anemia infettiva del gatto

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anemia infettiva del gatto
LA RUBRICA VETERINARIA
ANEMIA
INFETTIVA
DEL GATTO
Dr. Roberto Setti
Per le domande al Dr. Setti potete scrivere un’ e-mail a:
[email protected]:
le risposte verranno pubblicate direttamente sul notiziario!
Questa malattia, Emobartonellosi, venne descritta per la prima volta nel 1942 in Sudafrica da Clark. L’agente eziologico è un batterio,
Mycoplasma Haemofelis (ex Haemobartonella Felis).
Dal 1953 questa malattia iniziò a essere segnalata anche in altri
paesi.
Il batterio vive sulla superficie dei globuli rossi, causandone un danno strutturale che porta alla loro distruzione. Spesso è lo stesso
sistema immunitario del gatto che, per eliminare il parassita, fa
esplodere il globulo rosso.
Il segno caratteristico è l’anemia ma spesso è presente ittero con
un colore nettamente giallo della cute (facilmente ispezionabile è
la zona dell’addome e la parte interna dell’orecchio) e della mucosa
orale.
L’animale ha febbre, è debole e manifesta una respirazione frequente (polipnea). L’aumento degli atti respiratori è in genere dovuta alla grave anemia ed è quindi compensatoria.
Il contagio avviene o tramite parassiti (pulci) che immettono il batterio nel sangue dell’ospite oppure durante le lotte con altri gatti.
Infatti la patologia colpisce maggiormente gatti maschi, non di razza e di età avanzata (oltre i 7/8 anni). Un’altra via di trasmissione è
dalla madre ai cuccioli (trasmissione verticale).
L’antibiotico specifico, doxiciclina, è efficace nel trattamento
dell’anemia, ma il gatto rimane portatore del parassita e può, in
caso di stress, ripresentare la sintomatologia.
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Foto 1
Foto 2
Foto 3
LA RUBRICA VETERINARIA
CASO CLINICO
Gatto maschio, sterilizzato,11 anni d’età. Viene portato alla visita
perché non si alimenta da 3 giorni e il proprietario ha notato problemi di respirazione.
Vive in giardino ma non presenta pulci, però potrebbe avere lottato
in passato con un gatto portatore. Alla visita il soggetto (foto1) si
presenta disidratato e gravemente anemico con un importante ittero (foto 2) a sinistra il siero trasparente di un gatto sano, a destra
il siero del gatto ammalato.
Il gatto è gravemente ipotermico (T 37,2). Gli esami di laboratorio
evidenziano una grave anemia e la presenza del parassita, purtroppo anche gli enzimi epatici e la bilirubinemia sono esageratamente
alti. L’ecografia non evidenzia nulla di particolare a livello di milza
e fegato, l’unico elemento anormale è la cistifellea aumentata di
volume, con ispessimento della parete.
Si inizia una terapia fluidica per i primi 2 giorni e lo si inizia ad alimentare con Aloe Vera Gel succo, 5ml ogni 2/3 ore. Viene utilizzato
l’antibiotico specifico.
Dopo 3-4 giorni l’animale ha ripreso ad alimentarsi, probabilmente
non è solo il parassita che ha causato tutto questo. Probabilmente un grave problema epatico (gli enzimi epatici erano aumentati
notevolmente) è stato il responsabile della colonizzazione da parte
del parassita.
Grazie al succo di Aloe Vera, Mao ha ripreso a mangiare (foto 3)
e ancora una volta questa meravigliosa pianta mi ha aiutato a risolvere un caso complicato dove il solo uso di liquidi di perfusione
avrebbero potuto essere negativi per la grave anemia in atto.
Il succo di Aloe Vera è un “nettare” benefico, ricco anche di vitamine del gruppo B, utile nella rigenerazione dei globuli rossi. In
soggetti così defedati e ipotermici il problema è riuscire a farli ripartire ad alimentarsi. Il succo di Aloe Vera è spesso utile come
convalescenziario da abbinare ad una terapia specifica.
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