domenica dell`ascensione - Parrocchia di Rossano Veneto
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domenica dell`ascensione - Parrocchia di Rossano Veneto
DOMENICA DELL’ASCENSIONE VANGELO Mc 16, 15-20 15 E disse loro: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno". 19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. RIFLESSIONE BIBLICA Il linguaggio biblico utilizzato dall'evangelista Marco in questo vangelo è un tessuto di varie citazioni bibliche, caratterizzato da immagini e simbolismi prettamente semitici. Anzitutto l'Ascensione non va pensata come un evento da "astronauta" per cui Gesù parte come un razzo su nei cieli: cadremmo nel banale e nella stupidità! L'assunzione di Gesù vuole significare che il Risorto s' inserisce ancora più profondamente nella vita degli uomini, “seduto alla destra di Dio”. Questa espressione significa che in Gesù, condannato a morte come un criminale, manifesta la pienezza della condizione divina. Infatti ecco questa finale che ci piace del Vangelo “allora essi partirono e predicarono dappertutto mentre il Signore operava insieme con loro”. Secondo l’autore di questo brano Gesù dice “andate in tutto il mondo e proclamate κηρύσσω kérussó il vangelo εὐαγγέλιον, a ogni creatura”. La missione dei credenti non è quella di rimanere fermi incartapecoriti, ma di andare e proclamare la buona notizia. L’Ascensione comprende di necessità l’invio dei discepoli in missione alle nazioni pagane, con la promessa formale della Presenza del Signore,che mai mancherà. Finalmente la comunità apostolica esce dai confini d'Israele e annuncia il vangelo a tutte le genti. Secondo l’autore di questo brano, che, diciamolo subito, non è di Marco, Gesù dice “andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo a ogni creatura”. La missione dei credenti è di andare, non di rimanere fermi, ma di andare a proclamare che cosa? La buona notizia. Qual è questa buona notizia? Dio è solo ed esclusivamente buono, chiede soltanto di essere accolto nella vita dell'uomo e di camminare con lui. Questo Dio, si offre all'uomo, non per togliere qualcosa ma per potenziare verso la pienezza la sua esistenza. Da questo amore incondizionato, nessuno può sentirsi escluso. Questa è la buona notizia. Dio ama tutti in maniera incondizionata, e questo va proclamato ad ogni creatura. Aggiunge l’autore “chi crederà”. Credere, non significa aderire, accettare una dottrina, una verità, ma ‘credere’ significa accogliere questa potenza d’amore ed essere disposti poi a comunicarla agli altri. L’amore ricevuto da Dio si trasforma in amore comunicato. “… sarà battezzato”. All’inizio di questo vangelo il battesimo era espressione di una conversione. Per ‘conversione’ si intendeva il ‘cambio di orientamento della propria esistenza’: se fino ad adesso ho vissuto per me, adesso deciso di orientare diversamente la mia vita e di vivere per gli altri. Come segno di questo cambio c’era questo rito del battesimo. Quindi chi aderisce a questo amore, lo accoglie e dimostra pubblicamente questo cambio nella sua esistenza, questi è già nella pienezza di vita. “Ma chi non crederà sarà condannato”. Chi invece lo rifiuta e rimane nel suo egoismo, centrato soltanto sui propri bisogni e sulle proprie necessità, sarà condannato – non da Dio perché Dio è amore e non condanna, ma è lui stesso che si condanna. Sono poi elencati segni classici che accompagneranno i credenti nella loro missione,in particolare l’espressione finale “e questi guariranno”, nel testo originale non è proprio così. Il testo greco dice “e questi avranno bene”. Gesù, il Signore, non ci da la capacità di guarire gli ammalati, ma di far sì che stiano bene, questo sì. Cioè un affetto, una premura, un’attenzione e un servizio in modo che le persona anche nella loro malattia, nella loro infermità, possano in qualche maniera stare bene. Colpiscono le immagini utilizzate da Marco, ma questi segni straordinari vanno decodificati alla luce del simbolismo biblico. Di queste