On the Road 9
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On the Road 9
• Le domande di Persichetti 1. <<Come mai ha deciso di piantare cabernet, merlot e compagnia briscola? Questo sarebbe bel posto per il sangiovese!>>. << Sa com’è... risponde con una certa sufficienza il giovane produttore e figlio di stilista - parlando anche con l’enologo (p.s. uno di quelli con i baffi) ho pensato che fosse il caso di puntare su qualcosa di originale....>>. Settembre 2006 (!). • Le domande di Persichetti 2. <<Ho visto che avete una vendemmiatrice nuova di pacca in cortile. Per che vini la usate?>>. <<Vendemmiatrice?>>. <<Sì, quella in cortile!>>. <<Ahhh.... sììì... quella, la vendemmiatrice... adesso ho capito... è vero è vero, l’abbiamo presa da pochissimo... e per ora non la usiamo mica, sa?>>. Settembre 2006. P.S. Ripensando con calma all'accaduto sono giunto alla conclusione che la sorprendente risposta sia da addebitare semplicemente al fatto che il mio interlocutore si vergognava di ammettere che la vendemmiatrice in realtà l’aveva acquistata soltanto per andare al Conad a fare la spesa. Vergogna ingiustificata, dato che l’idea non è affatto cattiva: ti metti a cavallo degli scaffali, li scuoti quanto e quando vuoi e una volta finito vai dritto alla cassa a scaricare il malloppo. Geniale, no? • Le domande di Persichetti 3. <<A cosa serve questa macchina? Non l'ho mai vista>>. <<A lavare le uve. E' una novità che stiamo sperimentando... vedesse che acqua scende quando funziona!>>. <<(Sorbole!)>>. Settembre 2006. • Montalcino di ieri e di oggi. Quanto tempo sarà passato? Dieci anni? Forse quindici? Eppure sembra che sia trascorso un secolo da quando a Montalcino gli unici punti di approdo erano la Fiaschetteria e la Fortezza e gli unici forestieri a girare erano solo pochi pazzi scatenati. Oggi invece è un pullulare di turisti americani in gita premio e di locali che il più delle volte preferiscono cavalcare l'onda. Ecco per esempio che cosa mi è successo a Le Potazzine: 1) <<Buonasera. C'è un tavolo? Sono da solo>>. <<Ecco, c'è questo>>. <<Ne vedo uno anche in veranda. E' possibile?>>. <<Sbufffff! Se proprio vuole... si accomodi>>. 2) <<E come vino, desidera qualcosa?>>. <<Prenderei un bicchiere di Rosso di Montalcino 2004 Le Potazzine>>. <<Molto bene, è il Rosso di nostra produzione. E' buonissimo>>. <<Immagino, lo conosco>>. Passa una decina di minuti... <<Ecco il suo bicchiere di Rosso. Però non è 2004, bensì 2002. Il 2004 purtroppo è terminato>>. <<??!!>>. 3) Al tavolo accanto. <<Mi spiace, Lisini '95 è terminato. Se vuole abbiamo il 1997 e il 1998>>. Il cliente è dubbioso. <<Se vuole un consiglio, il 1998 è molto buono, ma il 1997... (sottovoce) pare che sia l'annata del secolo... dicono...>. • Roba forte (fronte e retro). A proposito di Montalcino di oggi, ecco nelle due foto il simpatico manufatto che troverete giusto un attimo prima di infilarvi in centro: Fronte Retro Io - fin dal primo momento - ci ho trovato qualcosa che stonava. Che stonava con le mura della fortezza e che stonava con lo sfondo del paese. Poi, dopo lunghi arrovellamenti, ci sono arrivato. Sono le frecce! Le frecce della rotatoria! Mica il monumento. Quello è di Sandro Chia. E' transavanguardia! • La pubblicità è l'anima del commercio. Ecco cosa recita la pagina pubblicitaria di Château Pavie che ho trovato sulla rivista Tasted: <<Che cosa possiamo dire di Gérard Perse che non sia già stato scritto dalla stampa di settore? Le recensioni sono costantemente positive e lodano il suo successo senza precedenti... Nessun altro a Bordeaux è riuscito a ottenere tali e tanti riconoscimenti in così poco tempo... Che cosa possiamo dire di altro... se non che questi vini hanno tutti i crismi dell'eccellenza: colore, trama, forza, finezza e complessità... Gérard Perse ha scoperto il Sacro Graal o ha semplicemente imposto dei nuovi standard?