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COMUNICATO STAMPA
Il Museo Nazionale del Cinema presenta
Una relativa verità. Il cinema di Asghar Farhadi
1 - 7 febbraio 2014
Cinema Massimo - via Verdi 18, Torino
Il Museo Nazionale del Cinema propone, dal 1 al 7 febbraio 2014 al Cinema Massimo, una retrospettiva
completa dal titolo Una relativa verità. Il cinema di Asghar Farhadi, dedicata al primo regista iraniano
vincitore di un Oscar.
La rassegna su Farhadi è un progetto del Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con Cineteca di
Bologna, Cineteca Nazionale e Sala Truffaut di Modena.
La retrospettiva sarà inaugurata sabato 1 febbraio alle ore 16.00, presso la Sala Tre del Cinema Massimo
con la proiezione del primo film del regista, Dancing in the Dust. Ingresso 6,00/4,00/3,00 euro.
Nato a Ispahan, in Iran nel 1972, Asghar Farhadi studia letteratura, teatro e cinema presso l'Istituto del
Giovane Cinema Iraniano, dove comincia a sperimentare e a realizzare i primi corti. Iscrittosi all'Università di
Teheran, si laurea specializzandosi in cinema e teatro. Durante l'intero corso dei suoi studi scrive numerose
sceneggiature e spettacoli teatrali e collabora con radio e televisione, arrivando a dirigere la serie A tale of
city. Comincia nel 2001 la sua avventura nel cinema, grazie alla co-sceneggiatura con Ebrahim Hatamikia di
Low Heights che ottiene un notevole successo di critica e pubblico.
Debutta su grande schermo con Dancing in the Dust, premio della critica e premio come miglior attore
protagonista al Festival di Mosca. Anche i suoi film successivi continuano a mietere riconoscimenti: A
beautiful city (2004), riflessione sul sistema giudiziario iraniano, (primo premio ai Festival di Varsavia,
all'India International Film Festival e al Moscow's Faces of Love Film Festival) e Fireworks Wednesday,
(vincitore del Festival Internazionale di Locarno e numerosi altri premi internazionali). Non tradisce le
aspettative la sua quarta pellicola, l'intenso About Elly, Orso D'Argento a Berlino per la miglior regia e
premiato al Tribeca Film Festival come Best Narrative Feature. Nel 2011 torna sul grande schermo alla
direzione del drammatico Una separazione, ennesima prova di grande spessore narrativo e ideologico
(vincitore, tra gli altri premi, di un Oscar di cui la stampa ufficiale iraniana non ha dato notizia all'epoca). Nel
2013 racconta un'altra separazione nel suo primo film francese, Il passato, presentato al Festival di Cannes,
dove la protagonista Berenice Bejo si aggiudica il premio come migliore attrice.
I suoi film indagano le pieghe più imprevedibili dell’animo umano, cercando una verità assoluta che solo
certe immagini, certi silenzi e pochi gesti a volte, riescono a sfiorare.
Sab 1, h. 16.00/Dom 2, h. 20.45
Dancing in the Dust (Raghs dar ghobar)
(Iran 2003, 95’, 35mm, col., v.o. sott. it.)
Nazar è costretto a divorziare dalla moglie in quanto figlia di una prostituta e fa il doppio turno per restituire
la somma avuta in prestito per il suo matrimonio impulsivo con la dolce Reyhaneh. Ma resta indietro nei
pagamenti e deve fuggire. Si ritira nel deserto, insieme a un vecchio che estrae veleno dai serpenti.
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Museo Nazionale del Cinema
Ufficio Stampa: Veronica Geraci (responsabile), Helleana Grussu
tel. 011 8138509-10 - cell. 335 1341195 - email: [email protected]
Una relativa verità. Il cinema di Asghar Farhadi
CALENDARIO DELLE PROIEZIONI
Sab 1, h. 16.00/Dom 2, h. 20.45
Dancing in the Dust (Raghs dar ghobar)
(Iran 2003, 95’, 35mm, col., v.o. sott. it.)
Nazar è costretto a divorziare dalla moglie in quanto figlia di una prostituta e fa il doppio turno per restituire
la somma avuta in prestito per il suo matrimonio impulsivo con la dolce Reyhaneh. Ma resta indietro nei
pagamenti e deve fuggire. Si ritira nel deserto, insieme a un vecchio che estrae veleno dai serpenti.
Sab 1, h. 17.45/Lun 3, h. 16.00
About Elly (Darbareye Elly)
(Iran 2009, 119’, 35mm, col.)
Ahmad, che vive in Germania e ha divorziato dalla moglie tedesca, torna per qualche giorno a Teheran. I
compagni di università lo coinvolgono in un fine settimana al mare e invitano anche Elly, con l’intenzione di
farle conoscere l’uomo. Tutto procede in allegria ma al secondo giorno uno dei bambini rischia di annegare.
Elly, che avrebbe dovuto sorvegliarlo, è scomparsa. Orso d’Argento a Berlino 2009.
Sab 1, h. 20.00/Dom 2, h. 16.00/Lun 3, h. 18.15/Mar 4, h. 18.00
Una separazione (Jodaeiye Nader az Simin)
(Iran 2011, 123’, 35mm, col., v.o. sott. it.)
Nader e sua moglie Simin stanno per divorziare. Hanno ottenuto il permesso di espatrio ma l’uomo non
vuole lasciare il padre malato. Simin lascia la casa e va a vivere dai genitori mentre la figlia resta col padre.
La situazione precipita e dovranno tutti fare riconsiderare le loro posizioni. Premio Oscar per il miglior film
straniero.
Sab 1, h. 22.15/Lun 3, h. 22.30
Il passato (Le passé)
(Francia/Iran 2013, 130’, DCP, col., v.o. sott. it.)
Ahmad arriva a Parigi da Teheran. Marie, la moglie che ha lasciato quattro anni prima, ha bisogno della sua
presenza per formalizzare la procedura del divorzio. Marie ha due figlie nate da un matrimonio ancora
precedente, ma ora ha deciso di sposare Samir, la cui moglie è in coma.
Lun 3, h. 20.30/Mar 4, h. 16.00
Beautiful City (Shah-re ziba)
(Iran 2004, 101’, 35mm, col., v.o. sott. it.)
A sedici anni A'la ha ucciso la sua ragazza e per questo è stato condannato a morte. Ora che di anni ne ha
diciotto viene trasferito dal carcere dei minori a un vero e proprio penitenziario. Deve scontare una condanna
a morte, ma il padre della vittima può commutare la pena in carcere a vita, col suo perdono. A complicare le
cose anche una rarefatta storia d’amore.
Mer 5, h. 18.30/Ven 7, h. 16.30
Fireworks Wednesday (Chaharshanbe-soori)
(Iran 2006, 102’, 35mm, col., v.o. sott. it.)
Fuochi d'artificio in terra iraniana. Si festeggia così l'ultimo mercoledì dell'anno persiano, detto anche
Nawruz, giusto in tempo per aprire all'arrivo della primavera. Splendore cromatico in cielo? Sarà, anche se in
terra le cose appaiono un po' più complicate. C'è una ragazza promessa sposa e una famiglia in crisi (causa
tradimenti) da cui lei si reca come donna delle pulizie. Ne esce un ritratto di famiglia piuttosto complesso,
urticante e assai poco ben augurante.