Lavorare con le famiglie e i minorenni

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Lavorare con le famiglie e i minorenni
‘MINIMASTER’
Lavorare con le Famiglie e i Minorenni
Lavorare con le famiglie con figli minorenni sottoposte a procedimenti
dell’Autorità Giudiziaria
22 e 23 febbraio, 21 e 22 marzo; 21 e 22 aprile 2016
dalle 9 alle 17
(l’orario può essere riorganizzato sulla base delle esigenze del gruppo che parteciperà)
Il ‘Master’* proposto sul tema del LAVORO CON LE FAMIGLIE E I MINORENNI
SOTTOPOSTI A PROCEDIMENTI DELL’AUTORITÅ GIUDIZIARIA nasce dalla considerazione
che la maggior parte dei corsi per assistenti sociali su questo tema sono tenuti da psicologi o altri
professionisti, raramente sono presenti anche assistenti sociali tuttora attivi a livello operativo
all’interno dei servizi sociali. In un quadro fortemente ‘psicologizzato’ del lavoro con i
minorenni e le famiglie è sembrato quindi mancante un corso specifico per assistenti sociali,
che fosse in grado di focalizzare teorie, metodi, strumenti oltre a ruoli e funzioni di questa
figura professionale rendendo inoltre consapevoli gli assistenti sociali del ruolo e delle funzioni
degli altri professionisti. Inoltre il corso prenderà fortemente in considerazione strumenti operativi
di organizzazione e tenuta della rete dei servizi istituzionali e dell’attivazione di quelel comunitarie.
Infatti, nel lavoro con le famiglie e i minorenni è spesso faticoso mantenere l’attenzione di tutti i
soggetti in gioco sugli obiettivi e, ancor prima, definire con chiarezza e trasparenza finalità e
obiettivi specifici. Il corso quindi toccherà tutti gli ambiti disciplinari di interesse di questa area
peculiare del lavoro sociale per delineare modalità di lavoro multidisciplinare che permettano di
attuare in concreto i principi basilari del lavoro sociale. Il percorso formativo sarà quindi attento a
connettere le teorie di interesse degli assistenti sociali che lavorano in questa area e metodi,
strumenti e tecniche operative specificando l’appropriatezza nelle specifiche situazioni. Si ritiene,
infatti, che nell’operatività quotidiana sia necessario valutare quale metodo e strumentu attivare
partendo dal ‘perchè’ non dal ‘come’. Saranno quindi utilizzate situazioni concrete portate sia dal
formatore sia dai partecipanti che saranno stimolati in molto lavori in coppie e sottogruppi.
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Lavorare con le Famiglie e i Minorenni
Il lavoro con le famiglie e i minorenni sottoposti a procedimenti dell’Autorità Giudiziaria ha sempre
colpito l’interesse dei giovani operatori sociali e, sempre più, nei Servizi per le Famiglie e i
Minorenni (si tratterà durante il corso il motivo per cui il concetto di Tutela Minori non appare
adeguato) si trovano impegnate assistenti sociali con poca esperienza lavorativa e/o stanche di
interfacciarsi con le complessità di questa area. Sempre più, inoltre, i cambiamenti sociali,
legislativi e dei bisogni degli uetenti mettono gli operatori in crisi e nella necessità di trovare nuove
ed approrpiate forma di fronteggiare il lavoro con le famiglie e i minorenni, siano essi bambini e
adolescenti. Negli ultimi anni, infatti, sono apparse nel panorama italiano metodi, strumenti e
tecniche mutuati dai Paesi Anglosassoni che puntano sulla partecipazione attiva della famiglia in
senso ampio e su di una suddivisione del potere tra istituzioni, famiglia e reti comunitarie. Questi
modelli, affascinanti e potenzialmente efficaci, rischiano di diventare mere procedure se non
connessi ad un significato più ampio legato ai concetti epistemologici da cui nascono e al significato
deontologico profondo che portano con sè.
