La monetizzazione

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La monetizzazione
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L’Egitto faraonico introdusse la monetizzazione solo nel periodo greco romano. Verso il 326 a.C.
entrò in attività la prima “zecca” egizia, quella di Alessandria voluta da Tolomeo I, che emise serie
di monete in oro, argento e bronzo. La maggiore produzione monetaria si ebbe sotto i primi quattro
monarchi Lagidi, senza che apparisse, tuttavia, un marchio distintivo esclusivo, introdotto,
probabilmente, alla fine del II secolo a.C.
Monete erano già in uso ai tempi di Alessandro, quando per il grande imperatore le zecche fenice,
di lunga tradizione, coniarono monete esclusive, integrate, sotto i Tolomei, da altre produzioni
sempre di importazione fenicia.
Una breve evoluzione
Nell'antico Egitto l'agricoltura rappresentava la principale attività e gli scambi commerciali
avvenivano principalmente con i prodotti della terra. Numerosi pesi di aspetto teriomorfo o con
testa di bovino, sono stati ritrovati durante scavi archeologici, a dimostrazione che il sistema
economico si basava sull'agricoltura. Il deben era un peso di metallo equivalente a 91 grammi d'oro,
d'argento o di rame suddiviso in 10 kite. Era utilizzato anche il tetradramma che equivaleva a
quattro dramme d'argento il cui peso oscillava tra i 17 e i 15,5 grammi, pezzi impiegati per il
commercio a partire dalla XVIII dinastia (1543-1292 a.C.), anche se l'uso del metallo come mezzo
di scambio non mutò sostanzialmente l'economia del Nuovo Regno. In epoca tarda, a seguito delle
guerre sostenute dal faraone Achoris (393-380 a.C.) contro l'esercito persiano, si ebbero le prime
emissioni di moneta. Il sovrano, per fronteggiare il potente nemico fu costretto ad ingaggiare
mercenari greci, il cui unico compenso reclamato era in moneta, pertanto, Achoris, anche per
riorganizzare economicamente il paese, dovette coniare monete di tipo ateniese.
Sotto l’influenza nell'impero macedone di Alessandro il Grande, nei cui territori l’economia
monetaria era ben strutturata, Alessandria coniò ed emise monete proprie che circolarono, anche se
in modo limitato, per tutto l’impero; ciò avvenne tra 330 e il 325 a.C. circa. Queste prime
distribuzioni furono molte diffuse in Egitto. Alessandria fu un centro culturale, economico e
commerciale dove i traffici furono molto attivi, radicando, di conseguenza, queste prime emissioni
al suo territorio.
Le monete più diffuse erano quelle d'oro e i tetradrammi di 14 grammi, monete che portavano
l’effigie del grande Alessandro, sostituita, quando Tolomeo I divenne faraone, con l’immagine di
quest’ultimo; è chiaro l’intento di Tolomeo I di rimarcare la continuità divina con Alessandro, per
legittimare la sua ascesa al trono d’Egitto. Peraltro, questa fu la prima volta che un sovrano fu
raffigurato da vivo su delle monete.
II primo re della dinastia dei Lagidi creò un nuovo sistema monetario e si attivò in operazioni
finanziarie al fine di aumentare le riserve disponibili, facilitando il controllo e lo sviluppo
dell'economia in tutto il regno. Per sopperire alla scarsità di metallo nella produzione di più monete,
furono fuse quelle greche al fine di ricavarne materia prima per le nuove, rese anche più leggere.
Furono coniate dramme ed emidrammi rispettivamente di 3,5 e 1,8 grammi e furono ridotti a peso
di 15,5 grammi i tetradrammi, al posto dei normali 17,44 grammi delle monete greche. Il massimo
splendore economico si ebbe con Tolomeo II (284-246 a.C.) e Tolomeo III (246-221 a.C.), anche se
in questo periodo furono coniate poche monete d’oro, le più note di queste risalgono alla fine del
regno di Tolomeo II e parzialmente nel regno del successore. Si introdusse un sistema di peso
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fenicio e si coniarono monete in oro, argento e bronzo. Queste ultime furono le emissioni più
importanti, costituite da una serie di octodrammi raffiguranti Tolomeo II e Arsinoe II con, sul verso,
Tolomeo I e Berenice. Durante il regno di Tolomeo IV Filopatore (221-205 a.C.) furono coniate
monete in rame, integrate, verso il 270 a.C. da un modello più pesante realizzato in bronzo, com’era
in uso nella città di Siracusa, molto influente su Alessandria. Per commerciare con l’estero si
usavano tetradrammi d'argento, mentre per uso interno erano impiegate le dramme di bronzo:
nell’uso quotidiano, però, il metallo non era coniato.
Con la conquista di Siracusa da parte dei romani, periodo di reggenza di Tolomeo V Epifanie (205182 a.C.), perse vigore l’economia e il commercio fu praticato con monete coniate
precedentemente, fino all’uso pressoché unico dei didrammi. Con Tolomeo VI (181-146 a.C.)
furono datate in modo sistematico le emissioni in argento e continuarono quelle in oro fin dopo
Tolomeo VIII Evergete (146-116 a.C.).
Una crisi economica e politica caratterizzò la fine della dinastia dei Lagidi, specialmente durante il
regno di Tolomeo XII (80 a.C.) e Cleopatra VII (51-30 a.C.). Per prevenire l'inflazione le monete
d'argento non scomparvero, ma furono utilizzate soltanto per un certo tipo di pagamenti, i prestiti a
lungo termine. Augusto, durante l'impero romano, confiscò tutto l'oro e l'argento delle tesorerie reali
e lasciò circolare soltanto le monete di rame per i bisogni interni. Per la maggior parte della
popolazione i metalli preziosi conservarono il proprio valore ma non sotto forma di moneta. Nella
zecca di Alessandria, Tiberio continuò le coniazioni di bronzo. Una moneta fatta per circa l’80% di
rame e per il resto in argento, fu coniata nel 20 d.C. sostituita, in seguito, con una realizzata
riproducendo quelle romane e chiamata statere o tetradramma, equivalente a un denaro romano o a
una dramma attica. Questa moneta fu poco diffusa e il suo valore commerciale scarso; durante i
primi due secoli della dominazione romana ad Alessandria furono coniati cinque tipi di monete di
bronzo ma il breve periodo di monetizzazione, in funzione della lunghissima storia dinastica del
popolo del Nilo, era in pratica concluso.
Fine