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Rassegna Stampa del 02/11/2011
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INDICE
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02/11/2011 Il Fatto Quotidiano - Nazionale
Atac: l'azienda di Parentopoli ora chiede sacrifici a tutti i dipendenti
5
02/11/2011 Corriere della Sera - MILANO
Comune, in pericolo le spese 2012 Un nuovo «buco» da 400 milioni
6
02/11/2011 Corriere della Sera - ROMA
Atac, arriva lo spettro della «grande Cotral»
8
02/11/2011 La Repubblica - Torino
Via i treni della notte Così Torino resta isolata dalla capitale
9
02/11/2011 La Repubblica - Bologna
Allarme smog, la giunta reagirà
10
02/11/2011 La Repubblica - Bologna
Il solito epilogo bus e metrò al palo e via libera alle auto
11
02/11/2011 La Repubblica - Palermo
All'Amat 150 autisti si sono fatti esentare dalla guida dei bus
12
02/11/2011 Corriere Adriatico - MACERATA
"Abbassare le tasse con gli utili Apm"
13
02/11/2011 Il Centro - Nazionale
Un novembre di passione Fermi scuola e trasporti
14
02/11/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ancona
LE MISURE Incrementati servizi e trasporti per evitare di intasare il parcheggio
15
02/11/2011 Il Gazzettino - VENEZIA
Actv & dintorni SIAMO TRATTATI COME ABUSIVI Siamo ...
16
02/11/2011 Il Gazzettino - VICENZA
Ultimatum a Ftv: tempo scaduto
17
02/11/2011 QN - La Nazione - Firenze
greve «L'anno nuovo cancella i servizi di trasporto pubblico per gran parte del
Chianti»
18
02/11/2011 QN - La Nazione - Livorno
Piombino «Tiemme come modello per la riforma dei trasporti locali»
19
02/11/2011 Avvenire - Nazionale
«Il trasporto locale è vicino al collasso»
20
02/11/2011 Il Mattino - avellino
Traffico senza piano e Avellino non va a piedi
21
02/11/2011 QN - Il Giorno - Varese
Qui l'88% per spostarsi utilizza la macchina
22
02/11/2011 L'Arena di Verona
Atv, finiti i «viaggi-sardina» per gli studenti pendolari
23
02/11/2011 L'Arena di Verona
Scioperi, trasporti in tilt: si parte il 7 novembre
24
02/11/2011 Il Quotidiano della Basilicata
Trasporti, mancano 200.000 euro
25
02/11/2011 Giornale dell'Umbria
FOLIGNO - "L'impianto più grande d'Italia, in cui ...
26
02/11/2011 La Stampa - TORINO
Spariscono i treni notturni per Roma
27
02/11/2011 La Stampa - ALESSANDRIA
Bus, allarme tagli al Cit "Per 4 addetti si profila la cassa integrazione"
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02/11/2011 Unione Sarda
Settimo, metro tra un anno
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24 articoli
02/11/2011
Il Fatto Quotidiano - Ed. nazionale
Pag. 11
(tiratura:100000)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Atac: l'azienda di Parentopoli ora chiede sacrifici a tutti i dipendenti
In piazza anche la cubista assunta per chiamata diretta e il sindacalista col boom di tesserati
Eduardo Di Blasi
anno banchettato fino all'a l t ro ieri. Si sono mangiati tutto quello che potevano. Ora che sul tavolo sono
rimaste solo le briciole, chiedono a quelli che non hanno mangiato di andare a comprare qualcosa per finire il
banchetto". Alessandro Capitani, segretario generale della Filt-Cgil di Roma e del Lazio, usa una metafora
per raccontare l'i n c re d i b i l e paradosso dell'Atac, la società del trasporto pubblico della Capitale, ascesa
agli onori delle cronache per le assunzioni facili e le carriere strepitose di manager e dipendenti cari alla
giunta Alemanno. L'impresa è vicina al tracollo finanziario, e non solo per gli 854 assunti dell'ultima tornata
pos t - e l e t t o ra l e . Tre giorni fa, l'amministratore delegato, Carlo Tosti, ha scritto una lettera agli oltre 12
mila dipendenti dell'azienda spiegando che tutti "devono fare sacrifici". E traducendo questi sacrifici nel
congelamento unilaterale di tutti gli accordi aziendali. Il mancato trasferimento dei soldi dal governo alle
Regioni, e da queste alle aziende di trasporto, farebbe mancare nelle casse di Atac qualcosa come 40 milioni
di euro. Per questo l'ad ha deciso di chiederne conto a tutti i dipendenti. La richiesta, arrivata alla chiusura
degli uffici e nel periodo che precede il già annunciato sciopero dei trasporti del 17 novembre (circostanza
che, spiega Capitani, "avrebbe dovuto impedire all'azienda di assumere atti u n i l a t e ra l i "), ha fatto
nascere una protesta immediata: sabato i lavoratori hanno occupato la via Prenestina bloccando il traffico
sotto la sede principale dell'Atac. I LAVORATORI rischiano di dover rinunciare a 300 euro da uno stipendio
che in media oscilla tra i 1000 euro dei primi assunti e i 1600 di chi è in azienda da qualche anno. La
situazione, però, ha tutti i contorni del paradosso. In via Prenestina, infatti, l'a ltra mattina protestava anche
uno dei "simboli" della parentopoli Atac. Sotto la copertura di un paio di lenti scure, la "cubista" Giulia
Pellegrino, assunta per chiamata diretta alla segreteria del dirigente Atac Marco Coletti, mostrava la propria
contrarietà alle iniziative dell'azienda. Ma poco più in là, con un ruolo ben più pesante in questo mondo all'i n
c o ntrario che è Atac, c'era anche Gioacchino Camponeschi, leader della Faisa Cisal, il sindacato di destra
che in questi ultimi anni ha moltiplicato i propri tesserati fino ad arrivare alla cifra record di 1800 (secondo
solo a Cgil e Cisl). In un video su YouTube si vede un macchinista urlargli di tutto. In un passaggio si
comprendono accenni al fatto che moglie e figlia siano state anche esse assunte dall'a z i e nda. Insomma,
da qualunque parte la si guardi questa è una storia di fallimenti dalla quale, nonostante le inchieste della
magistratura ancora in corso, è difficile venire fuori. Per adesso, allora, si procede a vista. Il sindaco di Roma,
Gianni Alemanno, si è dovuto precipitare a bloccare le iniziative dell'Atac e, dopo un primo incontro fissato
nella stessa giornata tra il suo assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma e i sindacati di categoria, ha
convocato un tavolo con gli stessi per venerdì. "Se non ci danno un bilancio realmente trasparente, e ci
spiegano ad esempio perchè in azienda si diano 3 milioni di euro in assegni ad personam, o perchè nei posti
di responsabilità sono spesso finite persone che non hanno le competenze adeguate, noi siamo indisponibili
a discutere d'a l t ro ", spiega Capitani, che in realtà traduce una rabbia anche più spicciola di autisti e
macchinisti. Chiunque, in queste due settimane, proverà a riproporre i tagli dell'a mministratore delegato di
Atac, rischia di trovarsi di fronte uno sciopero selvaggio del trasporto pubblico in grado di paralizzare la città.
Sono i due segni della malagestione del sistema dei trasporti locali, e della cattiva cura che il governo ha
mostrato per l'intero settore. Le tinte fosche della fotografia che fa Capitani sono quelle di una città più povera
in cui i lavoratori che hanno rinunciato all'automobile perchè troppo costosa, finiscano per dover rinunciare
anche agli autobus e alle metropolitane: "Attualmente i conducenti fanno il 35% di straordinario, ma se
continuano a impoverire l'azienda, è evidente che nel giro di qualche settimana il servizio diventerà più
scadente. Già la riduzione della manutenzioni ha portato a una evidente riduzione delle corse".
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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02/11/2011
Corriere della Sera - Milano
Pag. 3
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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Il bilancio Le previsioni per il prossimo anno. Non ci saranno più i dividendi delle municipalizzate
Comune, in pericolo le spese 2012 Un nuovo «buco» da 400 milioni
È allarme sul disavanzo tra entrate e uscite. In arrivo tasse e tagli
Elisabetta Soglio
Il peggio deve ancora venire. Mentre si discute di come vendere Sea e Serravalle per salvare i conti del 2011,
è già chiaro a sindaco e giunta che il bilancio del 2012 sarà ancora più complicato. Per dirla con i numeri, dal
primo gennaio dell'anno nuovo solo per la parte corrente si parte con uno sbilancio di 400 milioni di euro.
Quattrocento milioni di uscite che non si potranno coprire con le entrate, insomma: anche perché negli ultimi
anni le municipalizzate sono state spremute fino all'ultima goccia e Palazzo Marino è rimasto in piedi grazie al
miliardo di euro incassato con dividendi e superdividendi. Quei soldi però non ci saranno più, come aveva
anticipato poche settimane dopo il suo insediamento l'assessore al Bilancio, Bruno Tabacci. Allo stesso
tempo, invece, diminuiranno ulteriormente i trasferimenti statali (di un centinaio di milioni di euro circa, si
prevede).
