Curriculum vitae di Stefano Munafò

Transcript

Curriculum vitae di Stefano Munafò
Curriculum vitae di Stefano Munafò
Stefano Munafò
Stefano Munafò (Rodì-Milici, Messina, 6 febbraio 1938) programmista e manager della Rai.
E’ stato direttore di Rai-fiction dal 1998 al 2002.
Carriera universitaria
Laureato con 110 e lode in Scienze Politiche alla Sapienza di Roma, con una tesi su “ La filosofia
politica di Ugo Spirito”. Viene nominato assistente presso la cattedra di Dottrina dello Stato dal
Prof. Arnaldo Volpicelli, direttore dell’omonimo istituto. Collabora per oltre tre anni con il Prof.
Volpicelli agli esami, ai seminari di istituto ed in particolare alla stesura laboriosa di un testo sui
rapporti tra Croce e Gentile, i fondatori dell’idealismo italiano. Il libro, purtroppo, non vedrà mai la
luce e resterà incompiuto per varie ragioni e soprattutto per la sopraggiunta morte del Prof.
Volpicelli. Un’esperienza, comunque, molto formativa, che, in via di fatto, è equivalsa ad un
secondo perfezionamento di laurea in filosofia.
Carriera in Rai
Entra in Rai attraverso un concorso pubblico bandito nel 1968 per 50 programmisti-registi, che
verranno assunti nel 1969. Viene successivamente assegnato alla direzione dei programmi
culturali, al tempo presieduta da Fabiano Fabiani, Emmanuele Milano e Furio Colombo. Segue tra i
suoi primi lavori da programmista interno la realizzazione del “Socrate” di Roberto Rossellini e
subito dopo delle “Storie di emigrazione” di Alessandro Blasetti.
Sono le sue prime esperienze (come apprendista e collaboratore sul campo) di quella che oggi si
definirebbe “fiction d’autore”. Un apprendistato prezioso che sarà messo a frutto molti anni dopo.
Dopo il 1975, partecipa alla nascita di Rai-due diretta da Massimo Fichera. Viene nominato
“coordinatore di rete” e in particolare responsabile di una delle rubriche culturali più importanti della
rete di allora, “Primo Piano”. Una rubrica andata in onda in prima serata per svariati anni.
Sul finire degli anni ottanta, passa a Rai-tre e fa parte del gruppo originario della rete diretta da
Angelo Guglielmi. Una squadra selezionata (composta da Balassone, Beghin, Criscenti, Ghezzi,
Munafò, Tantillo, Voglino, Gabutti) destinata a diventare assai nota nel campo degli addetti ai lavori
anche perché, nel giro di pochi anni, sotto la direzione di Guglielmi, partendo quasi da zero, riesce
ad affermare un’idea diversa di televisione.
Non è un caso che ancora oggi, a distanza di decenni, quell’idea televisiva mantenga ancora la
sua vitalità. Una rete costruita secondo la “filosofia” di Guglielmi: “evitare di fare in tv quel che gli
altri già fanno, proporre al pubblico ciò che in tv manca”. E’ la c.d. tv della realtà.
I successi nel cinema e nella fiction
Nel 1987, Guglielmi sceglie Munafò come capostruttura del cinema di Raitre. Tra le tante opere
prime e seconde varate nella Terza rete (a differenza di Raiuno e Raidue che si orientano
prevalentemente sugli autori già affermati), spicca il successo di “Nuovo Cinema Paradiso”
di Giuseppe Tornatore, co-prodotto con Franco Cristaldi e vincitore dell’Oscar. A seguito di
quel successo, Munafò è richiesto da Raidue. Gli viene anche fatta una proposta dal dott.
Bernasconi di passare alla struttura del cinema di Fininvest. Decide di trasferirsi a Raidue
1
Curriculum vitae di Stefano Munafò
perché, oltre alle competenze sul cinema, gli vengono assegnate quelle sulla fiction, al
tempo non prodotta da Raitre.
