Presentazione del Sindaco
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Presentazione del Sindaco
VENTIMIGLIA, UNICA zona franca urbana IN TUTTO IL NORD ITALIA Da parecchi anni a Ventimiglia ci si è posti tutti insieme il problema determinato dall’eliminazione della frontiera e dall’avvento della moneta unica europea. Ventimiglia, difatti, oltre ad essere una città di confine con la Francia ha sempre basato il proprio sistema economico sulla transfrontalierità, e cioè sul rapporto continuo con le altre località della Costa Azzurra, in termini di indotto lavorativo, di acquisto e distribuzione di merci, beni e servizi. Quello che si era rivelato, in origine, come un elemento di continuità con la fase di sviluppo della nostra città che sn dal primo Novecento aveva fornito la propria manodopera nei territori del Principato di Monaco,Nizza, Menton, Roquebrune e così via, di colpo doveva fare i conti con questa tremenda battuta d’arresto. Una batosta tremenda. a ripensarci bene, che ha comportato non poche conseguenze negative per Ventimiglia. Ma anche, nel contempo, tanto per fare uno degli esempi più eclatanti, la sempre più rilevante diminuzione delle opportunità occupazionali per le nuove generazioni, specialmente per i giovani laureati che, dagli anni ‘90 in poi, hanno dovuto trovare lavoro negli hinterland torinesi, genovesi e milanesi. Con tutte le gravi conseguenze che ne sono derivate. Se dunque già dal secondo dopoguerra era iniziata ad emergere, da parte della comunità ventimigliese, l’esigenza di introdurre apposite misure correttive dello Stato a tutela della città, proprio in ragione delle sue peculiarità territoriali, urbane e delle forti problematiche occupazionali per i cittadini, la situazione è andata a deteriorarsi sempre di più, anche per via degli effetti conseguenti alla luce della caduta delle frontiere. Diversi erano stati i tentativi portati avanti, tra cui nel 1998 un disegno di legge promosso su mia diretta iniziativa e successivamente presentato dal senatore Giorgio Ruffolo. Sempre senza esito. Era evidente che la soluzione non potesse rivelarsi agevole. Le misure richieste dovevano essere compatibili con l’ordinamento comunitario e non potevano essere definite “aiuti di Stato”. La soluzione e giunta dallo Stato vicino, la Francia. Con una misura:una zona franca urbana (che non ha nulla a che vedere con le aree localizzate in cui si acquistano e si vendono i beni e i servizi con un regime speciale, come nei casi di Livigno e dell’isola di Wight), bensì un’area omogenea nella quale potranno sorgere nuove sedi di imprese, che potranno contare su cospicui finanziamenti sotto forma di esenzioni fiscali. E con evidenti ricadute: sotto il profilo dell’occupazione per i residenti e sul piano della riqualificazione e ripopolamento delle varie frazioni. Non a caso, la scelta delle frazioni e delle aree si è sviluppata attraverso l’obiettivo di indicare le potenzialità di uno sviluppo compatibile e ragionato della nostra città. Tutto questo sarà possibile attraverso la creazione di nuove forme imprenditoriali, di nuove ricchezze, sviluppo economico, famiglie che emigreranno a Ventimiglia, crescita di una società urbana diversa dalle altre. Premessa Le Zone franche urbane (Zfu) stanno per essere riconosciute anche in Italia dopo essere state già introdotte in molti altri Paesi Ue; la vicina Francia le ha introdotte nel 1996. La legge che ha definitivamente istituto le Zfu è stata la Finanziaria 2008 con l’obiettivo di contrastare i fenomeni di esclusione sociale e favorire l’integrazione nel tessuto socioeconomico delle popolazioni residenti in aree da sviluppare. Ad individuare definitivamente le Zfu, sulla base di parametri socioeconomici sarà il Cipe - Comitato interministeriale per la programmazione economica – tenuto conto della proposta del ministero dello Sviluppo economico, avvenuta a fine settembre 2008, che ha già individuato 22 Zfu in tutta Italia, tra cui appunto Ventimiglia (l’altra Zfu più vicina a Ventimiglia è in Toscana a Massa Carrara). L’introduzione delle Zfu favorirà lo sviluppo di piccole e micro imprese operanti in quasi tutti i settori produttivi- non riguarderà infatti solo settori come quello automobilistico, navale, tessile su larga scala, siderurgico e del trasposto su strada permettendo, a chi aprirà una nuova attività nell’area individuata con Zfu, di usufruire per i primi cinque anni di agevolazioni sia fiscali che previdenziali. In particolare, chi aprirà una nuova attività economica nelle Zone franche urbane avrà diritto all’esenzione totale dalle imposte sui redditi