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N otiziario « Caso Leopoli » e archivi militari Il Consiglio direttivo dell’Insmli ha adottato U2I marzo 1987 il seguente ordine del giorno: Il “Consiglio direttivo dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, riferendosi al dibattito recentemente sollevato dalle denunce di parte sovietica di eccidi di militari italiani che sarebbero avvenuti nel corso del 1943-44 in Polonia ed in Ucraina ad opera di unità tedesche e dall’iniziativa del ministero della Dife sa di costituire un’apposita commis sione d’inchiesta, rileva come l’episo dio confermi le gravi lacune docu mentarie tuttora esistenti su molti aspetti della partecipazione italiana al la seconda guerra mondiale, consta tando come le ricerche sinora svolte non abbiano quasi mai, nonostante alcune dimostrazioni di maggiore di sponibilità manifestate dall’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’eser cito, potuto utilizzare gli archivi mili tari. Il Consiglio direttivo ritiene che tale circostanza rappresenti soltanto un aspetto di una più generale insuffi cienza, sintetizzata dal fatto che le ul time carte versate dal ministero della Guerra all’Archivio centrale di stato risalgono alla prima guerra mondiale. Il Consiglio direttivo osserva come di tale insufficienza siano direttamente investiti anche gli archivi degli Istituti storici della Resistenza, spesso chiamati, al di là dei loro compiti isti tuzionali attinenti alla promozione delle ricerche, a fornire documenta zione quanto meno indiretta per risol vere situazioni personali di ex combat tenti e di loro familiari. Il Consiglio direttivo auspica per tanto che, anche sulla scorta degli episodi richiamati, le autorità re sponsàbili rimuovano gli ostacoli che hanno sinora impedito l’utilizzo di fonti quantitativamente e qualita tivamente di primaria importanza per le ricerche sull’Italia contempo ranea ». Società e forze politiche nella mon tagna veneta tra Liberazione e Re pubblica Un giudizio complessivo e articola to sul convegno che si è tenuto a Bellu no su “Società e forze politiche nella montagna veneta tra Liberazione e Repubblica” nei giorni 13-14-15 no vembre 1986 sarà possibile quando verranno pubblicati gli Atti. Ma in tanto vale la pena di osservare che nei lavori sono stati coinvolti oltre agli storici di professione dell’area veneta anche studiosi locali che, sia in sede di convegno, sia nei seminari preparato ri, hanno portato un significativo con tributo di ricerca, di riflessione critica, di analisi storiche concrete. L’Istituto storico della Resistenza di Belluno, di retto da Ferruccio Vendramini, che ha preparato e organizzato il convegno, ha dato in questo modo un altro im portante contributo alla conoscenza della storia recente de! nostro paese ed è riuscito a imporre uno stile, un costume culturale, in una realtà di provincia, proponendosi come sede di un dibattito storiografico rigoro so, aperto, libero. Nel convegno so no stati discussi e approfonditi molti temi relativi alla situazione della montagna veneta nell’immediato do poguerra. È stato tracciato un bilan cio critico della storiografia sul dopo guerra (Luigi Ganapini); è stata ana lizzata l’esperienza di alcuni significa tivi gruppi intellettuali operanti nel Veneto (Mario Isnenghi); è stata ap profondita analiticamente la questio ne, centrale per la montagna (bellune se in particolare) dell’industria idroe lettrica tra fascismo e dopoguerra (Maurizio Reberschak). È stata esa minata in molti interventi l’opera dei Cln, con particolare attenzione al vario dislocarsi delle forze politiche. Un particolare rilievo hanno avu to le questioni relative al destino del le aree e delle popolazioni di confi ne, i problemi delle minoranze etni che, l’atteggiarsi delle forze politi che di fronte al problema della co struzione di un potere locale con ca ratteristiche democratiche. Fra i problemi di carattere socio-econo mico, largo spazio hanno avuto nelle relazioni e nelle comunicazioni i pri mi dibattiti che nel 1945-1946 si in trecciarono sul destino dell’econo mia montana, sulla collocazione del la piccola azienda familiare in agri coltura, sull’emigrazione (tema que st’ultimo di centrale