Per questo, la giunta Pisapia appena avrà concluso la partita su Serravalle e Sea, dovrà affrontare un nuovo
scoglio e trovare il modo per garantire le uscite. Oggi la voce di spesa per la parte corrente si aggira intorno
ai 2,5 miliardi di euro. I capitoli più consistenti sono quelli degli stipendi per il personale (circa 650 milioni), il
contratto di servizi per il trasporto pubblico (altri 600 milioni circa) e il contratto di servizio con Amsa, per la
gestione dei rifiuti (280 milioni). Se si escludono interessi e altre uscite fisse di minore entità, restano circa
850 milioni sui quali si potrebbe cercare di risparmiare: ma fino ad un certo punto, perché questi soldi sono
quelli che garantiscono i servizi ai cittadini. Dalle rette per gli asili ai servizi per gli anziani, dai custodi sociali
alle manutenzioni di parchi e giardini e così via: impossibile usare la scure sulla carne viva.
Che fare, dunque? Di certo, proseguirà nel 2012 l'operazione di spending review già avviata dalla giunta
Pisapia: la revisione delle spese che ha già consentito di risparmiare circa 50 milioni di euro. Ma anche ai
tagli c'è un limite. Due quindi le alternative percorribili. Da una parte, si potrebbe decidere di alienare alcuni
pezzi del patrimonio immobiliare del Comune: anche se i tentativi mossi dalle giunte precedenti non hanno
dato i risultati sperati. Dall'altra, andrà messa a punto una maxi operazione sulle entrate. Nuove tasse,
insomma. Anche in questo caso, Tabacci non si è mai nascosto dietro ad un dito, lasciando chiaramente
intendere che per il prossimo anno l'amministrazione avrebbe potuto vedersi costretta a imporre un nuovo
giro di vite sulle entrate. Le voci sono sempre le stesse: l'Irpef, introdotta nel 2011 per la prima volta ma al
minimo dei livelli previsti dalla legge (e al di sotto delle percentuali imposte in molti altri grandi Comuni)
potrebbe subire un rialzo. Così come rischia l'aumento anche la tassa dei rifiuti (la Tarsu) ed è già stato
ventilata la possibilità che, almeno per gli alberghi di maggiore pregio, venga introdotta la tassa di soggiorno
per chi verrà a visitare Milano.
Negli uffici della Ragioneria si stanno già facendo ipotesi e simulazioni, per capire quanto si potrebbe
incassare da diverse voci cercando di ridurre al minimo l'impatto sui cittadini: ma di certo verranno chiesti altri
sacrifici. Anche perché tutto questo discorso riguarda la parte corrente e sicuramente ci sarà anche da
intervenire per garantire il rispetto del patto di stabilità.
Mentre l'opposizione si sta preparando a dare battaglia nell'eventualità si vadano a ritoccare o introdurre altre
tariffe, l'obiettivo che si sono dati gli amministratori è di stringere sui tempi perché il preventivo 2012 andrebbe
preparato entro marzo. E, quindi, va archiviato in fretta il 2011.
RIPRODUZIONE RISERVATA
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Foto: I milioni di euro di disavanzo per la parte corrente che si avrà, raffrontando entrate e uscite, dal primo
gennaio 2012
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CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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02/11/2011
Corriere della Sera - Milano
Pag. 3
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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Foto: I milioni di euro: è questa la previsione di ulteriori minori trasferimenti statali, già annunciati, sul bilancio
comunale del 2012
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Foto: I miliardi di euro su cui attualmente si attestano le uscite per la parte corrente del bilancio comunale: più
di metà sono spese fisse
1
Foto: Il miliardo di dividendi che le società partecipate del Comune hanno versato nelle casse di Palazzo
Marino in questi ultimi anni
Foto: In rosso Non appena avrà concluso la partita su Serravalle e Sea la giunta Pisapia dovrà
affrontaretrovare il modo per garantire le uscite
Foto: Assessore Bruno Tabacci
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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02/11/2011
Corriere della Sera - Roma
Pag. 2
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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Trasporti I tagli della Finanziaria non hanno colpito l'azienda regionale
Atac, arriva lo spettro della «grande Cotral»
Il Campidoglio teme un'«Opa» della Pisana
Ernesto Menicucci
C'è uno «spettro» che si aggira per via Prenestina, sede dell'Atac: quello della «grande Cotral», l'azienda
regionale dei trasporti. Realtà, fino a ieri, complementari: una (un colosso da 12 mila dipendenti) agisce a
Roma, l'altra (grande poco più di un decimo: duemila dipendenti) nel Lazio. Da qualche tempo, però, Atac e
Cotral sono rivali, perché concorrenziali sono Comune e Regione. Per due fattori: la finanziaria del governo,
che riduce di 160 milioni le risorse per il trasporto pubblico locale, e l'«opa» lanciata dalla Polverini in questo
settore. Uno degli obiettivi, è il trasporto su gomma. L'altro, le metropolitane dove la governatrice vuole
contare di più ed ha chiesto un rappresentante dentro «Roma Metropolitane».
L'altra iniziativa porta a Cotral, che nelle ambizioni della Regione potrebbe diventare quella «compagnia
unica per il trasporto regionale» della quale si parlò a febbraio 2011, in un convegno della Provincia:
Zingaretti propose «un'agenzia unica della mobilità», la Polverini rilanciò con un'unica azienda. Oggi quei
rumors sono tornati d'attualità e non è passato inosservato il rinnovo del contratto di servizio di Cotral, firmato
dalla Regione alle stesse condizioni economiche precedenti. E, visto che su Trenitalia più di tanto non si può
tagliare, il sospetto del Campidoglio è che a scontare la finanziaria sarà solo l'Atac. La Regione smentisce:
«Per ora - dice l'assessore alla Mobilità Francesco Lollobrigida - sappiamo quanto saranno le minori entrate
dal governo, ma stiamo cercando delle soluzioni: alla fine, considerando i maggiori introiti per l'adeguamento
tariffario, potremmo essere intorno al 15% di taglio». Per Roma, una cifra che balla tra i 60 e i 95 milioni
(quelli di cui si è parlato di recente) in meno.
Esiste un progetto «grande Cotral»? «Assolutamente no», dice l'assessore alla Mobilità comunale Antonello
Aurigemma. Che aggiunge: «Un conto è gestire le strategie dei trasporti, un altro è fare il gestore unico del
Tpl». Il contratto di Cotral? «È positivo che sia stato rinnovato. Ora la stessa cosa va garantita all'Atac. La
comune appartenenza politica delle amministrazioni di Comune e Regione dovrebbe aiutare». Il nuovo
accordo per Atac dovrà andare a bando. E, prima di indirlo, il Campidoglio vuole conoscere gli effettivi tagli
nei trasferimenti dalla Regione.
Appuntamento venerdì, tra Lollobrigida, Aurigemma, la loro omologa provinciale Amalia Colaceci e i sindacati
(Cigl-Cisl-Uil-Ugl): «Il confronto è l'unica strada», ha detto il sindaco Alemanno. Sul tavolo, i contratti di
secondo livello e le questioni politiche: la serrata dell'Atac sugli integrativi è dovuta ai crediti con Regione e
Comune per pagare quegli istituti. «Colpendo» gli amministrativi, e lasciando fuori gli autisti, l'ad Carlo Tosti
ha mandato un segnale alla politica: tra i penalizzati rientreranno gran parte degli assunti di Parentopoli che
godono di assegni ad personam da capogiro.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Duellanti
Foto: A sinistra, la governatrice della Regione Lazio Renata Polverini. A destra, l'amministratore delegato
dell'Atac Carlo Tosti
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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02/11/2011
La Repubblica - Torino
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
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Via i treni della notte Così Torino resta isolata dalla capitale
I tagli da dicembre, con l'orario invernale Nessuna alternativa con i voli L'assessore regionale scrive a Moretti:
"Scelta da rivedere" E Merlo (Pd) chiede l'intervento del ministro
ERICA DI BLASI
MAI di notte. Dal 12 dicembre Torino e Roma non saranno più collegate quanso si fa buio. La cancellazione
dei vagoni letto si concretizzerà nel giro di un mese, con il nuovo orario invernale. «E né i voli low cost, né il
Frecciarossa - denunciano i pendolari - compenseranno questa mancanza. A partire da una certa ora sarà
impossibile raggiungere la capitale e viceversa. Un blackout che durerà piùo meno dalle 22 alle 6 del
mattino». Ecco le conseguenze della cancellazione dei vagoni letto. Da Torino a Roma l'ultimo Frecciarossa
parte alle 18.42: arrivo previsto alle 23.30.
Dopo c'è ancora un treno, alle 21.55 che è nella Capitale alle 5.55. Ecco, questo trattandosi di notturno sarà
cancellato. Come, nella direzione opposta, i vagoni letto che fino al 12 dicembre lasceranno i binari di Roma
Termini alle 23.02 e alle 23.50 per giungere a Porta Nuova rispettivamente alle 6.50 e alle 8.20. Spariranno
entrambi. «La decisione presa da Trenitalia - sottolinea il deputato del Pd, Giorgio Merlo - non solo produrrà
crescenti disagi per i normali pendolari, ma penalizza ulteriormente tutto il Piemonte orientale che non ha
collegamenti diretti con i treni Freccia Rossa per Roma». Così Asti e Alessandria resteranno ancora più
isolate. Merlo ha quindi presentato un'interrogazione urgente al Ministro dei Trasporti.
