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NUOVA
I musei nei primi anni
della Repubblica Turca
Giovanni Pinna
Nel 2014 pubblicai su Nuova Museologia un articolo
cietà di linguistica, di una società storica, l’accensione di
dedicato all’origine e allo sviluppo dei musei ottomani
cattedre di storia, di geografia e di linguistica all’Università
sino alla caduta dell’Impero avvenuta alla fine del primo
di Ankara, e la designazione della stessa Ankara a capiconflitto mondiale. Quanto segue ora è la continuaziotale dello stato, perseguivano lo scopo di indirizzare gli
ne di quella storia: essa illustra brevemente la politica culstudi verso la ricerca di possibili radici del popolo turco
turale nei confronti delle antichità e dei musei nei primi
in grado di associare la Turchia moderna al progresso delanni della Repubblica Turca.
la civiltà occidentale. La “Tesi storica turca” che fu elaborata a sostegno della politica di Atatürk partiva da
Dopo la Prima Guerra Mondiale, ottenuta la propria
presupposti diffusionisti. Essa sosteneva che i turchi fosindipendenza sotto forma di Repubblica Turca, fra gli ansero originari dell’Asia Centrale e fossero migrati in Cini Venti e Trenta la Turchia fu trasformata dalla politica
na e in India (ove non trovando civiltà indigene avrebdi modernizzazione e di secolarizzazione di Mustafa Kebero dato origine alle civilizzazioni di Mohenjodaro e di
mal Atatürk (1923-1938): i costumi vennero occidentalizzati,
Harappa), avrebbero poi proseguito per due vie: una setl’alfabeto latinizzato, le leggi e le istituzioni secolarizzatentrionale fra gli Urali e
te, la lingua riformata e
il Mar Caspio, lungo la
purgata degli elementi aracosta settentrionale del
bi e persiani, e il paese
Mar Nero, fino al Danubio
modernizzato. Perché quee la Tracia; l’altra meriste profonde riforme fosdionale verso la Mesoposero accettate e diffuse fra
tamia (ove avrebbero dala popolazione era necesto origine alle civiltà susario che la storia stessa del
mera ed elamita) e l’Anapaese venisse riscritta, e
tolia, per proseguire poi
che sorgesse una nuova
verso la penisola italiana
ideologia della nazione in
(ove avrebbero dato origrado di separare la nuogine agli etruschi), le isova Turchia dalle influenze
le dell’Egeo e la Grecia
delle culture persiana, arae, attraverso la Mesopoba e mussulmana che avetamia, verso la Siria e la Pavano caratterizzato il pelestina, fino in Egitto. La
riodo ottomano, liberanLa moschea di Aya Sofya di Istanbul. (Foto Giovanni
tesi fu sostenuta nella pridola nello stesso tempo
Pinna)
ma conferenza nazionale
dall’influenza della interorganizzata dalla società
pretazione eurocentrica
storica ad Ankara nel 1932, ove Atatürk non mancò di asdella storia che continuava a marginalizzare la Turchia
sistere a tutte le sessioni (Goode)2. In sostanza, dice
rispetto al mondo industriale progredito. Persino scrittori
Wendy Shaw (2006) che “mentre molti in Europa e neilluminati come Corrado Alvaro caddero nella trappola di
gli Stati Uniti utilizzavano la filologia e il diffusionismo
questa superiorità eurocentrica. Scrivendo del Museo Ararcheologico come prova della superiorità razziale e cocheologico di Istanbul, questi ne diede infatti una interme impulso all’eugenetica, la risposta turca al problema
pretazione tragica che, col riferirsi solo alle reliquie clasdella diversità in un’era di nazioni andò all’estremo opsiche e bizantine, escludeva di fatto secoli di storia illuposto, negando le differenze razziali col rendere tutti turstrati nel Museo Archeologico dalle antichità islamiche,
chi, in modo monomaniaco”. La “Tesi storica turca” era
la cui presenza nel museo era stata decisa nel 18981. La
fondazione nella prima metà degli anni Trenta di una sostata elaborata su basi sostanzialmente linguistiche; es-
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sa dava enfasi a lingue all’epoca non ancora classificaforma di identità nazionale. “Dividendo il paese in rete, come il sumero e l’etrusco, e alla lingua ittita che era
gioni geografiche, e attribuendo a ciascuna regione diconsiderata una lingua protoindoeuropea. La Tesi “desiversi costumi e abitudini, il museo costruì un modello
gnava tutte queste lingue come turche. Tali relazioni asattraverso cui le differenze potevano essere ridefinite in
sociavano i turchi alla fondazione della civiltà occidentermini geografici, invece che etnici. Al posto di consitale – di quelle sumera ed egiziana, non meno che di quelderare i diversi gruppi religiosi come millet, come era
in uso nel periodo Ottomano, il popolo imparò a conle greca e romana.” (Shaw, 2006) Non esistono a tutt’ogsiderare le proprie differenze più regionali che etniche.
