Il bilancio delle competenze: una bussola per orientarsi, orientare le
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Il bilancio delle competenze: una bussola per orientarsi, orientare le
Mercato del lavoro Il bilancio delle competenze: una bussola per orientarsi, orientare le aziende e conoscere se stessi Il bilancio delle competenze nasce come strumento per lo sviluppo delle risorse umane e delle competenze professionali e personali. Il bilancio delle competenze per le persone è una modalità mirata a incrementare la propria consapevolezza individuale per una migliore gestione della propria professionalità; per l’impresa è un intervento che consente di promuovere una cultura capace di guardare non solo ai problemi contingenti e di breve periodo, ma di investire sulle proprie risorse umane; per gli attori sociali e i pubblici poteri è uno strumento finalizzato alla realizzazione di azioni che tendono a prevenire la perdita del lavoro rafforzando la capacità delle persone a fronteggiare le nuove richieste di professionalità dovute all’evoluzione delle tecnologie, dei processi di lavoro. di Elisabetta Maiocchi e Mauro Porcelli - Centro studi e ricerche AIRU Associazione Italiana Risorse Umane - Lavoratori del sapere L’origine del bilancio delle competenze L’affermazione del bilancio delle competenze inizia in Francia nella seconda metà degli anni ’80, quando la pratica si struttura progressivamente. Tuttavia, la data che costituisce il momento della sua effettiva diffusione può essere individuata nel 31 dicembre 1991 quando l’intervento ottiene il riconoscimento normativo all’interno della legislazione francese nei termini di azione di politica attiva e diritto dei lavoratori. Il testo di riferimento è la legge 91-1405 del 31 dicembre 1991, secondo la quale «le azioni di bilancio di competenze permettono ai lavoratori di analizzare le proprie competenze professionali e personali, cosı̀ come le proprie attitudini e le proprie emozioni, allo scopo di determinare un progetto professionale e, se necessario, un progetto di formazione». Il successivo documento importante è costituito dal suo decreto attuativo (decreto 92-1075 del 2 ottobre1992). In seguito, la circolare della delegazione alla Formazione professionale (DFP) del Ministero del Lavoro Francese (Circ. DFP 93/13 del 19 marzo 1993) introduce delle precisazioni esplicative relative all’intervento. Qui di seguito parte integrale del testo: «Un bilancio delle competenze deve permettere al lavoratore di passare in rassegna tutte le sue attività professionali allo n Tutti ormai sanno che la nuova società è caratterizzata dalla conoscenza e che sarà la risorsa fondamentale del terzo millennio. n La nuova forza lavoro - i lavoratori del sapere - nei prossimi 20 anni rappresenteranno il 40% della popolazione attiva di tutti i paesi ricchi. n I lavoratori del sapere si considerano professionisti e non più dipendenti, per cui la società fondata sulla conoscenza è una società di responsabili di vario livello, piuttosto che di capi e dipendenti. n Va ricordato però che in passato un lavoro imparato durava tutta la vita. n Oggi per i lavoratori del sapere la conoscenza invecchia rapidamente, per cui il sapere avanzato di oggi diventa l’ignoranza di domani, quindi è necessaria una formazione permanente. n La conoscenza non ha gerarchie, per cui i lavoratori del sapere non si considerano dei subordinati e si aspettano di essere trattati di conseguenza. n Attenzione poi che questi lavoratori non considerano più il lavoro come mezzo di sussistenza, ma considerano il proprio lavoro come stile di vita. n La conoscenza non si trasmette per via ereditaria, ma deve essere acquisita da zero da ogni individuo e le condizioni di partenza sono uguali per tutti. n La società della conoscenza prevede che la conoscenza si deve poter insegnare a tutti e tutti possono avere successo, ma solo pochi potranno averlo rilevante. PMI n. 1/2007 45 Mercato del lavoro scopo di: fare il punto sulle sue esperienze personali e professionali; reperire e valutare le sue acquisizioni legate al lavoro, alla formazione e alla vita sociale; meglio identificare i suoi saperi, le sue competenze e attitudini; scoprire le sue potenzialità inesplorate; raccogliere e strutturare gli elementi che gli consentono di elaborare un progetto