- 1 - Due nuove piazze per la città. Dal non

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- 1 - Due nuove piazze per la città. Dal non
SCHEDA DI PROGETTO PER GLI ENTI LOCALI (5)
Amministrazione richiedente: COMUNE
DI PIACENZA
Denominazione del progetto
Due nuove piazze per la città.
Dal non-incontro allo spazio antropologico:
convivialità delle differenze e linguaggio comune in territorio urbano.
Responsabile del progetto:
Renza Malchiodi - Staff del Sindaco – Ufficio “Piacenza Sicura”
Tel. 0523-492035/2564/2175 Fax 0523-329273
[email protected]
[email protected]
FIRMA OBBLIGATORIA DEL RESPONSABILE DI PROGETTO ___________________________
Altre strutture organizzative, interne all’ente, eventualmente coinvolte nel progetto, oltre al
settore responsabile:
(INDICARE CHI SONO I RESPONSABILI DEI DIVERSI SETTORI COINVOLTI, DETTAGLIANDO
IL CONTRIBUTO SPECIFICO CHE OGNI SETTORE PORTA NELLA REALIZZAZIONE
DELL'INTERVENTO.)
1. Graziano Sacchelli - Servizio Progetti di Riqualificazione e Ricerca. Per le operazioni di
progettazione e realizzazione degli interventi di riqualificazione urbana.
2. Luciano Fornaroli – Servizio Formazione, Scuola, Politiche Giovanili. Per le misure di
accompagnamento che coinvolgono la popolazione giovanile, con riguardo particolare alla
piazzetta di via Baciocchi
3. Luigi Squeri – Settore Servizi sociali e abitativi. Per le misure di accompagnamento che
riguardano l’integrazione interculturale, con riguardo particolare alla zona di Piazzetta Santa
Maria degli Angeli
FIRME OBBLIGATORIE DEI RESPONSABILI DEGLI EVENTUALI SETTORI COINVOLTI
•
Graziano Sacchelli
•
Luciano Fornaroli
•
Luigi Squeri
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______________________________
______________________________
TIPOLOGIA DEL PROGETTO
(barrare una sola opzione)
INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA E/O MANUTENZIONE DELLO SPAZIO
PUBBLICO O DI INCREMENTO DEI PROPRI STRUMENTI E/O ATTREZZATURE
INTERVENTI DI PREVENZIONE DELL'INSICUREZZA E/O DI ANIMAZIONE DELLO
SPAZIO PUBBLICO E/O DI DIAGNOSI LOCALE DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA
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I nomadi, sulla Terra, tracciano linee di erranza: direzioni migratorie di branchi di renne o di bisonti,
percorsi legati alla presenza periodica di punti d’acqua, allo spostamento delle zone di raccolta secondo le
stagioni, [...] La Terra è la memoria degli uomini. Il suo paesaggio è la mappa delle epopee, il bacino dei
saperi. Tutto lo spazio vive. I canti e i racconti narrano la Terra; la terra ricorda il tempo del sogno, il
tempo delle origini che è sempre presente e muore insieme agli dei, se i canti non vengono ripresi, i viaggi
di nuovo intrapresi e le linee di erranza sono disertate. E si riparte ancora in cammino, seguendo le orme
degli antenati. Si torna sugli stessi luoghi, si canta di nuovo la Terra. E il passato rivive perché non è mai
passato.
Pierre Levy, L’intelligenza collettiva: per un’antropologia del cyberspazio
Lo spazio antropologico e il linguaggio comune
Nella sua opera “L’intelligenza collettiva” il filosofo Pierre Levy individua il concetto di
“spazio antropologico” quale “sistema di prossimità (spazio) proprio del mondo umano
(antropologico) e dunque dipendente dalle tecniche, dai significati, dal linguaggio, dalla cultura,
dalle convenzioni, dalle rappresentazioni e dalle emozioni umane.”
Caratteristica di questo spazio è quella di essere dominato dall’importanza cardinale del sapere e
della conoscenza e di avere la tendenza non a sostituirsi agli spazi precedenti ma a sovrapporvisi,
rimodellandoli e ri-articolandoli in base alle nuove istanze dominanti.
Lo spazio del sapere individuato da Levy diventa gestibile soltanto attraverso una “partecipazione
piena degli individui” ad una collaborazione che preveda il rispetto della diversità delle esperienze
dell’altro e l’inserimento in un processo di apprendimento reciproco e continuativo.
La proposta di Levy rileva quale possibile soluzione di alcuni problemi cruciali della società odierna
(il progressivo assottigliarsi della sfera pubblica e del legame sociale, causa la spinta
individualizzante del mercato; la crisi del lavoro, conseguenza sia della crescente automazione
delle funzioni produttive che della richiesta, vorticosa e compulsiva, di competenze sempre più
specialistiche dal punto di vista tecnico e relazionale) e va considerata quale potenzialità, non certo
come premonizione, laddove richiama l’immagine di un sapere esercitato in maniera partecipativa
e vissuto attraverso un processo di costruzione collettiva da parte dei cittadini.