Essere social worker non significa di per sé essere professionisti competenti. Ci si dovrebbe
chiedere quale tipo di professionista si desidera essere e se i servizi nei quali si lavora sono in
relazione con il territorio, se guardano alle capacità delle persone o se, invece, sono autoreferenziali
e hanno, anche se non esplicitamente, nel loro mandato più il tema del controllo delle fasce
marginalizzate della popolazione che la care dei cittadini. La cultura di welfare dell’istituzione nella
quale si lavoroa e personale è uno dei primi elementi da prendere in considerazione quando si inzia
a lavorare, soprattutto in un’area nella quale le proposte dei servizi incidono sulla vita delle persone,
adulti e bambini. I concetti di ’interesse del minore’, così come quello di ‘aiuto’, di ‘genitore
competente’, di ‘ordine’, di ‘collaborazione’ non sono universali, dipendono invece dalla nostra
visione del mondo e più ne siamo consapevoli più, come operatori sociali, riusciamo a porci in una
posizione di reale tutela dei diritti di tutti i soggetti attori delle situazioni e creare le premesse per
una relazione di reciprocità basata sulla trasparenza e il rispetto dell’altro. Questi concetti sono
altrettanto cardinali nell’analisi della situazione delle famiglie, nell’assessment delle competenze
genitoriali e altrettanto aperti ad interpretazioni: chi stabilisce le lenti adeguate per definire tale
interesse? Il minorenne deve poter esprimere un’opinione sul suo benessere? chi stabilisce cosa
significa competente?
Lo sviluppo di due dimensioni trasversali, ovvero quella della sensibilità interculturale e quella
dell’anti-oppressive practice, permette di realizzare il principio di giustizia ed autodeterminazione
enfatizzato dalla definzione internazionale di lavoro sociale. La definizione internazionale di social
work tende infatti a valorizzare le culture di appartenenza, il diritto all’autodeterminazione,
l’empowerment della persona, la giustizia sociale, ossia tutti principi che trovano ampio riscontro
nella Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo del 1959. Per quanto astratti possano sembrare, essi
hanno un’ampia possibilità di applicazione nella pratica professionale. Teorie e pratiche operative
infatti si nutrono a vicende e non possono fare a meno le une delle altre: come insegnano Rollnick e
Miller (colloquio motivazionale) ci insegnano che le parole senza la musica risultano vuote e così i
metodi e gli strumenti senza la teoria perdono il loro senso. Altrettanto, l’assistentte sociale
dovrebbe svolgere la fondamentale funzione di rendere visibili ed esigibili i diritti degli utenti e la
loro possibilità di far sentire la propria voce. l tema del potere dovrebbe quindi essere all’ordine del
giorno della professione I professionisti, infatti, che esercitano un ampio potere nei confronti degli
utenti, spesso non possono o non sono in grado di sostenere le persone che vorrebbero far sentire la
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propria voce. Ancora, in una logica paternalistica tuttora presente nei servizi sociali, i professionisti
tendono a vedere minorenni e famiglie come soggetti sui quali esercitare esclusivamente protezione
e tutela.
Programma: 3 moduli di 2 giorni ciascuno
I° modulo
L’assistente sociale nei servizi per Le Famiglie e i Minorenni: dalla definizione internazionale di
social work alla declinazione operativa del ruolo e delle funzioni dell’assistente sociale
Connessioni con la deontologia professionale
La normativa attuale e i cambiamenti legislativi: competenze, organizzazione e prassi del Tribunale
per i Minorenni, del Tribunale Ordinario e del Giudice Tutelare; CTU e CTP; curatore e tutore;
l’istituto giuridico dell’affidamento ai servizi sociali; le tipologie di affidamento; la disciplina della
Corte Europea e le recenti sentenze di cassazione
Le indagini sociali: da dove partire? La deontologia professionale e i principi del lavoro sociale
come base per la pratica
L’assessment del rischio e l’analisi della situazione famigliare e sociale: teorie, metodi e strumenti.
le differenze nel lavorare con diverse situazioni. Riflettere sul metodo appropriato partendo dal
‘perchè’
Il primo colloquio: trasparenza e chiarezza al servizio della relazione di fiducia. Esistono utenti non
collaboranti? E assistenti sociali non collaboranti?
Leggere con attenzione il mandato dell’Autorità Giudiziaria e l’attenzione sul tema del potere
II° modulo
La valutazione delle competenze genitoriali e la connessione con gli altri professionisti: la
valutazione psico-sociale
Introduzione al lavoro di rete ad obiettivi. Impariamo dai manager
La scrittura della relazione per l’Autorità Giudiziaria e la fase di restituzione: la deontologia
professionale come lente da cui partire
Il lavoro di rete e l’attivazione delle risorse: quando, come e, soprattutto, perchè. Verso la
progettazione
La progettazione partecipata e il monitoraggio in itinere
II° modulo
Le specificità del lavoro con l’adolescente sottoposto a procedimenti penali minorili. Il
procedimento penale minorile: norme e prassi. Cosa cambia rispetto all’ambito civile e
amministrativo?
