IL PROBLEMA DELLE DIFESE

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IL PROBLEMA DELLE DIFESE
IL PROBLEMA DELLE DIFESE
PREMESSA
Le difese sono dei meccanismi attuati dall’Io allo scopo di
proteggersi dal pericolo di un eccesso di energia pulsionale
proveniente dall’Es. I meccanismi di difesa non sono da considerarsi
patologici a priori: a volte questi meccanismi sono utili in quanto
aiutano la persona ad adattarsi al reale mentre in altre circostanze
ostacolano il normale funzionamento mentale del soggetto. In una
persona normale le difese devono rispettare le tre istanza: non
devono opprimere l’Es ma permettere un sufficiente gioco
pulsionale, non inquietare il Super- Io e consentire all’Io di
rapportarsi, in una relazione di interscambio, con la realtà.
Esistono diversi tipi di difese che interagiscono tra loro nello stesso
tempo e pure si pongono tra loro in una sorta di relazione
gerarchica come i satelliti nei confronti del pianeta attorno a cui
ruotano:
per esempio accanto alla rimozione agiscono difese come
l’isolamento, lo spostamento, … Lo schema che segue illustrerà i
principali legami che caratterizzano le varie difese.
Rimozione
Isolamento
Spostamento
Condensazione
Evitamento
Sdoppiamento dell’Io e dell’Imago
Annullamento
Diniego
Negazione
Identificazione proiettiva
Identificazione con l’aggressore
Proiezione
Introiezione
Sublimazione
TIPI DI MECCANISMI DI DIFESA
1) Controinvestimento
In genere l’investimento consiste nell’assegnazione di energia
psichica ad un oggetto, ad una sua rappresentazione o ad una parte
del corpo. Può accadere che il Super Io ( e l’Ideale dell’Io)
proibiscano di investire energia su un determinato oggetto, non
ritenendo la cosa accettabile, e capita così che tale energia sia
dapprima disinvestita e quindi nuovamente investita su un secondo
oggetto che, per Freud, è simbolicamente associato al primo.
Secondo Fenichel tutti i meccanismi di difesa utilizzano il processo
di controinvestimento.
2) Formazione reattiva
E’ il controinvestimento, in una forma autorizzata, dell’energia
pulsionale che è ritirata dalle rappresentazioni vietate e nel
contempo è esagerata la tendenza opposta. Si manifesta
all’osservazione in atteggiamenti opposti rispetto al desiderio che,
ritenuto inaccettabile, è rimosso e portato nell’inconscio. Per
esempio una persona che prova impulsi sadici verso gli animali può
reagire respingendo nell’inconscio il suo sadismo e nel manifestare
invece un atteggiamento di tenerezza e cura verso di loro. Il tutto
avviene inconsapevolmente. Oppure una persona potrebbe sentire
rabbia verso il terapeuta per mascherare il sentimento o fantasie di
amore che prova nei suoi confronti ma che ritiene inaccettabili.
3) Formazione sostitutiva
Il desiderio inaccettabile è in questo caso soddisfatto, e non
rimosso, attraverso dei surrogati. Una persona sceglie l’estasi
mistica come surrogato dell’estasi amorosa che non si concede di
provare.
4) Formazione di compromesso
Consiste nella risoluzione di un conflitto tra desideri inconsci che
vogliono esprimersi ed Io cosciente che li rifiuta. Un esempio è
rappresentato dal sogno.
5) Formazione di sintomi
Il fallimento della rimozione completa, come è il caso della
formazione reattiva, di compromesso e sostituiva, determina la
comparsa del sintomo sul piano fisico, psichico o misto.
6) Rimozione
E’ un processo attivo (cioè richiede dispendio di energia) finalizzato
a mantenere fuori della coscienza le rappresentazioni inaccettabili.
Accade che l’Io spenda energia, indebolendosi, per disinvestire le
rappresentazioni angoscianti e controinvestirle in altre autorizzate.