Ciò premesso, volgiamo lo sguardo alle nostre città, scenario privilegiato di riferimento e stilema
del presente. Urbanisti e sociologi osservano le aree urbane estendersi in modo illimitato e
oltrepassare continuamente i propri confini. Tali agglomerati divengono di per sè stessi
multiculturali: non solo per la presenza di "stranieri" ma anche, più radicalmente, per la sostanziale
differenza esistente tra i diversi abitanti-utilizzatori delle città. La città non è ormai più costituita solo
dai suoi abitanti, ma anche da popolazioni diversificate che, per varie ragioni, ne occupano
quotidianamente gli spazi ed in essa radicano i propri interessi economici, culturali, esistenziali.
Molteplici sottosistemi di soggetti compongono la popolazione urbana, identificati non tanto sulla
base di astratte categorie di appartenenza, ma in funzione di ciò che essi effettivamente fanno
nella città, ovvero di come la usano.
Tra di essi nascono ed evolvono sempre nuove interazioni sociali nello spazio urbano, ovvero le
microrelazioni sociali della vita quotidiana. Sono diversi i fattori che, negli ultimi decenni, hanno
modificato le nostre interazioni sociali nello spazio urbano:
- i cambiamenti intervenuti nella popolazione autoctona, non più leggibile attraverso le tradizionali
categorie sociologiche fondate su appartenenze forti al luogo, al gruppo, alla professione;
- l’invadenza del traffico, inteso come flusso di mezzi e uomini in rapporto mimetico con lo spazio;
- il dato, insospettabile fino agli anni settanta, della multireligiosità nella popolazione autoctona che
non si riconosce più soltanto nei sistemi d’appartenenza tipici della nostra tradizione (cultura
cattolica, laica e socialista) fondati sul comune denominatore della religione cristiana
- la presenza di culture diverse, effetto di processi immigratori, alle quali il Paese non era abituato.
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- la presenza nello spazio urbano di una corte dei miracoli cosmopolita e con proprie caratteristiche
distintive rispetto a quelle del passato, che tende a costituirsi come soggettività stanziale di quelle
stesse strade e piazze che gli abitanti vivono attraversandole. Oggi, quindi, sempre più lo spazio
urbano emerge come luogo di sintesi-scontro di spinte contrapposte:
•
ad una concezione efficientistica del tempo di vita tipica della tradizione occidentale, le culture
di matrice extracomunitaria oppongono una visione religiosa del tempo come dono di Dio. Due
antitetici modi di concepire il tempo di vita dai quali originano diversi comportamenti sociali,
oggetto spesso di reciproci pregiudizi e chiusure concettuali.
•
nella cultura occidentale gli spazi sono usati e attraversati. La tendenza delle culture di più
recente ingresso è piuttosto quella di radicarsi nel sito d’appartenenza, nonostante
l’esperienza, spesso lacerante, della migrazione dalla terra d’origine.
•
la propensione a privatizzare l’esperienza di vita, a dare enfasi alla dimensione individuale
dell’esistenza determina il progressivo abbandono della città come spazio pubblico. Viceversa
nelle culture extracomunitarie è prevalente l’abitudine al vivere in strada e in piazza.
•
Il passaggio dalla società contadina del saper fare alla società industriale prima e informatica
poi del sapere si realizza secondo l’antica prescrizione del chi sa fare fa e chi non sa fare
insegna. In questo orizzonte culturale è scandito il tempo di vita delle persone secondo il
modello della relazione scolastica. Nelle culture extracomunitarie la strada e le relazioni
intergenerazionali costituiscono la vera scuola di vita.
•
Nei paesi industrializzati la civiltà della scrittura ha in pochi decenni cancellato la tradizione
orale. La rimozione della civiltà orale, la tendenza a considerarla come residuo di un passato
da bonificare, impedisce di coglierne valori e significatività. Le culture extracomunitarie, nel
conservare la cultura orale, danno evidenza alla sua compatibilità con la cultura scritta.
Le città, le aree urbane si vanno progressivamente delineando come luoghi di non-incontri,
secondo la logica dell’evitamento. Sulla scorta di tali riflessioni Zygmunt Bauman (Le sfide
dell'etica) scrive che "l’organizzazione dello spazio urbano è importante per la sua forte tendenza a
isolare classi, gruppi etnici, talvolta generi o generazioni". Dalle riflessioni di Bauman altri studiosi
sono partiti per descrivere la nascita, entro l’unico ma differenziato contesto urbano, di "neo tribù" e
di processi di tribalizzazione. "Il tratto più singolare e sconcertante degli stranieri - scrive Bauman è che non sono né prossimo, né estranei. Piuttosto l’uno e l’altro. Estranei in prossimità. Prossimo
estraneo. (…) E’ meglio non incontrare affatto gli stranieri. Ma dato che, in realtà, non è possibile
tenersi lontani dallo spazio che essi occupano o che condividono, la soluzione migliore è un
incontro che sia un non-incontro".
Se affrontato secondo la modalità del "non-incontro" lo straniero viene relegato nella sfera della
disattenzione, sullo sfondo, ignorato, secondo prassi così identificate da Bauman:
•
La rinuncia al contatto visivo - vedere senza guardare, con un’occhiata superficiale da cui non
trapeli nessuna conseguenza e che non presupponga l’esistenza di diritti o doveri reciproci
•
La negazione del volto - il volto dell’altro viene privato di tratti, di caratteristiche peculiari, per
ridursi a generico, anonimo ed informe parte della folla (senza volto per definizione).