professionale; gestire al meglio le sue risorse personali; organizzare le sue priorità professionali; utilizzare al meglio le sue risorse nella negoziazione dell’impiego o nella scelta di carriera. L’individuo modifica il rapporto che ha con il suo ambiente professionale; diventa un compagno, un attore nella gestione della sua carriera. Gli permette di anticipare e di definire la propria linea di azione e, nel caso di sviluppo di gestione professionale, di posizionarsi chiaramente: in questo spirito il bilancio delle competenze deve integrare totalmente e contemporaneamente una dimensione retrospettiva e una dimensione prospettica». Si evidenzia l’intreccio, in un intervento di questo tipo, di modalità riconducibili da un lato all’orientamento formativo, vale a dire la presenza di un soggetto attivo nel processo di ricostruzione di sé e nell’esplorazione delle sue risorse per determinare consapevolmente il proprio sviluppo vocazionale, dall’altro al bilancio, vale a dire la valutazione oggettiva di attitudini e competenze ai fini dell’elaborazione del progetto personale e professionale. 46 PMI n. 1/2007 Le caratteristiche del bilancio Si tratta di una modalità educativa e non diagnostica di intervento con la finalità di incrementare il processo continuo di sviluppo del soggetto e portarlo a un maggior livello di consapevolezza, in particolar modo in relazione all’ambito vocazionale. L’attività di bilancio risulta centrata sull’individuo, nel quale si cerca di promuovere la mobilitazione delle risorse e delle energie attraverso un percorso finalizzato alla consapevolezza perché il soggetto possa gestire autonomamente e responsabilmente le scelte relative al proprio percorso professionale. Il bilancio di competenze personali e professionali risulta pertanto uno strumento al servizio della politica di riconoscimento e validazione dei crediti formativi e lavorativi acquisti dalla persona. Considerata la finalità del percorso, volta ad un inserimento sociale e professionale dell’individuo, in termini operativi essa si realizza attraverso varie fasi. Il punto di partenza è l’analisi della sua storia, delle sue competenze, delle sue caratteristiche personali (interessi, valori, attitudini) e del suo potenziale. L’attività di bilancio implica pertanto l’integrazione della dimensione retrospettiva e prospettiva. Alla dimensione retrospettiva fanno riferimento le azioni di valutazione delle conoscenze generali e professionali dell’individuo, dei suoi saperi, saper fare e saper essere, delle sue attitudini; azioni di aumento della consapevolezza riguardo ai suoi valori, interessi, aspirazioni e motiva- zioni in relazione alle tappe più importanti del proprio percorso professionale; azioni di riconoscimento di risorse e potenzialità rimaste inesplorate. Il bilancio risulta l’occasione per il soggetto di verificare il suo potenziale di «impiegabilità», vale a dire l’abilità individuale di trovare potenzialmente un nuovo impiego, all’interno o all’esterno dell’ambito professionale di riferimento, e per l’impresa di rispondere alle esigenze del mercato con persone consapevoli, autonome, responsabili in grado di anticipare i cambiamenti o volgerli a proprio favore. Il bilancio di competenze necessita della piena adesione del beneficiario dell’intervento perché si fonda sulla partecipazione attiva, costante e responsabile del soggetto. La persona assume quindi il ruolo di principale attore nella gestione della sua carriera professionale, in modo da consentire a se stesso processi di crescita professionale, flessibilità e mobilità, superamento dei rischi di inadeguatezza professionale in relazione ai continui cambiamenti tecnologici e strutturali del mondo dell’occupazione. Le imprese, dal canto loro, vengono sollecitate a favorire nei propri dipendenti processi di consapevolezza di competenze maturate anche al di fuori di processi di formazione, in modo da dare spazio e visibilità a risorse che altrimenti rimarrebbero inutilizzate. In Francia, nel corso degli anni, a fronte dell’aggravarsi dei fenomeni di disoccupazione, il bilan- Mercato del lavoro cio è stato sempre più utilizzato come strumento di ricollocazione lavorativa e reinserimento professionale. Competenze e approccio per competenze Per parlare di bilancio delle competenze è tuttavia necessario