Giuseppe Vecoli

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Giuseppe Vecoli
Giuseppe Vecoli
(1925 -1944)
Giuseppe Vecoli fu allievo del Prof. Giuseppe Del Freo al Liceo Classico Carducci.
A cura di:
John Gabriele Gattai
Giuseppe Vecoli, classe 1925, detto “Coli”, era considerato da insegnanti e compagni di scuola
del Liceo Carducci uno studente modello, un vero e proprio studioso, uno insomma di quelli che
studiano per il piacere di apprendere. Il preside Del Freo aveva molta stima di lui, e gli inviava
studenti addirittura universitari bisognosi di qualche ripetizione, ripetizioni che “Coli” dava nella
sua abitazione, nota come “Villa Serenella”, tutt’oggi esistente sul lungomare di Lido di Camaiore.
Giuseppe era una “testa calda”: non che fosse un rivoluzionario o qualcosa di simile, ma aveva
semplicemente le idee chiare; antifascista convinto, aveva idee politiche indirizzate verso il
socialismo di Turati, e già a 17 anni aveva
creato con alcuni suoi coetanei un gruppo di
idee socialiste, ovviamente clandestino, nel
quale poteva esprimere liberamente le proprie
idee e confrontarle con quelle dei suoi amici, e
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non a caso gli fu intitolata la sede del Partito
Socialista Italiano aperta a Lido di Camaiore
poco dopo la Liberazione.
Sebbene abitasse in una villa, la sua era
una famiglia modesta: suo padre faceva il
tranviere e sua madre la contadina. Ultimo di
tre fratelli, aveva anche una sorella, Marina,
morta però all’inizio degli anni Quaranta. Il
padre era orientato su idee non lontane da
quelle anarchiche, ed aveva un rigoroso senso
Giuseppe Vecoli detto “Coli”
del dovere, e infatti si arrabbiò moltissimo
quando Giuseppe, rifugiatosi sopra Stazzema
per scampare alla leva militare, non esitò a rimandare indietro in mutande il maresciallo dei
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Carabinieri che era venuto a cercarlo. Presa la maturità nell’anno scolastico 1942 - 1943, s’iscrisse
alla facoltà di scienze politiche dell’Università di Pisa, ma nel maggio del 1944 entrò nella Brigata
Partigiana Garibaldina “Marcello Garosi” e prese la strada dei monti assieme a uno dei due fratelli,
Raffaello, detto “Fello”, mentre il maggiore dei tre, Pietro, rimase a Lido, essendo ormai diventato
quasi l’uomo di casa. Il padre accettò questa scelta dei suoi figli poiché si rese conto che i due
contestavano la Repubblica Sociale Italiana avendo fatto una scelta decisa e netta.
I due fratelli Vecoli si occupavano dell’arsenale che riforniva di armi la formazione, situato in
una vecchia casa; “Coli” si distinse prendendo parte a diverse missioni particolarmente rischiose.
Durante questo periodo i Vecoli incontrarono qualche volta i parenti, sempre però in località
collinari, poiché ovviamente i due erano ricercati dalle autorità.
Il 4 Settembre del 1944 “Coli” perse però la vita in circostanze che tutt’ora sono avvolte da un
alone di mistero. Giuseppe e il caposquadra Domenico Dell’Aquila si erano recati ad una baita in
località “Casa Bianca”, sul monte Prana, per verificare cosa vi stesse accadendo, in quanto
occupata da un altro gruppo. Quel gruppo aveva però abbandonato la casa poco tempo prima e
l’aveva forse minata a trappola contro i tedeschi. I due però, ignari di ciò, tentarono di aprire la
porta della casa, ma il dispositivo entrò in azione e i corpi dei due giovani furono straziati. Una
squadra, allarmata dal rumore dello scoppio, giunse poco dopo sul luogo, e trovò i due giovani in
fin di vita. Non è chiaro se a Vecoli fu sparato per abbreviargli l’agonia o meno; egli in ogni modo
morì sul luogo mentre Dell’Aquila morì nella cappella del cimitero di Torcigliano, dove era stato
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trasportato dai compagni di formazione.
La morte fu accettata dai familiari, che in un certo senso si erano preparati a quest’eventualità,
in quanto consapevoli dei rischi che Giuseppe correva quotidianamente.
Recentemente a Giuseppe Vecoli è stata intitolata una via nel quartiere “Campo d’Aviazione” a
Viareggio, un giusto riconoscimento per un ragazzo che sacrificò la propria vita giovanissimo,
come molti altri partigiani, per lasciare agli Italiani un futuro di libertà e di democrazia.
Fonti
FRANCESCO BERGAMINI, GIULIANO BIMBI, Antifascismo e Resistenza in Versilia, Viareggio 1983;
Il Liceo-Ginnasio “G. Carducci”di Viareggio nel ventesimo anno della sua fondazione, Siena 1949;
Intervista non registrata con Pierluigi Vecoli, figlio di Raffaello, fratello di Giuseppe.
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Il riconoscimento della qualifica di partigiano
Il Certificato al Patriota rilasciato dal comando delle armate alleate in Italia
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