per i primi cinque anni d’imposta, dal sesto al decimo anno a un’esenzione del 60%, per l’undicesimo e dodicesimo anno del 40% e del 20% per i successivi due anni. L’esenzione riguarderà anche l’Irap per i primi cinque periodi d’imposta, fino al raggiungimento della somma di 300mila euro del valore della produzione netta per ciascun anno. Anche per l’Ici l’esenzione è per i primi cinque anni e riguarderà gli immobili situati nella Zfu di proprietà dell’impresa e utilizzati per l’esercizio della nuova attività. Dal punto di vista previdenziale, l’esonero segue gli stessi criteri delle imposte sui redditi e si applicherà ai contratti a tempo indeterminato e a quelli a tempo determinato di durata come minimo annuale. Inoltre, almeno il 30% dei lavoratori deve risiedere nel Sistema locale di lavoro in cui è situata la Zfu. Il processo di definitiva approvazione delle Zone franche urbane si articolerà in vari step. Il primo, fondamentale e senza il quale non si sarebbe potuto giungere al traguardo attuale, è stato quello di competenza dell’Amministrazione comunale di Ventimiglia, che ha dovuto elaborare – in pochissimi giorni - le proprie proposte progettuali provando l’esistenza dei requisiti di ammissibilità di parte del proprio territorio, indicando anche le modalità di perimetrazione della Zfu; detto progetto è stato poi inoltrato alla Regione Liguria, riportando – tra l’altro - il calcolo dell’indice di disagio socioeconomico (Ids), i motivi sottesi all’individuazione dell’area e le modalità di gestione del progetto. Il secondo step è stato quello della Regioni Liguria, a cui è affidato il compito di raccolta delle proposte e della loro valutazione in termini sia di rispondenza ai criteri demografici, dimensionali e socioeconomici che di corretta misurazione e quantificazione dell’Ids: Ventimiglia è stata l’unica Città della Liguria ha proporsi come Zfu. La Regione ha quindi inoltrato al ministero dello Sviluppo economico una relazione tecnica favorevole all’accoglimento di Ventimiglia tra le Zfu. Il ministero dello Sviluppo economico ha individuato solo 22 Zfu tra le circa 70 proposte pervenute da tutta Italia. Dopo il CIPE sarà la Commissione europea, che deve comunque approvare la misura a seguito dell’individuazione delle Zfu. Nel ribadire quanto già indicato in premessa circa l’esistenza di molte Zfu in Europa, si ritiene utile precisare che l'Unione europea definisce le Zone Franche Urbane come «territori nei quali applicare un azzeramento provvisorio o una riduzione temporanea delle aliquote fiscali e contributive fino al momento della riqualificazione della zona in questione»; non ci si aspettano pertanto “sorprese” negative dalla valutazione finale della stessa Unione europea. Le tipologie di imprese beneficiarie sono le “piccole” (fino a 50 persone o con meno di 10 milioni di euro di fatturato) e le “micro” (meno di 10 occupati con non più di 2 milioni di fatturato). Possono accedere alle agevolazioni anche le piccole e micro imprese che hanno avviato la propria attività in una Zfu prima dell’1° gennaio 2008 (termine che potrebbe slittare al 1° gennaio 2009), nel rispetto del Regolamento Ce n. 1998/2006 che stabilisce il "de minimis" degli aiuti (ammontare massimo per impresa di 200mila euro distribuiti su 36 mesi). Le modalità dell’applicazione delle agevolazioni saranno meglio definite e precisate in un apposito decreto del Ministro dell’Economia. Ecco i vantaggi per chi avvia nuove attività nella Zona Franca Urbana di Ventimiglia. La Finanziaria 2008 (legge n. 244/2007) ha introdotto, nell’ambito delle politiche di sviluppo e di riequilibrio territoriale, nuove disposizioni in materia di “zone franche urbane” (zfu) finalizzate, come anzi detto, all’integrazione sociale e culturale nelle circoscrizioni e nei quartieri delle città (escludendo pertanto che la Zfu potesse estendersi a tutto il territorio di una Città). Tali previsioni hanno modificato e integrato la disciplina già contenuta nella Finanziaria 2007 (legge n. 296/2006), recependo le osservazioni effettuate dalla Commissione europea sulle modalità di realizzazione di agevolazioni di carattere fiscale e contributivo. Cos'è la Zona Franca Sono aree caratterizzate da una fiscalità di vantaggio per le piccole imprese e rappresentano strumenti di contrasto della disoccupazione, della delinquenza e della depressione sociale ed economica del territorio, in maniera del tutto analoga a quanto già avviene in Francia, dove sono state delineate ben 95 aree di riqualificazione. La fiscalità di vantaggio, confermemente ai principi comunitari, consiste in