definire il concetto di competenza. Tale concetto nasce nel 1970 nella psicologia del lavoro, come caratteristica predittiva del successo delle persone. Ricerche internazionali degli anni ’80 avevano specificato come l’approccio per competenze fosse presente nelle aziende e offrisse un maggior ritorno sugli azionisti. A partire dagli inizi degli anni ’90 la maggior parte delle grandi aziende italiane si è dotata di modelli di competenze. Ma cosa si intende per competenza? La competenza è una combinazione di conoscenze, skill e comportamenti osservabili che una persona applica sistematicamente per ottenere un risultato superiore e creare un vantaggio competitivo per l’impresa. Esistono diverse definizioni di «competenza». Ne proponiamo una che mette l’accento: n sull’osservabilità delle competenze; n sulla relazione tra competenze e risultati; n sulla relazione tra competenze e strategie d’impresa. Inoltre proponiamo un approccio per competenze con le seguenti finalità: n massimizzare la coerenza tra individuo, richieste di lavoro e ambiente organizzativo; n integrare i processi di gestio- ne e sviluppo delle risorse umane, tradizionalmente separati nell’analisi dei compiti e delle persone. Le competenze sono simili ad un iceberg, nella cui struttura le conoscenze, le abilità ed i comportamenti costituiscono la parte emersa, più facilmente visibile e gestibile. Le caratteristiche intrinseche delle competenze sono meno visibili perché costituite da elementi difficilmente osservabili quali i valori, l’immagine di sé, i tratti, la struttura motivazionale ma contribuiscono a dirigere e controllare il comportamento evidente. Le competenze devono: n focalizzare il contributo umano sul fattore competitivo e sul successo del business (allineamento con la strategia di business nel contesto di mercato); n essere circoscritte all’area in cui il business vuole essere presente (focus sul futuro); n riflettere le peculiarità organizzative, la cultura e il tipo di business (specificità dell’organizzazione); fornire una via di collegamento tra le discipline delle risorse umane e le pratiche operative (strumento di integrazione). Definita la struttura delle competenze, è importante individuare le tipologie di competenze distinte in: n competenze distintive, dette anche competenze «core»: competenze essenziali per l’implementazione della strategia; n competenze tecniche di area professionale: competenze che sono specifiche di aree organizzative o funzioni; competenze trasversali: competenze base o trasversali alle aree/funzioni organizzative richieste per svolgere numerose o diverse attività. L’approccio per competenza può essere utilizzato per numerosi processi dell’area Risorse Umane al fine di garantire una gestione integrata delle stesse: si può utilizzare per il reclutamento e la selezione, lo sviluppo, la ristrutturazione e la gestione del ruolo, l’area compensation e la valutazione della performance. n L’azione di bilancio e le sue fasi Il bilancio di competenze si articola in tre fasi operative: 1. fase di accoglienza o fase preliminare-esplorativa; 2. fase di analisi del potenziale o fase investigativa; 3. fase di elaborazione di un progetto finale. La fase di accoglienza è una fase preliminare-esplorativa nella quale si verifica la possibilità di realizzare un’attività di bilancio sulla base della natura del problema e dei bisogni del soggetto. Mediante il colloquio si analizza la domanda e si analizza l’esplicitazione delle motivazioni profonde che si riferiscono al piano personale, sociale e professionale dell’individuo e che sono all’origine della richiesta dell’intervento di bilancio. Gli obiettivi di questa fase sono i seguenti: n confermare l’impegno del lavoratore beneficiario nel processo di sviluppo; n definire e analizzare la natura dei bisogni; n informare il soggetto delle PMI n. 1/2007 47 Mercato del lavoro condizioni di svolgimento del bilancio di competenze e dei metodi e tecniche che verranno utilizzati. È importante focalizzare l’attenzione sul fatto che la bontà dell’intervento e la bontà personale del soggetto saranno determinate dalla qualità della relazione consulente/azienda-cliente: il consulente/azienda può far firmare un contratto al soggetto attivo dell’intervento del bilancio per definire condizioni e modalità. È importante