LR 11-2009_Regione_Piemonte - Provincia Autonoma di Trento

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LR 11-2009_Regione_Piemonte - Provincia Autonoma di Trento
L.R. 7 aprile 2009, n. 11 (1)
Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte.
Il Consiglio regionale ha approvato.
La Presidente della Giunta regionale
promulga la seguente legge:
Art. 1
Finalità.
1. La Regione, nello spirito degli articoli 3, 6 e 9 della Costituzione ed in attuazione degli
articoli 4 e 7 dello Statuto, tutela e valorizza [la lingua piemontese,] l'originale patrimonio
culturale e linguistico del Piemonte, nonché quello delle minoranze occitana, francoprovenzale, francese e walser, promuovendone la conoscenza (2) .
(2)
2. La Regione considera tale impegno parte integrante dell'azione di tutela e
valorizzazione della storia e della cultura regionale e lo conforma ai principi della pari
dignità e del pluralismo linguistico sanciti dalla Costituzione, nonché a quelli che sono alla
base degli Atti internazionali in materia, in particolare della Carta europea delle lingue
regionali o minoritarie del 5 novembre 1992, e della Convenzione quadro europea per la
protezione delle minoranze nazionali del 1° febbrai o 1995.
3. La Regione si attiene alle procedure delineate dall'articolo 3 della legge 15 dicembre
1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche),
relativamente agli ambiti territoriali.
Art. 2
Principi ed ambiti dell'azione regionale.
1. Per il raggiungimento delle finalità di cui all'articolo 1 la Regione, nell'ambito delle
proprie competenze legislative ed amministrative e nel rispetto del riparto di funzioni
definito dagli articoli 124, 126 e 127 della legge regionale 26 aprile 2000, n. 44
(Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112
"Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti
locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59"), così come introdotti
dall'articolo 10 della legge regionale 15 marzo 2001, n. 5, realizza interventi diretti e
promuove azioni di sostegno ad autonome e specifiche iniziative condotte dagli enti locali,
da istituzioni, organismi ed associazioni che svolgono un'attività qualificata e continuativa
a livello locale e che dispongono di una organizzazione adeguata.
2. In attuazione dei principi di cui al comma 1 si prevedono:
1
Pubblicata nel B.U. Piemonte 16 aprile 2009, n. 15.
a
La Corte costituzionale, con sentenza 10-13 maggio 2010, n. 170 (Gazz. Uff. 19 maggio 2010, n. 20, 1
serie speciale), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma, limitatamente alle parole
racchiuse fra parentesi quadre.
2
Commento: Corte
Costituzionale
Identificazione e tutela della
lingua piemontese come lingua
regionale:
- dichiarazione di illegittimità
costituzionale
1. Sono costituzionalmente
illegittimi, per contrasto con
l'art. 6 della Cost. - in quanto la
Regione Piemonte con
l'introduzione di dette
disposizioni si è arrogata il
diritto di identificare e tutelare in
maniera autonoma ed
indiscriminata una propria
"lingua" regionale -, l'art. 1,
comma 1, L.R. 7 aprile 2009, n.
11, regione Piemonte, (intitolata
"Tutela, valorizzazione e
promozione del patrimonio
linguistico del Piemonte"),
limitatamente alle parole "la
lingua piemontese"; l'art. 2,
comma 2, lett. c), della legge
regionale medesima, nella
parte in cui si riferisce alla
"lingua piemontese"; l'art. 2,
comma 2, lett. g), della legge
regionale medesima
limitatamente alla locuzione "in
piemontese e"; invero poiché il
tema della tutela della "lingua"
introdotto dal citato articolo 6
rappresenta una sorta di
ulteriore tratto fisionomico della
dimensione costituzionale
repubblicana, esso risulta
necessariamente sottratto alla
competizione, o alla
conflittualità, tra legislatori
"competenti" e, perciò,
primariamente affidato alla cura
dell'istituzione statale.