«Per bloccare - spiega il deputato - una decisione che punisce drasticamente tutto il Piemonte, malgrado il
significativo incremento dei biglietti ferroviari con un servizio che registra costanti disagi legati anche ai cronici
ritardi». I voli, low cost o a tariffa piena, non sono una compensazione sufficiente, almeno a detta dei
pendolari. «Sì - ammettono - c'è un aereo che parte da Fiumicino alle 22 il che però vuol dire essere in
aeroporto alle 21 e mettersi in viaggio da Roma già alle 20. Non è proprio un viaggio notturno».
Ferrovie dello Stato replica all'estinzione del servizio, in primis con una precisazione: «I treni che saranno
cancellati rientrano in un contratto di servizio con lo Stato, e se dal ministero non ci arriva la richiesta quella
tratta non viene attivata». Con l'aggiunta di ragioni dettate dal mercato. «L'avvento dell'alta velocità da una
parte - spiegano ancora da Ferrovie - e gli aerei low cost dall'altra hanno ridotto di molto la domanda dei treni
notturni. L'Italia è rimasta uno degli ultimi Paesi che li mantiene».
Contro questa decisione si è però già espressa la Regione. L'assessore ai Trasporti Barbara Bonino ha
infatti scritto una lettera all'amministratore delegato di Ferrovie, Mauro Moretti e al ministro Altero Matteoli,
per chiedere «La tutela dei treni a lunga percorrenza e delle 63 famiglie legate ai dipendenti della Servirail
l'ex Wagon Lits». Si tratta dei lavoratori che da sempre si occupano dei vagoni letto. Qualche giorno fa si
sono visti recapitare a casa la lettera di licenziamento.
«Abbiamo chiesto - spiega Bonino - che almeno vengano integrati nell'organico di Trenitalia».
Ora si attende una risposta.
Foto: LA NOTTE NO Con l'entrata in vigore dell'orario invernale le Ferrovie cancellano i treni notturni per
Roma
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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02/11/2011
La Repubblica - Bologna
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Allarme smog, la giunta reagirà
ANDREA COLOMBO
L'ALLARME lanciato ieri da Legambiente sul superamento del numero massimo di sforamenti del Pm10 è
serio e a maggior ragione, visto che riguarda tutte le principali città del nord Italia, non può essere lasciato
cadere nel nulla.
PENSIAMO che per combattere in modo efficace l'inquinamento non si possa più inseguire l'emergenza:
sono indispensabili soluzioni strutturali, che richiedono una inedita alleanza fra le istituzioni, chiamate a
garantire opportunità efficienti di mobilità a basso impatto ambientale, e i cittadini, chiamati ad adottare in
prima persona abitudini più ecologiche nella vita di tutti i giorni.
In questo senso, a tutela dell'ambiente, della salute delle persone e della complessiva vivibilità della città, la
nuova Giunta sta lavorando ad un serio piano della mobilità sostenibile, basato su tre pilastri, necessari per
far finalmente tornare Bologna una città di respiro europeo: ampie pedonalizzazioni in centro e non solo, piste
e servizi per le biciclette, e soprattutto trasporto pubblico.
A quest'ultimo proposito, se il ministro Matteoli confermerà la disponibilità dei fondi del metrò per il progetto
alternativo presentato lunedì a Roma da Regione, Provincia e Comune, potremo finalmente costruire sotto le
Due Torri un sistema integrato, veloce ed ecologico di mobilità collettiva, che è l'unica vera e valida
alternativa all'uso quotidiano della macchina: i treni delle sei linee del servizio ferroviario metropolitano (Sfm)
per gli spostamenti pendolari d'area vasta, in stretta connessione con una rete capillare di 130 chilometri di
filovie per i tragitti interni alla città.
Nel frattempo, abbiamo messo in atto misure-tampone, che non risolvono la situazione ma aiutano a
contenerla. Da ottobre a marzo sono in vigore le limitazioni antismog per i veicoli più inquinanti (dal lunedì al
venerdì) e il blocco del traffico (il giovedì nei mesi più critici). Tra l'altro come segnale di novità, che testimonia
un maggior impegno del Comune rispetto al passato, abbiamo eliminato una decina di deroghe (tra cui
politici, turisti, preti, agenti commerciali...), che avevano nei fatti ridotto l'efficacia e creato un'ingiusta disparità
tra i cittadini.
(l'autore è assessore alla mobilità e al traffico del Comune di Bologna)
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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La lettera
02/11/2011
La Repubblica - Bologna
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Il solito epilogo bus e metrò al palo e via libera alle auto
VALERIO VARESI
ALLA fine vince sempre il binomio auto-asfalto, modello unico e dominante.
Dopo centinaia di convegni sulla necessità di rafforzare il trasporto pubblico, dopo decine di "cure del ferro"
mai somministrate, dopo millanta allarmi smog e altrettanti programmi spergiuri anti-smog di amministratori,
l'esito è sempre quello: semaforo verde per strade e autostrade, ferrovie, tram, metrò e bus al palo. La via
dell'inferno è lastricata, oltreché di buone intenzioni, di spessi strati di bitume. All'indomani della spedizione
romana di tutti i plenipotenziari delle istituzioni bolognesi, da Vasco Errania Virginio Merola finoa Beatrice
Draghetti, il risultato è sconsolante. Il Civis, già gracile di suo, è stato giustiziato dalla commissione
ministeriale e ora i suoi fondi sono a rischio. Il metrò, già ripudiato da Merola, vede i finanziamenti appesi
all'aleatoria prosa del ministro Altero Matteoli («verificheremo la possibilità e le modalità tecniche di
rimodulazione delle risorse...»). L'Atc è in ginocchio per i tagli del Governo e il People mover, su cui tanti
discutono dentro e fuori la maggioranza, si trova nel bel mezzo di una via crucis in cui rischia di soccombere.
L'UNICO segnale chiarissimo che arriva da Roma è l'assenso al passante autostradale a nord, opera per la
quale Società Autostrade ha già da tempo in frigorifero i soldi necessari. Quindi, mentre Bologna si appresta
a vivere un altro inverno sotto una cappa di polveri, il meccanismo decisionale delle istituzioni dà una risposta
che aggrava il male anziché curarlo. Più strade significa, per un meccanismo banalmente idraulico, più auto e
camion, dunque più smog. Senza contare che solcare una pianura fertilissima e ancora relativamente
preservata aprendo qualche casello autostradale, darà il via all'urbanizzazione anche di quel territorio,
ampliando la già insostenibile "villettopoli" che alimenterà il traffico.
Ci resta la speranza che parte dei 270 milioni promessi al metrò venga concessa per l'eterno incompiuto
Sistema ferroviario metropolitano. Ma quanto è possibile fidarsi di un Governo che ha temporeggiato per un
lustro prima di ammettere al Cipe quello stesso finanziamento? C'è la volontà politica di concedere i fondi a
Bologna entro la fine dell'anno? È lecito dubitarne.
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il commento
02/11/2011
La Repubblica - Palermo
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
SARA SCARAFIA
LA CARICA dei centocinquanta autisti che non guidano i bus: all'Amat solo 840 guidatori su 983 conducono i
mezzi pubblici.
Trenta sono idonei alla guida ma addetti ad altri servizi, dalla smistamento della posta alla guida delle auto
blu dei componenti del cda. Poi ci sono i 40 guidatori distaccati all'officina e alla preparazione dei mezzi. E,
soprattutto, ci sono i 74 "inidonei temporanei": problemi fisicio psicologici, attestati dal medico aziendale, che
rendono gli autisti temporaneamente inabili alla guida.
A PAGINA IV
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
All'Amat 150 autisti si sono fatti esentare dalla guida dei bus
02/11/2011
Corriere Adriatico - Macerata
Pag. 1
(diffusione:18490, tiratura:24149)
La proposta del movimento Maceratiamo trova reazioni prudenti all'interno del Consiglio
Alessio Ruta
Perché l'utile dell'Apm non viene utilizzato per abbassare le tariffe ai cittadini o istituire delle gratuità o dei
premi per chi dimostra un comportamento sostenibile? A lanciare la proposta è il movimento Maceratiamo.
"E' bene che i maceratesi sappiano che l'Apm, azienda gioiello, ha i seguenti utili nei vari settori che cura", si
legge nella nota diffusa, dove si elencano: 1.005.106 euro dal servizio idrico, 228.305 euro dai trasporti,
226.568 euro dalle farmacie comunali, 261.629 euro dai parcheggi e 435.832 distribuite in altre attività.
"In totale 2,5 milioni di euro, al lordo delle tasse". Perché non impegnarli "ad esempio, per il bus gratuito per
gli studenti, per la riduzione della tariffa dell'acqua per quei cittadini che dimostrano oculatezza", si chiede
ancora Maceratiamo, secondo cui ciò che manca, al di là delle proposte e degli esempi che potrebbero
essere molti di più, è "un'idea, se non a lungo, almeno a medio termine, un qualcosa che evidenzi la voglia di
un salto di qualità, al passo con le realtà più evolute del nostro continente".
Dalla raccolta differenziata, alle polveri sottili, passando per una oculata politica sui trasporti pubblici. E poi la
stoccata ai consiglieri comunali, i quali "trascorrono mesi a discutere di una sanzione sui parcheggi prevista
per legge, armandosi di un penoso qualunquismo per avere consenso".