che non utilizzi il contratto come documento che possa essere esibito in qualunque momento e che possa imprigionare il soggetto in maglie valutative di eventuale inadempienza. L’intervento di bilancio è un percorso che il soggetto rivolge a se stesso ed è necessario focalizzare l’attenzione su questo piuttosto che creare appesantimenti normativi che implicano la firma di un contratto. La fase di analisi del potenziale è una investigativa che si fonda su un’esplorazione (attraverso l’uso di testing non diagnostici) attenta e approfondita delle risorse personali e professionali del soggetto per aumentare il suo livello di consapevolezza e per far emergere i suoi punti di forza e di debolezza. Gli obiettivi di questa fase sono i seguenti: analizzare le motivazioni e gli interessi professionali e personali dell’individuo; identificare le sue competenze e le sue attitudini professionali e personali e valutare le sue conoscenze generali; determinare le sue possibilità di evoluzione professionale. 48 PMI n. 1/2007 La fase di elaborazione del progetto finale è la fase conclusiva e prevede la restituzione al soggetto, mediante colloqui personalizzati, di tutti i dati raccolti durante la fase precedente. In questo modo è possibile facilitare il riconoscimento, la valutazione, la sottolineatura degli elementi che risultano in grado di favorirlo o di ostacolarlo in relazione ad un preciso progetto professionale da lui formulato in itinere durante l’intervento, in modo da rivedere il progetto modificandolo in rapporto a tutte le nuove informazioni sopraggiunte ed integrare consapevolmente il piano delle competenze e delle debolezze con le richieste ed i vincoli ambientali. Si tratta propriamente di un confronto tra il piano del desiderio e il piano della realtà, tra il piano della storia nei termini del passato dell’individuo e il piano della volontà, tra il piano delle possibilità individuali e il piano delle possibilità offerte dal contesto socioeconomico. Si può comprendere come la metodologia del counseling, in quanto impostazione non direttiva che utilizza il colloquio tecnico di comprensione/chiarificazione, sia alla base del bilancio delle competenze risultando competenza primaria di un operatore di bilancio, che ha il compito di aiutare il soggetto ad individuare il grado di autenticità del suo progetto. In merito alle figure che possono operare il bilancio delle competenze si evidenzia un lavoro d’equipe, che può richiede la presenza di uno psicologo o di un operatore di bilancio adeguatamente formato e il contributo di un esperto del mondo del lavoro e delle professioni, non necessariamente psicologo con competenze analoghe. Il bilancio delle competenze nella Riforma Biagi La Riforma Biagi, D.Lgs. n. 276/ 2003, richiama in più parti il concetto di competenza benché, a differenza della normativa francese, non faccia riferimento in modo esplicito al bilancio delle competenze. Tuttavia, in Italia non vi sono normative che trattano l’argomento delle competenze in modo esplicito e ricorrente come la Riforma Biagi che ha portato le Agenzie per il Lavoro e i Centri per l’impiego a dotarsi degli strumenti necessari per svolgere il bilancio delle competenze e a introdurre il «libretto formativo del cittadino». Nell’art. 1 della Riforma Biagi si legge: «Le disposizioni di cui al presente decreto legislativo (n.d.r. D.Lgs. 276/2003), nel dare attuazione ai principi e criteri direttivi contenuti nella legge 14 febbraio 2003, n. 30, si collocano nell’ambito degli orientamenti comunitari in materia di occupazione e di apprendimento permanente e sono finalizzate ad aumentare [...], i tassi di occupazione e a promuovere la qualità e la stabilità del lavoro, anche attraverso contratti a contenuto formativo e contratti a orario modulato compatibili con le esigenze delle aziende e le aspirazioni dei lavoratori». Descritta a livello macro la finalità della Riforma, nell’art. 2 si ha una focalizzazione sul concetto Mercato del lavoro di competenza nei punti c) e i) dell’art. 2: «c) ‘‘ricerca e selezione del personale’’: l’attività di consulenza di direzione finalizzata alla risoluzione di una specifica esigenza dell’organizzazione committente, attraverso l’individuazione di candidature idonee a ricoprire una o più posizioni lavorative in seno all’organizzazione