Gli impulsi rimossi continuano comunque a mantenere la loro carica
per cui si verifica un braccio di ferro tra la carica pulsionale rimossa
e l’azione dell’Io che si chiama controcarica. Le due forze stanno tra
loro in un equilibrio dinamico e modificabile: può accadere infatti
che la controcarica perda di forza come nel caso del sogno, dei
sintomi, della formazione sostitutiva o di compromesso, di patologie
(condizioni febbrili) o per l’azione di sostanze quali l’alcool. La forza
dell’Es aumenta in condizioni quali la seduzione, la tentazione, nella
pubertà. Il processo della rimozione è inconscio a differenza della
repressione che è invece una decisione cosciente di non pensare più
qualcosa. E’ il principale meccanismo di difesa delle nevrosi e
compare dopo l’acquisizione del linguaggio.
7) Identificazione
Con questo termine si definisce un’attività dell’Io necessaria al
corretto svolgersi dei processi di sviluppo. Secondo Freud in fatti la
personalità di ognuno si costituisce e si differenzia attraverso una
serie successiva di identificazioni. Esistono vari tipi di identificazione
e tra essi ricordiamo: o Identificazione primaria: è tipica della prima
infanzia e caratterizza in particolare il rapporto con la madre. Il
bambino non fa ancora differenza fra se e altro da se.
o Identificazione secondaria: il termine fa riferimento
all’identificazione con il genitore del proprio sesso e rappresenta al
contempo uno sviluppo rispetto all’identificazione primaria e una
base su cui si fonderanno le relazioni oggettuali successive anche di
tipo genitale.
o Identificazione con l’aggressore: il soggetto acuisce i tratti di colui
del quale si aveva paura (un esempio è giocare a fare il dottore, il
fantasma, il lupo, …).
Tale attività non è quindi di per sé un meccanismo di difesa ma può
essere adoperata a tale scopo in alcune circostanze.
8) Proiezione
Il soggetto reagisce a eccitazioni interne spiacevoli da cui non può
fuggire negandole come proprie e attribuendole a cose o persone
esterne. Trasformando il pericolo interno in pericolo esterno il
soggetto può attuare delle strategie di difesa più efficaci: nella
fobia, per esempio, la persona non riuscendo a far fronte
all’angoscia interiore reagisce ad essa proiettandola su elementi
esterni e reagisce nei loro confronti con la fuga (esitamento fobico).
Tale meccanismo è riscontrabile in ambito patologico (per esempio i
paranoici) o non patologico: per esempio è frequente nei primi anni
di vita (il bambino attribuisce a persone e oggetti o animali pensieri
e sentimenti propri oppure da la colpa di propri comportamenti a
bambini immaginari e si aspetta realmente di essere creduto).
9) Introiezione
Processo in cui l’Io incorpora in sé l’oggetto esterno e vi si rapporta.
Si differenzia dall’incorporazione di M. Klein che consiste
nell’introduzione reale o fantasmatica di un oggetto nel proprio
corpo e non nella psiche.
Anche questo processo può considerarsi sia una difesa (protegge
dall’angoscia di separazione dall’oggetto come avviene nel lutto) sia
come normale fase di sviluppo (permette di raggiungere
l’autonomia e di svincolarsi dagli oggetti esterni). L’introiezione è
alla base della formazione del Super-Io.
10) Annullamento
Il soggetto, alla stregua di atti magici ed espiatori, mette in atto
pensieri e comportamenti per far si che qualcosa di proibito e le
rappresentazioni associate non siano mai avvenute (annullamento).
E’ tipico, anche se non esclusivo, dei meccanismi ossessivi.
11) Negazione
La rappresentazione inconscia disturbante perviene alla
consapevolezza ma a patto che la persona non la riconosca come
riferita a sé: “Lei penserà che io voglia dire qualcosa di offensivo
ma in realtà non ho questa intenzione”.
12) Diniego
E’ il rifiuto di percepire dati di realtà. Se il diniego compare
normalmente nel bambino quando nega di aver visto nelle femmine
la mancanza del pene invece nell’adulto è tipico di patologie come
la psicosi: in questo caso il diniego può riguardare qualsiasi ambito
della realtà.
