Tra le pieghe e i risvolti dell`arte di George Underwood – Note di
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Tra le pieghe e i risvolti dell`arte di George Underwood – Note di
Tra le pieghe e i risvolti dell’arte di George Underwood – Note di Federica Night george underwood . George Underwood nasce nel 1947 a Bromley, Kent. Artista e musicista, ha sempre amato la musica e condiviso con lei le sue straordinarie doti pittoriche. Ma dopo un paio di dischi, di cui uno con David Bowie (The King Bees),amico di lungo corso, decide che la musica e il suo business non sono esattamente quello a cui vuole dedicare la sua vita e torna agli studi artistici cominciando a lavorare come illustratore specializzandosi in fantasy, horror e copertine di libri di science fiction. Crea le cover di “Hunky Dory” e “Ziggy Sturdust” per Bowie, e molti altri colleghi musicisti si affidano al suo genio creativo per illustrare le cover dei loro dischi. In quel periodo, George produce letteralmente centinaia di cover per libri, LP, CD, pubblicità, oltre a ritratti e disegni. Inizia a dipingere ad olio nei primi anni ’70, influenzato dapprima dalla Scuola Viennese di Realismo Fantastico che comprende artisti come Ernst Fuchs, Rudolph Hausner and Eric Brauer. George guardava a loro come “visionari contemporanei” della scuola di Bruegel e Bosch ed era affascinato dalle loro visioni immaginifiche. L’Immaginazione è infatti la parola chiave di questo artista che da sempre usa raramente modelli viventi per i suoi lavori, preferendo inventare personaggi unici, abitanti un mondo personale che appartiene solo a loro. Le opere di George Underwood si trovano in molte collezioni d’arte private; David Bowie, uno dei collezionisti del suo lavoro, dice: ‘George has, over the years, refined his work to the point where I would put him among the top figurative painters coming out of the UK right now. There’s a sublime isolation surrounding his subjects that really touches the viewer, the figures being both heroic and vulnerable simultaneously. There’s a timeless element in the choice of subject matter that overlaps with the mythical world of Odd Nerdrum, say. Now that a huge shift to painting is taking place, I would expect to see George’s name pushed further and further to the front’. “George, negli anni, ha raffinato il suo lavoro a tal punto che io lo metterei fra i migliori pittori figurativi del Regno Unito. C’è un sublime isolamento che circonda i suoi soggetti e tocca profondamente chi guarda, le sue figure sono contemporaneamente eroiche e vulnerabili. C’è un elemento senza tempo nella scelta del tema del suo soggetto che racchiude il mondo mitico di Odd Nerdrum*, per dire. Ora, che un’enorme produzione delle sue opere ha luogo, mi aspetterei di vedere il nome di George spinto sempre più avanti in primo piano”. . george underwood . Queste le notizie “ufficiali” reperite in rete dal suo sito personalehttp://www.georgeunderwood.com/. Senz’altro Underwood ha, nel suo modo personalissimo di carpire l’anima dei suoi soggetti, una mano felicemente libera e pensante, immaginifica e ispirata ad un suo personale sottobosco di letture, esperienze e desiderio di narrare qualcosa, al di là del tratto pittorico piuttosto statico. Le sue figure guardano oltre la tela ma non danno l’idea di volersi allontanare troppo dal contesto che abitano; ciò nonostante i loro sguardi fieri e compressi raccontano i loro mondi, anche attraverso i dettagli degli abiti costruiti in maniera quasi geometrica attorno ai corpi e ai volti di diafana bellezza. I titoli stessi delle opere sono fortemente evocativi e un mondo a sé stante. Rinvengo tracce labili della scuola fantasy che mi fa pensare ad illustratori come Boris Vallejo, Luis Royo, Hans Ruedi Giger, Donato Giancola e molti altri che hanno animato i miei interessi e studi d’arte negli anni ’80. Ma i tratti di Underwood si discostano dalla morbidezza e dalle pennellate generose di questi, e rimandano ad un minimalismo raffinato, a tratti convulso nella ricerca (vedi i suoi disegni nella sezione del suo sito personale). Uno spunto, il suo lavoro, per ricercare anche temi del cinema di fantascienza; molte cose mi fanno tornare alla mente un classico di genere come Guerre Stellari, ma anche i libri del grande Michael John Moorcock . Insomma, molti elementi che formano alla fine un’ unicità perfetta che racchiude molto e brilla solo della propria luce. Molto stimolante, molti dei suoi lavori mi hanno invogliata a ripercorrere diverse strade percorse in passato e a ritrovarle non senza felicità. Per quanto le figure di Underwood si mostrino silenziose, esse raccontano molto più di quanto appare in superficie, scatenando nell’immaginario di chi guarda innumerevoli riferimenti a grandi maestri del genere fantastico e soprattutto alla scuola di illustrazione che rimane sempre sul filo, insieme all’intento pittorico. Federica Galetto Nightingale ** Riferimenti in rete. Odd Nerdrum : http://www.nerdruminstitute.com/