Fondato nel 1977 - Istituto di Psicomotricità

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Fondato nel 1977 - Istituto di Psicomotricità
Istituto di Psicomotricità di Anne-Marie Wille
Fondato nel 1977
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Alcune informazioni per chi è interessato a frequentare i nostri corsi
Da 2008, l’Istituto di Psicomotricità ha scelto di sospendere l’organizzazione di Corsi Triennali di
Formazione in Psicomotricità per le seguenti ragioni:
− In Europa, per essere Psicomotricista viene richiesta una formazione triennale a tempo pieno,
promossa da un’università (Facoltà di Medicina e /o di Scienze dell’Educazione), oppure anche
da enti privati convenzionati, con programma conforme alle norme stabilite per ciascun
paese.1
− In numerosi paesi europei la professione è riconosciuta o in via di riconoscimento e in alcuni,
specifiche sindrome cliniche, trattate con terapia psicomotoria, sono a carico del sistema
sanitario pubblico.
In Italia invece, questa formazione non è mai stata regolamentata anche se:
− Esiste, già dagli anni Settanta, anche se gestita solo da enti privati
− Una commissione per l’omogeneizzazione dei programma dei corsi triennali di psicomotricità
delle scuole private sia stata istituita dal Prof. Giovanni Bollea nel 1996.
− Ci sia un alto numero di operatori che praticano la professione, assunti presso enti pubblici e
privati
− Le associazioni di categoria abbiano fatto e facciano ancora continue pressioni per
l’ottenimento di un riconoscimento.
Ad un livello giuridico, quindi, lo Psicomotricista non esiste. E’ successo invece che:
− L’università (facoltà di Medicina, corso di laurea per Terapisti della Neuro e Psicomotricità
dell’Età Evolutiva –TNPEE-) abbia scelto di accorpare lo Psicomotricista (uscente dalle scuole
private con formazioni triennali già equiparate dalla commissione Bollea) al TNPEE, una
figura professionale istituita con d.m. il 2 aprile 2001. Essa fa parte delle professioni sanitarie
legalmente riconosciute.
− Sostenitrice e promotrice di questa scelta è stata una sola una tra le diverse associazioni di
Psicomotricisti2.
1
Vedi FEP Forum Europeo della Psicomotricità
http://www.psychomot.org/european_forum_psychomotricity.htm#organs
2
Per saperne di più sulle situazione della psicomotricità in Italia si consultare i siti delle diverse associazioni di
categorie tra cui : FISCOP www.fiscop.it/federazione.php; ANUPIwww.anupi.it;
APPI www.appi.name/protocolli.asp; ANPRI www.anpri.net
− Numerosi Psicomotricisti hanno ottenuto l’equipollenza del loro titolo con quello del TNPEE
frequentando corsi integrativi presso alcune università.
− La maggioranza non era proprio entusiasta nei confronti di questa scelta che ha alimentato ancora
di più la confusione che regna nel nostro paese intorno alla specificità della professione. Ciò
malgrado, è stata una scelta obbligata, (anche costosa), pena il licenziamento o la denuncia per
esercizio abusiva della professione paramedica.
Di conseguenza, l’attestato rilasciato da una qualsiasi scuola privata con formazione triennale non può
autorizzare l’assunzione di uno Psicomotricista in ambito sanitario. Ciò è stato invece possibile prima
del d.m. del 2 aprile 2001. Allora, pur non essendo riconosciuto ad un livello giuridico, la professione
di Psicomotricista lo era di fatto, e si era quasi certi che prima o poi un inquadramento legale ci
sarebbe stato. Invece, il suo destino è stato tutt’altro.
Quali sono le altre conseguenze dell’equipollenza tra Psicomotricista e TNPEE?
− Da un punto di vista del contenuto della formazione, l’”equipollenza” tra TNPEE e
Psicomotricista è inesistente, poiché solo formale. Agli Psicomotricisti non sono state insegnate
quelle tecniche neuromotorie che contraddistinguono le competenze del TNPEE
− A sua volta il TNPEE non conosce le tecniche psicomotorie: la formazione universitaria offre
pochissime ore di insegnamento sia delle metodologie psicomotorie che di tirocinio in questo
ambito
− I corsi hanno invece aggiornato le conoscenze teoriche dello Psicomotricista, specie quelle neuro
scientifiche.
− A livello formale sono state fuse due figure professionali che sono invece sostanzialmente
diverse, sia per le loro origini culturali e scientifiche che per i loro metodi di intervento
terapeutico–riabilitativo.
− Può capitare che nella stessa struttura sanitaria sia pubblica che privata un bambino con uno
specifico problema sia affidato indifferentemente ad uno Psicomotricista o ad un TNPEE, secondo
la formazione degli operatori disponibili.
− Poiché le due figure hanno competenze limitate per quanto riguarda la reciproca conoscenza di
specifiche metodologie e tecniche, ne consegue che, per una stessa patologia, possano essere
somministrati interventi riabilitativi differenti sullo stesso soggetto: psicomotori se il soggetto è
affidato ad uno Psicomotricista, neuromotorie se è un TNPEE.
− Infine, c’è un'altra differenza tra le due figure: mentre l’intervento psicomotorio si rivolge a tutto
l’arco della vita, quello del TNPEE si limita all’età evolutiva.
In poche parole, lo Psicomotricista resta uno Psicomotricista e il TNPEE, un TNPEE. Mentre dal
punto di vista formale esiste solo il TNPEE che ora si autodefinisce anche Psicomotricista!
