Tesina modello laurea triennale: sottotitoli di "Arancia meccanica"

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Tesina modello laurea triennale: sottotitoli di "Arancia meccanica"
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Laura Marsicano, II anno Laurea in Mediazione Linguistica e Culturale
Esame di Teoria e tecnica della traduzione 2014
La cura : «And viddy films I would »
Analisi e commento dei sottotitoli italiani, spagnoli e portoghesi di una scena tratta da
Arancia meccanica (film di Stanley Kubrick, 1971)
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Introduzione........................................................................................................................................ pag. 1
Quadro concettuale............................................................................................................................. pag. 2
Raccolta dati........................................................................................................................................ pag. 2
Analisi.................................................................................................................................................. pag. 3
Conclusioni..........................................................................................................................................pag. 11
Bibliografia.......................................................................................................................................... pag. 12
Appendice.......................................................................................................................................... pag. 12
Scopo di questa tesina è indagare sulle differenti strategie e scelte traduttive (e, necessariamente, anche sulle
relative problematiche di resa) che entrano in gioco durante l’operazione di trasposizione linguistica dei
sottotitoli di un film, tipologia di testo audiovisivo forse tra le più apprezzate. L’opera cinematografica in
questione è “Arancia meccanica” (titolo originale “A Clockwork Orange”), il nono lungometraggio di Stanley
Kubrick realizzato nel 1971 e tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess (1962) ; la scena che ho scelto
di analizzare è quella della “cura”, una fra le mie preferite della pellicola in quanto, a mio avviso, la più “ricca”
ed esemplificativa sia sul piano concettuale e contenutistico che su quello linguistico. A tal proposito, le lingue
per le quali ho optato sono quella italiana (di cui sono parlante madrelingua), spagnola (di cui ho una
conoscenza di livello B1) e portoghese (lingua che ho scelto perché trovo particolarmente interessante e
piacevole, sebbene il mio livello di conoscenza della stessa sia pressoché nullo). A queste si aggiunge tuttavia,
seppur parzialmente, una quarta lingua (o quinta, se si considera anche quella del prototesto) : il russo. Questo
perché uno degli elementi che più di ogni altro caratterizza “Arancia meccanica” è il cosiddetto nadsat, slang
ideato da Burgess che si presenta come una sorta di “versione russificata dell’inglese”, con termini mutuati
dalla lingua russa ed altri completamente inventati ; nonostante nel romanzo sia impiegato in misura maggiore
rispetto alla versione cinematografica, questo gergo stravagante è comunque ampiamente ripreso anche dal
regista e parlato esclusivamente da Alex, il protagonista, e dai Drughi, suoi compagni di scorribande.
Alla luce di ciò, pertanto, nel discutere alcuni dei punti della scena in esame che a mio parere meritano uno
sguardo più attento in relazione alle varie strategie adoperate durante il processo di traduzione e ai diversi
risultati che ne conseguono, tenterò di focalizzarmi in particolar modo su quelle scelte traduttive che si rivelano
essere più ardue poiché determinate dalla presenza di uno slang artificiale.
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Per testo (o documento) audiovisivo s’intende qualsiasi testo che combini, attraverso una messa in scena, più
linguaggi : quello verbale, quello visivo e quello sonoro. Saranno quindi testi audiovisivi non soltanto film,
documentari, programmi televisivi, videogiochi e cartoni animati, ma anche, per esempio, il teatro e l’opera ; in
altri termini, tutti quei prodotti in cui si evidenzia il fondamentale ruolo che l’informazione non verbale (gesti,
suoni, colori, movimenti) riveste, unita alla sua interdipendenza con l’elemento verbale.
Detto questo, parlando di traduzione audiovisiva si designeranno “tutte le modalità di trasferimento linguistico
che si propongono di tradurre i dialoghi originali di prodotti audiovisivi per renderli accessibili a un pubblico
più ampio”. E proprio perché si assiste a una presenza simultanea di codici, la difficoltà che il traduttore del
testo audiovisivo si trova ad affrontare è notevole : questi deve, infatti, essere in grado di gestire attentamente e
“incanalare” le diverse componenti semiotiche in maniera tale da consentire al destinatario del prodotto
audiovisivo di usufruire contemporaneamente di tutti i segnali e, dunque, di comprendere il messaggio nella
sua globalità (tenendo chiaramente conto anche dell’elemento sociale e di tutti quegli altri fattori di natura
diatopica, diastratica e diafasica generalmente presenti). I procedimenti di traduzione audiovisiva ad oggi più
noti sono il doppiaggio (dubbing), l’oversound, la sottotitolazione e la sopratitolazione.
Entrando adesso più nello specifico per trattare di sottotitolazione, occorre precisare che la trasposizione dei
sottotitoli non consiste in una traduzione interlineare delle battute originali di un dialogo, bensì in una loro
sintesi : trattandosi, infatti, del passaggio da un codice (quello sonoro, anche se nato in formato scritto nel
copione) a un altro (quello visivo), il traduttore dovrà prendere ben in considerazione i limiti imposti da tale
cambio (spazio e tempo sullo schermo circoscritti, per fare un esempio) se vuole che la trasposizione e la resa
finale risultino quanto più corrette possibile. Le modifiche saranno compiute attraverso il cosiddetto metodo
della compressione, vale a dire attraverso la riduzione del numero delle parole, cercando, comunque, di
ridurre al minimo le “perdite” di significato per non stravolgere il messaggio originale. Altro aspetto da non
sottovalutare è il fatto che lo spettatore deve contemporaneamente osservare le immagini, ascoltare il sonoro in
una lingua che non conosce (o che conosce solo in parte) e leggere il testo in sovraimpressione sullo schermo :
lavoro certamente non da poco e che richiede grande concentrazione. Per questo motivo, il traduttore dovrà
anche avere cura di “normalizzare” le battute, in altre parole di utilizzare espressioni meno “colorite” e
ridondanti rispetto al sonoro al fine di rendere il tutto più semplice e immediato all’occhio del destinatario.