importanza per comprendere la storia della monta gna veneta), sullo sviluppo turistico. Una particolare attenzione è stata dedicata, in molti interventi, e non poteva che essere così, alla Chiesa, alle sue scelte, alla funzione che essa assolve in quella particolare con giuntura storico-politica, al peso che essa esercita nel determinare un cer to sbocco alla situazione politica del dopoguerra. Particolarmente atteso era l’intervento di Silvio Lanaro. Il volume Einaudi sul Veneto, da lui curato, aveva suscitato in sede locale interesse, attenzione e dibattito; su un punto in particolare la discussio ne era stata vivace e cioè sul rappor to fra la montagna e quello che nel l’elaborazione di Lanaro viene defi nito come il modello veneto (di svi luppo). Lanaro ha precisato in sede di convegno la natura dei legami fra montagna e pianura nel Veneto, fra sviluppo del Veneto centrale e ritar do della montagna, non limitandosi agli aspetti economici, ma sottoli neando, in particolare, la dimensio ne del sociale, delle ideologie, del l’organizzazione della vita civile. Tutto ciò nel quadro di una riflessio ne per taluni aspetti inedita, intorno al rapporto fra storia e geografia, fra spazio geografico e processi sto rici. Di qui la necessità di definire in termini rigorosi il concetto di regio ne, sul quale Lanaro si è soffermato in modo analitico, condizione neces saria alla fondazione di una storio grafia capace di pensare la dimensio ne regionale, così ostica agli stori- Notiziario ci. Su un punto l’attesa degli ascolta tori è andata, in parte, delusa e cioè sulla questione centrale che Macchioro aveva sollevato nella sua recensio ne: è possibile una storia a scala re gionale con un taglio civile e politico? È legittima un’operazione storiografi ca di questa natura? Esiste una cultu ra regionale nel senso civile del termi ne? Rispondere a questi interrogativi è essenziale, ci sembra. Si può forse dire che non vi è sta to, in sede di convegno, un esplicito confronto fra diverse ipotesi storio grafiche, forse perché la ricerca ten de a cercare vie nuove rispetto a un passato non lontano e a liberarsi dalla dipendenza immediata nei confronti di contingenti ragioni po litiche. Ganapini nella sua relazione di apertura ha voluto sottolineare l’usura a cui, rapidamente, sono an date incontro alcune delle interpreta zioni storiografiche sul dopoguerra più in voga negli ultimi venti anni e ha invitato, sostanzialmente, a voltare pagina: ci vuole un approccio più analitico, una maggiore attenzione al le differenze e alle articolazioni inter ne alla società italiana all’uscita dalla guerra, alle classi, ai gruppi organiz zati, alle forze che si affacciano sulla scena in quegli anni. E, insieme, oc corre individuare scansioni temporali ampie, articolate non solo sul livello politico e istituzionale, ma anche su quello sociale, sfuggendo così alla morsa delle ideologie e restituendo la prassi politica al luogo che le compete nel tessuto degli eventi. Vincenzo D ’Alberto Statuto dell’lnsmli È stato pubblicato nella G.U. n. 96 del 27 aprile 1987 il decreto rela tivo alle variazioni introdotte nello Statuto dell’lnsmli che, per comple tezza informativa, si riproduce per intero: Scopi e sede dell’Istituto - Vigi lanza - Art. 1. L’Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Libe razione in Italia, riconosciuto giu ridicamente con Legge 16 gennaio 1967, n. 3, si propone di assicurare la più completa e ordinata documenta zione di tale movimento dalle sue ori gini antifasciste alla liberazione e di promuovere lo studio storico e la co noscenza nell’ambito di una più gene rale considerazione della storia del fa scismo e dell’Italia contemporanea, a mezzo di periodici e di altre pubblica zioni a carattere scientifico, nonché a mezzo di convegni e di altre iniziative di studio. Esso ha sede in Milano. Art. 2. L’Istituto è sottoposto alla vigilanza del Ministero per i Beni cul turali e ambientali. Membri e Organi dell’Istituto - Art. 3. Gli Istituti storici, regionali, provinciali o locali, che svolgono, nel rispettivo ambito, analoghe attività di documentazione e di studio, e gli Enti storici a carattere non territoriale che si propongono scopi analoghi posso no