Le tre vite di Georges Arnaud dentro il cuore oscuro dell`uomo In
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Le tre vite di Georges Arnaud dentro il cuore oscuro dell`uomo In
GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE 2012 LIBRI LETTI PER VOI IL SALARIO DELLA PAURA Le tre vite di Georges Arnaud dentro il cuore oscuro dell’uomo ULTIMISSIMI CHI HA E CHI NON HA Pagine curiose, interessanti e colte: un viaggio all'interno delle diseguaglianze, dal mondo antico sino al futuro che ci attende. Visto il tema, non dovrebbe esser una lettura piacevole, eppure grazie all'autore lo è. di Branko Milanovic Chi ha e chi non ha pagg. 255, euro 16 Il Mulino LA REALTÀ NASCOSTA Yves Montand in una scena del film «Vite vendute», trato dal romanzo di Georges Arnaud, finalmente pubblicato anche in Italia ccc Bellezza disadorna. Quasi imperfetta, come qualsiasi vita umana. Vite appese a un filo, pochi di buono, farabutti appartenenti alla feccia abbietta e disperata che di solito non trova spazio nelle narrazioni. Eppure questa varia umanità è tremendamente seducente nella sua disperazione. Di questa polpa è fattoIl salario della paura, il romanzo di Georges Arnaud che, come l’autore e come gli avventurieri meschini che ne popolano la trama, ha avuto diverse vite. La storia è di ambientazione esotica: Sudamerica, un pozzo petrolifero americano in fiamme, un carico pericolosissimo di nitroglicerina per spegnerlo, un impervio tragitto di seicento chilometri, quattro lestofanti gabbamondo scappati dall’Europa, raccattati in un locale malfamato e assoldati per portare i due camion “esplosivi”. Sin qui la trama, che si legge d’un fiato per la capacità di mescolare sentimenti e inquietudini, nel far apparire labile il confine fra la paura e il coraggio, nel saper tratteggiare personaggi sì miserabili ma che si possono rivelare più eroi degli eroi. Ma questa è solo la prima vita, quella del volume che arriva nelle librerie francesi nel novembre del 1950 (che Fandango, benemerita, offre oggi in italiano) e anche con un discreto successo, sia di vendite che di critica visto che entra persino nella rosa dei finalisti del premio Goncourt. La seconda è di qualche anno più tardi, precisamente del 1953. Quando cioè il libro diventa un film omonimo (in italiano arrivò con il titolo Vite vendute) diretto da Henri-Georges Clouzot, uno dei capolavori del cinema del dopoguerra, con un impareggiabile Yves Montand e un successo sancito a Cannes e a Berlino, tanto che Hollywood ne fece un remake nel 1977. Infine l’ultima vita, forse la più interessante: quella di Georges Arnaud, nato nel 1950 a 33 anni per firmare questo libro. Prima era Henri Girard, nato nel 1917 –al momento della scelta dello pseudonimo unirà il nome del padre, Georges, al cognome della madre, Arnaud appunto. Possedeva un’inconfondibile allure: alto e magro, con un’andatura dinoccolata, grosse orecchie un po’a sventola, baffoni rossi come la zazzera fiammeggiante – così ce lo presenta Maurizio Ferrara, che oltre a una pregevole traduzione acclude al libro anche una gustosa postfazione. Ma chi era Henri Girard alias Georges Arnaud? Un personaggio da romanzo, indubbiamente. Tanto che molte delle cose raccontate in questo libro le ha vissute di persona. Infatti dopo aver dilapidato il patrimonio di famiglia, abbandonerà la seconda moglie (ne avrà quattro) e i due figlioletti per il Sudamerica, dove fra il ’47 e il ’49 farà principalmente il camionista, senza disdegnare le avventure da contrabbandiere e di cercatore d’oro. Alle spalle una storia tragica e oscura: padre, zia e una domestica trovati cadaveri dallo stesso Girard, sul quale ricadrà l’accusa di esser l’assassino – un lungo processo lo vedrà assolto dopo quasi otto mesi di carcere. Nel futuro una carriera di giornalista e scrittore, engagé al fianco di Sartre per l’Algeria (dove si trasferirà per dodici anni, fino al 1974), un lavoro alla televisione e altri libri. Ma questo rimane il suo capolavoro. Perché ci mostra l’immagine della paura, e l’uomo è l’abitatore di un’immagine, perché è l’essere più pericoloso e in pericolo che esista. MARCO FILONI IL SALARIO DELLA PAURA Georges Arnaud Fandango Libri pagg. 191, euro 15 W. G. SEBALD In una casa di campagna si ricordano i malati di pensiero ccc Per raccontare la straordinarietà di Sebald si potrebbe provare