Chiamati in causa i consiglieri rispondono accogliendo positivamente la proposta del gruppo, ma mitigandola
con una certa cautela. A rispondere sono i rappresentanti di due civiche. Secondo Giorgio Ballesi, della lista
Ballesi - Macerata è nel cuore, "il suggerimento può essere raccolto, anche se necessita di un approccio
meditato per capire se le cifre fatte da Maceratiamo siano davvero così consistenti". Fatto sta, secondo
l'avvocato Ballesi che "la società partecipata del comune deve agire nell'interesse della comunità, a 360
gradi".
Scettico sulle cifre si dice anche il dirimpettaio di Ballesi Massimiliano Sport Bianchini, capogruppo di
Pensare Macerata, "non so se è proprio questo l'utile e se sarà questo anche nel 2011". Però, "in linea
teorica" Bianchini si dice d'accordo con la proposta di Maceratiamo, "si possono pensare meccanismi
premianti per i cittadini meritevoli". Tuttavia, ricorda l'assessore provinciale alla cultura, "l'Apm è una Spa che
ha degli obblighi di legge e delle prerogative che non possono trascendere, ad esempio, dalla
massimizzazione degli utili".
Bianchini, pur d'accordo col principio "premiamo i virtuosi", contesta l'impostazione di fondo di Macerata ,
"l'Apm non è un'azienda gioiello e la dimostrazione di questo è la carenza nella comunicazione sociale,
venuta fuori in modo eclatante nella vicenda dei rimborsi ai cittadini". La questione resta aperta, troppo
spesso si parla degli utili dell'Apm e del modo in cui questi vengono investiti.
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Foto:A sinistra Giorgio Ballesi del gruppo consiliare Macerata Nel cuore - Lista Ballesi Sopra
l'assessore provinciale Massimiliano Bianchini
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"Abbassare le tasse con gli utili Apm"
02/11/2011
Il Centro - Ed. nazionale
Pag. 13
(diffusione:24265, tiratura:30718)
Nei prossimi giorni incroceranno le braccia benzinai, avvocati, docenti e ferrovieri Contro i licenziamenti facili
annunciati i sindacati pensano allo sciopero generale
ROMA. Novembre di passione sul fronte degli scioperi: questo mese saranno numerose le proteste che
colpiranno il Paese, dallo stop di tre giorni dei benzinai a quello generale di Cobas e Cub. Ma si incroceranno
le braccia anche nel settore scuola e trasporto ferroviario, passando per le proteste degli avvocati e dei
professori universitari. Intanto, dopo la lettera del governo all'Ue, c'è attesa per l'incontro tra i leader di Cgil,
Cisl e Uil che potrebbe portare a uno sciopero generale condiviso contro i provvedimenti annunciati sui
licenziamenti. I colloqui dovrebbero tenersi già a partire da oggi e dalle prime indicazioni, lo sciopero generale
è un'ipotesi tutt'altro che remota.
In attesa di capire come si muoveranno i sindacati, i benzinai si fermeranno l'8, il 9, il 10 e l'11 novembre:
sono i primi dei 15 giorni di sciopero annunciati da Fegica e Faib Confesercenti. Lo stop partirà dalle 19.30 di
martedì 8 alle 7 dell'11. Nelle autostrade si fermeranno invece dalle 22 dell'8 alle 6 dell'11. Questa decisione,
spiegano i sindacati, «fa seguito alla constatazione della più assoluta inerzia del governo stesso,
inadempiente rispetto agli impegni ripetutamente assunti nei confronti della categoria, mettendo a rischio di
fallimento circa 25.000 piccole imprese e i 140.000 posti di lavoro degli addetti occupati». In particolare, il
Coordinamento nazionale unitario di Faib e Fegica «contesta la mancata liberalizzazione del settore che
impedisce letteralmente alle piccole imprese di gestione di competere sul libero mercato, senza contare la
decisione di azzerare l'abbattimento forfettario che in passato è stato utilizzato per riconoscere alla categoria
il ruolo essenziale di sostituto d'imposta ricoperto a favore dello Stato. Corrispondono, infatti, a circa 35
miliardi di euro le imposte che i gestori italiani incassano, custodiscono e riversano all'erario, sotto la loro
assoluta responsabilità e a rischio della propria incolumità e finanche della vita, come stanno a testimoniare
le cronache quotidiane».
Il 14 novembre sarà invece la volta degli avvocati: hanno aderito allo sciopero che durerà fino al 18 i
dipendenti del ministero della Giustizia aderenti a Unione Camere Penali Italiane.
Il 15 novembre protestano i professori associati del ministero dell'Università e Ricerca aderenti al Cipur,
sospendendo le lezioni.
Il 17 novembre si prosegue con la scuola: si fermano per tutto il giorno i docenti e il personale
amministrativo, tecnico e ausiliario a tempo determinato e indeterminato del ministero che aderiscono alla
Sisa. E sempre giovedì 17 protagonista sarà lo sciopero generale per l'intera giornata dei Cobas e della
Confederazione unitaria di base. I Cobas manifesteranno in varie città insieme a tutti gli studenti "in lotta". Il
17 è infatti anche la giornata internazionale di mobilitazione degli studenti e in tutta Italia si svolgeranno
manifestazioni di giovani di scuole e Università.
Infine, il 26 novembre stop nel trasporto ferroviario: incroceranno le braccia dalle 21 di sabato fino alle 21 di
domenica 27 i dipendenti del Gruppo Fs e Trenord aderenti all'Orsa. Era stata annunciata anche un'ulteriore
protesta indetta per il 4 novembre, ma lo sciopero nel trasporto pubblico locale proclamato da Ubs Lavoro
Privato è stato revocato.
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Un novembre di passione Fermi scuola e trasporti
02/11/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ancona
Pag. 12
(diffusione:165207, tiratura:206221)
- JESI - IL PARCHEGGIO del cimitero non riesce a sopportare il flusso eccezionale di auto di questi giorni.
Per limitare l'accesso delle auto allora la Conerobus in collaborazione con l'amministrazione comunale ha
potenziato fino al tardo pomeriggio di oggi il servizio di trasporto urbano per l'ospedale. Increnentato il
numero e la frequenza delle corse per agevolare l'afflusso dei cittadini sui luoghi di sepoltura dei loro cari.
Oltre al collegamento normale con la linea 4 nei giorni feriali (oggi), la società per la mobilità intercomunale
ha predisposto collegamenti speciali con il camposanto dividendo la città in due zone: la prima, con
complessive 12 corse, che serve la parte sud-est della città. L'altra, con 13 corse, che interessa i residenti
della zona nord-orientale. In molti casi i percorsi delle due circolari Nord e Sud si sovrappongono, in
particolare nelle strade prossime al cimitero. Image: 20111102/foto/178.jpg
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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LE MISURE Incrementati servizi e trasporti per evitare di intasare il
parcheggio
02/11/2011
Il Gazzettino - Venezia
Pag. 38
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Actv & dintorni SIAMO TRATTATI COME ABUSIVI Siamo ...
Actv & dintorni SIAMO TRATTATI COME ABUSIVI Siamo un comitato di cittadini, ci siamo chiamati "Non
Valido", per protestare contro le sanzioni agli abbonati Actv che non validano l'abbonamento (prepagato) ad
ogni cambio del mezzo. Non è giusto sentirsi trattare come abusivi, l'abbonato non è un portoghese, ha
pagato il servizio in anticipo. Mentre chi utilizza i biglietti deve logicamente passare per l'obliteratrice,
l'abbonato, che ha già in mano un titolo valido, non dovrebbe essere obbligato al validare il titolo, ma
eventualmente solo cortesemente invitato, quando la validazione risulta agevole. Abbiamo raccolto più di
5mila firme di cittadini che si oppongono a questa ingiusta sanzione, ma Actv e Comune si barricano dietro
ad una norma Regionale che invece lascia ampio spazio interpretativo, riferendosi la stessa alla timbratura
del "titolo di viaggio" e non esplicitamente dell'abbonamento. Tanto più che le altre Aziende di Trasporto
Regionali non l'hanno interpretata ed applicata con le medesime condizioni. Ci pare che il cittadino
ultimamente sia sempre più vessato, non ascoltato, se non deriso. Ci pare che anziché sanzionare gli
abbonati in regola col pagamento, sarebbe preferibile sanzionare un'Azienda che sperpera soldi pubblici con
spese ed acquisti non proprio condivisibili, offrendo fra l'altro un servizio in netto peggioramento. Chiediamo
ai Consiglieri del Comune maggiore attenzione: in questo caso il problema è facilmente e rapidamente
risolvibile. L'ascolto delle esigenze del cittadino, grazie al quale sono stati eletti, dovrebbe essere sempre al
primo posto dei loro pensieri. Pare quindi gravissimo che il Sindaco si ostini ad ignorare le richieste dei 5mila
cittadini firmatari della petizione contro l'obbligo di validazione dell'abbonamento e soprattutto della relativa
sanzione. I cittadini del Comitato "Non Valido" Venezia La denuncia ECCO I DISSERVIZI DI TRENITALIA Il
15 ottobre scorso prendo il treno in partenza da Mestre alle ore 9.11 e diretto a Bassano. Sono di fretta
perché per un guasto all'auto ho deciso all'ultimo di prendere il treno. Come salgo cerco un W.C. ma sulla
porta è scritto "guasto". Chiedo al controllore il quale mi informa che sul treno non c'è nessun W.C.
