La S.V. è invitata alla rappresentazione degli spettacoli di teatro

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La S.V. è invitata alla rappresentazione degli spettacoli di teatro
La S.V. è invitata alla rappresentazione degli spettacoli di teatro – scuola,
interpretati da Rosaria De Cicco
“Nina e i diritti delle donne” ed “Affari illegali di famiglia”
17 Ottobre 2013 ore 17,00
Auditorium Scuola Secondaria di Primo Grado Carlo Poerio,
Corso Vittorio Emanuele 124 – 80121 Napoli
Il Dirigente Scolastico
prof.ssa Daniela Paparella
E’ gradito un cenno di conferma : tel./fax 081 7613122 [email protected]
Rosaria De Cicco
in
NiNa
E I DIRITTI DELLE DONNE
Di Cecilia D’Elia ed Eugenia Scotti
Liberamente tratto dall’omonimo libro vincitore del premio “Elsa Morante Ragazzi 2012”
con
Matteo Mauriello
regia
Eugenia Scotti
SCHEDA DIDATTICA
Nina é un racconto teatrale tratto dal libro Nina e i diritti delle donne , scritto da Cecilia d’Elia, edito da
Nomos.
Vuole essere uno stimolo per i tanti ragazzi ( maschi e femmine ) che non hanno ancora avuto l’opportunità
di riflettere su che cosa significhi realmente un rapporto di parità tra uomo e donna.
Gli adolescenti hanno un mondo intorno che parla loro di crisi, di disoccupazione, di futuro incerto. Essere giovani,
oggi, è molto duro, è molto duro per tutti, ma forse lo è ancor di più per le ragazze. Eccellono negli studi, hanno
esteso il loro campo di interesse e di impegno ad ogni settore professionale, eppure la società italiana ancora le
penalizza. Di fatto vige l’abitudine a delegare alla donna la cura dei figli, degli anziani, dei malati, la cura della casa,
dando per scontato che le donne debbano comunque mettere al primo posto l’accudimento, sacrificando
preparazione e aspettative, supplendo ad un sostegno che la società non offre e che, in un futuro prossimo,
difficilmente offrirà.
Non solo. Attraverso modelli sbagliati e messaggi mediatici molto discutibili, le adolescenti italiane, negli
ultimi trent’anni, sono state bombardate da cattivi esempi e cattivi consigli. Conosciamo il contenuto di questa
comunicazione massmediale: essere carine, appetibili, disponibili, delegare la propria sicurezza economica ad un
ipotetico uomo ricco, al quale dovrebbero far di tutto per piacere. Il principe azzurro salvifico è riemerso come un
miraggio, nel convincimento che la donna italiana non aspetti altro che affidare tutta se stessa ad un uomo. E intanto
l’ escalation delle violenze di cui sono vittime le donne ci racconta di un disagio sociale allarmante.
In tanti paesi la parità si vive, si respira, non è più un obbiettivo, è regola sociale, è cultura acquisita.
In Italia sono stati fatti molti passi in avanti: dal voto alle donne al nuovo diritto di famiglia ma c’è ancora molto da
fare.
Bisogna riportare al centro dell’ attenzione la questione femminile , partendo dall’educazione scolastica, dalla
formazione delle generazioni future.
Non racconteremo violenza, dolore e soprusi. Bandendo vittimismo e retorica useremo ironia, leggerezza e
nuovi linguaggi .
Teatro dal vivo, film, animazione digitale e musica dialogheranno insieme .
LA TRAMA
Una madre e un figlio adolescente ci raccontano dal vivo di un viaggio di cui ci mostrano orgogliosi i filmini
ricordo e di cui ciascuno ha memorizzato dettagli diversi ed anche un diverso svolgimento dei fatti. E’ un viaggio che
ha compiuto tutta la famiglia, composta anche da un papà e da una sorella.
Tutto è cominciato da un dettaglio.
Erano imbarcati su una nave che li portava in Sicilia, dove vivono i nonni.Nina, la figlia dodicenne, prendendo
in consegna i biglietti, si sofferma per la prima volta sul fatto che solo la mamma è segnata con un cognome diverso.
Il fratello, per gioco, fa da agente provocatore: ” I figli prendono il cognome del padre perché è lui il capo ”
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Il viaggio si trasforma in una piccola assemblea permanente, dai toni molto vivaci ma mai isterici.