gi evidenze archeologiche che suffraghino tali percorsi
Questo permise l’elisione dell’enorme cambiamento culmigratori, le affiliazioni razziali fra turchi, sumeri e ariaturale che ebbe luogo durante la transizione dal perioni e la relazione etnica e culturale fra i turchi moderni e
do ottomano a quello turco, comprese la perdita della
gli Ittiti (Özdogan); ciononostante una supposta affiliapopolazione armena nelle province orientali, attraverso
zione fra questi ultimi forniva allo sforzo riformatore di
il massacro e le violente deportazioni, e la perdita, atAtatürk la chiave per considerare il popolo turco come
traverso la guerra e l’interscambio, delle popolazioni
autoctono dell’Anatolia, abolendo l’ingombrante fardelgreche a ovest, comprese le enormi comunità di Istanlo della tradizione etnica mussulmana. In questo quadro
bul e di Smirne. La rela genialità politica di
gionalizzazione dei coAtatürk fu quella di trastumi e degli oggetti nasformare le differenze etzionali servì come metoniche esistenti sul territonimia per la regionalizrio della Repubblica in difzazione della storia, perferenze geografiche molto
mettendo la cancellazione
più coesive ai fini della
nel paese di costruzioni
creazione di una identità
mentali distinte e di stonazionale omogenea e in
rie regionali” (Shaw, 2011).
grado di sopportare uno
Il questo quadro la sestato fortemente centracolarizzazione che caratlizzato; una trasformazioterizzò la politica del Parne che fu resa più facile dai
tito Repubblicano Popolare
genocidi e dai trasferimenti
di Atatürk deve essere
coatti di intere popolaMezzi di sicurezza antincendio al Museo Topkapi. (Foto
considerata come un prozioni che avevano preceGiovanni Pinna)
cesso secondario, seppuduto l’entrata in campo di
re essenziale alla trasforAtatürk.
mazione delle etnie territoriali in entità geografiche; “la
Fin dai primi anni della Repubblica i musei giocarosecolarizzazione nella repubblica turca – scrive ancora
no un ruolo importante nel sostenere la politica del rela Shaw (2011) – non significava solamente lo stabilire
gime. Già nel 1923, uno dei principali artefici del nuoun sistema laico di controllo della religione, ma anche
vo corso, il sociologo e poeta Ziya Gökalp, era convinun passaggio nel linguaggio della diversità dal sistema
to della indispensabilità di un museo nazionale, cobasato sulla religione delle millet del periodo ottomano
struito dal popolo e per il popolo, in cui “collezionare
a uno basato sulle differenze geografiche”. Così, tutte le
l’arte popolare” e “svelare la cultura nazionale dagli anistituzioni museali subirono un processo di secolarizzagoli segreti ove è stata celata e metterla davanti agli oczione più o meno profondo: nel 1935 la moschea di Aya
chi delle élites illuminate” (citato da Shaw, 2011). Tale
auspicio si concretizzò nel Museo Etnografico di AnkaSofya fu trasformata in museo, in cui, come nel museo
ra fondato nel 1925, e aperto al pubblico cinque anni dodi arte turca e islamica di Istanbul, le eredità bizantine
po3, che assunse il ruolo di vero e proprio museo nae ottomane divenivano testimoni, le une accanto alle alzionale della nuova Turchia, perseguendo le due vie fra
tre, di due trascorsi imperiali ormai estranei al nuovo naloro strettamente connesse indicate dalla politica di
zionalismo turco. Nel 1924 l’apertura del palazzo TopkaAtatürk: il processo di secolarizzazione e la costruzione