funzionante. Di fronte alle mie rimostranze sostiene che "in questi casi, per regolamento, si ha diritto di
scendere alla stazione di Noale e di usare i servizi igienici della stazione. A Noale, insieme con qualche altro
viaggiatore, scendo accompagnato dal controllore il quale verifica che tutti i servizi della stazione sono chiusi
"perché il sabato e la domenica sono chiusi". Risaliamo e ci viene detto che avremo un ulteriore possibilità a
Piombino Dese, ma in questa stazione i servizi si trovano all'estremo opposto dei binari e pertanto occorre
scendere per il sottopassaggio, risalire e poi fare il percorso inverso al ritorno. Un viaggiatore con modesto
handicap alla gamba ci rinuncia e continua a soffrire. Qualcun altro si arrangia cercando un cespuglio... Fino
ad un certo punto coloro che "premevano" erano tutti uomini, ma dopo una sosta di oltre mezz'ora per guasto
tecnico, un gruppetto di donne si alza di scatto e chiede a gran voce di scendere alla prossima fermata: infatti
a Castel di Godego scendono, escono dalla stazione e si recano alla toilette di un bar dall'altro lato della
strada. Questo è il "servizio pubblico" che Trenitalia riserva ai cittadini di questo Stato. Francesco Favaretti
Camposampiero Venezia
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Mercoledì 2 Novembre 2011,
02/11/2011
Il Gazzettino - Vicenza
Pag. 8
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Ultimatum a Ftv: tempo scaduto
Cgil, Cisl e Uil: «Senza risposte serie, pronti ad arginare con ogni mezzo legale questa politica arrogante»
«Il tempo è scaduto». Sindacati e Ferrovie e tramvie vicentine sono sempre più ai ferri corti. La lunga
vertenza sui turni di lavoro degli autisti e sui tagli dei servizi sembra senza sbocco. L'altro giorno, nella sede
dell'azienda che gestisce il trasporto extraurbano, si è tenuto un nuovo incontro tra i rappresentanti di Cgil,
Cisl, Uil, Uiltrasporti e Faisa Cisal e i vertici del gruppo di proprietà della Provincia. Un incontro molto atteso,
soprattutto per le aperture del numero uno di Palazzo Nievo Attilio Schneck che, la settimana scorsa, in
occasione dello sciopero dei bus, aveva riconosciuto le istanze dei dipendenti di Ferrovie e tramvie vicentine
(Ftv). Ma, secondo i sindacati, il confronto è ancora in fase di stallo. «L'azienda ha chiesto tempo», tuona
Massimo D'Angelo, coordinatore del settore mobilità Filt Cgil di Vicenza. «Ma è da cinque mesi che
attendiamo una risposta. I lavoratori sono stanchi di sobbarcarsi turni massacranti». Tra le parti, dunque, la
tensione è ormai alle stelle. Domani, giovedì 3 novembre, è in programma una nuova riunione. «L'azienda ci
deve dire che cosa vuole fare», aggiunge D'Angelo. «Se le risposte saranno esaustive, si aprirà un tavolo
tecnico. In caso contrario, ci attiveremo con tutti gli strumenti legislativi e contrattuali per arginare questa
politica prepotente e arrogante che danneggia i lavoratori». Parole dure che sanno di ultimatum. Ancora una
volta, al centro della disputa, i nastri lavorativi degli autisti che arrivano fino a quindici ore al giorno, ma non
solo. Sotto accusa, i tagli regionali che hanno ridotto diverse corse provocando forti disagi sia agli studenti
che ai lavoratori pendolari. Preoccupate anche le segretarie provinciali di Cgil, Cisl e Uil. «Chiediamo il
riordino dell'intero settore. I minori trasferimenti comporteranno, per Ftv, un mancato introito per 2 milioni di
euro e un taglio di quasi 1,7 milioni di chilometri annui», ammoniscono i segretari Marina Bergamin,
Gianfranco Refosco e Riccardo Dal Lago. «Regione, Comune e Provincia devono rimettersi a lavorare per
creare economie di scala. Si prospettano gare regionali e interprovinciali. Bisogna finirla di guardare ai propri
orticelli. Auspichiamo che al più presto venga annunciata una strategia di ampio respiro che sia sostenibile
nel medio periodo». © riproduzione riservata
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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TRASPORTO PUBBLICO Nulla di fatto nell'incontro dell'altro giorno sindacati-azienda. E domani si replica
02/11/2011
QN - La Nazione - Firenze
Pag. 23
(diffusione:136993, tiratura:176177)
IN TEMPI di crisi di trasporto pubblico si pensa al passato. E dai ricordi, dall'amarcord, spunta fuori che nel
Chianti esisteva la tramvia. Una ipotesi, quella tramvia o di un treno da poter sfruttare anche oggi. «A partire
dal 2 gennaio prossimo - spiega Alessandro Bonechi, responsabile del comitato dei cittadini di San Polo,
frazione di Greve - il trasporto pubblico chiantigiano rischia una forte riduzione o peggio ancora la
cancellazione per tutto il Chianti. E pensare che 118 anni, fa esattamente il 2 marzo del 1893, veniva
inaugurata la tranvia del Chianti che andava da Greve a Firenze a vapore con tre carrozze passando dal
Passo dei Pecorai e oltre». Centodiciotto anni dopo la situazione è ben diversa. «Queste sono cose che
dovrebbero farci riflettere - continua Bonechi che ha pubblicato questa riflessione anche sulla pagina San
Polo 49 di Facebook - su come piano piano ma sempre più le esigenze aumentano, ma regrediamo».
Qualche anno fa l'allora sindaco di Greve, Paolo Saturnini, ipotizzò la messa in funzione di un trenino turistico
dal Chianti verso Firenze lungo la valle della Greve con soste nelle varie fattorie della zona. Un'idea
commerciale che se sfruttata potrebbe però trovare una ragione anche per la mobilità della zona. anset
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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greve «L'anno nuovo cancella i servizi di trasporto pubblico per gran parte
del Chianti»
02/11/2011
QN - La Nazione - Livorno
Pag. 16
(diffusione:136993, tiratura:176177)
- PIOMBINO - TIEMME si candida a modello di riferimento nel percorso di riforma del trasporto pubblico
locale in Toscana. «Siamo alla vigilia dell'avvio di una gara destinata ad affidare ad un unico soggetto la
gestione complessiva del bacino di servizi di Tpl in Toscana, riformando completamente il modello al quale
siamo stati finora abituati. Nel nostro processo aggregativo, concretizzatosi nell'agosto 2010, abbiamo
cercato di anticipare i tempi, in modo tale da poterci candidare ad essere un modello di riferimento per la
Regione Toscana, in termini di efficienza e razionalizzazione dei costi». A DICHIARARLO è stato il
presidente di Tiemme Spa, Marco Simiani. «Quello della mobilità è un diritto fondamentale e noi che siamo
operatori pubblici sentiamo ancora più forte il dovere di lavorare per mettere a disposizione servizi pratici, in
grado di incentivare l'utilizzo dei nostri mezzi in alternativa alle auto private anche per salvaguardare il nostro
ambiente circostante» ha concluso il presidente.
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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Piombino «Tiemme come modello per la riforma dei trasporti locali »
02/11/2011
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 12
(diffusione:105812, tiratura:151233)
«Il trasporto locale è vicino al collasso»
PLa denuncia: nel 2012 previsti per il servizio 400 milioni, con un taglio di oltre l'80%
PAOLO FERRARIO
rima hanno inviato un appello al Presidente della Repubblica e al Governo. Ora scrivono a tutti i parlamentari.
I pendolari ferroviari italiani sono molto preoccupati del futuro del servizio di trasporto pubblico locale
(composto non soltanto dai treni, ma anche da autobus, tram e metropolitane), alla luce dei tagli delle ultime
manovre finanziarie. Secondo i dati diffusi dal Patto dei pendolari, il coordinamento che riunisce i principali
comitati regionali, per il 2012 sono previsti «solamente 400 milioni di euro a fronte di un fabbisogno
complessivo nazionale di 1,9 miliardi». In pratica, i pendolari denunciano una riduzione dell'80% delle risorse
destinate al servizio di trasporto pubblico locale. Quali le ragioni di un taglio così significativo? La risposta la
danno gli stessi pendolari sul loro sito (http://patto.ilpendolare.com/): «Il 95% degli investimenti ferroviari sono
dirottati sulla Tav». «Devastanti» le conseguenze se questo scenario dovesse effettivamente verificarsi.