Anche a Raidue ottiene buoni risultati. Tra i vari film co-prodotti, “Ladro di bambini” di
Gianni Amelio, Gran Premio della giuria a Cannes. ”La Condanna” di Marco Bellocchio e
“Ultrà” di Ricki Tognazzi risultano invece vincitori ex-aequo dell’Orso d’argento a Berlino.
Nel settore specifico della fiction di Raidue, vara con Enzo Tarquini varie serie di grande
successo, tra cui “Il Maresciallo Rocca”, “Amico mio”, “Una donna per amico”.
La nascita di Rai-fiction
Quando tra il ’97 e il ’98, sotto l’impulso di Enzo Siciliano e di Liliana Cavani, l’azienda
decide di creare per tutte e tre le reti una struttura unitaria per il cinema e la fiction, diventa
vice di Sergio Silva. Partecipa così alla costruzione del modello editoriale e organizzativo
che resterà quasi immutato per oltre un decennio. Quando nel 1998 Silva si dimette,
diventa direttore di Rai-fiction.
Appartengono al periodo della sua direzione una serie di primati conseguiti nei principali
format della fiction italiana: il maggior ascolto per un “seriale lungo” in prime-time, con le
prime edizioni di “Medico in famiglia; il più alto ascolto di una “miniserie” in due puntate
(51,44 di share!) con “Papa Giovanni” di Giorgio Capitani e Francesco Scardamaglia,
prodotto dalla Lux dei Bernabei; l’affermazione nazional-popolare di molte “serie
all’italiana”, come “Commesse” e “Maresciallo Rocca”, ideate da Laura Toscano e dirette
da Giorgio Capitani; il riconoscimento alla “qualità” da parte della critica internazionale per
“La meglio gioventù” di Rulli, Petraglia, Giordana.
.
Per citare solo alcuni programmi di quel periodo.
Critiche e Polemiche
Soprattutto per merito della squadra di Rai-fiction e in particolare del predecessore di
Munafò, Sergio Silva, nel periodo tra il 1998 e il 2002 Rai-fiction si afferma come il più
forte “story-teller” nazionale. Non solo per il volume degli investimenti, ma anche per la
capacità di influenza dimostrata nel sistema narrativo popolare italiano. L’attenzione dei
politici comincia così a rivolgersi alla fiction. Con modalità di gran lunga più “intense”
rispetto al passato e con meccanismi e criteri di pressione di consueto riservati
all’informazione.
Nel 2002, dopo il ritorno al governo del centro-destra, cambiano anche in Rai gli equilibri
nel Cda e negli organigrammi. In questo contesto, il nuovo Ministro della Comunicazione,
Maurizio Gasparri, dà vita a ripetute dichiarazioni molto polemiche nei confronti di Munafò.
La cui direzione della fiction, a parere del Ministro, esclude dalla progettazione i temi
culturali della destra. Un’accusa pretestuosa, se si considerano in senso culturale, non
certo politico o propagandistico, miniserie di grande impatto come “Perlasca” o “La guerra
è finita”. Comunque, il criterio di considerare le fiction come fossero talk politici in regime
da par condicio resta indigeribile. Anticipando questo nuovo criterio estetico, qualche
tempo prima, il Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza, Francesco
Storace, aveva inviato una lettera al Direttore Generale Pierluigi Celli. Una lettera di
protesta nella quale si metteva sotto accusa “Medico in famiglia”. Non solo per l’idea di
rappresentare una famiglia allargata, ma soprattutto per la “coloritura” (a parere di Storace
faziosa) del personaggio di Lino Banfi. Banfi in effetti nel lungo seriale impersonava la
figura del nonno, ex ferroviere in pensione, “vetero-comunista”. Un escamotage da
commedia. Non certo un fatto ideologico o propagandistico. Tanto è vero che “il nonno
Libero comunista” era presente nel format originario spagnolo co-prodotto e trasmesso in
Spagna da Telecinco, una canale televisivo che fa capo al gruppo Mediaset.