•
La desocializzazione dello spazio urbano – allo spazio fisico abitato/attraversato è impedito di
trasformarsi in spazio sociale, laddove coinvolgimento ed interazione sarebbero regolamentati.
Qui si colloca la sfida del linguaggio come spazio comune, agorà. Come scrive Gadamer in Verità
e metodo: "Il linguaggio è essenzialmente il linguaggio del dialogo. Ogni dialogo presuppone un
linguaggio comune, o meglio lo costituisce. C'è qualcosa che sta in mezzo, come dicevano i greci,
di cui gli interlocutori partecipano e su cui vengono a uno scambio. Il comprendersi nel dialogo non
significa mettersi in gioco per far trionfare il proprio punto di vista, ma trasformarsi in ciò che si ha
in comune, trasformazione nella quale non si resta quello che si era. (…) Il dialogo ha un suo
spirito, e le parole che in esso si dicono portano in sé una loro verità, fanno 'apparire' qualcosa che
d'ora in poi 'sarà'". E questo "qualcosa che sarà" (e che noi vorremmo fosse una società costruita
sulla convivialità delle differenze) dipende certo anche da ognuno di noi. E dalla strada - dalle
interazioni quotidiane - su cui conduciamo giorno dopo giorno il gioco della nostra vita.
Costruire un linguaggio comune e con esso una comunità locale di uomini e donne con piena
cittadinanza è da sempre uno degli obiettivi prioritari della politica, anche amministrativa, e certo
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obiettivo specifico delle politiche di sicurezza urbana. Luogo di incontro e di scambio, dove si
generano culture e nuovi modelli di comportamento, la strada è scenario privilegiato per la messa
in atto di tale assunto. Un luogo in cui non rinchiudere in categorie le persone, né forzarle
all’interno di percorsi istituzionali, ma dove la libertà della persona di aderire o meno alla relazione,
se ben giocata, può essere la vera chiave per il cambiamento.
La strada è anche un “setting” che permette l’incontro tra persone altrimenti estranee e la rottura
degli stereotipi, aprendo così la possibilità a relazioni autentiche, che non mirano a separare, ma
ad integrare. Alla base sta l’intuizione che il tempo libero, quello in cui le relazioni e gli scambi sono
segnati da una libera scelta, è un bene prezioso per la comunità locale: una piazza e una strada
possono essere laboratorio culturale in cui si consolidano appartenenza e significato, e si
rielaborano paure e chiusure quotidiane. E’ sulla strada o nella piazza che individui e gruppi si
ignorano o interagiscono, entrano in conflitto per occupare uno spazio o cooperano per dare un
volto al quartiere o per organizzare un evento; è sulla strada o nella piazza che, attraverso un
processo di autorganizzazione dal basso, si genera la convivenza possibile tra cittadini portatori di
interessi diversi e spesso confliggenti, in una parola il futuro.
1) Descrizione dettagliata dello specifico problema di sicurezza che si vuole affrontare
Il presente progetto si colloca nella logica della continuità e del rafforzamento di tre precedenti già
finanziati dalla Regione Emilia-Romagna e destinati alla medesima zona territoriale (area stazione
FS, giardini pubblici limitrofi e centro storico).
Il contesto può essere così riassunto.
Piazzetta Santa Maria
La Piazzetta si colloca proprio a ridosso dei Giardini Merluzzo e interrompe, a metà del percorso, la
lunga e trafficata arteria di Via Roma.
Lo spazio urbano attorno alla piazzetta è caratterizzato da edifici recuperati o in fase di
ristrutturazione, abitati principalmente da piacentini, accanto a case in stato di precaria
manutenzione abitate prevalentemente da gruppi di immigrati, la cui presenza ha mutato le
caratteristiche insediative, sociali e culturali della zona. In massima parte stranieri soli si accalcano
in appartamenti presi in locazione a prezzi molto alti, spesso con tariffa a “posto letto”, con ricadute
negative anche sul piano inter/intra relazionale.
Numerose attività commerciali e di servizio specializzate per stranieri (phone center, lavanderie a
gettone, take-away di cibo etnico, negozi alimentari e di abbigliamento) hanno sostituito i
tradizionali negozi al dettaglio e le vecchie botteghe di quartiere.
In una situazione così fluida, confusa e degradata è facile registrare, accanto a quotidiane
espressioni di inciviltà (risse e litigi notturni, presenza di sbandati, lordure), anche illegalità diverse,
che vanno dalla presenza di clandestini alla consumazione di reati connessi alle droghe, dalla
prostituzione agli episodi criminali conseguenza di ricatti e strozzinaggio ai danni dei soggetti privi
di alternative decorose.
Una siffatta cornice, è facile intuirlo, ha da tempo determinato un grave stato di allarme e
sofferenza e ingenerato un forte senso di insicurezza tra gli abitanti “storici” del quartiere.
