del 28 Giugno

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del 28 Giugno
Del 01 Novembre 2015
Estratto da pag.2
Del 01 Novembre 2015
Estratto da pag.2
Merola prende il People mover “Finalmente si parte”
Tratta Stazione-Marconi con fermata al Lazzaretto Monorotaia pronta nel 2019.Delimitato il cantiere
VALERIO VARESI IL sindaco Virginio Merola esce dalla crisi salendo sul People mover. Dopo un decennio
di discussioni, polemiche politiche, progetti e contro progetti passando per un’inchiesta giudiziaria, la
sopraelevata che collegherà stazione centrale e aeroporto, si farà. Ad annunciare il travagliato parto, oltre a
Merola, l’assessore alla Mobilità Andrea Colombo, il suo omologo in Regione Raffaele Donini e la presidente
di Marconi express, società composta al 75% dal Consorzio cooperativo Ccc e da Tper, Rita Finzi. Proprio
Marconi express è riuscita negli ultimi giorni di concessione a transennare i terreni del cantiere in zona
aeroporto e ad avviare le opere propedeutiche per la presa in consegna delle aree. L’infrastruttura è lunga poco
più di cinque chilometri, sarà soraelevata (5 metri) e sorretta da 125 pile distanti 40 metri l’una dall’altra sulle
quali si appoggerà una monorotaia per lo scorrimento dei vagoni. Oltre alle stazioni terminali, ci sarà una
fermata intermedia al Lazzaretto dove i convogli (prodotti dalla società svizzera Intamin) si incroceranno grazie
allo sdoppiamento del binario e dove saranno ubicati la centrale operativo e la manutenzione. Il biglietto
Stazione-Lazzaretto costerà 1,5 euro mentre la corsa intera per l’aeroporto 7,5. La capacità di trasporto sarà di
poco inferiore a 600 passeggeri per ora. Il parterre finanziario che ha consentito di arrivare ai 115 milioni del
costo è composto dalla Regione e dagli altri soci pubblici per un totale di 30 milioni (27 solo viale Moro), da
Marconi express (37) e da un pool di banche per 48. Di questo novero fanno parte Unicredit, Unipol, Bper,
Banca di Bologna, Emil banca, Banca in- terprovinciale e la Popolare di San Felice. L’equilibrio finanziario, a
lungo precario, è stato possibile grazie anche a un contributo di 5,5 milioni di Rfi e di un’aggiunta in extremis
del Marconi che è arrivato a 15 milioni. Il resto l’ha fatto l’aumento del biglietto (era previsto a 6,75 euro) e
l’allungamento della concessione da 35 a 40 anni (termine nel 2049). I primi passeggeri che in meno di otto
minuti percorreranno il tragitto saliranno solo nel marzo del 2019. La costruzione terminerà alla fine di ottobre
del 2018, ma dopo occorreranno 4-5 mesi di pre-esercizio prima del taglio del nastro. Marconi express si è
assicurata un ente terzo che sovrintenderà ai lavori garantendo i tempi e l’aderenza al capitolato. I primi sei
cantieri saranno aperti nel tratto aeroporto-Lazzaretto e comporteranno lo scavalcamento di tangenziale e A14
con un viadotto di 100 metri dise-gnato dall’architetto Iosa Ghini e il sottopasso della linea ferroviaria BolognaPadova. «L’impatto sarà minimo - garantisce Finzi perché non comporterà grossi scavi e si lavorerà su un
corridoio recintato senza produzione in loco di manufatti». La monorotaia metallica verrà depositata accanto
alle pile e montata successivamente.
«Un’opera strategica da Piacenza a Rimini» giudica Donini, mentre il sindaco snocciola i dati sulla crescita del
turismo e del Marconi inserendo il People mover in una cornice di realizzazioni che va dalla tangenziale delle
bici, al rifacimento di Rizzoli-Bassi per il Crealis fino all’ex Staveco e al nodo di Rastignano. Tuttavia, ieri, i
“No-people mover” hanno ironicamente inaugurato la stazione del Servizio ferroviario metropolitano di Borgo
Panigale distante 800 metri dallo scalo e rimasta al grezzo. Per i contestatori, il collegamento si poteva
realizzare sfruttando l’attuale linea. Della stessa idea il M5s che definisce il “People mover” un «brucomela »
Tutto in quarantott’ore per non perdere 3,6 milioni di fideiussioni
L’ANALISI/ECCO PERCHÉ MARCONI EXPRESS AVEVA FRETTA DI CONCLUDERE
ENRICO MIELE Dal collegamento «di tipo sciatorio » ipotizzato da Romano Prodi alla firma del contratto per
realizzare il People mover sono passati dieci anni. Sarebbe bastato un minuto in più per far saltare tutto e
parcheggiare, definitivamente, la navetta nel deposito bolognese dei “progetti mai realizzati”. Invece, quel
minuto in più non è scoccato, perchè ieri una nota ufficiale ha reso pubblico l’avvio dei cantieri, sia pure, come
dimostrano le foto, più simbolico che concreto. La Marconi Express, società a due tra Ccc e Tper, ha vinto nelle
ultime ore la sua corsa contro il tempo. Il 31 ottobre scadeva infatti la proroga, concessa in estate da Palazzo
d’Accursio, per iniziare i cantieri. Se i finanziamenti degli istituti di credito, in testa Unicredit e Unipol Banca,
non fossero arrivati in tempo, la Marconi Express di Rita Finzi avrebbe perso 3,6 milioni. Cifra data in pegno al
Comune con una fideiussione in cambio della dilazione dei tempi per sottoscrivere l’accordo.