far parte dell’Istituto quali mem bri, con l’osservanza delle disposizio ni di cui ai successivi artt. 6 e 20. Art. 4. Sono organi dell’Istituto: a) il Consiglio generale; b) il Consi glio direttivo; c) il Presidente; d) il Collegio dei Revisori dei conti. Art. 5. Il Consiglio generale è for mato dai rappresentanti degli Istitu ti storici associati, dai rappresentan ti di cui al successivo comma e da membri cooptati, di cui al successivo art. 6. L’Amministrazione pubblica è rappresentata da tre membri designa ti, rispettivamente, due dal Ministero per i Beni culturali e ambientali e uno da quello della Difesa (Uffici storici). Art. 6. Il Consiglio generale deli bera: a) sulle direttive e sui provve dimenti idonei a realizzare gli scopi dell’Istituto e, in particolare, sui programmi della sua attività scienti fica; b) elegge con distinte votazioni per scrutinio segreto il Presidente dell’Istituto, i due Vicepresidenti, il Segretario generale e gli altri mem bri del Consiglio direttivo di cui all’art. 8. Spetta, inoltre, al Consiglio generale deliberare, su proposta del Consiglio direttivo: c) sulle richieste di associazione da parte degli Istituti storici di cui al precedente art. 3, 189 nonché sulla eventuale loro esclusio ne, che potrà essere deliberata dopo aver sentito gli interessati; d) sulla composizione della rappresentanza degli Istituti associati; e) sulla coop tazione di personalità la cui collaborazione, per la carica rivestita, il con tributo da esse prestate all’Istituto, o per la competenza storica, sia ritenuta utile, nonché sulla misura delle coop tazioni ammesse, che, in ogni caso, non potrà essere superiore al terzo del totale degli altri membri di cui al precedente art. 5; f) sul bilancio pre ventivo e consuntivo; g) sugli atti ec cedenti l’ordinaria amministrazio ne; h) quale degli enti pubblici sov ventori, di cui al successivo art. 12, debba designare un membro nel Collegio dei Revisori dei conti. Art. 7. Il Consiglio generale si riunisce in seduta ordinaria due vol te all’anno e in seduta straordinaria ogni qualvolta il Consiglio direttivo lo ritenga necessario o a seguito di richiesta motivata di almeno un de cimo dei suoi membri. Il Consiglio generale è validamen te costituito, in prima convocazio ne, quando sia presente almeno la metà più uno dei suoi membri e, in seconda convocazione — che non potrà aver luogo nello stesso giorno della prima — qualunque sia il nu mero dei membri presenti. Le deliberazioni sono prese a maggioranza assoluta dei membri presenti. Art. 8. Il Consiglio direttivo è co stituito dal Presidente, da due Vicepresidenti, dal Segretario generale e da undici membri, eletti nei modi di cui alla lettera b) dell’art. 6, per la durata di due anni. Le cariche di cui al precedente comma sono gratuite. Tutti i suoi componenti possono essere confer mati. Spetta al Consiglio direttivo: a) curare l’esecuzione dei deliberati del Consiglio generale e, secondo le direttive da questo ricevute, elabo rare programmi e piani per l’attività scientifica ed editoriale; b) predi sporre il bilancio preventivo e il con to consuntivo; c) esercitare la vigi lanza di cui al successivo art. 20 e 190 determinare la misura dei contributi di cui ai successivo art. 21; d) stabili re le norme per la consultazione del materiale archivistico, in possesso suo e degli Istituti associati; e) formu lare le proposte, da sottoporre al Con siglio generale, su tutti gli affari di cui alle lettere c), d), e), g) dell’art. 6. Art. 9. Il Consiglio direttivo si riuni sce normalmente nella sede dell’Istitu to in via ordinaria non meno di quat tro volte l’anno, e, in via straordinaria, tutte le volte che il Presidente lo riten ga opportuno o ne sia fatta richiesta scritta da almeno quattro membri. Le deliberazioni del Consiglio, per essere valide, devono essere adottate con l’intervento di almeno otto com ponenti, compreso il Presidente. Le deliberazioni sono prese a maggioranza di voti e, a parità di vo to, prevale il voto del Presidente. Art. 10. Il Presidente: a) ha la rap presentanza legale dell’Istituto; b) convoca le adunanze del Consiglio generale e ne fa eseguire le delibera zioni; c) presiede le riunioni del Con siglio