un sistema di esenzioni che può essere applicato - a prescindere da espliciti riferimenti geografici a zone del Mezzogiorno - ad aree individuate in base ad indicatori di crisi e a parametri di selezione da definire a livello ministeriale. Le agevolazioni L’ultima Finanziaria, in dettaglio, stabilisce ai commi 561 e 562 le modalità di determinazione delle zone franche - ciascuna delle quali non potrà contare più di 30mila abitanti - e dispone, contestualmente, una serie di agevolazioni per le piccole e microimprese che iniziano, nel periodo 2008 2012, una nuova attività economica: - esenzione dalle imposte sui redditi, totale per i primi cinque periodi di imposta, pari al 60% nei seguenti cinque periodi di imposta, al 40% per l’undicesimo e il dodicesimo e al 20% per le successive due annualità. Questa agevolazione spetta fino a concorrenza dell’importo di 100mila euro per il reddito derivante dall’attività svolta nell’area urbana, maggiorato, a decorrere dal 2009 e per ciascun periodo d’imposta seguente, di un importo pari a 5mila euro, ragguagliato ad anno, per ogni nuovo assunto a tempo indeterminato, residente all’interno del sistema locale di lavoro in cui ricade l’area esentata; - esenzione dall’Irap per i primi cinque periodo di imposta, fino a concorrenza di 300mila euro del valore della produzione netta per ciascun periodo di imposta; esenzione dall’Ici, a decorrere dall’anno 2008 e fino al 2012, per gli immobili di impresa siti nelle zfu, posseduti e utilizzati per l’esercizio delle nuove attività economiche; - esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente, per i primi cinque anni di attività, nei limiti di un massimale di retribuzione, definito con decreto del ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, per i contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata non inferiore a dodici mesi, con la condizione che almeno il 30% degli occupati risieda nel territorio oggetto di agevolazione. Per gli anni successivi l’esonero è limitato per i primi cinque al 60% per il sesto e settimo al 40% e per l’ottavo e nono al 20 per cento. Tale esonero riguarda anche i titolari di reddito di lavoro autonomo che svolgono l’attività all’interno della zona franca. Fondi disponibili Viene istituito dal ministero dello Sviluppo economico un fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. Sarà il Cipe, Comitato interministeriale per la Programmazione economica, di concerto con il ministro dello Sviluppo economico e quello della Solidarietà sociale, a definire i criteri di assegnazione. Riferimenti normativi (Finanziaria 2008, legge 244/2007) : «340. Al fine di contrastare i fenomeni di esclusione sociale negli spazi urbani e favorire l’integrazione sociale e culturale delle popolazioni abitanti in circoscrizioni o quartieri delle città caratterizzati da degrado urbano e sociale, sono istituite, con le modalità di cui al comma 342, zone franche urbane con un numero di abitanti non superiore a 30.000. Per le finalità di cui al periodo precedente, è istituito nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico un apposito Fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, che provvede al finanziamento di programmi di intervento, ai sensi del comma 342». «341. Le piccole e microimprese, come individuate dalla raccomandazione 2003/361/CE della Commissione, del 6 maggio 2003, che iniziano, nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2008 e il 31 dicembre 2012, una nuova attività economica nelle zone franche urbane individuate secondo le modalità di cui al comma 342, possono fruire delle seguenti agevolazioni, nei limiti delle risorse del Fondo di cui al comma 340 a tal fine vincolate: a) esenzione dalle imposte sui redditi per i primi cinque periodi di imposta. Per i periodi di imposta successivi, l’esenzione è limitata, per i primi cinque al 60 per cento, per il sesto e settimo al 40 per cento e per l’ottavo e nono al 20 per cento. L’esenzione di cui alla presente lettera spetta fino a concorrenza dell’importo di euro 100.000 del reddito derivante dall’attività svolta nella zona franca urbana, maggiorato, a decorrere dal periodo di imposta in corso al 1º gennaio 2009 e per ciascun periodo d’imposta, di un importo pari a euro 5.000, ragguagliato ad anno, per ogni nuovo assunto a tempo indeterminato, residente all’interno del sistema locale di lavoro in cui ricade la zona franca urbana; b) esenzione dall’imposta regionale sulle attività produttive, per i primi cinque periodi di imposta, fino a concorrenza di euro 300.000, per ciascun periodo di imposta, del valore della