pi come museo fu solo parziale, rimase infatti chiusa al
di un regionalismo centralizzato, vale a dire l’integrazione
pubblico la Sala del Mantello del Profeta, uno dei luofra centro e periferie della nazione, che, assieme alla righi ove avevano luogo le cerimonie religiose officiate dal
cerca di radici anatoliche, dovevano produrre la nuova
sultano. Tuttavia a Istanbul, antica capitale dell’Impero,
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il Museo Imperiale Ottomano, costruito in stile neoclasil museo, chiamato ora Museo delle Civiltà Anatoliche,
sico, incarnava ancora le due anime dell’identità ottomana
fu riorganizzato senza però mutarne il significato origi– le aspirazioni occidentali e il diritto sui territori dell’Imnario: “Mentre i bisbigli pro ariani dell’istituzione origipero –, e il Museo del palazzo Topkapi ricordava ai turnaria furono attenuati, l’enfasi del museo sulle antiche culchi un’antica eredità. Essi costituivano la testimonianza
ture autoctone divenne più forte poiché il museo stabilì
di un passato che
una progressione
non poteva essere
temporale della crecancellato dall’idenscita della civiltà in
tità nazionale, ma
Anatolia dalla preicon il quale la nuostoria all’antichità,
va Repubblica era
presentata come se
obbligata a fare i
tutto dell’Anatolia
conti.
potesse essere giuSi è visto che
dicato attraverso
un punto imporuna narrazione coetante della politica
siva, accettando codi Atatürk fu quelsì la geografia dello di stabilire radila nazione moderci anatoliche del
na. La disposizione
popolo turco, poicronologica del muché questo perseo dà meno enfametteva di affransi all’autentica nacare la Turchia daltura locale della
la tradizione etnimaggior parte delca mussulmana e
le civiltà descritte;
Una veduta del Museo Topkapi. (Foto Giovanni Pinna)
di avvicinarla al
così facendo minimondo occidentamizza la diversità
le. Qui il diffusioetnica che esse sotnismo lasciò spatintendono e smizio all’etnocentrinuisce perciò ansmo che affiliò la
che la diversità etTurchia moderna
nica contemporaall’unico impero aunea. Per esempio,
toctono dell’Anatomentre le eredità
lia, l’Impero Ittita.
di Urartu e della
La diffusione fra la
Fenicia sono state
popolazione
associate ai modell’idea di una diderni Armeni e Grescendenza ittita delci a causa delle lola Turchia moderna
ro storiografie nafu affidata, in camzionaliste, il museo
po museale, al Muinclude queste culseo Ittita di Ankara.
ture in un’ampia
Questo vide la lucultura anatolica
ce nel 1945, sette
che si sovrappone
La Sublime Porta. (Foto Giovanni Pinna)
anni dopo la moral territorio del mote del “Padre della
derno stato turco. In
Turchia”, “concepito – ha scritto la Shaw (2011) – come
contrasto con l’esposizione basata sui siti del Museo Arl’apogeo della Tesi storica turca, che dava come postucheologico di Istanbul, che sottolinea un possesso del paslato che gli Ittiti fossero proto-turchi, sottintendendo cosato antico condiviso con l’Occidente, la narrazione in chiasì radici ariane e autoctone per i turchi moderni”. Nel 1968
ve evolutiva del Museo delle Civiltà Anatoliche conside-
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ra l’Anatolia culla della civiltà (attraverso la sua vicinangli anni fra il 1800 e il 1860 ed erano dedicate agli artisti
za alla Mesopotamia) e al tempo stesso culla della modella scuola militare e della scuola di ingegneria. Questi
derna nazione” (Shaw, 2011).