medesima, su specifico incarico della stessa, comprensiva di: analisi del contesto organizzativo dell’organizzazione committente; individuazione e definizione della stessa; definizione del profilo di competenze e di capacità della candidatura ideale [...] i) ‘‘libretto formativo del cittadino’’: libretto personale del lavoratore [...] in cui vengono registrate le competenze acquisite durante la formazione in apprendistato, la formazione in contratto di inserimento, la formazione specialistica e la formazione continua svolta durante l’arco della vita lavorativa ed effettuata da soggetti accreditati dalle regioni, nonché le competenze acquisite in modo non formale e informale secondo gli indirizzi della Unione europea in materia di orientamento permanente, purché riconosciute e certificate». Il Libretto formativo del cittadino, che sostituisce il libretto di lavoro istituito nel 1935, è quindi uno strumento propositivo e rivolto al futuro. In un’ottica di formazione continua, per cui ogni momento lavorativo è anche un momento di esperienza e di apprendimento, il libretto formativo è il documento che attesta le reali competenze. Il libretto formativo ha un’utilità per il singolo lavoratore per valorizzare il suo sapere, acquisito con metodologie formali e anche informali; per le imprese per facilitare il riconoscimento e la comparazione di professionalità e competenza; per le istituzioni per certificare e garantire la qualità dell’istruzione e per indirizzare a chi ne ha veramente bisogno interventi di sostegno. Responsabili del rilascio del libretto sono le Regioni, che però possono delegare ad altri soggetti; responsabile dell’aggiornamento del libretto è essenzialmente l’individuo, che ne è titolare. Il libretto formativo è predisposto sia in formato cartaceo sia elettronico. È articolato in due sezioni: nella prima trovano spazio le informazioni anagrafiche del titolare; la seconda descrive le competenze acquisite al fine di evidenziare quanto appreso nei diversi contesti di studio e di lavoro. Inoltre, il libretto formativo si integrerà con un altro documento, la «Scheda anagrafico-professionale», che ha natura essenzialmente amministrativa e fornisce un supporto informativo nell’erogazione di servizi da parte delle istituzioni pubbliche. base alla percezione che ha delle proprie competenze; poi viene inserito in un software che elabora se le competenze percepite dal soggetto sono in linea con il profilo ricercato dall’azienda: sia in caso affermativo che negativo si procede ad un colloquio per comprendere il livello di consapevolezza del soggetto rispetto alle competenze percepite e se sono fattivamente in linea con quanto ricercato dall’azienda per quel lavoro. Si creano le condizioni per una reale coincidenza tra comportamenti richiesti dal posto di lavoro e stile naturale del candidato favorendo cosı̀ l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Questionario competenze trasversali Partendo dall’approccio per competenze, si individuano le competenze trasversali di ogni profilo (ad esempio competenze comunicative, relazionali, ecc.), con la relativa intensità e declinazione Si chiede al soggetto di compilare tale questionario in PMI n. 1/2007 49 Mercato del lavoro LA SINTESI IN ALCUNI SCHEMI CAMBIO DI PROSPETTIVA CON APPROCCIO PER COMPETENZE 50 PMI n. 1/2007 Mercato del lavoro STRUTTURA DELLE COMPETENZE (METAFORA DELL’ICEBERG) L’INTEGRAZIONE DEI SISTEMI DI GESTIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE (segue) PMI n. 1/2007 51 Mercato del lavoro (continua) Partendo dai fatti Quale è la Sua formazione iniziale? Quali tipi di formazione continua ha seguito? Può descrivere le tappe e gli stadi della Sua vita professionale? Corrispondono a promozioni, cambiamento d’impiego, cambiamenti di destinazione, d’inquadramento? Quali sono stati i momenti cardine tra le varie tappe? Ha mai dovuto svolgere mansioni occasionali o eccezionali? Quali? Chi sono stati i suoi collaboratori, le persone che erano a Lei subordinate e le persone a cui lei era subordinato? Quali erano le modalità e la frequenza delle sue relazioni con loro? Si trova/trovava d’accordo con il progetto della Sua impresa? Quale è/era il tipo di management nella struttura nella quale si trova/trovava?Può identificare il tipo di responsabilità che ha esercitato o