Ambiente fisico e igiene

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Ambiente fisico e igiene
Ambiente fisico e igiene
1) Fattori ambientali
Suolo
I terreni, dal punto di vista della struttura (il modo in cui le particelle elementari che compongono il terreno sono localizzate spazialmente
tra loro ed il modo in cui si associano in aggregati più complessi), vengono divisi in:
Terreni calcarei: più fertili di quelli silicei e argillosi; qua vi stanno animali di grande taglia, robusti e resistenti alla
fatica.
Terreni argillosi: (argilla oltre il 50%) poco permeabili all’acqua dunque vanno a formare una melma. Sono poco adatti
all’allevamento a causa della forte umidità.
Terreni silicei o sabbiosi: leggeri, facilmente arabili, poveri ma salubri. Qua vi stanno animali di taglia ridotta di buono
sviluppo scheletrico e muscolare.
Terre franche o di medio impasto: compatte ma permeabili all’acqua; sono considerate le migliori per gli allevamenti
Terreni paludosi: coperti da acque stagnanti e sono altamente insalubri. Essi possono essere di acqua dolce oppure di
acqua salata (maremme)
2) Caratteristiche dei terreni
• Umidità: essa dipende dalle precipitazioni atmosferiche, dall’evaporazione , dalla capacità igrometrica, dalla
permeabilità;
• Aria tellurica: è l’aria contenuta nei pori del terreno, costituita da CO2, O2, N, NH3 (ammoniaca), H2S (idrogeno
solforato);
• Temperatura: dovuta al calore solare negli strati superficiali e al calore derivante dagli strati più profondi.
• Microrganismi suolo: alcuni possono essere patogeni e altri non esserlo (come quelli che trasformano la sostanza
organica); quelli patogeni, in numero elevato, possono andare nella falda acquifera e risultare dannosi anche per
l’uomo.
3) Clima
In genere si distingue il macroclima, caratteristico di una determinata regione, dal microclima ossia il clima limitato in una
zona in cui si vive e limitato spesso dalla vegetazione.
Clima torrido o tropicale: con temperature medie molto elevate e con l’alternarsi di due sole stagioni, una invernale
con forti piogge, l’altra estiva e siccitosa;
Clima caldo: la differenza tra le stagioni è più marcata, ma anche qua vi sono, in forma minore, tutte le malattie del
clima torrido.
Clima temperato: le stagioni sono ben delimitate e si ha una discreta variabilità con temperature basse e alte;
Clima freddo: è caratteristico dei paesi freddi ma in genere sono ambienti sani;
Clima polare: tipico dei Poli, dove le malattie infettive non attecchiscono;
Clima continentale: caratterizzato da variazioni atmosferiche con giornate calde e notti fredde; negli animali può
causare danni all’apparato respiratorio.
Clima marittimo: caratterizzato da oscillazioni di temperatura più attenuate con una buona umidità;
Clima di pianura e di montagna: da notare che più si sale di quota più si abbassano le temperature; in generale per ogni
100 m di altitudine il gradiente termico si abbassa di 0.5 °C.
In generale il caldo secco, con umidità sotto il 30%, provoca negli animali una respirazione difficoltosa e scarsa ossigenazione
del sangue. Si possono poi avere insolazione o colpi di sole se la temperatura dell’aria è molto elevata.
Il caldo umido, impedendo la traspirazione, è più dannoso di quello secco e può provocare lo stesso un colpo di calore. Gli
animali che meglio resistono al caldo umido sono i bovini da carne.
4) Acqua
Le acque si distinguono in:
• Acque meteoriche: provengono dalla pioggia, neve, grandine etc. e costituiscono la fonte di acqua superficiale e
sotterranea. La quantità di acqua meteorica che cade sul terreno varia con il clima, le stagioni, l’altitudine, i venti e
dalla vegetazione.
• Acque superficiali: sono quelle del mare, dei fiumi, dei laghi. Nelle acque dei fiumi e dei torrenti, oltre alle varie
sostanze insolubili sono presenti molti materiali insolubili (silicei, argillosi, ferruginosi etc.) e solitamente tutte le acuqe
superficiali sono poco potabili in quanto si caricano di sostanze organiche. Sia i lagHi che gli stagni si formano dalla
raccolta di acque superficiali provenienti da fiumi, ruscelli o dalla pioggia e neve.
