DOSSIER DONNA

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DOSSIER DONNA
DOSSIER DONNA
La dama con l’ermellino - Leonardo da Vinci
Il personaggio femminile rappresentato nel famoso quadro che
Leonardo da Vinci dipinse , probabilmente, per Ludovico il
Moro ha un nome ed un cognome: Cecilia Gallerani.
La donna nacque attorno al 1473: il padre ricopriva diversi
incarichi presso la corte milanese, ma non aveva titoli nobiliari né
era particolarmente ricco. All’età di undici anni Cecilia fu promessa in sposa a Stefano Visconti, ma il fidanzamento fu rotto.
Sedicenne, nel 1489 la Gallerani lasciò la casa di famiglia. Se
una ragazza di buona famiglia, giovanissima e nubile si allontanava dalla casa paterna per vivere sola, la ragione poteva essere
una sola: un autorevole protettore aveva assicurato il suo futuro.
Dal momento che dalla morte del padre, avvenuta nel 1480, in
famiglia nessuno intratteneva più contatti a Corte, si suppone che
Cecilia abbia conosciuto Ludovico Sforza durante una delle audizioni pubbliche che il Moro concedeva in castello e alla quale si
era presenta con i fratelli per perorare la restituzione delle proprietà confiscate dallo Stato al momento della morte del genitore.
Ella si legò sentimentalmente a Ludovico Sforza, che la frequentò assiduamente fino al 1492. Si sa che Cecilia non solo era molto
bella ma era anche colta avendo ricevuto una formazione letteraria e imparato il latino. Ella assunse perciò una posizione di tutto
rilievo alla corte ducale fino a quando lo Sforza celebrò il matrimonio di stato con la poco amata Beatrice d’Este nel 1491. Le
nozze non poterono essere consumate essendo la sposa non ancora
undicenne quando andò all’altare e Cecilia rimase a corte; nello
stesso anno diede alla luce un bambino, figlio del Moro, che prese
il nome di Cesare Sforza Visconti.
Nel 1492 vi fu il distacco ufficiale e la Gallerani sposò il conte
Ludovico Carminati de Brambilla, trasferendosi nel Palazzo
Carmagnola, donato da Ludovico al figlio Cesare.
Dopo la morte del marito e del figlio Cesare nel 1514-15, Cecilia
divise il suo tempo tra Milano e le proprietà a S. Giovanni in
Croce nel Cremonese dedicandosi alle arti e alla letteratura in
particolare. Morì nel 1536.
DI
DANIELA PIZZAGALLI, La dama con l’ermellino
Ed. BUR saggi 2003, 201 p.
La ragazza con l’orecchino di perla - Jan Vermeer
La tela del pittore Jan Vermeer intitolata “La ragazza dell’orecchino di perla” è servita da spunto alla scrittrice americana
(ma inglese d’adozione) Tracy Chevalier per scrivere un racconto
e formulare un’ipotesi su chi avrebbe potuto essere la figura femminile del ritratto.
Siamo nel 1665 (circa) a Delft, cittadina fluviale situata nelle
vicinanze di Rotterdam, in Olanda. La fama di pittore di
Vermeer è affermata, ma questa professione non gli permette di
guadagnare abbastanza (anche perché per finire una tela impiega
molti mesi) per mantenere la numerosa famiglia: è anche commerciante di opere d’arte. Malgrado ciò, alla nascita del quinto
figlio i Vermeer si vedono costretti ad assumere una seconda
domestica. La scelta cade su Griet, la figlia sedicenne di un artigiano che un incidente di lavoro ha costretto all’inattività. È la
necessità che spinge la ragazza ad accettare di diventare una
serva, ma la sua sensibilità nei confronti della bellezza intrinseca
nelle arti figurative (il padre era decoratore di ceramiche), le conferisce uno status particolare nella casa del pittore, dapprima con
il monopolio delle pulizie nell’atelier di lui, poi con l’incarico di
ridurre in polvere i materiali necessari alla preparazione dei colori ed infine a diventarne la modella. Una situazione che avrà
delle conseguenze per tutti i personaggi coinvolti.
La particolarità del soggetto di quest’opera di Vermeer è che si
tratta di una figura femminile ritratta non a capo scoperto, ma
con i capelli nascosti da un copricapo. Mostrare i capelli e l’acconciatura, non solo nei ritratti, era una prerogativa delle donne
nobili o borghesi. Quando Vermeer ha ritratto delle serve, le ha
sempre rappresentate con il capo coperto da una specie di cuffia
bianca e non, come nel caso di Griet, da una specie di turbante.
Il fatto che la ragazza porti anche un grosso e prezioso orecchino
di perla, in netto contrasto anche con l’abbigliamento semplice da
domestica, rende più ambigua e misteriosa l’interpretazione del
quadro.
TRACY CHEVALIER, La ragazza con l’orecchino di perla
Ed. Neri Pozza 2000, 240 p.
il dialogo IV e V/05
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