Ora, nell’analisi che andrò a svolgere dei sottotitoli, avrò modo di affrontare, mediante i corrispettivi esempi
tratti dai testi in appendice, le problematiche di traduzione che ho sopraelencato. Comincerò con l’esporre il
modello di analisi proposto da Christiane Nord (1988),
denotando alcuni elementi interni ed esterni al prototesto in
questione ; successivamente, facendo opportuni riferimenti
anche alle tecniche traduttive di sottotitolazione enumerate da
Henrik Gottlieb (1992), indicherò di quali di queste ho
riscontrato applicazione, in particolare nella traduzione alle altre
lingue dei termini nadsat.
L’unica fonte dalla quale ho attinto per il reperimento e l’analisi
dei sottotitoli è l’edizione in DVD del film, non essendo riuscita
a scaricarne altri da nessun sito per poter realizzare un eventuale
confronto (tra i vari siti avevo valutato utile, per scaricare i
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sottotitoli in lingua russa non presenti all’interno del DVD, http://subtitlesbank.com/it/subtitles/movieid-2339/ ultima consultazione 07/02/2014 ; tuttavia, non essendo certa dell’affidabilità del sito stesso, non me ne sono
servita). Stesso discorso per quanto riguarda i profili di chi ha realizzato le traduzioni analizzate, non reperibili
sul web : secondo l’unica indicazione fornita nel DVD, la trasposizione di tutti i sottotitoli è stata realizzata dalla
Gelula/SDI.
Un sito che mi è stato
invece di aiuto nella
ricerca
di
alcuni
termini
nadsat
è
http://www.orizzontiku
brickiani.it/Diznadsat.h
tml, che ho consultato
per l’ultima volta il
07/02/2014.
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Prototesto : INGLESE (sonoro)
Traduzioni : ITALIANO (sottotitoli) ; SPAGNOLO (sottotitoli) ; PORTOGHESE (sottotitoli)
4.1 Analisi secondo il modello proposto da Christiane Nord (1988)
È ormai chiaro che, sentendo parlare di “traduzione”, l’idea che balza per prima alla nostra mente è quella del
passaggio da una lingua a un’altra. Ed è inconfutabile : l’atto del tradurre implica il coinvolgimento di due (o
più) lingue. Ma quello che il più delle volte ci sfugge quando ci troviamo a svolgere una traduzione, anche
semplicissima, è che il coinvolgimento riguarda anche le due (o più) culture proprie delle lingue di cui ci
stiamo occupando ; ed è talmente scontato che finiamo per non pensarci. Per questa ragione, ogni volta che il
traduttore si troverà a svolgere la sua “missione” (sia questa tradurre un libro, o un fumetto, o un film), sarà
doverosa una riflessione preliminare su tutti quegli elementi interni ed esterni al prototesto (primo tra tutti lo
scopo dell’emittente/autore dell’originale) rilevanti per la traduzione e che, una volta analizzati, saranno
trasmessi a un metatesto che dovrebbe riprodurre lo stesso effetto nella lingua d’arrivo. Questo “modello di
analisi funzionalista” è stato teorizzato da Christiane Nord (1988) e consiste, più precisamente, nell’esaminare
congiuntamente tutti i fattori, esterni e interni al testo (argomento, autore, cultura di partenza, destinatario-
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modello, finalità, canale comunicativo etc.), in un continuo riesame delle informazioni ottenute, relazionandole
fra loro per arrivare, alla fine del procedimento, a scegliere l’approccio traduttivo più adeguato. Il processo di
traduzione, secondo la teorica tedesca, segue dunque un percorso ciclico.
Su questa base procederò ora alla realizzazione di un elenco, nel quale inserirò alcuni elementi esterni e interni
al prototesto della scena che ho scelto (e della pellicola in generale) :
 ELEMENTI ESTERNI AL PROTOTESTO
o
o
o
Emittente/autore  Stanley Kubrick ;
Destinatario modello  il tipo di pubblico non è ben delineato, facendo quindi supporre la presenza
di una cerchia di destinatari piuttosto estesa. Tuttavia, considerando l’argomento, gli spunti alla
riflessione che il film offre e la complessità di linguaggio, ciò che si evince è che, con molta probabilità,
il target sarà un pubblico con una capacità di giudizio e di analisi che non può essere prerogativa, ad
esempio, di bambini e adolescenti ;
Informazioni su luogo e tempo  la vicenda si sviluppa sullo sfondo di una Londra distopica e
futuristica per l’epoca (si pensa comunque sia ambientata intorno agli anni Settanta, quindi in un
futuro abbastanza vicino).
 ELEMENTI INTERNI AL PROTOTESTO
o
o
o
Argomento  le vicende di Alex, giovane criminale trasformato previo lavaggio del cervello da
individuo amorale qual era a cittadino rispettabile, ma in realtà privato del “libero arbitrio” da una
società che da vittima diverrà carnefice ;
Contenuto (della scena in esame)  la scena che ho scelto di analizzare è la scena del trattamento
Ludovico, il programma di “rieducazione” dei criminali lanciato dal nuovo Governo in carica e a cui
Alex viene sottoposto dopo essersi proposto lui stesso (la cura nient’altro è che un pretesto per uscire
anticipatamente dal carcere) ;
Caratteristiche linguistiche e stilistiche del prototesto  il linguaggio utilizzato è senza dubbio
complesso per quanto è affascinante, non tanto a livello sintattico quanto a livello lessicale : la pellicola
è infatti interamente pervasa dalla presenza del gergo artificiale nadsat, che crea un effetto di
straniamento nello spettatore che non ne conosce il vocabolario. La traduzione dovrà, pertanto, essere
più mirata in questo caso.
Questi (e tanti altri) sono i fattori a cui il traduttore dovrà sottostare per garantire una traduzione quanto più
completa, corretta e soddisfacente ; d’altra parte, si parla pur sempre di una “medium-constrained translation ”
(traduzione subordinata al mezzo).
E per quanto riguarda lo scopo dell’autore, che abbiamo detto essere la condicio sine qua non del modello di
analisi proposto da Nord? In questo lascio la parola al maestro Kubrick, che affermò che "L'idea centrale del
film riguarda il problema della libertà di scelta. Se veniamo privati della possibilità di scelta tra il bene e il male
perdiamo la nostra umanità ? Diventiamo, come suggerisce il titolo, un' arancia meccanica ? [...] Alex
rappresenta l'inconscio, l'uomo allo stato naturale. Con la cura Ludovico è stato civilizzato, e la malattia che ne
segue può essere vista come la nevrosi imposta dalla società”.