Sent. n. 170 del 13-05-2010
(ud. del 10-05-2010),
Presidente del Consiglio dei
Ministri c. Regione Piemonte
-2a) la conservazione e la valorizzazione delle tradizioni storico-linguistiche, con
particolare riguardo alla toponomastica, al patrimonio artistico ed architettonico, alla vita
religiosa, alle usanze e ai costumi, all'ambiente naturale ed antropizzato;
b) il consolidamento e lo sviluppo delle attività economiche e produttive importanti per
la permanenza delle popolazioni nei luoghi d'origine, ai fini del mantenimento dell'identità
linguistica e culturale delle rispettive comunità;
c) la facoltà, per gli enti locali, di introdurre progressivamente, accanto alla lingua
italiana, l'uso delle lingue di cui all'articolo 1 nei propri uffici ed in quelli
dell'amministrazione regionale presenti sul territorio (3);
d) la promozione dell'insegnamento [della lingua piemontese,] dell'originale patrimonio
linguistico e culturale del Piemonte e delle minoranze linguistiche di cui all'articolo 1,
anche attraverso corsi di formazione e di aggiornamento per gli insegnanti, ferma restando
l'autonomia delle istituzioni scolastiche (4);
e) l'incremento, anche attraverso forme di collaborazione con associazioni e istituti
culturali e universitari, delle iniziative di studio, ricerca e documentazione;
f) il sostegno a forme di collaborazione e scambio con altre popolazioni appartenenti
allo stesso ceppo linguistico e parlanti la stessa lingua in modo identico o simile, presenti
anche al di fuori del territorio della Repubblica;
g) la promozione e l'attuazione, d'intesa con le emittenti pubbliche e private, di
trasmissioni culturali [in piemontese e] nelle lingue minoritarie di cui all'articolo 1 (5);
h) il sostegno alla rete informatica destinata a raccogliere le banche dati realizzate con
il concorso di uffici e sportelli linguistici, garantendo la loro fruizione da parte del pubblico;
i) l'istituzione, da parte della Giunta regionale, di borse di studio per tesi di laurea
relative [alla lingua piemontese e] all'originale patrimonio linguistico e culturale del
Piemonte e delle minoranze di cui all'articolo 1 (6).
Art. 3
Denominazioni storiche.
1. La Regione eroga contributi ai comuni singoli od associati per ricerche finalizzate
all'eventuale ripristino delle proprie denominazioni storiche.
a
3
La Corte costituzionale, con sentenza 10-13 maggio 2010, n. 170 (Gazz. Uff. 19 maggio 2010, n. 20, 1
serie speciale), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della presente lettera, nella parte in cui si riferisce
alla lingua piemontese.
a
4
La Corte costituzionale, con sentenza 10-13 maggio 2010, n. 170 (Gazz. Uff. 19 maggio 2010, n. 20, 1
serie speciale), ha dichiarato, ai sensi dell'art. 27, L. 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale in via
consequenziale della presente lettera, limitatamente alle parole racchiuse fra parentesi quadre.
a
5
La Corte costituzinale, con sentenza 10-13 maggio 2010, n. 170 (Gazz. Uff. 19 maggio 2010, n. 20, 1 serie
speciale), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della presente lettera, limitatamente alle parole racchiuse
fra parentesi quadre.
a
6
La Corte costituzionale, con sentenza 10-13 maggio 2010, n. 170 (Gazz. Uff. 19 maggio 2010, n. 20, 1
serie speciale), ha dichiarato, ai sensi dell'art. 27, L. 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale in via
consequenziale della presente lettera, limitatamente alle parole racchiuse fra parentesi quadre.
Commento: Corte
Costituzionale
Ripristino delle denominazioni
storiche dei Comuni:
- procedure e modalità
- - questione di legittimità
costituzionale: infondatezza
1. Sono infondate le questioni
di legittimità costituzionale degli
artt. 1, 3° comma, e 3, 5°
comma, e dell'art. 4, L.R. 7
aprile 2009, n. 11, Piemonte,
nelle parti in cui,
rispettivamente, fanno rinvio
alla disciplina statale prevista ai
fini della delimitazione
dell'ambito territoriale di
applicazione delle disposizioni
per la tutela delle "minoranze
linguistiche storiche" e
prevedono la facoltà della
regione di disporre, secondo
specifiche procedure, il
ripristino delle denominazioni
storiche dei comuni, nonché il
potere di promuovere e
sostenere indagini sulla
toponomastica locale e di
erogare contributi ai comuni
("per l'apposizione dei segnali
stradali di localizzazione
territoriale che utilizzino idiomi
locali storicamente presenti
nella zona di riferimento, in
aggiunta alla denominazione
nella lingua italiana"), in
riferimento all'art. 6 Cost.