L’ultima “disavventura” significativa sulla quale ha influito un certo pregiudizio “politico”
(probabilmente a causa del tema che riguardava i giovani del sessantotto) si è verificata
con “La meglio gioventù”. La serie televisiva era stata prodotta da Rai-fiction e realizzata
2
Curriculum vitae di Stefano Munafò
da Angelo Barbagallo. Ma sia Raiuno che Raidue rifiutano in un primo momento di
trasmettere la serie, considerandola inadatta per i loro palinsesti. Solo dopo la clamorosa
affermazione al Festival di Cannes, Raiuno decide di farlo. Miopia delle reti nei criteri di
valutazione? Resta il fatto paradossale che una serie televisiva, nata per la tv e dalla tv
bocciata in prima istanza, sia stata celebrata dalla critica internazionale (in specie
americana) come “il miglior film italiano” dell’ultimo decennio.
Anche dopo questo ultimo episodio, Munafò capisce che il suo tempo in Rai è scaduto.
Nel luglio del 2002 si dimette dalla Rai. Otto mesi prima della scadenza del suo contratto.
Note











Sui film prodotti da Munafò a Raitre e Raidue, vedi VARIETY pag. 72, 6 dic.1989
Sui primi successi di Rai-fiction, L’UNITA’, pag. 27 del 25 marzo 1999
Sui filoni principali dei racconti di Rai-fiction, REPUBBLICA, pag. 39,16 gen 2000
La fiction Rai è in testa agli ascolti dei vari “generi”, ITALIA OGGI,p.6, 28 gen.2000
Il boom della fiction religiosa, vedi L’AVVENIRE, pag. 23, 23 dic.1999
Sulle coproduzioni internazionali, CINEMA OGGI speciale Mip-Tv, p.13, 26mar 2001
Sulla concorrenza Rai-Mediaset nella fiction, IL TEMPO, p.13, 28 mag. 2000
Troppi poliziotti, medici, avvocati, IL MESSAGGERO, pag.18, 1 marzo 2000
La fiction e la realtà dopo l’11 sett. 2001, LA REPUBBLICA, pag.48, 18 sett.2001
Sul nuovo potere della fiction Rai, IL CORRIERE DELLA SERA, p. 6, 5 feb. 2002
“Era bella la mia fiction”: un “epitaffio” di Guia Soncini, sul FOGLIO, p.4, 6 luglio 2002
Le collaborazioni giornalistiche
A partire dal 2004 e sino al 2010, inizia una lunga collaborazione giornalistica sui temi
della televisione e sui suoi programmi, dapprima con “Punto.Com” e poi con “Il Riformista”.
Su “Punto.Com”, un quotidiano interamente dedicato ai temi della comunicazione, in
qualità di “editorialista”, negli anni tra il 2004 e il 2006, con la direzione di Luca Marchi. Sul
Riformista di Antonio Polito, come collaboratore fisso alla rubrica “Comunicando”, curata
da Maurizio Costanzo, con numerosissime “recensioni” pubblicate il martedì e il venerdì di
ogni settimana, nel periodo tra il 2006 e la prima metà del 2010.
Le sue poesie su Facebook e altrove
A partire dal 2012, ha iniziato a pubblicare su Facebook circa sessanta poesie inedite.
Invece di proporre scambi generici di opinione, ricorre all’esperimento di sottoporre a
giudizio i suoi componimenti in versi. Un modo di comunicare con gli altri nella forma più
nuda e sincera. Ed insieme di sottoporsi ad un vero esame collettivo. Da questo
esperimento scaturisce la prima raccolta di poesie dal titolo Non sono un poeta.
Seguiranno, non più su Facebook, altre due pubblicazioni: nel 2015 Controvento e nel
2016 Nella pancia del tempo. Quest’ultima raccolta riunisce insieme le poesie di Stefano
Munafò con quelle di Manuela Fiorini de Rensis.
È in preparazione una quarta raccolta di poesie che avrà come titolo: Le parole perdute.
oOo
3