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FO N DAME N T I DE LLA R E S TAU R AZ IO N E – LEZIONE 22
Il martirio del profeta Joseph Smith
L’opposizione al Profeta e alla Chiesa
Nel giugno 1844, l’ostilità contro la Chiesa si era intensificata.
Alcuni cittadini dell’Illinois discutevano riguardo alla possibilità di
scacciare i santi dallo stato, mentre altri tramavano di uccidere
il Profeta. Alcuni di coloro che stavano cospirando contro il
Profeta e la Chiesa erano santi degli ultimi giorni apostati. Il 7
giugno 1844, William Law — che aveva servito come secondo
consigliere della Prima Presidenza — e altri apostati stamparono
il primo numero di un giornale chiamato Nauvoo Expositor. Nel
tentativo di aizzare il pubblico contro il Profeta e la Chiesa, questi
uomini utilizzarono questa pubblicazione per calunniare Joseph
Smith e altri dirigenti della Chiesa. Joseph Smith — agendo nel
suo ruolo di sindaco di Nauvoo — e la maggioranza del consiglio
cittadino si resero conto che quel giornale dai toni incendiari
avrebbe fomentato le violenze dei facinorosi contro la città. Il
governo cittadino dichiarò la pubblicazione colpevole di disturbo
della quiete pubblica e ordinò la distruzione della tipografia del
Nauvoo Expositor.
Joseph e Hyrum vengono accusati ingiustamente
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“In seguito [alla distruzione del Nauvoo Expositor ] decisa dal sindaco e dal consiglio [cittadino], le autorità dell’Illinois emanarono
un’accusa infondata di rivolta contro il Profeta, suo fratello Hyrum
e altri funzionari di Nauvoo. Il governatore dell’Illinois, Thomas
Ford, ordinò loro di farsi processare a Carthage, Illinois, sede della
contea, promettendo loro protezione. Joseph sapeva che se si
fosse recato a Carthage la sua vita sarebbe stata in grande pericolo a causa dei gruppi di facinorosi che lo minacciavano.
Credendo che i facinorosi volessero soltanto loro, Joseph e
Hyrum decisero di partire verso l’Ovest per mettersi al sicuro. Il
23 giugno attraversarono il Mississippi, ma quello stesso giorno
alcuni fratelli di Nauvoo trovarono il Profeta e gli riferirono che
le truppe avrebbero invaso la città se non si fosse arreso alle
autorità di Carthage. Il Profeta acconsentì, con la speranza di
calmare i funzionari governativi e i facinorosi. Il 24 giugno Joseph
e Hyrum Smith salutarono la famiglia e si diressero con altri
funzionari di Nauvoo verso Carthage, dove il giorno dopo si consegnarono volontariamente ai funzionari della contea. Dopo che
i fratelli furono rilasciati su cauzione per l’accusa iniziale, furono
accusati falsamente di tradimento contro lo Stato dell’Illinois,
arrestati e imprigionati in attesa dell’udienza. Gli anziani John
Taylor e Willard Richards, i soli membri dei Dodici che non erano
in missione, si unirono a loro di propria volontà” (Insegnamenti
dei presidenti della Chiesa – Joseph Smith [2007], 539, 541).
Il martirio nel carcere di Carthage
Il 27 giugno 1844, un visitatore aveva consegnato una pistola
al Profeta. Mentre i facinorosi cercavano di entrare nella stanza
dov’erano detenuti il Profeta e i suoi compagni, Hyrum —
agendo in difesa di tutti gli altri — fu colpito a morte da una
pallottola. Joseph corse verso la porta della stanza e si posizionò
a lato dello stipite in modo da sparare nel corridoio esterno.
Soltanto tre dei sei colpi esplosero, ferendo diversi assalitori. I
facinorosi introdussero quindi con la forza le loro armi dentro
la porta socchiusa e John Taylor cercò di ricacciare indietro le
canne delle loro pistole con un bastone da passeggio.
Mentre il conflitto alla porta d’ingresso si intensificava, John Taylor cercò di fuggire dalla stanza attraverso una finestra. Mentre
tentava di saltare fuori, fu colpito alla coscia da un colpo sparato
dalla porta e anche da un altro colpo proveniente dall’esterno
dell’edificio. Cadde a terra e, mentre cercava di ripararsi sotto il
letto posto di fianco alla finestra, fu ferito in modo grave da altri
tre colpi. Intanto, mentre le canne delle pistole entravano dalla
porta, Willard Richards cominciò a colpirle con un bastone.
Joseph Smith decise quindi di provare a fuggire dalla stessa
finestra da cui prima aveva provato a fuggire John Taylor. Mentre
Willard Richards continuava a respingere i facinorosi alla porta,
il Profeta saltò verso la finestra spalancata. Nel farlo, fu colpito
dalle pallottole provenienti tanto dall’interno quanto dall’esterno
dell’edificio. Cadde dalla finestra, esclamando: “O Signore, mio
Dio!” e atterrò sul terreno sottostante. I facinorosi che si trovavano all’interno del carcere si precipitarono fuori per accertarsi
che Joseph fosse morto. Anche se non c’erano membri della
Chiesa diretti a Carthage, qualcuno gridò: “Stanno arrivando i
mormoni!”, e tutta la plebaglia fuggì.
Tributi resi al profeta Joseph Smith
L’anziano Dallin H. Oaks del Quorum dei Dodici Apostoli ha
detto:
“Gli uomini che conoscevano meglio Joseph ed
erano a lui vicini nella direzione della Chiesa lo
amavano e lo sostenevano come profeta. Suo
fratello Hyrum volle morire al suo fianco. John
Taylor stava anche lui con il Profeta e, quando
questi fu assassinato, disse: ‘Porto testimonianza
dinanzi a Dio, agli angeli e agli uomini che egli
era un uomo buono, onesto e virtuoso, […] che il suo comportamento privato e pubblico era al di sopra di ogni biasimo, e che
egli visse e morì come un uomo di Dio’ (The Gospel Kingdom
[1987], 355; vedi anche DeA 135:3). Brigham Young dichiarò:
‘Non penso che su questa terra ci sia un uomo che abbia
conosciuto Joseph Smith meglio di me. Posso dire senza tema di
smentite che, fatta eccezione per Gesù Cristo, nessun uomo
migliore di lui è mai vissuto o vive su questa terra’ [Discourses of
Brigham Young, a cura di John A. Widtsoe (1954), 459]”
(“Joseph, l’uomo e il profeta”, La Stella, luglio 1996, 78–79).

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