Soltanto in Lombardia, dove tutti i giorni si spostano con il treno più di 300mila pendolari, «biglietti e
abbonamenti dovrebbero più che raddoppiare di prezzo, mentre le code sulla strade della regione
aumenterebbero di oltre seimila chilometri». Uno scenario apocalittico che, stando alle analisi dei pendolari,
sarebbe completato dal «default dell'intero sistema dei trasporti pubblici». Per evitarlo, scrivono i pendolari in
una nota, «sarebbe sufficiente praticare un piccolissimo aumento delle accise, pari a soli tre centesimi,
appena il 2% del prezzo del carburante. D'altra parte, anche gli automobilisti hanno convenienza ad evitare la
completa saturazione della viabilità, cosa che inevitabilmente accadrebbe se tutte le aziende di trasporto
pubblico dovessero chiudere». Inoltre, si legge nella lettera inviata a tutti i parlamentari, la fine del servizio
pubblico locale avrebbe «gravissime conseguenze anche per le famiglie, per la salute, nonché degli effetti
recessivi per l'economia» nazionale nel suo complesso. Insomma, andrebbe ad aggravare una situazione già
al limite del collasso. Della difficile realtà del trasporto pubblico locale il Parlamento si è già occupato nelle
ultime settimane, votando alla Camera un ordine del giorno che impegna il Governo a «garantire al trasporto
pubblico locale risorse sufficienti alla fornitura di un livello adeguato del servizio su tutto il territorio»
nazionale. «Ora - continua la nota dei pendolari - occorre che alle dichiarazioni di principio e agli appelli
venga data concreta attuazione, in quanto i trasporti pubblici sono un tassello importantissimo per assicurare
lo sviluppo economico, consentendo ai lavoratori di continuare a lavorare o trovare lavoro lontano dalla
propria residenza, ad un costo accettabile, senza contare il valore aggiunto dato dalla mobilità delle persone
sul territorio in termini di produzione di reddito».
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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i pendolari
02/11/2011
Il Mattino - Avellino
Pag. 3
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Traffico senza piano e Avellino non va a piedi
Gerardo De Fabrizio Nella città di Avellino più di 6 abitanti su 10 concepiscono l'auto come unico mezzo di
trasporto. I dati comparsi qualche settimana fa nel report annuale «Ecosistema Urbano 2011» di
Legambiente parlano chiaro. Su 100 avellinesi, 63 utilizzano esclusivamente la macchina per muoversi in
città. Soltanto 9 preferiscono spostarsi su 2 ruote e tutto il resto si divide, si fa per dire, tra i pochi bus che
circolano e il più economico, e naturalmente meno impattante, trasporto su gambe. Dati Legambiente alla
mano, Avellino potrebbe essere una città molto più inquinata di quello che si possa pensare e, alla luce dei
disservizi delle centraline Arpac, anche con un alto tasso di Pm10 sospese nell'aria. C'è poca mobilità
sostenibile e alternativa e il trasporto pubblico, spesso sulle prime pagine dei giornali per tagli e disservizi, è
poco utilizzato dalla popolazione. Secondo i dati del Comune riferiti alla domanda di mobilità, forniti negli
scorsi mesi a Legambiente, ma fermi all'ultimo piano traffico datato ormai 1999, ogni cittadino avellinese
compie in media soltanto 26 viaggi in bus. Un po' pochi per una città ecosostenibile. Se si pensa che nella
speciale graduatoria destinata alle sole piccole realtà urbane al di sotto degli 80mila abitanti Siena ne conta
210 pro capite, Campobasso 60 e anche Benevento supera con 38 viaggi per abitante, l'interrogativo si fa
stringente. Sono i cittadini avellinesi che sono poco avvezzi al trasporto pubblico su gomma o è il servizio
che, invece, è carente e non invoglia il cittadino a spostarsi in modo alternativo ed ecologico? Dal 1999 a
oggi, la città di Avellino ha subito una trasformazione urbana non indifferente, fanno notare al settore Mobilità
di piazza del Popolo: i flussi sono ovviamente aumentati così come la distribuzione delle autovetture dato che
nuovi attrattori di traffico, come la Città ospedaliera di contrada Amoretta, hanno spostato il baricentro della
viabilità. Parallelamente, non sono aumentate le corse in città né tantomeno le tratte dedicati al trasporto
urbano. Basti pensare che Avellino ha appena un centimetro di piste ciclabili per ogni suo abitante e poco più
di preferenziali per i propri bus. Stando così le cose, tutti i dati forniti per le ultime statistiche, possono
tranquillamente essere catalogati come «poco attendibili». La mobilità sostenibile comporterebbe delle
modalità di spostamento, e più in generale, un sistema in grado di diminuire gli impatti ambientali generati dai
veicoli privati, ma ad Avellino, questo concetto non è ancora entrato di diritto nell'agenda di Palazzo di Città e
l'inquinamento atmosferico, le emissioni nocive, l'inquinamento acustico, le congestioni, l'incidentalità, il
degrado delle aree urbane e il consumo di territorio la fanno da padroni. Il varo di un nuovo piano traffico è
ancora allo stadio embrionale, parlare quindi di bike e car sharing, di radio bus e altro è al dir poco prematuro.
Per non parlare del Mobility manager, la figura professionale responsabile della mobilità casa-lavoro
all'interno degli enti che dovrebbe essere individuato dalla legge del 27 marzo '98 appunto sulla «Mobilità
sostenibile nelle aree urbane»: ad Avellino non è mai stato nominato. Allo stato, la fotografia urbanistica della
città scattata dal «Sole 24 ore», non può essere che sbiadita. Non resta che credere alle rassicurazioni
affidate al comandante della Polizia municipale, Fabrizio Picariello: «Abbiamo l'occasione, una volta per tutte,
di fare un piano traffico moderno e completo che preveda piazzole di interscambio, una maggior incidenza del
trasporto pubblico urbano e la presenza di un Mobility manager in Comune, che non possiamo lasciarci
sfuggire». Fino ad allora, però, Avellino resterà ferma al protocollo d'intesa siglato con l'Università di Fisciano
lo scorso luglio e che aspetta ancora la firma di una convenzione per far partire le rilevazioni su strada. ©
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CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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Le questioni dell’ambiente
02/11/2011
QN - Il Giorno - Varese
Pag. 3
(diffusione:69063, tiratura:107480)
Qui l'88% per spostarsi utilizza la macchina
L'AUTOLAGHI ha bisogno di «respirare». La situazione è difficile, confermata dai dati di traffico: lungo la A8
ogni giorno feriale si muovono oltre 160 mila veicoli, 82.997 in direzione di Milano e 79.914 in direzione di
Varese. Un volume di traffico che si scarica su un tracciato autostradale inadeguato con il risultato che negli
orari di punta rallentamenti e code sono inevitabili. Numeri elevati per la barriera di Gallarate , quella con il
maggior numero di passaggi, con circa 45 mila veicoli (25.005 per Milano e 20.019 per Varese) e per il tratto
tra Legnano e Busto Arsizio con 140 mila transiti al giorno con il risultato che basta anche un piccolo
tamponamento e il sistema va in tilt. Troppi veicoli dunque circolano sulla A8, mentre gli ambientalisti
continuano a sollecitare interventi in particolare rivolti al potenziamento del servizio di trasporto pubblico in
un'area dove per spostarsi l'88% dei residenti usa la macchina proprio perché l'alternativa rappresentata dal
mezzo pubblico è inadeguata alle esigenze dei cittadini. R.F.
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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I NUMERI
02/11/2011
L'Arena di Verona
Pag. 24
(diffusione:49862, tiratura:383000)
Atv, finiti i «viaggi-sardina» per gli studenti pendolari
Studenti stipati su un bus Atv: gli orari scolastici sono i più critici «Gli studenti di Brenzone non sono più
costretti a restare a terra, nè ad essere stipati come sardine sugli autobus di ritorno da scuola da Riva. Di
questo dobbiamo dare atto ad Atv di essersi prodigata a risolvere il problema»: a dirlo è l´assessore ai servizi
sociali Giancarlo Devoti. Nei mesi scorsi, infatti, l´esponente della giunta guidata da Sartori, era stato
contattato dalle mamme degli studenti che lamentavano «l´impossibilità per i ragazzi di ritorno da Riva di
salire sui bus strapieni» oppure, una volta saliti, lamentavano «la pericolosità di un viaggio in piedi, e a rischio
di cadute». Da qui gli incontri e lo scambio di corrispondenza tra Comune e Atv con tanto di sopralluoghi a
verificare la veridicità delle proteste. Atv aveva poi deciso di inserire alcune «corse bis» e di utilizzare i mezzi
più capienti. Così, sul finire della stagione scolastica, il problema aveva trovato parziale soluzione. Soluzione
che invece pare essere divenuta stabile oggi, dato che i disagi sono ormai quasi scomparsi grazie al
prosieguo della strategia iniziata mesi fa. «Ho contattato alcune mamme e l´impressione è che, seppur ben
pieni, gli autobus oggi portino a casa tutti. Subito dopo l´inizio dell´anno scolastico si è visto che la corsa bis
tutti i giorni non serviva, quindi ci siamo stabilizzati su bus "serpentone" tutti i giorni, più le corse aggiuntive al
lunedì e al sabato. Da Atv hanno ammesso che qualche situazione di disagio c´è stata ancora, ma dovuta
comunque solo a problemi tecnici contingenti o a imprevisti che possono sempre capitare. L´argomento,
almeno per quest´anno, si può considerare chiuso e di questo dobbiamo dire grazie al referente Atv dell´alto
Garda Guella», ha proseguito l´assessore Devoti. Per quanto riguarda invece il trasporto scolastico
comunale, «da quest´anno siamo passati da un sorvegliante solo a due distribuiti su tre scuolabus. È uno
sforzo economico in più per il Comune, nonostante la crisi, ma che spero serva a porre fine a episodi di minibullismo, verificatisi in passato. Il servizio è portato avanti, grazie ad un appalto, dalla ditta Baldense di
Costermano. Un ringraziamento va a Luigi Consolati, titolare della ditta, che ha voluto anticipare una legge
non ancora in vigore, e ha cambiato uno dei tre scuolabus a disposizione con un mezzo molto bello e
moderno», ha concluso Devoti. Insomma: una volta tanto l´alto Garda sembra essere in buona posizione
rispetto almeno al trasporto degli alunni, che invece risulta ancora critico in altri Comuni. La prossima
battaglia, che dovrebbe vedere a breve il termine, è quella portata avanti dal capogruppo di maggioranza,
Tommaso Bertoncelli, per riuscire ad ottenere gli autobus serali per i turisti almeno nei tre mesi estivi. Su
questo sta lavorando come mediatore l´assessore provinciale ai trasporti Gualtiero Mazzi. Entro la fine di
novembre si saprà come andrà a finire. G.M.