Nella zona sono attivi alcuni centri di accoglienza e di aiuto (medico, sociale, ecc.) gestiti da
religiosi ed associazioni del privato sociale che, se da una parte attenuano i fenomeni di disagio e
rispondono a precisi bisogni di una parte della popolazione – segnatamente quella più recente e
quella non stabile – dall’altra fungono anche da polo di attrazione per altre persone in analoghe
condizioni disagiate.
Nonostante l’Amministrazione comunale abbia investito energie e risorse per migliorare la vivibilità
del luogo e messo in campo numerosi interventi che hanno prodotto risultati positivi, il disagio
sociale è sempre molto diffuso; tanti cittadini, in forma privata o associata, chiedono al Sindaco uno
sforzo ancora maggiore per aumentare la sicurezza e la qualità di vita nel quartiere. Le inciviltà, le
situazioni di degrado, i fatti criminosi, anche quando di modesta entità, vengono troppo forte
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“gridati” da pochi rappresentanti di comitati attivi nella zona ed enfatizzati dalla stampa locale.
In linea generale gli abitanti, ad eccezione di alcune frange, hanno accettato il fatto che la “vecchia
Via Roma” sia diventata un quartiere multietnico; le richieste dei cittadini vanno quindi anche nel
senso di un miglioramento dei rapporti di convivenza con gli stranieri, da perseguire mediante
iniziative di educazione alla legalità e alla diffusione della conoscenza del modo di vivere e delle
tradizioni locali.
Il piccolo Giardino Merluzzo e l’annessa Piazzetta Santa Maria sono terra di confine: gli stranieri
dalla parte di via Roma con i loro locali, gli italiani dalla parte di via Alberoni con il loro bar e le
panchine occupate spesso dalle stesse persone o gruppi. A dividere i due schieramenti il giardino
e la piazzetta, ma soprattutto una invisibile linea di demarcazione fatta di diffidenza e pregiudizio.
Tale barriera si va modificando lentamente: col tempo un gruppo avanza, occupa nuovi spazi, si
sente più a casa sua di altri, mentre un altro gruppo rinuncia e arretra (molti piacentini usano dire di
questi giardini: “ormai ci sono solo loro”, intendendo con loro gli extracomunitari).
E così tanti volti stranieri, che spesso suscitano timore o diffidenza, rimangono relegati nella folla
anonima, estranea, pregiudizialmente respinta, mentre in realtà uno sguardo più sereno
rivelerebbe in loro molta normalità, la normalità possibile in quella condizione estrema vissuta dalle
persone sradicate dalla propria terra per necessità.
Via Baciocchi
Via Baciocchi è la strada che funge da cerniera tra due dei principali plessi scolastici della città: il
Liceo Ginnasio “Melchiorre Gioia” e l’Istituto di Istruzione superiore “G.Romagnosi”.
In tal senso la via può essere letta sia come elemento di separazione, di confine o come spazio
comune, fungibile da entrambe le due realtà.
I due istituti assieme enumerano un totale studenti iscritti pari a duemila unità circa. E’ una
popolazione scolastica consistente, ricca anche dal punto di vista delle aspettative e delle energie
espresse dalla fascia giovanile di età che va dai 14 ai 18/19 anni.
Molti sono i giovani studenti di nazionalità straniera, in larga misura di seconda generazione,
rispetto ai quali spesso rilevano problemi ulteriori (di doppio rifiuto: non-appartenenza alla cultura
d’origine e, contestualmente, difficoltà di identificazione in quella di approdo) rispetto ai coetanei
italiani.
Durante il periodo scolastico, nell’arco della giornata la via interpreta essenzialmente due distinte
situazioni: al mattino funge essenzialmente da parcheggio per le biciclette di studenti e personale
scolastico e, nei pochi minuti concessi, da catino per le centinaia di ragazzi che decidono di
trascorrervi la ricreazione; nel restante periodo di rotazione terrestre la via rimane deserta. Lo
stesso nel corso dei mesi estivi, quando le scuole chiudono.
Il contesto urbano adiacente alla via e al complesso scolastico è caratterizzato da un mix di (pochi)
palazzi storici (spesso in cattivo stato di conservazione) abitati principalmente da piacentini e di
edifici fatiscenti, a volte oggetto di ristrutturazione, e case in stato di precaria manutenzione abitate
prevalentemente da gruppi di immigrati. Ormai rari i negozi e le attività commerciali e di servizio,
comunque caratterizzate da un orario di esercizio esclusivamente diurno.
Mancano totalmente spazi all’aperto o luoghi pubblici di incontro in grado di garantire ai cittadini
residenti occasioni di relazione.
Nelle vicinanze la stazione delle corriere, altri istituti scolastici e gli uffici di Enel contribuiscono a
qualificare la zona come area di esclusivo attraversamento (di giorno) e quartiere-dormitorio (di
notte).
In una quadro siffatto Via Baciocchi si caratterizza, soprattutto in orario pomeridiano e serale, come
spazio urbano semichiuso, deserto, abbandonato, di confine rispetto ad una zona densamente
popolata (il centro storico) ma sottratto alla socialità, all’utilizzo da parte dei cittadini e quindi alla
sorveglianza spontanea. Tale contesto predispone Via Baciocchi a risolversi, quando non vissuta,
in ricovero e ricettacolo di episodi di inciviltà e di fenomeni di degrado urbano.