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4.2 Analisi secondo le tecniche traduttive enunciate da Gottlieb (1992)
Sulla base delle osservazioni fatte all’interno del quadro concettuale in merito alle problematiche tipiche della
trasposizione in sottotitoli e agli approcci comunemente adottati per tradurre, si evince che il destinatario ha la
priorità assoluta : ampio spazio, infatti, è lasciato agli adattamenti (ma sempre cercando di non “alterare”
troppo il prototesto), allo scopo di facilitare lo spettatore nella comprensione mentre questi è impegnato nella
decodifica di codici semiotici diversi.
Il traduttologo danese Henrik Gottlieb elencò, nel 1992, nove strategie traduttive da applicare nel passaggio
dalle battute originali al testo per i sottotitoli :
-
l’aggiunta di spiegazioni ;
il cambiamento di qualche elemento della frase, necessario nel passaggio dalla lingua di partenza a
quella di arrivo ;
la traduzione letterale (tradurre parola per parola il prototesto) ;
la riproduzione di alcuni tratti della lingua di partenza ;
l’imitazione di suoni insoliti per entrambe le lingue ;
l’uso di mezzi linguistici diversi per mantenere lo stesso effetto ;
la sintesi del testo originale, senza perdite di significato ;
l’eliminazione di una parte del testo originale contenenti significati non essenziali ;
l’eliminazione totale di una parte di testo con perdita di significati.
Procediamo adesso all’analisi relativa alla traduzione interlinguistica dei nostri sottotitoli, e cioè alla loro
trascrizione in una lingua diversa da quella del prodotto originale.
Nel fare ciò prenderò in esame il dialogo della sceneggiatura originale, e cioè il prototesto sonoro, e lo
confronterò con le tre diverse versioni del metatesto per individuare i vari approcci di traduzione adottati.
Come ho accennato nell’introduzione, una delle prime cose che colpisce in “Arancia meccanica” è il
linguaggio, in particolare quello adoperato dal protagonista e dalla sua gang : quell’affascinante, bizzarro argot
denominato nadsat che ha catturato il mio interesse non solo perché elemento chiave dell’opera e, quindi,
oggettivamente degno di nota, ma anche perché altrettanto degno di nota è lo sforzo che la traduzione di tale
gergo comporta. Nell'ottica di quanto riportato, dunque, concentrerò la mia attenzione sulle tecniche traduttive
utilizzate nella trasposizione di questi termini.

Confronto fra la versione sonora inglese (A) e i sottotitoli in italiano (B)
(A) “And viddy films I would.”
(B) “Eccome, se li “sbirciai” i film.”
Questa breve frase, pronunciata fuori campo da Alex per indicare l’inizio della cura, nella versione
originale inglese presenta un’inversione della struttura sintattica (la frase corretta sarebbe “And I would
viddy films”) che è palesemente finalizzata a porre in rilievo l’elemento verbale : non a caso il verbo
all’infinito, “viddy”, fa parte dello slang nadsat e significa “vedere”. È pertanto da ipotizzare che il
regista abbia voluto, allo stesso tempo, dare risalto al gergo e all’azione del vedere (Alex li vide, i film, e
per bene  la cura consiste infatti nel costringerlo a osservare scene di violenza che, pian piano,
andranno a inibire il suo istinto aggressivo). Inoltre, la frase così invertita pare suonare molto meglio
all’orecchio di quella sintatticamente corretta. Passando alla traduzione in italiano, è da notare anche
qui una disposizione della frase non proprio corretta grammaticalmente (la ripetizione del
complemento oggetto usando “li”, per risaltare anche nella lingua del metatesto l’importanza
dell’azione) ; per quanto riguarda la traduzione del verbo, il traduttore ha forse ritenuto che “vedere”
non rendesse giustizia al prototesto ed ha quindi tradotto con “sbirciare” (è da considerare anche la
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presenza delle virgolette, molto probabilmente per risaltare la natura gergale del termine in lingua
originale). Personalmente non so spiegarmi il perché di tale scelta, ma considerando che uno dei
significati di “sbirciare” è “guardare attentamente” è probabile che il traduttore gli abbia attribuito tale
significato, sempre per risaltare l’importanza dell’azione compiuta. In più quell’ “eccome” a inizio
frase ribadisce il concetto in maniera semplice, ma concisa ed efficace, contribuendo a ricostruire il
messaggio originale senza perdite di significato.
(A) “Where I was taken to, brothers… was like no cine I ever viddied before. I was bound up in a
straitjacket… and my gulliver was strapped to a headrest… with light wires running away from it.
Then they clamped, like, lid-locks on me eyes… so that I could not shut them, no matter how hard
I tried. It seemed a bit crazy to me… but I let them get on with what they wanted to get on with. If I
was to be a free young malchick again in a fortnight time… I would put up with much in the
meantime, O my brothers.”
(B) “Ma un “cine” così… non l’avevo mai visto in vita mia. Mi misero una camicia di forza… e mi
attaccarono un sacco di fili elettrici al “gulliver”… e i divaricatori per non farmi chiudere gli occhi…
in nessun modo. Una roba un po’ folle… ma io li lasciavo fare. Per tornare un libero “malchick”
in quindici giorni… avrei sopportato ben altro, fratelli.”
In questo passaggio il metodo della compressione è particolarmente evidente : basti osservare la prima
frase, che nella traduzione al metatesto cambia perdendo tutto il pezzo iniziale dell’originale inglese
(“Where I was taken to, brothers”) ; l’omissione della parola “brothers” (fratelli) contribuisce inoltre a
una perdita, anche se non particolarmente grave, di significato (visto che il protagonista usa spesso tale
espressione). La parola “cine” inglese, abbreviazione di “cinema”, viene in italiano riportata identica
con l’aggiunta delle virgolette, a sottolinearne la natura “gergale” (il protagonista è adolescente, e
considerando la sua giovane età forse questo uso è da considerarsi come parte di un linguaggio di
appartenenza, per identificarsi - un po’ come sono soliti fare gli adolescenti del nostro tempo ; il
traduttore ha intelligentemente deciso di lasciarla invariata per non “sminuire” il personaggio).