• Acque sotterranee: sono le migliori dal punto di vista qualitativo e quantitativo, prelevate attraverso pozzi o sorgenti
naturali. Queste sorgenti possono essere continue se in tutte le stagioni forniscono una certa massa d’acqua,
periodiche se la loro quantità dipende dalle precipitazioni, e interemittenti quando appaiono e scompaiono.
STAGNO DI CABRAS
LAGO DI COMO
5) UMIDITA’: è il vapore acqueo presente nell’aria; la distinguiamo in:
umidità assoluta: viene misurata pesando i grammi di vapore acqueo contenuti in 1 m3 di aria (g/m3), presente in un
dato punto nell’atmosfera, ma è un parametro poco importante dal punto di vista zootecnico.
umidità relativa: L’umidità relativa è il rapporto percentuale tra la quantità di vapore presente nell’aria e la quantità
di vapore necessaria, alla stessa temperatura, per rendere l’aria satura di vapore ((umidità assoluta/umidità
massima)x 100). Un’umidità relativa del 100% indica che l’aria è satura di vapore e quindi prossima a condensare il
vapore acqueo sotto forma di gocce d’acqua. Al contrario, un’umidità relativa bassa indica aria secca; tutto questo ha
una notevole importanza dal punto di vista igienico, infatti più è bassa l’umida relativa (aria secca) maggiore è lo
stato di benessere di un animale.
ES. l'umidità assoluta: mediamente si registrano valori di 19 g/m3 all'equatore, 14 g/m3 a 25º di latitudine, 7 g/m3 a 45º di latitudine, 3
g/m3 al 65º di latitudine e 1 g/m3 ai poli; l'umidità relativa può assumere valori ampiamente variabili in qualunque regione, dipendendo
molto da influenze locali, dal vento e dalla quota; tuttavia, assume mediamente valori dell'80% all'equatore, del 70% a 40º di latitudine
nord, oltre l'80% sui mari polari, il 30-40% nelle aree desertiche
Alimentazione e Igiene
Acqua potabile
L’acqua per essere definita potabile, ossia utilizzata a scopo alimentare, deve essere:
1) Fresca: avere una temp. Tra i 9 e 12°C
2) Limpida: incolore e trasparente
3) Inodore e di gusto gradevole
Essa può essere definita:
dura: se ricca di sali di calcio e magnesio;
dolci: quando è povera di sali di calcio e magnesio;
ferruginosa o solfurea: quando è ricca dei sali di questi minerali.
Risanamento dell’acqua
Le acque diventano non potabili a causa di:
• Materie organiche: per la presenza di particelle di feci, cadaveri di piccoli animali, peli, insetti, che rendono
l’acqua ripugnante;
• Microrganismi: siano essi innocui che patogeni.
Mezzi fisici per il risanamento
Ebollizione: è un ottimo metodo, ma rende l’acqua pesante e costosa con un sapore poco gradevole.
Distillazione: metodo più costoso dell’ebollizione, per il suo utilizzo andrebbe areata e corretta aggiungendo
cloruro di sodio e carbonato di calcio.
Raffreddamento o congelamento: è un sistema poco efficace, viene usato solo per far raggiun gere
all’acqua una certa freschezza.
Mezzi chimici per il risanamento
Hanno un’azione battericida e si usano per la correzione dell’acqua: iodio, bromo, cloruro di calcio, etc.
Mezzi meccanici per il risanamento
Sedimentazione e decantazione: consiste nel lasciare decantare le particelle presenti nell’acqua sul fondo
del bacino; è un sistema non raccomandabile in quanto l’acqua, restando ferma, può subire alterazioni
anche dannose a causa di temperatura, luce etc.
Filtrazione: viene fatta per eliminare le sostanze in sospensione; è il metodo più efficace ed economico; si
fa passare l’acqua attraverso un filtro di ghiaia e sabbia (oppure carboni attivi) sfruttando l’azione delle
sabbie di trattenere le sostanze organiche.
Abbeverata
È l’insieme delle operazioni per fornire acqua agli animali nel momento in cui non vi sono abbeveratoi automatici.
Esempio: in inverno, una vacca di 600 kg, che produce 30 kg di latte e che usa una razione costituita da insilato di
mais, assume circa 85 kg al giorno di acqua. Di quest’acqua ne ritroviamo circa 30 kg nelle feci, 20 kg nelle urine,
22 kg escreti con il latte e i restanti 21 vengono eliminati con la traspirazione.