Intento dell’Amministrazione è sottrarre tale spazio al suo destino di non-luogo per restituirlo alla
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cittadinanza, ed in particolare agli studenti frequentanti i due istituti che vi si affacciano, ma anche
ai giovani provenienti da altre scuole, sia organizzati in gruppi o associazioni che svincolati da ogni
tipo di appartenenza.
Tali soggetti possono rappresentare gli interlocutori privilegiati per la messa in atto di iniziative
culturali, artistiche o sociali in senso lato in grado di sostanziare una politica di prevenzione delle
inciviltà, di accoglienza e integrazione degli studenti di nazionalità straniera e di contrasto alle
dipendenze (droga, alcool, ecc.) che affliggono i giovani.
Il progetto, oltre ad avere rilevanza in sé, riveste connotati di ulteriore importanza laddove si
consideri la posizione di Via Baciocchi dal punto di vista topografico: limitrofa al centro storico, ma
soprattutto punto di arrivo di Via Roma, una delle arterie principali della città, crogiolo di razze ed
etnie diverse, già oggetto di numerose iniziative di contrasto alle inciviltà e di lotta al degrado
urbano messe in campo dall’Amministrazione (e in parte finanziate dalla Regione).
2) Tipologia dell’intervento
Il progetto unitario è costituito da due interventi e più precisamente:
- riqualificazione Piazzetta Santa Maria degli Angeli;
- riqualificazione con trasformazone di via Baciocchi in spazio di relazione attrezzato a servizio
degli studenti del Liceo Ginnasio Statale “M.Gioia” e dell’Istituto d’Istruzione Superiore “G.D.
Romagnosi” e, più in generale, della popolazione giovanile.
I dettagli progettuali sono illustrati rispettivamente negli all. A) e B).
Tale progetto persegue la finalità di ridestinare, valorizzare spazi urbani per favorire processi di
socializzazione e di relazione, onde dare concrete risposte alle istanze emerse dagli incontri con la
circoscrizione e gli istituti scolastici.
Il percorso partecipativo inerente l’oggetto è iniziato nel 2002 con la formalizzazione di proposte,
idee, contributi, confronti e dibattiti che hanno visto il coinvolgimento di diversi uffici del Comune
(Urbanistica, Viabilità, Lavori Pubblici, Servizi Sociali, Servizio Giovani, Formazione, Piacenza
sicura, ecc.), Istituti Scolastici (Liceo Gioia e Romagnosi), Circoscrizione 1, Associazioni, Consulte,
ecc., che hanno significativamente inciso e contribuito a definire i contenuti del progetto unitario.
A conferma di quanto asserito si allega la documentazione posta a base del percorso partecipativo
(All. C) che inizialmente risultava così caratterizzato:
- Piazzetta Santa Maria da una semplice rotatoria e aiuole spartitraffico per soddisfare esigenze
di carattere viabilistico;
- via Baciocchi destinata a parcheggio di biciclette e motocicli.
Come si può notare, le indicazioni emerse dal percorso partecipativo hanno sostanzialmente
modificato le finalità del progetto caratterizzando gli interventi al fine di soddisfare le esigenze di
disponibilità di spazi di aggregazione, socializzazione e relazione e di ridefinire il ruolo funzionale di
tali strutture privilegiando gli aspetti socio-ricreativi, ambientali, di qualità urbana, di sicurezza.
3) Obiettivi specifici del progetto
Il progetto si inscrive idealmente nell’orizzonte articolato di interventi sociali (mediazione
interculturale, animazione di quartiere, centri di accoglienza per stranieri e senza casa, servizi
socio-assistenziali a cura del Comune o dal privato sociale), di controllo (polizia di prossimità,
apertura stazione di polizia municipale in zona, regolamentazione attività call-center, controllo
locazioni, attivazione unità mobile) e urbanistici (rifacimento Giardini Margherita e Merluzzo,
rifacimento pavimentazioni stradali nella zona, miglioramento illuminazione, ristrutturazioni edilizie,
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apertura sede Politecnico) che l’Amministrazione ha da tempo attivato con l’obiettivo di favorire la
convivenza e l’integrazione tra vecchi e nuovi residenti e cittadini utilizzatori, aumentare la
percezione di sicurezza e migliorare la qualità della vita nell’area urbana oggetto di intervento.