“Before” (prima) è sostituito con “in vita mia”, mentre questa volta il “viddied” diventa “visto” (e non
“sbirciato” – è comunque una saggia scelta anche questa, dal momento che “sbirciare un cinema” in
italiano non ha senso alcuno, e ovviamente suonerebbe alquanto sgradevole). Anche nella seconda
frase (“I was bound […] away from it” / “mi misero una camicia di forza […] fili elettrici al gulliver”) si
assiste in italiano a un fenomeno di riduzione, che consiste in un cambio del soggetto (da Alex il
soggetto dell’azione passa ai dottori nel metatesto), senza però apportare perdite di significato ;
“gulliver”, altro termine nadsat che significa “testa”, viene anche qui riportato identico tra virgolette per
rendere giustizia allo slang. A tale proposito vorrei avanzare un’altra riflessione personale : sebbene il
traduttore di sottotitoli debba cercare di “normalizzare” le battute originali attraverso espressioni meno
gergali, onde evitare di creare difficoltà di comprensione allo spettatore, qui io credo invece che la
scelta di mantenere i termini nadsat senza dare spiegazioni circa il loro significato sia più che
azzeccata. Infatti, se al posto di “gulliver” nei sottotitoli ci fosse stato “testa”, a mio parere lo spettatore
che ascoltava il film in inglese e leggeva i sottotitoli italiani avrebbe dovuto fare uno sforzo maggiore
per capire a cosa corrispondesse il termine “gulliver” (a meno che non ci arrivasse con l’intuito, ma
non si può arrivare a pretendere anche questo!)… Mentre così, leggendolo anche sullo schermo oltre
che a sentirlo, il problema non dovrebbe porsi. Per di più il nadsat, come abbiamo già detto,
caratterizza il personaggio, e tradurlo nell’italiano standard comporterebbe una perdita non da poco!
Proseguendo, “no matter how hard I tried” diventa “in nessun modo”, perdendo un po’ di pathos ma
senza stravolgere troppo il significato (il messaggio è leggermente meno enfatizzato nel metatesto, ma il
“succo” resta quello) ; lo stesso vale per “but I let them get on with what they wanted to get on with”
contro un più secco “ma io li lasciavo fare” : altra “compressione” di battute senza perdite di
significato, visto che comunque la ripetizione di “get” e “with” e le numerose “w” rendono l’originale
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inglese un po’ ridondante. Altra parola nadsat che incontriamo è “malchick”, che significa “ragazzo” e
che viene trasposta tale e quale e tra virgolette come per i casi precedenti.
(A) “The sounds were really horrorshow. You could slooshy the screams and moans very realistic.
You could even get the heavy breathing and panting… of the tolchocking malchicks at the same
time.”
(B) “Il sonoro era un delirio. Ti “slusciavi” sia le urla e i lamenti molto realistici… sia i respiri e i
gemiti dei “taroccanti”… contemporaneamente.”
“Horrorshow” è l’ennesimo termine nadsat e, in italiano, il suo significato è un po’ complicato da
rendere con una sola parola. Il traduttore qui ha infatti parafrasato con “un delirio”, mancando di
conservare la compattezza del prototesto ; ciononostante il messaggio pare essere reso dignitosamente
nella lingua d’arrivo, perché riesce comunque a rende l’idea di qualcosa di estremamente
entusiasmante.
Immediatamente dopo segue un altro vocabolo tratto dallo slang, “slooshy”, il cui significato è
“ascoltare, sentire” (si ricorda che tutti i termini nadsat hanno derivazioni russe, e infatti “ascoltare” in
russo si dice slu¡atÝ  pronuncia slushat’). Nel metatesto è reso, sempre tra virgolette, con
“slusciavi” (“slusciare”), parola che nella nostra lingua non esiste. Ipotizzo che il traduttore abbia
semplicemente voluto conservare il gergo nel metatesto come negli altri casi, senza preoccuparsi di
fornire una traduzione adeguata. Medesimo discorso anche per quanto riguarda il termine successivo,
“tolchocking” (dall’ infinito “tolchock”) , che significa “colpire”: il participio sostantivato “taroccanti”,
così come è stato trasposto, non esiste nel nostro vocabolario, dunque anche qui l’intento del
traduttore deve essere stato quello di renderlo in un italiano “verosimile” senza fargli perdere, al
contempo, l’originalità tipica del nadsat.
(A) “But I tried to forget this, concentrating on the next film… which jumped right away on a young
devotchka… who was being given the old in-out, in-out… first by one malchick… then another.
Then another. When it came to the 6th or 7th malchick… leering and smecking and then going into
it… I began to feel really sick. But I could not shut me glazzies. And even if I tried to move my
glazzballs about… I still could not get out of… the line of fire of this picture.”
(B) “Cercavo di non pensarci… concentrandomi sul film che veniva dopo… dove si vedeva una
giovane “devotchka”… che veniva violentata al “dentro-e-fuori”. Prima da un “malchick”… poi da
un altro. E un altro ancora. Al sesto o settimo “malchick” sghignazzante… che glielo metteva
dentro… cominciai a sentirmi veramente male. Ma non potevo chiudere i “globi”. Nemmeno
girando i “globi”… riuscivo a distogliere lo sguardo… da quelle immagini.”
Poche battute dopo, la presenza dello slang torna a farsi sentire con il termine “devotchka” (ragazza) ;
il metodo di trasposizione è lo stesso, ossia la parola così come riportata nel prototesto con l’aggiunta
delle usuali virgolette. Il fine? Chiaramente quello di mantenere intatta la peculiarità del film, del
personaggio, del gergo e via dicendo.
Con il successivo, “in-out, in-out”, si assiste invece a una traduzione “interlineare”, vale a dire parola
per parola (la trasposizione è infatti “dentro-e-fuori”) ; il verbo, dal canto suo, cambia dal “(who) was
being given” del prototesto (traduz. lett: “alla quale veniva dato”) al “veniva violentata” del metatesto.