Sent. n. 170 del 13-05-2010
(ud. del 24-02-2010),
-32. Le richieste di contributo di cui al comma 1 sono sottoposte al preventivo parere
obbligatorio di un Comitato scientifico composto da:
a) l'Assessore regionale competente in materia di cultura, o suo rappresentante, con
funzione di Presidente;
b) due esperti universitari in materie linguistiche individuati dalla Giunta regionale
previo parere della Commissione consiliare competente;
c) due esperti universitari in materie geografiche individuati dalla Giunta regionale
previo parere della Commissione consiliare competente.
3. Possono far parte del Comitato scientifico, su designazione dei rispettivi enti, i seguenti
soggetti:
a) due docenti universitari in materie linguistiche, individuati previo parere della
Commissione consiliare competente;
b) due docenti universitari in materie geografiche, individuati previo parere della
Commissione consiliare competente;
c) un esperto di storia regionale della Deputazione subalpina di storia patria;
d) un rappresentante della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio
del Piemonte.
4. I membri del Comitato sono nominati con decreto del Presidente della Giunta regionale,
rimangono in carica per la durata della legislatura e comunque fino al rinnovo
dell'organismo e prestano la loro opera a titolo gratuito.
5. Su istanza dei comuni interessati e previa deliberazione dei rispettivi Consigli comunali,
la Regione, in attuazione dell'articolo 133, ultimo comma della Costituzione, può disporre,
con le procedure e le modalità previste dall'articolo 6 della legge regionale 2 dicembre
1992, n. 51 (Disposizioni in materia di circoscrizioni comunali, unione e fusione di Comuni,
circoscrizioni provinciali), così come da ultimo modificato dall'articolo 8 della legge
regionale 26 marzo 2009, n. 10, il ripristino delle denominazioni storiche dei comuni.
Art. 4
Segnali di localizzazione territoriale.
1. La Regione promuove e sostiene indagini sulla toponomastica locale e contribuisce alle
iniziative in tal senso promosse dai comuni singoli od associati.
2. Per l'apposizione dei segnali stradali di localizzazione territoriale che utilizzino idiomi
locali storicamente presenti nella zona di riferimento, in aggiunta alla denominazione nella
lingua italiana, la Regione eroga ai comuni un contributo in conto capitale a fondo perduto.
3. I soggetti di cui al comma 1 chiedono la concessione del contributo finanziario
all'assessorato competente in materia di cultura previa presentazione di un'istanza
corredata dai seguenti atti:
Commento: Corte
Costituzionale
Promozione di indagini sulla
toponomastica locale:
- contributi ai Comuni per
segnali stradali che
utilizzano anche idiomi
locali
- - questione di legittimità
costituzionale: infondatezza
1. Sono infondate le
questioni di legittimità
costituzionale degli artt. 1, 3°
comma, e 3, 5° comma, e
dell'art. 4, L.R. 7 aprile 2009, n.
11, Piemonte, nelle parti in cui,
rispettivamente, fanno
rinvio alla disciplina statale
prevista ai fini della
delimitazione dell'ambito
territoriale di applicazione
delle disposizioni per la
tutela delle "minoranze
linguistiche storiche" e
prevedono la facoltà della
regione di disporre,
secondo specifiche
procedure, il ripristino delle
denominazioni storiche dei
comuni, nonché il potere di
promuovere e sostenere
indagini sulla
toponomastica locale e di
erogare contributi ai
comuni ("per l'apposizione
dei segnali stradali di
localizzazione territoriale
che utilizzino idiomi locali
storicamente presenti nella
zona di riferimento, in
aggiunta alla
denominazione nella lingua
italiana"), in riferimento
all'art. 6 Cost.
Sent. n. 170 del 13-052010 (ud. del 24-02-2010),
-4a) delibera del Consiglio comunale relativa all'apposizione della segnaletica;
b) documentazione comprovante l'avvenuta realizzazione ed apposizione dei cartelli in
idioma locale storicamente presente;
c) atto di liquidazione della spesa sostenuta.