>>. Quando si dice la modestia, eh? • Promozioni. Sempre a proposito di Bordeaux, nel nuovo Classement dei vini di Saint-Emilion, reso pubblico poche settimane fa, spicca la promozione al rango di Premier Grand Cru Classé B di Pavie-Macquin e di Troplong Mondot. Tra le 6 promozioni al rango di Grand Cru Classé c'è da segnalare invece quella di Monbousquet del sopra citato Gérard Perse (direi meritata). • Persichetti e il mistero delle foglie basali. Il "bello" del vino è che tutti possono dire tutto e che quel tutto è sempre assolutamente vero, così come il suo contrario. Prendete per esempio le foglie basali (ovvero le foglie che in un tralcio di vite sono più vicine alla gemma da cui il tralcio stesso ha avuto origine). Nella mia beata ignoranza ho sempre creduto che quelle foglie, da un certo momento in poi, iniziassero a invecchiare e a svolgere un ruolo marginale nell’economia della pianta. Girando tra le vigne durante il mese di settembre ho sentito invece molti produttori criticare i loro colleghi che eliminano le foglie basali, fosse anche a fine stagione, perché sono proprio loro quelle che "tirano". La cosa carina è che entrambe le scuole di pensiero producono ottimi vini! ENOGEA - II SERIE - N. 9 45 ON THE ROAD on the road 46 ENOGEA - II SERIE - N. 9 • Gli orsi non sono ammessi. La Notizia di fine estate per Panzano e dintorni (ma diciamo pure per tutto il Chianti Classico) è stata l'inaugurazione di Solociccia, il ristorante che "il Cecchini" (Dario) ha ricavato nella casa proprio di fronte alla sua macelleria. Nel caso soffriate di attacchi di asocialità come il sottoscritto, sappiate però che si mangia su grandi tavoli in compagnia di altre persone (normalmente americane e normalmente sconosciute) e che non si comincia finché tutti i commensali non sono arrivati. In compenso la cucina è buona, i prezzi idem e i vini potete (anzi dovete!) portarveli da casa. Tel. 055.852727. • Ricetta natalizia. Visto che abbiamo parlato del Cecchini, eccovi una “cover” del suo brasato al midollo. Occorrente. 1 autovettura in grado di coprire la distanza Panzano - Casa vostra; benza q.b. per il viaggio; 1 viacard, (oppure 1 telepass o - alla peggio – 1 gruzzolo di contanti); 1 carta di credito oppure un altro gruzzolo di contanti che serviranno per acquistare quanto segue: 1 brasato al midollo di Cecchini (già bell'e pronto e “incordato” stile bondage giapponese); 1 kg di scalogno, olio extravergine q.b., 1 bicchiere di Vin Santo (io lo preferisco un po’ dolcino... ma non troppo, altrimenti col fondo di cottura ci potrete vulcanizzare i copertoni). Esecuzione. Accendete il forno e portatelo a 180°; nel frattempo pulite lo scalogno (quello piccolo e nostrano, mica quei cipolloni che ogni tanto si trovano in giro); se proprio vi gira tagliatelo a tocchetti (ma niente lavori da certosino); quando il forno è in temperatura prendete una casseruola, metteteci olio, scalogno e brasato e infilate il tutto nel forno di cui sopra; fatevi gli affari vostri per circa un’ora e mezza, quindi bagnate il brasato con il bicchiere di Vin Santo e tornate ad occuparvi con profitto degli affari vostri; trascorsi altri 85 minuti, iniziate a radunare la mandria che avrete selezionato per tenervi compagnia (nel caso siano dei tiratardi, muovetevi con maggiore anticipo); trascorsi altri 5 minuti, aprite il forno, mettete il