Provando a giustificare tale traduzione, sicuramente più libera, mi azzardo a rispondere che una
trasposizione parola per parola in italiano non avrebbe reso tanto quanto il verbo “violentare”, che
restituisce l’idea della bestialità propria del protagonista (visto che il discorso è pronunciato da lui) e
concorda anche meglio con il visivo.
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Altra parola nadsat che incontriamo è “smecking” (dall’infinito “smeck”), che significa “ridere”;
nell’originale sonoro questa è preceduta da “leering”, vocabolo dell’inglese standard il cui significato è
“lanciare occhiate”, mentre nel metatesto “leering” va a perdersi. Tornando allo slang, “smecking” è
trasposto come “sghignazzanti” ; scelta riuscita, a mio dire, perché è capace sia di esprimere l’idea di
sguaiataggine e mancanza di misura che il solo verbo “ridere”, in un’accezione più generica, non
saprebbe dare, sia di riprodurre, anche se in forma minima, un suono onomatopeico come avviene
per la parola al prototesto.
Ultima parola nadsat è “glazzies”/“glazzballs” (o “glazz”), che corrisponde a “occhio” (dal russo glaz
 pronuncia glaz). Il termine è ripetuto due volte, vicine l’una l’altra ; nel prototesto sono riportate
due versioni, appunto “glazzies” la prima volta e “glazzballs” la seconda. Nel metatesto, invece, l’unica
traduzione per entrambi i casi è “globi”, il cui impiego in italiano non è raro (“globi oculari”).

Confronto fra la versione sonora inglese (A) e i sottotitoli in spagnolo (B)
(A) “And viddy films I would.”
(B) “Y vaya que videé películas.”
Anche nella traduzione allo spagnolo di questa frase si evidenzia, come per la traduzione all’italiano, il
rispetto assoluto del significato veicolato nel prototesto : il “vaya” sta per “eccome”, “caspita”, e
contribuisce a porre in risalto l’azione, mentre il “videar” rende perfettamente l’onomatopea del
termine nella lingua originale.
(A) “Where I was taken to, brothers… was like no cine I ever viddied before. I was bound up in a
straitjacket… and my gulliver was strapped to a headrest… with light wires running away from it.
Then they clamped, like, lid-locks on me eyes… so that I could not shut them, no matter how hard
I tried. It seemed a bit crazy to me… but I let them get on with what they wanted to get on with. If I
was to be a free young malchick again in a fortnight time… I would put up with much in the
meantime, O my brothers.”
(B) “El sitio donde me llevaron... no se parecía en nada a los cineomas corrientes. Me pusieron una
camisa de fuerza... y me colocaron en la quijotera... un aparato con alambres colgando. Después
me pusieron unas cosas en los ojos... y por más que quisiera no podía cerrarlos. Me parecía como
de locos... pero les dejé que siguieran con lo suyo. Si en un par de semanas iba a ser de nuevo un
chavalko libre... estaba dispuesto, queridos hermanos, a aguantar lo que fuera.”
La prima frase, “where I was taken to […] viddied before”, tradotta in spagnolo comporta un cambio di
significato : il traduttore l’ha resa con “el sitio […] no se parecía en nada a los cineomas corrientes”
(“non assomigliava affatto ai cinema di adesso”), che però non vuol dire esattamente la stessa cosa del
prototesto perché non evidenzia il fatto che il protagonista non era mai stato in un cinema simile
prima. O meglio, non esplicitamente. “Gulliver” diventa “quijotera”, scelta che non so come
giustificare (“quijotera” non esiste in spagnolo ; credo sia una semplice invenzione del traduttore).
Nella trasposizione “malchick” / “chavalko” si assiste invece a una “contaminazione” della parola
spagnola “chaval”, che significa “adolescente”, con la desinenza nadsat “ko”.
(A) “The sounds were really horrorshow. You could slooshy the screams and moans very realistic.
You could even get the heavy breathing and panting… of the tolchocking malchicks at the same
time.”
(B) “El sonido era de fenómenos. Los gritos y los lamentos tenían mucho realismo. Y se podían
audear hasta los jadeos... de los chavalkos cuando les tolchokeaban.”
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“Horrorshow”, come abbiamo visto per l’italiano, viene parafrasato in “de fenómenos”. “Slooshy”
diventa “audear” (altra aguzza invenzione del traduttore), mentre per “tolchocking” la traduzione in
“tolchokear” (con desinenza tipica spagnola “-ear”) mantiene intatta la peculiarità del nadsat.
(A) “devotchka” / “in-out, in-out”
(B) “devotchka” / “metisaca, metisaca”
“Devotchka” rimane tale e quale, per risaltare l’importanza dello slang, mentre da “in-out, in-out” si
passa a “metisaca” : come per l’italiano, anche qui una traduzione letterale (“metisaca” è un composto,
da “meter” “mettere”, “infilare” e “sacar” “tirar fuori”).
(A) “smecking”
(B) “riendo imbécilmente”
Traduzione libera del termine nadsat “smeck”, senza mantenere la natura gergale nel metatesto.
L’espressione utilizzata dal traduttore “riendo imbécilmente” ripropone comunque efficacemente
l’immagine della sgarbatezza dei “malchicks”.
(A) “glazzies”
(B) “vidrios”
In questo caso, come per “quijotera”, non riesco a giustificare la scelta del traduttore di trasporre
“glazzies” in “vidrios” : il termine esiste in spagnolo, ma significa “vetro”.
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Confronto fra la versione sonora inglese (A) e i sottotitoli in portoghese (B)
(A) “And viddy films I would.”
(B) “E vi bastantes fitas.”
Nel caso del portoghese la traduzione di questa frase perde un po’ di significato : se nel prototesto,
infatti, l’intento era quello di sottolineare l’azione che Alex compie (il fatto che i film li vide per bene,
considerando come glieli fecero vedere e le conseguenze), qui la frase appare più “appiattita” (traduz.
“vidi abbastanza film”), meno accentuata ; il “bastantes” certamente non basta a rendere l’idea
dell’originale. Neppure la presenza del nadsat si nota : “vi” corrisponde al portoghese standard
(passato remoto di “ver”, “vedere”).