Ne nasce un acceso dialogo a quattro, a volte in forma di commedia, dove anche l’improvviso mare mosso
diventa stimolo per ragionare sulle differenze e sulle eguaglianze, sui diritti e sui doveri, ripercorrendo a ritroso la
storia familiare, con il ricordo di una nonna materna particolarmente coraggiosa e battagliera che è stata di esempio
e di stimolo, come lo fu la sua amica Franca Viola, giovanissima figlia di contadini, che cinquant’anni fa ebbe il
coraggio di sottrarsi ad un matrimonio “ riparatore”, dopo essere stata rapita dal suo pretendente .
Nina molte cose non le sa e neanche suo fratello. Le scopre ora. Spesso si parla per “ sentito dire”, per luoghi
comuni. Quasi mai si riflette su cose che ci paiono scontate e “ naturali” , quando naturali non sono. Anche il papà,
pur prendendo, per gioco di squadra, e per scherzo, il ruolo del “maschio italiano” riconosce che per una donna,
anche oggi è un bel po’ più complicato conciliare vita e lavoro, anche se in famiglia, almeno nella loro, vige, nelle
intenzioni, un patto di mutevole scambio di ruoli.
Per una volta un viaggio fatto insieme diventa occasione per “ stare “ insieme, per non lasciarsi prendere
dalla pigrizia di chiudersi ognuno dietro un giornale, un auricolare, un gioco elettronico. All’arrivo, dopo il mare
mosso e la burrasca famigliare, non ci sono vincitori ne vinti, ma qualcosa è cambiato, in meglio. La nonna che li
attende è salutata dal ponte della nave con un surplus di gioia. Nina la guarda dall’alto, molto orgogliosa di essere sua
nipote e con la convinzione che ora tocca a lei andare avanti. Anche il fratello è orgoglioso di quella nonna, come è
orgoglioso di sua madre, a cui, durante tutto lo spettacolo, ha dato torto solo per dovere generazionale e gioco
filiale.
Lo spettacolo, della durata di circa un’ ora, costituisce atto unico.
La scena è neutra. Una scatola nera alla tedesca. Si può adattare anche a teatri spogli o spazi alternativi: aule
magne.
Gli attori si rivolgono direttamente al pubblico e dietro di loro scorrono le immagini evocate dal racconto: un
viaggio in nave di tutta la famiglia, è una sintesi montata e ripresa da due cellulari, quelli del padre e della madre, ma
che passano di mano in mano. Le riprese e le foto mostrano via via una trasformazione degli eventi, dalla partenza
all’arrivo, dal gioco a momenti di provocazione e di scontro fino alla discesa dalla nave.
Le riprese sono di volta in volta mute o parlate e interagiscono con ciò che viene raccontato.
La musica sottolinea, enfatizza, ironizza, fa risaltare, gioca di contrasto.
I filmini a volte si trasformano in animazione, una contaminazione tra realtà e disegno animato, in cui
vediamo stralci di storia della famiglia di pari passo con la storia italiana, date, personaggi, vicende, conquiste di
parità tra i due sessi che interagiscono con i racconti della madre e le domande e le provocazioni del figlio.
TEMI TRATTATI
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LA FAMIGLIA PATRIARCALE - DALLA TUTELA DEL MARITO AL NUOVO DIRITTO DI FAMIGLIA
FRANCA VIOLA – LA DONNA CHE SI OPPOSE AL MATRIMONIO RIPARATORE
L’ASSEMBLEA COSTITUENTE – 21 DONNE SU 556 COMPONENTI
L’ART 3 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA – L’UGUAGLIANZA DEI SESSI
DIRITTO DI VOTO ALLA DONNE - PER LA PRIMA VOLTA NEL SECONDO DOPOGUERRA
NILDE IOTTI – PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, NONCHÉ PRIMA DONNA NELLA STORIA D'ITALIA A
RICOPRIRE UNA DELLE CINQUE PIÙ ALTE CARICHE DELLO STATO
PARITA’ SUL LAVORO E PARITA’ DI RETRIBUZIONE
L’AMMISSIONE A TUTTE PROFESSIONI – LA LEGGE DEL 1963
LA VIOLENZA SULLE DONNE
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AFFARI illegali DI FAMIGLIA
con lacrime improvvise e trattenute
uno spettacolo di Emanuela Giordano
con
ROSARIA DE CICCO
MATTEO MAURIELLO
regia di Emanuela Giordano
musiche di Tommaso Di Giulio - scene di Andrea Nelson Cecchini
Una madre e un figlio alle prese con la sopravvivenza quotidiana.
