Internet e telefonini a basso prezzo contro il «digital divide»

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9 marzo 2009
Internet e telefonini a basso prezzo contro il «digital
divide»
di Enrico Netti
Un dispositivo "made in India" per accedere a internet che avrà un prezzo tra 10 e 20 dollari e un telefonino che, tra
un paio di mesi, sarà venduto in Venezuela a meno di 15 dollari. La lotta al digital divide si affida anche a strumenti
come questi che, grazie al loro prezzo "very low cost", diventano accessibili anche alle fasce più povere delle
popolazioni.
Il dispositivo d'accesso al web, un po' più grande di un pacchetto di sigarette perché privo di tastiera, mouse e
schermo, per ora è allo stato di prototipo a Bangalore, punta di diamante dell'hi-tech indiano. Permetterà il
collegamento "senza fili" a internet nelle scuole e nei college, dove sarà distribuito agli studenti. Se realizzato,
potrebbe costituire un'alternativa ai netbook e agli "One laptop per child" (Olpc, un progetto promosso da Nicholas
Negroponte) oggi utilizzati nei Paesi in via di sviluppo per l'alfabetizzazione informatica.
Annunciato ufficialmente la scorsa settimana dal presidente Chàvez, è una realtà concreta "El Vergatario",
telefonino "very low cost" realizzato in Venezuela grazie a una joint venture tra lo Stato sudamericano e il colosso
cinese Zte. Quest'anno sarà prodotto in 600mila pezzi, che saliranno a un milione l'anno venturo. Il via alle vendite a
maggio, con un lancio promozionale in occasione della "festa delle madri", e in seguito verrà esportato nei Paesi del
Mercosur, nei Caraibi e nel resto dell'America latina. Alla clientela occidentale il prezzo del "Vergatario" (la sigla è
Zte C366) suona micro, ma le caratteristiche dell'apparecchio sono in linea con le necessità di gran parte degli
utenti. Dispone di fotocamera, radio, lettore Mp3, giochi, sveglia, calcolatrice, agenda e a breve sarà affiancato da
un modello più evoluto, il Zte A933, che «servirà anche a dimostrare le capacità dello stabilimento che lo produce».
Vengono invece importati dal Portogallo i Classmate pc, frutto di un progetto base della Intel, che viene poi
personalizzato dai produttori locali, destinati a un milione di studenti venezuelani. Si tratta di pc simili ai netbook, ma
più robusti e meno costosi (tra i 170 e i 240 euro): è facile trovarli nelle aule, dove sono usati per l'alfabetizzazione
informatica di grandi e piccoli. E in Nigeria entro il 2012 saranno disponibili 3mila di questi personal, utilizzati da
insegnanti e studenti di 200 scuole secondarie. In questo caso i pc sono anche a disposizione della comunità. Così
gli allievi nigeriani hanno le stesse opportunità degli studenti che vivono in Occidente. Un po' come per i bambini
che studiano nelle scuole pubbliche del dipartimento di Caldas, in Colombia: per loro sono in arrivo 50mila Olpc,
che si sommano ai 15mila consegnati lo scorso anno. Questi micro pc sono anche utilizzati, in decine di migliaia di
unità, nelle aule di Perù e Uruguay.
Il vero salto verso gli standard occidentali è però costituito dall'accesso al web, difficile e troppo costoso da portare
nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo. In questo caso si ricorre ai satelliti, com'è accaduto in Vietnam nel
villaggio di Ta Van, nella provincia di Lao Cai. Qui da pochi mesi è stato attivato il progetto "Connectivity in a box",
sistema che ha portato le moderne telecomunicazioni e ora sta trasformando la vita anche dei contadini, messi nelle
condizioni di poter vendere i loro prodotti a prezzi migliori.
In Mongolia un progetto simile salva le vite delle partorienti e dei neonati. Su iniziativa della World Bank Tokyo
Development Learning center appoggiata dall'Università Kitasato, viene migliorata la formazione di medici e
infermieri grazie a un sistema di videoconferenza via satellite.
Nella lotta al digital divide giocano un ruolo decisivo anche i telefonini, specie quando le reti degli operatori sono a
banda larga. Infrastrutture relativamente facili da realizzare grazie a sistemi ibridi che vengono alimentati da pannelli
fotovoltaici e gruppi elettrogeni. La Orange e la Ericsson ne stanno installando un centinaio nelle aree rurali della
Guinea.
Sarà proprio il sole a ricaricare i telefonini che verranno utilizzati nelle aree più remote del pianeta. Produttori come
Lg e Zte hanno recentemente presentato dei modelli di cellulari che sul retro montano micropannelli solari: i costi
sono in linea con il potere d'acquisto dei Paesi in via di sviluppo cui sono destinati. È il caso del Corall 200 della Zte:
il prezzo sarà di circa 40 dollari.
[email protected]
9 marzo 2009
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