(A) “gulliver”
(B) “cabeça”
Altra notevole perdita, non di significato ma “culturale” : nemmeno in questo caso il traduttore si è
sforzato di mantenere nel metatesto la natura gergale del termine nadsat, limitandosi dunque a fornire
la traduzione regolare.
(A) “If I was to be a free young malchick again in a fortnight time… I would put up with much in the
meantime, O my brothers.”
(B) “Para ser de novo livre num màximo de 15 dias... estava disposto a suportar tudo.”
La perdita si ripete poco dopo : il “malchick” non solo non è riportato nel gergo, ma non è proprio
tradotto. Le battute sono sintetizzate attraverso una proposizione finale implicita (“para ser…”). Anche
l’espressione “O my brothers” va a perdersi.
10
(C) “The sounds were really horrorshow. You could slooshy the screams and moans very realistic.
You could even get the heavy breathing and panting… of the tolchocking malchicks at the same
time.”
(D) “O som era uma autêntica maravilha. Os gritos e gemidos eram muito realistas... ao mesmo
tempo que se ouvia perfeitamente... o arfar duns tipos a levar porrada.”
Come per la traduzione all’italiano e allo spagnolo, il termine “horrorshow” è qui parafrasato in “uma
autêntica maravilha” ; trasposizione efficace, poiché rende l’idea dell’ esaltazione.
“Slooshy” viene tradotto normalmente in “se ouvia” (da “ouvir”, “sentire”) cambiando struttura e
rendendola impersonale, mentre “tolchocking” viene reso all’infinito con “levar porrada” (espressione
che significa “colpire”). Il nadsat viene poi soppresso ancora una volta nella trasposizione da
“malchicks” a “tipos” (mentre la prima volta “malchick” era stato eliminato ) ; osservare anche il
cambio dell’articolo, da determinativo nel prototesto (THE malchicks) a indeterminativo nel metatesto
(DUNS tipos  “di alcuni tipi”).
(A) “devotchka” / “in-out, in-out”
(B) “miudoska” / “a ser montada”
Nel caso di “devotchka” il traduttore ha tradotto in “miudoska” (da “miuda”, “ragazza”), mantenendo
la particolare desinenza “ka” del nadsat : caso che finora non si era presentato nel metatesto
portoghese. Ad ogni modo ipotizzo che il “ka” sia più da intendere come un diminutivo che come un
tentativo di voler mantenere la peculiarità dello slang, se si considera che nell’originale “devotchka” è
seguito dall’aggettivo “young” mentre nella traduzione al portoghese non è presente “jovem” : il
traduttore avrà forse voluto conservare la desinenza solo per “compensare” questa mancanza?
(A) “leering and smecking and then going into it”
(B) “que parecia devorá-la com os olhos ”
Qui ci troviamo di fronte a un caso di eliminazione di una parte di testo con cambio di significato :
l’azione del ridere sguaiatamente rappresentata da “smecking” nel metatesto non è presente, e
nemmeno l’azione del violentare. In sostituzione troviamo l’espressione “que parecia devorá-la com os
olhos” (“che sembrava mangiarsela con gli occhi”), che sembrerebbe riferirsi al “leering” (“lanciando
occhiate”) . Tuttavia il significato non è proprio lo stesso, perché nel prototesto non specifica il tipo di
occhiate lanciate ; deduco perciò che si tratti di un tentativo più libero di sintetizzazione delle battute.
(A) “glazzies”
(B) “olhos”
Il nadsat è per l’ennesima volta eliminato dal traduttore, che si limita a tradurre normalmente
“glazzies” con “olhos”.
viddy
“sbirciare”
videar
ver
viddy
videt (vedere)
gulliver
“gulliver”
quijotera
cabeça
gulliver
goloba (testa)
malchick
horrorshow
“malchick”
un delirio
chavalko
de
fenómenos
tipo
malchick
uma autêntica horrorshow
maravilha
malÝËik (ragazzo)
horo¡o (bene)
11
slooshy
tolchock(ing)
“slusciare”
“taroccanti”
devotchka
in-out, in-out
smeck(ing)
“devotchka”
“dentro-efuori”
sghignazzante
glazzies/glazzballs
“globi”
audear
tolchokeaban
se ouvia
a levar
porrada
devotchka
miudoska
metisaca,
a ser montada
metisaca
riendo
parecia
imbécilmente
devorá-la
com os olhos
vidrios
olhos
sloosh
tolchock
slu¡atÝ (ascoltare)
tolkatÝ
(verbo=colpire)/
tolËok (sost.)
devotchka
in-out
devoËka (ragazza)
Nessun corrispettivo
trovato
sme®tÝs®
(verbo=ridere)/
smeh (sost.)
glaz (occhio)
smeck
glazz
-
Inglese/italiano  si dà maggior priorità al prototesto, attraverso il mantenimento dei termini
nadsat così come sono nell’originale (fatta eccezione per alcuni) senza preoccuparsi di fornire una
spiegazione adeguata. Tuttavia, così facendo, credo che il traduttore abbia voluto anche facilitare la
velocità di comprensione dello spettatore, che legge i termini nadsat sullo schermo esattamente
come li ascolta. Abbastanza evidente il metodo della compressione, senza però generare cambi di
significato o perdite importanti;
-
Inglese/spagnolo  la priorità è anche qui data più al prototesto ; i termini nadsat conservano la
loro natura gergale ma, in confronto alla versione italiana, subiscono più adattamenti. Non sono
presenti cambi di significato rilevanti né perdite;
-
Inglese/portoghese  la traduzione al portoghese è senz’altro quella che dà maggior priorità al
destinatario attraverso il processo dell’addomesticamento : è presente una forte tendenza alla
normalizzazione dei termini nadsat, tradotti tutti nella lingua standard, e non sono rare
eliminazioni di parti e cambi di significato. In generale, comunque, non si discosta troppo dal
prototesto nella struttura delle frasi.