Pur comprendendone i motivi, come Psicomotricista con diploma universitario e come formatore, mi
dissocio completamente dalla deplorevole scelta dell’”equipollenza”, mentre condivido gli obiettivi di
2
alcune associazioni di categorie che proseguono sulla strada del riconoscimento della professione.
Tuttavia, viene il dubbio che in Italia si possa ancora ottenere nei prossimi anni il tanto agognato
riconoscimento.
Quali sono le premesse per una seria formazione psicomotoria ?
E’ mia convinzione che la professione di Psicomotricista sia e debba restare una professione
paramedica e che non possa essere limitata all’ambito educativo come alcuni sperano che accada, per
potersi differenziare dal TNPEE e ottenere un proprio riconoscimento. L’unica speranza è una
normativa europea, che prevarrebbe su quelle nazionali
La scissione tra una formazione in Educazione psicomotoria e una formazione in Terapia psicomotoria
non è un solo una “furbizia”ma soprattutto un errore. In tutti paesi in cui la professione è
riconosciuta, lo Psicomotricista può operare sia nei campi della prevenzione, dell’educazione che in
quelli della terapia e riabilitazione. Ed è altresì abilitato alla pratica di valutazioni (osservazioni, esami
psicomotori, scale di sviluppo, test ecc.) collaborando con altre figure alla formulazione di una
diagnosi medico-psicologica.
Per ricoprire tutte queste funzioni è necessario:
− che esista il riconoscimento giuridico della figura dello Psicomotricista
− aver frequentato un corso di psicomotricità strutturato e completo che, oltre, può
prescindere da una collaborazione tra università e centri o servizi di terapia psicomotoria,
pubblici o privati che siano.
− che presso l’università, gli studenti ricevano l’indispensabile formazione teorica di base,
comune anche ad altre professioni della riabilitazione e dell’educazione (ad es. Fisioterapisti,
Educatori, Terapisti Occupazionali).
− che presso i centri e servizi di terapia psicomotoria sia svolta la formazione professionale,
affidata a Psicomotricisti esperti, con ruoli di formatore e tutor di tirocinio.
− inoltre, la formazione psicomotoria si deve avallare da altre figure professionali che conducono
uno specifico training centrata sulla persona, in cui vengono sollecitate le diverse competenze
dell’agilità e dell’espressione corporea che sono la premessa per poter praticare la
psicomotricità sia educativa che curativa.
Obiettivi e contenuti dei corsi dell’Istituto di Psicomotricità
I corsi dell’Istituto di Psicomotricità presentano una specifica metodologia e tecnica che derivano
dall’elaborazione della pratica della terapia psicomotoria e della formazione di operatori, condotta da
quarant’anni da Anne-Marie Wille. Questa esperienza è stata presentata in diverse sue pubblicazioni3.
3
Il bambino ipercinetico e la terapia psicomotoria
ARMANDO, Roma, 1989;
Il ragazzo nella nebbia - Racconti di terapia psicomotoria con bambini e adolescenti
Ed. CSIFRA, Bologna, 1992.
Il bambino di poche parole - Terapia psicomotoria e autismo infantile
3
Per i motivi già spiegati i corsi non possono offrire una formazione completa di Psicomotricista
mentre danno ai partecipanti la possibilità di integrare alcuni aspetti del l’intervento psicomotorio in
ambiti riabilitativi o educativi, laddove predominano l’uso del movimento e della comunicazione non
verbale.
I contenuti dei corsi si concentrano soprattutto sulla sperimentazione e sull’analisi funzionale
psicomotoria di diversi contesti, situazioni, attività ed esercizi. Per contro, essi non si soffermano
sulle conoscenza teoriche di base necessarie per svolgere ogni professione educativa o paramedica e
che si ritiene siano assimilate da parte dei partecipanti. Viene comunque proposta una bibliografia per
chi necessitasse di un approfondimento un di un aggiornamento in tal senso.
I corsi hanno anche l’obiettivo di aiutare gli operatori a porre uno sguardo attento sulle caratteristiche
dell’azione nello sviluppo dell’individuo sia sano con disabilità. Inoltre, si auspica che gli incontri di
sperimentazione pratica possano arricchire la conoscenza di sé, e sensibilizzare i partecipanti
sull’importanza dell’interazione corporea, un aspetto di fondamentale importanza per tutti coloro che
svolgono professioni di aiuto.
Dal 2003 i corsi dell’Istituto di Psicomotricità hanno ricevuto crediti ECM per alcune figure
professionali tra cui il Fisioterapista, il TNPEE, l’Educatore. I corsi sono altresì rivolti a tutti gli
operatori con esperienza professionale nei diversi ambiti dell’educazione e della riabilitazione e che
utilizza la mediazione corporea come strumento principale.
Ed. MARRAPESE, Roma, 1994.
La Terapia psicomotoria dei Disturbi Minori del Movimento
Ed. MARRAPESE, Roma, 1996.
Il gigante silenzioso - Casi clinici in terapia psicomotoria
Ed. Armando, Roma 2001
La Psicomotricità (con Claudio Ambrosini, Carlo De Panfilis)
Ed. XENIA, Milano, 1999.
Il Corpo Musicale, riflessioni sulla Musica e sulla interpretazione del movimento corporeo
Armando Editore – Roma, 2005
Manuale di Terapia Psicomotoria dell’età evolutiva,(in collaborazione con Claudio Ambrosini)
Cuzzolin Editore – Napoli, 2005
L’inibizione psicomotoria
Cuzzolin Editore – Napoli, 2007
L’Inerzia decisionale - La terapia psicomotoria con soggetti senza iniziativa motoria e con ritardo mentale grave
Cuzzolin Editore – Napoli, 2011
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