Obiettivi specifici:
•
rendere Piazzetta Santa Maria degli Angeli (e i contigui Giardini Merluzzo) e Via Baciocchi
luoghi d’incontro inter-intraetnico e inter-intragenerazionale e di occasione culturale;
•
rivitalizzare due aree della città altrimenti destinate a scivolare nell’abbandono e nel cono
d’ombra della marginalità sociale;
•
prevenire e contenere nelle due zone i fenomeni di inciviltà e micro-delinquenziali e i
comportamenti devianti (assunzione alcool, droghe, ecc.);
•
favorire una politica di convivenza pacifica e rispettosa tra popolazione autoctona e nuovi
cittadini;
•
favorire il comportamento civile e l’uso corretto dei luoghi;
•
attivare una rete interscolastica di servizi e strutture grazie alla quale sia possibile, in
particolare per i giovani, accedere a risorse atte a soddisfarne i bisogni di integrazione sociale
e culturale, nonché ad esprimerne il potenziale di creatività. La rete di servizi progettata, pur
nata come “interscolastica”, è pensata come territoriale, in quanto aspira a raggiungere tutti i
giovani del territorio cittadino, indipendentemente dalla loro anagrafe scolastica. In tale
prospettiva essa interloquisce con altri soggetti insistenti sul medesimo ambito territoriale, a
cominciare dagli Enti locali, e d’intesa con essi interviene sui bisogni emergenti nell’utenza di
riferimento (ad esempio sul tema dell’integrazione dei giovani di nazionalità diversa
dall’italiana);
•
favorire l’accoglienza e l’integrazione nell’attività studentesca dei ragazzi di nazionalità diversa
dall’italiana;
•
qualificare l’attività degli operatori di strada attivi nella zona di via Roma e aree limitrofe
(animatori di quartiere e mediatori interculturali) con particolare riguardo all’aspetto delle
relazioni di comunità e della capacità di approcciare correttamente i conflitti.
4) Modalità organizzative di realizzazione
Il progetto unitario troverà attuazione attraverso due interventi distinti, da attuarsi mediante gare
d’appalto, che in sintesi si possono così riassumere:
1° FASE
Piazzetta Santa Maria
Costo dell’intervento: € 260.000,00 (quadro economico dettagliato in all. A)
Tempi di esecuzione: giorni 50
Inizio lavori presunto: settembre 2005
2° FASE
Via Baciocchi
Costo dell’intervento: € 150.000,00 (quadro economico dettagliato in all. B)
Tempi di esecuzione: giorni 60
Inizio lavori presunto: ottobre 2005
5) Il progetto prevede il coinvolgimento di altri soggetti, pubblici e/o privati, estranei
all’amministrazione locale proponente?
Sì
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Altri soggetti coinvolti nella realizzazione:
•
•
•
Istituto d’Istruzione Superiore “G.D. Romagnosi”, Via Cavour, 45 – Piacenza
Liceo Ginnasio Statale “M. Gioia” - Viale Risorgimento, 1 – Piacenza
Questura di Piacenza
La collaborazione dei due istituti scolastici, avvalorata dalle lettere di conferma in allegato (All D ed
E), potrà declinarsi, in particolare per ciò che attiene Via Baciocchi, secondo le modalità elencate
nelle iniziative di accompagnamento di cui al punto 9.
Il coinvolgimento della Questura, anch’esso attestata nella lettera allegata (all. F), concerne invece
la consueta collaborazione già da tempo esistente per il controllo del territorio al quale il progetto si
riferisce e di prevenzione e contrasto delle attività illecite.
6.
Piano delle risorse finanziarie necessarie alla realizzazione del progetto
Costo totale del progetto: € 428.000,00=
Spese correnti: € 18.000,00=
Spese per investimenti: € 410.000,00=
(La percentuale di spesa riferita all’acquisto/fornitura di beni è valutabile attorno al 15% delle spese
totali d’investimento)
Si dichiara che le spese per investimenti sopraindicate si riferiscono a opere/lavori e
acquisti/forniture di beni relativi al proprio patrimonio pubblico, in applicazione a quanto
indicato dall'art. 3 comma 18 lett. g) della Legge n. 350/2003;
Si dichiara l'impegno a realizzare il progetto anche in caso di riduzione della quota percentuale
di cofinanziamento regionale e si indica la percentuale minima del 40% (sia per il contributo
relativo alle spese correnti, sia per quello relativo alle spese per investimenti) al di sotto della
quale si rinuncia all'attuazione dell'iniziativa.
Si dichiara inoltre l'impegno a realizzare il progetto anche nel caso in cui venga concesso il
contributo regionale solo per le spese correnti e non per quelle di investimento e viceversa.
Si allegano i preventivi si spesa nel modo seguente:
1. Quadro economico piazzetta S. Maria degli Angeli (all. A) – Spesa d’investimento
2. Quadro economico piazzetta via Baciocchi (all. B) – Spesa d’investimento
3. Preventivo di spesa per misure di accompagnamento (all G) – Spese correnti
7.
Sistema di valutazione previsto
Descrizione generale del sistema di valutazione
Il sistema di valutazione riguarderà da una parte il gradimento dei cittadini nei confronti delle opere
di riqualificazione urbana realizzate (le due piazzette) e dall’altro l’efficacia delle misure di
accompagnamento previste.
Verranno adottati due tipi di valutazioni, una procedimentale o di processo ed una di risultato.
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Indicatori
Gli indicatori per la valutazione di processo riguardano in generale gli strumenti che governano il
progetto e ne seguono l’evoluzione. Si tratterà di misurare la efficacia gestionale, ovvero: tempi,
fasi del processo e modalità di realizzazione.