Secondo il mio punto di vista l’approccio traduttivo è stato più corretto in italiano che in spagnolo e in
portoghese, dal momento che in italiano si è prestata maggiore attenzione al mantenimento del nadsat
(che ricordiamo essere parte integrante del personaggio e della pellicola in generale) e si è, allo stesso
tempo, anche cercato di venire incontro allo spettatore sintetizzando le battute senza stravolgere il
messaggio. Trovo, infine, che la traduzione al portoghese non sia stata molto rispettosa ; non tanto in
relazione alla struttura sintattica del prototesto e al messaggio originale (sebbene sia presente qualche
cambio di significato), quanto piuttosto riguardo al nadsat, che è stato letteralmente annientato… È giusto
dare priorità al destinatario per facilitarlo, ma non credo che la maniera più opportuna per riuscirci sia
andare a intaccare l’elemento culturale portante.
12

Diadori P. 2012, Teoria e tecnica della traduzione. Strategie, testi e contesti, Le Monnier/Mondadori,
Firenze-Milano, pp. 6 – 20; 219 – 233
Sitografia


http://subtitlesbank.com/it/subtitles/movieid-2339/ [sito di sottotitoli per film e telefilm ; ultima
consultazione effettuata venerdì 07/02/2014 ; non utilizzato ai fini della stesura della tesina] ;
http://www.orizzontikubrickiani.it/Diznadsat.html [glossario online di termini nadsat ; ultima
consultazione effettuata venerdì 07/02/2014]
“A Clockwork Orange”, scena n. 21 : AND VIDDY FILMS I WOULD. Durata totale della sequenza
trascritta: 3’ 30’’. Personaggi : Alex DeLarge/narratore – Malcolm McDowell ; Dr.ssa Branom – Madge Ryan ;
Dr. Brodsky – Carl Duering
Alex: “What exactly
is the treatment here
going to be, then?”
Dr.ssa Branom: “It’s
quite simple, really.
We’re (just) going to
show you some
films.”
Alex: “You mean
like going to the
pictures?”
Dr.ssa Branom:
“Something like
that.”
Alex: “That’s good. I
like to viddy the old
films now and
again.”
Narratore:
And viddy films I
would.
Where I was taken
to, brothers… was
like no cine I ever
viddied before. I was
bound up in a
straitjacket… and my
gulliver was
strapped to a
Alex: “Ma in che
consiste, esattamente,
la vostra cura?”
Dr.ssa Branom: “È
molto semplice: ti
facciamo vedere dei
film.”
Alex: “Come se
andassi al cinema?”
Dr.ssa Branom:
“Qualcosa del
genere.”
Alex: “Beh, mi piace
“sbirciare” un
vecchio film, ogni
tanto.”
Narratore:
Eccome, se li
“sbirciai” i film.
Ma un “cine” così…
non l’avevo mai visto
in vita mia. Mi misero
una camicia di forza…
e mi attaccarono un
sacco di fili elettrici al
“gulliver”… e i
divaricatori per non
farmi chiudere gli
occhi… in nessun
Alex: “¿En qué
consiste el tratamiento
que voy a seguir?”
Dr.ssa Branom: “No
es nada complicado.
Te vamos a pasar
unas películas.”
Alex: “¿Como en el
cine?”
Dr.ssa Branom: “Algo
parecido.”
Alex: “¡Estupendo!
Me gusta videar
películas antiguas.”
Narratore:
Y vaya que videé
películas.
El sitio donde me
llevaron... no se
parecía en nada a los
cineomas corrientes.
Me pusieron una
camisa de fuerza... y
me colocaron en la
quijotera... un aparato
con alambres
colgando. Después
me pusieron unas
cosas en los ojos... y
Alex: “Qual vai ser
exactamente o meu
tratamento?”
Dr.ssa Branom: “É
extremamente
simples... Vamos
projectar alguns filmes
para ti.”
Alex: “É assim como
ir ao cinema?”
Dr.ssa Branom:
“Mais ou menos.”
Alex: “Isso é que é
bom! Nunca desgostei
de ver umas fitinhas.”
Narratore:
E vi bastantes fitas.
Levaram-me para um
cinema...como nunca
tinha visto outro...
Encerraram-me num
colete de forças...
com a cabeça
amarrada à cadeira...
e ligada a uma data de
fios. Puseram-me uns
grampos nos olhos...
e ñao os podia fechar,
por mais força que
13
headrest… with
(light) wires running
away from it. Then
they clamped, like,
lid-locks on me
eyes… so that I could
not shut them, no
matter how hard I
tried. It seemed a bit
crazy to me… but I
let them get on with
what they wanted to
get on with. If I was
to be a free (young)
malchick again in a
fortnight (time)… I
would put up with
much in the
meantime, O my
brothers.
(So far) the first film
was a very good,
professional piece of
cine… like it was
done in Hollywood.
The sounds were
really horrorshow.
You could slooshy
the screams and
moans very realistic.
You could even get
the (heavy) breathing
and panting… of the
tolchocking
malchicks at the
same time. And then
what do you know?
Soon our old dear
friend… the red, red
vino on tap… the
same in all places…
like it’s put out by
the same (big) firm…
began to flow. It was
beautiful. It’s funny
how the colors of the
real world… only
seem really real…
when you viddy
them on a screen.
Now, all the time I
was watching this… I
was beginning to get
very aware… of, like,
not feeling all that
well. And this I put
down to all the rich
food and vitamins.
But I tried to forget
this, concentrating
on the next film…
which jumped right
modo. Una roba un
po’ folle… ma io li
lasciavo fare. Per
tornare un libero
“malchick” in
quindici giorni… avrei
sopportato ben altro,
fratelli.
Il primo, era un bel
pezzo di “cine”…
come quelli di
Hollywood. Il sonoro
era un delirio. Ti
“slusciavi” sia le urla
e i lamenti molto
realistici… sia i respiri
e i gemiti dei
“taroccanti”…
contemporaneamente.
E poi, senti, senti… il
nostro vecchio amico
“vino rosso”… ch’è
uguale dappertutto
visto che lo fa la stessa
ditta… comincia a
scorrere. Una
bellezza. È strano
come i colori del
mondo vero…
sembrano veramente
veri… solo quando li
“sbirci” sullo
schermo. Però mentre
mi godevo lo
spettacolo…
cominciavo a sentire…
che non stavo tanto
bene. E detti la colpa
alla troppa pappa e
alle vitamine. Cercavo
di non pensarci…
concentrandomi sul
film che veniva
dopo… dove si vedeva
una giovane
“devotchka”… che
veniva violentata al
“dentro-e-fuori”.