direttivo; d) sovraintende alla gestione economica e amministrati va dell’Istituto; e) firma gli atti uffi ciali. In caso di assenza o di impedi mento, il Presidente è sostituito dal Vicepresidente più anziano di età e, in caso di assenza o di impedimento di questo, dall’altro Vicepresidente. Qualora entrambi i Vicepresidenti sia no assenti o impediti, il Presidente è sostituito dal Segretario generale. Art. 11. Il Segretario generale at tende alla gestione ordinaria dell’Isti tuto e vigila sul personale dipendente. Art. 12. Il Collegio dei Revisori dei conti è costituito da tre membri, dei quali uno designato della Presi denza del Consiglio dei Ministri, uno dal Ministero per i beni culturali e ambientali e uno designato, su ri chiesta dell’Istituto, da uno degli en ti pubblici sovventori. Il Collegio dei Revisori dei conti dura in carica quattro anni. Art. 13. Il Collegio dei Revisori dei conti ha il compito di vigilare sulla gestione finanziaria e patrimoniale dell’Istituto e di accertare la regolarità Rassegna bibliografica delle scritture e delle operazioni conta bili, di effettuare riscontri di cassa, di controllare le risultanze del bilancio preventivo e del conto consuntivo. Il compenso annuale ai Revisori dei conti è stabilito annualmente dal Consiglio direttivo. Art. 14. La Direzione dell’Istituto si articola in due sezioni: una ammi nistrativa ed una tecnica. Art. 15. In base al disposto dell’art. 7 della Legge 16 gennaio 1967, n. 3, l’Istituto può avvalersi, per lo svolgimento delle sue attività, anche di personale comandato della pub blica amministrazione. Bilanci - Controllo - Art. 16. L’I stituto provvede alle spese di gestio ne: a) con il contributo ordinario dello Stato; b) con eventuali contri buti straordinari dello Stato e con contributi di enti pubblici e privati e di privati cittadini; c) con i proventi delle pubblicazioni e di ogni even tuale attività di carattere scientifico esercitata sia direttamente che a mezzo di terzi; d) con eventuali ren dite di depositi, lasciti, eccetera. Art. 17. L’esercizio finanziario decorre dal 1° gennaio al 31 dicem bre. Il bilancio preventivo e il conto consuntivo sono presentati con rela zioni del Presidente e del Collegio dei Revisori dei conti al Consiglio generale, che delibera in merito, ri spettivamente, entro il 31 ottobre ed entro il 30 aprile. Al conto consuntivo è anche alle gato il conto generale del patrimo nio, dimostrante la consistenza pa trimoniale al principio dell’eserci zio, le variazioni avvenute durante la gestione, la consistenza alla fine del l’esercizio. Art. 18. Entro il mese successivo a quello dell’approvazione, sono tra smessi al Ministero per i Beni cultu rali e ambientali sia il bilancio pre ventivo che il conto consuntivo, nonché le rispettive relazioni illu strative, presentate dal Presidente dell’Istituto e dal Collegio dei Revi sori dei conti. L’Istituto è pure tenuto a presen tare al Parlamento, a norma della Legge 29 aprile 1976, n. 186, una re lazione annuale sull’attività. Art. 19. L’Istituto è soggetto al controllo sugli enti sovvenzionati, esercitato dalla Corte dei Conti, ai sensi della Legge 21 marzo 1958, n. 259, e successive modifiche. Istituti Associati - Art. 20. Il Con siglio direttivo dell’Istituto esercita la vigilanza sui singoli Istituti regio nali, provinciali, locali e sugli Enti storici a carattere non territoriale as sociati per quanto concerne la rego larità del funzionamento e l’attività scientifica, ai sensi dell’art. 6 della Legge 16 gennaio 1967, n. 3, e ne ap prova gli statuti. Art. 21. L’erogazione dei contri buti previsti dal secondo comma del l’art. 8 della Legge 16 gennaio 1967, n. 3, dovrà essere disposta a favore degli Istituti regionali in relazione al le esigenze del loro funzionamento e della loro attività scientifica, e a fa vore di tutti gli altri solo al fine di consentire l’esecuzione di lavori di carattere scientifico il cui piano do vrà essere preventivamente concor dato con l’Istituto nazionale. Gli Istituti associati che beneficia no di contributi a carico dell’Istituto nazionale sono tenuti a presentare all’Istituto medesimo il proprio con to consuntivo, entro il 31 marzo. Regolamenti - Art. 22. Con « Re golamento organico