⇒ Indicatori che rilevano il rispetto della tempistica nello svolgimento dei lavori di realizzazione
delle piazzette;
⇒ Indicatori che rilavano gli scostamenti rispetto alle azioni di accompagnamento previste, le
ragioni che li hanno prodotti e i correttivi applicati
Gli indicatori per la valutazione di risultato rilevano in generale la cosiddetta efficacia gestionale,
cioè la capacità di raggiungere i risultati attesi, e risultano essere nel nostro caso specifico:
⇒ Indicatori che esprimono il livello di qualità percepita dall’utenza e dagli operatori coinvolti nel
processo (calcolati tramite appositi questionari, interviste, riunioni)
⇒ Indicatori che misurano il grado di soddisfazione della domanda effettiva come rapporto diretto
delle azioni proposte (dati dal rapporto tra la domanda soddisfatta e quella effettiva)
⇒ Indicatori afferenti l’utilizzo dei luoghi oggetto degli interventi di riqualificazione (ad es.: numero
eventi e iniziative, utilizzo informale dei luoghi in termini di afflusso e modalità di fruizione,
utilizzo difforme dei luoghi, inteso come contrario alle finalità del progetto, ecc.)
⇒ Indicatori finalizzati alla verifica di efficacia del percorso formativo e dell’azione di supervisione
degli operatori di strada (es.: il corso è stato funzionale all’apprendimento? Vi è coerenza tra la
teoria e la pratica? Il supervisore / i docenti hanno soddisfatto le aspettative?, ecc.)
Metodologie e strumenti
La metodologia per le valutazioni utilizzata, basata su criteri di trasparenza, si sostanzierà
nell’utilizzo dei suddetti strumenti:
Giovani
Utilizzatori
Cittadini
Operatori di strada
Gruppo tecnico
Questionari
X
X
X
X
Interviste
X
X
X
X
Riunioni
X
X
X
Fasi della valutazione
Il piano sotto descritto, che sarà realizzato ex post, attinge al percorso partecipativo non strutturato
che è stato determinante nella scelta operata dall’amministrazione di procedere alla realizzazione
delle piazzette.
Del medesimo si terrà conto come dato di riferimento iniziale nel sistema di valutazione, integrando
l’indagine sulle premesse, le aspettative, i desiderata attraverso i questionari e le interviste,
strumenti del piano di valutazione medesimo.
Alcuni strumenti saranno utilizzati nei periodi di presumibile maggiore affluenza.
A chi è affidata la valutazione?
La valutazione è affidata all’Ufficio Piacenza sicura, responsabile del progetto. Esso potrà avvalersi
della collaborazione del Gruppo Tecnico di coordinamento per la piazzetta di via Baciocchi e dei
Settori Servizi sociali e Politiche Giovanili del Comune di Piacenza.
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8.
Il progetto adotta interventi basati sulla differenza di genere?
No
9.
Descrivere le misure di accompagnamento al progetto
A.
Piazzetta Santa Maria degli Angeli
Come già illustrato in precedenza, nella zona circostante è attivo un servizio di strada declinato in
forma di:
1. mediazione interculturale - indirizzata soprattutto ai cittadini stranieri, con l’obiettivo di
migliorare i processi di comunicazione/comprensione; prevenire o risolvere situazioni di conflitto;
fornire informazioni su risorse e opportunità del territorio; promuovere la convivenza interculturale e
l’integrazione sociale; educare alla legalità e fornire strumenti di conoscenza e informazione su
regole, usi e costumi locali; interpretare, e possibilmente portare a soluzione, le problematiche dei
gruppi di immigrati (dinamiche delle etnie, difficoltà abitative, problemi relazionali o altro).
2. animazione di quartiere – lavoro di carattere socio-educativo, perseguito attraverso il
coinvolgimento di tutti i soggetti presenti sul territorio (scuole, parrocchie, circoli anziani,
associazioni, ecc.), che si sostanzia nella realizzazione di attività ricreative e di intrattenimento per
bambini, ragazzi e adulti, nei luoghi sia formali che, soprattutto, informali, in accordo inoltre con gli
operatori pubblici e privati impegnati in campo sociale (Comune, Circoscrizione, AUSL, LILA,
Ronda della Carità, Istituti religiosi, associazioni, ecc.).
Gli operatori impegnati nella zona, attivi dal 2003, hanno incontrato alcune difficoltà nel gestire il
lavoro di strada. E’ emersa quindi la necessità di qualificare il servizio al fine di migliorare le
prestazioni, con particolare riguardo alle relazioni di comunità e al riconoscimento e all’approccio
corretto ai conflitti.
Le misure di accompagnamento al progetto saranno quindi:
a. un’attività di supervisione da parte di uno specialista di comunità sul lavoro di strada svolto, al
fine di orientare più efficacemente il servizio alle relazioni tra i diversi soggetti presenti nello
spazio pubblico
b. un percorso formativo di aggiornamento e qualificazione, rispetto alle competenze già
possedute dagli operatori, nella materia della gestione dei conflitti, tenendo conto della
complessità del setting (il quartiere, il rione, la strada) che comprende al proprio interno anche
fenomeni di devianza o addirittura microcriminalità. La formazione riguarderà:
- il conflitto in senso classico (definizione, gestione e soluzione in un setting come quello della
strada)
- il conflitto specificamente derivante dal fenomeno dei flussi migratori (occupazione fisica e
simbolica di un territorio, messa in discussione delle identità dei gruppi, interessi confliggenti
tra le diverse parti in campo).
c. l’estensione del servizio di mediazione interculturale e di animazione di quartiere anche alla
piazzetta oggetto di riqualificazione.