Prima da un
“malchick”… poi da
un altro. E un altro
ancora. Al sesto o
settimo “malchick”
sghignazzante… che
glielo metteva
dentro… cominciai a
sentirmi veramente
male. Ma non potevo
chiudere i “globi”.
Nemmeno girando i
“globi”… riuscivo a
distogliere lo
por más que quisiera
no podía cerrarlos.
Me parecía como de
locos... pero les dejé
que siguieran con lo
suyo. Si en un par de
semanas iba a ser de
nuevo un chavalko
libre... estaba
dispuesto, queridos
hermanos, a aguantar
lo que fuera.
La primera película
era muy, muy buena...
al estilo de
Hollywood. El sonido
era de fenómenos.
Los gritos y los
lamentos tenían
mucho realismo. Y se
podían audear hasta
los jadeos... de los
chavalkos cuando les
tolchokeaban. Y de
pronto, ¿qué me
diríais? Nuestro viejo
amigo... el vino rojo,
rojo... que es siempre
igual... estaba ahí... a
pedir de boca,
chorreando. Qué
belleza. Es curioso
que los colores del
mundo real... sólo
parecen verdaderos...
cuando los videamos
en una pantalla.
Pero, mientras estaba
videando aquello...
comencé a notar...
que no me
encontraba
demasiado bien. Lo
achaqué a la
sobrealimentación y a
las vitaminas. Traté
de no hacer caso,
concentrándome en la
película siguiente...
que tenía una escena
en la que a una joven
devotchka... le hacían
el metisaca,
metisaca... primero
un chavalko... luego
otro. Y otro. Cuando
el 6 ó 7 chavalko...
entró en juego, riendo
imbécilmente y
chasketreando... me
empecé a encontrar
verdaderamente
fizesse. Parecia-me
um bocado idiota...
mas deixei-os fazer
tudo. Para ser de
novo livre num
màximo de 15 dias...
estava disposto a
suportar tudo.
O primeiro filme era
muito bom, bem
realizado... como os
que se fazem em
Hollywood. O som
era uma autêntica
maravilha. Os gritos
e gemidos eram
muito realistas... ao
mesmo tempo que se
ouvia
perfeitamente... o
arfar duns tipos a
levar porrada.
Depois, imaginem...
não tardou que o
nosso velho amigo... o
sangue vermelho,
vermelhinho... aquele
sangue...igual em toda
a parte... começasse a
correr. Era lindo! É
curioso como as cores
do mundo real...
parecem muito mais
reais... quando vistas
no cinema.
Agora, siempre que
via coisas destas...
começava a sentir
uma estranha e
desadagrável
sensação. Atribuía-o à
comida rica e às
vitaminas. Mas tentei
alhear-me disso e
concentrei-me no
filme seguinte... que
mostrava uma
miudoska... a ser
montada... primeiro
por um tipo... depois
por outro... e outro.
Quando chegou ao
sexto ou sétimo... que
parecia devorá-la com
os olhos... comecei a
sentir-me realmente
enjoado. Mas não
podia fechar os olhos.
E mesmo que os
tentasse desviar... não
conseguia afastá-los...
da linha de fogo do
14
away on a young
devotchka… who was
being given the old
in-out, in-out… first
by one malchick…
then another. Then
another. When it
came to the 6 or 7
malchick… leering
and smecking and
then going into it… I
began to feel really
sick. But I could not
shut me glazzies.
And even if I tried to
move my glazzballs
about… I still could
not get out of… the
line of fire of this
picture.
Alex: “Get me up.
I’m going to be sick.
Get something for
me to be sick in!”
Dr. Brodsky : “Very
soon now, the drug
will cause the
subject… to
experience a
deathlike paralysis…
together with deep
feelings of terror and
helplessness. One of
our early test
subjects described it
as being like death.
A sense of stifling or
drowning. And it is
during this period,
we have found… the
subject will make his
most rewarding
associations…
between his
catastrophic
experience,
environment… and
the violence he
sees.”
th
th
sguardo… da quelle
immagini.
Alex: “Liberatemi.
Voglio vomitare.
Datemi qualcosa per
vomitarci dentro!”
Dr. Brodsky: “Tra
poco il farmaco
indurrà nel paziente…
una specie di rigor
mortis… insieme a
sensazioni di
profondo terrore e
impotenza. Un
precedente paziente
parlò di stato simile
alla morte… per
soffocamento o
annegamento. Ed è in
questa fase… che il
paziente registra le più
utili associazioni… fra
la sua catastrofica
esperienza
ambientale… e la
violenza a cui assiste.”
enfermo. Pero no
podía cerrar los
vidrios . Intenté
después torcer la
mirada... pero ni aun
así me pude escapar...
del punto de mira de
esa película.
Alex: “Sácame de
aquí. Quiero vomitar.
¡Dame algo para
vomitar!“
Dr. Brodsky:
“Dentro de poco, la
droga producirà en el
individuo... Una
parálisis
aparentemente
mortal... unida a un
profundo sentimiento
de terror y
desamparo. Uno de
los pacientes los
describió como algo
parecido a la muerte.
Una especie de
ahogo. Hemos
comprobado que es a
lo largo de esta fase...
cuando el individuo
asocia de modo más
provechoso... la
violencia que
contempla... con su
propio contorno
traumático.”
filme.
Alex: “Soltem-me!
Quero vomitar.
Tragam-me uma coisa
para vomitar!”
Dr. Brodsky: “Ñao
tarda que o
medicamento
provoque... no
paciente uma paralisia
de morte...
juntamente com uma
profunda sensação de
terror e abandono.
Os pacientes
anteriores
descreveram-na como
uma sensação de
morte... por
sufocação ou
afogamento.
Descobrimos que é
neste período... que o
paciente associa da
forma mais positiva...
a sua catastrófica
experiência anterior...
com a violência a que
assiste.”