglio 1663 il patriarca di Mosca, Nikon, chiese al monastero di Chilandari una copia
dell'icona, il cui culto cominciò, così a diffondersi, come per le altre icone, anche in Russia.
Fondata su un ricordo storico, la terza mano, che evoca la mano votiva fatta aggiungere da Giovanni
Damasceno, offre, dunque, un’interpretazione allegorica: è la mano soccorritrice della Madre di
Dio, che sempre aiuta il fedele, così come miracolosamente aiutò il suppliziato.
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