Autorità, Signore e Signori, Buongiorno! Benvenuti e grazie a tutti

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Autorità, Signore e Signori, Buongiorno! Benvenuti e grazie a tutti
Autorità, Signore e Signori, Buongiorno!
Benvenuti e grazie a tutti voi per essere qui, per l’inaugurazione delle Officine Maserati di
Grugliasco.
Per la Maserati, e dunque per Fiat, quello di oggi è davvero un giorno importante: tra qualche
istante, infatti, daremo ufficialmente avvio alla produzione della nuova Quattroporte.
Tra tutti i modelli che hanno fatto la storia del Tridente, la Quattroporte è forse l’automobile più
significativa. La sua storia iniziò proprio da qui, a Torino, esattamente 50 anni fa.
Nel 1963, infatti, al salone dell’auto di Torino, fu presentata al pubblico la prima Quattroporte:
un’auto così innovativa che con il suo esordio creò persino un nuovo segmento di mercato, quello
delle berline sportive di lusso. Un segmento che rimase specialità praticamente esclusiva della
Maserati per oltre 40 anni.
Da allora, molte cose sono cambiate: l’estetica, la tecnologia, gli interni. Ma lo spirito, l’essenza di
questa auto, che unisce prestazioni d’eccellenza con l’eleganza dello stile italiano, rimane intatto,
perfettamente interpretato dalla nuova Quattroporte, che giunge ora alla sesta serie.
Quest’auto avrà un ruolo centrale nei programmi di Maserati nei prossimi anni. Si tratta del più
ambizioso piano di sviluppo mai concepito nella storia della Maserati, per il quale è stato
necessario ampliare i nostri orizzonti: oltre allo storico stabilimento di Modena, dove rimangono le
radici della Casa, si è così aggiunta questa nuova sede.
Ed è proprio del nuovo stabilimento Maserati di Grugliasco che vorrei parlare ora, rivolgendomi
innanzitutto agli uomini e alla donne che ci lavorano. Come ricordiamo tutti, era il settembre del
2006 quando fu decisa la cessazione della precedente produzione di auto in questo stabilimento.
Per 6 anni l’attività non riprese, e la maggioranza di voi rimase in cassa integrazione straordinaria.
Ma con l’installazione dei nuovi macchinari e l’avvio delle prime produzioni, pochi mesi fa, le cose
sono finalmente cambiate: lo stabilimento è tornato a vivere. Oggi fa parte di un Gruppo
industriale presente in tutto il mondo ed è la base su cui poggia la strategia di sviluppo di uno dei
nostri marchi più preziosi e unici.
Se abbiamo fatto questa scelta, è soprattutto perché conosciamo il vostro valore. Avete scelto di
dire SI al nostro progetto di sviluppo e ora siete pronti a impiegare tutta la vostra esperienza e
professionalità per costruire automobili straordinarie, che si faranno ammirare sulle strade di tutto
il mondo.
Per questo motivo oggi è soprattutto la vostra festa, e a tutti voi vogliamo augurare con un
applauso sincero: buon lavoro!
Ancora poche parole, prima di lasciare il microfono a Sergio.
Pochi giorni fa abbiamo ricordato mio nonno, Giovanni Agnelli, nel decennale della sua scomparsa.
È stato un giorno importante, onorato dalla presenza a Torino del Presidente della Repubblica,
delle autorità nazionali e locali e dei molti torinesi che hanno voluto partecipare, per farci sentire il
loro affetto (e che ringrazio di cuore).
Nei discorsi e nei ricordi che ho ascoltato, è stata spesso rievocata la relazione speciale che mio
nonno ebbe nel corso di tutta la sua vita con l’Italia ed in particolare con Torino: un impegno che
attraversò i decenni, nei momenti buoni e in quelli difficili, e che significò per tante famiglie lavoro,
benessere, speranza.
Sono passati dieci anni da quanto mio nonno non c’è più, e da allora questo impegno non è mai
venuto meno: per volere della mia famiglia e di Sergio Marchionne, nonostante le difficoltà della
situazione di mercato, abbiamo fatto scelte difficili, per poter continuare a produrre in Italia.
Non tutti hanno avuto l’onestà di riconoscerlo. Ma chi vive davvero la nostra realtà, sa come
stanno le cose: dopo l’avvio della produzione della Panda a Pomigliano, un mese fa a Melfi
abbiamo annunciato due nuovi modelli. E ora siamo qui, per riportare alla vita uno stabilimento
che 6 anni sembrava avere il destino segnato.
Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: vogliamo contribuire concretamente al progresso di tutte le
comunità in cui siamo presenti, affrontando i problemi e cercando soluzioni. Questo impegno, lo
stesso impegno che sentiva mio nonno, non è cambiato: la rinascita di questo stabilimento ne è la
prova più concreta ed evidente.
Per questo motivo, anche in questa occasione abbiamo voluto onorare la memoria di mio nonno in
un modo speciale. Un modo che ricordi la sua figura e soprattutto il rapporto speciale che ha
sempre avuto con la sua terra.
Da oggi questo stabilimento si chiamerà “Avv. Giovanni Agnelli plant”.
Grazie!