B. Piazzetta via Baciocchi
Allo stato attuale esistono diversi progetti in materia di politiche giovanili e prevenzione destinati
agli studenti delle scuole che insistono sulla futura piazzetta di Via Baciocchi e per la popolazione
studentesca e giovanile in genere.
A titolo esemplificativo si allega il progetto “Per una rete territoriale di servizi ai giovani” (All. H),
che si prefigge di predisporre una rete interscolastica di servizi e strutture grazie alla quale sia
possibile ai giovani accedere a risorse atte a soddisfarne i bisogni di integrazione sociale e
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culturale, nonché ad esprimerne il potenziale di creatività.
La realizzazione di simili progetti è certamente da includere nelle misure di accompagnamento.
Le misure di accompagnamento specifiche e peculiari alla presente proposta sono:
a. Coinvolgimento dei soggetti interessati nella definizione delle necessità di attrezzamento della
futura piazzetta partendo dal progetto di cui all’allegato B), con particolare riguardo ai
rappresentanti degli studenti;
b. costituzione di un Gruppo tecnico di coordinamento che si occuperà, in maniera collegiale e/o
curando singolarmente alcuni aspetti, di:
- gestione degli spazi attrezzati a disposizione dei giovani, anche in orario extrascolastico e
festivo;
- pubblicizzazione dei medesimi;
- monitoraggio delle attività.
Il gruppo tecnico sarà composto dai principali attori coinvolti, e segnatamente: Ufficio Piacenza
sicura, Settore Politiche giovanili, Servizi Sociali, Istituti scolastici, rappresentanti degli studenti,
nonché altri soggetti che sarà necessario coinvolgere nella gestione del progetto.
c. iniziative finalizzate all’effettivo utilizzo, formale ed informale, del nuovo spazio di relazione /
integrazione. Potranno quindi esservi realizzati eventi ed iniziative che oggi non hanno un
luogo elettivo di svolgimento. La nuova piazzetta potrà fungere, in determinate occasioni, da
teatro all’aperto per ospitare concerti, laboratori musicali, reading poetici, rassegne di film,
mostre, ecc.. A titolo di esempio:
- “Giovani suoni”, percorso di prevenzione primaria per i gruppi musicali delle scuole
secondarie di secondo grado, finanziato nell’ambito del Piano di zona
- 27 gennaio, letture all’aperto in occasione della Giornata della memoria
- esposizione di opere a cura dei giovani artisti del GAP
- happening conclusivo delle attività di educazione di strada per gruppi informali
- Festa della creatività (giornata conclusiva del periodo scolastico)
- 22 novembre, celebrazione della Convenzione dell’ONU sui Diritti dell’Infanzia e
dell’Adolescenza
10. Il progetto prevede approfondimenti progettuali specialistici , anche attraverso la
realizzazione di studi e ricerche, orientati alla qualificazione del progetto in funzione
dello specifico problema di sicurezza?
No
11. Il progetto prevede azioni di formazione degli operatori o di coinvolgimento dei cittadini
direttamente interessati?
Si
Per quanto attiene alla formazione degli operatori di strada, si rimanda all’iniziativa di
accompagnamento descritta nel punto 9), sub a) e al sistema di valutazione ad esso collegato.
Il coinvolgimento dei cittadini è già documentato nell’allegato C al presente progetto per quanto
concerne il percorso partecipativo. In esso viene dimostrato come le indicazioni emerse dal
coinvolgimento dei giovani interessati hanno sostanzialmente modificato le finalità del progetto
caratterizzando gli interventi al fine di soddisfare le esigenze di disponibilità di spazi di
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aggregazione, socializzazione e relazione e di ridefinire il ruolo funzionale di tali strutture
privilegiando gli aspetti socio-ricreativi, ambientali, di qualità urbana, di sicurezza, rispetto alle
soluzioni meramente viabilistiche precedentemente individuate.
12. Il progetto rappresenta la puntuale ripetizione di iniziative già avviate negli anni
precedenti?
No
13. Il richiedente fruisce di contributi accordati da altre Amministrazioni pubbliche per le
attività previste dal progetto?
No
14. Il richiedente ha già usufruito di contributi regionali per azioni di miglioramento della
sicurezza, ex art.220 bis, comma 1, L.R. 3/99 e/o ex art. 5, comma 1, L.R. 24/03?
Si
Se si, in che anni? 2001 – 2002 - 2003
ALLEGATI:
A) Progetto riqualificazione urbana Piazzetta S. Maria degli Angeli e relativo
quadro economico;
B) Progetto riqualificazione urbana Piazzetta via Baciocchi e relativo quadro
economico;
C) Illustrazione percorso partecipativo propedeutico alla realizzazione degli
interventi
D) Lettera di condivisione degli obiettivi e collaborazione del Liceo Ginnasio
Statale “M. Gioia”
E) Lettera di condivisione degli obiettivi e collaborazione dell’Ist. di Istruzione
Superiore “G.D. Romagnosi”
F) Lettera di condivisione degli obiettivi e collaborazione della Questura di
Piacenza
G) Preventivo di spesa per misure di accompagnamento
H) Progetto “Per una rete territoriale di servizi ai giovani”.
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