4. Il contributo finanziario di cui al comma 2 è determinato sulla base della spesa liquidata
fino alla totale copertura della stessa qualora la cifra non ecceda i 2.500 euro e fino al 50
per cento della medesima per la parte eccedente, fino ad un massimo di 5.000 euro di
spesa complessiva.
Art. 5
Informazione regionale.
1. La Regione si impegna a riservare, sulle proprie pubblicazioni periodiche di
informazione generale, appositi spazi aperti alla collaborazione di enti ed istituti qualificati,
destinati alla promozione dell'uso e della conoscenza dell'originale patrimonio culturale e
linguistico del Piemonte nonché quello delle minoranze occitana, franco-provenzale,
francese e walser.
Art. 6
Istituzione del registro regionale delle associazioni di tutela e valorizzazione dell'originale
patrimonio culturale e linguistico.
1. Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge è istituito il registro regionale
delle associazioni di tutela e valorizzazione della lingua piemontese, dell'originale
patrimonio culturale e linguistico del Piemonte e delle minoranze occitana, francoprovenzale, francese e walser.
2. Per l'iscrizione nel registro regionale le associazioni sono tenute ad avere sede legale in
Piemonte ed essere costituite e operare da almeno sei mesi.
3. Nel registro regionale risultano l'atto costitutivo, lo statuto, la sede dell'associazione ed il
settore di intervento. Nel registro sono altresì iscritte le modifiche dell'atto costitutivo e
dello statuto, i trasferimenti della sede, le deliberazioni di scioglimento.
4. Il registro è tenuto presso la Giunta regionale, che provvede alle periodiche revisioni ed
aggiornamenti dello stesso.
5. L'iscrizione al registro è condizione necessaria per l'erogazione dei contributi regionali.
Art. 7
Consulta permanente per la tutela e valorizzazione dell'originale patrimonio culturale e
linguistico.
1. È istituita la Consulta permanente per la tutela e valorizzazione della lingua piemontese,
dell'originale patrimonio culturale e linguistico del Piemonte e delle minoranze occitana,
franco-provenzale, francese e walser, con compiti di osservatorio e svolgimento di funzioni
propositive e consultive nei confronti della Giunta regionale.
-52. La Consulta è nominata con decreto del Presidente della Giunta regionale entro sei
mesi dall'entrata in vigore della presente legge ed è composta da:
a) il Presidente della Giunta regionale, o suo delegato, con funzione di Presidente;
b) tre Consiglieri regionali;
c) gli Assessori regionali competenti in materia di istruzione e cultura, o loro delegati;
d) gli Assessori provinciali competenti in materia di cultura;
e) cinque sindaci di comuni proposti dalla Conferenza Permanente RegioneAutonomie Locali, in ragione di uno per ciascuna delle comunità linguistiche di cui al
comma 1;
f) nove esponenti individuati dalla Giunta regionale nell'ambito delle associazioni
iscritte al registro di cui all'articolo 6, in modo da garantire la più ampia rappresentatività.
3. Può altresì far parte della Consulta, su designazione dell'ente di appartenenza e previo
parere della Commissione consiliare competente, un rappresentante dell'Università di
Torino, del Politecnico e dell'Università del Piemonte Orientale.
4. La Consulta dura in carica cinque anni e, all'atto dello scioglimento del Consiglio
regionale, decade inderogabilmente.
5. La Consulta formula proposte per l'individuazione dei criteri finalizzati a definire la
valenza regionale o locale delle iniziative di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale
e linguistico.
6. La Consulta è convocata dal suo Presidente almeno una volta all'anno e comunque
ogniqualvolta ne faccia richiesta la maggioranza dei suoi componenti.
7. Ai componenti la Consulta spetta il rimborso delle spese sostenute per l'adempimento
del proprio mandato, secondo modalità stabilite dalla Giunta regionale con successivo
provvedimento.
Art. 8
Procedura di erogazione dei contributi.
1. I soggetti di cui agli articoli 2 e 3, che intendono avvalersi dei contributi regionali,
presentano domanda entro il 15 marzo di ogni anno all'assessorato competente in materia
di cultura.
