Archeologia e Medioevo sulle Alpi Marittime La Chiesa di San Pietro
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Archeologia e Medioevo sulle Alpi Marittime La Chiesa di San Pietro
Archeologia e Medioevo sulle Alpi Marittime La Chiesa di San Pietro in Vincoli di Limone Piemonte è molto antica, la affianca un campanile di epoca romanica (1100 circa) molto interessante per i suoi elementi decorativi che rivelano una notevole eleganza di disegno e di esecuzione. La facciata è di matrice gotica con portale a sesto acuto adornato da due colonnine ed un affresco raffigurante la Deposizione dalla Croce che si fa risalire al XV secolo. La chiesa è illuminata da tre rosoni posti in facciata (notevole quello centrale) che sono in corrispondenza con altri tre aperti sulla parete posteriore. Nella chiesa a tre navate si fa ammirare il pulpito proveniente dalla Certosa di Pesio: per salvarlo dai francesi nel 1799 i Certosini lo smontarono e spedirono a dorso di mulo a Limone. Il pulpito venne rimontato nella chiesa e qui vi rimase. Si segnala anche la statua del santo patrono, San Pietro in Vincoli, scolpita in legno da Domenico Roasio di Mondovi e dipinta. Tende (in italiano Tenda) è situata nel dipartimento francese delle Alpes Maritimes, al di la del traforo omonimo, che si raggiunge da Limone (CN). Rimasta con San Dalmazzo di Tenda nell’Italia nata nel 1860, quando l’antica contea di Nizza divenne francese a seguito del trattato di Plombiéres, passò alla Francia con il trattato di pace di Parigi del 1947 unitamente alle frazioni di Piene e Libri di Olivetta San Michele. Fu una tappa nella via del Sale che giungeva da Nizza Marittima, li arrivava per nave da Ibiza. Nei pressi di Tenda si trova uno luoghi più importanti al mondo per la presenza di incisioni rupestri, la Valle delle Meraviglie o Val des Merveilles. Queste incisioni risalgono all’Età del Rame e del Bronzo (2500 a.C. circa) e furono eseguite da persone che praticavano attività agropastorali e che andavano al Monte Bego trasformato in luogo sacro. Qui si praticava il culto delle divinità primordiali del dio toro (che simboleggiava la potenza della pioggia fertilizzante e del fulmine) e della dea terra (che veniva fecondata grazie al dono celeste), in questa Valle si trova la più grande area con incisioni rupestri esistente in Francia (40.000 incisioni su 3.600 rocce). Le incisioni sono state rilevate su calchi e possono essere esaminate presso il Musée des Merveilles dove sono visibili tre sezioni: la prima dedicata alla storia naturale ed alla morfologia della Valle con l’ausilio di pannelli luminosi e modelli tridimensionali; la seconda dove sono visibili armi, monili, scavi archeologici, utensili, vasellami, qui sono anche presenti diorami che descrivono le attività di agricoltori e pastori del 3000 a.C. e calchi di incisioni rupestri; la terza dedicata alle arti e tradizioni popolari mostra come la pratica dell’incisione sia proseguita nei secoli testimone dell’immutabilità della vita quotidiana. Nel Parco Nazionale, le zone protette delle incisioni si visitano soltanto con una guida, ma a partire dal 1967 le équipes di studiosi guidate dal professor Henry de Lumley hanno effettuato rilievi e calchi delle rocce incise, e questi sono, come detto precedentemente, comodamente visibili da tutti al Musée des Merveilles di Tende, istituito dal Conseil Général des Alpes-Maritimes, nell'ambito della sua politica culturale, per valorizzare questo straordinario patrimonio e contribuire alla sua tutela. Il Santuario di Notre Dame des Fontaines a La Brigue è situato in una zona esterna al borgo, ricca di acque, nota come “U Funtan” e molto visitata già in epoca pre-romana. Col tempo alle proprietà terapeutiche delle acque si è sovrapposta la fama del ciclo di pitture presenti nel Santuario ivi costruito ed intitolato a Nostra Signora del