e altre immagini si erano già serviti i profeti per descrivere i tempi messianici e il mondo nuovo; basti ricordare la celebre profezia: “Il leone abiterà insieme all’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto e il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide ” (Is 11,6-8). Siamo ovviamente di fronte ad un linguaggio simbolico di colore orientale, per dire prometteva la fine delle lotte e delle inimicizie che esistono nel mondo. Attraverso l’immagine degli animali assicurava che, nel regno di Dio, non ci sarebbe stato più posto per le ostilità, le rivalità, le aggressioni reciproche fra gli uomini. Alla luce di questo linguaggio biblico vanno interpretate anche le parole del Risorto. Il primo segno è scacciare i demoni. Cosa vuol dire? Significa liberare le persone da tutta quella mentalità, da quelle ideologie o dottrine che tengono le persone schiave, che le tengono alienate, che non sono capaci di prendere in mano la propria vita. Questo è il primo segno benefico che devono fare i discepoli: liberare da tutto ciò che non permette la crescita e la maturazione umana. Parlare lingue nuove vuol dire che il messaggio di Gesù non conosce più barriere di tipo razziale, etnico ecc. e che il messaggio è trasmissibile con i nostri gesti che sono comprensibili a tutti. La forza e la protezione che avranno i discepoli è rappresentata da questa immagine di prender in mano i serpenti e di bere il veleno … Sono immagini figurate per dire che annunciare la parola significa affrontare pericoli e avversità, per cui i discepoli devono esser coraggiosi e non avere paura di nulla, perché il messaggio è di Gesù e quindi non devono avere paura di nulla. I serpenti e i veleni sono citati spesso nella Bibbia come simboli dei nemici dell’uomo e della vita. Non è facile identificarli subito, perché si presentano spesso in modo sornione e subdolo e anche i veleni mortali che distribuiscono possono apparire bevande inebrianti. Il giusto è invitato a non temerne le insidie, e i discepoli non devono avere paura perché la forza che hanno ricevuto da Cristo li rende invulnerabili di fronte al male del mondo. Ciò è espresso dall'immagine del camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico senza essere danneggiati. “Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo” – Quando leggiamo il vangelo occorre sempre distinguere "quello che l’evangelista ci dice"da "come ce lo dice’. Quello che ci dice è l'immutabile Parola di Dio, il "come lo dice", dipende dalle abilità letterarie dell'autore, dallo stile dell’epoca, dalla comunità a cui è rivolto il messaggio ecc. Nel brano odierno, cogliamo proprie queste differenze. Marco dice che “fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio”. Cosa vuol dire con questa immagine l'autore? Semplicemente l’evangelista vuol dire alle autorità religiose: “Quell’uomo che voi avete condannato come bestemmiatore, come eretico, in realtà era Dio. Aveva la condizione divina.” Quindi non era lui che bestemmiava, come hanno denunciato gli scribi la prima volta che hanno ascoltato Gesù, ma “siete voi i blasfemi che non avete riconosciuto la presenza di Dio”. Come lo dice? Lo dice adoperando gli schemi letterari dell’epoca. Il "cielo" non significa l’atmosfera, bensì la dimora divina, Dio, Dio stesso, e "sedere alla destra" si rifà all'usanza orientale dove, nella corte, accanto al re sedeva la persona che deteneva il suo stesso potere, un potere simile al suo. Quindi, l’evangelista adopera queste immagini conosciute dell’epoca per trasmettere una verità: l’ascensione non è una separazione di Gesù dalla vita dei credenti, ma una presenza ancora più forte! Infatti dice “essi partirono e predicarono dappertutto mentre il Signore agiva insieme a loro”. L’Ascensione non è guardare in alto ma guardare l’altro che c’è vicino a noi per prendere coscienza delle realtà nelle quali viviamo e impegnarci perché la nostra società sia sempre più umana e accogliente. a cura di padre Umberto