brasato in un piatto di portata (caldo!), tagliate come cappero vi gira e ingollate fino a sazietà. Se avrete gradito, chiu- dete con un’ode al Cecchini (che lui preferirebbe alla moda del Pascoli, ma facciamo che questa volta si accontenta...). Bevanda consigliata: uno sgrassatore di vostro gradimento. • Un picio di nome Wanda. Basta così! I lombardi la smettano subito di ridere! “Picio” o “pincio” - recita il dizionario - è infatti un tipo di pasta fatta a mano tipica delle campagne a sud di Siena. Wanda invece è una gentile signora della contrada di Gracciano di Montepulciano che - insieme a Pia e Bruna, sempre di Gracciano - si è presa la briga di placare le mie voglie gastronomiche sfornando pici e sugo di "nana" in quantità (dove per "nana" non si intende la moglie del nano, bensì un tipo di anatra). Resta solo da chiedersi perché lo abbiano fatto? Semplice. Perché a Montepulciano, che sta a due passi dalla Via Francigena, c'è ancora la sana abitudine di rifocillare il pellegrino. Specie se il pellegrino è un giornalista e se il giornalista è anche un po’ paraculo (oltre ad avere gli agganci giusti...). • Un Martini per Martin. Ovvero utili e/o doverose precisazioni. 1) Per chi non lo avesse notato o capito, quel Martini Foradori citato nella verticale di Franz Haas è chiaramente il buon Martin Foradori della Hofstätter (diverso dal doppio Martini che mi ero bevuto prima di iniziare a leggere le bozze). 2) Sempre nel n.8 e sempre a proposito di Alto Adige, nella scheda della Cantina Terlano ho recensito il Vorberg 2003 mentre nei Consigli di Enogea ho infilato il 2004. Era giusta la prima. 3) Scalando invece di un numero, il mio fedelissimo (e ormai famoso) lettore di Nerviano mi ha fatto notare che nella legenda della Carta dei Cru del Barbaresco, al punto 15a, ho scritto Montefico – Sorì invece di Montestefano – Sorì. Ha ragione. 4) Passando infine al numero 5, e in particolare all’articolo sul Nizza, ci tengo a precisare che le considerazioni riportate nella scheda della Cantina Sant’Evasio si riferiscono chiaramente solo alle quattro Barbera recensite nella scheda e non alla produzione complessiva dell’azienda (che peraltro non ho avuto modo di assaggiare). Passo e chiudo. FILOSOFIA (PIÙ O MENO) SPICCIOLA Carlo M. Cipolla Allegro ma non troppo Le leggi fondamentali della stupidità umana Il Mulino - 8.80 euro José Antonio Marina Il fallimento dell'intelligenza Longanesi - 14.60 euro Il più riuscito e il più godibile dei libri scritti sull'argomento (alla faccia di chi ne sostiene l'incompletezza e la non scientificità). Da leggere prima e dopo ogni altra lettura vi venga consigliata (e non solo). L'argomento che Carlo Cipolla riesce a trattare con leggerezza e stupefacente efficacia, qui viene affrontato con piglio assai professorale . Completa la lettura di Allegro ma non troppo, senza tuttavia sostituirla. E' vero invece il contrario. Boris Vian Il Prete bagnante e altri racconti inediti Stampa Alternativa - 10 euro Roberto Casati - Achille C. Varzi Semplicità insormontabili - 39 storie filosofiche Editori Laterza - 7.50 euro Come è destino di tutti gli autori (e musicisti) morti e poi di recente riscoperti, anche Boris Vian (come John Fante) fa la fine del maiale. Tutto viene utilizzato. Se accettate un consiglio, meglio partire da La Schiuma dei giorni e da Perché non sanno quello che fanno. Vale ben più della cifra che vi sarà richiesta alla cassa, anche se per compensare dovrete accollarvi una lettura non esattamente agile (e tuttavvia stimolante). Chissa perché, in certi passaggi mi ricorda Bergonzoni. Lo prenderanno come un complimento?