I prossimi 150 anni high-tech
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I prossimi 150 anni high-tech
LA STAMPA MERCOLEDÌ 23 MARZO 2011 TuttoScienze 27 I prossimi 150 anni high-tech Robot, viaggi su Marte e lettura del pensiero alla “Stazione Futuro” di Torino per l’Unità Icub Evento Questo robottino umanoide è reso simpatico da una faccia che somiglia un po’ a quella del fantasmino Casper. A «Stazione Futuro» c’è anche il robot Beatrice che ha fattezze femminili e fa da guida attraverso gli stand della mostra: ha più o meno la stessa funzione della sua omonima che si mosse in aiuto di Dante nella «Divina Commedia» LUIGI GRASSIA I L primo impatto non è dei più incoraggianti: vicino all’ingresso di «Stazione Futuro» all’Ogr di Torino (una mostra che rientra fra quelle del 150˚ dell’Unità) c’è lo stand «Dimmi come mangi», dove si apprende che «nel 2020 mangeremo insetti». «Buoni!», dice un signore in un film didattico, «Come sono buoni secchi!» ed «Ecco come si cucinano!», e così veniamo introdotti alle delizie delle «cavallette private delle zampe, stufate o brasate, e condite con una salsa che fa un delizioso contrasto con il sapore di base». C’è anche la ricetta delle frittelle con la farina di larve. Potrebbe sembrare una gaffe e invece no, di sicuro la collocazione di questo stand così IL VESTITO «SMART» Coperto di nanomateriali e pieno di chip, monitora la nostra salute 24 ore su 24 prossimo all’entrata non è frutto di sbadataggine: gli organizzatori volevano proprio un incipit di grande effetto, che aprisse la mente a un mondo tutto nuovo, e a un modo di pensare totalmente diverso, benché improbabile su questo specifico argomento. Vedrete che ci porteremo la cucina tradizionale italiana fino al 200˚ dell’Unità e oltre (altro che queste schifezze). E allora via, allacciamo le cinture e proiettiamoci davvero nel futuro. Se vi ricordate con piacere i cartoni animati dei Pronipoti, troverete magari una vaga somiglianza fra la robot-cameriera che i «Jetsons» avevano nella loro casa elettronica e la robot-hostess Beatrice (nel nome, il richiamo è a Dante), che vi farà da guida fra gli stand di Stazione Futuro. La ragazza parla con voce umana ed è una vera robot, perché interagisce, non si limita a reazioni stereotipate: per esempio, se qualcuno le passa davanti, lei si ferma ed è capace di variare percorso. L’ha costruita una ditta torinese che si chiama Arneis (lo stesso nome del vino) e che la propone come prodotto commerciale, per farle svolgere la funzione di hostess in ogni tipo di mostra, qualora gli organizzatori volessero risparmiare sul personale. Vicino a lei, nello stand che le fa da casa-base, c’è anche il simpatico Icub, un robot umanoide con la faccia del fantasmino Casper, che (garantiscono) interagisce con gli esseri umani e fa un sacco di altre cose. Però bisogna crederci sulla parola, perché sta fermo e chiuso in una teca (sgrunt): data l’occasione, non potevano farcelo vedere in azione? E invece no. Il casco e il cervello È esposto anche un apparecchio (funzionante) per la lettura del pensiero, ma in questo caso è bene che non lo facciano provare, dato lo scopo per cui è costruito. Si chiama «casco elettroencefalografico» ed è concepito per migliorare la vita quotidiana delle persone colpite dall’ictus o dalla Sla o da altre malattie invalidanti di questo tipo. Il casco, che ha una struttura leggera (sembra più che altro una cuffia per l’alta fedeltà musicale), è capace di rilevare l’attivazione di certe zone cerebrali della persona, poi ne interpreta il significato, e così capisce i desideri elementari del malato: se sente il bisogno di mangiare, di bere, di fare pipì... Non c’è limite a dove si possa arrivare, lungo questa strada; una targa riporta la frase di uno scienziato e inventore italiano, Bru- no Murari: «C’è chi pensa che tra 20 anni si potrà scaricare il nostro cervello su un computer. Ma, secondo me, ci vorrà di più». E, una volta raggiunto questo risultato, si sarà anche ottenuta una prima forma di immortalità. Fra i prodotti negli stand che più possono cambiare la vita di tutti i giorni sono i vestiti che si puliscono da soli. Li fa in cotone e in lana la Istec di Faenza; basta esporli al sole e in 4 ore fanno sparire completamente le macchie di caffè e in 12 ore quelle di vino. Il tessuto è normale al tatto, ma in realtà è «ceramizzato», cioè ricoperto da particelle di ossido di titanio di dimensioni nanometriche (cioè misurabili in milionesimi di millimetro). Possono essere resi antibatterici, antifiamma e antistatici. I vestiti del futuro - ma i prototipi esistono già nel presente - saranno anche carichi Lo sapevi che? Come scoprire il futuro prossimo La mostra «Stazione Futuro» propone una selezione della migliore creatività e della più spinta innovazione «made in Italy»: il tutto è presentato attraverso diversi linguaggi ed è organizzato in 12 