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
23
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
BRENZONE. Dopo una lunga trattativa tra famiglie, Comune e Azienda trasporti Verona
02/11/2011
L'Arena di Verona
Pag. 28
(diffusione:49862, tiratura:383000)
Scioperi, trasporti in tilt: si parte il 7 novembre
ROMA Dai treni agli aerei fino ai bus, l´Italia nelle prossime settimane dovrà affrontare una serie di disagi a
causa di scioperi, già proclamati. Si parte il 7 novembre con il settore aereo dove il personale aeroportuale
delle società Sea e Sea Handling (10,00 - 14,00) di Linate e Malpensa si ferma 4 ore dalle 10 alle 14. Nello
stesso giorno il trasporto pubblico locale incrocia le braccia per 24 ore (con modalità territoriali). Il 26
novembre tocca agli addetti delle Ferrovie che dovrebbero bloccare per 24 ore la circolazione dei treni di
Trenitalia e Trenord (dalle 21 del 26/11 alle 21 del 27/11). Poi sciopero nazionale di tutto il personale dei
servizi di supporto e complementari al servizio ferroviario l´1 e 2 dicembre prossimi. A proclamarlo le
segreterie nazionali di Fit-Cisl, Filt-Cgil, Uilt-Uil, Ugl Trasporti, Salpas Orsa e Fst Ferrovie. «Scendiamo in
piazza contro centinaia di licenziamenti per chiedere al governo e ai vertici del Gruppo Ferrovie dello Stato di
darci ascolto in una situazione che avrà conseguenze drammatiche sul piano occupazionale», spiega
Gaetano Riccio della Fit-Cisl. Dopo la terza azione di sciopero tenutasi nei giorni 20-21 ottobre scorsi, si
ricorda in una nota, «permane l´estrema criticità delle problematiche oggetto della vertenza, ancora irrisolte e
aggravatesi nel corso del tempo». La quarta azione di sciopero nazionale sarà dalle 21 del primo dicembre
alle 20.59 del 2 dicembre. Lo stop riguarderà il settore pulizie vetture e prestazioni connesse, impianti e locali.
Nel settore manutenzione rotabili (connesso al settore accompagnamento notte) lo sciopero interesserà
l´intera prestazione lavorativa del 2 dicembre. Nel settore accompagnamento notte, il personale viaggiante
sciopererà per l´intero servizio viaggio di andata e ritorno; il personale impianti fissi per l´intera prestazione
lavorativa del 2 dicembre e nel turno notte a partire dalle 21 del 1 dicembre. Durante lo sciopero saranno
garantite le prestazioni minime indispensabili previste dalla regolamentazione provvisoria.
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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PROTESTA. Serie di blocchi già proclamati per aerei, treni e autobus
02/11/2011
Il Quotidiano della Basilicata
Pag. 30
Trasporti , mancano 200.000 euro
Cappella: «Dobbiamo garantire il servizio fino a fine anno, li troveremo»
RIMANE sotto stretta osservazionela questionedel trasporto pubblico urbano della città di Matera. Malgrado
la riduzione delle corse decisa dall'assessore comunale Sergio Cappella ad inizio di ottobre comunque la
copertura economica necessaria per garantire il servizio fino alla fine dell'anno è tutta da ricercare. Cappella
si mostra ottimista, certo che la situazione sarà risolta ma ammette anche la complessità del problema.
«Mancano poco meno di 200.000 euro fino alla fine dell'anno per avere la copertura dei costi del servizio di
trasporto pubblico urbano cittadino. Abbiamo avviato una richiesta ufficiale alla Regione, ci sono state diverse
interlocuzioni ed aspettiamo una risposta su questa questione nei prossimi giorni. E'una soluzionema stiamo
cercando anche di trovare alternative, devo dire che i margini che ci sono stati lasciati dall'ultima
finanziarianon sonomoltissimi. Bisogna tener presente che questo serviziocosta al Comune circa 375mila
euro al mese, noi abbiamo avuto una serie di minori entrate che hanno determinato questa situazione.
Aspettiamo anche di capire cosa succederà per l'anno prossimo, tenendo presente che il servizio ha un costo
annuo di 3,9 milioni di euro che per metà sono coperti dalla Regione e per la restante partedal Comunedi
Matera. Dobbiamo capire se la Regione visti i tagli del Governo nazionale potrà ancora garantirci la stessa
cifra economica, come ha fatto finora e poi dovremo fare i conticon ilnostrobilancio. Sono però ottimista che
una soluzione sarà trovata, stiamo lavorando in questo. Stop al servizio? E' un'eventualità che non si
verificherà a Matera, il problema delle risorse per il trasporto pubblico è un problema generale ma noi
riusciremo a garantire il proseguimento del servizio ai cittadini». Cappella chiarisce anche come le nuove
corse e percorrenze che erano state introdotte non hanno dato, almeno per il mese di ottobre, i risparmi
previsti in origine. Un problema contingente stando a quanto spiega l'assessore: «purtroppo la delibera è
stata applicata non dall'inizio di ottobre ma intorno al 20 per cui alla fine il risparmio si ridurrà a poche migliaia
di euro. A novembre dovremmo iniziare ad avere i primi risultati sul servizio. Mi sto dedicando completamente
a questo problema che è molto complicato e richiede grande attenzione». Il Comune di Matera ha deciso, nei
giorni passati, una riduzione di alcune corse giudicate poco frequentate in baseai dati che sono stati forniti, in
modo da poter sensibilmente ridurre anche i costi di percorrenza e dunque di spesa del servizio di trasporto
pubblico. Un'eventualità sulla quale non sono mancate le proteste delle organizzazioni sindacali preoccupate
dalla decisione presa e che hanno chiesto il ritiro della delibera ed un immediato incontro con l'asses sore
Cappella per approfondire la situazione. «L'incontro è stato programmato per venerdì, cercheremo di chiarire
la situazione e vedremo cosa verrà fuori dal confronto che ci sarà. Lasituazione nonèassolutamente
semplice», conclude l'assessore Cappella, «va gestita con grande attenzione e tutto questo vogliospiegarlo
alleorganizzazioni sindacali». [email protected] Uno dei pullman Casam del servizio pubblico urbano
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Il servizio pubblico subisce le ristrettezze del bilancio, chiesto intervento della Regione
02/11/2011
Giornale dell'Umbria
Pag. 20
FOLIGNO - "L'impianto più grande d'Italia, in cui Trenitalia crede e investe e per il quale chiede un impegno
costante come è avvenuto in questi ultimi due anni. Lo ha detto il numero due di Trenitalia. E' questa la
strada giusta, una certezza perché con gli investimenti e con l'impegno dei lavoratori non solo celebreremo i
100 anni di questo impianto ma il suo futuro è assicurato". Parole del sindaco Mismetti. Spenti i riflettori sulle
celebrazioni per il centenario delle Omc (officine manutenzioni cicliche) meglio conosciute come officine
grandi riparazioni, ecco che la strada per l'impianto sembra sia ben delineata. Abbiamo intervistato il sindaco
su questo argomento Trenitalia è contenta, quindi, delle nostre ultime prestazioni. "Il responsabile della
manutenzione ciclica locomotive e carrozze di Trenitalia, Donato Carillo, ha sottolineato che negli ultimi 5
anni i costi globali legati alla manutenzione dei rotabili (locomotive e carrozze) sono scesi di oltre 200 milioni
di euro e questo ha contribuito a risanare i conti delle Ferrovie dello Stato: in questo lo stabilimento di Foligno
ha avuto un contributo fondamentale. Il futuro delle Officine sarà costituito dalla specializzazione e dalla
riparazione dei componenti". Quindi i vertici di Trenitalia riconoscono questo ruolo a Foligno?. "Certo, proprio
durante il convegno abbiamo avuto la 'benedizione''di Trenitalia che riconosce il grande ruolo delle ex Ogr a
livello nazionale e che non ha alcuna intenzione di smantellare il tutto ma di investire. Certo occorre pure il
nostro impegno". Una sfida, insomma, a cui non possiamo sottrarci "Certamen te. Abbiamo professionalità
che non si trovano facilmente. Dobbiamo lavorare e ottenere risultati. Accettiamo la sfida lanciata da
Trenitalia: questa città può vincerla". Certo che negli anni i dipendenti si sono più che dimezzati... "Vero. Ma
Foligno resta la più grande officina di manutenzione in Italia con circa 500 dipendenti di Trenitalia, oltre a
6070 che lavorano con le ditte esterne sulla base di appalti. I vertici delle Ogr hanno snocciolato numeri. Il
nostro sito ha la responsabilità della manutenzione delle 1.000 locomotive elettriche del trasporto regionale e
di quello di media e lunga percorrenza. Ogni anno ne arrivano 100". Un'azienda quindi ora più produttiva ."La
nostra officina ha il costo orario più basso per la manutenzione e riusciamo rispettare i tempi di produzione e
di consegna. Possiamo migliorare ancora ma il futuro è nelle nostre mani". Cosa significa celebrare i cento
anni della nascita della struttura? "Riflettere sulla storia, sull'iden tità e sulle prospettive della nostra città.