dei servizi e del personale », deliberato dal Consi glio generale, e reso esecutivo con decreto interministeriale dei Minister i per i beni culturali e ambientali e del Tesoro, sono stabilite le norme occor renti per l’applicazione del presente Statuto e il funzionamento dei servizi dell’Istituto e quelle concernenti la consistenza numerica, lo stato giuridi co e il trattamento economico di atti vità e di previdenza del personale. Con « Regolamento del Consiglio generale », deliberato dallo stesso e trasmesso per competenza al Mini stero per i Beni culturali e ambienta li, sono stabilite le norme di funzio nartento del Consiglio generale meô .simo. IS T IT U T O N A Z IO N A L E P E R L A S T O R IA D E L M O V IM E N T O D I L IB E R A Z IO N E IN IT A L IA G. Quazza, presidente', M.G. Rossi e C. Francovich, vicepresidenti-, S. Passera, segretario generale', G. Barone, G. D’Agostino, M. Degl’Innocenti, N. Gallerano, M. Guasco, V. Lombardi, G. Rochat, R. Ruffilli, T. Sala, G. Turi, G. Vaccarino, consiglieri. Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazio ne in Italia - p. Duomo 14 - 20122 Milano - tei. 80.59.803 Istituto storico provinciale della resistenza - via Cesare Albi oni, 24 - Casa Saffi - 47100 Forlì - tei. 0543/32.700 Istituto per la storia della resistenza della provincia di Ales sandria - via dei Guasco 49 - 15100 Alessandria - tei. 0131/44.38.61 Istituto storico della resistenza in Liguria - via Garibaldi 14, 3° p. -16124 Genova - tei. 010/20.98 int. 2247 Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - via Villafranca 1 - 60100 Ancona - tei. 071 / 20.22.71 Istituto storico della resistenza in Valle d’Aosta - via Xa vier de Maistre 22-11100 Aosta - tei. 0165 / 40.846 Istituto provinciale per la storia del movimento di libera zione nelle Marche - via Napoli, angolo v. 3 Ottobre 63100 Ascoli Piceno - tei. 0736 / 54.597 Istituto per la storia della resistenza in provincia di Asti via Ottolenghi 8 - 14100 Asti - tei. 0141/32.439 Istituto storico bellunese della resistenza - palazzo Crepadona, piazza Duomo, 37 - 32100 Belluno - tei. 0437 / 24.929 Istituto bergamasco per la storia del movimento di libera zione -via T. Tasso 4 -24100 Bergamo -tei. 035/23.88.49 Istituto regionale per la storia della resistenza e della guerra di liberazione dell’Emilia Romagna - via Castiglione 25 40124 Bologna - tei. 051/23.06.98 Istituto storico provinciale della resistenza - via Castiglione 25 - 40124 Bologna - tei. 051 /22.96.15 Laboratorio nazionale per la didattica della storia - via Ca stiglione 25 -40124 Bologna-tei. 051/22.96.15-23.06.69 Istituto per la storia della resistenza in provincia di Vercelli « Cino Moscatelli » - via Sesone 10 - 13011 Borgosesia (Vercelli)-tei. 0163/21.564 Istituto storico della resistenza bresciana - via Gabriele Rosa 39 - 25100 Brescia - tei. 030 / 29.56.77 Istituto sardo per la storia della resistenza e dell’autonomia viaLanusei 14-09100Cagliari-tei. 070 / 65.88.23 Istituto storico della resistenza in Liguria - via Cascione 86 casella postale 297 -18100 Imperia-tei. 0183/65.07.55 Istituto abruzzese per la storia d’Italia dal fascismo alla resi stenza - piazza S. Giusta, Pai. Centi - 67100 L’Aquila - tei. 0862/64.288 Istituto storico della resistenza « Pietro M. Beghi » - presso Scuola Beghi, via del Po 61 - 19100 La Spezia - tei. 0187/ 31.351-34.551 Istituto storico provinciale lucchese della resistenza - piazza Napoleone 32 - 55100 Lucca - tei. 0583/55.540 Istituto storico provinciale per la storia del movimento di li berazione nelle Marche - via Barilatti 45 - 62100 Macerata tei. 0733/42.51.07 Istituto provinciale per la storia del movimento di liberazio ne nel Mantovano - piazza Sordello 43 - 46100 Mantova tei. 0376 / 36.84.51 Istituto lombardo per la storia del movimento di liberazione in Italia - p. Duomo 14 - 20122 Milano - tei. 02/80.564.27 Istituto storico della resistenza in Modena e provincia - via C. Battisti 12-44100Modena-tei. 059/21.94.42 Istituto campano per la storia della resistenza - via Carlo Poerio 8 9 /A - 80121 Napoli - tei. 081/40.38.80 Istituto per la storia della resistenza novarese - via Cavour 15 - 28100 Novara - tei. 0321/39.27.43 Istituto veneto per la storia della