Emma e Oscar, in mancanza di una panchina libera, appollaiati come due canarini su una vecchia
altalena, si ritrovano posteggiati in un parco. Aspettano di rientrare in possesso del loro bilocale,
subaffittato nelle ore pomeridiane ad un guardiano di notte senza fissa dimora.
Lo spettacolo ha partecipato a qualificate rassegne nazionali. È stato scelto da Dacia Maraini nella rassegna
«Teatri di Gioia», da Ninni Cutaia, per l’ETI nella rassegna «Teatri nella rete» e da Paola Cortellesi, nella rassegna
«Teatri di cintura» al Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma. La Rai lo ha trasmesso nel palinsesto della trasmissione
«Palco e retropalco» andato in onda su Rai 5 lo scorso marzo con ottimi ascolti.
“Affari illegali di famiglia” scritto e diretto da Emanuela Giordano, racconta, con una certa dose di disperato
umorismo, una realtà ancora a rischio e in aumento esponenziale: quella delle donne sole, con un figlio a carico,
senza lavoro o con un lavoro precario che si trovano, specialmente nel Sud, a fare i conti con una precarietà
quotidiana che si trasforma in senso di disfatta, in depressione, in malattia.
Protagonista della pièce, Rosaria De Cicco che conferma così il suo spirito artistico di attrice impegnata su temi di
carattere sociale e sarà in scena con il giovane Matteo Mauriello, figlio di Giovanni, uno dei fondatori delle Nuova
Compagnia di Canto Popolare.
LA PREMESSA
Sentire e vedere, rendere visibile chi non ha visibilità .
Questo è uno dei compiti che si dovrebbe porre, credo, chi vive il teatro, la comunicazione, la cultura con senso di
responsabilità civile.
Non è facile sentire e vedere. Non ne abbiamo l’occasione, non ne abbiamo molta voglia.
Chi vive in condizioni difficili e non ha un luogo, un forum, una categoria, che in qualche modo lo rappresenti,
diventa invisibile anche agli occhi delle statistiche.
Grazie al cielo sta accadendo qualcosa, un recentissimo articolo di Repubblica ( martedì 2 ottobre R2 Inchiesta di
Roberto Mania ) dal titolo GLI SCONFITTI affronta in un approfondimento di due pagine il tema delle donne sole,
laureate ( magari con il massimo dei voti ) che non riescono a trovare un lavoro e si trovano, specialmente nel Sud, a
fare i conti con una precarietà quotidiana che si trasforma in senso di disfatta, in depressione, in malattia.
Ma c’è una realtà ancora più a rischio e in aumento esponenziale: quella delle donne sole, con un figlio a carico,
senza lavoro o con un lavoro precario.
A riguardo un libro di studi e ricerche del sindacato, uscito recentemente, si esprime in questi termini:” E’ la
femminilizzazione della povertà, che produce peggiori condizioni sociali, di reddito, di opportunità lavorative. ( …)
Tocchiamo con mano, quotidianamente la condizione delle donne sole con figli che è spesso più grave di quello che le
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statistiche tendono a dirci perché è condizione priva di attenzioni specifiche . Ci sentiamo profondamente colti da
questo malessere che si traduce spesso in una solitudine disperante che impedisce di concepire ed elaborare un’idea
sul futuro proprio e dei propri figli.” ( da MADRI SOLE – Sfide politiche e genitorialità alla prova Ed. Lavoro. )
Questo libro mi è stato regalato quando avevo finito la prima stesura di Affari di famiglia.
Quando ho finito di leggerlo ho dovuto purtroppo constatare che non mi ero inventata nulla di paradossale, è
semplicemente la realtà, una nuova realtà, che la politica, le istituzioni, il teatro, la società civile non possono più far
finta di non sentire e vedere.
Il testo AFFARI DI FAMIGLIA trae ispirazione da alcune storie che mi sono state raccontate con un profondo
senso di vergogna. Purtroppo uno degli aspetti più delicati di questa nuova povertà è il senso di umiliazione, un non
voler accettare di essere precipitati in una condizione di miseria. Sono donne che hanno aspirato o provengono
spesso da un cotè piccolo o medio borghese, l’idea di essere diventate povere e sopratutto di non poter garantire ai
figli un minimo di decoro le fa sentire colpevoli.