13) Isolamento
Questa parola è adoperata per indicare due differenti meccanismi di
difesa:
o Il primo di essi, il più comune, potrebbe essere chiamato
rimozione dell’emozione: avviene che la persona può ricordare
qualcosa del suo passato ma non le emozioni (di solito penose)
legate a tale ricordo.
o Il secondo meccanismo di difesa consiste nel togliere un pensiero
dal suo contesto mentale, esso viene circondato dal vuoto e da ogni
possibile connessione associativa sì da renderlo non
coscientizzabile. L’isolamento è tipico degli ossessivi.
14) Spostamento
Il soggetto trasferisce una pulsione provata per un oggetto e
ritenuta inaccettabile su un altro oggetto che con il primo ha
qualcosa in comune. Per esempio un bambino ritiene inaccettabile
l’odio che prova per il papà e allora sposta tale odio nei confronti
dei cavalli che con il papà hanno in comune il pene grosso (esempio
del “piccolo Hans”). Si verifica, per esempio, nel sogno.
15) Condensazione
Utilizzo di una singola parola o immagine per rappresentare più
idee, parole o immagini. Avviene nei sogni, nei giochi, negli scherzi,
…una medesima rappresentazione rappresenta molteplici
rappresentazioni disturbanti. (esempio a pagina 103).
16) Sdoppiamento dell’io e dell’imago
È un meccanismo di difesa di tipo psicotico, attuato quando gli altri
meccanismi più economici hanno fallito, in cui di fronte ad un realtà
perturbante una parte dell’Io vi resta in contatto mentre l’altra
parte perde il contatto e cerca di creare una realtà alternativa più
accettabile e rassicurante (imago contraddittorie e inconciliabili)
facendo ricorso a processi quali il diniego ed il delirio. Mentre in
questo caso i confini dell’Io sono mantenuti invece nella
frammentazione dell’Io essi sono persi e tale stato non può più
considerarsi un meccanismo di difesa bensì uno processo di
scompenso psicotico vero e proprio. Secondo Federn lo
sdoppiamento è una sorta di “ultimo baluardo” eretto ad
evitamento di tale esplosione psicotica in cui i confini dell’io sono
persi.
Il termine imago e di derivazione junghiana e sta ad indicare uno
“schema inconscio con cui il soggetto considera l’altro”. Non è una
rappresentazione del reale in quanto, come dice Jung, l’imago di un
padre terribile può formarsi in presenza di un padre reale buono.
Nello sdoppiamento dell’imago il soggetto avrà due immagini
inconciliabili e contraddittorie rispetto ad uno stesso oggetto (tipo
buono – cattivo).
16) La sublimazione
La pulsione sessuale e aggressiva è neutralizzata e quindi non più
diretta verso l’immediata scarica bensì verso una meta non
sessuale.
LA REGRESSIONE
In generale si può definire come il ritorno a stadi precedenti dello
sviluppo psichico con manifestazioni nelle forme di pensiero
utilizzate, nelle relazioni oggettuali intraprese e nella stessa
strutturazione del comportamento. Contrariamente alla fissazione il
ritorno allo stato presente è possibile e non sbarrato. La
regressione può essere interpretata come un meccanismo di difesa
in cui il soggetto per evitare l’angoscia della situazione ha
temporaneamente accesso ad una dimensione gratificante e
“consolatrice”. Jung frequentemente richiama l’importanza della
regressione in terapia dove il paziente ritornando a stadi precedenti
ha l’occasione di riparare i traumi vissuti e ripartire verso una
nuova organizzazione psichica. In caso contrario, come ha
osservato Freud, il paziente tenderà a “assumere il trauma
ripetendolo” molte volte.
Freud, nell’Interpretazione dei sogni (1914), distingue 3 tipi di
regressione:
1) Regressione topica: è particolarmente evidente nei sogni dove
l’energia, che nello stato di veglia andrebbe ai muscoli e si sarebbe
scaricata nell’azione, va ad attivare invece il sistema percettivo con
la conseguente creazione di immagini sensoriali allucinatorie.
2) Regressione temporale: il soggetto ritorna a fasi superate
appartenenti alo sviluppo libidico, alle reazioni oggettuali e al
processo di identificazione.
3) Regressione formale: modalità arcaiche di espressione
sostituiscono modalità espressive più evolute: è quel che accade
quando, per esempio, l’azione si sostituisce alla mentalizzazione.