Questo sito industriale ha sempre avuto un ruolo strategico per lo sviluppo economico, sociale e culturale di
Foligno e del territorio, incidendo anche sul suo assetto urbanistico. Gli allarmi dei sindacati per la paura di
smantellare il tutto .. "La riorganizzazione del sistema ferroviario italiano ha avuto ripercussioni nel settore
della manutenzione e sulle stesse Ogr soprattutto dal punto di vista occupazionale. Tutto questo, però, non
mette affatto in discussione il ruolo dell'impianto, che vanta personale e mezzi altamente qualificati, e la
stessa centralità ferroviaria di Foligno, che continua ad essere un punto di riferimento strategico nel
panorama regionale e nazionale dei trasporti. In questo particolare momento di crisi economica e sociale, in
cui diverse realtà industriali sono in difficoltà, la presenza sul nostro territorio di uno stabilimento affermato e
di grande qualità, ci dà fiducia per affrontare le sfide del presente e del futuro". Quindi un appello a tutti .
"Fondamentale il contributo dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali. Il futuro delle Officine passa
attraverso la capacità di questo stabilimento di dare risposte adeguate alle attese di Trenitalia e, su questo
fronte, posso affermare con certezza che la nostra Officina possiede l'entusia smo, le caratteristiche e le
competenze necessarie per continuare a svolgere un ruolo da protagonista nel panorama nazionale del
trasporto ferroviario".
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FOLIGNO - "L'impianto più grande d'Italia, in cui ...
02/11/2011
La Stampa - Torino
Pag. 55
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Addio ai treni notturni Brutte notizie per chi usa il treno: l'ultima riguarda la prossima sparizione dei convogli
notturni Torino Roma, e Torino-Napoli, regolamentati dal contratto di servizio fra Trenitalia e lo Stato.
L'allarme del deputato del Pd Giorgio Merlo segue quello lanciato nei giorni scorsi dal collega Mario Lovelli.
«La decisione di Trenitalia, che scatterà a dicembre, non solo aumenterà i disagi per i viaggiatori ma
penalizzerà una volta di più il Piemonte Orientale, che non ha collegamenti diretti con i Frecciarossa per
Roma», protesta Merlo, autore di un'interrogazione urgente al Ministero dei Trasporti. Trenitalia non conferma
nè smentisce, limitandosi a ribadire - come già avvenne durante la protesta dei lavoratori sui wagon lits
durante l'ultima visita di Mauro Moretti a Torino - che il successo dei voli low-coast e dei Frecciarossa «ha
provocato una forte contrazione della domanda». C'è poco da stare allegri.
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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Spariscono i treni notturni per Roma
02/11/2011
La Stampa - Alessandria
Pag. 59
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Bus novese Il Cit e la Saamo lanciano l'allarme tagli dopo l'annuncio che si sta preparando un piano
provinciale visto il calo delle risorse regionali a disposizione Il taglio del 10% delle risorse regionali a favore
del servizio bus per l'anno prossimo, avrà come conseguenza la cancellazione di linee e corse. Anche nel
Novese e nell'Ovadese. «La situazione sia per il Cit che per gli altri enti dei trasporti è assai grave - dice il
presidente del Cit, Federico Fontana - ma purtroppo la drammaticità viene avvertita principalmente dagli
addetti ai lavori. Abbiamo ricevuto una comunicazione della Provincia che ci conferma il taglio del 10% per
quanto riguarda le linee. Un taglio del 3% lo abbiamo avuto già quest'anno, attenuato parzialmente dalla
Provincia, ma passando al 10% significa che avremo oltre 100 mila euro in meno per il trasporto extraurbano
e circa 30 mila euro in meno per quello urbano». «Continua Fontana: «La somma di queste cifre si traduce
per noi come un esubero di 4 unità di personale di cui dovremmo fare a meno. Per cui applicheremo
inizialmente la cassa integrazione e tutti gli ammortizzatori sociali che ci concederà il governo. Avrei
intenzione di convocare al più presto una riunione con tutti i sindaci soci, perché i tagli riguarderanno i loro
territori e dovranno in qualche modo suggerire soluzioni alternative». Vede nero anche la Saamo, la spa del
trasporto pubblico dell'Ovadese di cui sono soci i 16 Comuni della zona. A minacciarla non sono solo i tagli
ma anche le disposizioni legislative che impongono ad aziende simili il pareggio di bilancio per 3 anni
consecutivi, pena la messa in liquidazione. «Stiamo facendo del nostro meglio per restare in piedi - dice il
presidente Franco Piana - ma è sempre più difficile. Con la sforbiciata che ci sarà imposta nel 2012, saremo
costretti a tagliare 58 mila chilometri in un anno (su circa 580 mila percorsi, ndr) e, di conseguenza, le corse
meno redditizie e con utenza minore. E c'è il rischio concreto che, nell'incontro di domani (alle 10 in Provincia,
nella sede di via Galimberti, ndr), venga ufficializzata la voce secondo cui il taglio sui chilometri potrebbe
anche essere più deciso. Da parte nostra, abbiamo già pronto un piano che verrà sottoposto all'assemblea
dei soci, ossia i sindaci del territorio, per chiederne l'approvazione. In quell'occasione i Comuni potrebbero
anche decidere di coprire i costi del servizio, evitando così la cancellazione delle corse: ma, per ovvi motivi,
dubito seriamente che succederà». Dal taglio scaturiranno pesanti ricadute anche sul personale, che
probabilmente l'azienda non potrebbe più mantenere a livelli attuali (21 dipendenti, di cui 2 amministrativi).
CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 02/11/2011
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Bus , allarme tagli al Cit "Per 4 addetti si profila la cassa integrazione"
02/11/2011
Unione Sarda
Pag. 28
(diffusione:68332, tiratura:81580)
Da Settimo sino al cuore di Cagliari, in piazza Repubblica, in 15 minuti. Seduti tranquillamente, dribblando
traffico, tagliando spese di carburante. Tutto questo diventerà realtà tra poco più di un anno. Precisamente
nel gennaio del 2013, quando le Ferrovie della Sardegna avranno completato il tratto della metropolitana
leggera in grado di collegare non solo quella parte dell'hinterland cagliaritano (Pirri e Monserrato più Sinnai e
Maracalagonis grazie ai parcheggi di scambio nella stazione di Settimo), ma anche il Policlinico universitario
di Monserrato, dove c'è il nuovo ospedale dell'Ateneo più le facoltà scientifiche. I TEMPI I lavori sono già a
buon punto, per esempio per la realizzazione del cavalcavia che consentirà di superare la circonvallazione
554 e dirigersi verso il Policlinico. Appalto in dirittura d'arrivo anche per il segmento tra la stazione di San
Gottardo, attuale capolinea monserratino, sino a Settimo San Pietro. IL CASO Proprio partendo da queste
scelte politiche, concordate tra diverse realtà dell'area vasta di Cagliari, Provincia e Regione, il sindaco di
Monserrato, Gianni Argiolas, contesta il progetto dell'amministrazione di Selargius per la realizzazione di una
strada dei parchi in grado di collegare San Lussorio a Piazza San Giovanni passando da viale Trieste a
Quartu, via dell'Aeronautica a Monserrato e via Vesalio a Pirri. «Per il futuro si preferisce il treno alle auto»,
commenta Argiolas, «nelle città con un entroterra importante come Cagliari». Difende la sua iniziativa Gian
Franco Cappai, primo cittadino selargino: «L'intervento allevierebbe la morsa del traffico che oggi attanaglia il
centro storico di Selargius, Pirri e via Zuddas e via Cesare Cabras a Monserrato, consentirebbe tempi più
rapidi per gli spostamenti, oltre a ridurre notevolmente il tasso di inquinamento acustico e atmosferico. E
inoltre bypasserebbe viale Marconi, da sempre congestionato». I FONDI Resta il fatto che bisogna ancora
trovare i fondi (60 milioni di euro) per la nuova strada del parco, mentre la metropolitana leggera sta
procedendo spedita. E promette di farlo ancora più rapidamente stando alle recenti riunioni tecniche tra
Ferrovie della Sardegna e Comune di Cagliari, che ha messo a disposizione trenta milioni per collegare
piazza Repubblica con la stazione di piazza Matteotti. Il nodo da sciogliere è la scelta del percorso: la
metropolitana di superficie potrebbe passare da viale Diaz (il tragitto preferito dai tecnici) oppure da viale
Bonaria (più appetibile per gli utenti). Sicuramente la nuova metropolitana leggera attualmente in funzione da
piazza Repubblica a Cagliari sino a Monserrato (San Gottardo) ha ottenuto i consensi dei cittadini: 4.800
passeggeri al giorno. Si pensa di chiudere il cerchio dell'hinterland collegando anche Quartu, l'aeroporto, il
Brotzu, Sestu e il Poetto. Paolo Carta
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Settimo, metro tra un anno