La firma al fotofinish, celebrata nell’ultimo sabato utile, mette, al contrario, la parola fine a un calvario
burocratico e politico iniziato nel 2005. Resta però aperto quello giudiziario: il processo sulle presunte
irregolarità nell’assegnazione, in cui sono imputati per abuso d’ufficio e turbativa d’asta tre protagonisti: l’ex
sindaco Flavio Delbono, l’ex presidente del Ccc Piero Collina e l’ex numero uno dell’Atc Francesco Sutti.
Senza dimenticare il risarcimento milionario chiesto dalla Corte dei conti all’ex giunta Delbono (lui compreso).
Quelli giudiziari sono una piccola parte degli ostacoli che in questo decennio si sono frapposti tra i promotori
dell’opera e la sua realizzazione. Quando in città, al tempo di Sergio Cofferati, si fa strada l’idea di una navetta
veloce, i tempi sono stretti. «A fine 2008 si apriranno i cantieri» promette l’assessore Maurizio Zamboni. Ma il
primo bando è un flop. «Inadeguato» lo definisce Collina, che assieme alle altre coop “rosse” aveva mostrato
interesse. Al secondo tentativo il Ccc la spunta e l’estate dopo firma la convenzione. Poi arrivano i ritardi nella
costruzione dell’Alta Velocità, dove il People mover dovrebbe “ atterrare”. Nel 2011 parte così il balletto sui
costi lievitati, il biglietto da ritoccare e i risarcimenti chiesti alle Fs. Il nodo è sempre quello dei soldi. Prima di
posare la prima pietra, il Ccc già vuole 10 milioni in più per sanare i ritardi di Rfi. Poi tocca alla giunta Merola:
«Cantieri a gennaio 2012». Per ridurre il rischio per le casse pubbliche, si annuncia pure l’arrivo dei francesi di
Ratp, dato per «sicuro» dalla Finzi. Invocati come “ salvatori”, i parigini non arrivano. Palazzo d’Accursio
allora chiede tempo e le coop avvertono: «Ogni mese che passa i costi si alzano». Ma a quel punto si è già
mossa la procura, che a fine 2012 manda i primi avvisi di garanzia dopo l’esposto dell’ex consigliere Daniele
Corticelli e il comitato “ No People mover”. Si arriva al 2013, quando sulla navetta si abbatte l’Autorità sugli
appalti pubblici, convinta che il Comune «sia troppo esposto». Per Collina è «una bomba». Le banche si
nascondono e anche Prodi a un certo punto fa capire che il progetto così com’è «costa troppo, la mia idea era
più realistica». Tra ricorsi e controricorsi, non manca il Tar. Per Merola ormai l’opera «è su un binario un po’
morto». Quando manca un passo al funerale, e c’è chi chiede di allungare il tracciato fino alla Fiera, la navetta a
sorpresa si sblocca. La Marconi Express cambia i patti parasociali e riduce il rischio per i conti degli enti locali
(perché Tper non avrà più del 25% delle quote). Il Tar a luglio 2014 dà ragione ai costruttori e definisce la
bocciatura dell’Authority «non vincolante». La ruota riparte: la Finzi e Collina ripetono il tour tra gli istituti di
credito: Banca Imi, Unipol Banca e Unicredit. Arriva l’intesa con Palazzo d’Accursio: il biglietto sale a 7,5 euro
ma metà dei costi in più saranno a carico dei privati. Dagli 85,9 milioni iniziali la navetta sale a 115. Anche al
Marconi viene chiesto uno sforzo in più (tirerà fuori in tutto 15 milioni). Idem alla Regione. Mancano solo le
banche, che impiegano un altro annetto a dire di sì visto che nel frattempo Imi si sfila e serve il “soccorso” degli
istituti locali come Bper e Emil Banca. E si arriva così alla prima pietra.