aree tematiche: Internet, energia, chimica verde, rifiuti, territorio, cibo, salute, casa, lavoro, spazio, mobilità e tessuti. I La mostra si svolge alle Officine Grandi Riparazioni di Torino. Informazioni sul sito http://www.officinegrandiriparazioni.it/exhib/stazionefuturo-qui-si-rifa-italia/. I di sensori medici, capaci di monitorare le condizioni del nostro organismo 24 ore su 24. Negli stand di Stazione Futuro sono esposte alcune di queste «magliette della salute» (nel senso più letterale del termine). Occhio all’estetica E nella sezione dei viaggi verso Marte fa bella mostra anche Biosuit, una tuta per astronauti leggerissima (aderisce alla pelle), capace ovviamente di monitorare i parametri medici, e in più perfetta per non stressare chi la indossa proprio grazie alla sua leggerezza. Con un occhio anche all’estetica: la ditta Dainese, che l’ha disegnata, ne espone un modello femminile dalle curve perfette, accompagnato dallo slogan: «Non sappiamo quando andremo su Marte. Ma, quando ci andremo, probabilmente vestiremo italiano». Il made in Italy si candida a conquistare lo spazio. In Stazione Futuro ci sono anche pubblicità fasulle di prodotti ancora non esistenti, e a proposito di vestiti ecco il cartellone di «EveryWear, ideale per amori a distanza: tu abbracci, e il partner ti sente da lontano», cioè il tessuto restituisce la sensazione tattile, come è tipico della realtà virtuale. Non a tutti piacerà. Invece farà di sicuro furore «YouYoung, la pillola che ringiovanisce le cellule e fa indietreggiare l’invecchiamento. Soddisfatti o rimborsati». Nel disegno una donna bella ma non più giovane si guarda allo specchio (delle sue brame) e si rivede ragazza. Tutto di Stazione Futuro non si riesce a raccontare. Chiudiamo con «Rapid 200 Fuel Cell», il primo aereo a idrogeno (vola per 40 minuti a 150 km/ora). L’hanno fatto al Politecnico di Torino. Sono alla Sissa i virtuosi della ricerca Con gli euro risparmiati un budget speciale per aiutare la creatività dei giovani cervelli VALENTINA ARCOVIO Di questi tempi non capita tutti giorni di sentire che un centro di ricerca è riuscito a risparmiare un bel gruzzoletto. Nel nostro Paese poi è ancora più raro scoprire che quel «tesoretto» accantonato verrà utilizzato per aiutare cervelli freschi a portare avanti un progetto di ricerca originale e innovativo. Eppure, in una realtà come la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste succede anche questo. Grazie a una oculata politica di ge- stione delle risorse finanziarie, la Sissa di Trieste è riuscita a mettere da parte 400 mila euro. Certo, non è una gran cifra, ma servirà incoraggiare lo spirito di intraprendenza e di innovazione di tanti giovani. L’università, infatti, ha bandito un concorso allo scopo di attribuire finanziamenti a sostegno di progetti scientifici coordinati da ricercatori con contratto a tempo determinato e che svolgono la loro attività presso la stessa scuola. I fondi saranno quindi assegnati a giovani scienziati, ancora all'inizio della loro carriera, che hanno conseguito il titolo di dottore di ricerca da non più di 10 anni. Ogni singolo progetto di ricerca teorico potrà aggiudicarsi un importo massimo di 20 mila euro, mentre 50 mila euro potranno essere assegnati a ciascun progetto sperimentale. I finanziamenti serviranno a coprire le spese per la strumentazione e il calcolo scientifico, le missioni, i soggiorni sia in Italia sia all'estero, oltre che gli inviti, e non saranno comunque sostitutivi delle borse di studio e dei contratti dei ricercatori. La Commissione ricerca della scuola, con il contributo di valutatori Guido Martinelli Fisico RUOLO: E’ DIRETTORE DELLA SISSA, LA SCUOLA INTERNAZIONALE SUPERIORE DI STUDI AVANZATI DI TRIESTE RICERCHE: CARATTERISTICHE DELLE PARTICELLE ELEMENTARI IL SITO: HTTP://WWW.SISSA.IT/MAIN/ esterni, selezionerà le proposte sulla base dell'originalità e dell'innovatività del progetto, della sua rilevanza scientifica e del valore tecnico o scientifico delle metodologie proposte. A parità di valutazione - spiegano alla Sissa - la preferenza sarà data a candidati donne o particolarmente giovani. «In un momento di contrazione in Italia delle risorse destinate alla ricerca, caso unico tra i Paesi europei, ci sembra un importante segnale per le giovani generazioni», commenta il direttore della Sissa Guido Martinelli. Non è la prima volta che la Sissa si contraddistingue in Italia come centro di eccellenza nei tre filoni di ricerca che la caratterizzano: fisica, matematica e neuroscienze. Lo sguardo lascia per un momento le difficoltà del sistema italiano e punta, al contrario, all'eccellenza internazionale, anche per quanto riguarda i sistemi di valutazione. Soltanto qualche settimana fa, non a caso, la Sissa aveva ospitato un gruppo di 11 scienziati di fama mondiale, chiamati a valutare l'attività di ricerca e di formazione della scuola.