esercita fino ad ora? A quale di queste categorie appartiene/apparteneva? — Rapporti umani — Aspetti tecnici — Aspetti materiali, aspetti finanziari — Aspetti strategici È possibile individuare una propensione al cambiamento che le appartiene orientata più verso l’interno che verso l’esterno? Partendo dalla percezione dei fatti Come valuta il suo passato scolastico? Quali sono i Suoi apprezzamenti relativi al Suo passato professionale? Può identificare nel Suo percorso l’avvenimento o gli avvenimenti che ha/hanno determinato la Sua posizione attuale? Quali sono le Sue esperienze più positive? Quali le più negative? Ha un’idea del Suo capitale di competenze non sfruttate? Perché non sono state mai sfruttate? Quali sono le opportunità che lei ha colto? Quali sono quelle che Le sono sfuggite e perché? Quale è per Lei la Sua principale fonte di soddisfazione? Che cosa la «deprime» professionalmente? QUESTIONARIO SULLE COMPETENZE TRASVERSALI PER OPERAI E IMPIEGATI Assegna un valore alle seguenti affermazioni, considerando che 1 = per niente, 2 = poco, 3 = abbastanza, 4 = molto, 5 = moltissimo 1 Nel mio luogo di lavoro tengo strumenti o pratiche in buone condizioni di utilizzo e in ordine. 1 2 3 4 5 2 Nello svolgere il mio lavoro mi impegno a rispettare gli standard di qualità richiesti dall’organiz1 media zazione. 2 3 4 5 3 Tendo a svolgere il mio lavoro con la massima attenzione ai dettagli e con precisione. 1 2 3 4 5 4 Sono in grado di reperire con prontezza tutte le informazioni necessarie al mio lavoro. 1 2 3 4 5 5 Di fronte ad una situazione nuova, cerco di raccogliere ulteriori informazioni, domandando ai miei 1 colleghi o facendo ricerche in prima persona. media 2 3 4 5 6 Accolgo con entusiasmo e disponibilità la richiesta dei miei superiori di imparare l’uso di nuovi strumenti di lavoro. 1 2 3 4 5 7 Anche di fronte ad ostacoli o imprevisti riesco a mantenere un rendimento costante. 1 2 3 4 5 8 Cerco di migliorare continuamente il mio modo di lavorare, utilizzando procedure e metodi per 1 media ridurre i tempi di lavoro. 2 3 4 5 9 Sul lavoro mi pongo degli obiettivi «sfidanti» e mi impegno a raggiungerli. 1 2 3 4 5 10 Pianifico con cura il mio lavoro, stabilendo tempi e modi per la realizzazione degli obiettivi. 1 2 3 4 5 11 So adattarmi senza problemi a svolgere compiti in prevalenza esecutivi e ripetitivi. 1 2 3 4 5 12 Ritengo di saper lavorare in modo efficiente, cercando di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. 1 2 3 4 5 media (segue) 52 PMI n. 1/2007 Mercato del lavoro (continua) 13 Cerco di essere sempre puntuale sul lavoro, rispettando gli orari (di ingresso, di pausa) stabiliti dall’organizzazione. 1 2 3 4 5 14 Mi impegno al massimo per portare a termine il compito assegnatomi nei tempi e nei modi stabiliti. media 1 2 3 4 5 15 Sono disposto ad anteporre le necessità aziendali alle mie esigenze personali e alle priorità del mio ruolo, laddove richiesto. 1 2 3 4 5 16 Di fronte ad un cambiamento organizzativo sono in grado di modificare il mio modo di lavorare per adattarmi alla situazione nuova. 1 2 3 4 5 17 Cerco di applicare le regole e le procedure con una certa flessibilità, adattandole di volta in volta media 1 alle diverse situazioni per raggiungere gli obiettivi aziendali. 2 3 4 5 18 Nel valutare una situazione mi sforzo di cogliere punti di vista diversi dal mio e di condividerli. 1 2 3 4 5 19 Quando lavoro all’interno di un gruppo tengo gli altri componenti sempre informati ed aggiornati sull’andamento dei lavori, condividendo con loro tutte le informazioni importanti ed utili. 1 2 3 4 5 20 Se mi capita di entrare in conflitto con un componente del mio gruppo di lavoro, sono disposto ad 1 media accettare soluzioni di compromesso pur di raggiungere l’obiettivo stabilito. 2 3 4 5 21 Nel lavoro di gruppo ho un atteggiamento propositivo e partecipo attivamente alle discussioni, portando il mio contributo. 1 2 3 4 5 22 So adattare efficacemente il mio modo comunicare a seconda delle esigenze della situazione e degli interlocutori. 1 2 3 4 5 23 Nelle relazioni di lavoro mi esprimo in modo chiaro e comprensibile, evitando di creare incom1 media prensioni. 2 3 4 5 24 In una discussione, riesco ad ascoltare il mio interlocutore con un atteggiamento di apertura, senza pregiudizi e riserve mentali. 