Requisiti igienici degli alimenti
Alimenti ad azione nociva diretta
Gli alimenti che conferiscono azioni organolettiche sgradevoli sono:
Foraggi verdi: colza, ravizzone, foglie e colletti di bietole, fieno greco, sorgo zuccherino, foglie di gelso e di
vite, granturchino (mais coltivato per foraggio).
Semi: lupino, veccia, ravizzone, fieno greco, fagioli, fava.
Sottoprodotti industriali: farine di pesce, polpe di bietole, panelli (colza, girasole, cotone, pomodoro) •
(Panello, formato dai residui del seme dopo la spremitura meccanica. Ha un contenuto di sostanza grassa superiore all'8%, arriva anche
al 10-15%; esso contiene inoltre acidi grassi, alcune vitamine liposolubili ed elevato valore energetico).
Gli alimenti che rendono disgenesico il latte (attitudine fermentativa del latte) sono: il farinaccio di riso, le polpe di
bietole, lo strame o stoppia.
Alimenti ad azione nociva indiretta
Gli alimenti che provocano diarrea sono:
Fieni fermentati: dilavati, vecchi, ammuffiti.
Fieni verdi molto acquosi, rugiadosi, brinati.
Gli alimenti che hanno un’azione tossica, per la presenza di sostanze velenose, sono:
• sorgo da foraggio: contiene un glucoside cianogenetico;
• patate verdi o germinate: produce la solanina, un alcaloide glicosidico tossico;
• farina di veccia;
• alimenti alterati, irranciditi, ammuffiti etc.;
• alimenti di origine vegetale colpiti da alcune malattie (segale cornuta);
• piante velenose;
L’azione tossica è legata alla presenza negli alimenti di:
• Alcaloidi tossici
• Glucosidi ciano genetici
• Principi velenosi
• Concentrazioni tossiche di acido ossalico
• Concentrazioni tossiche di nitrati.
Ricoveri per il bestiame
I ricoveri per gli animali in allevamento differiscono per forma, ampiezza, disposizione etc.; è importante valutare alcuni
criteri fondamentali prima di effettuare la costruzione:
Ubicazione: è molto importante la scelta del posto in cui costruire il ricovero in modo tale che sia igienico e
funzionale. La pendenza del terreno deve essere lieve, le costruzioni a debita distanza da ferrovie, autostrade,
abitazioni e industrie, ma facilmente accessibili attraverso le strade.
Esposizione e orientamento: ossia, come posizionare il lato più lungo della stalla in base ai punti cardinali, es. a
nord nei climi caldi e a sud in quelli freddi.
La cubatura e la forma: dipende dalle esigenze di ossigeno degli animali; in generale ci vogliono 20-25 m3/bovino
adulto, 25-30 m3/equino adulto, 3-4 m3/ovino, caprino o suino. La cubatura è legata alla ventilazione e al calore
che trasmette materiale di costruzione impiegato (conduttività). Solitamente si adopera una forma rettangolare
della stalla.
Costruzione dei ricoveri
I materiali da costruzione devono essere refrattari all’umidità, permeabili all’aria, incombustibili, cattivi conduttori di
calore, e resistenti alle intemperie. I materiali più usati sono: strutture metalliche, pietre naturali, pietre artificilai
cotte o laterizi, mattoni, tegole e coppi, blocchetti di cemento.
Parti del ricovero
• Fondazioni: si deve tenere conto delle dimensioni del ricovero e della natura del terreno; esse hanno la
funzione di distribuire il peso del fabbricato.
• Muri: sono strutture portanti e possono essere costituiti da diversi materiali. È importante lo spessore dal
punto di vista statico e termico. Possono essere rivestiti da intonaco esterno e interno, oppure da mattonelle
nella parte interna.
• Tetto: il materiale utilizzato è rappresentato da tegole, coppi, lastre metalliche, ondulato metallico o cemento.
• Pavimento: dipende dal tipo di ricovero e dal suolo in cui viene costruito; può essere in terra battuta (ovili e
pollai), pietrisco compresso (tettoie), lastricato (magazzini), cemento (aie, concimaie, platee).