resistenza - Università - via 8 febbraio - 35100 Padova - tei. 049/65.14.00 Istituto storico della resistenza in provincia di Parma - via delle Asse 5-43100 Parma - tei. 0521 /2 7 .71.90 Istituto siciliano per la storia dell’Italia contemporanea c /o Istituto di storia moderna, facoltà di lettere - piazza dell’Università - 95100 Catania - tei. 095 / 32.62.42 Istituto per la storia del movimento di liberazione nella pro vincia di Pavia - Palazzo Centrale - Università 27100 Pavia tei. 0382/32.234 Istituto comasco per la storia del movimento di liberazione - via XX Settembre 29-22100 Como - tei. 031/27.55.11 Istituto storico della resistenza nel Pesarese - via Baviera 14 - 61100 Pesaro - tei. 0721/30.600 Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea - piazza Europa 14 - 87100 Cosenza - tei. 0984/393915 Istituto piacentino per la storia della resistenza - Palazzo Farnese - 29100 Piacenza - tei. 0523/22.911 Istituto cremonese per la storia del movimento di liberazio ne - via Porta Tintoria 2-26100 Cremona - tei 0372 / 25.463 Istituto storico della resistenza in Cuneo e provincia - corso Nizza 17 -12100 Cuneo - tei. 0171 /445 Istituto storico della resistenza in Toscana - casella postale 745 - 50100 Firenze - tei. 055/28.42.96 Istituto storico provinciale della Resistenza - p. S. Leone 1 51100 Pistoia - tei. 0573 / 32.578 Istituto storico della resistenza apuana - p. del Comune 54027 Pontremoli (Massa Carrara) Consorzio per la gestione dell’istituto storico della resisten za di Ravenna e provincia — via Mariani 5-48100 Ravenna tei. 0544/37.302 Istituto storico della resistenza e della guerra di liberazione in provincia di Reggio Emilia - via Dante 11 - 42100 Reggio Emilia - tei. 0522/37.327 Istituto storico della resistenza del circondario di Rimini via Gambalunga 27 - 47037 Rimini - tei. 0541 /70.41.39 Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla resi stenza - Palazzina La Vignola - piazza di Porta Capena 00184Roma-tel. 06/73.31.43 Istituto milanese per la storia della resistenza e del movimento operaio - via Fante d’Italia 2 - casella postale 104 - 20099 Sesto S. Giovanni (Milano) - tei. 02/24.23.266; 24.76.745 Istituto sondriese per la storia del movimento di liberazione - p.za Garibaldi 28 - 23100 Sondrio - tei. 0342 / 21.53.39 Istituto storico della resistenza in Piemonte - via Fabro 6 10122 Torino - tei. 011 /51.88.36 Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza - via Fabro 6-10122 Torino - tei. 011 / 53.92.74 Museo del Risorgimento e della lotta per la libertà - Castello del Buon Consiglio - via Bernardo desio 3 - 38100 Trento tei. 0461 / 30.482 Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli e Venezia Giulia - via Imbriani 7 - 34122 Trieste tei. 040 / 77.15.52 Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione c /o Civica Biblioteca « V. Joppi » - piazza Marconi 8 33100 Udine - tei. 0432 / 20.58.51 Istituto di storia della resistenza « Egisto Cappellini » - p.za della Repubblica 3 - 61029 Urbino - tei. 0722 / 44.33 Istituto varesino per la storia della resistenza e dellTtalia contemporanea - c /o Assessorato alla Cultura - via Speri della Chiesa 9-21100 Varese IS T IT U T O N A Z IO N A L E P E R L A S T O R IA D E L M O V IM E N T O D I L IB E R A Z IO N E IN IT A L IA Collana storica - Novità 1985-1986 Storiografia e fascismo. Con appendice bibliografica. Scritti di G. Quazza, E. Collotti, M. Legnani, M. Palla, G. Santomassimo, Milano, Angeli, 1985. Le formazioni GL nella resistenza. Documenti. Settembre 1943/aprile 1945, a cura di G. De Luna, P. Camilla, D. Cappelli, S. Vitali, Milano, Angeli, 1985. Italia 1945-1950. Conflitti e trasformazioni sociali. Scritti di G. Chianese, G. Crainz, M. Da Vela, G. Gribaudi, Milano, Angeli, 1985. G iampaolo Vaidevit, La questione di Trieste 1941-1954. Politica intemazionale e contesto locale, Milano, Angeli, 1985. Gianni Oliva, Esercito, paese e movimento operaio. L’antimilitarismo dal 1861 all’età giolittiana, Milano, Angeli, 1986. Linea gotica 1944: eserciti, popolazioni, partigiani, a cu ra di G. Rochat, E. Santarelli, P. Sorcinelli, Milano Angeli, 1986. M auro Cerutti, Tra Roma e Berna. La Svizzera italiana nel ventennio fascista, Milano, An geli, 1986.