Ho cercato di raccontare questo disagio, questa “ anomalia” sociale sempre più dilagante usando anche l’arma
dell’ironia. La commedia umana, come ci ha insegnato Eduardo, è eternamente in bilico tra la farsa e la tragedia, la
risata e il pianto.
LA STORIA
Affari di famiglia è un atto unico. Protagonisti Emma e suo figlio Oscar .
Emma mantiene il suo micro nucleo familiare senza aiuti, se non quelli della vecchia madre.
Emma insegna Storia dell’Arte in un liceo privato ma si ventila un ridimensionamento dell’organico. Intanto da mesi
non prende lo stipendio, uno stipendio che già non bastava a far fronte alle spese minime di sopravvivenza.
La donna non può accettare razionalmente di essere scivolata in una dimensione di precarietà sociale molto vicina
alla povertà. Tenta di sostenersi con gli antidepressivi, un certo anacronistico orgoglio di casta e sporadici furti nei
supermercati.
Oscar, che ha nove anni, ha già capito tutto e cerca come può di arginare lo stato depressivo della madre, ma, data la
giovane età e la mancanza di riferimenti certi, anche lui brancola tra desideri di possesso ( un game boy ), sogni di
cibi compensativi ( una pizza al ristorante ) e velleità da maschio di casa ( si vuole mettere in affari con un compagno
di classe cinese).
Emma e Oscar li troviamo al parco, in un pomeriggio di prima estate, momentaneamente sfrattati da casa per far
dormire un guardiano notturno che ha subaffittato tre ore al pomeriggio il letto di Emma. Lei ha taciuto l’affare ma il
figlio ha ricevuto una soffiata e ora sa. Preoccupato che l’uomo fosse un nuovo fidanzato della madre si rincuora
all’idea che sia solo un semplice “ ospite” pagante. Quello che invece proprio non manda giù, che lo preoccupa, è la
reiterata tendenza della madre a sottrarre al supermercato generi di prima e di ultima necessità, dalla ricotta allo
smalto per le unghie.
Oscar costringe la madre a fare i conti con la realtà, senza vergognarsi.
Ed è proprio la capacità di immaginare altro da ciò che il destino avaramente offre loro a renderli complici e
capaci, insieme, di andare comunque avanti, sperando che qualcosa accada, che qualcuno si accorga di loro.
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AFFARI illegali DI FAMIGLIA
racconta, con una certa dose di (disperato) umorismo una realtà ancora a rischio e in aumento esponenziale: quella
delle donne sole, con un figlio a carico, senza lavoro o con un lavoro precario.
Le donne sole, laureate ( magari con il massimo dei voti ) che non riescono a trovare un lavoro, si trovano,
specialmente nel Sud, a fare i conti con una precarietà quotidiana che si trasforma in senso di disfatta, in depressione,
in malattia.
E’ la femminilizzazione della povertà, che produce peggiori condizioni sociali, di reddito, di opportunità lavorative.
La condizione delle donne sole con figli è spesso più grave di quello che le statistiche tendono a dirci perché è
condizione priva di attenzioni specifiche .
Questo malessere si traduce spesso in una solitudine disperante che impedisce di concepire ed elaborare un’idea sul
futuro proprio e dei propri figli.
Affari illegali di famiglia trae ispirazione da una storia che mi è stata raccontata con un profondo senso di vergogna.
Purtroppo uno degli aspetti più delicati di questa nuova povertà è il senso di umiliazione, un non voler accettare di
essere precipitati in una condizione di miseria. Sono donne che hanno aspirato o provengono spesso da un cotè
piccolo o medio borghese, l’idea di essere diventate povere e sopratutto di non poter garantire ai figli un minimo di
decoro le fa sentire colpevoli.
A complicare la questione, nella nostra storia è presente un ritardo mentale del figlio, un deficit parziale, compensato
da una genialità sul fronte scientifico - matematico e della logica.
Oscar non è esattamente un ragazzo normale, è, come dice la madre “ particolare”, tanto particolare da essere infondo
un sostegno ed uno sprone a non cedere.
Ho cercato di raccontare questa “strana coppia”, questa “anomalia” sociale, usando anche l’arma dell’ironia, persino
della comicità. La commedia umana, come ci ha insegnato Eduardo, è eternamente in bilico tra la risata e il pianto.
Emanuela Giordano
Link video
http://www.youtube.com/watch?v=blvFmieR5iM
http://www.youtube.com/watch?v=rln75rphR-0
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