• Canalette di scolo: sono dette anche cunette, servono per il convogliamento delle deiezioni liquide verso il
pozzetto di raccolta; è importante che siano coperte con delle feritoie.
• Mangiatoie: per i bovini sono quasi sempre collettive e basse, fatte da diversi materiali, il bordo della
mangiatoia deve distare circa 30-40 cm da terra, e la parete anteriore deve avere gli angoli arrotondati e
inclinata in modo da facilitare la prensione degli alimenti.
• Abbeveratoi: è meglio utilizzare abbeveratoi automatici in modo che gli animali abbiano acqua a volontà.
• Divisioni o separatori: generalmente non ce n’è bisogno, ma in allevamenti con molti capi si usano tubi
metallici tondi e vuoti per creare i box.
Aperture, ventilazione e illuminazione
• porte: hanno importanza sia per il passaggio dell’uomo che per la ventilazione (ricambio d’aria) che per
l’illuminazione; gli spigoli del muro, in prossimità della porta, devono essere arrotondati per evitare danni
all’animale;
• finestre: devono essere di numero e ampiezza proporzionale ai ricoveri; l’altezza deve essere superiore
all’altezza dell’animale per evitare che l’aria gli giunga addosso;
• ventilazione: l’aria tende a inquinarsi sia per la respirazione che per la traspirazione dell’animale, per le
escrezioni liquide e solide e per le fermentazioni. Dunque è necessario rinnovare l’aria a causa del suo
inquinamento. L’inquinamento dell’aria è proporzionale alla mole e al numero di animali, mentre è inversamente
proporzionale alla cubatura del ricovero.
• ventilazione spontanea: grazie alla differenza tra temperatura esterna ed interna l’aria tende a uscire dalle
sommità; le correnti d’aria che si generano sono tanto più forti quanto maggiori sono le differenze di temperatura
• ventilazione artificiale: aiuta la ventilazione spontanea tramite sistemi meccanici (artificiali)
per pressione: i ventilatori introducono aria che scaccia quella viziata attraverso opportune aperture
per depressione: i ventilatori estraggono aria viziata da aperture poste all’altezza del pavimento, dalle
finestre o dalle griglie
mista: prevede entrambe i 2 sistemi precedenti;
• illuminazione: in un ricovero si deve avere una sufficiente illuminazione; durante il giorno serve per facilitare i
lavori, mentre durante la notte serve per la sorveglianza degli animali o per alcune operazioni da effetturare
(mungitura).
LETTIERA
È l’insieme di tutto il materiale che serve per coprire la posta per rendere più comodo il decubito dell’animale.
La sue funzioni sono:
Impedire che gli animali vengano a contatto con il pavimento;
Offrire agli animali un giaciglio per ristorarsi;
Raccogliere, in parte, le deiezioni liquide e solide;
Stalle
Le stalle si classificano per:
1- Attitudine: per bovini da carne, da latte, da riproduzione, per vitelli;
2- In rapporto al numero di individui;
3- In base alla disposizione del fabbricato:
• A stabulazione fissa (nelle moderna zootecnia non vengono più usate): gli animali sono legati in uno
spazio ristretto (posta). Viene utilizzato per allevamenti piccoli (50-70 capi). Esse possono essere: stalle
ordinarie con attacco a catena o all’americana con attacco al collare.
• A stabulazione libera: gli animali sono liberi di muoversi all’interno di stalle chiuse o in paddock esterni
(stalle aperte)
4- Per tipo di raggruppamento degli animali:
• Stalle semplici: una sola fila di poste, un corridoio di alimentazione e uno di servizio;
• Stalle doppie, con due file di poste:
o Groppa a groppa: un corridoio centrale di servizio (largo 2 m) e due laterali di alimentazione
(larghi 1 m)
o Testa a testa: un corridoio centrale di alimentazione e due laterali di servizio.
Vantaggi e svantaggi della stabulazione fissa:
- Minore superficie coperta per capo
- Controllo più facile dei capi
- Alimenti somministrati individualmente senza competitività alimentare
- Operazioni di pulizia meccanizzato
- Benessere animale non sempre adeguato
Vantaggi e svantaggi della stabulazione libera
- I problemi di competitività alimentare sono eliminati se si somministra il cibo in rastrelliere come gli autoalimentatori
- Ottimali condizioni di salute
- Riduzione della manodopera per il governo degli animali e per la mungitura che si effettua nella sala.