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Il caso dei genitori conflittuali.
Parlare con i bambini è un dovere deontologico.
Ripresa dei contenuti discussi durante il corso per chiarire dubbi, domande ed approfondire
eventuali aree che fossero rimaste poco chiare.
Analisi critica di una situazione di una famiglia da parte di ogni partecipante (lavoro conclusivo del
corso)
Metodologia
Il corso sarà fortemente operativo con l’attenzione a partire dalle attivazioni esperienziali per
riflettere sull’importanza della teoria. I moduli formativi sono in piccoli gruppi per poter dare
attenzione al gruppo come ai singoli partecipanti. Sarà stimolata la partecipazione attiva in tutte le
fasi del corso sia con lezioni frontali attive sia con lavori in coppia e sottogruppi oltre a riflessioni
critiche in plenaria. Durante il corso saranno presentati e sperimentati strumenti operativi da
utilizzare nelle varie fasi del lavoro con le famiglie e i minorenni.
A conclusione del corso i partecipanti dovranno presentare un lavoro conclusivo basato sull’analisi
critica del loro operato mettendo a fuoco punti di forza, punti di attenzione e ponendo due domande
di riflessione all’intero gruppo.
Destinatari
Il corso di rivolge ad assistenti sociali abilitati alla professione per un massimo di 20 persone.
IL CORSO SARÀ ATTIVATO CON UN MINIMO DI 15 PARTECIPANTI.
IL MASSIMO DI ISCRIZIONI ACCETTATE È DI 20.
Docenti
Elena Giudice, assistente sociale e formatrice
Assistente sociale libera professionista con esperienza di ormai 15 anni nell’area del lavoro con le
famiglie e i minorenni, soprattutto nel lavoro con gli adolescenti e le loro famiglie, nella
progettazione dei servizi, nella mediazione dei conflitti interculturali, nello sviluppo della sensibilità
interculturale delle organizzazioni e delle persone. Mi sono formata sui modelli innovati di lavoro
con le famiglie sia in Italia sia negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e ho conosciuto il modello del
Parent Coordinator tramite una delle maggiori studiose statunitensi, Debra Carter. Collaboro
privatamente con avvocati che si occupano do separazioni e sono socia dell’Associazione Italiana di
Diritto Collaborativo
Dottorato di Ricerca in Metodologia della Ricerca Sociale e Sociologia Applicata.
Collaboro con l’Università degli Studi di Milano Bicocca in qualità di docente a contratto.
Da identificare, Avvocato esperto di diritto di famiglia proveniente dalla Sardegna
Attestati e accreditamenti
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A conclusione del corso sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
La formatrice è accreditata come agenzia formativa dal CNOAS. I crediti formativi per assistenti
sociali vengono assegnati nella misura di 1 credito ogni ora effettiva di formazione. Spetta al
CROAS accreditante invece definire il numero di crediti deontologici che saranno comunque
richiesti.
Richiesti crediti normali e deontologici.
Costo e modalità di pagamento
Iscrizioni entro 14 gennaio 2016 (saranno accolte le prime 20 iscrizioni)
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PRIVATI/COOPERATIVE/ASSOCIAZIONI: 350 euro + iva 22% se dovuta (totale da
versare 427 euro iva compresa). Su richiesta si può effettuare il pagamento in
due rate: una all’iscrizione e una entro il 15 gennaio 2016
ENTI PUBBLICI/P.A.: 400 euro iva esente se i partecipanti sono dipendenti di Enti
Pubblici o Pubbliche Amministrazioni (fattura elettronica)
Iscriversi tramite sito al link http://assistentesocialeprivato.it/master-lavorare-con-le-famiglie-e-iminorenni/ (in fondo alla pagina si trova il link dell’iscrizione. Seguire le istruzioni e
compilare il modulo in tutte le sue parti).
Ad iscrizione avvenuta riceverete una mail con gli estremi per il bonifico bancario.
Per informazione contattare [email protected] o [email protected]
Sede
Presso sede del CROAS Sardegna a Cagliari.
* il corso non ha valenza di master universitario
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