Fontano. L'esterno della chiesa è costituito da una struttura molto semplice che contrasta con la ricca decorazione pittorica interna (che l’ha fatta definire, forse un po’ enfaticamente, “La Cappella Sistina delle Alpi Marittime”) distribuita su tutte le pareti. Questa chiesa è meta di pellegrinaggi da parte di comunità delle aree circostanti che hanno conservato la parlata occitana. Gli affreschi presenti all’interno, con l’eccezione dei Quattro Evangelisti di Giovanni Baleison sono opera del pittore Giovanni Canavesio, (1450-1500) un religioso pittore originario di Pinerolo che operò soprattutto nella Liguria Occidentale e sulle Alpi Marittime. Il ciclo pittorico che Canavesio rappresenta al Fontano, la cui data di realizzazione è il 1492, l’anno della scoperta dell’America da parte di Colombo, risente nella rappresentazione delle figure dell’influenza del pittore torinese Giacomo Jacquerio. Formatosi nell’ambito del gotico internazionale nelle sue opere si rileva la presenza di immagini popolaresche con tinte fortemente realistiche e una forte impronta simbolica nelle scene rappresentate. Sull’arco trionfale e nell’abside sono descritti episodi della vita di Gesù durante l’infanzia come La Fuga in Egitto e momenti della vita della Madonna, gli episodi sono composti in modo ammirevole con ricchezza di colori e realismo. Un vasto affresco è dedicato al Giudizio Universale con da una parte il diavolo che tormenta i peccatori e dall’altra i giusti raccolti attorno all’Albero della Vita, su cui risale un serpente, in attesa del giudizio di Gesù supplicato dalla Madre. Su altre pareti sono rappresentate scene della Passione di Gesù. Degna di nota l’impressionante scena con Giuda Iscariota in cui è rappresentato il diavolo che fruga nelle viscere dell’apostolo traditore dopo l’impiccagione e la violenta e realistica raffigurazione della Crocifissione. Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti ONLUS Fondata in Torino il 20 febbraio 1874 Palazzina SPABA, Via Napione 2 - 10124 Torino Tel./Fax 011 8177178 [email protected] www.spaba.net STORIA La Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, fondata in Torino nel 1874 da un gruppo di studiosi e appassionati nel campo dell’arte e dell’archeologia, ebbe sede inizialmente presso il Museo Archeologico e dal 1911 nella Palazzina di via Napione donata dal socio Vittorio Avondo. Attualmente la Società collabora con le autorità preposte alla conoscenza e salvaguardia del patrimonio archeologico ed artistico subalpino e pubblica un Bollettino in cui compaiono le comunicazioni di soci e studiosi su argomenti concernenti l’archeologia, la pittura, la scultura, l’architettura e le arti applicate in Piemonte. Dal 2005 pubblica anche la collana: Quaderni di Archeologia e Arte in Piemonte Ente Morale dal 1907, trasformata in ONLUS nel 1998, la SPABA gestisce donazioni liberali destinate a finanziare restauri conservativi di edifici ed opere d’arte, organizza mostre e convegni in collaborazione con gli Enti pubblici. ATTIVITÀ La SPABA propone agli iscritti durante l’anno, una serie di incontri (sedute scientifiche) in Sede su tematiche inerenti l’arte, l’archeologia, l’architettura, la scultura, le arti applicate e la fotografia in ambito piemontese. Fin dal 1932 organizza convegni in sedi diverse, a cadenza pluriennale dedicati a zone specifiche del Piemonte o a personaggi che ebbero particolare rilevanza nella vita culturale e artistica regionale. Dal 1999 al 2008 ha organizzato “Rivelazioni Barocche”, poi confluita all'interno del progetto "Gran Tour". Scambia le sue pubblicazioni con numerose Società e Istituti storici italiani e stranieri aventi analoghi interessi culturali. La biblioteca è ricca di oltre 5000 titoli. È aperta in orario di segreteria e raccoglie pubblicazioni tematiche sul arte, architettura, archeologia e storia del Piemonte