erano definiti Primitivi, poiché era il primo gruppo di arLa trasformazione dei musei e la creazione di nuove
tisti ad aver ricevuto una educazione occidentale a Pariistituzioni avvenute negli anni della presidenza Atatürk ebgi ed erano i pionieri nella produzione di un’arte di stibero una duplice funzione: verso l’esterno esse contribuirono
le occidentale. Le gallerie 7-9 esponevano le opere del pea formare un’immagine della Turchia come paese moderno
riodo compreso fra il 1860 e il 1923. Esse erano destinadegno di essere accolto nel mondo Occidentale, mentre
te ai lavori dei diplomati dell’Accademia d’arte del periodo
verso l’interno servirono a facilitare l’assorbimento dei raottomano che costituivano la seconda ondata di contatdicali mutamenti imposti alla popolazione. Köksal ha soto con l’Occidente, per aver avuto un’educazione parigistenuto, per esempio, che l’istituzione del museo di pitna. Le gallerie 12-17 contenevano le opere d’arte più
ture e di sculture, fondato a Istanbul nel 1937 su ordine
progressiste, prodotte dopo il 1923. Si trattava di opere
diretto di Atatürk, nacque a seguito della consapevolezdi artisti che avevano raggiunto un certo livello di matuza del ruolo fondamentale che l’esperienza visiva poterità, poiché costituivano il terzo gruppo ad aver avuto un’eduva giocare per un popolo il cui tasso di analfabetismo era
cazione occidentale, e nello stesso tempo repubblicana”
cresciuto a seguito
(Epikman, 1938, in
dell’adozione dell’alKöksal).
fabeto latino, che
peraltro era stato un
Giovanni Pinna è
Direttore di Nuova
passo importante
Museologia.
per la instaurazione
di una Turchia moderna. Nello stesso
1. “Raramente un museo
tempo il nuovo muoffre un aspetto più traseo, escludendo l’argico della parte bizante islamica tradiziotina del museo di Conale, mettendo in
stantinopoli. Colonne e
evidenza i rapporti
capitelli, pulpiti e aquile, stroncati, decapitati,
degli artisti nazioridotti a poco più che
nali con l’Occidenschegge, tornati alla più
te, e forgiandosi sul
semplice essenza di bomodello tipico dei
lidi e di minerali preziosi,
musei europei, asattestano le ambizioni
romane di questa che
Una sala del nuovo Museo Islamico di Istanbul. (Foto Goppion)
sunse il compito di
fu la Nuova Roma. Un
mostrare il volto ocpulpito in mezzo a una sala, tagliato in un solo blocco di marmo vercidentale della nazione: “la categorizzazione degli ogde, sembra l’avanzo d’un carretto; le bizzarrie e le audacie dei capigetti era canonica, le esposizioni erano cronologiche con
telli sono sogni di una civiltà che si credette sul punto di rinascere fiochiari pannelli informativi e la narrazione stabiliva una traietrita con tutte le aspirazioni dell’Asia e di Roma insieme, ai piedi del
Cristianesimo, e poi ridotta in minutissimi pezzi. Non solo i turchi futoria evolutiva che si riferiva al progresso moderno e rarono iconoclasti, ma prima di loro gli stessi cristiani. Come alligna la
zionale della nazione” (McClellan, in Köksal). Il museo fu
pianta dell’odio in questa terra. Alla fine, di Costantinopoli rimangosistemato nel palazzo Dolmabahçe, residenza del sultano prodigiosamente in piedi proprio colonne e obelischi, e la colonno durante l’Impero, le cui sale furono organizzate in galna bruciata di Costantino, che un incendio spogliò della sua superfilerie, in modo da creare, sul modello del Louvre, un percie di marmo, e ne lasciò lo scheletro, cosa mirabile, fierissima rovina” (Corrado Alvaro, Viaggio in Turchia, 1931).
corso adatto a ospitare una narrazione per immagini me2. La Tesi Storica fu poi ripresa nel 1988 dall’allora primo ministro
diata dalla produzione artistica della nazione, lungo il XIX
Turgut Õzal, in un articolo dal titolo La Turchia in Europa e l’Euroe i primi decenni del XX secolo. Il criterio principe che
pa in Turchia, per dimostrare la coerenza dell’aspirazione della Turguidava l’esposizione era il rapporto delle opere e degli
chia a essere ammessa nella Comunità Europea (Goode).
artisti con l’Occidente, per stabilire così, anche attraver3. Il museo ha ospitato la tomba di Atatürk dalla sua morte fino al
so la produzione artistica, la trasformazione della nazio1953, quando la salma fu traslata nell’imponente Anitkabir, con anne in stile occidentale. Perciò “il museo aveva 17 gallenesso museo degli oggetti personali e dei documenti dell’uomo di stato, che sovrasta la città di Ankara.
rie organizzate cronologicamente, le prime 6 coprivano
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