1 2 3 4 5 25 Riesco ad intuire facilmente gli umori e i sentimenti degli altri. 1 2 3 4 5 26 Mi immedesimo facilmente nelle situazioni e nelle necessità dei miei interlocutori, riuscendo a 1 «mettermi nei loro panni». media 2 3 4 5 27 Sono in grado di gestire le mie emozioni e quelle degli altri in situazioni di stress quotidiano o eccezionale. 1 2 3 4 5 28 Sono in grado di mantenere alto e costante nel tempo il livello di impegno e passione che metto nel mio lavoro. 1 2 3 4 5 29 Affronto il lavoro con un atteggiamento positivo e costruttivo, anche di fronte ad ostacoli e media 1 difficoltà. 2 3 4 5 30 Riesco a condurre e controllare situazioni complesse esponendomi in prima persona. 1 2 3 4 5 31 Se mi capita di arrabbiarmi, riesco comunque a controllare le emozioni negative e a continuare a svolgere il mio lavoro con calma e serenità. 1 2 3 4 5 32 In situazioni in cui sono particolarmente sotto pressione (scadenze, imprevisti), riesco a reagire in 1 media modo lucido e propositivo, senza essere sopraffatto dalle incombenze. 2 3 4 5 33 Se vengo provocato, non reagisco impulsivamente e resisto alla tentazione di «rispondere per le rime». 2 3 4 5 1 Valutazione del questionario Attenzione all’ordine, alla qualità e all’accuratezza 1, 2, 3 Capacità di ricerca delle informazioni e apertura alle novità 4, 5, 6 Orientamento al risultato 7, 8, 9 Gestione dell’attività 10, 11, 12 Impegno verso l’organizzazione 13, 14, 15 Flessibilità 16, 17, 18 Lavoro di gruppo (Teamworking e Teambuilding) 19, 20, 21 Capacità di relazione interpersonale e comunicativa 22, 23, 24 Capacità di capire sentimenti ed emozioni (Competenza emotiva) 25, 26, 27 Energia e visione positiva 28, 29, 30 Autocontrollo e gestione dello stress 31, 32, 33 PMI n. 1/2007 53 Mercato del lavoro TABELLA DELLE COMPETENZE TRASVERSALI Famiglie professionali Competenze trasversali distintive Spirito di iniziativa Fiducia in sé Capacità e disponibilità all’apprendimento Costruzione di relazioni e integrazione Motivazione e ambizione Operai/impiegati Attenzione all’ordine, alla qualità e all’accuratezza Capacità di ricerca delle informazioni e apertura alle novità Orientamento al risultato Gestione dell’attività Impegno verso l’organizzazione Responsabili/dirigenti Capacità di decisione Visione sistemica Persuasività e influenza Capacità di sviluppo e valorizzazione dei collaboratori Leadership Primi passi Competenze trasversali comuni Flessibilità Lavoro di gruppo (Teamwork e teambuilding) Capacità di relazione interpersonale e comunicativa Capacità di capire sentimenti ed emozioni (competenza emotiva) Energia e visione positiva Autocontrollo e gestione dello stress Le competenze trasversali Questionario di autovalutazione per la rilevazione delle competenze trasversali n Le competenze trasversali n «Le competenze trasversali sono un insieme di abilità di ampio spessore, implicate in numerosi tipi di compiti, dai più elementari ai più complessi, che si esplicano in situazioni operative tra loro diverse e quindi ampiamente generalizzabili.» L’individuazione delle competenze trasversali è frutto dell’analisi e della scomposizione dell’attività del soggetto al lavoro posto di fonte al compito. Tale analisi consente di enucleare tre grandi categorie di operazioni che la persona compie nel lavorare, fondate su processi di diversa natura: cognitivi operativi relazionali diagnosticare affrontare relazionarsi n Diagnosticare: capacità di analisi critica di problemi o situazioni e di pianificazione di comportamenti attraverso la prefigurazione di conseguenze possibili e la valutazione dei risultati ottenuti. Oggetto della diagnosi sono le caratteristiche dell’ambiente, del compito e del ruolo assegnato. n Affrontare: capacità di mettere in atto strategie di fronteggiamento di situazioni critiche, di controllare reazioni emotive e gestire sentimenti di stress. Affrontare significa gestire operativamente l’ambiente, il compito e il ruolo, sia mentalmente che a livello della condotta finale. n Relazionarsi: capacità di modulare la comunicazione e i comportamenti, tenendo conto della specificità dell’interlocutore; è inoltre la capacità di gestire relazioni simmetriche/asimmetriche e di lavorare in gruppo. Ci si relaziona con l’ambiente fisico, tecnico e sociale. DAI COMPORTAMENTI AGITI ; ALLE COMPETENZE POSSEDUTE 54 PMI n. 1/2007