2. Le domande, firmate dal legale rappresentante del soggetto richiedente, sono corredate
da:
a) programma di attività per cui si richiede il finanziamento;
b) preventivo di spesa;
c) relazione sulle attività culturali eventualmente già svolte nella materia.
-63. La Giunta regionale, sentita la Consulta permanente di cui all'articolo 7 e tenuto conto
del parere sui criteri di assegnazione dei contributi espresso dalla Commissione consiliare
competente, ne delibera l'ammontare.
4. I beneficiari del contributo sono tenuti a presentare, entro un anno dalla data della sua
assegnazione, relazione documentata sull'attività svolta ammessa al finanziamento. In
caso di mancato adempimento di tale obbligo la Giunta regionale, dopo opportuna verifica,
può disporre la revoca dei contributi assegnati.
Art. 9
Festa del Piemonte.
1. Al fine di favorire la conoscenza della storia del Piemonte, di valorizzarne l'originale
patrimonio linguistico, di illustrarne i valori di cultura, di costume, di civismo, nel loro
radicamento e nella loro prospettiva, nonché di far conoscere adeguatamente lo Statuto e i
simboli della Regione, è istituita la "Festa del Piemonte". Essa ricorre il 22 maggio, nel
giorno anniversario della promulgazione dello Statuto regionale, avvenuta il 22 maggio
1971.
2. La Giunta regionale stabilisce annualmente gli interventi diretti a realizzare e ad
illustrare tali finalità, in particolare fra le giovani generazioni e d'intesa con i competenti
organi dello Stato, nelle scuole di ogni ordine e grado.
Art. 10
Clausola valutativa.
1. La Giunta regionale rende conto periodicamente al Consiglio regionale dello stato di
attuazione delle disposizioni legislative e dei risultati ottenuti in termini di tutela e
valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico del Piemonte nonché quello delle
minoranze occitana, franco-provenzale, francese e walser.
2. Trascorso un anno dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale
presenta al Consiglio regionale una relazione dalla quale emerga una rendicontazione in
merito all'istituzione del Comitato di cui all'articolo 3 e della Consulta di cui all'articolo 7 ed
alle relative modalità organizzative, operative e funzionali.
3. Trascorsi due anni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale
presenta annualmente al Consiglio regionale una relazione dalla quale emergono i
seguenti dati di natura statistico-valutativa:
a) le dotazioni finanziarie attribuite a ciascuna tipologia degli interventi economici ed il
rispettivo tasso di utilizzo;
b) la tipologia ed il numero dei beneficiari nonché la descrizione qualitativa e
quantitativa dei progetti ritenuti meritevoli di finanziamento;
c) la tipologia ed il numero delle domande non ammesse a contributo e le motivazioni
dell'esclusione;
d) le attività di promozione ed informazione promosse ed adottate al fine di divulgare la
conoscenza degli incentivi legislativi.
-7Art. 11
Abrogazione.
1. Sono abrogate la legge regionale 10 aprile 1990, n. 26 (Tutela, valorizzazione e
promozione della conoscenza dell'originale patrimonio linguistico del Piemonte) e la legge
regionale 17 giugno 1997, n. 37 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 10 aprile
1990, n. 26 “Tutela, valorizzazione e promozione della conoscenza dell'originale
patrimonio linguistico del Piemonte”), fatta salva l'erogazione dei contributi concessi sulla
base del programma di interventi previsto dall'articolo 10 della L.R. n. 26/1990 ed operante
alla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 12
Norma finanziaria.
1. Per l'attuazione della presente legge, nell'anno finanziario 2009, è autorizzata la spesa
complessiva di 2.000.000,00 di euro, alla copertura della spesa corrente pari €
1.600.000,00 euro e della spesa in conto capitale pari € 400.000,00 euro, in termini di
competenza e di cassa, si provvede rispettivamente con le dotazioni delle unità
previsionali di base (UPB) DB18041 e DB12022 del bilancio di previsione, unità che
presentano le necessarie coperture finanziarie.
2. Agli oneri di cui al comma 1, in termini di competenza, per il biennio 2010-2011 si fa
fronte con le risorse finanziarie individuate secondo le modalità previste dall'articolo 8 della
legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) e
dall'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno
2003).
La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione.
È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della
Regione Piemonte.