Il fine soprannaturale della Chiesa

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Il fine soprannaturale della Chiesa
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Il fine soprannaturale della Chiesa
12.3.2013
"Se ci limitassimo soltanto a questa componente umana della Chiesa, non
riusciremmo a capirla, perché non saremmo giunti alla porta del mistero. (…) La
santa Chiesa è incorruttibile. La Chiesa vacillerà se vacilla il suo fondamento, ma
forse Cristo potrà vacillare? Dato che Cristo non vacilla, la Chiesa resterà salda
fino alla fine dei tempi." Sono parole attuali di San Josemaría, nella sua omelia "Il
fine soprannaturale della Chiesa", pronunciata nel 1972 e pubblicata nel libro "La
Chiesa nostra Madre". La meditazione di questa omelia può aiutare a
comprendere alcuni interrogativi che si presentano nel momento che stiamo
vivendo.
Vedi l'omelia completa Il fine soprannaturale della Chiesa" in PDF
La Chiesa è un mistero
È necessario meditare spesso, perché non si cancelli dalla memoria, che la
Chiesa è un mistero grande e profondo. Esso non potrà mai essere compreso in
questa vita. Se la ragione, per sé sola, tentasse di spiegarlo, scorgerebbe soltanto
un insieme di persone che compiono alcuni precetti, che pensano in modo simile.
Ma questo non sarebbe la santa Chiesa.
Nella santa Chiesa noi cattolici troviamo la nostra fede, le nostre norme di
condotta, la nostra orazione, il senso della fraternità, la comunione con tutti i
fratelli defunti che si purificano nel Purgatorio — la Chiesa purgante — o che
godono già della visione beatifica — la Chiesa trionfante — amando eternamente
il Dio tre volte Santo. È la Chiesa che permane quaggiù, e nello stesso tempo
trascende la storia. La Chiesa che è nata sotto il manto della Madonna e che ora
continua — sulla terra e nel Cielo — a onorarla come Madre.
Divina ed umana
Consolidiamo in noi la coscienza del carattere soprannaturale della Chiesa;
confessiamolo a gran voce, se è necessario, perché in questi momenti molte
persone — materialmente all'interno della Chiesa, e anche in alto — si sono
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dimenticate di queste verità capitali e pretendono di proporre un'immagine della
Chiesa che non è Santa, che non è Una, che non può essere Apostolica, perché
non poggia sulla roccia di Pietro, e che non è Cattolica, perché è percorsa da
illegittimi particolarismi, da capricci umani.
Come in Cristo vi sono due nature — l'umana e la divina — così, analogicamente,
possiamo parlare di un elemento umano e di uno divino nella Chiesa. A tutti è
evidente la componente umana. La Chiesa, in questo mondo, è composta di
uomini ed è per gli uomini, e dire uomo significa parlare di libertà, della possibilità
di cose grandi e di meschinità, di eroismi e di cedimenti.
Se ci limitassimo soltanto a questa componente umana della Chiesa, non
riusciremmo a capirla, perché non saremmo giunti alla porta del mistero. La Sacra
Scrittura utilizza molti termini — tratti dall'esperienza terrena — per applicarli al
Regno di Dio e alla sua presenza fra di noi, nella Chiesa. La paragona all'ovile, al
gregge, alla casa, al seme, alla vigna, al campo nel quale Dio pianta o edifica.
Però c'è un'espressione che compendia tutto: la Chiesa è il Corpo di Cristo.
La Chiesa è di Cristo
Vi ripeterò ancora una volta che non sono pessimista, né per temperamento né
per abitudine. Come si può essere pessimisti, quando nostro Signore ci ha
promesso [Cfr Mt 28, 20] che starà con noi fino alla fine dei secoli? L'effusione
dello Spirito Santo ha plasmato, nei discepoli riuniti nel Cenacolo, la prima
manifestazione pubblica della Chiesa.
E bisogna anche ricordare che, quando il Signore istituì la sua Chiesa, «non la
concepì né la formò in maniera che comprendesse una pluralità di comunità simili
nel loro genere, però diverse, e non legate fra loro da quei vincoli che rendono la
Chiesa indivisibile e unica... Infatti, quando Gesù parla di questo edificio mistico,
nomina soltanto una sola Chiesa, che chiama sua: "Edificherò la mia Chiesa" (Mt
16, 18). Se se ne immagina una diversa, non essendo stata fondata da Lui, non
può essere la sua vera Chiesa» [LEONE XIII, enc. Satis cognitum, AAS 28, pp.
712 e 713].
Fede, per vedere meglio
Fede. Dobbiamo avere fede. Se si guarda con occhi di fede, si scopre che «la
Chiesa porta in sé stessa e diffonde attorno a sé la propria apologia. Chi la
guarda, chi la studia con occhi di amore alla verità, deve riconoscere che Essa,
indipendentemente dagli uomini che la compongono e dalle modalità pratiche con
le quali si presenta, porta in sé stessa un messaggio di luce, universale e unico,
liberatore e necessario, divino» [PAOLO VI, Allocuzione,23-VI- 1966].
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