a definire il senso dello sgomento in letteratura, quel «nero garbuglio che minaccia di prendere il sopravvento» che lui interpreta meravigliosamente attraverso le sue riflessioni e i suoi scritti; oppure provare a trovare una spiegazione al connubio immagine e solitudine esistenziale che lo scrittore tedesco riesce a creare in ogni pagina, in ogni frase, in ogni suo lascito narrativo. Oppure, percorso estremamente semplificato, riportare le sue parole, scritte nella premessa di questo suo Soggiorno in una casa di campagna, in cui parlando dei suoi scrittori più amati, Gottfried Keller, Johann Peter Hebel e Robert Walser afferma: «che poco sia cambiato in quello strano disturbo del comportamento che costringe a trasformare tutti i sentimenti in parole scritte e che, pur mirando alla vita, riesce sempre con sorprendente precisione a mancare il centro». Nel 1966 Sebald, in procinto di lasciare la Svizzera per Manchester (vivrà la maggior parte della sua vita in esilio volontario in Inghilterra) mette in valigia i libri dei tre scrittori citati. In un modo o nell’altro questi scrittori, nelle forme funamboliche di una mente allenata allo scavo, influiranno nella rotta da seguire dei suoi incessanti viaggi letterari. Meno personale dei suoi libri più illustri, ma pur sempre incisivo e originale. Uno squarcio nella tela della letteratura europea. PAOLO VALENTINI SOGGIORNO IN UNA CASA DI CAMPAGNA W. G. Sebald Adelphi Pagg. 160, 18,00€ 19 Un fisico della Columbia University, celebre per alcune sue scoperte nell'ambito della teoria delle stringhe, qui ci spiega la possibilità di universi paralleli. Ispirato l'autore, ispira anche il lettore a capire il proprio cosmo. di Brian Greene Einaudi pagg. 431, euro 26,00 QUESTO NON È UN MANIFESTO Le moltitudini, i veri protagonisti di questo nuovo secolo, bussano alla porta e si propongono come gli agenti del cambiamento. Ma per conquistare il cuore dell’Impero devono scoprire come passare ad una fase costituente. di Antonio Negri, Michael Hardt Feltrinelli Pagg. 112, 10,00€ TUTTI A BERLINO Va bene: di questi tempi la Germania non ci è simpatica. Ma Berlino resta la città più dinamica d’Europa. Se volete trasferirvi nei prossimi mesi, questa è la guida pratica per gli italiani in fuga. Consigli per affrontare il gap culturale. di S. Buttazzi e G. Di Cagno Quodlibet Pagg.194, 12,00€ LATITUDINI MA.FIL. Liberi libri in libera provincia ccc Sia resa gloria alla provincia. In questo caso quella marchigiana, precisamente nella città di Macerata, dove vive e prospera un piccolo editore (piccolo per vocazione, verrebbe da pensare) chiamato Liberilibri a cui è toccata in sorte la dote della grazia. Certo, non tutti i titoli ci piacciono (alcuni di stampo neoliberista americano e conservatore non appartengono al panthéon di chi scrive) eppure ogni libro, anche quello a prima vista più distante, fa sempre riflettere, lascia dietro di sé domande in sospeso, pone questioni e apre riflessioni. Insomma, una casa editrice di cultura. E non è poco. A Liberilibri dobbiamo anche alcune operazioni benemerite. Come il caso della pubblicazione dei libri di Pierre Boulle, questo straordinario scrittore dalla vita non comune di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita: ingegnere, durante la Seconda guerra mondiale si trova in Asia e lì rimarrà al soldo dei servizi segreti alleati combattendo in Indocina, Birmania e Cina. Pressoché sconosciuto in Italia, a lui dobbiamo due bestseller mondiali come Il ponte sul fiume Kwai e Il pianeta delle scimmie, dai quali sono stati tratti omonimi film di successo. Boulle non è però soltanto il narratore dell’esotismo asiatico di tradizione anglofona, dal ciclo malese di Joseph Conrad a Somerset Maugham. A lui dobbiamo anche libri straordinari nei quali affronta il tema antico dell’inconoscibilità, della contiguità fra il bene e il male, fra perfidia e santità, degli effetti paradosso (come in medicina) delle azioni virtuose e di quelle malvagie. Leggete uno a caso dei suoi titoli pubblicati da Liberilibri: La faccia o il procuratore di Bergerane; Il boia; William Conrad; Storie perfide; Il Buon Leviatano; A noi due, Satana! Si scoprirà di poterli leggere sia gustando l’ironia dalla precisa meccanica sia come raffinate indagini del carattere dell’uomo. E poi dicono che la provincia non serba sorprese.