produzione netta; c) esenzione dall’imposta comunale sugli immobili, a decorrere dall’anno 2008 e fino all’anno 2012, per i soli immobili siti nelle zone franche urbane dalle stesse imprese posseduti ed utilizzati per l’esercizio delle nuove attività economiche; d) esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente, per i primi cinque anni di attività, nei limiti di un massimale di retribuzione definito con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, solo in caso di contratti a tempo indeterminato, o a tempo determinato di durata non inferiore a dodici mesi, e a condizione che almeno il 30 per cento degli occupati risieda nel sistema locale di lavoro in cui ricade la zona franca urbana. Per gli anni successivi l’esonero è limitato per i primi cinque al 60 per cento, per il sesto e settimo al 40 per cento e per l’ottavo e nono al 20 per cento. L’esonero di cui alla presente lettera spetta, alle medesime condizioni, anche ai titolari di reddito di lavoro autonomo che svolgono l’attività all’interno della zona franca urbana. 341-bis. Le piccole e le micro imprese che hanno avviato la propria attività in una zona franca urbana antecedentemente al 1º gennaio 2008 possono fruire delle agevolazioni di cui al comma 341, nel rispetto del regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato agli aiuti di importanza minore, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea n. L 379 del 28 dicembre 2006. 341-ter. Sono, in ogni caso, escluse dal regime agevolativo le imprese operanti nei settori della costruzione di automobili, della costruzione navale, della fabbricazione di fibre tessili artificiali o sintetiche, della siderurgia e del trasporto su strada. 341-quater. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, saranno determinati le condizioni, i limiti e le modalità di applicazione delle esenzioni fiscali di cui ai commi da 341 a 341-ter». «342. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), su proposta del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro della solidarietà sociale, provvede alla definizione dei criteri per l’allocazione delle risorse e per la individuazione e la selezione delle zone franche urbane, sulla base di parametri socio-economici, rappresentativi dei fenomeni di degrado di cui al comma 340. Provvede successivamente, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, alla perimetrazione delle singole zone franche urbane ed alla concessione del finanziamento in favore dei programmi di intervento di cui al comma 340. L’efficacia delle disposizioni dei commi da 341 a 342 è subordinata, ai sensi dell’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea, all’autorizzazione della Commissione europea». Conclusioni Come avrete certamente avuto modo di rilevare, le indicazioni fornite da questa guida fanno denotare le notevoli possibilità occupazionali che garantirà il territorio di Ventimiglia. I campi di azione sono infatti molteplici e, se si eccettuano le poche tipologie di servizi per i quali non è prevista l’ammissibilità ai fini dell’esenzione, le potenzialità si rivelano davvero molteplici e di sicuro interesse. Sia per le grandi società che vogliono investire su Ventimiglia sia su tutti i vari imprenditori locali che intendono aprire un nuovo percorso lavorativo nelle aree della “zona franca urbana”. Voglio evidenziare a tutti quanti che l’Amministrazione Comunale è disponibile, è pronta ad esaminare tutte le proposte di interventi, e soprattutto non si tirerà indietro di fronte ai progetti di sviluppo occupazionale per far sì che la “zona franca urbana” si trasformi davvero nella più grande opportunità che sia mai accaduta nella storia moderna della città di Ventimiglia per una riqualificazione, un recupero decisivo, con evidenti benefici per tutti, per le imprese, per le famiglie, per la nostra comunità, compresa anche la possibilità di rilancio per le nostre frazioni che rivestiranno un ruolo importante in questa significativa nuova progettualità di rilancio. Insieme, dunque, potremo dare lo sprint decisivo, affinché Ventimiglia torni a splendere nel modo migliore e a riprendere uno sviluppo di rilevante importanza nei prossimi anni, così da poter garantire ai nostri cittadini e a quanti desidereranno investire sul nostro territorio un rilevante beneficio, sotto il profilo economico, occupazionale e di riqualificazione della città. Vi ringrazio tutti per aver letto con attenzione questa guida, invitando coloro che volessero contattare il Comune di Ventimiglia a farlo senza esitazioni. Cordialmente Gaetano Antonio Scullino Sindaco di Ventimiglia